Paola Minaccioni, “molto meglio” l’America

Romana, 51 anni, una creatività multiforme che nel tempo si è espressa attraverso imitazioni, serie tv, commedie e film d’autore (il sodalizio con Ferzan Özpetek, in particolare, le ha permesso di vincere un Nastro d’argento e di ottenere diverse nomination per David di Donatello e Ciak d’oro), l’attrice e conduttrice Paola Minaccioni ha portato negli Stati Uniti (l’8 maggio a New York, il 10 a Los Angeles) lo show Dal vivo sono molto meglio, con l’obiettivo non di emulare la comicità americana, bensì di far conoscere quella italiana, ora che il nostro Paese sembra godere di una nuova luce negli Usa.
MANINTOWN l’ha intervistata proprio alla vigilia della sua partenza per gli States.

Paola Minaccioni
Bustier Gianluca Saitto, skirt Antonio Marras

Il tuo spettacolo sbarca in America, come ti senti a riguardo?

Sono davvero contenta ed emozionata, mi aspetto di divertirmi tantissimo, di vivere la città e il teatro americano non da turista ma come cittadina del mondo. Per me è una vera e propria esplorazione.

Dal vivo sono molto meglio porta sotto i riflettori uno spaccato della società contemporanea, quanto le tue abilità da imitatrice rendono il tutto più semplice?

Un po’ mi aiuta, interpreterò personaggi come Loredana Bertè, Sabrina Ferilli e Giorgia Meloni, che si frappongono come un flusso di coscienza, intervengono nella mia testa come spunto di riflessione sul modo di affrontare le relazioni sentimentali. Li uso tutti, a partire dai personaggi dei miei primi spettacoli, che ho sperimentato per anni.

“L’incontro con Özpetek è stato fondamentale, grazie a lui ho potuto esplorare personaggi con un arco narrativo più vasto e tragicomico”

Hai menzionato Meloni, Bertè e Ferilli, solo tre degli innumerevoli personaggi che hai imitato; ti nascondi e allo stesso tempo ti riveli attraverso le tue incredibili maschere, ma Paola, in realtà, cosa pensa di quello che accade oggi?

Per fortuna siamo in movimento e in evoluzione, ma sicuramente l’Italia ha la caratteristica dell’arrangiarsi, nonostante ci siano tutte le qualità e le forze per essere un Paese straordinario.
Penso ci sia tanto da fare, è sempre estremamente importante riflettere, parlare e discutere e dovremmo farlo più spesso, perché è solo insieme, attraverso il ragionamento, che si può attuare un vero cambiamento.

Paola Minaccioni 2023
Dress Gianluca Saitto

Televisione, cinema, teatro e anche radio; vista la tua duttilità, hai altre passioni che non conosciamo?

Adoro la poesia, quella romana in particolare, da Giuseppe Gioacchino Belli ai poeti contemporanei, sono una grande appassionata. Mi piace molto anche fare sport, di tutti i tipi, sono una forma di meditazione, lo faccio più per la mia testa che per il corpo.

Com’è stato collaborare con Özpetek?

Quello con Ferzan Özpetek è stato un grande incontro, ho avuto la fortuna di conoscere il suo immaginario poetico, comico e umano. Negli anni, infatti, si è rinnovato spesso questo incontro, grazie a lui ho potuto esplorare, anche al cinema, personaggi non rilegati ai tipi classici della commedia, che avessero invece un arco narrativo più vasto e tragicomico, è stato fondamentale per me.

“Ai giovani attori consiglierei di cercare di essere invisibili, lasciando che tutta la parte formativa, di esplorazione di sé, dei propri mezzi e del proprio immaginario, si svolga lontano dai riflettori”

Cos’altro bolle in pentola? Progetti futuri dopo lo show americano?

Aspetto con ansia l’uscita di tre film assai diversi, anche tutti se esplorano il genere comico.
Il 21 giugno uscirà Un matrimonio mostruoso, con la regia di Volfango De Biasi, in cui interpreto una strega e Massimo Ghini un vampiro, mi sono divertita molto a girarlo. Poi Una commedia pericolosa di Alessandro Pondi e il film di Luna Gualano, La guerra del Tiburtino III. E ancora, il teatro, con la preparazione del monologo di Gabriele Di Luca Stupida show, con la compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo.
Insomma, tanti progetti, sono contenta e sto lavorando e spaziando molto, anche come autrice.

Quale consiglio senti di dare ai giovani attori?

Il consiglio che mi sento di dare è quello di cercare di essere invisibili, lasciando che tutta la parte formativa, di esplorazione di sé, dei propri mezzi e del proprio immaginario, si svolga lontano dai riflettori. La spinta data dai social da un lato è stata utile, dall’altro ha fatto sì che i ragazzi si sentano confusi e non abbiano il tempo di maturare e crescere, di riuscire a costruire un’identità lavorativa, perché puntano subito alla visibilità. Quindi gli suggerirei di prendersi il proprio tempo per studiare, sperimentare e viaggiare, ma facendolo in silenzio.

Paola Minaccioni teatro
Total look Antonio Marras, shoes stylist’s archive

Paola Minaccioni spettacolo
Total look Antonio Marras

Credits

Talent Paola Minaccioni

Photographer Davide Musto

Stylist Alfredo Fabrizio

Ph. assistant Valentina Ciampaglia

Hair & make-up Annagioia Catone

Nell’immagine in apertura, Paola Minaccioni indossa bustier Gianluca Saitto, gonna Antonio Marras

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