Honey Fucking Dijon x Scholl: la capsule collection

Honey Fucking Dijon x Scholl

Un incontro inedito, tanto sorprendente, quanto predestinato, quello da cui nasce la capsule collection di shoes in edizione limitata Honey Fucking Dijon x Scholl. Da un lato, la creativa internazionale, innovativa, anticonformista, dirompente: un’artista poliedrica in moto perpetuo. Dall’altro, il brand storico di calzature ortopediche, noto per qualità, eccellenza e savoir-faire, autore dell’originale zoccolo in legno, immancabile nella scarpiera delle nostre madri e nonne dagli Anni 60 in poi (e forse fin da prima). Comodità e glamour, comfort e coolness, due caratteristiche che, quando si tratta di scarpe, difficilmente sembrano coesistere. Eppure, la partnership tra Honey Dijon – dj, musicista e produttrice di linee di abbigliamento, scarpe, gioielli e accessori – e Scholl, marchio statunitense di chaussures che non necessita di ulteriori presentazioni, ha reso possibile l’impossibile, creando un connubio – quello sopracitato – indissolubile.

Sperimentazione e know-how per la collezione in edizione limitata Honey Fucking Dijon x Scholl

Per quanto possano sembrare due mondi molto distinti, qualcosa in comune ce l’hanno fin da subito. Sia l’icona della musica elettronica contemporanea (che qualche anno fa ha lanciato il suo brand in collaborazione con Comme des Garçons, Honey Fucking Dijon), che Scholl, sono nati a Chicago, la “città del vento”, metropoli in grande fermento culturale, culla del blues. E come se non bastasse, i due condividono un amore per il linguaggio del design degli Anni 70. Proprio da qui ha origine la limited edition Honey Fucking Dijon x Scholl. La creativa, qui in veste di designer, presenta al Dover Street Market di Londra (che è solo un punto di partenza per un progetto pronto a riscuotere un successo internazionale) la sua interpretazione dello zoccolo in legno più celebre dell’azienda, il
Pescura
. Ogni modello della linea si impone sprigionando un’energia propria e scrivendo un dialogo inaspettato tra materiali di alta qualità e dettagli audaci in metallo lucente come borchie e fibbie che si affermano su strutture dalle linee ardite. Prendendo sempre avvio dal classico sandalo in legno Scholl, i primi tre modelli della collezione, tutti rigorosamente total black e ognuno portatore di una visione unica, risultato della genialità esplosiva della stilista, riflettono il desiderio di Honey di sfidare lo status quo.

Honey Dijon in un’immagine della campagna per la capsule collection HFD X SCHOLL


In maniera quasi naturale, il ritmo della capsule collection Honey Fucking Dijon x Scholl è stato concepito per seguire l’evoluzione immaginaria di un DJ Set: “Sono entusiasta di collaborare con il leggendario brand Scholl e soprattutto sul loro iconico sandalo Pescura. Per creare questi modelli mi sono ispirata ai giorni spensierati degli anni ’70, un’epoca sensuale e divertente, quando, indossando lo zoccolo Pescura, si poteva andare direttamente dalla spiaggia al club per poter liberare le proprie inibizioni”, racconta Honey Dijon.

Quelle presentate e Londra a ottobre 2022, sono solo per prime tre creazioni della linea, disponibili in un range di taglie completamente inclusivo: dal 35 fino al 46 EU.

Honey Dijon in un’immagine della campagna per la capsule collection HFD X SCHOLL


“Non c’è quasi nessuno più stimolante e rappresentativo di Honey Dijon nel suo campo in questo momento. Per il nostro prodotto iconico questo è un abbinamento perfetto. Sono grato che abbia scelto di collaborare con noi ed entusiasta di poter offrire ad un talento così unico una piattaforma per l’esplorazione creativa. Continuiamo a spingere i confini per Scholl, un marchio con un patrimonio immenso che miro ad esaltare come uno dei brand più eccitanti nel mondo del lifestyle” racconta, Tobias Klaiber, CEO di Scholl.

Uno dei modelli della capsule collection HFD X SCHOLL


La campagna della capsule collection in edizione limitata Honey Fucking Dijon x Scholl è stata realizzata a Berlino dal fotografo Davit Giorgadze con lo styling di Christian Stemmler.

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