Giancarlo Commare e Vittoria Schisano, orgogliosi di essere se stessi

È un mondo, quello occidentale in cui viviamo, dove è finalmente la fluidità a dominare in tutte le sue forme. Espressioni come fluidità sessuale o sessualità fluida, sono sempre più utilizzate per descrivere e parlare di qualcosa che sembra un fenomeno nuovo, un cambiamento dei nostri tempi o che ha a che fare con le nuove generazioni, ma in realtà non è affatto “nuovo” come sembra (si pensi ai modi di vivere nell’antica Grecia, e non solo lì), né appartenente solo al genere umano. Quella che viene definita “sessualità fluida” è in realtà semplicemente un modo più flessibile e aperto di vivere ed esprimere la propria sessualità con cui, a ben vedere, le nuove generazioni hanno più confidenza.

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“Spesso si riferisce a tutte quelle persone che non si identificano in un preciso genere o orientamento, lasciando così intendere che esistano le persone fluide e quelle che invece non lo sono”, spiega a MANINTOWN Laura Massari, psicologa esperta in Psicologia positiva & benessere LGBTQIA+. ”In realtà – aggiunge – la fluidità sessuale è un concetto che scientificamente ha un’altra definizione e che ci riguarda un po’ tutti. È la capacità che abbiamo, in quanto esseri umani sessuati, di provare attrazione per nessuno o tutti i generi, a prescindere da quale sia l’orientamento sessuale in cui andremo a riconoscerci. È una caratteristica della sessualità umana in quanto tale e non è detto che tutti ne facciano esperienza”. Qualcuno potrà infatti sperimentarla e concretizzarla, mentre qualcun altro non la vivrà mai. Altri ancora potrebbero provare attrazione per una persona che non rientra nel genere da cui solitamente sono attratti, ma poi decidere di non comportarsi di conseguenza e non trasformare questa attrazione in qualcosa di più concreto nella realtà.

“La fluidità sessuale è la capacità che abbiamo di provare attrazione per nessuno o tutti i generi, a prescindere da quale sia l’orientamento sessuale in cui ci riconosciamo”

Insomma, la fluidità sessuale “non è un orientamento che si aggiunge agli altri, perché è una caratteristica trasversale e comune a tutti gli esseri umani”, precisa la dottoressa, mentre l’orientamento “è una componente che definisce la nostra identità, che è tendenzialmente stabile nel tempo ma non immutabile”. La fluidità, inoltre, non modifica l’identità sessuale: il nostro essere sessualmente flessibili, non modifica la nostra personale concezione di chi siamo o di cosa ci rende noi stessi, ed essere “fluidi” – frase che oggi si usa spesso – non significa che la nostra identità cambi in continuazione oppure che non ne abbiamo una, ma solo che abbiamo la naturale capacità di provare attrazione per tutti i generi, che questa attrazione si può manifestare in alcune circostanze della vita e che, se vogliamo, possiamo anche concretizzarla con comportamenti coerenti con quello che sentiamo.

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Ne abbiamo parlato in una soleggiata e calda giornata romana (nonostante sia dicembre inoltrato) anche con Vittoria Schisano e Giancarlo Commare, attori italiani molto sensibili al tema, due artisti a tutto tondo che son stati capaci di gridare al mondo – ognuno a suo modo – quello che sono e di viverlo al meglio. Ci siamo incontrati sul set del servizio fotografico che li vede protagonisti e tra un cambio d’abito, acconciature e trucchi ad hoc, la loro serietà non ha mai abbandonato quella piacevole leggerezza che è sempre necessaria, anche quando si tratta di affrontare tematiche serie come questa, perché essa è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza assieme all’(auto)ironia, una prova continua di umanità.

“Ogni volta che incontro un nuovo personaggio, è come se incontrassi una persona nuova che devo ascoltare, devo essere aperto nei suoi confronti”

Giancarlo Commare

Fluidità la associo al liquido: è come l’acqua che assume la forma del contenitore in cui si trova. Ognuno deve sentirsi libero di essere se stesso, senza chiedere il permesso, ed esprimerlo come meglio crede”.

Vittoria Schisano

“In proposito, l’acqua mi fa pensare agli argini e alla fluidità che argini non mette affatto, un momento di grande consapevolezza in cui nessuno più si definisce. Oggi mi piace pensarlo, perché essere aperti alle possibilità è sempre una grande occasione. È un’occasione di sorprendersi e anche di scoprirsi diversi da come ci si è immaginati, da come si era ieri. È un grande occasione per tutti”.

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Quanto vi aiuta, in tutto ciò, il vostro lavoro di attori?

GC: Tantissimo. Se fossi uno con che vive con i “paletti”, tanti personaggi che ho già interpretato e interpreto, non li avrei mai potuti affrontare. Anch’io mi riconosco molto nelle parole di Vittoria: bisogna essere quello che si è e accogliere, ascoltare, aprirsi sempre. Ogni volta che incontro un nuovo personaggio, è come se incontrassi una persona nuova che devo ascoltare. Devo essere aperto nei confronti di questa persona, altrimenti non riuscirei mai a mettermi nei suoi panni.

VS: Il bello di fare questo mestiere è essere chi non si ha il coraggio di essere, ma anche darsi la possibilità di essere ciò che si è realmente. Il cinema ti dà l’opportunità di vivere vite anche non tue o che sono tue, ma che per paura, pregiudizio, incapacità o altro non riesci a vivere. Diventa istruttivo e ha una responsabilità: raccontare che la diversità, se davvero esiste, non è certamente mai un limite, ma una ricchezza preziosa.

“Il cinema ti dà l’opportunità di vivere vite anche non tue o che sono tue, ma che per paura, pregiudizio, incapacità o altro non riesci a vivere”

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Oltre ad essere attori e ballerini, siete entrambi degli artisti. Essere artista oggi non è affatto semplice: avvertite un senso di responsabilità?

(Ringraziano entrambi per i complimenti e sorridono)

GC: No, non la sento e non la voglio. Se qualcuno vuole darmela, mi va bene ovviamente, ma io, questo tipo di responsabilità, non la prendo di mia iniziativa.

VS: È una bella domanda, perché un po’ il senso di responsabilità te lo senti addosso. Il nostro lavoro è un gioco, come suggerisce il termine inglese con cui si traduce “recitare”, play, e quello francese, jouer. Quando lavoro, non ho mai la percezione reale di quello che sto facendo o che andremo a vedere, perché lo vivo dall’interno. Ovviamente, come essere umano, so benissimo di essere sottoposta al giudizio di chi mi guarda e all’emozione del pubblico, al fatto se questa emozione arriverà o meno. Il senso di responsabilità lo sento principalmente quando sono a casa, non quando sono sul set, perché mi chiedo sempre: avrò fatto bene? Sarò stata all’altezza? Avrò mandato questo messaggio? Quando sono sul set, è come se fossi ancora nella mia cameretta a pensare che volevo fare questa cosa qui. Recitare, appunto.

GC: La responsabilità che mi prendo nell’interpretare un personaggio consiste nel curarlo nei minimi dettagli, perché sto interpretando qualcuno in cui qualcun altro poi si immedesimerà. Devo avere una forte responsabilità, da prendere con delicatezza e cura. È quello il tipo di responsabilità di cui voglio farmi carico quando devo raccontare la storia attraverso un personaggio, perché devo rispettare chi sei tu che mi stai guardando o guarderai.

Giancarlo Commare
Jacket and trousers Antony Morato, tank top Saverio Palatella, boots Giuseppe Zanotti, mask and handpieces Myril Jewels

“Quando una persona riesce ad arrivare ad una consapevolezza di quello che realmente è, se c’è un cambiamento, non può che essere produttivo, non avrà sicuramente un’accezione negativa”

Dal set alla vita reale: quanto è difficile essere se stessi? Oppure è facile, e quindi non lo è affatto?

GC: È molto facile essere se stessi, almeno per me. Per esserlo, basta essere se stessi.

VS: Essere se stessi è un grande lusso e io lo sono sempre, con tutti i miei pregi e difetti.

Il coraggio nel cambiamento, non soltanto nell’aspetto fisico e nel recitare, è un qualcosa che vi spaventa o che affrontate con sicurezza e orgoglio?

GC: Non lo definisco coraggio, penso sia più una scelta. Il cambiamento parte sicuramente da noi stessi, prima di tutto. Quando una persona riesce ad arrivare ad una consapevolezza di quello che realmente è, se c’è un cambiamento, non può che essere produttivo e non avrà sicuramente un’accezione negativa.

VS: Sono d’accordo. Il coraggio è un’esigenza: l’esigenza di migliorarsi, di sorprendersi, di accettarsi per quello che si è, quindi non è mai una scelta. Possiamo scegliere se cambiare il colore dei capelli o farci un tatuaggio, possiamo certo scegliere di vivere, ma non sempre “come”, per varie ragioni. Possiamo però affrontare il cambiamento che la vita comporta. Siamo tutti in continua evoluzione e transizione. Dovremmo avere semplicemente il coraggio di lasciarci sorprendere e abbandonarci al nuovo, sempre.

Vittoria Schisano
Look and accessories Moschino

“Il coraggio è un’esigenza: l’esigenza di migliorarsi, sorprendersi, accettarsi per quello che si è”

Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo: vi riconoscete in questa frase di Gandhi?

GC: Assolutamente, mi piace molto. Il cambiamento dipende da noi. Se aspettiamo che cambierà qualcosa, non cambierà niente se non facciamo niente. Io faccio qualcosa cambiando l’ordine delle cose, che poi in futuro, a loro volta, cambieranno. Lo trovo a suo modo affascinante.

VS: Piace anche a me e quella frase ha una valenza particolare, soprattutto in questo momento storico in cui ci insegnano ad avere paura, a restare nei nostri argini, ad aver timore di chi ha un colore della pelle o un orientamento sessuale diverso, oppure di chi la pensa semplicemente in maniera differente da noi. Pensate invece a quanta ricchezza porta la diversità e quindi il cambiamento.

“Vengo da una terra, la Sicilia – conclude Giancarlo – che è bella e unica proprio per questo. La mia isola è stata conquistata e abitata da tantissime persone, diverse per etnia, religione, cibo e non solo, quindi le differenze, le mescolanze portano bene”.

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“Le differenze, le mescolanze portano bene”

Vittoria Schisano è nata a Pomigliano d’Arco e ha studiato recitazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica a Roma. Ha esordito nel film Mio figlio e l’abbiamo vista in Canepazzo, La vita oscena, Take Five, Nove lune e mezza, Nati 2 volte, Tutto tutto niente niente; è tra i protagonisti di due serie di grande successo come I bastardi di Pizzofalcone e Un posto al sole. Ha scritto l’autobiografia La Vittoria che nessuno sa ed è stata la prima transgender a posare sulla copertina di Playboy Italia. Recentemente è in Bros, la prima rom-com gay di Nicholas Stoller e Billy Eichner, presentata nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2002, e presto la vedremo in un grande progetto firmato Netflix.

Giancarlo Commare è nato a Castelvetrano. Lo ricordiamo tra gli interpreti di Maschile Singolare, una moderna storia queer, in Ancora più bello, Sempre più bello e Rinascere, film che racconta la storia di Manuel Bortuzzo, il nuotatore diventato paraplegico dopo che gli hanno sparato per uno scambio di persona. È stato tra i protagonisti più amati della serie televisiva Netflix Skam Italia. È stato – e sarà ancora – a teatro con il musical Tutti parlano di Jamie, dove interpreta un ragazzo che sogna di diventare una drag queen. Presto sarà tra i protagonisti della nuova pellicola di Ferzan Özpetek per Netflix, Nuovo Olimpo. Havana, la sua affettuosa cagnolina meticcia, è sempre con lui, anche durante questo shooting.

Gender issue MANINTOWN
Giancarlo: jacket Alessandro Vigilante, tank top Sandro Paris, trousers Berwich, earrings Radà; Vittoria: body and trousers Alessandro Vigilante, earrings Simple Rituals

Credits

Talent Giancarlo Commare, Vittoria Schisano

Editor in Chief Federico Poletti

Text Giuseppe Fantasia

Photographer Davide Musto

Stylist Simone Folli

Video-maker Federico Cianferoni

MUA Francesca MorabitoLuigi Alesi Academy

Hair Giorgia AzzaraLuigi Alesi Academy

Ph. assistant Valentina Ciampaglia

Stylist assistant Nadia Mistri, Valentina Castellani

Nell’immagine in apertura: per Vittoria Schisano, body e pantaloni Alessandro Vigilante, orecchini Simple Rituals, per Giancarlo Commare giacca Alessandro Vigilante, tank top Sandro Paris, pantaloni Berwich, orecchini Radà

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