Nessun limite ai sogni: i mille volti di Paolo Camilli

Incasellare Paolo Camilli in una definizione didascalica è davvero impegnativo, in primo luogo perché è lui stesso a non volersi collocare in uno spazio limitato. Nel corso della sua carriera, l’attore marchigiano ha indossato svariate maschere e volti e si è mostrato al pubblico in mille sfaccettature, dando prova di un talento completo e trasversale. La popolarità più grande sui social network Camilli la ottiene durante il lockdown. In un momento storico complicato, in cui si assisteva a un quotidiano bollettino di guerra e si viveva in bilico in attesa di conferenze stampa tutt’altro che foriere di buone notizie, Paolo offriva quell’ironia e quel momento di svago necessari per poter superare le giornate e mettere in off l’interruttore dell’ansia. Nel 2022 entra nel cast della seconda stagione di The White Lotus, fortunata serie antologica della HBO che ha ottenuto pareri positivi da parte di pubblico e critica.

Con la messa in onda dello show di Mike White, la sua arte supera i confini dell’Italia e approda anche all’estero. Grazie alla popolarità ottenuta con la serie, l’attore vive un sogno dentro al sogno e partecipa ai SAG Awards, prestigiosi premi consegnati dalla Screen Actors Guild per le migliori interpretazioni dell’anno. Insieme agli altri protagonisti di The White Lotus conquista la statuetta per il ‘Miglior cast in una serie televisiva drammatica’. Da qualche settimana ha terminato le riprese di un nuovo film che lo vedrà al fianco di Whoopi Goldberg, la cui uscita è prevista dopo l’estate. E in autunno Camilli ritornerà nei teatri con nuove date del suo spettacolo Sconfort Zone in cui, con la sua immancabile ironia, fotografa le relazioni contemporanee.

«Il teatro mi ha aiutato a sperimentare un linguaggio e a staccare la mente, mi divertivo e non avevo paura»

Il teatro ti ha aiutato sin da piccolo a uscire dal tuo guscio. Quanto è stato importante per la tua formazione?

Per quanto mi riguarda è stato fondamentale. Ero un bambino molto introverso, perché già capivo che il mio essere non era conforme a ciò che sentivo raccontare intorno a me. Questo mi ha portato ad essere molto più chiuso a livello caratteriale. Il teatro mi ha aiutato a sperimentare un linguaggio e a staccare la mente, mi divertivo e non avevo paura. Lì giocavo, mi sentivo libero e sentivo di trovarmi nel mio mare.

Paolo Camilli a proposito del lockdown: «Per la prima volta ho avuto tanto tempo da dedicare alle mie cose, tempo che tra teatro e altri lavori non avevo mai»

La tua vita viene stravolta completamente durante il lockdown. I tuoi video iniziano a diventare virali e a raggiungere sempre più persone, da lì è un po’ partito il tuo successo. Che ricordo hai di quei momenti?

Nel bene e nel male ce lo ricordiamo tutti quel periodo. Per la prima volta ho avuto tanto tempo da dedicare alle mie cose, tempo che tra teatro e altri lavori non avevo mai. Aver avuto del tempo per dare spazio al mio linguaggio e al mio percorso di ricerca, mi ha aiutato pian piano a esprimermi, a farmi compagnia e a fare compagnia in un momento in cui tutto era sospeso e bloccato. Lo facevo anche prima della pandemia, ma in maniera meno continuativa, ho lavorato con Serena Dandini in diversi programmi (da La tv delle ragazze a Stati generali).

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Paolo Camilli e la partecipazione a The White Lotus: «Non è escluso che un ruolo che, sulla carta, è più piccolo non possa avere un impatto e arrivare a chi vede quella serie»

Un momento decisamente fortunato della tua carriera è stata l’esperienza in The White Lotus. Ci racconti come è andata partendo proprio dal primo provino?

Ricordo di aver letto del provino, in cui si cercava un personaggio italiano per una serie internazionale. All’epoca non conoscevo ancora The White Lotus, perché in Italia la prima stagione è passata un po’ in sordina. Avevo poco tempo e l’ho mandato così com’ero in quel momento. Il bello di The White Lotus è che ho vissuto tutto senza aspettative. Ho vissuto questo set pazzesco, con artisti internazionali e premi Oscar. È stata una magnifica bolla, perché eravamo tutti nello stesso luogo. Si lavorava, si usciva insieme, si condividevano momenti di vita lì a Taormina e dintorni. Vivevo consapevole che il mio fosse un ruolo piccolo e che, una volta terminata l’esperienza, sarei tornato a casa. Quando la serie va in onda iniziano ad arrivarmi un botto di messaggi, di tag dagli americani. Lì ho capito che stava succedendo qualcosa. Poi sono arrivati i SAG Awards, quindi siamo stati convocati a Los Angeles per ricevere questo premio prestigioso che pochi italiani hanno ricevuto. Mi sono accorto di come ci censuriamo nel desiderare le cose. Un’altra lezione che ho imparato è stata quella di non sottovalutare il mio lavoro. Non è escluso che un ruolo che, sulla carta, è più piccolo non possa avere un impatto e arrivare a chi vede quella serie.

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«La delusione non la prendi in considerazione in quella serata così surreale»

Hai incontrato qualche celebrity che ti ha colpito e qualcuna che invece ti ha deluso?

La delusione non la prendi in considerazione in quella serata così surreale in cui vedi quei volti che hai sempre visto sul grande schermo, da Cara DeLevingne a Viola Davis e Zendaya. Li vedevi lì e tutto ti sembra normale. Avevano un modo così inclusivo nell’accoglierti e nel complimentarsi. Tutto di quella serata e di quei momenti mi ha stupito in positivo. È stata davvero un’esperienza unica.

Sabrina Impacciatore, tua collega in The White Lotus, sarà la protagonista dello spinoff di The Office. C’è una serie del passato che ti piacerebbe reinterpretare in una chiave moderna?

Te ne tiro fuori una di cui ero pazzo, Buffy l’ammazzavampiri. Un po’ drama, un po’ action…sarebbe fighissimo.

Paolo Camilli si esprime su Whoopi Goldberg: «È stato emozionante vedere questa diva essere così altruista e dare spazio ad altre persone che hanno lavorato insieme a lei»

E a proposito di sogni, sei stato sul set di un film accanto a Whoopi Goldberg. Che esperienza è stata?

Il film dovrebbe uscire dopo l’estate. Mentre stavo registrando Drag Race Italia faccio questo provino. È stato il più veloce della mia vita, perché mentre stavo tornando negli studios mi arriva la chiamata della mia agente. Whoopi è stata carinissima, si era documentata su di me, mi aveva visto in The White Lotus e mi ha fatto dei complimenti. È bello incontrare questi grandi volti che hanno una generosità di questo tipo.
Anche Jennifer Coolidge, con cui ho recitato in
The White Lotus, durante il suo discorso di premiazione ai Golden Globes, ha nominato me e gli altri attori del cast chiamandoci per nome. Per me è stata di una generosità immensa, è stato emozionante vedere questa diva essere così altruista e dare spazio ad altre persone che hanno lavorato insieme a lei.

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«Ho portato in scena qualcosa di diverso dal solito e per la prima volta, oltre alle maschere, mi racconto come Paolo»

Hai da poco terminato il tour teatrale Sconfort Zone e presto ci saranno nuove date.

Nella prossima stagione torno in scena con nuove date. È un progetto che fino allo scorso novembre non avevo nemmeno preventivato. È nato velocissimamente e non mi aspettavo un tale riscontro. Ho portato in scena qualcosa di diverso dal solito e per la prima volta, oltre alle maschere, mi racconto come Paolo. Parlo delle relazioni a 360 gradi attraverso la mia vita vera e attraverso dei personaggi, come ad esempio un medium che contatta chi fa ghosting.

Qual è invece la tua ‘comfort zone’? Dove o con chi ti senti veramente al sicuro?

Penso di aver scelto un percorso di vita che difficilmente ti fa restare a lungo in una comfort zone. Quando sei un artista e hai un nuovo progetto, esci già da una zona di comfort, perché non sai chi troverai, come lo affronterai e come andrà. Il mio spettacolo parte proprio da questo concetto. Spesso pensiamo di essere al sicuro in una situazione lavorativa e/o sentimentale quando in realtà non è così.

Paolo Camilli Total look County of Milano, jewels Giovanni raspini
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«Non mi piace rinchiudermi in una definizione e di relegarmi in un’unica cosa»

Hai indossato tante maschere nel corso della tua carriera. Ma chi è davvero Paolo Camilli?

Sono una persona imperfetta, un curioso con la voglia di migliorarmi. Attualmente è come se ci fosse la dittatura del perfezionismo. Non ti vengono perdonati gli errori, a me piace l’idea di poter sbagliare e di imparare da un errore. A livello professionale sono in primis un attore e un content creator. Non mi piace rinchiudermi in una definizione e di relegarmi in un’unica cosa. Secondo me la parola ‘attore’ deve poter inglobare un po’ tutto, ho sempre quella sensazione che si debba essere per forza collocati in qualcosa. Invece secondo me è bello sviluppare un pensiero diverso ed esplorare. 

Paolo Camilli e i social: «È come se tutti fossero proiettati solo a quello e a volte non si pensa alla persona di cui ti prendi gioco e a chi metti su quel palco digitale»

Qualche giorno fa hai portato alla luce una problematica legata al mondo dei social, dove chiunque può diventare (suo malgrado) protagonista di un Truman show. Si parla spesso di educazione al mondo dei social network, ma forse si è fatto ancora troppo poco. Qual è la tua opinione in merito?

I social sono uno strumento che dobbiamo ancora imparare a utilizzare per bene. Errori ci possono essere, ma alcuni casi più gravi devono avere delle conseguenze. Siamo perennemente alla ricerca del consenso, dei numeri, dei like. È come se tutti fossero proiettati solo a quello e a volte non si pensa alla persona di cui ti prendi gioco e a chi metti su quel palco digitale. È un momento in cui le persone trovano il modo di sfogarsi brutalmente sui social. Io mi auguro che ci sia una regolamentazione e che nessuno si possa sentire libero di dire qualsiasi cosa. Se decidi di insultare malamente qualcuno è giusto che tu ti prenda le responsabilità. Mi auguro che ci sia più tutela sotto questo aspetto.

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Credits

Photographer: Cosimo Buccolieri

Stylist: Ylenia Puglia

Grooming: Arianna Lorenzato

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