Dalla musica al cinema: il talento poliedrico di Levante

Cantautrice, performer, icona di stile, Levante è tornata sulle scene con l’album Opera Futura, oltre alle musiche per il film Romantiche, che segna il debutto alla regia di Pilar Fogliati. Donna di enorme talento, con la sua arte vuole lanciare un messaggio di speranza e bellezza.

Levante intervista
Total look Prada, jewels Damiani

Parlando di Opera Futura, da dove nasce e che significato ha questo colore verde?

Il colore nasce dal fatto che, nel 2020, quando pensavo che lo stop si sarebbe limitato a un paio di settimane, mi sono dedicata al mio nuovo disco, poi però i giorni di lockdown si sono moltiplicati e ho deciso di scrivere anche un libro. Non so perché abbia visualizzato il verde, è un colore che comunica speranza, probabilmente in quel momento ne avevamo tutti bisogno. Opera Futura ne è pieno, nel concetto, nella speranza che contiene, perciò l’ho dipinto tutto di verde, che rappresenta anche il futuro, la natura, elementi che rappresentano i temi focali dell’album. Poi c’è la maternità, la scoperta di una natura diversa in me, la speranza che c’è quasi in ogni canzone; è un po’ l’approccio che ho dovuto tenere in relazione alla nascita di Alma, perché io del domani non aveva mai parlato, sono una siciliana nostalgica, guardo spesso indietro, approcciare al futuro è stato davvero una novità, non l’avrei saputo immaginare; eppure, quando ti ritrovi con una creatura così piccola in braccio, realizzi di dover iniziare a immaginarlo e sperarlo, il futuro. E così è stato.

“I giovani sono molto più attenti e preparati di noi, sono molto fiduciosa”

Il cigno si lega a questo?

In realtà volevo un animale e, quando ho pensato alla copertina, mi sono imbattuta in una poesia di Emily Dickinson, La ‘Speranza’ è quella cosa piumata. Mi è venuto in mente il cigno, che in effetti può stare in terra, acqua o cielo. Mi piaceva il concetto di andare nel domani con un animale che vive in qualsiasi ambiente, un simbolo di bellezza e leggerezza. Quando l’hanno portato, ne avevo il terrore, nonostante fosse in realtà buonissimo, non si voleva far fotografare, spesso si nascondeva sotto il mio braccio, contorcendosi tutto. Ho dovuto prenderlo e tenerlo con la mano, infatti sulla cover tengo la testa del cigno in direzione sinistra e guardiamo verso quello che dovrebbe essere il futuro, una bella simbologia.

Levante intervista 2023
Total look Prada

La natura è un tema importante, oggi siamo molto più attenti all’ambiente…

Sì, non abbiamo altra scelta. Abbiamo esagerato negli anni precedenti, non ci siamo resi conto che stavamo distruggendo il pianeta. Ora per fortuna siamo tutti più consapevoli, ma è innegabile che continuiamo a produrre, in continuazione.

Parlando di moda consapevole, quanto è importante per le nuove generazioni?

I giovani sono molto più attenti e preparati di noi, per cui sono molto fiduciosa. Personalmente, ho una propensione naturale alla sostenibilità, perché mia sorella, più grande di me, andava spesso a comprare vestiti ai mercatini di Catania, dove c’erano bancarelle con capi anni ‘70 meravigliosi. Inoltre sono stata abituata al riutilizzo in quanto, da figlia minore, mettevo frequentemente la roba dei miei fratelli. È un’abitudine che applico tuttora, riusando e trasformando gli abiti. Penso sia un buon modo di approcciare la moda, evitando gli sprechi.

Levante 2023
Total look Prada, jewels Damiani

“Sono orgogliosa del lavoro svolto per Romantiche, ho scritto dalla prima all’ultima nota della colonna sonora”

Hai debuttato anche al cinema, con Romantiche. Com’è nato il progetto?

Pilar è stupenda, una sorella per me. Sono molto amica di Giovanni Veronesi, con cui ha scritto la sceneggiatura; un giorno mi ha chiamato dicendomi che dovevo assolutamente conoscere Pilar, perché ci saremmo piaciute tantissimo, e mi ha chiesto di lavorare alla colonna sonora. In quel periodo eravamo entrambe a Torino, quindi ci siamo incontrate. È scattata subito una grande sintonia e amicizia.
Finito di comporre la soundtrack, mi hanno chiesto di fare un cameo nel film, diventato più scene in cui interpreto me stessa. È stato divertente, sicuramente un esercizio di stile per Pilar, che dimostra le sue capacità trasformistiche diventando quattro persone diverse. Sono orgogliosa del lavoro svolto, ho scritto dalla prima all’ultima nota della colonna sonora e il brano portante, Leggera, è contenuto nel disco.

“Le persone creative non lo sono mai in modalità monocanale, credo che l’estro, a un certo punto, possa prendere direzioni diverse”

Il tuo è un talento versatile, anche nella scrittura, sia di canzoni che di libri…

Mi ripetevo fin da piccola di essere un’autrice che canta, non una cantautrice, perché la mia vera passione è la scrittura, ne sono innamorata. Poi, quando ho iniziato a scrivere canzoni, avevo bisogno di musicarle, quindi mi sono avvicinata alla chitarra e al pianoforte; ho sempre usato la musica come strumento per musicare le parole, mai il contrario.
Una passione che ho portato anche sui social, così gli editori si sono resi conto che scrivessi tanto e, nel 2017, ho pubblicato il primo romanzo Se non ti vedo non esisti, seguito nel 2018 da Questa è l’ultima volta che ti dimentico e nel 2021 da E questo cuore non mente.
Ho ben due progetti in preparazione per l’anno prossimo, ogni tanto trovo il tempo di scrivere un capitolo. Riesco a canalizzare il mio talento in forme differenti. Per molti artisti è così, ho visto di recente una mostra coi dipinti di Bob Dylan. Alla fine le persone creative non lo sono mai in modalità monocanale, credo veramente che l’estro, a un certo punto, possa prendere direzioni diverse.

“In Italia essere accomodante non è abbastanza, è come se bisognasse sempre rispondere a un modello stabilito da altri”

In tema di presenza delle donne nella musica, come vedi le figure femminili nel tuo mondo, pensando anche all’ultimo Sanremo?

Spesso partiamo da una posizione svantaggiata, si fanno grandi discorsi sulle donne ma il punto è che, se non c’è alla radice una presenza femminile importante, è ovvio che a Sanremo di 28 concorrenti solo otto siano donne. C’è una base che non viene supportata, le cantautrici, come le attrici, non sono sostenute, e il mainstream passa dalla tv.
Sono tra le pochissime a non aver partecipato a un programma che mi lanciasse, non ricordo neppure chi sia stata l’ultima artista a fare una gavetta alla Laura Pausini. La televisione ormai ha preso piede nel settore musicale, perché non ci sono luoghi o contesti in cui alle donne vengano date delle possibilità.
L’Italia è sicuramente un paese conservatore, temo che qui la figura femminile più accettata sia la meno disturbante in assoluto, quindi chi ha un ruolo poco rassicurante, come può essere il mio capello biondo, dopo anni di nero, o parlare di depressione post-parto, ma scendendo le scale dell’Ariston con le gambe in mostra, appare destabilizzante, perché non rientra nel tipo di donna accettata o accettabile. Essere accomodante non è abbastanza, è come se bisognasse sempre rispondere a un modello stabilito da altri.

Levante Opera Futura
Total look Dolce&Gabbana, jewels Damiani

Spesso si gioca sul cliché della sensualità…

Già negli anni della “liberazione”, penso a Mina o Raffaella Carrà, abbiamo visto donne sexy e libere. Sicuramente abbiamo quel tipo di libertà, eppure si tende a seguire, anche in quello, un filone piuttosto rassicurante.

“I giovani hanno bisogno di pochi consigli da parte nostra. Forse, visto il tempo frenetico che vivono, li inviterei a mantenere un contatto con la realtà”

Sei stata giudice in un contest, come vedi le nuove generazioni?

Sono più scaltre di noi, hanno avuto la possibilità di raggiungere l’altro capo del mondo col web. Quando ho approcciato per la prima volta internet, avevo 18 anni, ed era un luogo molto diverso, con pochi siti; oggi ci trovi di tutto, quindi loro possono arrivare a chiunque attraverso i canali digitali, e questo li rende decisamente più consapevoli, possono informarsi su qualsiasi cosa. Ovviamente sono mezzi pericolosi, potenzialmente una bomba, se però si ha talento e si cerca di canalizzarlo, di sfruttarlo al meglio, quella digitale è l’epoca più fortunata che si possa vivere.
I giovani hanno bisogno di pochi consigli da parte nostra. Forse, visto il tempo frenetico che vivono, li inviterei a mantenere un contatto con la realtà, col fatto che dopo le vette si scende e risale di continuo; probabilmente il pericolo più grande è che, cadendo da tali vette, possono farsi male, perché quando ci arrivi così velocemente è perché magari ti ci hanno portato, se invece ci fossi arrivato pian piano, facendoti i muscoli, avresti anche la forza per scendere. Vedo delle insidie per chi può meritatamente esplodere, ma poi non sa gestire una simile velocità di ascesa.

Credits

Talent Levante

Editor in Chief Federico Poletti 

Photographer Marta Marinotti @Aura Photo Agency 

Production Alessia Caliendo 

Stylist Lorenzo Oddo 

Ph. assistants Francesco Barrella, Juliette Buono 

Production assistants Sara Passaretti, Clementina Anzivino

Hair Grazia Cassanelli 

Make-up Valentina Raimondi 

Special thanks Il Piccolo Lab

Nell’immagine in apertura, Levante indossa trench Lardini, scarpe Sergio Rossi

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