Uno scrigno di meraviglie: a Firenze riapre il Museo della Moda e del Costume

Il Museo della Moda e del Costume di Firenze riapre le porte ai visitatori. Si è finalmente concluso un ciclo triennale di lavori che ha importato all’inaugurazione delle 12 nuove sale di Palazzo Pitti. All’interno, si snoda un viaggio nella storia della moda attraverso una selezione di 50 creazioni iconiche che hanno lasciato un’impronta indelebile.

Il percorso inizia con il suggestivo ‘mantello-kimono’ creato da Mariano Fortuny per Eleonora Duse, per poi attraversare la tunica ‘flapper’ degli anni Venti di Chanel, l’incantevole abito di paillettes indossato da Franca Florio e gli audaci abiti da sera di Elsa Schiaparelli. Il lusso regale delle creazioni di Emilio Schubert, celebre sarto delle dive degli anni Cinquanta, dialoga con le stravaganze geometriche del vestito di Patty Pravo ideato da Gianni Versace nei primi Ottanta.

Gli interni del Museo della Moda e del Costume
Gli interni del Museo della Moda e del Costume

Firenze è (ancora) capitale della moda

Con questa straordinaria riapertura Firenze riesce, ben prima di Milano, a rendere operativo e fruibile un Museo della Moda, un unicum nel panorama italiano. D’altra parte, l’atto fondante della moda italiana si deve proprio all’intuizione di Giovanni Battista Giorgini, che organizza nella Sala Bianca di Palazzo Pitti il 22 luglio 1952 la prima sfilata di moda italiana, pare quindi naturale che la sua moderna rappresentazione dovesse tornare a Firenze nello stesso Palazzo che l’ha vista nascere.

Milano, che ha visto la nascita del pret-a-porter ed è diventata la città della comunicazione, deve ancora capire al di là dei particolarismi dei singoli stilisti e maison, che strada prendere, ma il percorso appare ancora molto lungo e ricco di insidie.

La storia e la collezione del Museo della Moda e del Costume

La storia del Museo della Moda a Palazzo Pitti ha radici profonde. Fu inaugurato nel 1983 come Galleria del Costume grazie all’iniziativa di Kirsten Aschengreen Piacenti. Nel corso degli anni, la collezione ha visto una crescita esponenziale grazie a donazioni significative, tra cui quelle di Tirelli, Tornabuoni-Lineapiù, Emilio Pucci e Roberta di Camerino. In anni più recenti, con la nomina di Eike Schmidt alla guida delle Gallerie degli Uffizi, il museo ha ampliato la sua prospettiva, integrando collezioni maschili e abbracciando la contemporaneità grazie a donazioni del Centro di Firenze per la Moda Italiana e Pitti Immagine.

Nell’attuale percorso espositivo, curato da Vanessa Gavioli, curatrice del Museo della Moda, emergono anche creazioni più recenti, come il vestito dalle forme essenziali di Jean Paul Gaultier, reso celebre da Madonna, e la collezione di Gianfranco Ferré per Dior negli anni Novanta, che incanta con una sofisticata allure da sogno.

Gli interni del Museo della Moda e del Costume
L’allestimento nel Museo della Moda e del Costume

La curatrice ha commentato: «Per l’esposizione permanente la scelta curatoriale si è orientata sui capi più rilevanti della collezione; questi sono stati prima restaurati e poi interpretati attraverso il complesso processo di vestizione e di mise-en-scène, nelle sale della neoclassica Palazzina della Meridiana, grazie a un gruppo di lavoro altamente qualificato. Ne è risultato un percorso da sogno dove trionfano gli abiti da sera, ma non mancano capi da giorno e accessori».

Gli interni del Museo della Moda e del Costume
Gli interni del Museo della Moda e del Costume

L’evoluzione di stile di un’epoca

Non solo abiti: nel museo va anche in scena il gusto di un’epoca nel suo evolversi, come precisa il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: «I lavori negli ambienti delicatissimi di Palazzo Pitti hanno tempi di gestazione naturalmente lunghi anche per le ricerche che precedono ogni intervento, ma i risultati sono sempre stupefacenti, come quelli che ammiriamo oggi nel Museo della Moda e del Costume. Non sono solo gli abiti ad essere presentati, ma anche le sale restaurate e con una nuova illuminazione adatte alla presentazione e alla conservazione dei tessuti.

Gli interni del Museo della Moda e del Costume
Gli interni del Museo della Moda e del Costume

Le creazioni degli stilisti appaiono così non solo come testimonianza del gusto di un’epoca che ha visto straordinari cambiamenti, o come attestazioni del genio degli stilisti, ma anche come oggetti d’arte in sé, come sculture o dipinti di stoffa, pelle, perline, fili colorati, piume.

Per il fantastico lavoro che tutti possono ammirare a partire da oggi voglio ringraziare in modo particolare tutti i componenti del gruppo di lavoro curiatoriale che nel corso degli ultimi anni hanno contribuito a creare il nuovo concetto allestitivo e a selezionare i capi della prima rotazione, gli architetti e le restauratrici che, tutti insieme hanno consentito la realizzazione del nuovo allestimento».

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