Recap della Milano Fashion Week Uomo: Gucci, Dsquared2, MSGM e Dolce&Gabbana

Les jeux sont faits: la quattro giorni della Milano Fashion Week Men’s ha chiuso i battenti per passare il testimone ai cugini francesi, ma non senza prima dire la sua sulla moda uomo per l’Autunno Inverno 2024 2025. Nonostante ci sia chi sostenga che la settimana dedicata alla moda maschile stia pian piano implodendo, i brand del lusso hanno portato avanti con maestria la missione avviata dal Pitti Uomo 105, di definire le tendenze del menswear per la prossima stagione fredda. Da Gucci e Dsquared2, passando per MSGM, Dolce & Gabbana e Fendi, fino a Prada e Zegna, i grandi marchi del fashion, in questo (freddo) gennaio 2024 hanno proposto la loro visione per lui e non solo; molte infatti sono state le sfilate co-ed in cui i due generi coesistono in un unico show. Uno dei grandi temi della Settimana della moda uomo ha a che fare in effetti un po’ con questo: il genderless come valore assoluto che parte fin dall’idea del capo. L’abito o l’accessorio per lui (o per lei) progettato al di là del genere, in una concezione ampia di commutabilità del guardaroba. Questo è evidente in Dsquared2, dove addirittura uno dei due designer è stato il grande ospite in passerella, sfilando a sorpresa in panni femminili, o in Gucci, che propone uno specchio al maschile della collezione donna presentata lo scorso settembre in occasione del debutto di Sabato De Sarno. Abbracciando questa tendenza, Zegna è andato oltre, facendo indossare nella sua Oasi del Cachemire la medesima creazione a modelli e modelle, mettendo in luce la transizione ininterrotta all’interno del guardaroba, in un concetto di fluidità estrema, dal maschile al femminile e viceversa. 

Il finale della sfilata di Dolce&Gabbana
Il finale della sfilata di Dolce&Gabbana

Il sequel impeccabile di Gucci

Lo show di debutto nel menswear di Sabato De Sarno ha aperto le danze della Milano Fashion Week. Il designer ha presentato la sua visione dell’uomo per l’Autunno Inverno 2024 2025 ripartendo là dove ci aveva lasciati lo scorso settembre. La sfilata del 12 gennaio è stata volutamente uno specchio della precedente: la location (l’ex fonderia Macchi) era sempre quella e poi, stesso layout, medesima coreografia e musica quasi identica (esplicativo il gran finale musicale con Ancora di Mina, in una versione remixata da Mark Ronson, come colonna sonora). Uniche varianti: il genere dei modelli e la stagionalità dei capi. E come logica conseguenza, gli abiti si sono adattati alle nuove silhouettes e alle temperature più basse, mantenendo una perfetta complementarietà con la collezione pour elle, in un continuo gioco di rimandi, evocazioni, citazioni. Insomma, l’attesissimo sequel – lucido e coerente – dello stesso film. La storia è De Sarno a raccontarcela nel suo Manifesto, Gucci Ancora: «È una storia che nasce dalla gioia di vivere. Dalla passione e dall’umanità, dalle persone e dalla vita reale, da un fascino irriverente, dalla provocazione e dalla sicurezza di sé, dalla semplicità, dalle sensazioni repentine e dalle emozioni. Da una forma d’arte precisa, fatta di parole – parole nelle opere, parole nelle foto, parole negli spazi, solo parole. È una storia di ricchezza e di desiderio».

Gucci
Milano Fashion Week Uomo
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Protagonisti assoluti della collezione proposta dal designer, i capisaldi del guardaroba maschile: il cappotto sartoriale in primis, per il quale lui stesso dichiara un amore viscerale, e che diventa qui fluido grazie ai profondissimi spacchi sul retro, che amplificano il movimento, la camicia e il mocassino in formato brothel creepers. La palette abbraccia le tonalità classiche del nero, del bianco e del beige con lampi di blu, verde e rosso ciliegia, nuance ormai iconica: «È una storia di ricchezza e di desiderio. Di rosso, ma anche di blu e di verde. Di flash e di spontaneità, di una festa alle prime luci del mattino». L’effetto è minimal, essenziale, sobrio, pur senza rinunciare a qualche vezzo come la sciarpa di seta al collo, i cristalli abilmente disseminati su colletti e gilet e i metallici collier: «È una storia di oggetti – lucenti, freddi al tatto ma caldi nell’anima e nel cuore. Oggetti attraenti e da collezionare, non per un museo, per essere indossati nella vita di tutti i giorni».

Gucci
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Il gioco dei doppi di DSQUARED2

Ultimo appuntamento del primo giorno della Settimana della moda uomo milanese, Dean e Dan Caten, per la sfilata della collezione co-ed per l’Autunno Inverno 2024 2025 hanno proposto l’idea del doppio, portando in passerella coppie di gemelli (24 per l’esattezza tra maschi e femmine). E chi meglio di loro poteva proporre una riflessione sulla rappresentazione simmetrica della stessa realtà? In una modalità autobiografica, il duo di designer canadesi ha offerto infatti, giocando sul concetto del duplice, della diversità nell’uguaglianza, dell’affermazione prepotente della propria unicità, uno spettacolo divertente e provocante Caten-style. E dunque, va in scena un cast composto da coppie di twins che simulano una magia: uno dei due in look da giorno entra in una sorta di extreme makeover machine e ne esce con outfit da sera, generando un effetto wow in cui emerge con evidenza il divario tra ruvido e raffinato. Una vera e propria metamorfosi che mette in mostra i due stili che caratterizzano Dsquared2, esplorando così la poliedricità della maison.

Per il giorno domina il denim passe-partout, elaboratissimo e dove nulla è lasciato al caso (il jeans è macchiato ad arte di fango e neve), le camicie a quadri legate in vita e le felpe con strappi e catene in un mix sovrapposto di volumi ampi e linee aderenti. I tagli sartoriali si impongono invece sui look by night, sensuali e lucenti, impreziositi da luminose paillettes, preziosi velluti, pietre colorate e pelle lucida. Borse e calzature evidenziano ancor più il gioco antitetico: bag in suede consumato e borse Gothic Belt Bags in jacquard fanno da contraltare alle pochette D2 per entrambi i sessi, in raso e pelle stampata in pitone. Sneakers, anfibi e Sasquatch ai piedi, si contrappongono a stivali con tacco per lui e a décolleté con cinturino alla caviglia e tacco alto per lei. Uno show in cui provocazione e sperimentazione tengono banco rivela un finale del tutto a sorpresa che vede i due stilisti diventare protagonisti loro stessi dello show. Uno di loro sfila in passerella in tailored trousers e camicia semi trasparente tempestata di lucentissimi cristalli; superata la macchina della trasformazione, ne esce l’altro in versione sbalorditiva: sulle note di Freedom di George Michael, il fratello appare nei panni di una sexy drag queen in abito nero bustier e chioma rosso fiammante. Non solo quindi, una riflessione gioiosa sulla diversità e l’unicità di ognuno ma anche sul dualismo maschio/femmina che convive in ognuno di noi. 

Milano Fashion Week Uomo
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La velocità di MSGM

In un’epoca in cui la vita frenetica (che colpisce in particolari gli abitanti delle grandi metropoli) non lascia più spazio alla riflessione, al raccoglimento, alla meditazione intesa come rielaborazione del vissuto quotidiano, Massimo Giorgetti, per la sfilata della collezione uomo MSGM per la prossima stagione fredda, apre uno scorcio sul concetto di velocità (chè è ormai un’iper-velocità). Punto di partenza della sua riflessione è la città di Milano. Location prescelta per dare forma al suo pensiero, a un livello profondo, altresì sotterraneo, in tutti i sensi, è la fermata della metropolitana milanese Porta Venezia, già nota come rainbow station della città meneghina. Centro dinamico della metropoli lombarda, è il vero cuore pulsante e luogo di passaggio spesso frenetico dei milanesi che qui sono nati o che per lavoro ci sono arrivati.

Milano Fashion Week Uomo
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La collezione presentata in occasione del défilé Autunno Inverno 2024 2025 è il risultato di una collaborazione tra lo stilista e la Fondazione Franco Albini, nell’intento di celebrare il genio dell’architetto e progettista milanese che ideò la segnaletica e l’allestimento della linea M1 – meglio conosciuta dai milanesi come “la rossa” – nei primi anni ‘60. Nella pratica, il richiamo al lavoro di Albini si traduce nei corrimani tubolari, simbolo della metro, che assumono qui le sembianze di spille e intarsi sui capispalla. Come se non bastasse, Giorgetti parte per le stampe della collezione da immagini scattate utilizzando le funzionalità di Google Pixel 8, l’applicazione dotata di fotocamera basata sull’intelligenza artificiale. In questo modo, MSGM propone pattern unici, nati catturando immagini nella metro milanese che si impongono sulle polo. I capispalla sono over, cascate di cristalli si riversano su pull e shorts che si alternano a completi sartoriali in lana. Questo dialogo tra Google e la casa di moda è solo il primo di un percorso a tappe che si snoderà nei prossimi mesi. Infine Giorgetti, per non farsi mancare nulla, con la collezione Autunno Inverno svela anche una partnership con l’artista portoghese Tiago Alexandre, che si focalizza sulla velocità, qui sotto forma di motociclette i cui caschi sono protagonisti in stampe e dettagli. Lo show di MSGM vuole porsi dunque come un vero e proprio invito a rallentare: «Tutto in questa collezione è legato alla velocità, tutto va veloce; il tempo va più veloce di una moto? Una metropolitana? Della tecnologia? Potrebbe essere che questo sia ciò che chiamiamo crescere, invecchiare, vivere? Raggiungeremo mai veramente la maturità? Dobbiamo davvero andare così in fretta?».

Dolce&Gabbana e il ritorno all’eccellenza

Una prova di abilità sartoriale, un ritorno alle origini, alla tradizione, al savoir-faire, una lezione di stile o ancora un tentativo perfettamente riuscito di emancipazione dal superfluo per tendere all’essenziale. Sleek racconta, attraverso 62 look calibratissimi, che celebrano la sartoria di alta qualità, la storia tutta italiana raccontata da Dolce&Gabbana nella sfilata della loro collezione Autunno Inverno 2024 2025. Un tentativo, abilmente riuscito, di riportare la moda al centro della scena, quello messo in atto dalla coppia di designer già da qualche stagione, ma che qui raggiunge l’apoteosi in una dimostrazione di stile lucida e centrata, di eleganza e artigianalità made in Italy. Ben consapevoli del cambiamento in atto che sta colpendo la società, Domenico Dolce e Stefano Gabbana decidono di andare controcorrente puntando al recupero dei valori attraverso ciò di cui tanto loro stessi, quanto il nostro paese sono custodi: la qualità espressa attraverso gli abiti. Il colore dominante è il nero che si inserisce in una palette pulita e sobria in cui ritroviamo il bianco, il grigio e il cammello, con qualche accento di denim. I tagli sono perfetti e giacche e cappotti presentano proporzioni delicate, mai abbandonate a loro stesse: tutto è studiato nei minimi dettagli in un ensembe discreto ed essenziale ma estremamente sofisticato che attinge a elementi semplici. I designer portano in passerella i capisaldi della loro cifra stilistica elevandoli a simboli di eleganza senza tempo, pur senza abbandonare qualche chicca, come le paillettes total black e l’animalier del maxi cappotto, per un insieme ricercato fatto di virtuosismi e di abilità artigianale e in cui tutto è distintamente composto e nulla risulta fuori posto. 

Milano Fashion Week Uomo
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