IMPRESE POSSIBILI: ALEX BELLINI

Alex Bellini è un esploratore italiano diventato noto al pubblico per le sue imprese estreme, tra cui le traversate oceaniche a remi, in solitaria e in completa autonomia. Noi lo abbiamo incontrato presso lo store North Sails a Milano al rientro dalla sua ultima missione, questa volta un po’ diversa rispetto alle precedenti. Si chiama “10 Rivers 1 Ocean” e conferma il suo impegno verso la conservazione e la salvaguardia degli oceani dagli effetti dell’inquinamento della plastica. L’itinerario prevede una prima tappa sul fiume Gange (dalla quale Alex è già rientrato) e altre nove in cui veleggerà su imbarcazioni create, di volta in volta, con materiale riciclato e assemblato in loco, sui 10 fiumi più inquinati dalla plastica di tutto il pianeta e sul Pacific Garbage Patch nell’Oceano Pacifico. Raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema ecologico ed economico che rappresenta la plastica e che riguarda la salute del pianeta è inoltre un progetto che North Sails sposa in pieno, per favorire un nuovo senso di comprensione e di educazione del consumatore al cambiamento e alla tutela dei mari dall’inquinamento.

Alex da dove parte l’idea del tuo ultimo progetto?

Questo progetto è forse quello che più di tutti si discosta dallo sport. Sulla base delle esperienze passate e in particolare la traversata del Pacifico che feci nel 2011, mi sono avvicinato al problema della plastica negli oceani e da allora ho realizzato che tutte le mie imprese future avrebbero dovuto raccontare queste problematiche, per enfatizzare la connessione uomo natura ed evidenziare che quando essa manca si ottengono effetti molto gravi. Ho cominciato a progettare questa esperienza a Marzo 2018, sulla base della ricerca condotta da uno scienziato tedesco sui fiumi più inquinati dalla plastica. Da lì ho stilato il mio percorso dei 10 fiumi da navigare e ho cominciato con il Gange, dove la navigazione è durata 30 giorni. Questo corso d’acqua ha un rapporto particolare con le popolazioni che vivono sulle sue sponde che da un lato lo venerano, ma allo stesso tempo lo trascurano mettendolo in grande difficoltà. Guardando negli occhi la popolazione di queste terre non si percepisce vita in loro. Gettano carta e rifiuti nel fiume per consuetudine senza domandarsi il perché o porsi particolari problemi.

Come ti prepari alle tue imprese?

Dove la parte fisica è importante come lo sono state le corse in passato o le traversate degli oceani c’è sicuramente un grande allenamento alle spalle. Questa volta è stata una preparazione diversa, fatta di costruzione di relazioni con ambasciate, istituzioni e ong locali.

La missione che fra tutte ti è rimasta nel cuore?

Ogni esperienza è unica perché è stata  la miglior cosa che potessi fare in quel momento. A 20 anni, correre sulle dune del deserto del Sahara, due anni dopo la traversata dell’Alaska. Non riesco a definire in assoluto la migliore perché ognuna rappresenta il tentativo di spingere il limite più in là. Quella che certamente mi ha insegnato di più è stata la traversata dell’Oceano Pacifico in barca a remi, dove ho dovuto fermarmi a 30 ore dalla fine per problematiche varie tra cui il meteo e questo mi ha insegnato a gestire il fallimento e rassegnarmi davanti alle cose che non posso controllare. Abilità fondamentale che tutti dovremmo coltivare.

La tua definizione di paura?

La paura è la giusta combinazione di attenzione e conoscenza del pericolo. Non so se si imparerà mai a gestirla pienamente, ma il mio percorso mi spinge costantemente ad affrontarla. Dovrò forse avere davvero paura quando mi renderò conto di non avere più nessun timore perché allora vorrà dire che sto per mettermi nei guai.

Che rapporto hai con i social?

I social sono fondamentali per me che sono un esploratore moderno, forse non sono figlio della generazione dei social media ma li trovo veramente efficaci anche per sensibilizzare l’opinione pubblica. È un’occasione che non possiamo perdere, non solo per l’orgoglio di essere seguiti ma soprattutto per dare messaggi importanti come la salvaguardia del pianeta nel mio caso. Questo è il motivo per cui  li uso per documentare tutte le mie esperienze.

 

Crediti foto: Mauro Talamonti

 

 

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I DETERGENTI VISO DA AVERE QUESTA PRIMAVERA

Il gesto base per avere una pelle luminosa e compatta è  quello di una profonda e accurata pulizia del viso ogni mattina, per rimuovere impurità e cellule morte dalla pelle, così da attivarne la rigenerazione. Anche in questo campo, possiamo scegliere tra una vasta selezione di detergenti in base al nostro tipo di pelle, senza rinunciare a texture e fragranze ultra sensoriali. Ecco la nostra selezione tra le ultime novità di stagione.

 

 

WASO RESET CLEANSER SQUAD

 

SKINCEUTICALS REPLENISHING CLEANSER CREAM

 

 

AESOP GENTLE FACIAL CLEANSING MILK

LULLAGE MICELAR GEL CLEANSER

 

 

FOREO MICRO-FOAM CLEANSER

LA ROCHE-POSAY THERMAL SPRING WATER

 

ALMAK DETERGENTE VISO ESFOLIANTE

 

 

MELVITA PURIFYING CLEANSING JELLY

OLEHENRIKSEN THE CLEAN TRUTH FOAMING CLEANSER

 

NUXE FACE AND BODY ULTRA-RICH CLEANSING GEL

DOLOMIA MOISTURISING CLEANSING MOUSSE

 

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TAGLIO DI STAGIONE

Archiviata quasi definitivamente la moda del look hipster con barbe extra folte da curare e ciuffi scolpiti con rasature vertiginose, diamo il benvenuto alle colorazioni per barba e capelli (ovviamente senza esagerare) con tonalità naturali per nascondere i primi capelli bianchi oppure per intensificare il proprio colore naturale. Le fiale anti-caduta invece, si rinnovano trasformandosi in rituali per purificare ed esfoliare il cuoio capelluto. Insomma la scelta è ampia, ma  l’importante è rispettare  la tempistica. L’uomo sempre di corsa non ha tempo di attendere che la colorazione faccia il suo effetto e vuole che il trattamento sia veloce ed efficace. Ecco tre nuovi indirizzi da provare subito:

 

Essenza minerale da Marchina Hairstyling

Presso lo storico salone milanese situato in Corso Venezia nel centro pulsante della città, scopriamo un trattamento cosmetico completo a pH 4.5 adatto a tutti i tipi di capelli e cute in grado di annullare l’effetto elettrostatico e ristrutturare gli steli, eliminando il fastidioso prurito causato da agenti atmosferici e chimici come colorazioni e decolorazioni. Un rituale detossinante in fiale, formulato con Magnesio e Zinco, che purifica in profondità e aiuta la cute a ritrovare il giusto equilibrio, per capelli leggeri e luminosi. La chioma resta lucente e morbida anche i giorni successivi al trattamento.

Un tocco di colore da Gum Salon

Da sempre molto amato dal pubblico maschile, il salone ci propone nuove combinazioni di colori naturali per nascondere i primi capelli bianchi, oppure per  intensificare il proprio colore naturale:

MAN SINGLE COLOR : L’applicazione di colore semipermanente che colora leggermente in modo naturale, senza coprire totalmente. Sfuma dopo una ventina di lavaggi, evitando l’effetto “ricrescita” e senza tirar fuori riflessi rossicci

MAN DAFT COLOR: Tonalizzante che va a spegnere il giallo dei capelli bianchi, per ottenere un effetto naturale sale e pepe

BEARD COLOR: Applicazione di colore semi permanente sulla barba, che colora leggermente in modo naturale. Questo servizio è consigliato per chi vuole coprire i capelli bianchi, ravvivare il colore naturale della barba o neutralizzare il giallo causato dal fumo.

 

Un taglio “trap” da Orea Malià

Precursore tra i parrucchieri più innovativi della città, è famoso per aver curato l’immagine di numerosi artisti. Vanta la collaborazione con il mondo del cinema, della televisione e con varie istituzioni accademiche quali il DAMS di Bologna o la Statale di Milano. Nello store di via Marghera, troviamo un corner interamente dedicato all’uomo per la cura di barba e capelli. I più audaci possono sperimentare le nuove proposte firmate da Marco (fondatore e titolare di Orea Malià) che si ispirano ai look dei cantanti del rap e del trap.

 

 

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HAIR TIPS: L’ORA DEL DETOX

Parlando di cura dei capelli, una delle principali richieste del pubblico maschile è quella di formulazioni sempre più mirate a purificare e disintossicare i capelli e il cuoio capelluto. Con la primavera in arrivo, oltre che la nostra pelle, anche i capelli meritano trattamenti specifici per cominciare la nuova stagione. Ecco allora cosa scegliere a fine giornata per una perfetta azione detox, senza rinunciare a volume e leggerezza.

JOY by Supernova Natural Haircare

Shampoo in crema  molto piacevole a base di menta peperita, estratto di menta acquosa (riduzione di estratto di menta), sciroppo d’acero rosso bio, olio extra vergine d’oliva e gel di aloe vera. Perfetto per l’uso quotidiano, fornisce maneggevolezza e forza senza spellare i capelli o il cuoio capelluto, lasciandolo in questo modo pulito.

Fresh Grass by Yope

Rinfresca, regola la secrezione di sebo, idrata. Una Gamma di prodotti estremamente delicati e leggeri, che detergono e idratano perfettamente sia il cuoio capelluto sia i capelli.  Grazie alla loro composizione ricca di preziose sostanze attive, regolano in maniera rapida la secrezione sebacea senza appesantire i capelli che appariranno così, elastici, morbidi e voluminosi.

Plant & mineral Refresh by Oway

Dona nuova vita a cuoio capelluto e capelli allungando i tempi tra un lavaggio e l’altro. Rinfresca il look in maniera immediata con effetto volumizzante senza il bisogno di acqua e di strumenti a caldo utilizzati per l’asciugatura. Un blend botanico-minerale detergente al 100% composto da ingredienti di origine naturale, in grado di assorbire l’eccesso di sebo lasciando i capelli leggeri, voluminosi e delicatamente profumati.

Solu Shampoo by Davines

Ideale per tutti i tipi di capelli, la sua formulazione è indicata per detergere in profondità ed è  particolarmente indicato per chi utilizza con abbondanza i prodotti di styling. La schiuma è ricca ma ariosa e l’effetto finale è quello di un capello leggero e idratato.

Peeling Dermo-Purificante by Biopoint

Trattamento pre shampoo che pulisce in profondità il cuoio capelluto, eliminando le cellule morte e stimolando l’ossigenazione dei tessuti grazie al suo effetto detossificante e profondamente purificante che libera i pori dalle impurità, dall’inquinamento e dall’eccesso di sebo.

 

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SPRING BREAK: 24 ORE TRA LANGHE E ROERO

I professionisti delle gite fuori porta lo sanno bene, la formula weekend lungo è l’ideale per allontanarsi dalla città e concedersi una pausa ristoratrice dalla routine quotidiana. Se però, potersi concedere un giorno libero è diventato sempre di più un lusso, eccovi svelato un mini itinerario per esplorare una parte delle celebri Langhe in sole 24 ore, per chi proprio non può rinunciare ad un city break rigenerante o desidera godere di una gita all’insegna della scoperta e del buon cibo.

 

Guarene

Borgo della provincia di Cuneo, certificato a dicembre nuova località Bandiera arancione del Touring Club italiano, si trova nel Roero immerso nell’itinerario del Barocco piemontese. Qui, il protagonista è l’illustre Castello, una splendida dimora storica destinata dal 2011 a nuova vocazione: un hotel di lusso appartenente alla catena Relais e Chateaux, in grado di offrire ospitalità di altissimo livello in uno scenario mozzafiato. La mirabile struttura domina infatti dalla sua sommità le Langhe, il Monferrato e le cime delle Alpi.

La location è davvero suggestiva poiché è rimasta intatta con tutte le sue opere d’arte diventando inoltre una tappa eccezionale nei percorsi turistici della regione. Le camere da letto sono sontuose, in stile barocco con seduzioni aristocratiche. Per vivere a pieno l’esperienza, non deve mancare una pausa nella spa della struttura: dalla piscina, scavata interamente nella roccia ai percorsi di caldo e freddo, acqua e vapore, e le esperienze olfattive di profumi e di colori cromo terapici. Fiore all’occhiello, un lungo corridoio medioevale lungo 120 metri che separa i due lati della spa, e i prestigiosi rituali da cabina del brand Comfort Zone ideali per coccolarsi a fine giornata.

Infine, l’antica sapienza gastronomica del Roero e delle Langhe è il naturale riferimento della cucina del castello. I piatti della tradizione arrivano a tavola rivisitati, stupendoci per stile e delicatezza. Quanto ai vini, la cantina sfoggia l’intero repertorio dei più celebri del Piemonte, come Barolo e Barbaresco.

 

Barbaresco

Fondamentale per tutti gli appassionati dei vini piemontesi, il borgo sorge sotto l’imponente Torre che separa le Langhe dal Roero. Dalla terrazza panoramica è possibile ammirare un panorama mozzafiato, mentre all’inerno della struttura è stato allestito un piccolo museo per conoscere le storie di uomini, luoghi ed etichette che hanno contribuito a rendere il Barbaresco un vino conosciuto su scala mondiale. Terminata la visita, potete esplorare una delle numerose cantine presenti nel paese, da completare per i più golosi con una food experience presso la prestigiosa osteria Campamac.
Osteria Campamac

 

Alba

La città, storicamente romana e punto di riferimento per tutti gli amanti del tartufo è anche la capitale enogastronomica delle Langhe. Nel capoluogo piemontese è possibile visitare l’imponente duomo in stile gotico realizzato con i tipici mattoncini rossi. La città medioevale crebbe sui resti di quella romana, chiamata Alba Pompeia ed è oggi visitabile grazie al tour Alba Sotterranea, un percorso guidato da un archeologo professionista che si snoda su tre tappe principali e si conclude presso il museo archeologico di scienze naturali.

 

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THE PARIS CLUB MUSIC RENAISSANCE – SECONDA PARTE

La scena della musica disco francese si è attenuata dopo l’era del French Touch negli anni ’90, ma ora, con l’arrivo di una nuova generazione dinamica di DJ e produttori francesi, il revival della cultura dei club parigini è in corso. Riempiendo le piste da ballo, sostituendo la radio, girando il mondo e lanciando cd con case discografiche internazionali, questa nuova guardia di musicisti sta portando un eclettico sound elettronico – una combinazione che sfida i generi tradizionali e che include musica techno, house e hip hop con influenze britanniche e africane – sul più ampio palcoscenico mondiale. Abbiamo incontrato dieci delle figure più influenti sulla scena, per capire di più riguardo al ritorno di Parigi sulla scena della musica contemporanea.
In questa seconda parte: Betty, Simo Cell, Sam Tiba e Miley Serious.

Essendo una delle più talentuose DJ nel circuito della club music francese, a Betty Bensimon piacciono i mix inaspettati che fanno muovere il pubblico. A lei può essere attribuito il merito di aver creato una community intorno alle sue feste Bonus Stage, sia a Parigi che a Londra. È ospite di un programma radiofonico mensile su Rinse France, ed è comparsa anche nella piattaforma di trasmissione della musica online globale Boiler Room (due volte) e suona un po’ ovunque in tutta Europa. Il DJ francese e produttore Simo Cell crea un sound eclettico, combinando techno, UK Bass e musica elettronica. È stato il primo artista straniero ad avere un EP lanciato dall’autorevole etichetta discografica britannica Livity Sound (in più ha un nuovo EP da lanciare con loro), la cui fama si estende oltre Parigi e che intraprenderà un tour in Asia a maggio. Membro del gruppo francese di musica elettronica Club Cheval, il DJ e produttore Sam Tiba è anche un solista a tutti gli effetti, che inietta una buona dose di hip hop nei suoi set esplorativi. Attualmente sta lavorando al suo primo album, che sarà pubblicato all’inizio del 2018. La DJ Miley Serious è un membro del gruppo musicale tutto al femminile TGAF, un team di quattro ragazze che è ospite di un programma radiofonico mensile su Rinse France e che si è esibito alla BBC Radio 1. Miley mixa musica elettronica, house e techno per creare una forte energia, un sound contagioso e ha appena lanciato la sua etichetta discografica, la 99ct Records.

Come descriveresti il tuo stile?
B: Mi piace la musica che può essere suonata nelle discoteche e che fa ballare le persone. Mi piace indossare il rosso, capi di pelle e le t-shirt delle mie etichette discografiche preferite.
S: Il mio stile è molto semplice: scarpe da ginnastica, jeans, pullover di lana, un cappello qua e là. E capi essenziali: semplici t-shirt bianche o nere leggermente oversize.
M: Mi piace il nero, ma anche il romanticismo. Perciò, potrei descrivere così lo stile del mio abbigliamento e della mia musica. Quando suono, mi piace indossare belle scarpe, presto molta attenzione ai miei outfit e non cerco di nasconderlo.

Chi e cosa influenza te e la tua musica?
B: Al momento, lo stile di abbigliamento delle donne in The Sopranos e la musica suonata ai matrimoni e ai Bar Mitzvahs.
S: Ora Paul Pogba e mia madre.
S.T.: Un po’ di tutto: Parigi, i miei amici musicisti, i film che guardo.
M: Le mie influenze sono piuttosto varie ma poi si uniscono. Sono una che fruga, è parte del mio lavoro. Sono appassionata di oggetti di uso quotidiano, di riviste, di New York City, di Manchester e delle controculture. Per quanto riguarda chi mi ispira, la lista sarebbe troppo lunga.

Che ruolo hanno i social media nel tuo lavoro?
B: I social media sono uno strumento importante di promozione. Utilizzarli è per me un lavoro più che un piacere.
S: Ho una tendenza a essere molto dipendente dai social media. Per cui, più ne resto lontano e più mi sento meglio. Non ho nemmeno uno smartphone.
S.T.: Un po’ meno di prima. Credo che l’autopromozione sia diventata davvero noiosa negli anni e forse è l’unica cosa che non mi piace dei social media.
M: Sono importanti, ma ciò mi rattrista. Odio vedere che l’interesse dipende dall’immagine usata o dal momento del giorno in cui viene postata.

Parigi è tornata sulla scena musicale? Qual è il tuo ruolo in questa community?
B: Sono una DJ: il mio obiettivo è quello di far ballare le persone nelle discoteche, di diffondere la musica grazie al mio programma radiofonico mensile su Rinse France e di formare una community attorno alla dance music nella mia città.
S: C’è un bel dialogo tra generazioni: le persone che sono nell’ambiente da più tempo sono abbastanza aperte al lavoro delle persone più giovani e viceversa. Siamo rappresentati meglio sulla scena internazionale e tutti noi vogliamo collaborare e crescere insieme. Non esiste uno stile musicale che appartiene a questa nuova scena emergente: ciascuno proviene da un modo diverso e porta il suo tocco personale.
S.T.: Parigi non è mai scomparsa. Per me, questa città è sempre spumeggiante, succede sempre qualcosa e l’ambiente si sta semplicemente ingrandendo. Forse sono tra due generazioni, la vecchia e la nuova, e qualche volta cerco di trovare un compromesso. L’arrivo di stazioni radio come Hotel Radio e Rinse France ha permesso a un mondo fantastico di emergere. Il futuro della musica parigina è davvero eccitante.
M: Non so se possiamo dire che Parigi sia tornata, ma ammiro ciò che le persone stanno cercando di fare, proprio adesso. Il mio ruolo come DJ o con la mia etichetta musicale è quello di essere il punto di collegamento fra lo studio e la pista da ballo e per me questo ha un’importanza enorme.

Cosa indossi durante le tue performance?
S.T.: Le stesse cose che porto nella vita quotidiana: un mix tra capi basic e vintage. Come il 95% dei parigini oggi, in un certo senso.

Photographer| Lucie Hugary
Stylist| Nicholas Galletti
Assistant Stylist| Ariane Haas
Hair Stylist| Delphine Goichon @Backstage Agency
Make up Artist| Ludovic Cadeo @Backstage Agency

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The Paris Club Music Renaissance

La scena della musica disco francese si è attenuata dopo l’era del French Touch negli anni ’90, ma ora, con l’arrivo di una nuova generazione dinamica di DJ e produttori francesi, il revival della cultura dei club parigini è in corso. Riempiendo le piste da ballo, sostituendo la radio, girando il mondo e lanciando cd con case discografiche internazionali, questa nuova guardia di musicisti sta portando un eclettico sound elettronico – una combinazione che sfida i generi tradizionali e che include musica techno, house e hip hop con influenze britanniche e africane – sul più ampio palcoscenico mondiale. Abbiamo incontrato dieci delle figure più influenti sulla scena, per capire di più riguardo al ritorno di Parigi sulla scena della musica contemporanea.
In questa prima parte: NSDOS, Bambounou  e Detente.

NSDOS è una sorta di scienziato pazzo contemporaneo, che crea suoni concettuali, usando registrazioni sul campo che raccoglie durante i suoi viaggi. Intuition, il suo ultimo progetto, è un album in due volumi, inciso nelle lande selvagge dell’Alaska e composto di dati digitali raccolti direttamente dalla natura; Il produttore musicale parigino e DJ Bambounou è un nome influente e assodato nella scena della musica elettronica internazionale, dopo essere emerso nel 2010 e ora suona in giro per il mondo. Il suo successo continua nel 2018 con un nuovo EP, un tour mondiale e un remix lanciato con l’etichetta discografica britannica Young Turks. Il DJ e produttore Detente mixa suoni di ambienti astratti e club hit per creare uno stile frammentario, che spinge i suoi fan a ballare a Parigi e oltre, o attraverso il suo programma radiofonico sulla stazione musicale urbana Rinse France. Co-dirige l’etichetta discografica PermaInk e, attualmente, sta lavorando a un nuovo progetto per l’inizio del 2018.

Parigi è tornata sulla scena musicale? Qual è il tuo ruolo in questa community?
N:
Mi sono sempre battuto con la città di Parigi. Dormo lì, mangio lì e basta. Insieme a un gruppo di persone, ho iniziato a credere di non aspettarmi più nulla da una città come Parigi. Abbiamo creato un “Operating System” chiamato “∞OS”, che è stato fondato a Berlino e poi trasferito a Mosca. Abbiamo deciso di organizzarlo a Parigi. L’idea è di usare tutte le risorse che generiamo – come l’attività fisica, l’arte, l’esplorazione dei sogni e il riciclo dei dati – per trasformarli, usando gli strumenti che abbiamo programmato.
B:Parigi è sempre stata ben piazzata nella scena musicale internazionale, ma è vero che c’è una differenza tra adesso e cinque anni fa, in particolare con la nuova musica elettronica. Sta accadendo una vera e propria emancipazione culturale e artistica che si sta definendo dall’ambizione di questa nuova generazione, di cui sono orgoglioso di fare parte.
D: Ci sono molti artisti che stanno producendo un nuovo sound e vedo l’ambiente allargarsi sempre di più, per togliere le barriere tra nozioni di stile. Personalmente, l’idea di fare qualcosa di nuovo e attuale è importante ed è anche la direzione che sto prendendo con la mia etichetta PermaInk.

Come descriveresti il tuo stile?
N:
Ho un approccio scientifico alla musica, ma si esprime con un senso di urgenza. La poesia comincia con la creazione di un suono nel mio lavoro, visto che uso algoritmi estratti da dati che sono collegati alla natura, all’attività delle reti internet, alla danza e al DNA. Il mio lavoro è molto vicino alla scienza, ma è anche un riflesso spirituale tra l’uomo e le nuove tecnologie.
B: Il mio stile non ha niente a che fare con la musica che produco. Non ci presto molta attenzione. In realtà indosso molte cose che mi sono date, così spesso finisco per indossare strane felpe! Quando mi esibisco ho una sorta di uniforme: metto sempre una t-shirt bianca e pantaloni scuri.
D:Indosso molti capi neri, sportswear e abbigliamento tecnico. In riferimento al mio sound, compenso la musica dance e la musica elettronica sperimentale: Dark Survivalism.

Chi e cosa influenza te e la tua musica?
N:
La natura e gli umani che cercano di capire. Gli artisti che erano pionieri nella ricerca e invisibili in questo mondo.
B: Al momento sono più ispirato da ciò che leggo, mi piace molto Kundera. Altrimenti, sono andato a vedere la retrospettiva di Hockney e ho trovato interessanti i colori.
D: Al momento sto ascoltando molto Jim O’Rourke. In riferimento alle mie influenze, quando sono in fase di produzione cerco di non controllarle o di non pensarci. È qualcosa di inconscio.

I social media sono importanti nel tuo lavoro?
B: No, ma li trovo divertenti. Detto questo, sono consapevole che oggi una carriera in qualunque ambito artistico richieda un’attiva partecipazione sui social media.
D: Molto importanti. Li uso per comunicare le novità e per condividere i miei progetti attuali. Detto questo, creare dei contenuti non-stop diventa velocemente noioso così, di tanto in tanto, mi piace stare un po’ lontano dai radar.

Photographer| Lucie Hugary
Stylist| Nicholas Galletti
Assistant Stylist| Ariane Haas
Hair Stylist| Delphine Goichon @Backstage Agency
Make up Artist| Ludovic Cadeo @Backstage Agency

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