A pochi giorni dalla fine dell’era venticinquennale firmata Pierpaolo Piccioli in Valentino, è arrivata la conferma di quello che nell’ambiente moda si vociferava, sempre con più insistenza, come possibile nuovo direttore creativo del marchio: Alessandro Michele prende le redini della Maison di Piazza Mignanelli.
«È per me un grandissimo onore essere accolto da Valentino. Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare l’ingresso in una Maison de Couture che ha inciso la parola “bellezza” in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato.». Con queste parole Alessandro Michele ha ufficializzato il suo arrivo nel brand.
Alessandro Michele: gli esordi nell’industria moda
Ma da dove arriva il designer? Tornando alle origini, Michele nasce a Roma nel 1972. Il neo-direttore creativo di Valentino ha da sempre mostrato un profondo legame con la Capitale; la Città Eterna l’ha infatti fortemente influenzato sia nella carriera professionale, sia nella sua peculiare visione dell’arte.
Il primo importante ingaggio nell’industria moda arriva da parte di Fendi, dove lascia il segno come designer della linea accessori. Durante il suo operato nella Maison, Michele ha la possibilità esclusiva di lavorare con il leggendario couturier Karl Lagerfeld.
Un’irruzione drastica (e geniale) nella famiglia Gucci
È nel 2002, però, che il percorso professionale di Michele subisce una svolta decisiva, quando Tom Ford lo invita ad unirsi alla famiglia Gucci. Il designer diventa così braccio destro della direttrice creativa Frida Giannini, ruolo che lui assumerà con sapienza a partire dal 2015.
Il suo debutto alla guida della Maison è stato a dir poco epico. Michele ha superato ogni aspettativa con la sfilata dedicata alla moda maschile Autunno Inverno 2015 2016, dando vita a uno show senza eguali: un vero trionfo.
Da lì Gucci si preparava a un cambio di rotta. Per il suo primo fashion show, Alessandro Michele ha portato in passerella fiocchi, pizzi e un romanticismo senza tempo, anticipando l’immagine genderless, gentile e inclusiva, che avrebbe caratterizzato il suo percorso creativo, ricco di riferimenti artistici e culturali.
Alessandro Michele: dopo Gucci, una nuova avventura firmata Valentino
Visione eccentrica e una buona dose di creatività fuori dagli schemi: questi gli ingredienti con cui il designer ha dato nuova vita al marchio fiorentino. Grazie alla sua genialità, Gucci ha vissuto un’autentica rinascita, diventando uno tra i più influenti brand del fashion system e ridefinendo il lusso contemporaneo. Michele, infatti, non solo ha avuto la capacità di dare un’impronta nuova al brand, orientandolo verso uno stile massimalista, ma anche di riprendere simboli ed elementi storici della Maison e trasformali in utopia.
Visto il suo precedente (e dirompente) operato, Alessandro Michele sbarca ora in Valentino preannunciando l’inizio di una rivoluzione dell’estetica del brand; un punto di svolta in cui l’audacia e l’ecletticità del designer romano faranno da padrone.
La nuova era di Valentino inizierà a Parigi a settembre 2024
La decisione della nomina del nuovo direttore creativo sottolinea l’impegno della Maison nel rimanere un marchio significativo in un’industria in continua evoluzione e l’approccio avanguardista di Michele è in grado di attirare una nuova generazione di appassionati.
Il fashion system è ora in fermento per le nuove e attese creazioni del designer; l’esordio è fissato a settembre, nella capitale francese, per presentare la collezione Primavera Estate 2025. Con la sua visione senza pari, Alessandro Michele è destinato a lasciare un’impronta indelebile in uno dei brand più illustri del panorama moda. Sotto la sua guida, Valentino si prepara a riconfermarsi pioniere dell’innovazione e della creatività per i prossimi anni a venire.
© Riproduzione riservata
