Arte, natura, ironia: il design artistico di Marcantonio

Classe 1976, Marcantonio Raimondi Malerba è una delle figure più carismatiche nel panorama dell’interior design, il cui lavoro riesce a mettere in relazione uomo e natura. Il suo percorso corre sui doppi binari dell’arte e del design, che si incrociano e contaminano a vicenda.

Elementi fondamentali del linguaggio stilistico di Marcantonio sono l’ironia e la natura: due protagonisti del suo universo immaginifico popolato da creature fantastiche, oniriche, stravaganti e surreali. E proprio il rapporto tra l’uomo e la natura – uno dei temi ricorrenti nel suo lavoro – viene enfatizzato nelle sue opere, sia nelle grandi realizzazioni come le gigantesche giraffe della collezione She’s in Love but She doesn’t know it yet, sia nei piccoli oggetti come le celebri Monkey Lamp e Mouse Lamp, realizzate per Seletti.

Intervista a Marcantonio

Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua visione e le nuove progettualità che saranno presentate al Salone del Mobile 2023.

Marcantonio Raimondi Malerba
Marcantonio (ph. Chico De Luigi)

Il tuo immaginario è legato al mondo animale e naturale. Com’è nata questa connessione profonda con la natura e quali sono, oggi, i pericoli causati dal non rispettare l’ambiente?

Fin dagli inizi della mia ricerca artistica mi attira riflettere sulla relazione che l’uomo ha con la natura (non è forse la tematica fondamentale della nostra esistenza?), quindi la relazione che ha con se stesso. Ritengo che la connessione più forte che un essere umano possa vivere sia, appunto, quella con la dimensione naturale; se accade questo, allora significa che si è anche in profondo contatto con ciò che ci circonda, con gli altri e noi stessi come massima espressione della natura, con le emozioni che quest’ultima è in grado di suscitare.

Ho sempre pensato che bellezza sia anche riconoscere, più ci lasciamo liberi di riconoscerci in ciò che incontriamo, più godiamo di questa connessione, e connessione è bellezza, è emozione.
Siamo animali sofisticati e, come le piante, siamo frutto di una grande madre che è la natura e della sua inarrivabile bellezza che, sempre più spesso, viene purtroppo deturpata e non curata. La società dovrebbe sicuramente comprendere e dare il giusto peso all’ambiente che ci circonda, prendendosene cura, dedicandogli l’attenzione che merita.

Marcantonio Masciarelli
Ad Naturam, Masciarelli, 2022 (ph. Barbarossa Studio)

Il cuore è un motivo centrale nella tua arte. Raccontaci come sono nati i lavori che ruotano intorno ad esso.

I cuori rientrano in un concetto molto più ampio, che abbraccia il mondo della natura: sono passione sospesa, sentimento in attesa. Le vene diventano arbusti e poi fiori, trasformando lo stato drammatico dell’impotenza in quello dell’espressione più alta, il sublime naturale.
Alcuni cuori, come ad esempio Love in Bloom, creato per Seletti, offrono la possibilità di mettere dei fiori al loro interno, così da far germogliare le vene, come se quest’organo fosse il bulbo da cui sbocciano i germogli, i sentimenti; vegetale e animale si fondono in un’appartenenza naturale, capace di riscaldare anche gli animi meno romantici.

La filosofia del kintsugi ricorre in diversi tuoi lavori. Cosa ti attrae di quest’antica pratica?

Kintsugi significa letteralmente “riparare con l’oro”, dando importanza alle rotture, amplificandole e arricchendole. Penso di avere una particolare attrazione per tutto ciò che è in grado di comunicare il tempo, inteso come tempo vissuto, storia.

Adoro gli oggetti che presentano una patina temporale o anche quelli nuovi, che possiedono però una forte identità, una forma che racconta il processo con cui sono stati realizzati. La storia che gli oggetti possono raccontare è la loro vita e credo che smontare, riassemblare sia nelle mie corde di creativo, è una cosa che ho sempre fatto.
Ricordo che da piccolo incollai i pezzi di un vaso rotto per gioco, immaginando di essere un archeologo… Credo non esista una metafora migliore per rappresentare il singolo individuo: l’uomo, come nella filosofia del kintsugi, è spesso frammentato, rotto in più pezzi; questi non devono essere un punto debole, bensì un punto di forza, in grado di arricchire ognuno di noi. Come le rotture dei vasi risultano impreziosite e tenute assieme dall’oro, la stessa cosa dovrebbe accadere per l’essere umano.

Marcantonio Sedie
Sedie con Germoglio, 2009  (ph. credits Marcantonio)

Al Salone del Mobile 2023 presenterai un nuovo progetto Window Lamp per Seletti, una finestra di luce dai toni onirici. Come è nato il progetto?

Window Lamp nasce da una visione: se immagino una casa visualizzo subito porte e finestre, le seconde sono gli occhi delle abitazioni, fanno entrare luce, illuminano le stanze. Una finestra con la vista di un bel cielo è un soggetto positivo e pop. Inoltre, le finestre possono essere messe dove desideriamo, creando una sorta di apertura sul mondo, senza alcun bisogno di un muratore né dei permessi del comune.

Il tuo design è spesso anche arte. Come fai convivere le due dimensioni espressive e quali opere rappresentano al meglio questa unione?

Sì, spesso le due categorie confluiscono l’una nell’altra, per questo mi risulta difficile spiegare quale sia stata l’evoluzione del mio lavoro. Ho sempre cercato di mettere anche in un piccolo oggetto la carica artistica che mi appartiene fin da quando ero piccolo. Mi sento un artista, dentro ho quel fuoco lì, quell’anima lì; e siccome adoro gli oggetti d’uso comune, applico il mio desiderio artistico a una lampada, una sedia, un portaombrelli… La volontà di trovare la magia, quel mondo immaginario, quell’accadimento, è la stessa che ho come artista.

Una delle opere che sicuramente rappresenta al meglio questo connubio è la linea Monkey Lamp: le scimmie ricordano molto gli uomini, per questo le ho spesso proposte anche nei miei lavori scultorei. Nella versione lampada, per Seletti, si intrufolano nelle nostre abitazioni: mi piace pensare che stiano rubando quelle lampadine, creando un rimando evolutivo, e che non siano affatto al nostro servizio, ma abbiano smontato qualche lampadario e gironzolino per casa indisturbate.

L’ironia attraversa come un filo conduttore tutte le tue opere, è anche una cifra del tuo carattere? Come la declini nei tuoi oggetti?

Assolutamente sì, l’ironia fa parte di me e delle mie opere: è una delle mie linee guida e mi toglie ogni dubbio, quando riguardo gli schizzi a convincermi davvero è sempre quello che mi fa sorridere; un po’ come accade nella letteratura o nel teatro attraverso l’utilizzo di espedienti narrativi, avviene la stessa cosa col design: l’unione dell’ironia al design e all’arte permette di conferire un ulteriore significato, un senso ludico che scatena la fantasia nella mente di chi osserva.

L’elemento ironico, nelle mie creazioni, potrebbe essere rappresentato dalla contrapposizione tra comodo e confortevole: ciò che è comodo risulta spesso funzionale, mentre il concetto di confortevole, quello in cui mi rivedo maggiormente, possiede una forte componente emozionale. La prima collaborazione con Seletti nel 2012, ad esempio, fu proprio la linea di mobili Sending Animals: la produzione s’ispirava alla relazione tra uomo e natura, mirando a un risultato semplice ma anche ironico, provvisto di una buona dose di tragicomico (nel caso in questione, è possibile che qualcuno abbia spedito degli animali?).

Marcantonio Qeeboo
Giraffe in Love, Qeeboo (ph. Marco Onofri)

Dove vorresti vedere una tua grande installazione, e quale messaggio vorresti lanciare attraverso essa?

Sicuramente mi piacerebbe vedere, in un museo o una galleria, Grande Anima. Rappresenta la realizzazione di un progetto nato nel 2011, disegnato prima delle scimmie, della giraffa e di tutto il resto. Quello che vediamo ora è una balena, lo scheletro di un cetaceo contenente luci, lampade; le luci sono accese, creano un volume luminoso, sono l’anima del grande animale.

Marcantonio Grande Anima
Grande Anima, 2023 (ph. Michele Vecchiotti)

Ma quest’essere, quindi, è vivo oppure no?

Il messaggio che vorrei lanciare riprende, ancora una volta, il rapporto tra uomo e natura riflettendo, ovviamente, sulla condizione dei nostri oceani e ancor più profondamente sulla vita e la morte, sul potenziale della cura, dell’attenzione o, al contrario, su quello delle conseguenze dell’individualismo che genera la vita contemporanea. Mi piace molto questo gioco indefinito e agrodolce tra rappresentazione drammatica e visione magica. La balena è viva, vola, accesa da luci che appartengono al nostro mondo, le luci siamo noi,  dipende tutto da noi.

Il tuo rapporto col mondo del vino e del bien vivre in generale? Hai un vino preferito, legato a un ricordo o un territorio?

No, in questo senso non ho un vino preferito, amo cambiare e legarmi continuamente a nuovi sapori ed esperienze.

Ordinary Jungle, 2016  (ph. credits Marcantonio)

Marcantonio Ad Naturam
Ad Naturam, Masciarelli, 2022 (ph. Barbarossa Studio)

Nell’immagine in apertura, Marcantonio Raimondi Malerba con alcune sue opere (ph. Mikael d’Alessandro)

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