Nicolas Maupas, un ossimoro felice

«Lo scorso 29 ottobre ho compiuto 24 anni». «Complimenti! È contento di aver fatto così tanta strada, alla sua età?». «Mah, non so. Anche da piccolo, a ogni compleanno si accompagna il timore di ritrovarmi grande in fretta. Da sempre ho consapevolezza di come e quanto velocemente passi il tempo, e perciò ho paura di non averne abbastanza per fare tutto quel che voglio fare, soddisfare tutte le mie curiosità, realizzare tutti i miei progetti. Mi definisca pure Peter Pan però, se dovessi decidere, preferirei rimanere anagraficamente dove mi trovo adesso». In un’Italia dove è stata cancellata dai dizionari la parola “vecchio”, i figli quarantenni non hanno intenzione di andarsene da casa di mamma e papà, si chiama “giovane” chi spegne 50 candeline sulla torta, Nicolas Maupas rappresenta una felice eccezione.

Nicolas Maupas
Look CHB-Christian Boaro, boots Sonora

Se si dovesse condensare il suo carattere in due parole, avremmo bisogno di ricorrere all’artificio dell’ossimoro barocco (del tipo celestiale inferno, ghiaccio bollente, attimo infinito, dolcezza amara e così via). E questo non perché lui contenga contraddizioni, o peggio, delle irritanti ipocrisie: ma perché è un sognatore con i piedi ancorati alla realtà, un’anima antica rivestita da un corpo scattante, un potenziale divo che non rinuncerebbe mai ai soliti amici, una persona totalmente calata nel suo tempo ma nello stesso non passibile di subirne passivo ogni sua manifestazione: prima tra tutte l’uso forsennato dei social che, per lui, impediscono di godere del momento e fanno sì che il tempo, quel tempo che passa e scorre via con maleducata impertinenza, sia impiegato più a mettere filtri, caption e hashtag quando invece bisognerebbe viverlo e basta.

“Non rincorro la fama facile, il successo istantaneo: vorrei costruirmi un percorso che mi renda sempre più bravo e capace”

Educatissimo e pungente, tenero e sarcastico, colto ma non saccente, gentile e sornione, è stato premiato proprio da MANINTOWN con il Next Generation Awards, iniziativa realizzata con MI HUB Agency che premia e promuove i nomi dei giovani talentuosi del panorama attoriale e creativo. «Ne sono felicissimo, anche se non rincorro la fama facile, il successo istantaneo: vorrei costruirmi un percorso che, film dopo film, personaggio dopo personaggio, mi renda sempre più bravo e capace. Ma non vorrei mai che la mia carriera mi trasformasse in una persona diversa da quella che sono, uno che magari rinnega le persone più care sacrificandole all’altare della gloria. Pretendo, esigo di rimanere me stesso, con le mie abitudini, le mie delicatezze e i miei malumori, cosa che mi è concessa proprio dall’amore di chi mi sta vicino».

Milanese, di stanza a Roma da due anni, è figlio di papà francese e mamma italiana – entrambi impegnati in professioni ad alto voltaggio culturale: lui art director, lei giornalista – riconosce che molta della sua cultura visiva e libraria, li deve proprio a loro: «Specialmente mia madre mi faceva vedere film neorealisti, capolavori di grandi registi del passato, rappresentazioni teatrali memorabili. Con il risultato che adesso ammiro sia i blockbuster dei supereroi, sia le pellicole più impegnate, sia quelle di un passato che sono degli evergreen come A piedi nudi nel parco». Ancora duplicità, ancora doppiezza? «Ma no, solo una sconfinata curiosità, che poi è alla base del mio lavoro. Un lavoro che ci vede anche “ladri”, nell’accezione migliore: gli attori hanno il diritto-dovere di “rubare” dai colleghi più adulti, più bravi, più capaci».

“Gli attori hanno il diritto-dovere di ‘rubare dai colleghi più adulti, più bravi, più capaci”

Nicolas è divenuto celebre per la serie tv Mare Fuori con cui debutta nel 2019 ed è arrivata ormai alla terza stagione, seguita da un’altra serie, Un professore in cui recita come Simone, figlio di Dante, interpretato da Alessandro Gassmann. Per Netflix si è calato nei panni di Hans nel teen-movie Sotto il sole di Amalfi e nella serie Odio il Natale in cui è Davide (uno studente di cui Anna, interpretata da Pilar Fogliati, si innamorerà), fino a Sopravvissuti, nel ruolo di Robert, un ragazzo che torna, con i pochissimi altri superstiti, in mare aperto, sul luogo dove hanno avuto un grave incidente. Al momento, sta girando l’ennesima serie: «Non posso dirle il titolo sennò mi linciano, diciamo che ha a che fare col paranormale e il mistero», prodotta dalla Rai con Amazon.

Nicolas Maupas serie
Suit CHB-Christian Boaro, silver collier Giovanni Raspini, boots Sonora

“In occasioni che richiedono un abbigliamento elegante, l’abito è come un’armatura, una protezione, una morbida corazza”

Un curriculum già notevole, ma che per lui è «il naturale e organico sviluppo di quella che per me è stata come una “chiamata alle armi”, una vocazione, come quello che succede un po’ ai sacerdoti: per me attori si nasce, non si diventa. Anche se naturalmente ho imparato moltissimo nelle classi di tecnica e di scena al fACTORy 32 di Milano con Michael Rogers e successivamente l’Accademia09».

Come scriveva Michelangelo Buonarroti in uno dei suoi sonetti, anche Nicolas “non fa niente senza gioia”, compreso il fatto di scoprire di amare la moda e il vestire: «Mi concio come uno scappato di casa quando non lavoro, ma in occasioni che richiedono un abbigliamento elegante, come quando sono stato sul red carpet a Venezia, l’abito è come un’armatura, una protezione, una morbida corazza. Mia madre nasce come giornalista di moda, per cui il mondo dell’apparenza mi ha sempre incuriosito come fenomeno sociale. Anche se io poi, nella vita di tutti i giorni, onestamente non ci penso e mi metto la prima cosa pulita che trovo».

Nicolas Maupas film
Kimono Angelos Frentzos, silver collier Giovanni Raspini

“La nostra è una cultura mista, dalle influenze provenienti da geografie differenti e da stimoli tanto veloci quanto diversi”

Nicolas afferma che se l’Italia, ahinoi, è un paese per vecchi, è altrettanto vero che i suoi coetanei appartengono a una generazione «abituata innanzitutto a realizzare progetti senza budget perché siamo comunque nati in un’epoca di benessere economico molto relativo ma che, proprio per questo, fa brillare le menti più ricche di idee e favorisce non l’espandersi dell’individualismo, ma il lavoro in team. E mi riferisco non solo agli attori, ma anche ai musicisti, agli artisti, agli scrittori. In questo siamo molto diversi dai trenta/quarantenni che, invece si sentono in generale traditi da una società che aveva promesso loro soldi e occupazione, e oggi si ritrovano a combattere contro mille ostacoli. Inoltre, la nostra, anche se indubbiamente espressa più con l’immagine che non sulla consistenza, è una cultura mista, dalle influenze provenienti da geografie differenti e da stimoli tanto veloci quanto diversi.
Sicuramente questo è offerto dal periodo in cui siamo nati: in recitazione si parla di “circostanze date”, ovvero fatti e situazioni che influiscono sulla storia del personaggio, e diventano elementi d’azione anche se si sono svolte in un passato che non riguarda o non coinvolge la trama in scena. Noi, nati in anni già complessi, ci ritroviamo quasi spontaneamente a non ritrovarci nell’aspirazione quasi ottocentesca di trovare lavoro-sposarsi-comprare casa, perché oggi non è più possibile. Da questa contingenza, come dice anche uno dei miei filosofi preferiti, Umberto Galimberti, deriva la differenza tra noi e i Millennial che magari hanno molte più cose in comune con la generazione dei miei genitori che con la nostra. Inoltre, combattiamo diverse battaglie: per i diritti civili, per ristabilire un equilibrio economico, per non mandare in rovina il pianeta».

“Amo l’estetica, ma trovo sia più rilevante avere dei tratti regolari, perché questo mi permetterà di interpretare ruoli sempre diversi”

Nicolas Maupas Netflix
Total look Zegna

Con pacata combattività, Nicolas risponde con molta concretezza anche quando chiediamo come gestisce l’essere oggettivamente piacevole alla vista e all’udito (ha una voce bellissima). Aneddoto: una volta, passeggiando con la mamma, viene circondato da ragazzine che gli lanciavano, cuoricinando gli occhi, sguardi più potenti di qualsiasi like. E lui chiede alla genitrice chi ci fosse di così importante dietro di loro, o se avesse il giubbotto macchiato, non arrivando minimamente a pensare che fossero diretti a lui: è vero?

(Ride) «Sì, ma io sono un po’ tonto. Essere considerati fisicamente gradevoli ha un suo valore. Amo l’estetica, ma personalmente trovo sia più rilevante avere dei tratti regolari, perché questo mi permetterà di interpretare ruoli sempre diversi, di imbruttirmi, di invecchiarmi, di dar vita a tanti personaggi. Più cambio la mia, di estetica, più sono felice. Anche perché, con questa faccetta pulita da bravo ragazzo che mi ritrovo, la vedo dura a fare il cattivone mafioso, o il killer…».

Nicolas Maupas Instagram
Total look Zegna

Potrà farli più tardi, no? «Mah, speriamo…».  E, nel frattempo, chi le piacerebbe interpretare? «Un personaggio storico. Amo tantissimo ricostruire il mondo in cui ha vissuto un individuo, a cui posso dare una realtà con le mie reazioni emotive se penso a come mi sarei comportato se fossi vissuto nella sua epoca». E da chi vorrebbe essere diretto? «Se devo sognare, penso a Paolo Sorrentino, a Wes Anderson, a Quentin Tarantino, a Giuseppe Tornatore, Luca Guadagnino, Matteo Garrone». Succederà, no? C’è tempo, lei è giovane… «Eh no, non tanto: il tempo è inesorabile e va via troppo rapidamente. Non mi faccia venire l’ansia, gliel’ho detto che ho paura».

Nicolas Maupas social
Leather trench Prada

Credits

Talent Nicolas Maupas

Editor in Chief Federico Poletti

Text Antonio Mancinelli

Photographer Davide Musto

Fashion Editor Rosamaria Coniglio

Stylist assistant Antonietta Ragusa

Hair Antonio Navoni

Grooming Chiara Viola

Location Teatro Zelig

Nell’immagine in apertura, Nicolas Maupas indossa look CHB-Christian Boaro, boots Sonora

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