M. Cilento & F.llo: l’importanza delle radici

Real Razza di Persano

M. Cilento & F.llo” è uno di quei luoghi in cui il diktat della moda non è mai esistito. Una sartoria dove l’aria che si respira ha il profumo della tradizione. L’atelier nasce a Napoli nel 1870. Da allora, ben otto generazioni si sono susseguite al timone e, ancora oggi, sempre un Cilento, Ugo, dediziosamente porta avanti la storia di famiglia. In quasi 237 anni nulla è cambiato nell’artigianalità del prodotto e nella ricerca continua, dove arte e know-how italiani sposano gusto e sobrietà anglosassone. Gli abiti, le cravatte, e le camicie vengono confezionati rigorosamente a mano. Come un tempo. La storica sede di Via Medina cede il posto, nel 2015, alla nuova showroom/museo di Via Riviera di Chiaia 203. Un vero e proprio passaggio di consegne, che sancisce il nuovo corso dell’azienda partenopea, incarnata anche dalla nuova collezione proposta per il 2017 e curata personalmente da Ugo Cilento. Collezione che ribadisce l’indissolubile legame tra questo atelier e la sua terra. Una linea di cravatte e foulard, in edizione limitata, interamente ispirata all’arte e alla storia napoletana, dalla Cornucopia – omaggio alla scagliola napoletana del ‘700 – al Real Passeggio di Chiaia, attraverso le piante officinali del Real Orto Botanico, risalente ai primi dell’800, fino al mito della sirena Parthenope. A spiccare, però, sono le cravatte e i foulard che Ugo Cilento, da grande appassionato del mondo equestre, ha voluto tributare a tre razze equine appartenenti al Regno delle Due Sicilie: la Real Razza di Persano, la Salernitana e la Napoletana. “La nostra ricerca mira a valorizzare i tanti tesori nascosti del nostro patrimonio. Abbiamo pensato di rendere omaggio a un’antica tradizione equina e di dare anche slancio alla rinascita di uno straordinario sito dimenticato come la Reggia di Carditello, dove queste razze venivano allevate”, racconta Ugo. Solide radici e occhi aperti al mondo fanno di “M. Cilento & F.llo” una delle realtà imprenditoriali italiane più longeve, ambasciatrice internazionale del Made in Naples.

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Tweed Walk: A spasso nel buon gusto

Seconda tappa presso Ulturale

Successo meritato e confermato per la seconda edizione della Tweed Walk, organizzata da Stilemaschile e andata in scena all’ombra del Vesuvio, sabato 19 novembre. Questa volta è toccato a Napoli, capitale indiscussa dell’eleganza e dell’artigianalità maschile, fare da scenografia alla passeggiata culturale dei gentiluomini in Tweed. Tre tappe hanno scandito questo tuffo nel mondo del bespoke. Il primo appuntamento si è tenuto nella showroom-museo di M. Cilento sulla Riviera di Chiaia, tempio di stile italiano e tradizione inglese. Il secondo si è svolto presso la boutique Ulturale, in Via Carlo Poerio 115, marchio di cravatte divenuto famoso per lo scaramantico ‘cornetto’ contro la mala sorte, nascosto all’interno di ogni cravatta dal gusto fortemente partenopeo, dove hanno trovato spazio anche alcune pipe ultracentenarie di Savinelli. La terza ed ultima tappa ha avuto luogo nella sala eventi di E.Marinella, in Via Riviera di Chiaia 287, dove il Gran Maestro Giancarlo Maresca, massimo esperto di costume maschile, ha presentato agli ospiti la collezione “Archivio”, dedicata ai pattern storici di casa Marinella dagli anni ’30 agli anni ‘80, frutto di un lavoro di ricerca sugli antichi archivi riportati alla luce per la gioia degli appassionati. “La Tweed Walk si prefigge di promuove l’educazione, il buon gusto e il rispetto per il nostro patrimonio artistico, valori culturali, etici ed estetici al contempo, di cui si sente fortemente la mancanza”, spiega Alfredo de Giglio, direttore di Stilemaschile. Questo salotto dedicato alla cultura maschile, con base a Roma, vuole riscoprire, preservare e condividere questo grande codice genetico di stile, attraverso la creazione di eventi, attività culturali e convegni.

www.stilemaschile.it

Photo credit: Alessio Fusco

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La Vendemmia di Sutor Mantellassi

È tempo di vendemmia anche in via Monte Napoleone. La regina del Quadrilatero della moda milanese si tinge dei colori caldi dell’autunno e dei sapori dei frutti viticoli per regalare un’esperienza sensoriale unica, che vede affiancate le grandi maison del lusso alle migliori cantine internazionali. Due mondi che si uniscono in un gioco alchemico di eccellenze, dove la moda celebra il vino. È questa La Vendemmia, promossa dall’Associazione MonteNapoleone e giunta alla settima edizione. Importante la partecipazione delle boutique all’evento, così come l’affluenza in termini di pubblico, che ha affollato le vie della moda meneghina all’inaugurazione. Tra i protagonisti assoluti la boutique Sutor Mantellassi, in via Monte Napoleone 3 che, grazie alla collaborazione con Cusumano, storica cantina siciliana, ha offerto agli oltre quattrocento ospiti di giovedì sera il 700 Brut, con Pinot Nero in purezza e il Blend Noà (Nero d’Avola 40%, Merlot 30%, Cabernet Sauvignon 30%) fiori all’occhiello dell’azienda vinicola. Non solo le papille gustative, è anche la vista a trovare appagamento nella boutique dello storico brand fiorentino, dove passato e presente si mescolano. “La collezione Sutor Mantellassi autunno-inverno 2016/17, prende ispirazione dalle architetture alpine che Edoardo Gellner progettò a Cortina D’Ampezzo e nel Cadore negli anni della Dolce Vita – spiega il direttore Stefano Bergamini – con atmosfere essenziali, geometrie minime e allo stesso tempo maestose, quasi un omaggio alla natura e alle montagne che le ospitano”.

Photo Credit: Fabrizio Di Paolo

www.sutormantellassi.com

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Le cravatte di Nicky Milano: storie antiche di eleganza moderna

Per parlare del cravattificio Nicky Milano, bisognare fare un passo indietro di quasi un secolo. Tutto iniziò nel 1920, grazie all’estro creativo e imprenditoriale di John Nicky Chini. Arrivato in Italia dall’Egitto, diventò presto una voce fuori dal coro con le sue cravatte declinate in eleganti fantasie e dai tessuti colorati, rompendo gli schemi di un periodo in cui l’austerità del nero e del grigio adornavano i colletti inamidati dei gentiluomini del tempo. Ben presto, le sue, diventarono lezioni di stile, ispirando gli uomini eleganti dell’epoca. Persino Gabriele D’Annunzio amava indossarle, le considerava eleganti e magnifiche e ne scrisse le lodi in una lettera autografa, che oggi è in bella mostra nella sede di via Pietrasanta, a Milano. Tanto è cambiato da allora, ma non nei laboratori di Nicky, dove il tempo sembra essersi fermato. L’arredamento è rimasto quello d’epoca, così come invariata è rimasta la lavorazione delle cravatte, confezionate rigorosamente a mano seguendo alla lettera le antiche regole di taglio. Oggi come allora prosegue incessante la ricerca estetica, dove tradizione e innovazione si fondono per offrire un prodotto dal sapore d’antan, ma assolutamente moderno. Il suggestivo archivio storico rappresenta il punto di forza dal quale le menti creative, guidate dall’art director Alberto Benigni, traggono ispirazione. Antichi libri, meticolosamente conservati, sono un inestimabile tesoro e custodiscono l’identità e una memoria storica di cui pochi possono vantarsi. Sete jacquard, lane e lini, così come cashmere e cotoni vengono meticolosamente selezionati nei migliori setifici e drapperie italiani e britannici, o anche riesumati da vecchi fondi. Il taglio a 3 pieghe e l’utilizzo di mezzi toni e colori tenui dal gusto vagamente anglosassone, identificano Nicky come la “cravatta milanese”, amatissima dai mercati giapponesi e nord americani. Indossarne una significa portare al collo un pezzo di storia meneghina e un’eccellenza italiana.

www.nickymilano.it

Photo credit: Fabrizio Di Paolo

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Ettore de Cesare: una tradizione sartoriale che dura da tre generazioni

Passeggiando per Napoli – dove i vicoli sono sinonimo di tradizioni che questa città non abbandonerà mai – forse è ancora possibile scorgere l’ombra di uno scugnizzo. Magari uno di quelli intenzionati a lasciare la strada varcando la soglia di una bottega artigianale, la stessa che ha permesso ai sarti partenopei di creare abiti di alta qualità. È successo anche al nonno di Ettore de Cesare, titolare di una sartoria maschile che va avanti da tre generazioni. Spinto dalla volontà di sfuggire alle miserie della guerra, Ettore senior lavorò sodo per costruire un’eredità da trasmettere, affinando le proprie abilità nella storica sartoria Rubinacci, che serviva gli illustri clienti abituali frequentatori della città. Nel 1960 l’apertura del primo laboratorio in Piazza Carlo III, dalla metà degli anni Settanta, invece, il signor Ettore trasferisce arte e famiglia al Vomero. Oggi, nell’elegante showroom di Palazzo Vanvitelli, il nipote lavora seguendo l’esempio del nonno. “Realizziamo i nostri capi a mano, secondo i canoni classici della sartoria. Per le giacche utilizziamo i punti lenti e lavoriamo il collo allo stesso modo, impiegando tempo, esperienza e attenzione maniacale ai dettagli”. In sartoria il rumore dei ferri da stiro si mescola alla musica in sottofondo. Anche se la radio trasmette solo canzoni napoletane, Ettore è uomo del suo tempo, che viaggia per distinguere il meglio che il mondo ha da offrire. “Non a caso le nostre fodere, stampate e coloratissime, arrivano dall’Inghilterra e sono un vero marchio di fabbrica, come le giacche cucite a giro aperto o l’ampia manica che agevola i movimenti di chi la indossa”. Arte chiama arte: l’erede di questa dinastia ha un tocco particolare, ma sempre preciso quando si tratta di studiare e prendere le misure. “Maradona è stato qui – aggiunge – negli anni in cui il Vomero acquisiva il suo status e Napoli viveva un periodo di gran fermento”. Tempi perfetti perché continuassero a vivere vecchie leggende e ne nascessero di nuove, il tratto comune che sembra unire i destini di chi vive in questa città.

www.ettoredecesare.it

Credit Photo: Fabrizio Di Paolo

MANINTOWN incontra Giorgio Giangiulio. Il blogger e style storyteller qui racconta l’eleganza maschile sartoriale, andando alla ricerca di quelle eccellenze del Made in Italy che, con ago, filo e passione rendono gli uomini più raffinati e che costellano l’Italia in ogni regione.