‘E il giardino creò l’uomo’, Casa Zegna ospita la mostra di Roberto Coda Zabetta

Ospitare e alimentare la bellezza in tutte le sue forme è sempre stata la missione di Ermenegildo Zegna e dei suoi successori. Dalla trasformazione del paesaggio che circonda l’azienda di Trivero, al programma Zegna Forest che solo negli ultimi due anni ha permesso di piantare 11.000 alberi nel santuario naturale dell’Oasi Zegna, nutrendo quel rapporto d’interscambio che esiste dalle origini tra il lanificio e il panorama circostante che alla storica azienda del biellese rende l’acqua, l’elemento primario che rende il suo cashmere unico e apprezzato dal mondo intero.

Casa Zegna mostre 2023
L’allestimento dell’exhibition di Roberto Coda Zabetta a Casa Zegna

La fragilità della natura nelle opere di Roberto Coda Zabetta

In quest’ottica di attenzione e rispettoso ascolto della natura e delle sue necessità, si colloca l’opera di Roberto Coda Zabetta (originario di Biella ma trapiantato nelle Marche), il cui titolo Frana e Fango offre uno spunto di riflessione sulla fragilità della natura e la forza incontrastabile degli eventi che si manifestano sulla Terra (come l’alluvione in quelle zone che ha avuto modo di conoscere da vicino), così come la capacità della natura di rinascere e fiorire.

Casa Zegna mostra
Roberto Coda Zabetta davanti a un suo artwork in mostra

Il titolo dell’esposizione di Roberto Coda Zabetta (visitabile fino a novembre), che porta le proprie radici e l’intima esperienza marchigiana sulle tele che vestono la sala espositiva di Fondazione Zegna, prende ispirazione dal libro E il giardino creò l’uomo di Jorn de Précy, filosofo e giardiniere appassionato, vissuto tra l’Otto e il Novecento. Nel suo libro de Précy sostiene che l’uomo, per essere giardiniere e creare un vero giardino, debba ascoltare la natura e il genius loci, intervenendo al minimo per permettere alla stessa di crescere liberamente, immaginando un habitat in cui l’uomo possa mixarsi con essa.

Casa Zegna artisti
Roberto Coda Zabetta

“Ritornando in questi luoghi ho realizzato che per quanto si possa scappare dalle proprie origini, ci si rende conto di quanto ci appartengano e di quanto noi apparteniamo ad esse”

Il metodo utilizzato da Roberto è energico ed è strettamente connesso con il fango e la frana che vive nell’esperienza dell’alluvione, da cui sono stati fagocitati i territori marchigiani e per via della quale l’elemento terra e il suo odore hanno suggestionato il suo modus operandi. È da questo elemento che prendono vita i rododendri che con i loro colori popolano l’area dell’Oasi.
Ritornando in questi luoghi ho realizzato che per quanto si possa scappare dalle proprie origini, ci si rende conto di quanto ci appartengano e di quanto noi apparteniamo ad esse“.
La terra, elemento fondamentale dell’opera di Zabetta, appartiene a questo luogo che alle sue origini era una serra, per poi diventare spazio espositivo. Ed è qui che le tele rappresentano la fioritura in forma pittorica e materica dello spazio.

Casa Zegna mostre
Opere di Coda Zabetta esposte a Casa Zegna

“La forza atavica di queste tele ci sorprende, come se la materia fosse ancora in movimento”

Ilaria Bonacossa, autrice del testo curatoriale che accompagna la mostra, afferma che “la forza atavica di queste tele ci sorprende, come se la materia fosse ancora in movimento e l’artista avesse solo fermato un moto magmatico creato da terre e pigmenti, lasciando le opere aperte a trasformarsi con il cambio di luce delle giornate come veri paesaggi naturali. I riferimenti alle terre di Burri e alle cromie della pittura rinascimentale aprono a una dimensione spirituale della pittura di cui sembriamo aver sempre più bisogno nella frenesia delle immagini in movimento”.

Casa Zegna 2023
Tele dell’artista in mostra

Una tecnica artistica che riflette le caratteristiche del paesaggio

Il gesto dell’artista è rapido e istintivo e dà vita a una serie di opere che entrano in simbiosi col paesaggio naturale circostante, esplodendo sulla tela strato dopo strato, dalle tonalità brune della terra, ai gialli del rododendro in forma di bocciolo (come nella serie dei 7), fino a quelle brillanti dei fiori nel loro massimo splendore.
Le due opere centrali rappresentano un dittico che si spalleggia invece di affiancarsi, come ci si potrebbe aspettare. È difficile pensare a una simbiosi migliore di questa rappresentazione tra il paesaggio che sta sviluppandosi in questa stagione e l’opera di Roberto che lavora a strati, proprio come la natura sboccia gradualmente. Tra uno strato e l’altro, il tempo necessario di asciugatura della materia riflette il tempo di cui la natura ha bisogno per sbocciare.
Di stratificazione in stratificazione la sfida e l’intenzione sono quelle di far emergere i colori degli strati precedenti, in un’estetica in cui i cromatismi tridimensionali riescono a far percepire la profondità dell’opera, tra le forme circolari dei petali realizzati attraverso getti di aria compressa.

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Roberto Coda Zabetta, Ilaria Bonacossa, Anna Zegna davanti a un’opera dell’artista


La tela gialla è stata realizzata attraverso la scelta dell’oro e dell’argento, insieme al giallo e gli altri colori che emergono dagli strati inferiori.

Il progetto, che vede uno sviluppo ulteriore, rappresenta un dialogo tra la terra, l’uomo e la vita nel suo continuo avanzare “in un luogo dell’anima come questo, che fa dimenticare il baccano intorno e fa tornare alla propria essenza”, racconta Zabetta.

Nell’immagine in apertura, una veduta della mostra E il giardino creò l’uomo a Casa Zegna

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