Alla settima edizione di Fashion Graduate Italia, i giovani creativi della moda del futuro

Si sono concluse il 25 ottobre le sfilate in presenza della settima edizione di Fashion Graduate Italia, la prima e unica fashion week gratuita e aperta al pubblico, promossa dall’Associazione Piattaforma Sistema Formativo Moda, volta a promuovere i volti delle nuove generazioni di creativi. Una risorsa da tutelare e sostenere, nell’ottica di fornire gli strumenti adeguati alla crescita del sistema moda di nuova generazione nel mercato mondiale. Il prezioso contributo delle Accademie, Istituti e Scuole di moda italiane, approda a FashionGraduateItalia2021|ComeUp! Una manifestazione di tre giorni di sfilate, esposizioni, talk, masterclass, workshop e job placement.

Una reazione positiva a due anni di comunicazione esclusivamente digitale, un nuovo momento di aggregazione e di confronto in cui i materiali e l’artigianalità sono stati i grandi protagonisti di questo evento, arricchito da uno storytelling sulla vita e le esperienze all’interno delle scuole di moda, attraverso oltre 70 video pillole di making-of, girati direttamente dagli studenti delle scuole partecipanti.

La settimana si è aperta con i progetti dei talenti diplomati in Fashion Design di Ied Italia. Dalle forme essenziali ma lontane dalle strutture convenzionali di Chiara Autiero, a quelle scultoree interpretate in una varietà di bianchi di Paolo Belleri; Dara Silva Bulleri celebra l’eredità culturale afrobrasiliana assecondando i loro tipici canoni estetici e spirituali, Andrea De Simone ha disegnato una collezione che intende abbattere differenze culturali e sociali, elogiando la diversità individuale e l’unicità di ognuno; Yoana Dimitrova parte dalla bellezza del Monte Everest per realizzare capi ispirati alla fusione tra natura e anima, alla tradizione di luoghi lontani, al viaggio fisico, ma anche emotivo e culturale. Alessia Giacchetta racconta l’individuo facendo perno sulla sua memoria, i ricordi e le esperienze che ne determinano la personalità; Valeria Nicoletti vuole superare la paura del nemico che ci ha sopraffatti rendendoci tutti uguali, concentrandosi un nuovo concetto di bellezza e Gaia Romoli pone nuovamente l’attenzione sul volto che nei mesi di pandemia è stato privato della sua espressività e, per questo, in ogni suo outfit riporta un’emozione, un’espressione facciale, uno stato d’animo.


Dall’Accademia di Costume e Moda, gli studenti del Master in “Alta Moda, Fashion Design” hanno fatto sfilare dettagli di alta manifattura, tra motivi floreali sapientemente applicati in una rinnovata immagine che mette indiscutibilmente in primo piano la ricerca dei materiali preziosi, in un progetto sostenuto da Maison Valentino, Tessitura Stamperia Luigi Verga e Museoa Cristobal Balenciaga. Dai tulle, a sete e taffetà nelle creazioni di Angelo Raffaele Masciello e Caterina Ciavattella, e nei tagli asimmetrici dei pellami rivisitati nella visione futuristica di Ehtnesh Delle Curti. La couture maestosa di Isabella Giovannini, fatta di volumi sofisticati tra velluti e broccati, si contrappone alle suggestioni rock, dalla personalità più audace ma non per questo meno preziosa di Paula Ferandez Alvarez, definita da tubini e corsetti in pelle laserata fino a prendere le sembianze di una rete. Come i pattern delle tuniche tanto amate dal maestro Klimt, sono i pavet di chiffon che in un gioco cromatico si fondono sugli abiti blazer e i long dress di Silvia Manzara.

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Zih Ling Chen e Louis Lanting, sono gli studenti di Domus Academy hanno reinterpretato gli iconici brand PepsiMAX (Zih Ling Chen) e Rockstar (Louis Lanting) in collezioni moda innovative e sostenibili che verranno esposte presso alcune sedi PepsiCo, tra cui il Design Centre di New York.

IDENTITA’ è la parola d’ordine di questa edizione che ha visto dieci collezioni degli alunni di Accademia della Moda Iuad. Personalità autentiche messe a confronto, che esprimono attraverso il valore del costume – profondamente radicato nel nostro paese – la libera espressione di una società fatta di uomini e donne dallo stile libero da preconcetti di genere, in cui gli unici valori che contano davvero sono sartorialità e artigianalità che si scompongono come il cubo di Rubik o con la tecnica del kintsugi giapponese, ma anche uno sguardo a tecniche a telaio filippine o il macramè che dà vita ad un metissage tra Oriente ed Occidente. Tutto questo legato dal comun denominatore della sostenibilità attraverso il recupero e la trasformazione degli scarti di tessuto.

La collezione “homo homini lupus” di Raffaella Petraccaro presenta l’individuo nel suo egoismo, in una società  alienata da una routine fatta di sete di successo, lavoro e produzione nevrotica.


Il progetto “Episodio 22” è un flash della mia mente, del suo ideatore, Michele Ricci che ha come protagonista un’identità che è una tela grezza in cui i contrasti convivono. L’interiorità della donna viene esasperata da lla sua a senza volto attraverso un uso sapiente di maglieria, calze a rete che ricoprono il corpo nella sua totalità.

Michelle Giambi con il suo progetto “Yowai” si basa sulla tecnica kintsugi giapponese, una derivazione della filosofia wabisabi, nella quale il tema dell’imperfezione rappresenta un valore.

La collezione ‘Contesto’ di Elena Sofia Casolaro unisce attraverso il macramè e un match insolito di materiali, Oriente ed Occidente. Un lavoro attento ai dettagli artigianali in corda si posa su tuniche in lana e cappotti in pelle.

“Ala ala” è una collezione che rappresenta la cultura e le origini filippine di Johna Mae Gardose, le lavorazioni tipiche del suo paese come la tessitura a telaio, si sposano con i volumi delle maniche a sbuffo.


Annalisa Palmisano si ispira, per la sua collezione “Incastro perfetto” al cubo di Rubik e combina sartoria con modellistica sperimentale. Una composizione di tagli netti, rielaborano la struttura dei capi, tra vuoti e pieni, enfatizzando le forme attraverso lo spessore della lana.


Raffaella Cinquegrana rilancia una couture di volumi, in un trionfo di tulle e tricot. Quasi ad evocare un ricordo d’infanzia o un non luogo romantico mai esistito, ma costruito con sapiente abilità.

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti ha presentato un progettoquantomai attuale, “NABA-PLANET dresses”fortemente incentrata sulla necessità del pianeta che abitiamo di vestirsi di nuovi valori e di identificare nuovi linguaggi per raccontare la moda, ponendo al centro il senso di responsabilità e di consapevolezza come strumento creativo, senza tradire i valori estetici su cui si basa la nostra tradizione di moda e costume. I progetti che hanno sfilato sono stati quelli di Nicola Cudazzo, Marco Santini, Lucia Carmagnola, Francesca Quagliano, Oliver Stromsater, Andrea Boccadoro del Triennio in Fashion Design e Silvia Cannarella, Julia Cristina Salvarani Diez, Bartu Basoglu, Matteo Turchi, Arianna Gaudioso del Biennio Specialistico in Fashion and Textile Design.

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti_photographer Davide Marchesi
Naba Arianna Gaudioso