Liliana Cavani riceve il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia 2023

È stata l’attrice Charlotte Rampling, protagonista del film Portiere di notte, ad accompagnare la regista Liliana Cavani a ricevere, a 90 anni, il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia 2023, l’edizione numero 80 della Mostra d’arte cinematografica organizzata dalla Biennale.
«Sono la prima persona donna a ricevere questo premio – ha dichiarato la Cavani- e trovo che non sia giusto. Ci sono donne, sceneggiatrici, registe che lavorano bene al pari degli uomini e dobbiamo dargli la possibilità di essere viste. Il festival dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film. Io sono la prima donna a ricevere il Leone alla carriera. Serve equilibrio in questo senso e mi auguro che questo inizio abbia un seguito»,
Liliana Cavani, è a Venezia 80 anche per presentare il suo film fuori concorso L’ordine del tempo, in sala dal 30 agosto.

Il film L'ordine del tempo
Il film L’ordine del tempo

«Il cinema si fa con gli attori. Scegliere gli attori giusti vuol dire essere già a metà strada del film. Perché il film lo fanno loro. Il regista sta dietro, dà le direttive, però se c’è l’attore davvero giusto, allora c’è un film».


Nel cast: Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo e Angela Molina. Il film è prodotto da Indiana Production, Vision Distribution, Sky e Rai Cinema.
«Quando io e Paolo Costella leggemmo il libro di Carlo Rovelli intitolato L’Ordine del Tempo – racconta Liliana Cavani – abbiamo deciso di scriverne una versione cinematografica. Quando sono così affascinata dalla lettura da sentire nascere emozioni, voglio trasmetterle al mio pubblico, e di solito decido di farci un film. Paolo e io ci siamo immersi in parole emozionanti come: “Tutta la nostra fisica, e la scienza in generale, riguarda il modo in cui le cose si sviluppano ‘secondo l’ordine del tempo’”».
«Ho avuto la fortuna di trovare grandi attori che si unissero a me in questa avventura: artisti che possono offrire un’ interpretazione autentica della vasta gamma di emozioni che questa storia ha richiesto, trovando un personale modo per esprimere paura, nostalgia, stupore, incertezza, speranza. Perché il cinema si fa con gli attori. Scegliere gli attori giusti vuol dire essere già a metà strada del film. Perché il film lo fanno loro. Il regista sta dietro, dà le direttive, però se c’è l’attore davvero giusto, allora c’è un film».

Il cast del film L'ordine del tempo insieme alla regista Liliana Cavani all'80esima edizione del festival del cinema di Venezia
Il cast del film L’ordine del tempo insieme alla regista Liliana Cavani all’80esima edizione del Festival del cinema di Venezia

Al Festival del cinema di Venezia 2023 Liliana Cavani racconta il suo film L’ordine del tempo

«La prima volta che venni a Venezia fu con Philippe Pétain: processo a Vichy, un documentario fatto con pochissimo materiale cinematografico. C’era stato il processo e avevo molto materiale fotografico, per il quale ho dovuto inventarmi una sorta di montaggio. Avevo anche intervistato un generale di quasi novantotto anni, a Parigi, quasi seduta sulle sue ginocchia perché era sordo.
Erano le prime produzioni televisive dove si parlava della Seconda Guerra Mondiale. Da lì, sono poi finita a girare quattro ore sul Terzo Reich, tre ore sull’eredità di Stalin. Conoscevo la guerra del Peloponneso meglio della Seconda Guerra Mondiale, perché, per quanto assurdo, a scuola succede così. Per me fu una rivelazione che ci fossero ancora dei nazisti in giro. Fu un’esperienza formativa per me e che influenzò il cinema che feci subito dopo. Iniziai con un Francesco d’Assisi con quattro soldi. Avevo trovato per caso un vecchio libro su una bancarella. Nella mia vita il caso a volte l’ho incrociato. Vengo da una famiglia atea: conoscevo Francesco per la letteratura, per il suo Cantico, per la descrizione che ne fa Dante nella Commedia. Prima di quel film, però, c’erano state le ore di immagini riprese durante guerra: tanto materiale girato con piccole cineprese…per questo i negazionisti sono assurdi, perché è tutto filmato. Venivo quindi da una grande lezione di storia, con milioni di morti nei campi di sterminio: un passaggio del quale il mio cinema credo abbia risentito».

Il film L'ordine del tempo
Il film L’ordine del tempo

«Noi abbiamo paura del tempo futuro e ci dimentichiamo di quello passato. Eppure noi siamo perseguitati dal tempo. Questa è stata un’occasione per parlare del tempo».


A proposito del film presentato fuori concorso a Venezia, L’ordine del tempo, Liliana Cavani racconta: «Questo film è nato da un libro di Rovelli, che veniva a casa mia per spiegarlo a me e al mio cosceneggiatore, visto che i suoi libri parlano di fisica. Noi ci guardavamo e ci dicevamo: tu hai capito? Non capivamo tutto, però abbiamo avuto la possibilità di riflettere sul tempo. Noi abbiamo paura del tempo futuro e ci dimentichiamo di quello passato. Eppure noi siamo perseguitati dal tempo.
Questa è stata un’occasione per parlare del tempo.
Pensando al tempo, il momento della mia vita che mi è piaciuto di meno, è stato vedere l’apertura dei lager. È il ricordo peggiore di tutto quello che ho visto. Quando sento parlare i negazionisti, credo si dovrebbero legare a una poltrona e far vedere loro i fatti. Si fa poca storia. Oggi pensiamo che in passato fossero incivili, invece le guerre sono diventate sempre più criminali. C’è stato un crescendo, ma a scuola non lo raccontano.
Oggi sono felice di essere qui con il mio produttore perché ha deciso di fare questo film. I produttori dovrebbero osare e fare cose che non si erano fatte prima».

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata