‘Wanna’, la serie Netflix sulla famigerata teleimbonitrice italiana

È appena uscita (il 21 settembre) la docuserie prodotta da Netflix Wanna, con testimonianze e filmati d’epoca che ripercorrono la rocambolesca ascesa al successo di Wanna Marchi. Si parla dei primi anni ‘80, quando in ogni paesino sorgeva una tv privata che cercava di presentare o vendere qualcosa, tanto da far diventare il piccolo schermo un grande supermercato. La Marchi, che aveva origini umili, contadine, ha capito da subito che questo nuovo modo di vendere e far pubblicità poteva fare al caso suo.

Wanna Marchi Netflix
Wanna Marchi nello studio di Lupo solitario, nel 1987 (ph. by Mondadori Portfolio/Mondadori via Getty Images)

Ascesa e caduta della più famosa teleimbonitrice italiana

Sono tante le vite vissute dall’ex regina delle televendite: la prima ascesa fu inarrestabile, con guadagni che arrivavano fino a cinque miliardi di lire al giorno, qualcosa di praticamente inimmaginabile sino a quel momento.
Lo “scioglipancia”, che in realtà non ha mai sciolto nessuna pancia, era diventato un must-have per tutti gli italiani, che rimanevano ore ed ore a guardare le sue trasmissioni.
Da un piccolo negozio a Ozzano dell’Emilia si spostò rapidamente in uno più grande, dal piccolo appartamento degli inizi a una grande villa, poi il superattico a Milano Marittima, una sorta di Dynasty de noantri insomma.

Wanna Marchi Stefania Nobile serie
Wanna Marchi e Stefania Nobile al Maurizio Costanzo Show

La figlia e complice, Stefania Nobile, racconta di aver speso più di quindici miliardi in orologi. Una vita sfarzosa che le portò alla bancarotta nel giro di qualche anno, anche a causa della pessima gestione del denaro di entrambe, che avrebbero poi ammesso come i soldi avessero dato loro alla testa.
A seguire, l’accostamento alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, decine di persone indagate, procedimenti che sono andati di pari passo ai maxiprocessi dei mafiosi condannati al 41 bis.

Una volta conosciuto Attilio Capra De Carré, vicino di casa in Sardegna, un uomo facoltoso, forse marchese, sicuramente con conoscenze che comprendevano Marcello Dell’Utri e altri esponenti politici, il gioco era fatto, la ricostruzione di un nuovo impero delle Marchi è alle porte.
Non vi era trasmissione che non volesse ospite la teleimbonitrice, era diventata la prezzemolina di Rai e Mediaset, garantiva sempre l’effetto shock sul pubblico. Anche in questo caso, però, il sodalizio durò poco, Wanna e Stefania decisero infatti di ritentare da sole, anzi, in compagnia del Maestro do Nascimento, il quale altri non era che il cameriere di De Carré, in una nuova società nata nel 1996, Asciè.

La nuova avventura televisiva col Maestro do Nascimento, tra malocchi, talismani e numeri fortunati

Abbandonate le alghe e le creme, in questa nuova avventura avrebbero puntato tutto sulle loro abilità di teleimbonitrici vendendo numeri fortunati, che non sarebbero mai usciti, e sulla debolezza di persone disperate in cerca di un appiglio.
Il pino era di fidelizzare il cliente con i numeri fortunati per poi poter di conseguenza vendere loro talismani, sali ed amuleti per togliere malocchi e augurare la buona sorte, tutto privo di senso e fondamenta ovviamente.
Il castello crollò grazie a un’inchiesta giornalistica condotta da Jimmy Ghione per Striscia la notizia, che le portò a un altro processo, con numerosi indagati, altrettante condanne e una lista di persone da risarcire che richiedeva cinque minuti per essere letta.

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La Marchi in una scena di Wanna

La conclusione è arrivata nel marzo 2009 con la condanna a 9 anni e sei mesi per Wanna Marchi e nove anni e quattro mesi per sua figlia. Tre anni, invece, a Francesco Campana, compagno di Marchi, con la motivazione di bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Asciè.
Nel 2011 è stata concessa ad entrambe la semilibertà, insomma tante parole e sofferenza arrecata alle vittime per un pugno di sabbia, non credo sia stata fatta davvero giustizia. Nonostante il carcere, la signora Marchi non sente ancora la necessità di un pentimento, sostiene anzi che certe persone vadano fregate, perché quello è il loro destino.

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Wanna Marchi e Stefania Nobile in una delle loro famigerate televendite

Nell’immagine in apertura, Wanna Marchi in un episodio della docuserie Netflix

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