Talent to follow: Marco Rambaldi in finale al Woolmark Prize 2023

L’abbiamo incontrato in occasione dell’annuncio dei finalisti del Woolmark Prize 2023, un’edizione molto speciale per il nostro Paese perché Marco Rambaldi rappresenta, per la prima volta negli ultimi dieci anni, la creatività italiana all’interno di uno dei contest più importanti al mondo in materia di talent scouting. Basti pensare ai nomi d’inestimabile valore che sono emersi nella storia delle sue edizioni: da Yves Saint Laurent a Karl Lagerfeld (era il 25 novembre 1954 e quel giorno in giuria c’era Pierre Balmain), da Romeo Gigli nel ‘90 a Giorgio Armani nel ‘92.

Dalla vittoria del Next Generation 2014 alle passerelle milanesi, il percorso del designer bolognese

Classe 1990, bolognese, si fa notare immediatamente alla fine del suo corso di studi in Design della moda allo IUAV di Venezia, vincendo il Next Generation, promosso da Camera Nazionale della Moda Italiana, nel 2014. La sua creatività conquista il pubblico degli addetti ai lavori nuovamente nel 2015, con la collezione OUI, presentata a Palazzo Morando con il supporto di Vogue Talents e ancora nel febbraio 2017 al Fashion Hub Market, con la collezione POST. Nel 2018 vince la seconda edizione di Talents Lineapiù, per la sua peculiare visione estetica che passa attraverso un sapiente uso dei filati, per costruire una maglieria originale e dalla cifra stilistica riconoscibile.

Marco Rambaldi 2023
Un ritratto di Marco Rambaldi (ph. Cosimo Buccolieri)

Vogliamo anche le rose, il cortometraggio ispirato agli anni 70

La grande capacità di mettere a confronto i valori e le intenzioni di generazioni diverse ha dato vita a uno storytelling di grande impatto persuasivo: lo abbiamo visto nel cortometraggio presentato a WHITE nel febbraio 2018, che porta il titolo della collezione Fall/Winter 2018-19, da poco lanciata sulla passerella di Altaroma, Vogliamo anche le rose; riporta alla memoria il fervore degli anni 70, in cui i giovani si riunivano in lunghi cortei e vivevano la vita con una libertà e consapevolezza maggiori rispetto a quanto avviene ai giorni nostri, a causa di una società borghese che stabilisce i suoi rigidi confini tra quello che può esistere e ciò che non è accettabile.

Un messaggio potente a livello sociale, ma raccontato con la delicatezza dell’animo di Rambaldi, che colpisce dritto al cuore, anche attraverso protagonisti iconici come Valérie Taccarelli, una delle prime transessuali d’Italia, attivista per i diritti Lgbtq e tra le fondatrici del MIT (Movimento Identità Trans) di Bologna.

Upcycling e uncinetti

Ispirato dall’eredità degli uncinetti e dei centrini appartenuti alla bisnonna, ha assecondato quel desiderio di regalargli nuova vita in un contesto tutt’altro che legato alla tradizione. Nascono così i primi esperimenti di upcycling, figli di un’urgenza espressiva che lo renderà libero e sempre più vicino a una consapevolezza creativa e a un’identità che si riconosce nei suoi elementi più iconici. Primo fra tutti il cuore arcobaleno, suo manifesto, insieme al flottante cuore jacquard e il punto pizzo sul mohair, che diventano «simbolo di una donna forte, libera e non omologata», per usare le sue parole.

La moda, per come la intende Marco Rambaldi, è un mezzo per conoscere e comunicare se stessi, attraverso il proprio corpo, che diventa spazio espositivo di anime versatili, fluide e consapevoli di sé, libero da costrizioni borghesi e tabù. Un approccio che affonda le sue radici nei primi studi dello stilista, legati al mondo della comunicazione, perché la creatività senza una vera urgenza espressiva perde la grande opportunità di trasferire messaggi, valori e di offrire il proprio contributo a livello sociale.

In un momento storico in cui gran parte delle produzioni sono delocalizzate, quanto è importante per Marco Rambaldi l’artigianato Made In Italy che, tra l’altro, rappresenta un marchio di fabbrica all’interno delle collezioni?

La produzione locale è alla base del nostro lavoro. Tutta la parte degli uncinetti e dei ricami è fatta a mano in Italia, internamente all’azienda, soprattutto nell’ambito dei campioni. Per la produzione siamo aiutati da Sunvitale Studio: Alessandro e Giovanna, un duo bolognese esperto nella lavorazione a uncinetto, con cui creiamo capsule realizzate a mano. Poi c’è tutta quella parte della maglieria e dei tessuti che è artigianalizzata e confezionata a macchina, ma sempre all’interno del nostro territorio.

“I capi vengono presentati allo stesso modo anche sull’uomo, senza troppi vincoli di genere, esaltando le forme maschili esattamente come quelle femminili”

Come si fa a rendere attuale una collezione che ha alla base degli elementi a uncinetto? Sono due concetti apparentemente molto distanti, in cui tu hai trovato la chiave perfetta…

Sì, infatti, la mia intenzione fin dall’inizio è sempre stata quella di rielaborare tutto quel patrimonio di centrini ereditati dalla mia bisnonna, in un concetto di upcycling che potesse far dialogare la moda contemporanea con il valore artigianale del fatto a mano, spostando l’attenzione dal suo significato originale – legato esclusivamente ai lavori domestici femminili, in contrapposizione con la figura maschile – a quello di un elemento che va ad arricchire un powerful dress, che dà forza e vigore alla personalità femminile libera da un’identità nazional-popolare. Ma si tratta di capi che vengono presentati allo stesso modo anche sull’uomo, senza troppi vincoli di genere, esaltando le forme maschili esattamente come quelle femminili. Conclusioni a cui arriviamo naturalmente in corso d’opera, tra un fitting e un casting.

“L’ispirazione per la sfilata F/W 2023 nasce dalla riflessione sul momento della giornata in cui ognuno riesce a dedicarsi realmente a quello che desidera essere, libero da costrizioni borghesi”

Che tipo di ricerca fai sulla maglieria e sui filati?

È un metodo di ricerca nato in maniera molto naturale e che si è perfezionata negli anni in Dolce&Gabbana, quando sono diventato responsabile della maglieria. In quel periodo la passione per questo settore è cresciuta ulteriormente, lavorando con la ricerca punti e la ricerca fili che mi ha portato a consultare archivi come Modateca Deanna, uno dei luoghi più stimolanti per chi si occupa di knitwear.
Anche la vittoria del premio Lineapiù è stata importante, ci ha consentito di accedere ai loro archivi infiniti, da cui nasce una tale quantità di ispirazioni che spesso risulta difficile da controllare. Così come i mercatini e i second hand: quello in Montagnola a Bologna o il mercato delle pulci di Budapest.

Quali sono i mercati in cui sei più apprezzato, oltre a quello italiano?

Sicuramente quello orientale: Cina, Giappone, Corea del Sud; ma anche il Canada, grazie a Ssense.com, uno dei più importanti e-commerce, che ci ha scoperti diversi anni fa, permettendoci di espanderci in quell’area di mercato. Sono paesi in cui c’è più coraggio nell’osare con le trasparenze e gli abbinamenti, spesso realizzati con pezzi vintage o con diversi brand di ricerca, come apprendiamo con grande curiosità anche dai loro social.

“Abbiamo sviluppato la collezione basandoci sullo stile e i riferimenti alla moda degli anni 2000, con i suoi richiami al mondo fetish e alla sensualità”

A cosa ti sei ispirato per la sfilata F/W 2023-24?

L’ispirazione è nata leggendo le pagine del libro di Ettore Sottsass Di chi sono le case vuote, in cui c’è un capitolo dedicato alla notte che si chiama Quando il giorno sta per finire. Da lì è nata una riflessione sul momento della giornata in cui ognuno di noi riesce a dedicarsi realmente a quello che desidera essere, attraverso il proprio tempo e i vestiti che sceglie d’indossare, libero da costrizioni borghesi.

Abbiamo scelto come luogo di riferimento il Cocoricò, una location iconica in cui io stesso ho passato il mio tempo libero quand’ero più giovane, che per me rappresenta un tempio in cui ognuno poteva esprimere la propria personalità. La piramide, che abbiamo individuato come simbolo di quello spazio, simboleggia l’unione tra cielo e terra, emblema fondamentale di vita e pura energia, insieme alle stelle come la Supernova che dà il titolo alla collezione e che, esplodendo, dà luce a nuove forme di vita.
Queste vengono riportate sulla collezione sotto forma di stampe, sui capi in tulle e sul nostro denim realizzato in lana e cotone. Inoltre, abbiamo deciso di sviluppare l’intera collezione basandoci sullo stile e i riferimenti alla moda degli anni 2000, con i suoi richiami al mondo fetish e alla sensualità, che per noi ha rappresentato l’apice della libertà di espressione e della libertà sessuale, nel fashion, nella pubblicità dell’epoca e nei video musicali più rappresentativi. Lo abbiamo fatto introducendo l’utilizzo di capi in pelle (rigorosamente recuperata da deadstock), assemblati con le nostre tipiche lavorazioni a uncinetto; un messaggio di rivoluzione e rinascita di grande importanza, perché riteniamo che, a livello sociale, oggi stiamo assistendo a un processo involutivo che si sta muovendo nella realizzazione di nuove barriere, piuttosto che al suo abbattimento.

“Il cuore è la rappresentazione dell’amore universale e della gentilezza che dovrebbe stare alla base di qualsiasi attività quotidiana”

Tutto ruota intorno al cuore, le tue collezioni sono realizzate col cuore e rappresentate da cuori di ogni forma e colore.

Il cuore è la rappresentazione dell’amore universale e della gentilezza che dovrebbe stare alla base di qualsiasi attività quotidiana. Tutto è nato quando abbiamo realizzato le prime maglie coi cuori arcobaleno lavorati a jacquard, in positivo e negativo, che rappresentano un manifesto da indossare. Da lì in avanti, li abbiamo sempre mantenuti in tutte le collezioni, mutando le loro sfumature ma non il loro significato più profondo. In questa collezione il cuore, per esempio, si trasforma in pianeta che rientra nel circolo energetico e vitale dell’universo e interagisce con il serpente – simbolo di trasformazione e rigenerazione continua, attraverso il suo processo di ecdisi.

Marco Rambaldi
Marco Rambaldi (ph. Cosimo Buccolieri)

Nell’immagine in apertura, un ritratto del designer Marco Rambaldi (ph. Cosimo Buccolieri)

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