Karl Lagerfeld al Met di New York, nonostante tutto

Quando Karl Lagerfeld è venuto a mancare nel 2019, insieme al suo corpo sono scomparse la creatività e il genio che lo distinguevano da anni, nonostante l’età. Karl ha raccontato storie incredibili e meravigliose, ci ha lasciato frasi celebri, ha tentato anche la strada della fotografia e di altre arti, come tanti suoi colleghi.
Come per tutti i grandi del suo tempo, è difficile immaginarne un degno sostituto, un erede che ne prenda il posto. E difficile sarà per chi verrà dopo, come del resto lo è per la sua criticatissima ex assistente Virginie Viard, che si è trovata con in mano un brand immenso come Chanel, da gestire e tenere sulla cresta dell’onda.

Met Gala 2023: l’omaggio a Karl Lagerfeld

Cosa devono aver pensato il Metropolitan Museum of Art e Anna Wintour, nel dedicare la mostra di quest’anno del celebre museo newyorchese al geniale stilista? La domanda che un curatore si dovrebbe porre, infatti, è cosa esporre e perché, da dove partire, soprattutto quando si parla di un designer che ha attraversato decenni e marchi così diversi tra loro.
I curatori sono partiti dal disegno, grande passione del kaiser della moda, com’era soprannominato, nata dopo che la madre, togliendogli la “rumorosa” musica, gli suggerisce una passione più “silenziosa”. Dal disegno nasce tutto, ed è appunto da questa “line of beauty” che origina la meritata retrospettiva del Met, al centro del gala del “first Monday of May”. Il tappeto rosso sarà tutto in onore suo e delle 150 creazioni che animeranno la mostra di primavera dal titolo Karl Lagerfeld: A line of Beauty

Andrew Bolton, curatore del museo, aveva proposto l’idea già nel 2019, poco dopo la morte dello stilista tedesco, ed è stato fermato poi dalla pandemia, per riproporla nella primavera di quest’anno.
A dire la verità, Lagerfeld non era favorevole all’idea che la moda fosse esposta nei musei, come dice infatti lo stesso Bolton:“Karl non si stancava mai di ripetermi che la moda non è cosa da museo. Quando abbiamo lavorato insieme alla mostra di Chanel, si è dimostrato incredibilmente generoso nel prestarci vari pezzi originali, ma non era affatto interessato alla mostra in sé”.

Karl Lagerfeld sketches
Un bozzetto realizzato per Chanel nel 2019 (ph. Metropolitan Museum of Art)

In mostra il lavoro di un genio assoluto della moda

Balmain, Patou, Chloé, Fendi, Chanel e il marchio che porta il suo nome daranno il loro contributo, aprendo gli archivi per permettere di esporre momenti di storia del designer, ricreando un mondo di creatività e gusto ineguagliabili.
Immaginiamo già scorrere sotto i nostri occhi abiti e bozzetti, con i video di Loïc Prigent, celebre per il suo documentario sulla maison parigina del 2005. Guardiamo materializzarsi davanti al nostro sguardo preziosi abiti ricamati, disegnati da uno dei più grandi geni del nostro tempo. 

E se Lagerfeld sosteneva che “la moda va consumata subito. Il meglio che possa accadere ad un abito è di essere indossato, non di essere esposto in un museo”, vedremo come il Metropolitan Museum riuscirà a conciliare questa sua celebre frase con l’idea stessa di esposizione. A differenza di tanti altri, il direttore creativo di Chanel, infatti, non si sentiva un artista, l’arte era secondo lui ben lontana dalla moda e viceversa, si definiva piuttosto un artigiano. Considerava il fashion un lavoro manuale, una creazione più simile al forgiare un manufatto che al realizzare un artwork.

Com’è possibile conciliare questa sua visione con una retrospettiva museale? Siamo certi che Bolton si sia posto il problema e lo avrà affrontato in maniera egregia, facendo di questa esposizione un progetto a cui lo stesso Kaiser si sarebbe appassionato. Non resta che aspettare il 5 maggio per l’apertura della mostra.

Karl Lagerfeld: A Line of Beauty (ph. Metropolitan Museum of Art)

Nell’immagine in apertura, la locandina della mostra Karl Lagerfeld: A Line of Beauty (ph. Metropolitan Museum of Art)

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