Renzo Rosso: il trionfo di OTB a Roma e al Met Gala di New York

Si è svolta a Roma la seconda edizione del Premio Film Impresa. Il Premio Speciale Film Impresa-Unindustria alla creatività è stato consegnato all’imprenditore Renzo Rosso, Presidente e Fondatore di OTB, Only The Brave. Il progetto premiato è M.A.D.E.- Made in Italy, Made Perfectly, una mini-serie il cui episodio conclusivo è stato presentato in occasione della prima Giornata Nazionale del Made in Italy.

OTB, gruppo di moda a cui fanno capo i marchi iconici e anticonvenzionali Diesel, Jil Sander, Maison Margiela, Marni e Viktor&Rolf, è una realtà italiana da 1,9 miliardi di euro di fatturato, con oltre 7 mila dipendenti. Un nome che ha fatto della sostenibilità l’elemento cardine della sua strategia di crescita.

Renzo Rosso e il valore del Made in Italy: «Il Premio Film Impresa ci aiuta a comunicare l’importanza di riportare i giovani nei laboratori artigiani»

Cosa rappresenta questo premio per lei e per il suo gruppo?

È un messaggio. Fa capire quanto sia figo il Made in Italy, quanto sia figo essere artigiano. In Italia mancano sette specializzazioni, mancano le scuole. Per questo OTB ha creato scuole interne. Il Premio Film Impresa ci aiuta a comunicare l’importanza di riportare i giovani nei laboratori artigiani. Soprattutto nel mondo del lusso, dove c’è più margine rispetto a brand che fanno prodotti commerciali, dove i materiali sono sostenibili, le condizioni di lavoro migliori, i luoghi di lavoro piacevoli, gli stipendi di maggior livello. Ecco perché vogliamo che i giovani, anche grazie a questo premio, capiscano quanto sia importante il know-how. E l’artigiano è la parte più importante della produzione italiana. L’Italia si basa sulle piccole aziende, non è un Paese di grandi industrie. È un Paese dove è l’artigianato a fare la differenza.

Rita Ora in Marni al Met Gala
Rita Ora in Marni al Met Gala

Renzo Rosso, fondatore di OTB: «Con la partecipazione, invece, l’artigiano rimane, la famiglia rimane, i figli continuano l’attività perché è la loro azienda. Insieme si riesce ad essere competitivi anche con le nuove regole del mercato»

Ha sottolineato l’importanza di fare squadra e creare sinergie. Qual è il sistema alla base del gruppo OTB?

In OTB stiamo verticalizzando sempre più la filiera. Questo ci ha consentito di equiparare i parametri di qualità e anche l’accesso al credito. Gli artigiani non venivano neanche considerati dalle banche, oppure finanziati con interessi da strozzini tra l’8 e il 12 %, mentre con noi spuntano tassi che oscillano tra lo 0,8 e l’1 % di interesse. Le aziende, dopo il Covid, percepiscono quanto sia importante lavorare insieme. Oggi se non hai la tecnologia, anche nel nostro ambiente, sei morto. E un piccolo artigiano non può permettersi di fare questi investimenti, che invece la nostra industria ha.

Noi, per esempio, stipuliamo contratti con i fornitori ed entriamo in partecipazione nelle aziende fornitrici più importanti, assicurandoci il know-how. Io nasco con un know-how più forte nel ready to wear, mentre per pelletteria, scarpe e borse, dobbiamo ringraziare le aziende artigiane che vedete anche nel corto. In cambio abbiamo dato loro contratti, finanziamenti, sostenibilità e tecnologia. La nostra strategia è quella di partecipare senza comprarli. I francesi, invece, vengono da noi e si comprano i nostri artigiani, che si mettono in tasca i soldi e se ne vanno. Con la partecipazione, invece, l’artigiano rimane, la famiglia rimane, i figli continuano l’attività perché è la loro azienda. Insieme si riesce ad essere competitivi anche con le nuove regole del mercato.

«Le aziende che veramente vogliono lavorare si sono strutturate e stanno facendo un buon lavoro. Noi continuiamo sempre a fare del nostro meglio»

Ogni tanto il controllo della filiera sfugge e si verificano i casi di cronaca a noi noti. OTB Group è in grado di tutelare, soprattutto nel caso delle esternalizzazioni della produzione, standard per voi importanti, come il benessere dei lavoratori e la sostenibilità?

Fa male leggere quello che abbiamo letto. Per quanto ti impegni, qualcosa può sfuggire. Abbiamo tante unità che lavorano per noi e dobbiamo stare molto attenti. Oggi basta una foto scattata con un cellulare messa in rete, e sei rovinato. Noi abbiamo fatto delle audit in tutte le unità che lavorano per OTB, nonostante abbiamo dei contratti che ci proteggono. E ti posso assicurare che non ho trovato tutto perfetto. Ho trovato anche cose che mi hanno fatto male, ma siamo andati a parlare con i responsabili di queste aziende e abbiamo detto: “Se volete lavorare con noi dovete rispettare i nostri parametri”. Abbiamo i nostri tecnici che continuano a girare tutti i giorni, ce la mettiamo tutta.

Mi dispiace per quello che ho letto e immagino la sofferenza del povero Giorgio (Armani – nda) per qualcosa che magari neanche lui sapeva. Il rischio è con i sub appalti. Mandare sempre i tuoi tecnici a controllare la filiera è l’unico modo per evitare che certe cose accadano. In Italia è più difficile trovare situazioni di sottoscala. Il problema è quando vai all’estero, in India, in Pakistan. Nel mondo del lusso, come Maison Margiela, Jil Sander, Marni, è facile perché il 100 % è fatto in Italia. Con Diesel, dove dobbiamo avere un costo più basso, siamo costretti a far fare la manifattura fuori e lì devi fare spesso delle audit. È difficile, ma stiamo trovando aziende pazzesche. Ci sono aziende in Bangladesh che sembrano hotel di lusso; esci in strada e c’è la fame. Le aziende che veramente vogliono lavorare si sono strutturate e stanno facendo un buon lavoro. Noi continuiamo sempre a fare del nostro meglio.

Bad Bunny in Maison Margiela Artisanal
Bad Bunny in Maison Margiela Artisanal al Met Gala

Renzo Rosso: «Attualmente stiamo sperimentando nuove molecole che, nel momento in cui sarà possibile l’industrializzazione, contribuiranno ulteriormente a ridurre l’impatto ambientale»

Renzo Rosso “ambientalista e produttore di jeans”. Per molti è un ossimoro. Ricercatori danesi hanno messo a punto una molecola alternativa, l’indican, per la tintura. Resta il problema dell’acqua. Quella green è una strada percorribile anche nel mondo del jeans?

Il nostro impegno in questo ambito è eccezionale e siamo orgogliosi di dire che nel settore del denim abbiamo raggiunto un 50% di collezioni che usano cotone biologico o rigenerativo e che, per alcune collezioni, abbiamo ridotto il consumo d’acqua fino al 90% grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Attualmente stiamo sperimentando nuove molecole che, nel momento in cui sarà possibile l’industrializzazione, contribuiranno ulteriormente a ridurre l’impatto ambientale, limitando ancora di più sia l’utilizzo di sostanze chimiche che il consumo di acqua.

«La sostenibilità non è solo il materiale, ma è un’attitudine, un comportamento, un impegno sociale, tutto ciò che viene fatto durante la giornata all’interno di un’azienda»

Il greenwashing è una delle grandi strategie di comunicazione in vari settori, anche nella moda. Progetti come M.A.D.E., che abbiamo visto in occasione del Premio Film Impresa, possono raccontare una storia davvero green o essere usati in una strategia di comunicazione greenwashing. Cosa ne pensa?

Sono estremamente contrario al greenwashing e vedo che molti miei colleghi ne fanno uso. All’interno del nostro Gruppo, la sostenibilità è un impegno fondamentale, è uno state of mind. Già prima della pandemia, ho mandato i miei manager a frequentare un corso all’Università Bocconi in maniera tale che imparassero ad affrontare tutte le sfide quotidiane in modo sostenibile. La sostenibilità non è solo il materiale, ma è un’attitudine, un comportamento, un impegno sociale, tutto ciò che viene fatto durante la giornata all’interno di un’azienda. Vogliamo ampliare ulteriormente la formazione – in queste settimane è il turno del secondo livello del nostro management – poiché il settore è in continua crescita e c’è ancora molto da dire e da imparare. Il nostro obiettivo è guidare l’azienda verso la completa decarbonizzazione, in linea con gli impegni del The Fashion Pact, del quale facciamo parte.

Charli XCX in Marni
Charli XCX in Marni al Met Gala

Renzo Rosso su John Galliano: «La sua attenzione alla bellezza del prodotto è eccezionale, una caratteristica rara in un’epoca in cui molte aziende puntano più sull’entertainment invece che sul desiderio»

Quando nel 2014 assunse Galliano come direttore creativo di Maison Margiela, il designer era fuori gioco. Anche il passaggio da Oscar de la Renta era stato fugace. Perché ha rischiato così tanto?

Non ho rischiato nulla, può capitare di commettere degli errori nella vita. Penso che John sia il direttore creativo più grande mai esistito al mondo. Avevo già lavorato con lui in passato e volevo continuare, perché credo che abbia veramente tantissimo da dire. Dopo l’ultima sfilata a Parigi, il mondo intero sta ancora parlando del suo talento. La sua attenzione alla bellezza del prodotto è eccezionale, una caratteristica rara in un’epoca in cui molte aziende puntano più sull’entertainment invece che sul desiderio, sul sogno, sulla qualità, su un prodotto ben fatto.

«La mia visione, con la quale porto avanti le mie aziende e mi rivolgo ai miei consumatori, è di produrre meno e di maggior qualità»

C’è una piccola fetta di clientela altospendente che richiede prodotti di altissima gamma, che molte aziende fanno fatica a soddisfare, come Hermès; d’altra parte una fetta di mercato crescente, sulla quale incombe la povertà, compra Shein. I giovani vogliono essere green, ma anche vestire alla moda. Cosa legge, da imprenditore, in un sistema che si regge su inquinamento, eccesso di produzione, riduzione in schiavitù, evasione fiscale, frodi? Lei ha detto che dobbiamo dirci la verità: che il green ha un costo. E quale verità dobbiamo dirci parlando di fast fashion? Forse il green è più facile che sia washing?

La sostenibilità ha indubbiamente un costo, e a me piace molto il mondo del lusso perché ha i margini per fare degli investimenti seri. Nel fast fashion, il 30% dei prodotti non vengono nemmeno scartati e sono d’accordo con la volontà della Francia di mettere una tassa su ogni capo appartenente a questa categoria. La mia visione, con la quale porto avanti le mie aziende e mi rivolgo ai miei consumatori, è di produrre meno e di maggior qualità. Questo vale non solo per la moda, ma anche per altri settori, come quello alimentare.

Glenn Martens e Kylie Minogue
Glenn Martens e Kylie Minogue al Met Gala

«Il Met Gala è stata un’ulteriore occasione per il nostro gruppo di mostrare al mondo la creatività e la personalità iconiche dei nostri brand»

Nel 2023 OTB registra una crescita dei ricavi superiore al 10%. Se la sostenibilità ha un costo, per rispettarne i criteri bisogna accettare di ridurre i guadagni?

Confermo che la via è quella di privilegiare la qualità rispetto alla quantità. La nostra azienda cresce anche perché i mercati sono molto ampi e abbiamo grandi potenzialità di espansione.

Molte celebrities hanno indossato creazioni Diesel, Maison Margiela e Marni per la serata del Met Gala…

Sì, tante celebrities hanno scelto di esprimere il proprio stile unico indossando le creazioni dei nostri brand e di essere testimonial di questo movimento creativo che vede al centro il prodotto, con la sua artigianalità, qualità e manifattura d’eccellenza, capace di generare emozione, desiderio ed empatia. Il Met Gala è stata un’ulteriore occasione per il nostro gruppo di mostrare al mondo la creatività e la personalità iconiche dei nostri brand.

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