London Calling: un weekend nella capitale della Union Jack

Londra è forse una delle capitali europee in cui meglio si esprime la combinazione tra spirito storico, tipico delle città del Vecchio Continente, e progresso contemporaneo. Lo si deve soprattutto all’influenza secolare che esercita la monarchia inglese, ancora regnante, e al frizzante contesto socioculturale metropolitano che, nella seconda metà del Novecento, ha visto nascere le principali controculture europee, alcune delle quali mantengono uno status cult ancora oggi.
Con la smodata quantità di stimoli che offre la city, organizzarvi un weekend può rivelarsi un’impresa demoralizzante: ecco quindi una proposta di tour londinese firmata MANINTOWN.

La recente incoronazione del nuovo monarca Carlo III, succeduto alla regina Elisabetta II dopo la morte della sovrana più longeva di sempre, avvenuta l’8 settembre 2022, ha rinnovato l’animo patriottico britannico, l’ammirazione per alcuni componenti della royal family e fornito l’occasione per un ripasso di storia inglese al resto del mondo. Per questo motivo, la prima parte della permanenza sarà caratterizzata dalla riscoperta di alcuni capisaldi del ricco passato aristocratico del Regno Unito.

The Gore London Hotel

Il chek-in al The Gore Hotel permette di respirare subito l’aria quintessenzialmente britannica, un po’ nostalgica e decisamente lussuosa del quartiere di Kensington. Fondato nel 1892 da due sorelle discendenti del capitano James Cook, celebre esploratore settecentesco, questo boutique hotel nasce come residenza di servizio per i visitatori della grande esposizione di Londra, organizzata sotto il patrocinio del principe Alberto, consorte della regina Vittoria. All’epoca la struttura accolse gli ospiti che volevano soggiornare nel cuore della “zona più alla moda della città”, vale a dire negli edifici ai civici 189 e 190 di Queen’s Gate, che formano il Gore oggi.

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The Gore Library

Esempio dell’antico lustro britannico, con personale in livrea, carrozze trainate da cavalli e un ascensore idraulico (allora vero simbolo di ricchezza e modernità), oggi sono rimasti i letti antichi intagliati e le opere d’arte originali, insieme a pezzi raccolti a mano e dettagli d’epoca, che arricchiscono i sei piani della struttura.

Il quartiere londinese in cui è immerso l’hotel vanta la presenza della Royal Albert Hall, oltre che dell’adiacente, iconico Bar 190: qui i pannelli di legno originali e gli arredi sontuosi dominano bancone e pareti, decorate con le immagini della famosa festa di lancio dell’album Beggars Banquet dei Rolling Stones, tenutasi il 6 dicembre 1968. Il Gore Hotel di Kensington venne scelto in quanto struttura particolarmente adatta a richiamare un’atmosfera artistica e démodé, in provocatoria contrapposizione allo stile musicale ed estetico della band. Fun fact: i Rolling Stones si presentarono al banchetto abbigliati come ironici menestrelli medievali, e conclusero la serata aizzando una vera e propria guerra di torte in faccia.

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The Gore Judy Garland junior suite

Style & Society: Dressing the Georgians

Una passeggiata attraverso il maestoso Hyde Park, in cui si trova la statua commemorativa di Lady Diana, è d’obbligo per raggiungere la Queen’s Gallery di Buckingham Palace.
Costruito nel 1831 all’angolo sud-ovest del palazzo, di fronte al giardino, l’edificio era uno dei tre identici conservatori di Buckingham, ma venne distrutto in un raid aereo nel 1940, dopo essere stato ripensato come cappella per la regina Vittoria. Su suggerimento della Regina e del Duca di Edimburgo, la cappella in rovina fu riqualificata come galleria per la Royal Collection nel 1962 e infine modernizzata per celebrare il Giubileo d’Oro della regina Elisabetta. L’espansione della Gallery, inaugurata dalla sovrana nel maggio del 2002, è stata l’aggiunta più significativa a Buckingham Palace in 150 anni di storia.

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Queen Charlotte, Thomas Gainsborough (ph. Royal Collection Trust)

Al suo interno, in questo periodo, è possibile visitare l’esposizione Style & Society: Dressing the Georgians, che permette di esplorare la vita rivoluzionaria e lo stile dei georgiani, dal vestito pratico del personale domestico agli abiti scintillanti sfoggiati a corte.
La mostra rivela cosa può dirci la moda sulla vita nella Gran Bretagna del XVIII secolo: un periodo rivoluzionario di commercio, viaggi e tecnologia, che ha rinnovato e diffuso le tendenze d’abbigliamento a tutti i livelli della società.

Si intuisce come i georgiani abbiano introdotto molte delle tendenze culturali odierne, tra cui i primi stilisti e “influencer”, la nascita di una stampa fashion specializzata e lo sviluppo dello shopping come attività ricreativa. Tutto ciò passa all’osservatore tramite i magnifici dipinti, stampe e disegni di artisti come Gainsborough, Zoffany e Hogarth, oltre ai lussuosi tessuti, ai gioielli scintillanti e alla gamma di accessori esposti, dalle scatole da tabacco alle spade.

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Un dipinto in mostra (ph. Royal Collection Trust)

Floris London

Per concludere la giornata con un’esperienza più leggera, ma pur sempre formativa, ci dirigiamo al numero 89 di Jermyn Street, in St. James’s Square, dove gli aromi di Floris London ci accolgono e risvegliano i nostri sensi. Si tratta di un edificio inserito nella National Heritage List nazionale; vanta più di 300 anni di esistenza – e resistenza – come caposaldo del settore della profumeria di lusso internazionale.
Una volta varcate le celebri porte blu della boutique, ci si addentra in un microcosmo davvero affascinante, intriso di passione, artigianato e interni d’antan. Gli armadi in mogano spagnolo e le opere in vetro risalgono infatti al 1851, l’anno della Great Exhibition di Londra, a testimonianza della storicità del negozio.

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Floris London, 89 Jermyn Street

Un luogo d’epoca colmo di ricordi

L’azienda è familiare e a conduzione privata: da ben sette generazioni vengono trasmesse ricette, segreti e aneddoti stuzzicanti sulla lavorazione e produzione dei prodotti di alta qualità Floris, oltre che sull’invidiabile clientela che frequentava lo store, nomi del calibro di Beau Brummel, Oscar Wilde, Winston Churchill, Ian Fleming, Marilyn Monroe e David Bowie, che hanno acquistato o ispirato la realizzazione di alcuni dei profumi più iconici del marchio.

Alcuni sono ancora sugli scaffali, altri risultano ormai fuori produzione, sono comunque tutti esposti nel retro del locale, insieme ad altri oggetti d’archivio, nello spazio museale ottenuto con il restauro del 2017. Vi si possono ammirare lettere, documenti, boccette e flaconi che hanno contribuito all’evoluzione del brand Floris London, mentre il personale, preparatissimo, ve ne racconterà caratteristiche e vicende storiche. L’esperta guida dei profumieri Floris è presente in negozio per il servizio fragranze su misura, di cui i clienti possono usufruire per creare un jus unico e speciale, rendendo la visita nella capitale britannica davvero indimenticabile.

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Interni dello store

Una volta riemersi dall’atmosfera sofisticata e lievemente posh (perché no?) della prima parte del tour, siamo pronti per indagare il coté più internazionale e progressista della città.

Andaz London Liverpool Street

L’Andaz London Liverpool Street è l’hotel perfetto dove alloggiare, se si vuole respirare l’aria pregna di contaminazioni estetiche e culturali della metropoli londinese.
Incastonato tra le viuzze medievali dello storico distretto finanziario della city, si tratta di un 5 stelle che dal 2007, anno in cui ha aperto le porte al pubblico, ha segnato ulteriormente il quartiere con il suo stile artistico, in cui convivono passato e presente.

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L’esterno dell’hotel, su Liveropool Street

Calato nella rinnovata e sempre più attraente area di Liverpool Street, l’Andaz London ha fatto dell’est cittadino la sua cifra, integrandosi nella zona con una prospettiva locale e servizi adatti a una clientela internazionale. E forse non c’è nulla di maggiormente “loc” di questo edificio di ascendenza vittoriana, con i suoi mattoni rossi e le torrette che svettano nel cielo cittadino.
Nato Great Eastern Hotel nel 1884 e insignito del titolo ‘grade II’ della National Heritage List for England, l’Andaz London occupa il suolo su cui nel 1200 sorgeva il Bethlehem Hospital. Viene ribattezzato col nome odierno quando entra a far parte dell’esclusivo portfolio di proprietà luxury Boundless Collection della multinazionale Hyatt.
Al suo interno, le scelte di design e arredamento amalgamano perfettamente l’heritage più conservativo, tradizionale e vittoriano del palazzo e della city con l’anima vibrante della East London contemporanea.

Dover Street Market

Lasciare una delle 267 camere (15 suite comprese) dell’Andaz London sarà la prima impresa della giornata, ma una visita all’iconico Dover Street Market vi regalerà la giusta motivazione. A due passi da Trafalgar Square, questo celebre store multibrand è una tappa obbligata per gli amanti della moda e del design di lusso più avant-garde e di ricerca.

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Pianoterra del Dover Street Market

Rei Kawakubo, stilista della griffe giapponese Comme des Garçons, e il marito Adrian Joffe sono i fondatori dell’insegna. Insieme, nel settembre 2004, hanno dato vita a una realtà unica nel settore dei multimarca, fondendo gli elementi estetici e architettonici tipici di un mall con quelli di uno spazio espositivo. Il risultato è un negozio di 1200 metri quadri suddivisi su tre piani e un seminterrato, comprensivo di gioielleria e ristorante.

A ogni piano, i prodotti dei brand sono esposti come in una vera e propria galleria d’arte: ogni allestimento costituisce un microcosmo a sé, ammirabile al pari delle installazioni artistiche presenti nelle sale. Ne è un esempio la parete vicino al ristorante Rose Bakery, dove sono disposte alcune pagine del look book del River Café, iconico ristorante stellato di Ruth Rogers sulle sponde del Tamigi. La chef ha lanciato il primo libro di ricette che mette in discussione i codici estetici ed espressivi del genere editoriale, accostando alle immagini dei piatti (pensati per essere preparati anche da bambini) scatti di altri oggetti, animali, composizioni vegetali e non, da cui originano associazioni di significati inedite.

“Creare una sorta di mercato in cui artisti e stilisti di vari settori si riuniscano e incontrino in un’atmosfera di bellezza e caos”

Tale volontà di giocare con differenti matrici di senso, per dar vita a nuovi stimoli intellettuali, è anche alla base della nascita di Dover Street Market. Sembrerebbe che dietro la progettazione dello store ci sia lo storico Kensington Market, che Kawakubo visitava spesso e a cui si è ispirata. Il mercato, infatti, ha sempre goduto di grande popolarità, dagli anni ’70 fino alla chiusura nel 2001. Un concetto esplicitato dalla designer stessa, che ha parlato di «creare una sorta di mercato in cui artisti e stilisti di vari settori si riuniscano e incontrino in un’atmosfera di bellezza e caos, che veda trovarsi e mescolarsi spiriti affini, animati ciascuno da forti concezioni personali».

David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away)

Il mescolamento e incontro di idee e animi più o meno affini è forse ciò che più caratterizza il cuore pulsante di Londra: una città i cui spazi urbani onorano nelle denominazioni la monarchia, ma sono attraversati da un effervescente melting pot. Ed è in quest’ottica che consigliamo di concludere il weekend con una visita alla mostra David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away), presso lo spazio Lightroom, al 12 Lewis Cubitt Square. La sua inaugurazione, a febbraio, ha segnato anche l’apertura della nuova sede artistica, orientata principalmente alla presentazione di spettacoli a led e progettata in collaborazione col celebre artistar britannico.

Attraverso proiezioni su larga scala, il visitatore viene coinvolto in un’esperienza immersiva mentre scopre i quattro piani dell’edificio, grazie anche al sistema audio di ultima generazione Holoplot X1 Matrix Array, il primo fisso nel Regno Unito. Lo spazio espositivo è stato progettato da 59 Productions in stretta cooperazione con il rinomato studio d’architettura Haworth Tompkins, e vanta la presenza di un ampio foyer, un negozio di souvenir, un bar e un’area salotto in collaborazione con l’iconico ristorante St. John.

Un’esperienza variopinta e coinvolgente

All’interno dell’esposizione si viene condotti dallo stesso Hockney lungo un viaggio che attraversa i sessant’anni della sua pratica artistica, analizzata attraverso i suoi occhi. Il fascino che l’artista sostiene di provare per la vita, in tutte le sottigliezze e dettagli comunemente ignorati, si intreccia al genuino interesse per i nuovi media e le loro potenzialità. Ne risulta uno spettacolo vibrante, in cui sei capitoli a tema compongono un ciclo unico, che comprende una partitura appositamente composta da Nico Muhly e un commento di Hockney. Attraverso le rivelazioni sui processi creativi che utilizza, come il catturare lo scorrere del tempo nei suoi collage di polaroid o la natura sull’iPad, oppure le rivisitazioni animate dei suoi progetti teatrali, l’autore si avvicina allo spettatore come mai prima d’ora, invitandolo allo stesso tempo ad accostarsi alla vita seguendo approcci sempre nuovi.

Nell’immagine in apertura, la Tudor Suite dell’hotel The Gore London

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