Il meglio della Milano Fashion Week donna P/E 2023

A distanza di qualche giorno dalla conclusione della fashion week women’s primavera/estate 2023, si possono tirare le somme di una tornata dai ritmi serrati, distribuita su sei giornate animate, complessivamente, da 210 appuntamenti tra passerelle (nella stragrande maggioranza dei casi, 61 su 68, fisiche), presentazioni (130) ed eventi vari. Trattandosi della settimana della moda femminile, il focus era sul womenswear della prossima stagione calda, non sono però mancate collezioni co-ed e altre che hanno scansato abilmente la canonica suddivisione per genere dell’abbigliamento, percepita sempre più, specie dall’agguerrita generazione dei nativi digitali o Z che dir si voglia, come un vetusto retaggio del passato, asfittico e limitante. Vediamole nel dettaglio.

Il dress to impress secondo Collini Milano

Lo street show organizzato da Collini Milano per la P/E 2023 (courtesy of Collini Milano)

Indicativa della volontà di diluire le differenze tra prêt-à-porter uomo e donna è, per cominciare, la proposta P/E 2023 di Collini Milano, in cui lei e lui si scambiano volentieri i pezzi forti dei rispettivi armadi, in un assemblage a tutto lucore di eccessi rococò da Marie Antoinette del XXI secolo, tropi glam rock e vitalità cromatica.

La donna del brand porta completi con giacche tagliate a mantella, jumpsuit, liquidi abiti drapée, crop top e minigonne XXS su plateau stratosferici, l’uomo si diletta ad appaiare tessuti brillanti e opachi, grammature impalpabili e corpose, pizzo e animalier, anfibi glitterati e nappa, entrambi prediligono spalmature dorate, giochi di vedo-non vedo, pants dall’appiombo morbido, jacquard dai motivi fiorati, il tutto intervallando i colori forti con quelli zuccherosi, che sembrano usciti da una vetrina di Ladurée (rosa in tutte le varietà, giallo candy, verde menta, acquamarina…). Outfit perfetti per party notturni sfrenati, in cui la filosofia del dress to impress diventa uno scudo dai tempi grami che viviamo.

Outfit della collezione Collini Milano P/E 2023 (ph. courtesy of Collini Milano)

La “complessa semplicità” di Aspesi

Da Aspesi, label ascrivibile alla categoria del casual compito, ben fatto, l’approccio alla questione è altrettanto sottile: nello showroom di corso Venezia vengono presentate le novità della P/E femminile, rimodulazioni di capi archetipici («complessamente semplici» recita, con un ossimoro azzeccato, il comunicato stampa) quali set coordinati camicia-pantaloncini, golf, blazer, impermeabili e così via, che però funzionano egregiamente anche sugli uomini, come testimoniano i modelli che si aggirano nella sala in mise speculari a quelle delle colleghe, concedendosi guizzi misurati, ora il pijama a bolli sotto il completo, ora la tuta da lavoro indossata a metà col gessato; è sempre il marchio a dichiarare di voler «fluidificare l’atto del vestirsi», creando pertanto, coi suoi essentials, «un’uniforme contraria all’uniformità».

Il genderless di Ssheena, la maglieria edgy della capsule collection di Domenico Formichetti per Avril 8790

Apertamente genderless, invece, la collezione Ssheena (“ambiguo per scelta” è, d’altronde, il motto dell’etichetta). Sabrina Mandelli guarda alla danza soave di Isadora Duncan (che faceva della fluidità un valore assoluto, nei movimenti come nella struttura dei costumi, semplici tuniche in luogo dei costumi arzigogolati in voga all’epoca) per concepire abiti dal retrogusto biker, tra giubbotti di pelle, lunghe cinghie penzoloni, occhielli e metallerie, che abbracciano dolcemente la silhouette, con alcuni capisaldi condivisi per i look di modelle e modelli, vale a dire addome scoperto, effetti see-through, spacchi, volumi illiquiditi.

Ssheena brand Sabrina Mandelli
La collezione Ssheena P/E 2023


Elementi in comune tra menswear e womenswear anche da Avril 8790, che presenta con un evento pop-up da Antonioli Inner la capsule autunno/inverno 2022-23, frutto della collaborazione con Domenico Formichetti, nome caldo della scena street milanese; il creativo chiazza pull in filati blasonati (dal cachemire alla lana vergine, al mohair) di maculati al neon, oppure li fa attraversare da rombi over, trame ondose e righe multicolor, spingendo sul carattere unconventional della maglieria del brand.

Husky omaggia la monarchia inglese

Non manca, nel proliferio di show e presentazioni meneghine, l’omaggio a The Queen e al nuovo re inglese; a firmarlo è Husky, produttore di outerwear tra i più rappresentativi del british style, oggi di proprietà dell’imprenditrice Alessandra Moschillo. I volti di Elisabetta II e Carlo III compaiono, in rilievo sulla Union Jack aerografata, sul retro di un modello limited edition dell’iconico giaccone trapuntato, apprezzato – e indossato, tra gli altri, proprio dai membri della monarchia britannica. Inventata nel 1965 dall’aviatore Steve Gulyas con sua moglie Edna, la hacking jacket costituisce tuttora il perno dell’offerta del marchio, che continua a rivisitarla e, in questa stagione, le fa assumere le fogge più diverse, dal bomber al trench, dalla sahariana al blouson chiuso da zip, oppure ne sparge qua e là gli elementi identificativi, dalla trapuntatura usata come decorazione alla lunghezza 3/4 elevata a standard.

Il prêt-à-porter metamorfico di Lara Chamandi

Tra le new entry nel calendario di Camera Nazionale della Moda Lara Chamandi, griffe giovanissima (è nata l’anno scorso) che, per la collezione zero, s’ispira al mito immortale di Amore e Psiche, traducendolo metaforicamente nella trasformazione del baco in farfalla; alludono proprio alla fragilità dell’insetto durante il processo di metamorfosi, alla potenza creatrice della natura, che può apparire a volte imperfetta o misteriosa, le lavorazioni degli ensemble, incorniciati dall’installazione site-specific dell’artista Francesca Pasquali, strati su strati di carta dispiegati negli ambienti della boutique Daad Dantone, in via Santo Spirito; hanno un che di non finito, di mutevole, restituito da slabbrature, candidi crochet, drappeggi avvolgenti, contrasti sia materici che estetici (ad esempio tra ampio e stretto, tessuti leggiadri e croccanti, cromie soffuse e cariche), per abiti talismano che ogni cliente può interpretare in totale libertà, lasciandosi contagiare dalla loro energia.

Fashion4Ukraine, Pineider supporta l’artigianato ucraino

Fashion 4 Ukraine Pineider
La collezione Fashion4Ukraine, presentata nella boutique Pineider di Milano

Lodevole, in tutti i sensi, l’iniziativa organizzata da Pineider, che nello store monomarca di via Manzoni (autentico tempio della scrittura, dove oltre alla gamma di stilografiche, carte da lettera, biglietti intestati, pelletteria e altri articoli di lusso del marchio, trovano posto, custoditi sotto teca come in una Wunderkammer, i memorabilia di una realtà d’eccellenza della manifattura toscana, che in due secoli e mezzo di storia ha ammaliato capi di stato, aristocratici, letterati e star del cinema, da Dickens a Elizabeth Taylor) offre un sostegno concreto agli artigiani ucraini, promuovendone l’operato nel momento in cui, inevitabilmente, rischia di venire offuscato dalle notizie di guerra che giungono da Est.

Viene infatti presentata – e messa in vendita, il ricavato devoluto a Save the Children – Fashion4Ukraine, una selezione di tailleur, tubini, dress a portafoglio e altri capi dall’allure contemporanea, impreziositi da broderie di vibrante ricchezza, che la stilista Inha Maksymyuk, nativa di Černovcy, ha fatto confezionare a sarte e ricamatrici del suo paese, per promuovere l’identità e lo spirito nazionali in questi tempi difficili.

Lo show di Moncler in piazza del Duomo per i 70 anni del marchio

Con la celebrazione del settantesimo anniversario di Moncler, infine, si entra nel campo dell’intrattenimento puro: 1952 talenti (numero che corrisponde all’anno di nascita dell’etichetta francese), nello specifico 700 ballerini, 200 musicisti, 100 coristi, 952 modelli, tutti vestiti con un’edizione speciale color panna del piumino bestseller Maya, invadono piazza del Duomo, formando una marea nivea che si muove all’unisono, diretta dal coreografo Sadeck Waff. Il colpo d’occhio è impressionante, aumenta la spettacolarità di una performance corale che, in una piovosa serata settembrina, richiama decine di migliaia di persone, regalando nuovi significati allo storico claim di un’azienda guidata costantemente dal desiderio di “ricercare lo straordinario”.

Moncler 70 anni

Nell’immagine in apertura, la performance organizzata da Moncler in piazza del Duomo per i 70 anni del brand (ph. courtesy of Moncler)

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