Inside Montblanc: il percorso di Marco Tomasetta

Marco Tomasetta, nuovo direttore artistico di Montblanc, ci racconta il suo percorso. Con alle spalle una lunga carriera, trascorsa negli uffici stile di alcune delle più celebri maison, come Gucci, Givenchy e Louis Vuitton, per l’occasione svela sua visione dell’uomo del marchio svizzero, e di come ha reinterpretato l’heritage del brand nelle nuove collezioni di pelletteria della griffe.

“Ogni mio progetto è sempre partito dalla creatività, i prodotti di maggior successo sono nati in maniera casuale, istintiva”

Montblanc storia
Ph. courtesy of Montblanc

Come nasce la tua passione per la creatività?

Parte tutto dal cinema, cui mi sono avvicinato sin da piccolo, ma anche da Napoli, città natale dei miei genitori, che mi ha ispirato molto. La bellezza del luogo, le sue personalità così forti hanno dato una spinta consistente alla mia passione per l’arte. Grazie al cinema, poi, ho iniziato a immaginare l’arte, la bellezza e l’emotività, che restano tuttora la caratteristica del mio approccio alla moda.

Cosa porti con te dalle esperienze passate nelle grandi maison?

Ogni marchio mi ha lasciato qualcosa di diverso. Ho lavorato per aziende familiari, di cui porto con me il background e le radici. Ogni mio progetto, però, è sempre partito dalla creatività, i prodotti di maggior successo sono nati in maniera casuale, istintiva.

Homo Faber mostra
Foto della mostra Homo Faber (ph. courtesy of Montblanc)

Che direzione stai dando oggi a Montblanc?

È un brand il cui mondo ruota intorno alla scrittura, lo sento molto mio, sto cercando di dare a ogni pezzo una sua identità. Il mio lavoro parte dai materiali e dall’archivio, ma sono consapevole che bisogna entrare nella storia con umiltà, poi con la giusta esperienza si può lavorare per rinnovare.

“La collezione Extreme 3.0 nasce per soddisfare le esigenze di chi si sposta quotidianamente, ridefinendo i limiti dell’innovazione tecnica”

Parliamo della collezione Extreme 3.0, protagonista del nostro shooting. Quanto ti rappresenta?

È una collezione che nasce per soddisfare le esigenze di chi si sposta quotidianamente, ridefinendo i limiti dell’innovazione tecnica per raggiungere nuove vette in termini di resistenza e prestazioni.
Sono partito dalla superficie liscia, quella della pelle Montblanc delle origini, caratterizzandola con dei segni che rappresentano una reminiscenza del passato. Guardando alcuni vecchi diari, coi loro schizzi a penna, ho pensato fosse opportuno segnare la pelle. Le forme sono invece più attuali, vicine alla nuova generazione.

Montblanc adv
1924’s Meisterstück advertising (ph. courtesy of Montblanc)

Quali sono le forme più vicine, appunto, ai gusti dei giovani?

In fondo non si tratta di forme particolarmente nuove, i modelli si ripetono negli anni. Direi comunque lo zaino, la messenger, una document case moderna e ben proporzionata, magari più piccola, data il bisogno odierno di oggetti che sposino la modernità. La caratteristica irrinunciabile e è il portapenne interno, un codice del marchio, che non può mai mancare. Per quest’anno il mio obiettivo è rendere iconici i volumi, cioè document case, zaino e tote bag, le colonne portanti di ogni azienda di pelletteria.

“Mi piace pensare alla fluidità delle cose che realizzo, proprio come lo scorrere fluido dell’inchiostro”

Il tuo accessorio preferito?

Io amo il disegno, quindi direi l’iconica penna Meisterstück. Preferisco la fase del disegno a quella del prodotto finito, in questo senso apprezzo maggiormente l’energia che mi dà la creatività.

Quali sono i tuoi progetti per i prossimi mesi?

Abbiamo intenzione di presentare il nuovo uomo Montblanc, parlare di maschilità, di ritualità nell’avvicinarsi a tutti gli oggetti di cui parlavamo. E ancora, raccontare il brand e un nuovo concetto di dandy che include anche la donna, con accessori che rifiutano l’idea di genere. Mi piace pensare alla fluidità delle cose che realizzo, proprio come lo scorrere fluido dell’inchiostro.

Montblanc testimonial
Alberto Malanchino: total look Hermès, purse and watch Montblanc

Nell’immagine in apertura, un ritratto del direttore artistico di Montblanc Marco Tomasetta (ph. courtesy of Montblanc)

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