LE TRE SFILATE EVENTO A PITTI UOMO 105: MAGLIANO, TODD SNYDER E S.S. DALEY

Cala il sipario sull’edizione 105 di Pitti Uomo che, puntualissimo come ad ogni stagione, ha inaugurato l’anno nuovo della moda maschile – non a caso Pitti Time è il tema scelto per questo salone invernale – attraendo a Firenze migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero. Per quattro giorni gli occhi sono stati puntati sulla Fortezza da Basso, storica sede della manifestazione, che per l’occasione è diventata palcoscenico d’eccezione della moda uomo Autunno Inverno 2024 2025.
Tra grandi debutti, conferme e riconferme, presentazioni, collaborazioni inedite e tantissime novità, tre sono stati gli eventi attesissimi, in formato sfilata, che hanno tenuto banco in questa edizione: gli show dei due Guest Designer con i loro brand Magliano e S.S. Daley e poi, il défilé del Designer Showcase, Todd Snyder.

Pitti Uomo 105
Magliano Fashion Show

Todd Snyder porta in passerella savoir-faire sartoriale e funzionalità, tra USA e Italia

La sfilata del brand eponimo di Todd Snyder, Designer Showcase designato di Pitti Uomo 105, è andata in scena il primo giorno di apertura della kermesse fiorentina, nella cornice della Stazione Leopolda. Acclamato come uno dei menswear designer statunitensi più influenti della sua generazione, lo stilista ha presentato alla stampa e al pubblico della manifestazione fiorentina la nuova collezione del marchio. Lo show si è confermato l’appuntamento internazionale di moda maschile più atteso nell’ambito della manifestazione, dopo ben quattro anni di assenza dello stilista dalle passerelle e per la primissima volta al di fuori di New York.

Nativo dello Iowa e di origini olandesi (coincidenza, il suo cognome significa sarto in olandese), lo stilista porta sul catwalk il proprio stile distintivo partendo dalle fondamenta del tailoring classico e presentando la sua capsule nata dalla collaborazione con Woolrich. Un point de départ per il 54enne americano che, dopo il successo in madrepatria – dove conta una quindicina di store, di cui quattro nella Grande Mela, e che dovrebbero diventare 20 entro fine anno – si apre così anche al mercato europeo, e lo fa con il botto.
Ben 81 look sfilano in passerella, di cui 31 tratti, appunto, dalla collezione Woolrich Black Label, di cui Snyder è direttore creativo da novembre 2023. Tra questi, spicca la rivisitazione in pregiato cashmere della Buffalo check shirt e una nuova interpretazione dell’Arctic Parka, capospalla ispirato alle epiche imprese dell’ammiraglio Richard E. Byrd alla fine degli anni Trenta, in particolare durante la prima missione scientifica americana nell’Antartide.

Pitti Uomo 105
Pitti Uomo 105
Pitti Uomo 105

Dalla Leopolda si propaga la passione per la sartorialità di Todd Snyder, fatta di virtuosismi e savoir-faire artigianale, in una visione però che abbraccia anche la funzionalità. Nel suo ampio guardaroba convivono infatti con armonia outfit eleganti, caratterizzati da proporzioni ampie, e capispalla dall’anima sportiva e urban. I pantaloni, inclusi i bermuda, sono over e, nella maglieria, le fantasie, che evocano atmosfere nordiche, ben si conciliano con le fibre di qualità utilizzate. Il designer infatti, dedica particolare attenzione alla selezione delle materie prime, molte delle quali di origine italiana. Tra Stati Uniti ed Europa, attingendo tanto dal passato, quanto dal presente, contemplando contesti metropolitani e natura, in un mix di lusso e outdoor, emerge l’interpretazione della moda uomo di Todd Snyder che attraversa confini ed epoche, creando un connubio affascinante tra l’eleganza sartoriale à la Snyder e il vibrante spirito urbano newyorkese di cui si fa portavoce.

Pitti Uomo 105
Pitti Uomo 105
Pitti Uomo 105
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Pitti Uomo 105
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Luca Magliano fa sfilare la sua ‘Nostalgia’ al Pitti Uomo 105

Guest designer di Pitti Immagine Uomo 105, la sfilata del brand dello stilista di origini bolognesi, che ha avuto luogo il secondo giorno della manifestazione, è stato il vero evento nell’evento. Nello scenario del Nelson Mandela Forum, Luca Magliano ha fatto un salto indietro nel tempo, ripercorrendo gli esordi del suo marchio, che ha debuttato pubblicamente proprio al Pitti cinque anni or sono. Gli elementi portanti della scenografia diventano cardini attorno ai quali si snoda lo show; e dunque, la scala che unisce gli spalti del palazzetto assume un ruolo fondamentale altamente simbolico. Da qui scendono i modelli, personaggi quasi surreali, portatori sani di inclusività tipici nella poetica maglianese: loro potremmo essere noi. A passo lento procedono dall’alto verso il basso, per poi aggirarsi, talvolta noncuranti, altre volte con attitude incuriosita, tra il pubblico anestetizzato dalle note dei brani dell’artista inglese Okhy che riecheggiano nel buio della sala.

La collezione presentata è imprecisa, scomposta, indefinita e a tratti indecifrabile: un insieme rough di normalità sovrapposta, capisaldi stilistici e dettagli innovativi. First of all lo stilista classe ‘87 propone il classico secondo Magliano. Da una parte, due completi cuciti a mano realizzati in collaborazione con Kiton fanno un inchino alla sartoria napoletana e al savoir faire di cui l’Italia è ancora depositaria. Dall’altra, i blazer gessati, che quasi indomabili si sciolgono nelle loro parti di melton per aggrapparsi attorno al collo, si portano accoppiati con scarpe armate di temibili spuntoni. Il classico poi assume le sembianze del femminile in modalità sovraestesa che vale per tutto come regola assoluta altresì reversibile (altrimenti che regola sarebbe?). Si fanno portavoce di questa formula i binder curati da Untag – e chi se non loro – azienda olandese che del top a compressione ha fatto il suo baluardo, elevandolo a rivendicazione di un diritto di autodeterminazione, e che qui diventa nuovo fondamento dell’intimo. Le forme sono over e rilassate, i capi – camicie scivolate, pull, t-shirt con slogan e gonne che non identificano più un genere secondo la distinzione maschio/femmina – sono stratificati e giustapposti.

Magliano
Magliano
Magliano
Magliano

Nelle mani, sacchetti di plastica della spesa si alternano a maxi tote lucide e borsette sfiziose; in testa, i cappelli realizzati con Borsalino (il made in Italy ritorna prepotente); ai piedi le workshoes, stravolte nel design, create in partnership con U-Power e le pantofole e i mocassini da camera frutto della collab con UGG. La palette è cupa ma la volontà è fervente. La nostalgia è il motore di tutto (è Nostalghia, il film di Andrej Tarkovskij, ad aver ispirato la collezione) che esplode ne La domenica delle salme di De André, canzone iconica che sancisce il calo di sipario. Ciò che regna su tutto è un sentimento di umana autenticità che si esemplifica negli indumenti sotto forma di abiti che sono maschili e femminili, in un continuum in cui il non binario prende il posto del passato oppressivo, nel rispetto dell’alta qualità e secondo un’estetica potente e visionaria.

Magliano
Magliano
Magliano
Magliano
Magliano
Magliano
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S.S. Daley trasforma Il Pitti in un dorm-room e celebra il college-style rivisitato

Giovedì 12 gennaio è stata la volta dell’altro Guest Designer di Pitti Uomo 105, Steven Stokey-Daley, il giovane stilista inglese diventato famoso per aver vestito nientepopodimeno che Harry Styles. Dalla cornice suggestiva di Palazzo Vecchio, il designer ha catapultato gli ospiti in un dormitorio dell’Università di Oxford. Colonne di cuscini impilati hanno invaso il Salone del Cinquecento; all’ombra del Vasari, Daley, con 30 look uomo per l’Autunno Inverno 2024 25, ha celebrato il brit style diluendolo con un tocco sperimentale ed elevandolo secondo standard qualitativi che derivano dalla maestria sartoriale italiana. La maison ha infatti trasferito gran parte della sua produzione nel Bel paese: questo è evidente nel design raffinato e nelle forme precise che si impongono sulle spalle morbide degli abiti.

S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley
S.S: Daley

Nella sua eclettica visione per la prossima stagione fredda convive un connubio di stili che ridefinisce audacemente il guardaroba maschile. Nel dorm-room immaginario sfila un menswear che strizza l’occhio al college-style fatto di uniformi e simboli identitari ma al contempo all’undressing, alla libertà e alla dissolutezza. Il frac di Oxford perde gli inseparabili trousers oppure si fonde nelle sembianze di un trench, i bottoni sono slacciati, le forme over. Spicca un raincoat giallo limone e un camicia da notte con un maxi pesce blu dipinto. I modelli sfoggiano bowling bag e indossano sciarpe formato XL al collo e stringate in pelle ai piedi. Daley porta in scena un rinnovamento del guardaroba maschile, prendendo spunto da una reinterpretazione dei formalismi britannici, pur rimanendo fedele ai suoi canoni stilistici. Non a caso, casus belli o fonte di ispirazione per la collezione del brand S.S. Daley, nato nel 2020, è il romanzo A Story of a Panic di E.M.Forster del 1911, racconto della vicenda di un gruppo di turisti inglesi in vacanza in Italia. Il libro esplora i temi della paura, dell’isolamento e della rottura dell’ordine sociale: i codici più restrittivi vengono abbandonati e, come conseguenza, anche l’abbigliamento si libera aprendosi a nuove interpretazioni.

Pitti Uomo 105
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