A PIEDI NUDI NEL COLLIO. INTERVISTA A ROBERT PRINCIC DI GRADIS’CIUTTA

La piccola green valley del vino italiano punta tutto su un modello di agricoltura biologica e autentica ospitalità tra passeggiate in bici e attività meditative in vigna. Aspettando le celebrazioni per Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025

I confini non tengono conto delle vite delle persone”: quando si pedala su e giù per i dolci pendii del Collio gli occhi si riempiono delle svariate tonalità smeraldo dei suoi vigneti, così ordinati e circondati da rigogliosi boschi, tanto da non accorgersi di oltrepassare il confine con la Slovenia. Avvolti nel silenzio e nella pace, mentre i polmoni si rigenerano di aria buona, sembra difficile pensare che queste terre di confine dell’Italia nordorientale, durante la Grande Guerra, furono il teatro delle sanguinose battaglie raccontate nelle poesie di Giuseppe Ungaretti.

A ricordacelo il sacrario militare di Oslavia con la grande torre centrale e l’imponente scalinata che rubano la scena alla bellezza del paesaggio, dedicato alle migliaia di giovani soldati caduti in combattimento. Brutalità destinate a perdurare anche durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni successivi quando persone, famiglie, case e strade furono separate senza nessuna logica, solo per assecondare i capricci dei potenti. Una popolazione che, nonostante tutto, ha saputo trasformare privazioni e sofferenze in energia vitale. Da queste parti ci si è sempre rimboccati le maniche, con dedizione e sacrificio, e oggi il Collio da terra di confine è diventata una piccola green valley del vino votata alla sostenibilità ambientale e alla cooperazione interculturale, come conferma l’elezione di Nova Gorica – Gorizia a Capitale Europea della Cultura per il 2025.

Vigneti nel territorio del Collio, Friuli Venezia Giulia
Vigneti nel territorio del Collio, Friuli Venezia Giulia

Tra i viticoltori d’eccellenza sul confine, Robert Princic di Gradis’ciutta

Un appuntamento (il prossimo 8 febbraio la cerimonia inaugurale) su cui scommette l’amministrazione regionale per accendere i riflettori sull’eccellente qualità della vita (secondo la recente classifica pubblicata da Il Sole 24 Ore, la provincia di Gorizia è in testa alla classifica nazionale dei territori che garantiscono maggior benessere agli under 35) e su un’offerta enoturistica modello grazie al lavoro svolto dai produttori vitivinicoli del Collio (prima zona del Friuli Venezia Giulia ad ottenere la Doc, da sempre sinonimo indiscusso di vini bianchi di alta qualità).

E a proposito di produttori abbiamo incontrato Robert Princic – per sei anni Presidente del Consorzio di tutela Vini Collio – di Gradis’ciutta, azienda familiare che ben rappresenta questo paradigma virtuoso di “viticoltura d’eccellenza” fatto di vini identitari, scelte “green oriented” in vigna e in cantina, e antichi casolari riportati a nuova vita per far vivere ai visitatori un’esperienza autentica a contatto con la natura e la gente del posto.   

Il produttore vinicolo Robert Princic
Il produttore vinicolo Robert Princic

«Gradis’ciutta è cresciuta con me: siamo passati da 10 a 45 ettari attuali, abbiamo iniziato a imbottigliare il nostro vino e ad allargare gli spazi della cantina»

Ripercorriamo brevemente la storia di Gradis’ciutta.

Mio nonno aveva cominciato con pochissimi ettari nei quali praticava un’agricoltura mista, anzi possiamo definirla “di sopravvivenza” nel vero senso della parola. Fu poi mio padre a compiere il primo passo verso un modello di azienda moderna e a credere nel futuro, anche se non ha mai concretizzato il progetto di imbottigliare con il nostro nome. Ha preferito aspettare che finissi i miei studi in Enologia e Viticoltura per affidarmi, nel 1997 (avevo solo vent’anni), l’intera responsabilità della gestione. Da allora, e fino ad oggi, Gradis’ciutta è cresciuta con me: siamo passati da 10 a 45 ettari attuali, abbiamo iniziato a imbottigliare il nostro vino e ad allargare gli spazi della cantina per rispondere alle nuove esigenze produttive.

Non si è trattato soltanto di una crescita numerica. In questi anni abbiamo innovato tante cose: nel 2008 siamo passati da una viticoltura convenzionale a un regime biologico, non senza qualche scontro iniziale con mio padre. Abituato al convenzionale, si rendeva conto che la viticoltura biologica era molto più difficile e impegnativa (per fare qualche esempio: abolizione dei diserbanti e ritorno ad arare sotto le viti) ma subito dopo fu molto orgoglioso di questa scelta, anche se davanti a me non lo ha mai voluto ammettere. Però ho scoperto che se ne vantava con gli amici.

Robert Princic Gradis'ciutta
Il vino dell’azienda Gradis’ciutta

Robert Princic di Gradis’ciutta a proposito del territorio del Collio: «Siamo in un’areale costantemente ventilato, fattore importante per combattere l’umidità, nemico naturale della viticoltura»

In ogni etichetta Gradis’ciutta il nome Collio è sempre ben in evidenza. Cosa rende unico questo territorio?

Il territorio del Collio, con i suoi 1400 ettari di vigneti che fanno letteralmente da confine con la Slovenia, ha una vocazione naturale per la viticoltura di qualità e una storia millenaria. Le prime testimonianze sulla Ribolla Gialla – il vitigno più rappresentativo della denominazione insieme alla Malvasia e al Friulano – risalgono al 1100. Incastonato tra i fiumi Isonzo e Judrio, gode di un microclima ideale grazie alle correnti del Mar Adriatico (distante solo 20 km) che attraversano la pianura antistante fino ad arrivare ai pendii più alti. Alle spalle ci sono invece le Alpi Giulie che proteggono le vigne dai venti freddi e, al tempo stesso, regalano sbalzi termici fondamentali per le varietà a bacca bianca. Siamo in un’areale costantemente ventilato, fattore importante per combattere l’umidità, nemico naturale della viticoltura.

E poi l’elemento fondamentale, ovvero questa terra unica che si chiama ponca: si tratta di terreni emersi dai mari 45/50 milioni di anni fa e caratterizzati da marne (argille compattate) arenarie (sabbie compattate) stratificate fra di loro. La ponca permette un ottimale drenaggio delle abbondanti acque piovane (siamo in una delle zone più piovose d’Italia con una media che va dai 1000 ai 1400 mm l’anno) allontanando così l’umidità in eccesso. Ricordiamo infine che il disciplinare della Doc prevede che per certificare i vini, questi devono provenire esclusivamente da uve coltivate nelle colline (al di sopra dei 50 metri s.l.m.) dato che solo qui si può trovare questo terreno unico e speciale.

Robert Princic Gradis'ciutta
Uva a bacca bianca dell’azienda Gradis’ciutta

Borgo Gradis’ciutta diventa una struttura ricettiva: «Il progetto di ospitalità nasce dalla volontà della mia famiglia di legarci sempre di più al territorio in cui siamo nati e in cui operiamo»

Dal 2022 Gradis’ciutta è anche ospitalità. Come è nata l’idea del recupero del Borgo?

Borgo Gradis’ciutta è una struttura ricettiva che nasce dal recupero di un casale del ‘500, ubicato al centro della nostra tenuta, a soli cinque minuti di auto da Gorizia. Nelle fondamenta abbiamo trovato una delle cantine più antiche del territorio ed è per noi motivo di vanto e orgoglio averla salvata, insieme a tutto l’immobile. Il progetto di ospitalità nasce dunque dalla volontà della mia famiglia di legarci sempre di più al territorio in cui siamo nati e in cui operiamo. Nel 2015 acquistiamo il casale e nel 2019 iniziamo i lavori di ristrutturazione. Abbiamo realizzato, tra l’edificio principale e i corpi annessi, 12 camere di cui 3 appartamenti che vogliono far vivere tutto l’anno ai nostri ospiti la vita in campagna immersi nei nostri vigneti.    

Interni di una camera da letto presso borgo Gradis'ciutta
Interni di una camera da letto presso borgo Gradis’ciutta

Quali sono le esperienze più originali per i vostri ospiti?

Oltre alle varie tipologie di visita e degustazioni in cantina, abbiamo integrato la nostra offerta enoturistica con esperienze davvero uniche per spiegare il valore ma anche la complessità di questo territorio. Innanzitutto la Collio Bianco Experience, in cui gli ospiti possono mettersi alla prova in un’insolita veste di “apprendista enologo”: ciascuno può assemblare il proprio vino utilizzando i campioni delle singole varietà a bacca bianca prodotte a Gradis’ciutta. Un momento di convivialità dove i partecipanti possono capire quanto sia difficile e complesso il lavoro dell’enologo e più in generale di un produttore nell’ottenere un vino che possa incontrare il gusto dei wine lover

Altra esperienza è il Nature bathing in collaborazione con Giulia Terlicher, specializzata in forest therapy, che guida i partecipanti in una passeggiata sensoriale e meditativa (a piedi nudi) in vigna, circondati dal verde e dal silenzio dei boschi del Collio. Infine l’esperienza della vendemmia, sempre molto apprezzata da grandi e piccoli. 

Borgo Gradis'ciutta
Borgo Gradis’ciutta

«La frontiera diventa simbolo di unione»

Parliamo di Sinefinis, una storia di amicizia che supera i confini.

Nel 2006 durante il Master in Wine Business all’Università di Trieste conobbi Matjaz Cetrtic dell’azienda Ferdinand. Diventammo subito amici: io ero del Collio lui invece viveva nella regione del Brda in Slovenia. Avevamo la stessa età e le nostre case erano a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra ma nonostante ciò le nostre vite, fino a quel momento, non si erano mai incrociate per colpa del confine che ci aveva diviso (il 1° maggio 2004 la Slovenia, insieme ad altri 12 paesi, aderisce all’Unione Europea e nasce la Grande Europa: a Gorizia viene abbattuto l’ultimo pezzo di “cortina di ferro” che divideva la città italiana da Nova Gorica). Con molta probabilità, senza questa divisione, avremmo frequentato la stessa scuola e la stessa comitiva di amici. E invece siamo cresciuti vicini ma separati.

Come tesi di laurea decidiamo quindi di creare insieme un vino che fosse “Made in Europe” per raccontare questa nostra singolare storia. Lo abbiamo chiamato Sinefinis – dal latino “senza confine” appunto – ed è una Ribolla Gialla metodo classico, ottenuta con una base spumante prodotta da me e l’altra da Matjaz. L’ambasciatore a Lubiana Rossella Franchini Sherifis lo ha definito come una best practice di quello che dovrebbe essere la collaborazione, in tutti i settori e a tutti i livelli, sul confine italo-sloveno. La frontiera diventa dunque simbolo di unione anticipando quello che sarebbe successo con l’elezione di Nova Gorica – Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025. Siamo già al lavoro per partecipare attivamente al ricco programma di iniziative borderless che prenderanno avvio l’anno prossimo. È un’occasione imperdibile di visibilità, non solo per noi ma per tutto il Collio, e ci faremo trovare pronti!

Vigneti dell'azienda Gradis'ciutta
Vigneti dell’azienda Gradis’ciutta
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