‘Unseen Colour’, le foto (a colori) di Werner Bischof in mostra al MASI Lugano

La stagione espositiva 2023 del MASI Lugano (Museo d’arte della Svizzera italiana) si è aperta il 12 febbraio con l’omaggio a un grande maestro del reportage e della fotografia del Novecento: Werner Bischof. La retrospettiva, intitolata Unseen Colour, si propone di esplorare in modo completo, per la prima volta, l’opera a colori del fotoreporter originario di Zurigo, attraverso circa 100 stampe digitali ricavate da negativi originali impressi dal 1939 agli anni ’50, restaurati per poter dare vita a questo progetto.

Fino al 2 luglio 2023, sarà dunque possibile vedere lavori inediti dell’artista svizzero, capace di combinare, come pochi altri, estetica ed emozione in scatti perfetti. Si tratta di una selezione di immagini molto diverse fra loro: si va dagli esperimenti formali dei primi anni di ricerca alle fotografie di studio e moda, dal racconto del dopoguerra in Europa alla presentazione intima dell’Estremo Oriente, dalle campagne negli Stati Uniti fino all’ultimo viaggio in Sud America.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Scheidegger & Spiess e Edizioni Casagrande in italiano, inglese e tedesco, con testi di Tobia Bezzola, Clara Bouveresse, Luc Debraine e Peter Pfrunder.

Werner Bischof mostra
Werner Bischof. Unseen Colour veduta dell’allestimento / installation views
© MASI Lugano, ph. by Alfio Tommasini

Un inedito, coloratissimo corpus fotografico

Werner Bischof, artista della fotografia attivo tra la metà degli anni Trenta e quella degli anni Cinquanta del XX secolo, è conosciuto soprattutto per i suoi importanti reportage in bianco e nero, effettuati ai quattro angoli del mondo, nei quali ha raccolto scatti iconici, offrendoci dirette testimonianze della guerra e sensibili rappresentazioni dell’umanità. Membro, già nel 1949, della prestigiosa agenzia internazionale Magnum Photos, la produzione di Bischof si distacca però da quella dei colleghi del gruppo. Il fotorepoter, infatti, aveva colto da subito le potenzialità che il colore iniziava a offrire come mezzo espressivo, rendendolo così parte fondamentale del suo processo creativo. In un tempo in cui l’uso delle cromie su pellicola era limitato quasi esclusivamente al mercato della stampa, in un’ottica commerciale, Bischof è tra i primi a offrire la sua visione (d’autore) di un mondo a colori.

Un viaggio colorful nel mondo di Bischof

Il percorso espositivo nasce dall’idea delle curatrici Ludovica Introini e Francesca Bernasconi, in collaborazione con Marco Bischof, figlio del fotografo, di individuare nei differenti mezzi tecnici le sezioni in cui suddividere la mostra. Le opere esposte coprono tutto l’arco della carriera di Bischof, e sono frutto dell’utilizzo di tre diverse macchine fotografiche: una Rolleiflex dal caratteristico negativo quadrato, una moderna e tascabile Leica, e una Devin Tri-Color Camera, macchina ingombrante e tecnologica, impiegata soprattutto per scopi commerciali poiché fu una delle prime a permettere di ottenere immagini a colori.

Non a caso, l’esplosione dei cromatismi si apprezza soprattutto nel corposo gruppo di opere scattate in Europa con la Devin, che garantiva una resa di altissima qualità e definizione. Queste immagini sono fruibili al pubblico per la prima volta grazie alla scoperta di Marco Bischof, nel 2016, di centinaia di negativi su lastre di vetro e alle successive indagini effettuate. Oggi il regista dirige l’archivio intitolato al padre, con la missione di continuare a scoprire nuovi aspetti di questo gigante dell’immagine e farli scoprire alla collettività.

Werner Bischof opere
Marco Bischof posa davanti a un’immagine del padre

Werner Bischof fotografo
Werner Bischof, Il Reichstag, Berlino, Germania, 1946; stampa a getto d’inchiostro da ricostruzione digitale, 2022
© Werner Bischof Estate/Magnum Photos

Nell’immagine in apertura, una veduta dell’allestimento della mostra Werner Bischof. Unseen Colour al MASI di Lugano

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