Intervista all’attrice Noemi Brando: dal liceo a Venezia a Gianna Nannini e Netflix…per caso 

Attrice veneziana, ventitré anni, Noemi Brando è nel cast di due produzioni Netflix: Supersex, ispirato alla vita di Rocco Siffredi e Sei nell’anima, il film su Gianna Nannini in uscita il 2 maggio.

Appena diplomata al liceo linguistico, Noemi lascia Venezia e si trasferisce a Milano. Vi resta due anni. Poi “ho conosciuto un amico regista che mi convince a trasferirmi a Roma: non era nei miei programmi fare cinema. Mi interessava, ma non avevo mai studiato recitazione”.

Noemi si racconta con semplicità, gentilezza, senza divismi, nella sua casa romana dove vive con il suo barboncino color champagne, l’unico autorizzato ad apparire nel suo Instagram. “Avevo appena chiuso una storia, sono uscita e mi sono regalata il cane”.  

Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Ritratto di Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

L’attrice Noemi Brando racconta del suo incontro con Gianna Nannini: «Non lo dimenticherò mai. È stata lei, Gianna, a volermi. È stato come se mi avesse riconosciuta»

Sono arrivata a Roma per caso due anni fa e ho iniziato a studiare con una coach. Poi l’anno scorso ho incontrato, per caso, Gianna Nannini. Un incontro fortunato. È stato indimenticabile. Ero sempre stata una fan di Gianna, con tanto di poster in camera. Un mio amico mi invita al concerto di Firenze e sono andata. Stavano girando le prime riprese live per il film. Mi chiamano nel backstage e c’era lei. Un’energia pazzesca.

Aspetto che finisca e la incontro. A un certo punto mi abbraccia e mi dice “Tu sei Tina! sei Tina!”. Io non capivo niente, perché non sapevo neanche del film. Gianna continua a dire alla regista, in modo concitato, “Lei è Tina, lei è Tina!”. La regista lì per lì la asseconda e dice “Sì sì va bene… vediamo… facciamo un provino”. Ma Gianna era già tutta euforica e diceva “L’ho trovata, l’ho trovata”. Tina è la sua migliore amica da giovane e stavano iniziando i provini proprio in quei giorni. Una settimana dopo faccio il provino e poi vengo presa. Un incontro fantastico che non dimenticherò mai. È stata lei, Gianna, a volermi. È stato come se mi avesse riconosciuta.

La vita è così. Pensa se quel giorno avessi detto “No, non vengo al concerto”. Le nostre strade non si sarebbero incontrate. Gianna è fantastica. Veniva sempre sul set: una volta felicissima, la volta dopo incazzata con tutti. È fatta così. Ma è stata presente alla lavorazione perché il film parla della sua vita e lei ci teneva.

«Ho la fortuna di avere genitori giovani che mi hanno sempre spinta a fare nuove esperienze»

A Milano da sola a 17 anni? 

Sì, ero giovanissima. Ho un fratello più grande che mi ha raggiunto. Venezia è una città bellissima, ma è una bolla: non vedi il mondo esterno. L’ho obbligato a raggiungermi, ma poi è tornato a Venezia. Lui sta bene lì, mentre io non ci tornerei.

I miei hanno dei ristoranti e degli hotel: vivono in un mondo diversissimo dal mio. Ho la fortuna di avere genitori giovani che mi hanno sempre spinta a fare nuove esperienze. All’inizio mia madre non voleva, ma ha rispettato le mie scelte e lo apprezzo infinitamente. Da ragazza ho anche pensato: “Forse non gliene frega niente di quello che faccio”; invece poi ho capito che l’ha fatto per me. Ho un bel rapporto con lei.

Una bellissima casa dal gusto orientale. L’hai arredata tu?

L’ho trovata già arredata e mi rispecchia. Appena l’ho vista ho detto: “Sì è la mia!”. Ha tantissima luce e per me è molto importante. All’inizio avevo una casa a Trastevere, ma sono scappata per il casino e perché era buia.

Hai diversi libri…

Amo leggere, ma ne inizio tanti in contemporanea e faccio dei casini pazzeschi. Mi lascio affascinare dalle storie, dai loro contenuti…

L’ultimo film che hai visto?

La zona di interesse. Un film davvero forte, potente, disturbante. È giocato molto sui suoni.

Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Ritratto di Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

«Ho già detto alla mia agente che ora vorrei un ruolo un po’ più tranquillo»

Sei nella prima puntata di Supersex, di Matteo Rovere. Che sperienza è stata?

Supersex è stata un’esperienza tosta, ma Matteo lo conosco. Ci teneva e mi ha convinta. È una piccola parte all’inizio della prima puntata: sono una hostess e incontro Borghi. Lui finisce la conference dicendo che vuole lasciare il porno e io dico: “No, non devi lasciare il porno, io voglio fare un film con te”. C’è questa scena dove inizio a baciarlo e si vede il doppio lato di Rocco che, dall’essere carino e dolce, diventa aggressivo. La scena di sesso è stata impegnativa.

Anche Siffredi era sul set come la Nannini?

No, per fortuna non c’era. Già il set era pieno di gente: c’erano i tre registi, la sceneggiatrice, i tecnici. In quelle scene credo che ci dovrebbero essere meno persone sul set. 

Era prevista un‘intimacy coordinator?

Sì. Mi ha contattata già una settimana prima, mi chiamava ogni giorno, c’era durante le prove e, alla fine di ogni set, mi chiedeva se stessi bene, se fossi a mio agio, se fossi stata toccata in zone dove magari non volevo. Abbiamo discusso insieme il copione, analizzato tutta la mia parte, e ogni volta mi chiedeva se autorizzassi a essere toccata in determinati punti. Mi sento fortunata ad aver avuto questa figura sul set, soprattutto perché sono i primi ruoli che recito.

Due ruoli piccoli ma complessi…

Ho già detto alla mia agente che ora vorrei un ruolo un po’ più tranquillo. In Sei nell’anima, Tina è una tossicodipendente che muore per overdose di eroina. Per prepararmi ho visto Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Un film tostissimo, ma nel film io muoio così. Ho dovuto studiare e questo film racconta proprio quegli anni, quando le persone morivano spesso di eroina.

Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Ritratto di Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

Che formazione hai?

Non ho una formazione tradizionale. Studio con Aurin Proietti e con Anna Redi. È lei che mi prepara per i provini. E poi ho fatto delle master class. 

Sì, ma con Özpetek e Muccino…

Due esperienze fantastiche. Con Özpetek, che poi mi ha preso per il suo corto Compagni di viaggio, ho fatto una bellissima formazione. Conoscerlo è stata un’esperienza unica. Abbiamo legato e abbiamo realizzato questo corto in Toscana su Maserati. Lo adoro. È una persona meravigliosa. Ho visto tutti i suoi film e sono andata a teatro a vedere Magnifica presenza. Muccino è completamente diverso. Urla in continuazione. Urla già di prima mattina sul set, mentre io sono più zen, pacata. Una formazione molto diversa ma altrettanto preziosa.

Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

«Mi piace provare e sperimentare»

Sei zen ma fai box…

Faccio Muay Thai. È un’arte marziale e sport da combattimento con calci e pugni. C’è un grande contatto fisico e ti dà un’energia pazzesca. 

Quindi, nonostante l’arredamento in stile giapponese, non sei una tipa da yoga?

No, faccio anche yoga. Sono appena tornata da un ritiro di yoga e meditazione. È stata un’esperienza stupenda. Pensavo di non riuscire a fare meditazione: è stata un’avventura per me totalmente nuova. In Toscana, quattro giorni di digital detox senza cellulare. Pensavo sarei impazzita, invece sono riuscita a non usare il telefono e a non entrare su Instagram. Ormai quando non sai che fare apri Instagram. 

Ero con pochissime persone e non conoscevo nessuno. Ho fatto qualcosa che non è nelle mie corde: mi sono completamente affidata. Ero con la compagna di Fabio Lovino, il mio fotografo. Lei insegna yoga a Roma e fa questi ritiri. Anche in questo caso ho deciso di buttarmi.

Sperimentare quello che non hai mai fatto mi sembra il filo conduttore della tua vita…

Mi piace provare e sperimentare. Mi sto iscrivendo a corsi di danza, canto. L’anno scorso avevo pensato di fare domanda al Centro Sperimentale di Cinematografia, però mi sarei dovuta fermare per tre anni. Durante l’Accademia non puoi fare nulla, mentre io già stavo iniziando a lavorare, per cui ho lasciato stare. 

Ritratto di Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Ritratto di Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

«Quello che mi preoccupava era fare yoga, guardare dentro di me… non sai mai che trovi»

Le foto per MANINTOWN sono di Lovino. Ti interessa anche la moda?

Era la prima volta che scattavo con lui ed è veramente bravo: mi ha fatto sentire a mio agio. A Milano stavo in un’agenzia di moda e ancora adesso, a volte, faccio qualche campagna: mi diverte fare le foto.

Molte attrici non amano stare sotto l’obiettivo.

No, io lo trovo divertente. Non ho paura di essere scrutata. Pensa che invece quello che mi preoccupava era fare yoga, guardare dentro di me… non sai mai che trovi. Fermarsi, studiarsi… dici che non hai tempo, ma in realtà il tempo si trova. Quello che manca è il coraggio. E rimandi. La prima volta non ho sentito niente, con queste campane tibetane e lei che diceva: “Adesso scendete una scala, c’è un bosco, arriva un animale… Che animale è?”. E io mi chiedevo: “Non lo so, che animale vuoi che sia?”. A volte, quando approcci queste tecniche, guardi gli altri e pensi che siano tutti pazzi…

Foto Noemi Brando, ph. Fabio Lovino
Noemi Brando, ph. Fabio Lovino

Il tuo Instagram è molto professionale. Lo usi per lavoro?

Sì. Mi piace mostrarmi, ma proteggendo la mia intimità. Non pensavo, ma ci sono anche registi che mi contattano su Instagram, anche del livello di Virzì.

Va bene se ti scrive Virzì, il problema è se ti scrive il pazzo di turno…

Quelli ce ne sono ogni giorno. All’inizio ci rimanevo male, dicevo: “Chissà che idea hanno di me”. Devi avere un carattere forte. Dopo Supersex, poi, arriva di tutto. 

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