INTERVISTA A TUTTO CAMPO CON LE STELLE DEL TRENTINO VOLLEY

Punte di diamante della Diatec Trentino e della Nazionale Italiana di volley, Filippo Lanza e Simone Giannelli – reduci dall’argento conquistato alla Grand Champions Cup 2017 – si stanno preparando ad affrontare la Sir Safety Conad Perugia, nella semifinale di Supercoppa, fissata per sabato 7 e domenica 8 ottobre all’Eurosole Forum di Civitanova Marche. Filippo, veronese di nascita, è “l’orgoglioso” capitano della squadra trentina, come si legge sul suo profilo Instagram, mentre Simone, bolzanino di soli 21 anni, si è già distinto in Giappone, vincendo il riconoscimento come miglior palleggiatore.
MANINTOWN li ha intervistati, facendo risaltare non solo la loro grande passione per lo sport, ma anche quella per lo stile.

Quando avete iniziato a giocare a pallavolo?
FL
: Ho iniziato a 14 anni. Prima giocavo a rugby, poi mio padre, che giocava a pallavolo, mi ha convinto a provare. Mi è piaciuto, mi sono trasferito subito a Trento e da quel momento non ho più lasciato né la città né la pallavolo.

SG: La prima volta che ho giocato a pallavolo è stato a Bolzano, la mia città natale. Mia sorella giocava in serie C e io andavo sempre a vedere le sue partite, anche se facevo tutt’altro, giocavo a calcio, a tennis e sciavo. Tuttavia, in prima media ero già alto per la mia età e, guardando mia sorella, ho voluto provare anch’io, mi è piaciuto, e piano piano ho lasciato gli altri sport per dedicarmi completamente alla pallavolo.

Qual è il ricordo più emozionante della vostra carriera?
FL: Sicuramente quando Trento ha vinto lo scudetto, tre stagioni fa. È la soddisfazione più grande che ho avuto dal punto di vista del club, poi ovviamente c’è l’argento di Rio, che è stato il massimo. Avevo detto che se avessimo vinto l’oro avrei smesso, e ci sono andato molto vicino. Avrei lasciato la Nazionale, perché credo che la medaglia d’oro sia l’obiettivo più grande a cui un giocatore possa ambire. Era talmente tanta la voglia di raggiungere questo traguardo che ho fatto questa dichiarazione, e l’avrei anche mantenuta.

SG: Sicuramente quando è caduta l’ultima palla durante la semifinale delle Olimpiadi. È stato un momento emozionante che mi porterò dentro per tutta la vita.

Quali sono le vostre altre passioni?
FL: Nel tempo libero mi piace viaggiare molto, visitare diversi luoghi. Ho girato parecchio il Trentino, le sue montagne, i laghi, amo soffermarmi nella natura. Mi piace leggere, poi seguo dei corsi di marketing, per avere una formazione non solo pallavolistica, ma anche tecnica per quello che saràil mio futuro.

SG: Una mia grande passione è viaggiare e, anche se ho poco tempo per farlo, appena ho una settimana libera cerco sempre di girare, di vedere il più possibile. Mi piace molto One Piece, un manga giapponese, e anche studiare, infatti frequento l’università. Amo leggere e imparare cose nuove.

Il viaggio più bello che avete fatto?
FL: Per lo più i miei viaggi sono legati all’attività pallavolistica, perché non abbiamo molto tempo libero a disposizione, quindi tante volte sfrutto il fatto di essere via con la Nazionale per visitare tantissimi posti belli. Mi sono soffermato particolarmente in Giappone, in cui siamo stati tre volte, e abbiamo avuto l’opportunità di vedere diverse città, tra cui Tokyo e Osaka, le più belle

SG: La seconda volta che sono andato in Giappone, non so come, le persone di lì hanno scoperto che sono appassionato di One Piece e ho ricevuto tantissimi regali su questo tema, dai pupazzi ai manga scritti in giapponese. È stato bello.

Un rito scaramantico o un oggetto che portate sempre con voi?
FL: Non sono scaramantico e non ho un rito particolare, non credo neanche nel malocchio, anzi, mi piace cambiare spesso e provare cose nuove. Un “rito” abituale, che mi carica prima di una partita, è ascoltare musica di vario genere, spaziando dal metal più pesante all’hip-hop e al rap.

SG: Sinceramente no, prima ero più scaramantico, ma col tempo ho imparato che non serve poi così tanto. Di solito, prima di una partita, ascolto musica, ma è più per trovare la concentrazione che per scaramanzia.

Il rapporto con la moda?
FL: Mi piace, la seguo, mi tengo aggiornato sulle tendenze e seguo le persone che hanno i miei stessi gusti, più sullo stile skater che snob. Vesto principalmente capi larghi, maglie e pantaloni comodi, secondo uno look da “ragazzo di strada”, underground.

SG: Mi piace la moda, cerco sempre di piacere prima di tutto a me stesso, poi anche agli altri.

Qual è il capo d’abbigliamento che più vi rappresenta?
FL
: Abitualmente indosso il classico jeans a vita bassa e magliette larghe e lunghe, in stile americano. Mi piacciono anche i cappelli, nell’ultimo periodo sto indossando una linea, ninesquared, (www.ninesquared.it; instagram.com/ninesquared) che stanno creando dei ragazzi pallavolisti e che vuole cambiare il concetto della pallavolo, renderlo un po’ più figo e meno vecchio. Stanno lanciando dei prodotti veramente di qualità e belli, proprio sull’impronta di uno stile americano, simili a quelli della Nike, che indosso spesso. Anche altri due miei compagni, Luca Vettori e Matteo Piano, con Brododibecchi hanno creato dei bei capi, con una storia dietro, con passione e con l’intento di aiutare.

SG: Mi piace molto indossare i maglioncini.

Un sogno nel cassetto?
FL: Aprire un chiringuito, un baretto, davanti a una spiaggia in Spagna e vivere di passione, di sole e di mare, di quello che mi è mancato e mi manca, in questa vita dove non ho molto tempo libero o vacanze. Il mio sogno è di realizzarmi in questo modo.

SG: I sogni sono tanti, come è giusto che sia, ma preferisco tenerli per me e sperare che un giorno si realizzino.

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