A Pitti Filati per scoprire le promesse del knitwear

Pitti Filati non solo si conferma un punto di riferimento per il settore con 142 aziende tra filature, maglifici e importanti player, ma vuole offrire spunti per la ricerca grazie a installazioni, showcase e momenti di formazione e approfondimento. Tra i must have da non perdere c’è la grande area tendenze Shield, il nuovo Spazio Ricerca di Pitti Filati, curato da Angelo Figus con Nicola Miller e Carrie Hollands.

In un mondo che gioca costantemente in attacco, viste le incertezze e imprevedibilità, il tema esplorato è quello del mettersi al riparo, del proteggersi facendo scudo (shield in inglese). La stagione invernale, di per sé introspettiva, genererà nuovi pensieri e idee al riparo dentro il proprio guscio, a distanza controllata dal caos esterno. Non un messaggio di chiusura ma di riflessione, verso una concezione del bello più intima e profonda.

All’ingresso di Pitti Filati – più precisamente al piano terra del Padiglione Centrale – si trova inoltre il progetto Color Room, che anticipa temi e colori dello Spazio Ricerca, in un’installazione a cura di Alessandro Moradei. E sempre grande spazio ai giovani, in particolare con due iniziative: da un lato il progetto Feel the Yarn® – Master Edition, dall’altro una sfilata speciale. Il primo è organizzato da CPF – Consorzio Promozione Filati ed è rivolto agli studenti specializzati in maglieria. La sfilata, invece, ha visto coinvolte le creazioni degli studenti di Accademia Costume & Moda (ACM) – Master di I Livello in Creative Knitwear Design, e Modateca Deanna. Qui, a dominare la scena sono stati dodici studenti, numerose filature e la collaborazione con i brand Antonio Marras, Blumarine e Max Mara Fashion Group.

Pitti Filati
Pitti Immagine Filati 95 – Chiusura della sfilata degli studenti di Accademia Costume & Moda e Modateca Deanna

La sfilata del Master in Creative Knitwear Design a Pitti Filati 2024

Pitti Immagine Filati 95 ha portato in passerella le creazioni degli allievi del Master di I Livello in Creative Knitwear Design di Accademia Costume & Moda (ACM), in collaborazione con Modateca Deanna. Un progetto perfettamente in equilibrio tra formazione e industria, in cui gli studenti del Master hanno avuto l’opportunità di produrre la loro collezione grazie alle numerose aziende del distretto manifatturiero italiano.

Quest’anno, a presentare le loro capsule collection sono stati: Miriam Bork, Costanza Brunelli, Domitilla Damiani, Manuel Fidalgo Salgado, Cecilia Franchitti. E poi ancora: Amanda Franzoni, Mia Skjaeret Hanssen, Marina Mendes, Linda Muffatti, Sakshi Oruganti, Rahul Pujar e Francesca Sargenti. Dodici studenti, dodici promettenti talenti, che hanno lavorato accanto a maglifici, filature e laboratori, sinonimi di eccellenza 100% Made in Italy.

Edizione dopo edizione, l’evento testimonia l’impegno e la dedizione di ACM e Modateca Deanna nella valorizzazione e promozione dei giovani e del nostro “saper fare” italiano, tra tecnologia, artigianalità, innovazione e creatività.

On show anche i vincitori degli Industry Project di quest’anno, che hanno visto la preziosa collaborazione dei brand Antonio Marras, Blumarine e Max Mara Fashion Group. In questo contesto gli studenti selezionati hanno mostrato progetti inediti con speciali Knitwear Capsule Collection, in linea con i brief ricevuti dalle Maison.

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Shield, il nuovo Spazio Ricerca di Pitti Filati

Gli Industry Project e la performance diretta da Antonio Marras

Oltre alla sfilata, tre progetti con affermate aziende del fashion restano focalizzati sulla maglieria. Quello con Blumarine ha presentato una collection womenswear, in cui la studentessa Marina Mendes, attraverso una vasta ricerca nelle forme e nelle tecniche, rielabora l’heritage del brand in chiave contemporanea, con un approccio alla maglieria non convenzionale.

Il progetto Max Mara, realizzato della studentessa Costanza Brunelli, interpreta i codici del brand in maniera inedita, attraverso l’analisi della storia, della visione e dell’identità del Brand Max Mara, con particolare attenzione per lo sviluppo sperimentale della maglieria.

E infine l’industry project con Antonio Marras è stato presentato attraverso una speciale performance, realizzata sotto la direzione artistica di Antonio Marras, con le coreografie di Marco Angelilli e la speciale collaborazione di Gianluca Sbicca. Un momento estremamente poetico a chiusura della sfilata, dove ballerini e attori professionisti hanno interpretato i look realizzati dagli studenti del Master in Creative Knitwear Design. Ogni allievo ha creato, partendo da un vestito da sposa di recupero, uno specifico storytelling. Ciascun abito ha rappresentato la trama della storia di cui lo studente stesso diviene il protagonista assoluto, ed è il risultato di un lungo lavoro di progettazione, di ricerca e di customizzazione.

Ogni storia ha preso vita attraverso la visione creativa dei giovani talenti coinvolti e l’interpretazione degli attori e ballerini – che hanno indossato e “vissuto” ciascun singolo abito – ha messo in scena la storia personale di ognuno in una “pillola creativa”. Il risultato è stato una performance dai momenti e ispirazioni differenti; un quadro miscellaneo con abiti tutti diversi in termini di forme, fili e maglieria ad alto tasso emozionale. Una perfetta fusione tra knitwear design e mise en scene inaspettata, in cui l’una si è valorizzata con l’altra.

Performance realizzata sotto la direzione artistica di Antonio Marras, con le coreografie di Marco Angelilli e la speciale collaborazione di Gianluca Sbicca

Lo storytelling della performance

Dalle Costole di Edipo di Miriam Bork si ispira al film Notre Dames des Hormones e racconta la storia del rispetto delle diversità, attraverso la creazione di due sposi legati da corda di maglia, in perenne lotta con l’amore verso se stessi e verso l’altro.

Myrtha di Manuel Fidalgo Salgado si ispira al celebre balletto Giselle e allo spirito che abita i boschi, Myrtha, attraverso una forte connessione tra la mitologia e la danza classica. Rappresenta la passione del giovane designer, l’altra vita che avrebbe vissuto, se non avesse dovuto abbandonare la danza.

Racconti Quasi D’amore di Marina Mendes si concentra sulla maglieria concettuale ispirata alla leggenda delle nozze di pietra, mito radicato nella cultura della Croazia, terra natale della giovane designer. La leggenda viene tradotta attraverso un pezzo sculturale e teatrale. Una storia d’amore negata che trasforma la promessa sposa in pietra.

Broken Angel di Rahul Pujar racconta la frammentazione emotiva, attraverso la forza, la sicurezza, la resilienza e la consapevolezza di una rinascita, interpretata con un abito di “morbida corazza”.

Il Filo Del Destino di Cecilia Franchitti ripercorre gli errori e le difficoltá del passato, attraverso una specifica ricerca artistica. L’abito di fili ed intrecci, che sembrano casuali, rappresenta la trama di un futuro meraviglioso.

Fiorire di Costanza Brunelli racconta di un matrimonio che non avverrá mai, di una lunga storia d’amore che si interrompe all’improvviso. Dalle sue ferite nascono fiori, come una primavera che rinasce. Un abito che trasforma la sofferenza in speranza e bellezza.

Canto Dei Miei Natali di Amanda Franzoni riflette sul concetto del tempo, ispirandosi al celebre racconto Canto di Natale di Charles Dickens, e racconta dell’amore familiare e dei momenti in cui la giovane designer è stata più felice, avvolta nell’abbraccio della madre e dei rituali del Natale.

Frammenti D’amore di Domitilla Damiani prende spunto da una vecchia scatola piena di oggetti emozionali, tra cui ricordi, scritti, fotografie, cartoline e una semplice scatola di caramelle, di una donna che non smette mai di credere nell’amore. L’abito è un abbraccio alla vita ed è il risultato dei diversi matrimoni vissuti dalla protagonista della storia.

Delirio Amoroso di Linda Muffatti si ispira a L’Altra Veritá, Diario di una diversa, di Alda Merini. La sofferenza degli anni in manicomio trova rifugio nella poesia e nell’amore. L’abito è la rappresentazione tangibile di questo vissuto.

Aatma Samarpan di Sakshi Oruganti trae ispirazione dalla storia di Romeo e Giulietta e dalla guerriera indiana Jhansi ki Rani. Il capo è una combinazione meticolosa di elementi ritrovati nei costumi di Giulietta – nel film italiano realizzato da Franco Zeffirelli – e nei costumi del protagonista del film Manikarnika.

Il Volo Nuziale di Francesca Sargenti racconta la passione della designer per il rugby e la coesistenza tra questo mondo e quello del knitwear, una fusione dove le due sfere si valorizzano l’una con l’altra.

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