Gian Paolo Barbieri: Unconventional, una mostra a colori

Il titolo della mostra, Gian Paolo Barbieri: Unconventional, rivela subito il taglio inedito della personale dedicata al grande maestro della fotografia. Una selezione di scatti a colori che mette in luce una parte meno conosciuta della vasta produzione dell’artista – tra i fotografi internazionali più influenti nell’ambito della moda – è esposta al pubblico presso 29 Arts in Progress. La galleria d’arte fotografica, situata nel quartiere milanese Sant’Ambrogio, che ha sempre rappresentato, fin dalla sua apertura, il lavoro di autori riconosciuti a livello internazionale e si concentra in particolar modo sul ritratto e sulla fotografia di moda, celebra Gian Paolo Barbieri con un’esposizione senza precedenti.

Fino al 25 marzo 2023 è possibile ammirare, infatti, una serie inconsueta di scatti, non immediatamente riconducibili all’obiettivo del creativo – vincitore nel 2018 del premio Lucie Award come Miglior Fotografo di Moda Internazionale. Si tratta di una sequenza di immagini innovative per location e styling, che si distinguono per un carattere ironico e provocatorio, ma al contempo ricercato e sofisticato. I rimandi alla storia dell’arte, alle ambientazioni eclettiche in luoghi esotici e i richiami a citazioni cinematografiche – provenienti, queste, dalle esperienze giovanili di Barbieri presso gli studi di Cinecittà a Roma, si susseguono nel percorso espositivo.

Luca Casulli, direttore della galleria meneghina, ci spiega: «La mostra si propone di far conoscere al pubblico un Gian Paolo Barbieri più contemporaneo attraverso scatti ambientati in location all’aperto, privilegiando l’outdoor rispetto allo studio, oltre a modelle e, in generale, pose e composizioni più spontanee, a volte ironiche, senza però mai rinunciare alle citazioni legate alla storia dell’arte e a quella letteraria e cinematografica, che rappresentano la cifra dell’autore».

Gian Paolo Barbieri top model
Alberta Tiburzi, Kenya, 1969 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

Un corpus fotografico meno noto, ma emblematico della cifra autoriale di Barbieri

Un ensemble anticonvenzionale nella poetica dell’artista, che si distacca radicalmente dal resto del suo lavoro, anche e soprattutto per l’uso dei colori. Il bianco e nero infatti, l’artificio prescelto da Barbieri per ritrarre i suoi soggetti, caratterizza la cifra stilistica del fotografo milanese. Un virtuosismo che permette di restituire figure che appaiono, così, distanti e inarrivabili, austere e sofisticate. Nelle immagini in mostra, il colore svolge invece una funzione inattesa, permettendo all’artista di fornire un’interpretazione  personale e innovativa della moda e della bellezza femminile: le donne si liberano per l’occasione delle pose più canoniche della fotografia fashion e assurgono a testimoni di una nuova eleganza, che ne sottolinea l’anima più disinibita e sensuale.

Gian Paolo Barbieri campagne
Gian Paolo Barbieri – Eva Herzigova, Milano, 1997 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

Quella messa in scena da Gian Paolo Barbieri: Unconventional è una narrazione attenta nella quale immagini più intime e spontanee di modelle e personaggi celebri come Eva Herzigova, Isa Stoppi e Donatella Versace, si alternano a fotografie iconiche tratte da alcune leggendarie campagne pubblicitarie, realizzate dall’artista per brand di moda italiani e internazionali, come Versace, Ferré, Vivienne Westwood, Dolce & Gabbana, Valentino e Armani. 

«In una sala, dedicata alla produzione di Barbieri degli anni Novanta, sono raccolte foto (tutte inedite) di campagne realizzate tra gli altri per Versace, Valentino e Ferré, che citano l’immaginario del film La dolce vita. Altri due scatti per Vogue Italia, con le veneziane abbassate e la luce soffusa, omaggiano invece American Gigolò. Qui Barbieri voleva veicolare
il fenomeno (in via di sviluppo) dell’edonismo di massa, caratteristico di un periodo, quello dei primi anni Ottanta, in cui cominciava ad imporsi il culto, la ricerca ossessiva della bellezza», ci racconta Casulli.

I riferimenti letterari, cinematografici e artistici da cogliere nelle immagini

Tra ritratti inediti e immagini dipinte a mano, l’exhibition di 29 Arts in Progress racconta la creatività e l’irriverenza di un artista, il quale ha sempre attinto al mondo delle arti visive per valorizzare e supportare quello della moda, elevata in tal modo al di sopra del proprio valore d’uso e della sua funzionalità. «Da sempre amo l’arte, in tutte le sue declinazioni. Fin da piccolo l’ispirazione al teatro e al cinema furono una spinta importante. Poi leggendo tanto, studiando l’arte classica, guardando ai maestri del passato o semplicemente guardandomi intorno e prendendo spunto da ciò che si animava intorno a me, sviluppavo il mio occhio artistico. Immaginavo e disegnavo nella mia mente ciò che avrei voluto fosse il risultato del servizio, costruivo i miei set in maniera impeccabile, sempre con una citazione, più o meno esplicita, all’arte, al cinema o all’architettura» (Gian Paolo Barbieri).

Il direttore di 29 Arts in Progress ci svela poi alcuni retroscena relativi agli scatti in mostra.

«In scatti più recenti, del 2016, per omaggiare i 400 anni dalla scomparsa di Shakespeare, Barbieri ha reinterpretato i cardini dell’opera del grande drammaturgo inglese, nel caso specifico ha trasformato Ofelia in una figura maschile, un supermodel brasiliano, riprendendo la tradizione del teatro settecentesco, in cui anche i personaggi femminili venivano impersonati da uomini».

Gian Paolo Barbieri arte
Gian Paolo Barbieri, Ophelia, Milano 2016 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

In mostra scatti di campagne per le maison più prestigiosi e omaggi a opere d’arte immortali

«Anche questo scatto, che ritrae la danzatrice di burlesque Janet Fischietto, si ispira all’opera di
Shakespeare. Barbieri ne ha curato anche lo styling, usando sandali di Giuseppe Zanotti creati ad hoc per lo scatto, intitolato La bisbetica domata. Anche qui si gioca con ironia sulla tragedia shakespeariana, la teatralità di Barbieri viene declinata in una chiave più moderna, grafica».

Gian Paolo Barbieri Shakespeare
Gian Paolo Barbieri – La Bisbetica domata, 2017 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

«Questa foto appartiene a una campagna per Vivienne Westwood degli anni Novanta, la modella in realtà non è seduta, l’effetto è dato dalla falsa prospettiva; qui Barbieri ha realizzato anche dei fondali, dipinti a mano, e per dare l’effetto sfocato che si nota nell’immagine ha applicato della vasellina sull’obiettivo fotografico. Oltre a scattare, Barbieri ha sempre coltivato altre passioni e abilità, in primis la pittura e il disegno, il suo lavoro è sempre stato multidisciplinare, trasversale».

Gian Paolo Barbieri citazioni
Gian Paolo Barbieri – Vivienne Westwood Londra 1998 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

Il lavoro immenso di un maestro dell’obiettivo che, col suo lavoro, ha contribuito a plasmare la fotografia di moda

Gian Paolo Barbieri, che ha riempito, con i suoi scatti iconici e senza tempo, per interi decenni, le pagine di Vogue Italia, Vogue Paris, Vogue America, L’Officiel, GQ e Vanity Fair, ed è inserito all’interno delle più prestigiose collezioni museali (tra cui il Victoria and Albert Museum e la National Portrait Gallery di Londra, il Kunstforum di Vienna, il Palazzo Reale di Milano, il MAMM di Mosca e il Musée du quai Branly di Parigi), è celebrato a Milano attraverso un corpus di immagini che, seppur meno noto, non tradiscono lo stile autoriale del fotografo.

La collezione esposta anzi, aprendo un varco nuovo che ci rivela infinite possibilità, propone una visione da un punto di vista inconsueto dell’opera dell’artista e offre una comprensione ancora più approfondita, seppur non esaustiva, del lavoro immenso di Gian Paolo Barbieri, che conta oltre un milione di scatti, ciascuno dei quali portatore di una propria simbologia e di un significato intrinseco, che ne fa un’opera d’arte unica e inconfondibile.

La mostra ha accompagnato anche l’uscita nei cinema italiani del primo docufilm sull’opera e la vita dell’artista, L’uomo e la bellezza, già vincitore del premio del pubblico al Biografilm Festival 2022 di Bologna.

Nell’immagine in apertura, Alberta Tiburzi, Kenya, 1969 – Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri _ 29 Arts in Progress gallery

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