RECAP DELLA MILANO FASHION WEEK UOMO: PRADA, ZEGNA E FENDI

Dopo aver dato uno sguardo alle sfilate di Gucci, Dsquared2, MSGM e Dolce&Gabbana della Milano Fashion Week Men’s, è la volta di Prada, Zegna e Fendi e della loro visione dell’uomo per l’Autunno Inverno 2024 2025. Se come osservato, uno dei temi ricorrenti nella rappresentazione delle grandi maison è quello legato alla commutabilità del guardaroba (ovvero la concezione dell’abito o dell’accessorio, per lui in questo caso, progettato al di là del genere, pensato per essere versatile), tirando le fila di questa settimana della moda milanese maschile interpretata dai grandi brand del lusso, quello che ci ha paradossalmente più stupito è quanto di più ovvio dovrebbe essere. Come già visto nella collezione di Domenico Dolce e Stefano Gabbana – che forse più di tutti sono riusciti in questo esercizio stilistico – da Fendi a Prada, fino a Zegna, i designer hanno (ri)messo gli abiti al centro della scena. Che a dettare questa tendenza siano i cambiamenti culturali in atto che stanno colpendo (e trasformando) la società e che potrebbero indurre ad abbandonare il superfluo e a rivolgersi al passato e alla tradizione, alla ricerca di risposte e soluzioni, una cosa è certa: i colpi da maestro e i fuochi di artificio, le mosse di marketing e le scelte provocatorie che hanno creato un sussulto dalle passerelle delle sfilate delle scorse stagioni, hanno lasciato il posto al savoir-faire inteso come eleganza sartoriale. L’intenzione diffusa è quella di puntare sulla qualità dei capi e dei tessuti, sull’attenzione ai dettagli, sul recupero della maestria artigianale proponendo creazioni che si distinguono per tagli perfetti e proporzioni impeccabili.

Prada Fashion Show
Prada Fashion Show

Il ritorno alla natura di Prada

Per comprendere l’ultima sfilata di Miuccia Prada e Raf Simons, che ha dominato il terzo giorno della Milano Fashion Week Men’s, è necessario partire dalla scenografia, che gioca qui un ruolo chiave. Il défilé Prada si snoda in un’ambientazione che contrappone gli interni di un ufficio a un paesaggio naturale. Human Nature è, non a caso, il titolo della collezione uomo Autunno Inverno 2024 2025 che, rivelando la contraddittoria dualità tra questi due universi che coesistono, esamina le verità essenziali dell’umanità, i nostri impulsi innati e le nostre necessità emotive. Il set up mette a confronto due mondi antitetici – la natura al di sotto, separata da un vetro dal resto, e la vita quotidiana, fatta di sedie da ufficio, sopra. Questa dicotomia si ripercuote necessariamente anche nei capi presentati. Alla base di tutto, una dichiarazione semplice, che esprime un profondo e fondamentale bisogno umano di connettersi con il mondo circostante. La collezione Prada presentata durante la settimana della moda maschile affronta qualcosa di essenziale: l’istinto emotivo di mantenere legami con ciò che conosciamo, seguendo i cicli della natura. Si tratta di un mondo regolato dalle stagioni climatiche, non da una realtà artificiale. Come conseguenza, le creazioni di questa collezione incarnano l’idea dell’ambiente e delle stagioni. Si percepisce la sensazione dello spazio aperto, la presenza tangibile della natura e l’espressione immediata del desiderio di uscire e vivere appieno nel mondo. 

Caposaldo del guardaroba maschile per Prada, la cravatta, simbolo della divisa da lavoro ed elemento convenzionale e rassicurante, sovvertito però da dettagli stilistici controcorrente. L’obiettivo è di introdurre variabili che possano indurre ad entrare in contatto con ciò che è essenziale, immergendosi nella natura. Una tra tutte, la cuffia da bagno con texture che assume la forma di un berretto in lana e i sandali intrecciati in pelle (volutamente fuori stagione). Parte dell’universo tradizionale, che sancisce comunque una visione fatta di eleganza classica e altresì rassicurante (secondo una tendenza per la quale le maison pare stiano tornando a fare ciò che sanno fare meglio) sono i completi formali in tweed con enormi giacche, i cappotti sartoriali, la camicia e il trench evergreen. 

ZEGNA e le infinite possibilità e interpretazioni del cashmere

La trama della narrazione di Zegna per l’Autunno inverno 2024 2025 si svolge nll’Oasi del Cashmere, un laboratorio in cui avviene un rimodellamento della materia e una rimaterializzazione delle forme. Point de départ dunque di Alessandro Sartori, direttore artistico ZEGNA, è il cashmere, fibra prediletta durante la stagione fredda per la sua versatilità, preziosità e tracciabilità. Una montagna di cashmere in continua evoluzione domina la scenografia della location prescelta per la sfilata che chiude la Milano Fashion Week uomo, nell’area dell’ex Fiera Milano City. La collezione in passerella si presenta come un sistema aperto, fatto di elementi chiave che possono essere stratificati e combinati in molti modi, senza porre limiti alla libertà di espressione. Il dizionario di Zegna si compone di quattro vocaboli chiave – top, bottom, underpinning e accessori – che danno vita, sovrapposti e mixati, a frasi più complesse fatte di coordinate e subordinate. Nella collezione presentata a gennaio, le forme evolvono, sovrapponendosi e sviluppando elementi inediti come tasche generose e pratiche, maniche ampie, colletti, linguette, chiusure e coulisse. La polifunzionalità è ottenuta mediante una scrupolosa selezione e dettagli precisi, è dà vita a capi che offrono diverse possibilità d’uso. Tra questi: cappotti dai volumi generosi e piumini con cuciture a ultrasuoni, blazer con doppio collo e anorak senza colletto. Overshirt e giacche boxy con tasche strategicamente posizionate non suggeriscono solo funzionalità, ma anche una varietà di posture e atteggiamenti del corpo. Maglioni a coste e imbottiti sono concepiti come capispalla.

La stratificazione diviene la modalità che esprime il guardaroba maschile di Sartori e che si traduce tanto in una somma dei pezzi, quanto di colori, che a loro volta non sono monodimensionali, ma una sovrapposizione di tinte (nuance di bianco, ghiaccio, burro, accenti di asfalto, granito, nero opaco, foliage e blu inchiostro e pennellate di rosa alba si fondono in tinte monocromatiche o in vibranti miscele). Le texture aggiungono una dimensione tattile: shetland/cashmere multi mélange, beaver di puro cashmere, panno lavato, panno intarsiato, panno workwear 3D, pelle plongé doppiata di cashmere, spugna di puro cashmere, raw denim. 

«Come luogo fisico e modo di pensare, l’Oasi Zegna, il centro del nostro mondo, è un vero e proprio laboratorio: un luogo nel quale possiamo esplorare nuovi materiali, sviluppare nuove forme, ideare soluzioni di abbigliamento adatte al presente. Qui sperimentiamo con fibre e colori naturali, decodificando funzioni e ricodificando linee per creare un sistema aperto di elementi che libera l’interpretazione personale. Lo facciamo nella costante ricerca di bellezza ed eccellenza, con un impegno responsabile nei confronti dell’ambiente, seguendo un’idea sana di moda come trasformazione: di tessuti, colori, silhouette», spiega il direttore artistico di Zegna.

La libertà di espressione messa in scena da Zegna nella sua oasi è evidente anche nel cast che popola la scenografia, eterogeneo e inclusivo, che sfida età e genere, dando nuove interpretazioni a look identici ma ciascuno unico ed estremamente personale in cui sono le singole variabili a fare la differenza.

Fendi e il suo sogno country filtrato dallo spirito urban

La collezione FENDI uomo per l’Autunno Inverno 2024 2025 disegnata dal direttore artistico Silvia Venturini Fendi, prende ispirazione dal mondo dell’outdoor britannico filtrato dall’audacia urbana, esplorando la ricerca dei grandi spazi all’aperto. Grazie a un costante dialogo tra tradizione e tecnologia (da cui si innesca un tentativo di sperimentazione), nasce un guardaroba maschile che trae ispirazione dalla funzionalità e prende avvio dai grandi classici rivisitati, in cui spiccano pregiati dettagli sartoriali.

Fil rouge in passerella, giocando sulla dicotomia tra metropolitano e bucolico, lo spirito del kilt scozzese che si traduce in lunghi shorts plissettati accostati a stivali Wellington in pelle e calzini da trekking, e poi gonne plaid o classici pantaloni rivisti con pieghe lungo la gamba. Le silhouette abbondanti dei capispalla, con spalle raglan e bottoni in pelle, sono impreziosite da colli in pelle Selleria e in camoscio effetto velluto a coste. Fishermen coat tempestati di doppie effe, giacche cerate in tessuto impermeabile, sontuosi bomber e caban con dettagli e cuciture in shearling definiscono un guardaroba che fonde lusso e functional, attingendo a una palette invernale composta da testa di moro e granito, terra bruciata, carbone, e verde foresta, con lampi di blu, ciliegia, e giallo, in contrasto o tono su tono.

I materiali oltrepassano la stagionalità dei tessuti pesanti, includendo denim lavato e texture in lana mohair annodati, sfilacciati e lavorati a maglia a mo’ di pellicce frangiate. Parallelamente, pellami plissettati sono trasmutati in un incredibile trench e in una giacca bomber. Scintillanti satin e lurex poi, si riversano su evening dress su cui spiccano spille FF in cristallo disegnate da Delfina Delettrez Fendi, che fanno eco a una collezione sì, fatta di utility wear ma nella sua versione più raffinata. 

Restando in tema di accessori, oggetto del desiderio della collezione presentata alla Milano Fashion Week Men’s, lo speaker portatile FENDI x DEVIALET Mania. Testimone della ricerca di FENDI nei campi che vanno oltre la moda, esplorando le potenzialità della musica e della tecnologia, l’altoparlante luxury ideato dal team di ingegneri francesi di haute technologie della Devialet è racchiuso in un prezioso astuccio FF.

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