Pitti Immagine Uomo, il meglio dell’edizione numero 104

Aggirandosi tra gli stand di Pitti Uomo, giunto quest’anno alla 104esima edizione, riservata alle collezioni primavera/estate 2024, si ha la conferma del fatto che il punto di forza della fiera, oggi come non mai, sia rappresentato dal mix ottimamente calibrato delle proposte, che coprono l’intera gamma del menswear, tanto nelle sue declinazioni più formali, afferibili alla categoria del classico, che in quelle più casual e sperimentali, così da intercettare ogni variazione – grande o piccola che sia – di un settore, quello dell’abbigliamento maschile, ben più dinamico di quanto non appaia.

Da Herno a KNT, le novità dei brand simbolo del made in Italy

La conferma arriva innanzitutto dai big del made in Italy che, lungi dal dormire sugli allori, riproponendo con minime variazioni i best-seller che gli hanno consentito di farsi conoscere – e apprezzare – in tutto il mondo, continuano a battere sul tasto dell’innovazione, ampliando ulteriormente guardaroba già ricchi e strutturati.
Herno, ad esempio, porta al Teatrino Lorenese, in Fortezza da Basso, la summa dei valori che persegue da sempre, ossia qualità ineccepibile, eleganza effortless, materiali pregevoli, trasversalità e un quid tecnologico necessario affinché gli abiti siano performanti e sostenibili; sugli scudi il capospalla, pilastro dell’offerta del brand sin dalle origini, accompagnato da maglieria, polo, t-shirt, camicie, pants e bermuda in diversi tagli e filati, dal cotone in differenti grammature al nylon tecnico, oltre che da un’ampia varietà di accessori coordinati.

Guarda (come anticipato a MANINTOWN da Walter De Matteis, founder e direttore creativo dell’etichetta insieme al fratello Mariano) a Procida, ai colori e al lifestyle rilassato di un’isola che è un concentrato di mediterraneità, la proposta per la prossima stagione calda di KNT, marchio che combina l’impareggiabile know-how artigianale di Kiton con la visione contemporanea dei gemelli De Matteis, terza generazione di una famiglia divenuta sinonimo di tailoring italiano. Il viaggio della label, stavolta, parte dal golfo di Napoli e arriva oltreoceano, precisamente a Los Angeles, simbolo della coolness californiana, mantenendosi in equilibrio fra tradizione e contemporaneità, formale e informale, materiali tecnici (ma lavorati a regola d’arte) e tessuti naturali, dalla seta al fresco di lana leggerissimo, al cotone (crispy, garzato, lavato e dalla mano vellutata…).

“Un abbigliamento che non rinuncia allo stile streetwear ma riscopre la bellezza dell’abito, il piacere di indossarlo”

Cromie sature quali turchese, rosa e giallo sono affiancate da tonalità must (nero, bianco, grigio, blu navy); tingono abiti dall’aria nonchalant, che pure rispettano tutti i crismi della sartorialità cara all’azienda: le vestibilità risultano ammorbidite, relaxed, come nei completi destrutturati e fluidi, negli smoking ultralight percorsi da minute fantasie ton sur ton, nei blazer mono e doppiopetto in seta canneté, con bottoni ricoperti.
Per quanto riguarda i pantaloni, atout del brand, i pantalaccio con coulisse in vita vengono affiancati dal nuovo modello “WD”, classico sul davanti, con gamba ampia e soffice sul retro, mentre il denim integra tre new entry dai volumi affusolati, carrot, multitasche e skinny fit. Non mancano accenti sportivi e urban (felpe e bomber oversize, trench, shirt con coulisse applicata e gilet, indumento trasversale par excellence), per un ready-to-wear che – chiosa Walter De Matteis – «non rinuncia allo stile streetwear ma riscopre la bellezza dell’abito, il piacere di indossarlo».

La maglieria deluxe di Piacenza 1733

Piacenza 1733, eccellenza italiana del knitwear, per la prossima primavera/estate rilegge l’heritage che solo un’azienda ultracentenaria qual è il lanificio biellese può vantare, conciliando un’allure giocosamente nostalgica, rètro e una ricerca stilistica proiettata al futuro. Si alternano così pezzi che simboleggiano al meglio la nozione di classico senza tempo, in lana merinos dalla finezza extra o mischie impalpabili di seta e cashmere, essentials che non possono mancare nel guardaroba dei globetrotter più esigenti.

E ancora, maglie ultra-contemporanee dalle vivaci lavorazioni tridimensionali, evergreen dell’armadio maschile (polo, camicie e pullover in svariate versioni, in maglia rasata, con microstrutture bicolori e finiture rigate, ornati da fantasie di marca vintage o effetti geometrici a rilievo, in mouliné a coste zig-zag, a costa inglese traforata, a punto losanga…) e capi versatili come la overshirt patchwork o il cardigan in spugna, il tutto in una palette sensoriale, legata ai colori naturali della terra, in contrasto con tinte che appaiono sbiadite dal sole e luminosi pastello.

Pitti Uomo 104 Piacenza 1733
Piacenza 1733 p/e 2024

Fiorio Milano, savoir-faire e artigianalità declinate (anche) nel beachwear

Altre storiche realtà tricolori, pur mantenendo salde le proprie radici, trasferiscono il proprio saper fare artigiano (anche) nella categoria estiva per definizione, il beachwear. È il caso di Fiorio Milano, celebre per le cravatte, disponibili in un’infinità di misure e motivi, dai regimental ai paisley.
I costumi del brand si distinguono per le stesse qualità che contraddistinguono la cravatteria, vale a dire raffinatezza, artigianalità, attenzione meticolosa ai dettagli; sono espressione di una qualità superiore, tailor made, riscontrabile in ogni particolare, interno o esterno, dalle asole alle cuciture di assoluta precisione, dalle comode coulisse in vita al taschino posteriore, per non parlare dei materiali, che spaziano tra filati manopesca, assai gradevoli al tatto, ai nylon e poliesteri ad asciugatura rapida, rifiniti con cura e resistenti, sostenibili in quanto, ad eccezione delle parti in metallo, sono biodegradabili.

I boxer da mare stagione p/e 2024 si accendono in un tripudio di cromatismi energici, bold, movimentati da allegri pattern floreali o folk: si va dalle stampe di ibiscus, su fondi che ricordano i muri scrostati delle case della Costa Azzurra, a quelli marmorizzati in grigio dégradé nei toni del verde, azzurro, giallo, rosé, con disegni che tracciano piume d’uccello d’ispirazione gypsy, passando per quadretti vichy e righe (che evocano lo stile da spiaggia della Saint Tropez anni ‘60), fantasie otpical, pois irregolari, riproduzioni di conchiglie, coralli o stelle marine, grandi fiori stilizzati.

Un estro decorativo allargato al fiore all’occhiello di Fiorio Milano, le succitate cravatte, confezionate in garza e mogador come pure in tricot, seta stampata, jacquard, cotone egiziano, lino mélange. Un’offerta in linea con l’obiettivo prefissosi dalla griffe, cioè parlare alle nuove generazioni che hanno (ri)scoperto il formale ma in modo inaspettato, rivisitato attraverso codici e contaminazioni che lo rendono accattivante e moderno.

La filosofia “Saving the Ocean” di Keeling, il debutto dello shoemaker Dario Zanco Milano

Sempre in tema sostenibilità, va menzionato il debutto di un’impresa che si propone di salvaguardare l’ambiente, quello marittimo in particolare, ergendosi idealmente a portavoce ed espressione vestimentaria delle meraviglie degli oceani, popolati da un’incredibile varietà di fauna e flora. Keeling, questo il nome dell’etichetta (dal nome delle isole Cocos o – appunto – Keeling, atolli situati a circa 1300 km a sud-ovest di Giava), esordisce sul mercato italiano con la collezione p/e 2024, un total look dal design distintivo pensato espressamente per gli amanti del mare, realizzato con materiali green e ricorrendo a tecniche come la rivoluzionaria Clean Color, procedimento brevettato di tintura tessile che riduce fino al 98,9% l’impiego dell’acqua, permettendo oltretutto alle molecole del colore di penetrare in maniera irregolare nelle fibre, così da conferire un aspetto irregolare, one of a kind alle texture.

Tra gli esordienti alla kermesse anche Dario Zanco Milano, brand di calzature luxury che affonda le radici nel sogno dell’omonimo fondatore, estasiato fin bambino dal lavoro artigianale svolto dal nonno nel laboratorio meneghino. Allontanatosi per scelte lavorative dallo shoemaking, decide infine di abbracciare in toto la sua passione lanciando una collezione dedicata al golf e la linea Reptile, scarpe in cuoio pregiato e suola XXX flessibile.

Dopo il Covid, Zanco, forte della continua interazione con la propria clientela, che gli ha permesso di verificare le esigenze del mercato, rilancia il marchio, fautore di uno stile classico che rifugge mode e stagionalità, imperniato su cult quali derby, mocassini, Oxford, polacchine e, da ultime, le sneakers, completamente made in Italy, dal disegno originario alle finiture, e in pellami sontuosi, dal coccodrillo allo struzzo, al rettile.

Pitti Uomo Dario Zanco
Sneakers Dario Zanco Milano

La capsule a tutela degli animali di Calabrese 1924, l’evento dedicato all’alta sartoria partenopea di Le Mani di Napoli

È animata da intenti ammirevoli la speciale capsule di Calabrese 1924, prestigiosa manifattura partenopa specializzata in cravatte ed eleganti accessori pour homme, realizzata per la non profit Humane Society International (HSI)/ Europe, dedita alla tutela di tutti gli animali. Denominata Calabrese 4PETS, consta di fazzoletti in cotone, da collo e da taschino, popolati da simpatici cani e gatti, stilizzati e dal flair vintage, tra dolci bassotti contornati da fiori dalle sfumature flou e felini dandy in papillon. La collezione sarà in vendita esclusivamente sul sito dell’organizzazione, per contribuire alla raccolta fondi a favore della mission che porta avanti dal 1991.

Pitti Uomo Calabrese 1924
Calabrese 4PETS, Calabrese 1924

A proposito di artigianalità made in Napoli, da segnalare la presenza, in Fortezza da Basso, dell’associazione Le Mani di Napoli, per una conferenza o meglio, una tavola rotonda sul tema Napoli dentro. Napoli addosso, animata da personalità quali il sindaco del capoluogo campano, Gaetano Manfredi, il rettore dell’università Federico II Matteo Lorito, il neopresidente di Pitti Immagine Antonio De Matteis, il sindaco di Firenze Dario Nardella, lo chef Gennarino Esposito, un «appuntamento imperdibile per raccontare la città e il suo talento nel campo sartoriale e degli accessori», nelle parole del primo cittadino napoletano.
Per l’occasione, viene inoltre esposto il Disciplinare della Sartoria Napoletana, un documento destinato a rivoluzionare il settore, con Le Mani di Napoli che si fa carico di codificare e rispettare i processi tradizionali che interpretano al meglio lo spirito della scuola partenopea.

Pitti Uomo Le Mani di Napoli
I partecipanti alla tavola rotonda di Le Mani di Napoli

Antony Morato tra stile timeless e pop culture

Eclettismo e versatilità sono le parole d’ordine per gli attori del mondo contemporary e sport presenti alla kermesse. Antony Morato, ormai habitué della manifestazione, lancia a Pitti una collezione che, al solito, viaggia nel tempo e nello spazio, prendendo a modello tre specifici decenni (gli anni ‘70, ‘80 e ’90) e altrettante città, Osaka, Seattle, Malibù; un blend di influenze disparate che trovano un denominatore comune nel gusto tipicamente italiano degli abiti, che rimane la stella polare della label. Nella p/e 2024 confluiscono, quindi, i caratteri distintivi dei periodi storici e contesti urbani menzionati, un brassage di tonalità brillanti, print astratti, floreali e geometrici, tocchi neon, tessuti naturali che si accompagnano a quelli dal sapore utilitarian.
Vengono aggiornati i must dell’armadio maschile, ossia camicie a righe, overshirt, pezzi in lino dai tagli lineari, sofisticati, mentre il grunge dei Nineties informa look mutuati dal workwear, con cargo pants sotto bomber leggeri. Le superfici, sovente grezze, materiche, donano un tocco edgy a capi e accessori di stampo minimal, facilmente adattabili a qualsiasi outfit. Non mancano colorazioni e grafismi d’impatto, che confermano la predilezione di Antony Morato per i pilastri della cultura pop, richiamati da tre capsule collection, omaggi ai Rolling Stones (con l’irriverente linguaccia della band), ai mitici Simpson e al logo Chupa Chups, dietro cui si cela il genio di Salvador Dalí, pubblicitario ante litteram di razza.

U. S. Polo Assn., uno show nel segno dell’unione tra moda, sport, arte e musica

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U. S. Polo Assn. p/e 2024 (ph. Filippo Maffei)

Fa le cose in grande stile U. S. Polo Assn.: oltre a svelare una collezione grintosa, esplicitamente sporty, che riprende nuance e atmosfere delle vacanze nel Mar Mediterraneo (perciò infinite gradazioni di blu, forme casual, fibre leggere, nobili quali lino o cotone seersucker, per una reinterpretazione sensibile ai trend dei capisaldi della casa, dagli elementi vintage inspired alle rigature, dal color block alle classiche polo), il brand ufficiale della United States Polo Association allestisce, infatti, uno spettacolo nel segno dell’unione tra moda, sport, arte e musica in una cornice magica, il Giardino Torriggiani, gioiello naturalistico nel cuore di Firenze.

Lo show si conclude con una cena esclusiva, allietata prima dalla performance di Antonio Signorini, scultore di fama mondiale che, per l’occasione, espone le sue opere con cavalli volanti in bronzo in tre piazze del centro (piazza del Carmine, San FirenzeA Firenze il laboratorio green di Cassetti per gli orologi di lusso e del Grano), poi da quella di Santi Serra, artista equestre capace di stabilire un’assoluta simbiosi con i cavalli, quindi – dulcis in fundo – dall’esibizione live dei mitici Planet Funk.

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Il concerto dei Planet Funk al Giardino Torrigiani (ph. Filippo Maffei)

The Pineider’s Timeless Passions

Non si può non menzionare, infine, l’evento organizzato da Pineider nella boutique di Lungarno degli Acciaiuoli, dunque fuori dai confini fieristici strettamente intesi, e che però ricalca alla perfezione il tema dell’edizione numero 104, Pitti Games, il gioco concepito come dimensione ludica, sfidante ma – soprattutto – creativa.

Aspetti condivisi in toto dalla maison toscana, i cui prodotti artigianali sono espressione di un lifestyle dinamico, energico, in costante movimento, tanto che oltre agli articoli di scrittura per cui è rinomata, ha da tempo in catalogo linee di pelletteria e valigeria ugualmente preziose, raffinate, completate adesso da borse da viaggio bicolor in sfumature (zafferano, sabbia, color cuoio naturale) e materiali (pelle martellata, bottalata, liscia, Mini Franzi, scamosciata) inediti, nonché dai nécessaire per arricchire il tempo libero e gli interessi personali degli intenditori, tra watch, jewelry e game holder e porta-racchette; novità salutate dalla griffe, mercoledì 14 giugno, con la serata The Pineider’s Timeless Passions, he ha avuto un anfitrione d’eccezione, Pierfrancesco Favino, ambassador del marchio.

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Pierfrancesco Favino, ospite d’eccezione dell’evento The Pineider’s Timeless Passions

Per l’immagine in apertura, Pierfrancesco Favino all’evento The Pineider’s Timeless Passions (ph. Nicola Muro)

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