Camilla Filippi: l’arte è responsabilità sociale

Nella seconda stagione di Christian, serie prodotta da Sky Studios e Lucky Red, interpreta Esther, una outsider nel supernatural-crime drama con protagonisti Edoardo Pesce e Claudio Santamaria. Intervista a Camilla Filippi, attrice per professione e artista impegnata nel sociale per vocazione.

Camilla Filippi
Total look Valentino

Come hai iniziato la tua carriera nel mondo del cinema e come hai mosso i primi passi?

Sono originaria di Brescia e lì frequentavo una scuola pubblica a tempo pieno. Tre pomeriggi a settimana, come tutti gli altri studenti, frequentavo corsi di educazione all’immagine, informatica e teatro.
Da subito ho pensato che recitare potesse essere un lavoro, come il professore o il matematico. All’inizio non è stato facilissimo, erano gli anni Novanta, non c’era ancora Internet con una risposta a ogni domanda e ho cominciato facendo pubblicità, tantissima, dalla Barilla a Tronky e Game Boy. Poi, un giorno, una signora ha detto a mia madre: “Sai, a Roma fanno i film”. E così ho deciso di venire a Roma.
Ho esordito in Costanza di Gianluigi Calderone, con Monica Guerritore ed Enzo De Caro.

“Riconoscersi in piccoli universi a sé stanti è, secondo me, l’aspetto ‘negativo’ della vita”

È uscita da qualche settimana la seconda stagione di Christian, la serie di Sky visibile in streaming anche su NOW, in cui indossi i panni di Esther.

Se la prima stagione di Christian era incentrata sulla vicenda di un uomo che scopre di avere dei superpoteri, nella seconda la storia diventa corale, e parla della volontà di creare un mondo migliore, utopistico. Esther è un personaggio complesso, difficile da raccontare perché è in continuo cambiamento; è una “outsider”, così come lo è il personaggio interpretato da Claudio Santamaria, Matteo e, come spesso accade tra outsider, i nostri personaggi si incontrano e si “riconoscono” perché estranei a un contesto definito. Insieme creano un loro piccolo mondo, condividendo anche i dolori che ciascuno porta dentro di sé.

Total look Valentino

Lisolamento di Esther racconta una posizione di distanza dal mondo, una condizione forse sempre più comune.

Il riconoscersi in piccoli universi a sé stanti è, secondo me, l’aspetto “negativo” della vita. È un fenomeno al quale assistiamo ovunque, basta pensare ai ragazzi che abbandonano la scuola, si rinchiudono dentro le proprie stanze e rifiutano contatti con il mondo esterno che non siano virtuali. Esther, per ragioni diverse, è portavoce di un problema sociale: l’individualismo dilagante è un aspetto che distrugge il senso di comunità, un tempo molto più diffuso.

“Penso che l’espressione di sé non debba passare attraverso un’unica strada”

Oltre a recitare, sei anche un’artista visiva. Come hai scoperto questa passione e come influenza il tuo lavoro artistico quello di attrice?

Ho iniziato tanti anni fa perché penso che l’espressione di sé non debba passare attraverso un’unica strada. Il progetto Psychedelic Breakfast, ad esempio, è cominciato quando ancora non avevo Instagram, non riuscivo a capire proprio a cosa servisse e mi sembrava molto finto. Allora mi sono detta: apro un profilo, ma cerco di farlo in maniera diversa, con un account che possa rappresentare un diario emotivo, che possa raccontare i miei stati d’animo giornalieri.

Per oltre duecento giorni, ogni mattina, appena sveglia e durante la prima colazione, provavo a decodificare il mio umore identificandomi con personaggi noti e riconoscibili. All’inizio questo esercizio non aveva una direzione precisa, come succede spesso nei processi artistici, ma riproponendolo ogni giorno ho compreso in maniera più profonda la direzione che intendevo percorrere.
La mattina, nelle nostre case, prima di essere costretti a interagire con gli altri, siamo realmente noi stessi: costretti all’onestà. Dal momento in cui siamo costretti ad affacciarci nel mondo indossiamo maschere. Questo lavoro è diventato poi un progetto esposto a Palazzo Collicola, a Spoleto, e dallo stesso concept è nata poi la collaborazione con Gucci con #GucciGram, per la quale ho reinterpretato un quadro del pittore surrealista Magritte.

Camilla Filippi film
Total look Danamé Paris, shoes Jimmy Choo

Qual è stato il tuo travestimento preferito?

Sono molto legata a quella di Van Gogh. Sosteneva che nella vita la cosa più artistica che si possa fare è amare gli altri. È una delle mie citazioni preferite perché mi identifica: credo che premi, riconoscimenti, carriera non abbiano importanza, se non sei capace di amare altre persone e di essere circondato dal loro amore.

“Ho avuto la possibilità di trasformare il dolore in un atto creativo, una grande fortuna, perché mi ha consentito di attribuirgli un nuovo senso”

Sei anche scrittrice.

Sì, ho scritto un libro che si chiama La sorella sbagliata, ispirato in parte alla mia storia familiare, la dedica infatti è un ringraziamento ai miei zii, che mi hanno consentito di guardare con occhi diversi il mondo. Ma madre è morta quando ancora ero molto giovane e mio zio, suo fratello, è spastico. Nei primi anni della mia vita romana ero molto riservata, avevo paura che le persone potessero provare pietà nei miei confronti, un sentimento che detesto. Solo crescendo sono diventata più “risolta” con me stessa e sono riuscita ad affrontare questa cosa, e ho avvertito l’esigenza di scrivere questo libro, che racconta la storia di due sorelle, una sana e l’altra disabile, che attraversano l’Italia nel 1978.

Sono riuscita così a lavorare sul senso di colpa che avverte sia chi è “sano”, sentendosi a volte vincolato, sia chi è “malato”, che si percepisce come una zavorra rispetto agli altri. Ritorna in questo senso la validità della frase di Van Gogh: l’importante è riuscire ad amare e ad accettare amore.
Oggi mi sento fortunata, perché nelle difficoltà e nel dolore ciascuno tende ad interrogarsi: “perché a me?”. Ho avuto la possibilità di trasformare il dolore in un atto creativo, una grande fortuna, perché mi ha consentito di attribuirgli un nuovo senso.

“Mia madre mi ha insegnato a sorridere anche nelle situazioni più difficili, perché quando non puoi cambiare le cose, è giusto accettarle”

Il tema della malattia è un argomento difficile da trattare.

Sì, ma per la mia esperienza sono convinta che la malattia consenta un arricchimento per chiunque scelga di dedicare anche solo un’ora del proprio tempo al prossimo. Per questo sono impegnata con l’Associazione Andrea Tudisco, che si occupa di bambini con gravi patologie che, invece di essere ospedalizzati, sono ricoverati all’interno di case famiglia.
Ho anche appena concluso di girare un documentario in merito, ho avvertito la necessità di farlo, di raccontare questa realtà. Incontri simili consentono di  porsi domande che di solito non ci si rivolgono, e interrogarsi significa fare uno scatto di consapevolezza, sia esso in negativo o positivo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non so quale sarà il destino di questo documentario, però mi ha riempita di idee e mi sto dedicando alla scrittura di altri due documentari. Uno parla di mio zio: quest’estate andrà in pensione e questo momento, che per molti è un traguardo perché consente di dedicarsi ai propri hobby, forse per lui significherà qualcosa di diverso, forse corrisponderà a un isolamento maggiore.
Sto anche lavorando ad un documentario sulla vita di una persona con disturbi dello spettro autistico, che si chiamerà Dopo di noi. Proverà a raccontare cosa succede nella crescita e nella vita di un bambino, di un ragazzo e di un adulto con disturbi dello spettro autistico; come cambino ed evolvano le sue interazioni sociali nel tempo.
Sono temi impegnativi, ma sono stata fortunata: mia madre, una donna piena di energia, mi ha insegnato a sorridere anche nelle situazioni più difficili, perché quando non puoi cambiare le cose, è giusto accettarle.

Camilla Filippi attrice
Total look Zimmermann

Camilla Filippi Gucci
Total look Zimmermann

Credits

Talent Camilla Filippi

Editor in Chief Federico Poletti

Text Elisa Russo

Photographer Davide Musto

Stylists Sara Castelli Gattinara, Vanessa Bozzacchi @Other

Ph. assistant Valentina Ciampaglia

Stylists assistant Bianca Giampieri

Make-up & Hair Eleonora Mantovani @Simone Belli Agency

Nell’immagine in apertura, Camilla Filippi indossa total look Valentino

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