Tutta l’emozione del Moto Mondiale 2020 si vive in diretta con Docksteps

Tutta l’adrenalina di una gara di Moto3 da provare in prima persona, tra il rombo dei motori e la concitazione di piloti e meccanici. Grazie a Docksteps tutto questa sarà realtà; infatti, il brand permetterà a tutti gli appassionati di assistere alle gare più avvincenti del motomondiale 2020 direttamente dello schermo del loro smartphone. Infatti, sarà possibile essere collegati con il box del Team Boé Skull Rider direttamente dal profilo Instagram del loro racing partner, Docksteps, e vivere la tappa come un vero membro della scuderia, condividendone eccitazione, tensione e gioia.

E non è tutto. I due giovanissimi piloti del team, Riccardo Rossi e Davide Pizzoli, coinvolgeranno i follower in speciali momenti di diretta che renderanno ancora più appassionante l’appuntamento motociclistico.

“Abbiamo deciso di essere parte attiva della scuderia e dei suoi fan condividendo momenti speciali, interviste, approfondimenti ma soprattutto un racconto in diretta con immagini uniche, fiato sospeso, attimi di gioia e di tensione“, ha dichiarato il direttore generale del Gruppo Zeis Exlcesa che ha in porfolio il brand.

E allora, pronti a scaldare i motori sul profilo Instagram di Docksteps?

I migliori piloti italiani di Formula 1

La storia d’amore tra gli italiani e i motori si perde nella notte dei tempi. Questa lunga tradizione ha visto nascere moltissimi talenti che hanno raggiunto le vette delle categorie più importanti in fatto di motori e velocità, sia sulle due (segui questo link per leggere chi sono i migliori piloti italiani della storia del Moto GP), che sulle quattro ruote.

I migliori piloti italiani della Formula 1

L’Italia vanta un altissimo numero di piloti che sono approdati alla Formula 1, ben 94. Alcuni di essi hanno fatto la storia di questo sport. Nel corso del tempo, però, la presenza dei piloti italiani è stata altalenante, con periodi di grandissimo successo, ed altri in cui facevano fatica ad emergere.

Negli ultimi anni in particolare, è davvero difficile per i giovani che si avvicinano a questo sport farsi notare, a causa degli elevatissimi costi che comporta il tentativo di intraprendere una carriera in questo mondo.

Attingendo quindi per di più al passato, ecco i migliori piloti italiani della Formula 1.

Tazio Nuvolari

Tra storia e leggenda, la lista non può che iniziare con Tazio Nuvolari. Dopo un passato da motociclista, iniziò con le quattro ruote con una squadra propria, ma fu nel 1930, quando firmò con l’Alfa Romeo, che iniziò la storia che lo rese mito. Enzo Ferrari gli attribuì persino l’invenzione della tecnica della “sbandata controllata”, che permetteva di affrontare le curve alla massima velocità.

Alberto Ascari

Figlio d’arte, Ascari passo dalle due alle quattro ruote nel 1940, affrontando la Mille Miglia. Dopo la fine della Guerra, entrò a far parte della scuderia Maserati e poi alla Ferrari. I successi iniziarono nel 1952 e lo portarono a vincere due titoli di seguito, fu il primo italiano a compiere questa impresa. Purtroppo dopo questi due anni di gloria, scelse di cambiare scuderia e firmare un contratto con la Lancia. Tale cambiamento non pose solo fine alla sua serie di vittorie, ma purtroppo, a causa di un incidente perse anche la vita a Monza.

Michele Alboreto

Alboreto fu l’ultimo italiano a vincere una gara di Formula 1 in sella ad una Ferrari. Durante la sua carriera fu spesso paragonato a Alberto Ascari.

La sua carriera iniziò con le categorie minori e con l’enduro, ma nel 1984 fu ingaggiato proprio dalla Ferrari. La prima stagione fu deludente, vedendo la McLaren e la Lotus di de Angelis allontanarsi nella classifica. Ma l’anno successivo andò decisamente meglio. Era dai tempi del 1958 che un italiano non era in testa alla classifica, e tutto sembrava filare nel verso giusto, finché l’introduzione del nuovo motore lo costrinse a ritirarsi dalle ultime gare, lasciando campo libero a Proust, che vinse il titolo.

Giancarlo Fisichella

L’ultimo italiano ad aver vinto una gara di Formula 1, è Giancarlo Fisichella, nato a Roma nel 1973, esordì con la Minardi nel 1996. Nella sua carriera, terminata nel 2009, ha vinto 3 gran Premi e si è piazzato in totale 19 volte sul podio. Fisichella è stato inoltre l’ultimo italiano a guidare una Ferrari.

Bonus track

Non possiamo non nominare Alex Zanardi, che ha iniziato la sua carriera da pilota di kart. è approdato nella Formula 1 nel 1992, per poi dedicarsi dal 1995 al 1999 alla GT3 americana. Dopo un breve ritorno, si ritirò dalla competizione definitivamente, per dedicarsi alla Chap Cart. Proprio durante una gara in questa categoria subì il gravissimo incidente che lo costrinse alla sedia a rotelle. Per sapere di più sulla sua storia, segui questo link.

Alex Zanardi: storia, successi, incidenti, libri…

Alex Zanardi è nato a Bologna nel 1966. Sin da giovanissimo mostrò il suo talento al volante, iniziando a 13 anni a guidare i kart e portandolo fino alla Formula 1. Nel 1994 decise di ritirarsi dalla competizione per dedicarsi alla Formula Cart (oggi Champ Cart). In questa categoria arrivò secondo nel primo anno, per poi vincere il titolo sia nel 1997 che nel 1998.

Nel ’98 decise di ritentare la carriera in Fomula1, ma di nuovo a causa di un incidente nel circuito di Imola, dovette fermarsi, chiudendo la stagione a 0 punti. Decise quindi di tornare in Formula Cart, dove evidentemente il suo stile di guida rendeva meglio.

Nel 2001, durante una stagione strepitosa, il tragico incidente.

Il tragico incidente che gli costò l’uso delle gambe

Il 5 settembre del 2001, in Germania, Zanardi si fermò per un pit-stop, dopo aver superato tutti gli avversari ed essersi posizionato in testa alla gara. Mentre rientrava in pista, purtroppo, la sua auto venne travolta da un’altra vettura, che colpì il muso della sua monoposto, tranciandogli le gambe.

Le condizioni di Zanardi apparvero immediatamente gravi, aveva perso moltissimo sangue, ma i medici fecero di tutto per salvargli la vita. Dopo oltre una settimana di coma, Alex si svegliò ed iniziò la sua seconda vita.

La nuova vita di Alex

La carriera da pilota

Non essendo soddisfatto di alcun formato di protesi in commercio, Zanardi decise di progettare da solo le protesi che avrebbe indossato, e con un coraggio ed una forza fuori dal normale, nel 2003 salì a bordo di una Gran Turismo sulla stessa pista in cui aveva rischiato la vita. Il richiamo della velocità lo convinse a ricominciare a correre e con una BMW modificata per essere adatta alle sue condizioni fisiche. Partecipò con ottimi risultati alle competizioni fino al 2009, quando annunciò il suo ritiro.

L’atleta paraolimpico

Dal 2007 si avvicinò al mondo della handbike, una bici a tre ruote che viene alimentata dal movimento delle braccia. Dopo solo un mese di allenamento partecipò alla maratona di New York nella sezione dedicata a questa disciplina, piazzandosi al quarto posto. Iniziò così la sua seconda carriera come paraciclista vincendo campionati nazionali e mondiali fino alle 3 medaglie paraolimpiche (2 d’oro e una d’argento) ottenute a Londra. Il palmares si popola di medaglie e riconoscimenti fino al 2019.

La carriera televisiva

Nel frattempo, diventato ormai un’icona della sportività e della tenacia, Alex debuttò in TV nel 2010 con un programma di divulgazione dal titolo “E se domani”, per poi presentare “Sfide” nel 2012. Nel 2020, il 2 giugno ha condotto in prima serata su Rai 1, “Storie tricolor-non mollare mai”, in occasione della Festa della Repubblica.

I libri

La sua incredibile storia non poteva non essere raccontata. Del 2003 è “…però Zanardi da Castel Maggiore!”, sono seguiti poi nel 2006 “Alex guarda il cielo”, nel 2016 “Volevo solo pedalare: …ma sono inciampato in una seconda vita” e infine nel 2019, “Quel ficcanaso di Zanardi”. Tutti incentrati sulla sua incredibile vita e sul suo modo di affrontarla, fonte di ispirazione per moltissime persone.

Alex Zanardi oggi

Il 19 giugno, durane una staffetta di beneficienza, Alex è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente a Pienza, dove è stato travolto con la sua handbike, da un camion in circostanze ancora da verificare. Le condizioni sono apparse immediatamente molto gravi, è stato sottoposto a diverse operazioni chirurgiche. Ad oggi è in terapia semi-intensiva al San Raffaele, e sembra che le sue condizioni stiano lentamente migliorando.

I migliori piloti italiani di moto GP della storia

Tutti in piedi sul divano! Conosciamo tutti le parole di Guido Meda alla guida della telecronaca del campionato mondiale di moto GP. Anche chi non è appassionato di questo sport, sente un brivido guardando le moto sfrecciare sui rettilinei o piegarsi fino a toccare quasi l’asfalto nelle curve.

I piloti italiani

La cultura dei motori è assai radicata nel nostro Paese, non solo a livello automobilistico, ma anche nel mondo delle due ruote. Proprio la passione per la velocità e le motociclette ha portato molti piloti italiani a sventolare il tricolore sulle vette più alte della competizione mondiale più famosa ed importante di tutte, la Moto GP. Chi sono i migliori piloti italiani del Motomondiale? Leggeteli qui.

Valentino Rossi

Non è solo uno dei migliori piloti italiani, ma di tutto il mondo, avendo vinto più titoli di tutti nella storia del campionato mondiale di moto GP, ben 9 volte. Classe 1979, il talento di Valentino Rossi lo abbiamo davvero visto crescere in tv. Continua ancora oggi a regalarci emozioni forti, tra derapate e bagarre con ragazzi che hanno anche meno della metà dei suoi anni, ma resta una leggenda di questo sport. Il Dottore, come ama farsi chiamare, è uno dei piloti più amati della storia della moto GP, sia in pista, per il talento e la tenacia, sia fuori, grazie al suo fare scanzonato e sempre sorridente.

Max Biaggi

Nato a Roma nel 1971, Max Biaggi ci ha fatto sognare a bordo della sua Honda per tutti gli anni ’90, vincendo per 4 volte di fila nel moto GP e dedicandosi poi alle Superbike, dove ha vinto altri due titoli mondiali. Da sempre il più grande avversario di Valentino Rossi, si è ritirato nel 2012, ma è poi tornato nel 2015 fino al 2017, quando, dopo un bruttissimo incidente a Latina, decise di ritirarsi definitivamente dal mondo delle corse. 

Loris Capirossi

Mantiene ancora il titolo di più giovane pilota ad aver vinto un moto mondiale. Per anni è stato a cavallo della Ducati nella competizione sportiva, portando alta la nostra bandiera. La sua ultima gara è stata nel 2011, oggi è rappresentante di un’azienda spagnola presso la Direzione Gara del campionato mondiale.

Marco Simoncelli

La sua carriera è stata troppo breve, ma Marco Simoncelli resterà negli annali della storia della moto GP, non solo a causa del tragico incidente che gli ha spezzato la vita in Malesia nel 2011, ma perché nonostante la sua giovane età aveva già mostrato di avere la stoffa del campione, tanto da stato inserito nella Hall of Fame del motociclismo internazionale come meritava.   

Golf e auto d’epoca si incontrano:BMW Golf & Classic Car

Due mondi che non potevano non incontrarsi. Ed ecco una giornata dedicata allo stile e alla passione per avvicinare al golf i collezionisti di auto d’epoca, organizzata a Roma dall’Olgiata Golf Club lo scorso 1 Luglio con uno sponsor importante.  La prima edizione del BMW Golf & Classic Car, un evento che ha radunato insieme i giocatori con i collezionisti di auto d’epoca in una competizione combinata. Il concorso di eleganza dedicato alle autovetture in gara, precedentemente selezionate tramite un apposito Comitato e tutte costruite prima del 1979, ha visto sfilare venti autovetture di cui la più “anziana”, una Lancia Augusta del 1935 che si è aggiudicata il Premio del pubblico, in abbinamento col giocatore Franco Properzi, essendo stata la più votata.

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Tra gli altri riconoscimenti, “The best of the show” è andato alla Mercedes Cabrio 190SL Cabriolet del 1962 (cilindrata1897); la prima tra le auto aperte (carrozzeria cabrio-roadster) è stata una Jaguar E-Type aperta del 1960 (cil 4200); prima tra le auto chiuse (carrozzeria mono-due-tre volumi chiusa) una Jaguar E-Type del 1958 (cil 3800). La classifica delle vetture italiane ante-guerra ha visto premiare la già menzionata Lancia Augusta (cil 1200); in quelle post-guerram la migliore è risultata una Ferrari Dino 246 GT Berlinetta del 1972 (Cil 2400). Tra le straniere (costruttore non italiano) ancora una Jaguar E-Type aperta, classe 1964 (cil 4200), mentre nella categoria “vetture senza tempo” prima classificata è stata una Mercedes SL30024u Roadster del 1992 (cil 3000). Nessun premio assegnato invece alle “sportive cuore da corsa” per mancanza di concorrenti.

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A vincere i premi di “coppia” tra golfisti e automobili sono stati invece, nell’ordine: 1°) PIERLUIGI BERETTA, su MERCEDES 190 SL del 1962;  2°) XAVIER SANTIAPICHI su JAGUAR E-TYPE del 1958 di Carboni Motorsport; 3° PRISCA TARIFFI su JAGUAR E-

TYPE 1960 di Carboni Motorsport.

Nella classifica golfistica tradizionale FILIPPO CELLI si è aggiudicato il 1° lordo, mentre i primi netti di categoria sono andati a ANDREA DI CASTRO     (1° cat), ELEONORA BARBIERI   (2° cat) e SABINA PANNUNZIO        (3° cat), il 1° Ladies            a FRANCESCA FIORELLINI          e il 1° Seniores a MARCO ZONCHELLO.

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 “Con questa iniziativa – ha dichiarato infine Giovanni Sernicola, presidente dell’Olgiata Golf Club – siamo orientati a far conoscere e sperimentare il gioco del golf anche agli amanti delle auto d’epoca e ringraziamo BMW Roma, punto ufficiale della lavorazione di vetture “classic”, per averci fornito l’opportunità di scoprire anche modelli rari ed unici in esposizione”. Presenti infatti, fuori competizione, oltre a moto d’epoca, una 3.0 CSL  e 503 cabrio.

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Andrea Majola, new talent nella Supermoto

Siamo a Le Petite Abergement, nella Francia orientale, tra le splendide montagne della regione Uvergne et Rhône-Alpes: è la quarta e penultima gara del Campionato Europero della Velocità in Salita. In corsa, un centauro dalla tuta bianco nera supera Daniel Bailo e Philippe Bongard in sella a quella moto che in una gara precedente lo aveva fatto scivolare mentre ora lo tiene solido, ancorato al terreno, mentre taglia il traguardo della Supermoto per primo, aggiudicandosi con una gara di anticipo il Campionato Europeo 2017. E’ Andrea Majola, classe 1989, nato a La Spezia, questa è una tappa intermedia e fondamentale per raggiungere il suo sogno. “Ecco quello che aspettavo – commenta Andrea – appena dopo la vittoria, abbiamo raggiunto l’obiettivo e conquistato la Francia. E’ stato un weekend incredibile: innanzitutto per il primo posto a pari merito con il campione francese poi perché con il coltello tra i denti e tanto cuore siamo riusciti a dare la zampata finale che ci ha permesso di vincere! Oltretutto ottenendo il miglior tempo sia per quello che riguarda la classifica europea, sia la classifica francese”.

Una grande passione per le due ruote, da sempre. E, due anni fa, il balzo nel mondo dell’agonismo, trovando la formula giusta per inseguire il proprio obiettivo: passione, costanza e quel ‘qualcosa in più’ che lo porta a provarci sempre fino all’ultimo. Racconta Majola: “Erano tanti anni che provavo a correre, ma non sono mai riuscito a seguire un campionato intero, limitandomi giusto alla partecipazione di alcune gare che tutto sommato non sono andate male, considerando che avevo una moto completamente originale. Però sentivo che c’era qualcosa in più”. Così verso fine 2015 il giovane centauro spezzino decide di prendere una moto esclusivamente per le corse e nel 2016 lavora duramente ottenendo due primi posti (Spoleto – Forca di Cerro e Molino del Pero – Monzuno) e due secondi posti (Leccio-Reggello e Carpasio – Prati Piani) dovuti principalmente a problemi tecnici delle gomme, che lo hanno portato anche ad abbandonare la sua TM per guidare la moto di un amico. Ne guiderà anche un’altra, una stradale, con cui l’anno prossimo, nel 2018, vuole realizzare il sogno di una vita, la tappa finale: partecipare al Manx Grand Prix sull’Isola di Man. La gara si svolge in agosto e prevede uno schema identico ogni anno: due corse il lunedì, due il mercoledì e due il venerdì. Il Manx GP è una vittoria fondamentale per tutti coloro che vogliono imporsi a livello mondiale considerato che permette l’accesso alla Tourist Trophy, la gara delle gare, per la cui partecipazione Majola è intenzionato a dare il tutto per tutto. Prima dell’ultima gara europea, Andrea aveva commentato: “Io credo veramente in questo progetto! Questo nuovo anno mi giocherò il tutto per tutto per difendere il titolo italiano vinto l’anno scorso e cercare di arrivare più in avanti possibile nella classifica europea. A fine stagione inizierò così il lavoro più grande di preparazione per il Manx GP”. Per tutti i giovani appassionati di motociclismo, Andrea Majola rappresenta un perfetto esempio di come il talento unito a una tenacia incredibile possano ancora essere sufficienti per raggiungere i propri sogni.

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ASI MOTOSHOW 2017 – La passione in pista

A maggio di quest’anno, all’autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari è andata in scena la sedicesima edizione di ASI Motoshow, organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano. È una kermesse motoristica, dedicata esclusivamente al mondo delle due ruote classiche. È la più grande e importante in Europa, che ha riunito migliaia di appassionati che si sono dati appuntamento in pista, nei paddock e sulle tribune dell’autodromo parmense, per poter ammirare da vicino l’imponente spettacolo offerto dalle 751 motociclette schierate, suddivise in diciannove batterie in base alla data di costruzione del mezzo. Presenti all’evento e sempre capaci di magnetizzare su di loro l’attenzione dei fans, campioni del mondo del calibro di: Manuel Poggiali, Freddie Spencer, Loris Capirossi e dell’insuperabile Giacomo Agostini, quindici volte iridato, il pilota più titolato nella storia del motociclismo. Tutti, sia prima che dopo aver indossato casco e tuta per la pista, si sono pazientemente concessi al bagno di folla con scatti e autografi di rito; un’umanità particolare, un’umanità coi piedi per terra e con il gas a martello.
Il primo giro di pista, non senza emozioni, è stato appannaggio di Roberto Loi (presidente ASI), dell’onorevole Giuseppe Romanini e del sindaco di Varano, Giuseppe Restiani, accompagnati da Palmino Poli, Presidente della Commissione Manifestazioni Moto, e Ariel Atzori, vicepresidente ASI, vere anime dell’organizzazione. Subito dopo l’inaugurazione, tutte le moto dei partecipanti hanno affrontato cordoli e asfalto per il primo turno di giri in pista.
Sono state spettacolari le sfilate di MV Agust,a in memoria di Ubaldo Elli e quella delle Motobi, a ricordo di Primo Zanzani. Divertente e singolare l’iniziativa ‘100×50’, che ha visto sfilare un centinaio di cinquantini contemporaneamente. A più riprese, gli aerei storici dell’HAG (Historical Aircraft Group) hanno sorvolato acrobaticamente il tracciato, esibendosi in precisi passaggi a bassa quota.
Al termine dei vari passaggi il testimone delle sfilate è passato alle Cagiva. Poi è stata la volta delle “Eterne Rivali”, che ha visto sfidarsi amichevolmente i marchi Harley Davidson e Indian, Vespa e Lambretta, BMW e Honda, Automoto Triciclo e Triciclo Perfecta.
Alle spalle del rettifilo centrale, nell’area paddock, campioni come Giacomo Agostini (in pista con la Yamaha TZ750), Freddie Spencer (in pista con la Honda NSRV 500 2T), Manuel Poggiali, Loris Capirossi, Pierpaolo Bianchi (con la Honda da GP di Cadalora), Pietro Giugler, Carlos Lavado e Piefrancesco Chili (per citarne alcuni) hanno pazientemente affrontato la folla di appassionati, una volta smessi i panni a loro più consoni. In quest’area erano esposti anche numerosi mezzi storici, tra cui le pioniere Automoto Tricycle 300 e la Perfecta Turismo 310, entrambe risalenti al 1898, che hanno avuto l’onore di essere gli esemplari più antichi della manifestazione.
Come da tradizione, è andata in scena anche la Grande Parata dei Campioni, ovvero quaranta titoli mondiali in sella – nella maggior parte dei casi – alle moto con cui hanno vinto, che hanno ancora una volta emozionato il pubblico di ASI Motoshow accalcato sugli spalti, con alcuni giri in pista, rievocando le imprese e le vittorie delle loro formidabili carriere.
Robert Pirsig, autore de “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” (autobiografia di un viaggio in moto tra il reale e il metaforico attraverso gli States, ndr) evidenzia in maniera semplice la differenza tra una due ruote e un’automobile: «In macchina sei sempre in un abitacolo. […] Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena e la sensazione di presenza è travolgente». La moto è proprio così, è la libertà di uno stile in movimento che non ha eguali. Un rapporto tra uomo e macchina fatto di passione, rispetto e una buona dose di pazzia: non sono forse questi gli ingredienti principali delle storie più durature?

Photos by Carlo Di Pasquale
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