‘Gucci Cosmos’, un’immersione nell’archivio del marchio della doppia G

È un video introduttivo a un mondo parallelo a mostrarci ciò che Es Devlin, poliedrica artista britannica, e Maria Luisa Frisa, curatrice e critica italiana, hanno creato per portare in mostra i 102 anni dell’universo Gucci a Shanghai con Cosmos. Al West Bound Center, museo affacciato sul fiume che bagna la megalopoli cinese, va infatti in scena il primo atto di una mostra che girerà il mondo dal prossimo 25 giugno, quando chiuderà i battenti nell’ex Celeste Impero.

Oltre un secolo di storia racchiuso in mondi immersivi, un complesso organismo espositivo di universi creati ad hoc per esplorare il mito e la simbologia di una maison ricca di heritage, oltre che di leggende e fatti di cronaca, che seppure abbiano poco a che vedere con il design, ne hanno comunque influenzato la percezione, la “favola”.

Il mito dell’archivio

Vediamo finalmente come vengono scelti i pezzi da esporre, l’interno dell’archivio della griffe, nel celebre palazzo fiorentino sede di Gucci, e come gli oggetti vengono trasportati, curati, anche posizionati e immaginati.

Questo video non è un semplice tour dell’esposizione, ma un vero e proprio dietro le quinte, che sebbene probabilmente romanzato, non è lontano dalla realtà. Il tutto è scandito dalle parole auliche, magiche di Frisa, che ci dice con spontaneità come a Shanghai, appena arrivata, potrà fare la cosa che ama di più al mondo, ovvero vestire i manichini.

C’è la mostra, ma anche la passione di chi l’ha pensata e creata; c’è il mondo di Gucci, ma anche le possibilità talvolta inesplorate della curatela di moda, come pochi sanno fare. Un video che comunica l’evento e allo stesso tempo tutto ciò che vi sta dietro, innovativo, semplice e appassionato. Es Devlin ci conduce invece attraverso la creazione di quello che è l’universo fisico della rassegna, fatto di emozioni, sentimenti e ricerca, per destreggiarsi in una storia che va da Guccio Gucci ad Alessandro Michele, con ampi riferimenti che arricchiscono l’immaginario, anche architettonico e scenografico, del brand toscano.

Dal video alla mostra, la curiosità è al massimo, e ci guida con la fame di un rapace attraverso stanze, simbologie e parallelismi.

Il mondo in una stanza

Le due donne ci accolgono attraverso una porta, replica esatta di quella del Savoy Hotel dove lavorò il fondatore della maison prima di creare la valigeria che l’ha lanciata e poi contraddistinta; una scenografia che ci trasporta nel mondo “primitivo” di Gucci, l’inizio, celebre e ormai ”consacrato”, di una label in divenire, sforzo creativo ed economico di un uomo dal brillante futuro.

Stanza Eden

Dopo questa porta la magia si fa più intensa, attraversiamo Eden e ci ritroviamo in una realtà colma di fiori, insetti, piante, riprodotte insieme su sciarpe, borse e accessori del celebre motivo Flora, disegnato da Vittorio Accornero de Testa negli anni 60, reinterpretato poi negli anni 90 da Tom Ford, per esempio con la borsa Jackie in versione floreale. Maria Luisa Frisa non solo sceglie con cura i pezzi da esporre, ma va ad indagare oltre la celebrità degli stessi, presentandoci oggetti magari meno conosciuti ma di egual – se non superiore – valore artistico e produttivo.

Gucci Cosmos
Stanza Eden, Gucci Cosmos

Stanza Zoetrope

Tra fiori e piante si apre poi la porta verso l’universo di Zoetrope, dov’è il motivo equestre anni 50 a fare il suo ingresso nell’iconicità della maison. Grazie ad una scenografia con grandi schermi e proiezioni, i cavalli galoppano in cerchio attorno a noi, al centro dello spazio, rendendoci partecipi di uno dei motivi più eleganti e ricercati del brand. Lo zootropio, inventato da W.G. Horner nel 1834, altro non è che un dispositivo ottico per visualizzare immagini in movimento, e qui Devlin e Frisa vi ricorrono per centralizzare lo spettatore nell’universo naturale e nella visione Gucci.

Gucci Cosmos Mostra
Zoetrope, Gucci Cosmos

Camminando nella stanza, salutano lo spettatore, oramai rapito e soggiogato dalla meraviglia, due statue di 10 metri illuminate, che somigliano molto ad Alessandro Michele, e indubbiamente introducono nella retrospettiva il tema Twins, caro all’ultimo periodo del brand. Statue vestite attraverso proiezioni di stampe delle collezioni uomo e donna Gucci, come inno al soggetto androgino, altrettanto importante nell’universo della doppia G.

Stanza Archivio

La stanza Archivio, invece, ci introduce nel magico place to be fiorentino, dove tutti vorrebbero entrare, ovvero l’archivio fisico della casa. Una serie di armadi in tinta blu cielo e specchi raccolgono l’eco degli interni del palazzo del marchio a Firenze, racchiudendo al proprio interno meraviglie come la Bamboo del 1947, svelando in parte misteri e metodi del “dietro le quinte”.

Gucci Cosmos 2023
Stanza Archivio, Gucci Cosmos

Subito dopo lo sfavillante cielo blu dell’Archivio, si dipana un ambiente buio chiamato Cabinet of curiosities, con strutture rosso laccato e scompartimenti in movimento, che mostrano al pubblico creazioni iconiche firmate Tom Ford, Frida Giannini e Michele. Subito dopo, 32 look vengono presentati come su una passerella con proiezioni virtuali, in vista del culmine della mostra.

Stanza Duomo

La stanza finale, Duomo, è un omaggio a Gucci ma, soprattutto, al capoluogo toscano. Qui la cattedrale di Santa Maria del Fiore si apre davanti ai nostri occhi già colmi di incantesimo, trasportandoci all’interno della cupola rinascimentale del Brunelleschi; un’esperienza immersiva, fiabesca, che proietta chiaro il messaggio che la curatrice, come del resto Gucci stesso, non perde occasione di trasmettere, ovvero che la moda si rinnova sempre passando attraverso il suo passato, ricordandoci che la storia è parte del presente e anche del futuro.

Gucci Cosmos Exhibition
Stanza Duomo, Gucci Cosmos

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