Si è tenuta lo scorso 7 dicembre, a Londra, la cerimonia di premiazione dei World’s 50 Best Bars 2021. Tornata a svolgersi in presenza dopo l’evento esclusivamente digitale dell’anno scorso, la 13esima edizione della kermesse (che classifica e premia i migliori cocktail bar del mondo, votati da una giuria composta da oltre 600 addetti ai lavori tra giornalisti, bartender e figure di spicco dell’industria del food and beverage) è stata particolarmente significativa, in quanto giunta al termine di un periodo a dir poco critico per il mondo della ristorazione e dell’ospitalità in generale, tra chiusure a singhiozzo, limitazioni ai viaggi internazionali e un drastico calo della clientela, internazionale e non solo.
Il Content Editor di The World’s 50 Best Bars, Mark Sansom, ha tenuto perciò a sottolineare la «resilienza e il senso di comunione» dimostrato dai locali, mentre Elisa Gregori, International Business Unit Director di Perrier – principale sponsor della manifestazione – ha posto l’accento sul fatto che il settore «ha mostrato un’incredibile capacità di recupero e ha imparato ad adattarsi alle restrizioni locali».
L’Italia ha difeso egregiamente la propria illustre tradizione in materia di drink d’autore e mixology, piazzandosi dopo Singapore, Cina (la città-stato asiatica e l’ex celeste impero vantano entrambi ben sei indirizzi nell’elenco), Usa, Australia, Messico (quattro ciascuno) e Spagna (prima nazione per quanto riguarda l’Europa con quattro venue, tra cui la terza classificata, il Paradiso di Barcellona) grazie ai suoi tre cocktail bar, stesso numero del Regno Unito, vero trionfatore di quest’anno con il londinese Connaught Bar che bissa il primo posto del 2020, aggiudicandosi pure il titolo di miglior bar del vecchio continente, e il Tayēr + Elementary, anch’esso a Londra, in seconda posizione.
Si tratta, nello specifico, del Drink Kong di Roma (creatura del re dei barman capitolini Patrick Pistolesi, dall’atmosfera a metà tra sci-fi anni ‘80 e un raffinato nightclub, con illuminazione che più soffusa non si può, tubi al neon e l’appeal orientaleggiante della Japanese room), del milanese 1930 (speakeasy del duo Flavio Angiolillo-Marco Russo, ispirato in tutto e per tutto ai ritrovi clandestini in cui, negli Stati Uniti, ci si riuniva per bere ai tempi del proibizionismo, tanto che l’indirizzo è segreto, celato da un portone anonimo, e per trovarlo bisogna fare affidamento solo sul passaparola degli “iniziati”) e del Camparino, storica insegna del salotto buono di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II; se il primo è balzato dal 45esimo posto del 2020 all’attuale 19esimo, il secondo ha guadagnato rispetto all’anno passato cinque posizioni ed è ora 20esimo, mentre il terzo, new entry nell’elenco, risulta 27esimo.
Drink Kong, 1930, Camparino in Galleria
In realtà troviamo un po’ di Belpaese anche sulla cima del podio, visto che il team del Connaught, bar dell’omonimo hotel cinque stelle lusso di Mayfair, è guidato da Agostino Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia, rispettivamente Director of Mixology, Head Mixologist e Bar Manager, artefici di un successo che ha il suo fiore all’occhiello nella rivisitazione in chiave moderna del classico Martini cocktail, preparato da esperti bartender servendosi di un carrello che si sposta di tavolo in tavolo.
Riconoscimenti ad hoc sono poi andati, tra gli altri, all’Attaboy di New York, vincitore del Rémy Martin Legend of The List (premio speciale che si può ottenere una sola volta, assegnato al locale che ha evidenziato maggiore costanza nelle “performance” nell’arco delle 13 edizioni del World’s 50 Best Bars), al Presidente di Buenos Aires (Nikka Highest Climber), al Re di Sydney (Ketel One Sustainable Bar Award), al Lab 22 di Cardiff (Siete Misterios Best Cocktail Menu) e all’Hanky Panky di Città del Messico, cui l’esordio nel ranking alla 12esima posizione è valso il Disaronno Highest New Entry.
Di seguito la classifica completa, che compone una sorta di mappa ideale dell’arte del bere bene.
- Connaught Bar – Londra
- Tayēr + Elementary – Londra
- Paradiso – Barcellona
- The Clumsies – Atene
- Florería Atlántico – Buenos Aires
- Licorería Limantour – Città del Messico
- Coa – Hong Kong
- El Copitas – San Pietroburgo
- Jigger & Pony – Singapore
- Katana Kitten – New York
- Two Schmucks – Barcellona
- Hanky Panky – Città del Messico
- Insider Bar – Mosca
- Baba au Rum – Atene
- Manhattan – Singapore
- Atlas – Singapore
- Zuma – Dubai
- The SG Club – Tokyo
- Drink Kong – Roma
- 1930 – Milano
- Presidente – Buenos Aires
- Maybe Sammy – Sydney
- Cantina OK! – Sydney
- Salmon Guru – Madrid
- Handshake Speakeasy – Città del Messico
- No Sleep Club – Singapore
- Camparino in Galleria – Milano
- Café La Trova – Miami
- Little Red Door – Parigi
- Dante – New York
- Kwānt – Londra
- Bar Benfiddich – Tokyo
- Tres Monos – Buenos Aires
- Attaboy – New York
- Lucy’s Flower Shop – Stoccolma
- MO Bar – Singapore
- Sips – Barcellona
- Baltra Bar – Città del Messico
- Sober Company – Shanghai
- Tjoget – Stoccolma
- Epic – Shanghai
- Charles H – Seul
- Tippling Club – Singapore
- Above Board – Melbourne
- Galaxy Bar – Dubai
- Re – Sydney
- Sidecar – Nuova Delhi
- Union Trading Company – Shanghai
- DarkSide – Hong Kong
- Quinary – Hong Kong
Nell’immagine in apertura, il team del Connaught Bar di Londra, miglior cocktail bar al mondo secondo il World’s 50 Best Bars
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