Karma B, “combattiamo le battaglie di tutte e tutti”

Si è già alzata l’onda Pride che, da fine maggio a settembre, tingerà tante città italiane dei colori dell’arcobaleno. Il 10 giugno, senza il patrocinio della Regione Lazio (negato cinque giorni prima dell’evento), colorerà le strade del centro storico della capitale. Al Roma Pride 2023 le madrine saranno Paola & Chiara, accompagnate da Carmelo e Mauro: le Karma B.

Un’onda Pride all’insegna dell’intersezionalità, per chiedere il riconoscimento di diritti civili che valgano per uomini e donne di qualsiasi colore, nazionalità, orientamento sessuale. Insieme per la libera circolazione delle persone nel mondo, per la protezione delle persone più vulnerabili, per politiche rispettose dei diritti umani, a tutela di migranti economici e richiedenti asilo. Per chiedere gli stessi diritti riservati alle coppie cis-etero in termini di accesso alle adozioni e alla procreazione medicalmente assistita. Per il riconoscimento del certificato europeo di filiazione.
Più di 50 diverse manifestazioni per chiedere diritti che non appartengono “ai gay”, ma agli esseri umani. Pride che non parlano di tolleranza, perché nessuno di noi vuole essere tollerato, ma di rispetto. Pride che, quest’anno, non verranno sostenuti da città come Pordenone e Gorizia, per il secondo anno di seguito dalla Regione Lombardia, che ne ospita ben sei, e neppure – notizia giunta dopo l’intervista – dalla Regione Lazio. Il tutto mentre il Parlamento europeo, che ha approvato la depenalizzazione universale dell’omosessualità, «esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-Lgbtiq a livello globale» e «condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia».

Il 10 giugno, nella città eterna, insieme alle sorelle Iezzi, torneranno dunque a esibirsi le Karma B, che a settembre rivedremo con Nunzia De Girolamo in Ciao Maschio; ne abbiamo approfittato per rivolgere loro alcune domande.

“Ciò che conta è trovare quello che ci accomuna invece che quello che ci divide e rende diversi”

Karma B 2023
Karma B (ph. Danilo D’Auria)

Ma quanto è importante che, in nome dell’intersezionalità, dopo gli ennesimi femminicidi, anche tutte le donne etero salgano su quei carri insieme alla comunità Lgbtq+?

Non solo ogni donna etero ma anche ogni uomo, ogni persona, tutte e tutti dovremmo manifestare per quelli che sono diritti elementari, diritti civili, diritti legati all’essere umano. Ognuno di noi appartiene a qualche minoranza e si può differenziare in qualche modo: per occhi, colore della pelle, sessualità. Ciò che conta, però, è trovare quello che ci accomuna invece che quello che ci divide e rende diversi. Siamo tutti unici, ma appartenenti all’unica grande famiglia umana.

Mai come in questo momento storico le manifestazioni di resistenza andrebbero sostenute dal basso…

Sì, mai come ora è importante essere in piazza e il 10 giugno, a Roma, noi ci saremo. Condividiamo “dal basso”, perché ogni lotta per i diritti nasce dal basso, poi a eventi come quelli di Roma e Milano prendono parte anche personaggi famosi e popstar. La capitale lo scorso anno ho registrato 900.000 presenze, Milano 300.000.
La novità, invece, sono i Pride che stanno iniziando a nascere nelle province, dove ce n’è davvero bisogno. Molti di noi sono stati ragazzini gay discriminati nella propria cittadina, nel paesino, e sono scappati nelle grandi metropoli. Avere il supporto dal basso è vitale, ma serve anche quello delle istituzioni: vorrebbe dire che siamo tutelati in quanto persone, com’è giusto che sia per qualunque cittadino. 

“Il Pride è come un enorme, collettivo sospiro di sollievo, gioioso, festoso e grato, perché siamo arrivati a un punto della storia in cui possiamo riprenderci posti che a lungo ci erano stati negati”

I Pride oltre che manifestazioni sono feste…

La gioia dei Pride sta nel fatto che proviamo a riappropriarci, per quel giorno, di quelle strade e piazze che negli altri giorni affrontiamo con paura, con sospetto, per timore di essere guardate/i, giudicate/i, umiliate/i, derise/i, addirittura picchiate/i, a volte uccise e uccisi. Quel giorno è come un enorme, collettivo sospiro di sollievo, gioioso, festoso e grato, perché siamo arrivati a un punto della nostra storia in cui possiamo riprenderci quei posti che a lungo ci erano stati negati.
C’è la gioia del concerto e anche la gioia della rivendicazione di diritti sociali. C’è la richiesta di visibilità: io merito di essere visto perché non ho niente che debba essere nascosto; perché essere visti, essere considerati, è la base per essere umani.

“Fa parte del Pride, e della liberazione che comporta, scendere in strada a chiedere i propri diritti vestiti più colorati, per farsi notare”

Karma B
Karma B (ph. Danilo D’Auria)

Arisa ha dichiarato: «la comunità Lgbtqia+ non è fatta solo di macchiette o scene plateali, ma di gente normalissima». Vi sentite due macchiette o due persone normali?

Rigettiamo in toto questa definizione: non esistono macchiette né contesti plateali. Ognuno è quello che si sente di essere ed esprime la propria identità come ritiene più opportuno, nessuno può né deve arrogarsi il diritto di usare un termine del genere. Sono persone, non sappiamo cosa c’è dietro la maschera: queste definizioni buttate là con leggerezza possono essere molto dolorose.
Il Pride stesso, come nasce in America, è manifestazione di gioia e divertimento. Quel giorno è come quando una squadra di calcio vince il campionato e si scende in piazza con dei look particolari; non vuol certo dire che quelle persone siano così anche nella quotidianità.
Fa parte del Pride, e della liberazione che comporta, scendere in strada a chiedere i propri diritti vestiti più colorati, per farsi notare di più. E se pure, non solo quel giorno, ma tutti i giorni della propria vita, chiunque di noi decidesse di andare in giro vestito come un camaleonte, nessun altro avrebbe il diritto di definirlo macchietta. Noi invitiamo tutti e tutte a presentarsi al Pride come vogliono, anche in giacca e cravatta.

“Siamo intersezionali, le battaglie di uno sono le battaglie di tutti”

Il Corriere della Sera stima che i genitori grazie alla gestazione per altri siano circa 250 coppie l’anno, nel 90% dei casi eterosessuali. Quanto la battaglia contro la GPA rischia di essere usata in modo proditorio da forze politiche che manifestano valori omofobi? Non si rischia l’effetto boomerang, vanificando battaglie più urgenti che tutelerebbero un maggior numero di persone? Parlo del matrimonio, dell’adozione, del mantenimento dei diritti acquisiti di figli di coppie omogenitoriali, dei diritti dei figli nati e registrati all’estero. Noi abbiamo, adesso, figli ai quali sono stati negati il 50% dei diritti che derivano loro dal genitore “cancellato”, come l’assistenza sanitaria, i diritti ereditari, tutte le tutele che spettano loro. Siamo tornati ai figli illegittimi.

Partiamo dal discorso delle famiglie omogenitoriali: l’ultima volta che c’è stata una grande discussione su questo tema è stato quando sono state approvate le unioni civili, nel 2016. Allora furono stralciati gli articoli sulla stepchild adoption: storicamente è una ferita aperta nella nostra comunità. Secondo la nostra personalissima opinione, quello che sta accadendo è una conseguenza delle tematiche che sono state congelate nel tentativo di avere almeno un minimo di legge sulle unioni civili. Questo ha originato una serie di problemi, tra i quali il cambio di rotta sul riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso, centrali tra le rivendicazioni di quest’anno.
A nostro avviso, la GPA è un tema che forse svia, però fa parte di una serie più grande di rivendicazioni. C’è una parte di comunità, anche se piccolissima, di uomini che avvertono questa necessità, e in quanto tale va rappresentata. È un po’ come il claim della violenza contro le donne: se toccano una, toccano tutte. Non esiste una percentuale troppo piccola perché non sia presa in carico dall’intera comunità. Che poi alcuni esponenti politici ne facciano un argomento fantoccio, usandolo in modo divisivo, è vero, ma non è colpa nostra. Non combattiamo solo le battaglie che ci riguardano strettamente: siamo intersezionali e le battaglie di uno sono le battaglie di tutti. Non si lascia indietro una rivendicazione per paura che le altre vengano sminuite. O perché il 90% di chi ne beneficerebbe è rappresentato da coppie etero.

“Tutti i cittadini e le cittadine, di qualsiasi genere e etnia, hanno il diritto di trovare il loro posto in Italia”

Karma B drag queen
Le Karma B al Pride con Elodie

Il 2 giugno avete aperto Propaganda Live su La7 cantando l’Inno di Mameli in abito tricolore. Avete fatto discutere…

Non è una provocazione. Siamo orgogliose del nostro Paese. Vedere due drag queen che cantano l’Inno d’Italia potrebbe sembrare una provocazione, ma non lo è. È una “dichiarazione” d’amore per il nostro Paese, e sottolineiamo “nostro” in quanto, secondo noi, tutti i cittadini e le cittadine, di qualsiasi genere e etnia, hanno il diritto di trovare il loro posto in Italia. Non a caso abbiamo scelto la strofa che recita «noi siamo da secoli calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi», perché vorremmo che finalmente si ritrovasse uno spirito comune che ci porti tutti insieme nella stessa direzione, per uno stato inclusivo, dove ci sia posto e spazio per tutti e per tutte.

Karma B tv
Le Karma B a Propaganda Live

“Ciao Maschio è una trasmissione di successo che non parla di politica, ma dell’essere umano”

State anche lavorando a un disco. Cosa farete quest’estate?

Stiamo lavorando ad una serie di canzoni con vari autori e autrici e siamo in attesa di notizie su un altro progetto televisivo. Sarà anche un’estate di incontri in giro per l’Italia. Prima della tournée, che inizierà a fine anno, saremo madrine del Catania Pride il 17 giugno e, il 1 luglio, del Lecce Salento Pride.
Faremo poi una serie di date dove incontreremo il nostro pubblico; non si tratterà di un concerto da replicare sempre uguale, ma di una serie di incontri diversi che nasceranno di volta in volta insieme al pubblico presente. Saremo l’8 giugno a Roma per La Pride Croisette, il 10 al Roma Pride, il 15 a Rimini per We Make Future e il 30 giugno a Ventimiglia. Il 15 luglio al Martina Franca Siamo tutte Pride, il 4 agosto a Cagliari Poetto, il 12 agosto a Cuneo e l’8 Settembre al Padova Pride Village Virgo. Altre date sono in corso di definizione.

Karma B programmi
Karma B con Nunzia De Girolamo, conduttrice di Ciao Maschio

A settembre vi rivedremo in Rai?

Incrociamo le dita. Nel mondo dello spettacolo non si conferma niente finché non sei sul palco. Nunzia (De Girolamo, ndr) lo ha detto in trasmissione nell’ultima puntata e il nostro desiderio è quello di tornare a lavorare con lei. È sensibile, aperta su molti temi e ci piacerebbe prendere parte anche alla quarta edizione del programma.
Ciao Maschio è una trasmissione di successo che non parla di politica, ma dell’essere umano. Quindi incrociamo le dita per l’edizione 2024. 

Karma B drag
Un ritratto delle Karma B (ph. © Guido Fuà)

Nell’immagine in apertura, Carmelo e Mauro, alias le Karma B (ph. Danilo D’Auria)

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