Essere: Un Manifesto della Consapevolezza di Sé fashion editorial

Nel mondo frenetico e mutevole di oggi, dove le tendenze vanno e vengono come onde del mare, c’è una costante che resta immutata: l’importanza di essere se stessi. Questo è il fulcro di Essere, il nuovo fashion editorial uomo che celebra la moda Inverno 2024.

Una vasta gamma di stili convivono nella fashion story firmata MANINTOWN, da quelli eleganti e contemporanei a quelli audaci e retrò. I tessuti lussuosi si mescolano con le tonalità vivaci, mentre i dettagli come le paillettes aggiungono un tocco di glamour. Ogni outfit è una dichiarazione di individualità, una celebrazione della diversità e della libertà di esprimersi.

Fashion editorial Inverno 2024
Total Look Marsem, shoes Gucci
Fashion editorial Inverno 2024
Coat Marsem, shoes Gucci, accessory Pescepazzo

Credits

Photographer: Michael Banfi

Stylist: Piero Nuvoli

Model: Alessio Raganelli Nologo mgmt

THE CHASE BETWEEN THE BRIDGES FASHION EDITORIAL

Emozioni, stati d’animo, sentimenti, connessioni. Quanto si può celare dietro uno sguardo? Quanto un contatto visivo svela del nostro lato più intimo e profondo? E cosa accade quando due sguardi si intercettano l’un l’altro? Affascinante ed enigmatico il racconto che i nostri occhi sanno trasmettere di noi stessi: desideri, intenzioni, gioie, paure; il tutto disegnato da un solo sguardo. “Specchio dell’anima”, secondo un noto proverbio, gli occhi non mentono mai; non c’è niente di più vero di quanto viene comunicato tramite il contatto visivo.

Nel cuore di Venezia, tra suggestive calli e innumerevoli ponti, un inseguimento di sguardi diventa protagonista del nuovo editoriale moda di MANINTOWN per l’Inverno 2024. Due ragazzi legati da un contatto impalpabile, quello visivo, descrivono la loro storia, il loro primo incontro e una forte connessione reciproca. Una dinamica intensa ed emozionante quella scaturita dal momento in cui gli occhi dell’uno incontrano quelli dell’altro, in uno scenario dal fascino inconfondibile e senza tempo. Tra camicie leggere, trasparenze, dettagli in perla e blazer dal taglio sartoriale, una storia di amicizia, o forse qualcosa di più, si palesa silenziosa, in un gioco di sguardi che non necessita di alcuna parola.

Total look Gant, shoes Marsèll
Coat Mordecai, gilet Denobiliary Particle, undershirt Wayerob, eyewear Moscot
Coat Mordecai, pants PT Torino, undershirt Wayerob, shoes Marsèll, eyewear Moscot
Left: total look Ferragamo; right: coat Mordecai, undershirt Wayerob, eyewear Moscot
Cardigan Martin Gissi
Shirt Florania, shorts Martin Gissi
Blazer & shorts Martin Gissi, top Carhartt, shoes Marsèll
Blazer & shorts Martin Gissi, top Carhartt, shoes Marsèll

Credits

Photographer: Monica Lazzarato

Stylist Francesco Meleleo, Francesco Salimena

Producer: Jessica Lovato

Filmmaker: Gabriele Compagni

Make up artist: Maria Grazia Arcese

Hair stylist: Luca Milesi

Models: David Mirci from independent model management, Vito Rodriguez from M.O.M. agency

Photography assistant: Agnese Bignotti

Styling assistant: Ludovica Bonci Del Bene

Production assistant: Leonardo Martino

Video assistant: Diego Gatti

Make up assistant: Antonia Romito

Location manager: Corrado Della Siega

Ivan Delpiano e il ristorante La Madernassa: etica, innovazione e senso di comunità 

Il giovane imprenditore Ivan Delpiano sta lasciando un’impronta indelebile nel settore food&beverage, distinguendosi come CEO de La Madernassa Ristorante e Resort di Guarene.

L’ultima pietra miliare raggiunta è l’inserimento tra le 100 Eccellenze premiate da Forbes nel 2024 nella categoria Restaurant, confermando la costante ascesa di questo luogo unico situato nelle affascinanti Langhe.
Da quando ha guadagnato la sua prima stella Michelin nel 2016, seguita dal riconoscimento tra i 30 migliori ristoranti globali secondo la We are smart green guide nel 2021, e la consacrazione nel 2023 come miglior ristorante in Italia secondo Food&Travel, La Madernassa non smette di collezionare successi.
Il premio Forbes, giunto alla quinta edizione, celebra le aziende eccellenza nel panorama italiano, con particolare attenzione al management imprenditoriale nel settore food&beverage. In questo contesto, spicca la figura di Ivan Delpiano, il giovane mentore dietro il progetto La Madernassa, un resort e ristorante che si sviluppa tra le verdi colline delle Langhe, incarnando il massimo rispetto per la sostenibilità.

Ivan Delpiano
Ivan Delpiano, fondatore del ristorante La Madernassa

L’importanza del territorio per Ivan Delpiano, CEO de La Madernassa

Il progetto ambizioso de La Madernassa si basa su tre pilastri ben definiti: l’innovazione, con una continua analisi critica per migliorare ogni aspetto; l’etica, che si traduce nell’agire con rispetto per la società e il territorio; il senso di comunità, manifestato nella tutela delle Langhe e del Roero, anche in prospettiva di sviluppi turistici futuri.
«Il resort è un’oasi dove flora e fauna sono protette, armonizzate e raccontate, con il verde che sottintende un valore etico», afferma Delpiano. Il progetto mira a preservare una cultura di prodotto quasi dimenticata, come quella della pera madernassa, da cui il ristorante prende il nome.
Un aspetto distintivo di La Madernassa è il suo coinvolgimento attivo nella comunità e nel territorio. Il progetto Adotta un filare, avviato nel 2018, coinvolge gli ospiti nel processo di produzione dell’uva, permettendo loro di vivere l’intero ciclo, dalla vigna alla pigiatura. Nel 2019, è nato il progetto Una Madernassa a Casa Tua, che regala ai clienti piante di pera madernassa per contribuire alla diffusione di questa specie autoctona.

Ivan Delpiano La Madernassa
La vista dall’hotel

Ricerca e innovazione nelle Langhe

Sul fronte dell’innovazione, La Madernassa ha abbandonato le restrizioni tradizionali sui menu e le prenotazioni a favore di una proposta focalizzata sulla scelta del numero di piatti. Ogni tavolo è un “chef table”, con lo chef Giuseppe D’Errico che crea percorsi esperienziali ad hoc sfruttando la freschezza della materia prima non legata a un menu fisso.
Il resort ha anche abbracciato l’arte, con nuovi piani in marmo e un’atmosfera evocativa che sfida i canoni tradizionali degli stellati.
Sulla questione etica, Delpiano dichiara che i costi più elevati e i sacrifici legati a scelte ambientali sono un prezzo equo per costruire un valore più grande. Le risorse umane sono al centro di questa filosofia, con investimenti nella formazione personale e un impegno a migliorare la cultura della ristorazione, abbattendo il mito dei ritmi proibitivi di lavoro.

MODELS TO FOLLOW BY AMILCARE INCALZA: MILAN FASHION WEEK EDITION

A Milano Fashion Week ormai conclusa, MANINTOWN punta i riflettori sui veri protagonisti di ogni settimana della moda: i modelli. Tramite l’obbiettivo del fotografo Amilcare Incalza, MANINTOWN propone una narrazione per immagini, in uno scenario fumoso, in cui la figura del mannequin passa in primo piano.

Modelli Milano Fashion Week
Total look Annakiki
Modelli Milano Fashion Week
Jacket Meltin’Pot Vintage, pants Francesca Cottone
Modelli Milano Fashion Week
Total look Mario Dice
Total look Bartolotta&Martorana
Total look Bartolotta&Martorana
Look Dolce & Gabbana, ring Vanesi, earrings & necklace talent's own
Look Dolce & Gabbana, ring Vanesi, earrings & necklace talent’s own
Total look Mario Valentino
Total look Mario Valentino

Credits

Photographer Amilcare Incalza

Fashion coordinator Mirko De Propris

Stylist Luca Pirri & Gianluca Rechichi

Hair & Make-up Fabio Cicerale – Etoile Management

Models Akolde Meen, Clara Wakonigg, Emma Menne, Grace Carswell, Lina Cruz, Mirely, Willow Jay, Andrea Andreis, Davide Michale, Huang, Woojin, Wylber – Why Not Models

Maddalena Svevi: da “Amici” una promettente stella nel mondo della danza

Una passione innata, un talento coltivato fin dall’infanzia. Per la giovane Maddalena Svevi, la danza è da sempre parte integrante della sua persona; un qualcosa che sembra esserle stato cucito addosso da quando era ancora molto piccola. Originaria di Genova, la ballerina, oggi diciannovenne, si forma nella sua stessa città presso la Naima Academy, seguendo il percorso professionale Experience Dance Company.

Maddalena Svevi
Pants Diesel, shirt and gloves stylist’s own

Spinta da un forte desiderio di mostrare e condividere il suo amore per la danza, Maddalena non perde tempo e, ancora giovanissima, intraprende un’avventura letteralmente sotto le luci dei riflettori, in tv e sul palco. Nel 2016 l’abbiamo vista tra i protagonisti del programma Pequeños Gigantes, in onda su Canale 5, condotto da Belen Rodriguez; poco tempo dopo prende parte al musical Un papà sotto l’albero con la regia di Garrison e Fioretta Mari. Nel 2020 Maddalena è nel corpo di ballo del talent show firmato Rai 1 dal titolo Il cantante mascherato; l’anno successivo la ammiriamo danzare nel videoclip della canzone Perfetta così, cantata da Aka 7even al Festival di Sanremo.

E, a coronare il tutto, una brillante partecipazione nel programma televisivo Amici, di Maria De Filippi, dove la ballerina genovese si è conquistata il tanto desiderato serale per poi arrivare fino all’ambita semifinale. «Il ballare con ballerini professionisti mi portava l’adrenalina a mille, danzare e guardarci negli occhi è stato bellissimo. Sentivo la danza nelle vene». Così racconta Maddalena ripensando ai momenti più felici presso la Scuola di Amici; istanti che avrà per sempre impressi nel cuore. Dopo il talent, la passione della giovane genovese non vede battuta d’arresto. Maddalena continua a coltivare il suo talento, prendendo poi parte, nell’estate 2023, al corpo di ballo di Battiti Live. E, nel frattempo, parallelamente alla passione per la danza, la giovane intraprende un percorso social, collaborando con diversi brand moda e beauty.

Maddalena Svevi
Total look 9.8 Inch, earrings GCDS

Del futuro non c’è certezza, ma una cosa per la ballerina è già sicuramente scritta: una brillante e promettente carriera nel mondo della danza; il traguardo dei traguardi che solo un gran talento e un trampolino di lancio come Amici possono regalare.

Maddalena Svevi
Gloves stylist’s own
Maddalena Svevi
Pants Diesel, gloves stylist’s own
Total look 9.8 Inch, earrings GCDS,
Total look 9.8 Inch, earrings GCDS

Credits

Stylist Corinne Zoccali

Photographer Antonio Nelli

Hair Luca Milesi

Make Up Artist Alice Maffi

Stylist assistant Davide Chiai

Agency Golden Sabre Cristina Lodi

TRA ALLUCINAZIONE E REALTà, LA MODA INVERNO 2024 è ‘PARASONNIA’

Nell’ignoto, in un lasso di tempo indefinito, una sensazione di paralisi; una totale incapacità di movimento e di parola. Una percezione alterata di sé tra il materiale e l’immateriale, tra il reale e il sogno. Sentirsi in una gabbia, nel buio profondo della notte, senza essere in grado di distinguere concreto e immaginario: questa è la parasonnia. Uno stato perturbante in cui sembra di essere intrappolati in un incubo; un disturbo dato da un eccessivo prolungamento della fase REM del sonno o dal suo inizio anticipato.

Il nuovo editoriale moda per l’inverno 2024 di MANINTOWN cattura questa condizione di immobilismo totalizzante con una narrazione immersa nel buio; scatti in bilico tra allucinazione e realtà in cui a predominare è il colore nero. Corsetti in pelle, giacche dai toni metallizzati, maglie retate, capi dalla geometria inconsueta descrivono un universo in cui distinguere il vero dal sogno risulta praticamente impossibile. Disagio, paura, incapacità di agire e reagire; uno stato disturbante di diagnosticata parasonnia.

Moda inverno 2024
Total look Ferragamo, jewels Aneis
Moda inverno 2024
Fur coat Krizia, corset Livia Tanasa, trousers Eyelet Milano, boots Anja Zecevic
Moda inverno 2024
Shirt Krizia, rugby helmet stylist’s own
Total look Dolce&Gabbana
Total look Dolce&Gabbana

Credits

Photographer Fabrizio Milazzo

Creative Director & Stylist Eugenio Monteleone

Set Designer Paolo Di Gennaro

Set Coordinator Alice Pirisi

Make Up Artist Shi Hejun

Hair Stylist Giacomo Marazzi

Models Cezary – The Ład Models, Alessandro – Major Milano, Arnau – Boom Models

LE SFUMATURE DELLA MODA INVERNO 2024: ‘SHADES’

La moda è lo strumento che più di ogni altro permette di esprimere le nostre mille sfaccettature, i nostri molti contrasti. Quante versioni di noi stessi possiamo mostrare giocando con capi, accessori e abbinamenti sempre diversi? Infinite. La moda ci mette nella condizione di decidere chi essere; ci dà l’occasione di tirar fuori un’anima rock e total black, far emergere quel lato nerd più timido e introverso oppure sfoggiare un’attitude sexy e intrigante. E la cosa bella è che le molteplici versioni di noi stessi, anche se molto diverse le une dalle altre, coesistono e si affiancano vicendevolmente in un variegato panorama: la nostra identità unica, complessa e irripetibile.

Shades è il nuovo editoriale moda Inverno 2024 di MANINTOWN che gioca appunto, sulle molte versioni che una persona può mostrare di sé; una tela che può colorarsi di volta in volta con tonalità diverse: shades. Corsetti dal fascino sensuale e soprabiti in vinile nero si intrecciano a look dal carattere più pacato, con camicia e maglione al di sopra. E ancora, giacche in denim traforate in pieno stile street incontrano sofisticati occhiali da vista. Il tutto a testimoniare quanto l’individuo inteso come singolo possa celare molteplici lati; molteplici sfumature di sé.

Moda Inverno 2024
Total look Simon Cracker
Total look Diesel, sunglasses Italia Independent
Total look Diesel, sunglasses Italia Independent
Moda Inverno 2024
T-shirt Simon Cracker, slip Calvin Klein
Moda Inverno 2024
Bomber Alpha Industries, tank top Wayeröb

Credits

Photographer One Studio Milano

Art direction and styling Dario Grillo

Hair and Make up Nicole Sorti

Model Mattis Perez – Nologo Mgmt

Photographer assistant Salvio Bocchetti

Le tendenze Primavera Estate 2024 nel nuovo editoriale: You never could have been a Good Lover

Il legame. Un’affascinante enantiosemia, una parola che, sorprendentemente, esprime due significati opposti tra loro. Rapporto affettivo che comporta reciproca fedeltà oppure limitazione della libertà individuale: questo è il legame, un termine profondo a ben pensarci, capace di suscitare un sentimento di unione e congiunzione, o, al contrario, di totale chiusura. Le relazioni tra persone sono un complesso meccanismo in continua evoluzione, un insieme di legami tra il solidale e il tossico. Da un lato la libertà di esprimersi per ciò che si è senza timore di ripercussioni; dall’altro l’impossibilità di agire e mostrarsi secondo proprio arbitrio.

Riflettendo sul tema dei legami, l’editoriale moda Primavera Estate 2024 firmato MANINTOWN intende proporre un rimedio per rompere quella tossicità che spesso immobilizza. Tra piume, accessori appariscenti, colori brillanti e maschere, questa narrazione per immagini vuole spronare a parlare apertamente delle proprie sfide, trionfi e lotte per ispirare gli altri; creare connessioni significative e contribuire a rompere gli stereotipi che limitano la libertà individuale. Tutto questo prende il nome di “empowering”, una parola con un significato solo: avvicinare e non dividere.

Primavera Estate 2024
Left: suit, face jewel and bag SARAWONG, shoes OGR, earrings Lag World, rings WHOAMI, gloves and hat stylist’s own
Right: suit Alberto Zambelli, shoes Minacapilli, earrings Lag World, bag and rings WHOAMI, hat, gloves and body accessory stylist’s own
Trench coat Alberto Zambelli
Trench coat Alberto Zambelli
Primavera Estate 2024
Suit Alberto Zambelli, shoes Minacapilli, rings WHOAMI, socks, gloves, hat and body accessory stylist’s own
Primavera Estate 2024
Dress DAVII, earring Lag World, necklace & rings WHOAMI
Primavera Estate 2024
Dress & shoes SARAWONG, chocker Minacapilli, earrings & rings Lag World, rings WHOAMI, gloves and socks stylist’s own

Credits

Concept & Make Up Artist Luisa Arnone

Photographer Federica Borgato

Stylist Olympia De Molossi

Hair Federico Iannone

Model Viktoriya & Lorenzo – Indastria Model

Assistant Lucrezia Ficetti, Alessia Actis, Rajana KK, Lucilla Gavi, Noemi

Il nuovo editoriale moda uomo Inverno 2024: OUTSTANDING MAN

In un mondo in continua evoluzione, dove tutto corre veloce, risultati finanziari e abilità fisiche non bastano a definire un uomo di successo. Oltre gli stereotipi e le aspettative della società, una personalità davvero eccezionale si distingue grazie a una sapiente miscela di autenticità, empatia, resilienza, umiltà, apertura e propensione nell’abbracciare i cambiamenti. Questi alcuni valori che permettono all’uomo eccezionale di fare davvero la differenza, lasciando indelebilmente il segno pur trovandosi in un mondo dove tutto scorre rapidissimo.

E proprio l’essere eccezionale è protagonista nel nuovo editoriale moda uomo Inverno 2024 proposto da MANINTOWN; una celebrazione al sapersi distinguere fatta di camicie leggere e completi dal taglio sartoriale contrapposti a pantaloni in pelle e look total black.  

Total look Act N°1
Total look Act N°1
Shirt Vivienne Westwood , jacket and trousers Yezael, shoes Giuseppe Zanotti 
Shirt Vivienne Westwood , jacket and trousers Yezael, shoes Giuseppe Zanotti 
Jacket and Trousers Grifoni , sweater Sabato Russo , shoes Paul Smith 
Jacket and Trousers Grifoni , sweater Sabato Russo 
 moda uomo Inverno 2024
Total look Avant Toi , earring Simple Rituals 
 moda uomo Inverno 2024
Total look LABO.ART, earring Simple Rituals 

Credits

Photographer Riccardo Lancia

Stylist Alessandro Amoruso

Casting director Manuel Scrima

Model Stefano Bruno

Mua & Hair Elisa Delfini

Photographer assistant Marco Coniglione

Styling assistant Laura Perrucci, Robert Goia

Moda uomo inverno 2024: The unexpected in chaos

Caos, dal greco chaos, è il complesso degli elementi materiali disordinati precedenti all’ordine del cosmo. Uno stato di confusione, di disorientamento; una situazione in cui ci sente spaesati, persi. Questo è lo scenario in cui il nuovo editoriale moda uomo inverno 2024 firmato MANINTOWN si sviluppa: ambientazioni caotiche, alla rinfusa danno spazio a capi morbidi e rilassati, confortevoli e non impegnati per questo Inverno 2023 2024. In silenzio, in un tempo che sembra essersi fermato, si aspetta che qualcosa smuova la noia, un qualcosa di piacevolmente inaspettato.

inverno 2023 2024
Total look Missoni
inverno 2023 2024
Total look Missoni
inverno 2023 2024
Sweater Isabel Marant, jeans Givenchy, rings Defaïence
inverno 2023 2024
Suit Dhruv Kapoor
inverno 2023 2024
Total look Loro Piana
inverno 2023 2024
Total look Roberto Cavalli, hat Bonfilio

Credits

Photographer Riccardo Ferrato

Producer Jessica Lovato

Stylist Leonardo Martino

Hair Francesco Sarri

Make up Artist Asja Redolfi

Set Designer Cristina Canti

Filmmaker Valentina Gilardoni

Video Referent Gabriele Compagni

Filmmaker assistant Luca Zito

Stylist assistant Bahar

Models Niccolò Fortini – Mom Agency, Dalibor Urosevic – Fashion Model

INSIDE THE BODY, A HUMAN SOUL: il nuovo editoriale moda uomo per l’Inverno 2024

«Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti». Così affermava Luigi Pirandello, descrivendo una società basata sull’apparenza e sulla finzione. Un luogo in cui l’uomo adotta modi di comportarsi e di pensare che non gli appartengono veramente; una realtà dove gli altri non ci conosceranno mai per come siamo realmente. Del resto, cos’è un corpo se non una pesante armatura che decidiamo di indossare per nascondere il nostro vero io? Spogliarsi è un processo lungo e complesso; non è sempre facile aprirsi al prossimo mostrando il proprio lato più intimo, la propria empatia. Per raggiungere questo traguardo è necessario scavare a fondo in sé stessi; andare cioè alla ricerca di quell’anima che fa di ciascuno un essere umano autentico.

Attraverso accostamenti audaci, l’editoriale moda uomo Inverno 2024 di MANINTOWN propone un tentativo di mettersi realmente a nudo. Un interessante mix and match di stili agli antipodi, dall’eleganza senza tempo di una giacca sartoriale, alla tendenza rilassata e casual di un pantalone cargo.

Moda uomo F/W 2023. Pullover Antonio Marras, underwear Wayeröb
Pullover Antonio Marras, underwear Wayeröb
Moda uomo F/W 2023. Pants Laboratorio Riciclo Pelle, underwear Wayeröb
Pants Laboratorio Riciclo Pelle, underwear Wayeröb
Trench and sweater John Richmond, pants Icon Denim, shoes Giuseppe Zanotti
Trench and sweater John Richmond, pants Icon Denim, shoes Giuseppe Zanotti
Moda uomo F/W 2023. Shirt and blazer Canaku, glasses Moscot
Shirt and blazer Canaku, glasses Moscot
Jacket and pants Levi's, underwear Denobiliaryparticle, earrings Valentina Ferragni, shoes Giuseppe Zanotti
Jacket and pants Levi’s, underwear Denobiliaryparticle, earrings Valentina Ferragni, shoes Giuseppe Zanotti
Moda uomo F/W 2023. Total look Roberto Cavalli, gloves Stetson
Total look Roberto Cavalli, gloves Stetson
Pullover Antonio Marras, underwear Wayeröb, shoes Giuseppe Zanotti
Pullover Antonio Marras, underwear Wayeröb, shoes Giuseppe Zanotti
Moda uomo F/W 2023. Total look by LEONARDO VALENTINI, Bag Santoni
Total look by LEONARDOVALENTINI, Bag Santoni

Credits

Photographer Enrico Cencini

Stylist Aurelio Comparelli

Production Jet Set

Grooming Martina Sciarratta

Videomaker Gabriele Compagni

Light assistant Antonio Dajani

Styling assistant Alessandra Garello, Giorgia Chiazzo, Anna Oliva

Production assistant Thoas Wankelmuth

Model Tommaso CataldiIcan Model Management

Studio Moysa


 

DECLINATION OF A NEW MAN

Gennaro Lillio posa in esclusiva per questo editoriale moda firmato MANINTOWN. Il modello, che dopo un passaggio per il mondo dei reality sta intraprendendo la carriera da attore, interpreta per noi lo stile al maschile per la Primavera Estate 2024. Look eleganti dal taglio sartoriale con un twist contemporaneo: questi i protagonisti destinati a dominare la prossima bella stagione, capi che disegnano una nuova declinazione della moda maschile.

Gennaro Lillio. Total look Corneliani, flower brooch Chromosome 6 by Bibi Esposito
Total look Corneliani, flower brooch Chromosome 6 by Bibi Esposito
Total look Manuel Ritz
Total look Manuel Ritz
Shirt and T-shirt Canali
Shirt and T-shirt Canali
Suit and shirt Brunello Cucinelli, foulard Stylist’s own, shoes Green George
Suit and shirt Brunello Cucinelli, foulard Stylist’s own, shoes Green George
Total look Neil Barrett, socks Model’s own, shoes Sapio
Total look Neil Barrett, socks Model’s own, shoes Sapio
Suit Marsem, sweater MTL Studio by Matteo Lamandini, flower brooch Chromosome 6 by Bibi Esposito
Suit Marsem, sweater MTL Studio by Matteo Lamandini, flower brooch Chromosome 6 by Bibi Esposito
Total look Fendi
Total look Fendi
Gennaro Lillio. Total look Sapio
Total look Sapio
Suit Tagliatore, gloves Stylist’s own, shoes Green George
Suit Tagliatore, gloves Stylist’s own, shoes Green George
Gennaro Lillio. Total look Hevo
Total look Hevo

Credits

Photographer Giovanni Peschi

Stylists Stefano Guerrini & Romolo Battista

Assistant Stylists Yacine Lorenzani

Talent Gennaro Lillio – I Love Models Management

THE GENTLEMEN’S PARTY

Un mondo dove l’eleganza incontra la modernità, dove ognuno può abbracciare la propria individualità con stile. The Gentlemen’s Party, il nuovo editoriale moda di MANINTOWN, esplora il lato più sofisticato delle collezioni Autunno Inverno 23 24. Giacche, camicie e abiti sono in equilibrio perfetto tra il classico e il contemporaneo, dove il lusso si fonde con l’audacia.

The Gentlemen’s Party ci accompagna nella festive season con abiti impeccabili resi ancora più affascinanti da tagli moderni e genderless. I completi maschili Autunno Inverno 23 24, a righe o in principe di Galles, ricamati o plissé, rileggono la miglior tradizione sartoriale con un tocco di leggerezza e brio.

Un viaggio senza tempo nell’eleganza maschile moderna alla scoperta delle tendenze uomo Autunno Inverno 23 24.

Total look Canaku, shoes Giuseppe Zanotti 
Total look Homme Plissé Issey Miyake, shoes Clarks
Left: total look Sabato Russo; right: shirt Sabato Russo, trousers Act N°1, shoes Giuseppe Zanotti
Total look Moschino 
Total look Dhruv Kapoor, shoes Giuseppe Zanotti 
Jacket Canaku 
Total look Paul Smith
 
Total look Sabato Russo, shoes Ferragamo
Total look Grifoni, shoes Giuseppe Zanotti 
Total look MTL Studio 

Credits

Photographer Riccardo Lancia

Stylist Alessandro Amoruso

Casting director Manuel Scrima

Mua: Elisa Delfini

Hairstylist Giorgio Aloisio

Photographer assistant Marco Coniglione

Stylist assistants Margherita fracaros, Andrea Meliz

Models Alessandro Petrucci, Damiano Alexander, Davide Battistella, Emanuele Salvagnini, Gian Lorenzo Sbaragli, Tommaso Sanna – Models Milano

L’élégance en miniature

L’élégance en miniature è una storia a colori che racconta di eleganza e di raffinatezza, accendendo un bagliore su uno stile sofisticato. Le tendenze moda donna per l’inverno 2024 trasportano in un’atmosfera che ci lascia cadere in un’altra epoca lontana, fatta di classe senza limiti.

Left: coat Re-HasH, corset Vivienne Westwood, skirt Cormio, shoes Fabio Rusconi, ring Rue Des Mille, bag Gava; right: dress d’elle, corset stylist’s own, mules Sergio Rossi, bracelet Rue Des Mille, bag Marsèll
Left: coat Re-HasH, corset Vivienne Westwood, skirt Cormio, shoes Fabio Rusconi, ring Rue Des Mille, bag Gava; right: dress d’elle, corset stylist’s own, mules Sergio Rossi, bracelet Rue Des Mille, bag Marsèll
Left: total look Sarawong, Rings Rue Des Mille; right: blazer Lacouture Archives, top stylist’s own, pants Berwich, plateau Saint Laurent, belt Gavazzeni, bag Marsèll
Left: total look Sarawong, Rings Rue Des Mille; right: blazer Lacouture Archives, top stylist’s own, pants Berwich, plateau Saint Laurent, belt Gavazzeni, bag Marsèll
Blazer Tagliatore 0205, shirt Blue Marine, corset stylist’s own, boots Sergio Rossi, earrings Rue Des Mille
Blazer Tagliatore 0205, shirt Blue Marine, corset stylist’s own, boots Sergio Rossi, earrings Rue Des Mille
Blazer Khosrov, pants PT Torino, shoes Sergio Rossi, belt Gavazzeni
Blazer Khosrov, pants PT Torino, shoes Sergio Rossi, belt Gavazzeni
tendenze donna inverno 2024
Total Look d’elle, shoes Sergio Rossi, rings Rue Des Mille
Left: total Look d’elle, shoes Sergio Rossi, rings Rue Des Mille; right: total look Tagliatore 0205, shoes Fabio Rusconi, jewels Rue Des Mille, bag Gava
Left: total Look d’elle, shoes Sergio Rossi, rings Rue Des Mille; right: total look Tagliatore 0205, shoes Fabio Rusconi, jewels Rue Des Mille, bag Gava

Credits

Photographer Alessandro Paci

Stylist & Creative director Jacopo Venturi

Make Up Chiara Ottonello

Hair stylist Tommaso Braglia

Models Anna Lira, Yoona Son – Women Management Milano

Assistant Caterina Magni

Location MAG La Pusterla

IN THE MIDDLE OF NOWHERE

Pelle, denim, frange. E un tocco di lucentezza inaspettata. L’editoriale moda di MANINTOWN esplora le tendenze uomo per l’Inverno 2024. Un cantiere in costruzione diventa il teatro di un immaginario dialogo tra l’utilitywear maschile – fatto di boots, guanti, jeans e giacche in denim – e una vena eclettica fatta di tessuti lucenti, gonne in tartan sovrapposte ai pantaloni e giacche con le frange di ispirazione texana. I ‘lavori’ in corso diventano metafora delle tendenze uomo dell’Autunno Inverno 2024: la moda che si rinnova di continuo, ovunque e in nessun luogo preciso.

Tendenze uomo inverno 2024: Total look Emporio Armani, earrings Nove25
Total look Emporio Armani, earrings Nove25
Total look Etro, chains Deville, earrings Nove25
Total look Etro, chains Deville, earrings Nove25
Total look Dolce & Gabbana, jacket stylist's archive, earrings Nove25
Total look Dolce & Gabbana, jacket stylist’s archive, earrings Nove25
Jacket and leather pants Gucci, boots Giuseppe Zanotti, earrings Nove25
Jacket and leather pants Gucci, boots Giuseppe Zanotti, earrings Nove25
Total look Valentino, earrings Nove25
Total look Valentino, earrings Nove25

Credits

Photographer Claudio Carpi

Stylist Simone Folli

Make-up Maya Tinti

Stylist assistants Nadia Mistri, Claudia Maria Ialacci, Victoria Brayt

Model Matheus Hava

My Heads, My Souls

Un omaggio alla cultura siciliana che si ispira alla lunga tradizione delle Teste di Moro: questa è l’essenza della mostra My Heads My Souls, Negative Positive di Toni Campo e Francesco Palazzolo. L’evento si è concluso, ma l’artista ha raccontato a MANINTOWN come sono nati i suoi ritratti illuminati ‘dalla terra’.

«Ho ricreato delle teste di Moro vere: nelle mie foto si vedono uomini e donne viventi con il turbante, ma ho puntato l’attenzione sugli occhi. Per me lo sguardo rappresenta l’involucro che contiene l’anima, che si riesce a scrutare proprio dagli occhi. Da qui l’idea di utilizzare negli scatti una luce ‘sbagliata’. Nell’arte, tradizionalmente, ci si immagina sempre la luce dell’alba o del tramonto ma in questo caso viene ‘sprigionata’ dal basso, quindi dalla terra. Io ho scelto di sperimentarla dopo trent’anni di carriera: si tratta di un’illuminazione ‘pericolosa’ perché è descrittiva. Anche il volto di un bambino, infatti, per colpa della luce sbagliata presenterà rughe dove in realtà non ci sono. La particolarità sta nel fatto che, in questo modo, l’occhio si illumina ancora di più, aprendo un passaggio più grande per conoscere l’anima», racconta l’artista Francesco Palazzolo a proposito della mostra My Heads, My Souls.

My Heads My Souls
HEADS: A tribute to Sicilian culture, between art, craftsmanship and decoration
My Heads My Souls
MY HEADS, MY SOULS: A tribute to Sicilian culture, between art, craftsmanship and decoration
My Heads My Souls
HEADS: A tribute to Sicilian culture, between art, craftsmanship and decoration

Credits

Artwork by Francesco Palazzolo

Photographs by Toni Campo

Shades of the Night

Un bagliore nel buio, un lampo di luce nella notte: i colori di tendenza dell’Autunno Inverno 2023 2024 illuminano l’editoriale moda di MANINTOWN. Le sfumature del rosso rubino, del cipria, del giallo e del verde fluo esaltano un’idea di bellezza non convenzionale. Nuances ricche e preziose, capaci di ravvivare il grigiore della stagione fredda, incontrano i must have di tendenza dell’Inverno 2024: trench, abiti cut out, guanti e maxi gioielli.

Top Nencioni, skirt Arrabal, collant Wolford, earrings Ysl Vintage
Trench Olivia Nausner, earrings Gucci Vintage
Trench Olivia Nausner, earrings Gucci Vintage
Dress Arrabal, bracelet Saint Laurent Vintage
Dress Arrabal, bracelet Ysl Vintage
Shirt Nanushka, body Wolford, pants Sandro Paris, accessories Ysl Vintage, gloves Sermoneta Gloves, sunglasses Eyepetizer
Shirt Nanushka, body Wolford, pants Sandro Paris, accessories Ysl Vintage, gloves Sermoneta Gloves, sunglasses Eyepetizer

Credits

Photographer Alessandro Russo – One Studio Milano

Art director and stylist Dario Grillo

Make-up artist Francesca Smeraldi

Photographer assistant Salvio Bocchetti

Model Mitchell

Interno notte

Easy Rider, ma con la metropoli al posto del deserto americano. L’editoriale moda di MANINTOWN rivisita i classici dell’eleganza maschile in un’epopea privata, un dialogo intimo che si svolge all’interno di un appartamento. Tra rigorose camicie bianche, completi in velluto – re delle tendenze moda dell’Inverno 2024 – morbida maglieria e giacche di pelle. E del sogno della motocicletta, cosa è rimasto? Lo stesso desiderio di libertà, stavolta declinato attraverso le tendenze moda dell’Autunno Inverno 2023 2024.

Shirt Dior, trousers Dries Van Noten, gloves Prada
Shirt Dior, trousers Dries Van Noten, gloves Prada
Total look John Varvatos
Total look John Varvatos
total look Dolce & Gabbana
Total look Dolce & Gabbana
Total look John Varvatos boots Hervè
Total look John Varvatos boots Hervè
Shirt Dior, trousers Dries Van Noten, gloves Prada
Shirt Dior, trousers Dries Van Noten, gloves Prada
Coat Balmain, shirt La Vie Est Belle, trousers Marni
Coat Balmain, shirt La Vie Est Belle, trousers Marni
Sweater Grifoni, trousers John Varvatos
Sweater Grifoni, trousers John Varvatos
Swimwear Grifoni
Swimwear Grifoni
Sweater Grifoni, trousers John Varvatos
Sweater Grifoni, trousers John Varvatos

Credits

Photographer Donato Testoni

Art Direction and Styling Fabio Mercurio

Grooming Isabella Sarti 

Photographer Assistant Elia Poletti 

Talent Lorenzo Pozzan

Location Piovan family

Fèlsina festeggia un compleanno speciale: storia di una scommessa vinta

Nell’antica lingua etrusca, Fèlsina era la principale città dell’Etruria padana. Un nome che richiamava l’idea di una terra fertile, accogliente, ospitale. Un luogo dove fermarsi e costruire una città fortificata, affondare le radici per una nuova storia. Sembra quanto mai azzeccato che lo stesso nome oggi rappresenti un’azienda vinicola legata al territorio e alla tradizione. Una realtà relativamente recente, ma già in grado di essere un punto di riferimento per i vini toscani, in particolare per il Sangiovese.

La cantina Fèlsina, in Toscana
La cantina Fèlsina

La storia del vino Fèlsina

Fèlsina si trova nel cuore di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, in una posizione cruciale tra Siena e Arezzo. Terra di ospitalità conosciuta già dai Romani, nel Medioevo diventa una tappa fondamentale per i pellegrini che andavano a Roma percorrendo la via Francigena. Fèlsina ha una lunga storia prima come fattoria dei Granduchi di Toscana e poi come villa nobiliare dei Busatti. La svolta arriva nel 1966, quando la realtà viene acquistata da Domenico Poggiali, illuminato imprenditore ravennate, innamoratosi di una piccola cantina scavata nel tufo con le volte di mattoni.

L’antica fattoria Fèlsina

Quello, decide, è il luogo perfetto per seguire il progetto di produrre un vino di qualità. Una scommessa non facile, specialmente in un momento particolarmente difficile per la viticoltura italiana, quando erano in pochi a crederci davvero. Ma coraggio, studio, tecnica e passione hanno vinto: la collocazione rende la zona molto ventilata e luminosa, favorevole all’ottima maturazione delle uve, in particolare del Sangiovese.

La veduta di un vigneto Felsina in Toscana
La veduta di un vigneto

Tre generazioni di amore per il vino

Domenico Poggiali – insieme al figlio Giuseppe, al genero Giuseppe Mazzocolin e all’enologo Franco Bernabei – ha saputo trasformare l’antica fattoria in una moderna azienda vinicola. Nei vini di Fèlsina convivono, in perfetto equilibrio, tutte le caratteristiche di questo territorio, dando vita a etichette uniche. Negli anni Novanta è entrata in azienda la famiglia Poggioli: ora alla guida dell’azienda c’è Giovanni Poggiali, figlio di Giuseppe e nipote di Domenico.

La fattoria di Fèlsina conta oggi 500 ettari totali, di cui 72 dedicati alla vigna. Oltre alla cantina – oggi l’attività principale dell’azienda – Fèlsina si dedica anche alla produzione di olio, alla coltivazione di cereali e legumi e all’allevamento di animali da cortile.

Una botte della cantina di Fèlsina
Una botte della cantina di Fèlsina

I 40 anni di Fontalloro e Rancia

Il Sangiovese è il fil rouge che unisce la famiglia Poggiali a Fèlsina. Da questo profondo legame nasce la decisione di vinificare il Sangiovese in purezza: Fèlsina è stata tra le prime aziende del territorio del Chianti a intraprendere questa strada. La base produttiva dell’azienda risiede nel Chianti Classico Berardenga, il Rancia e il Fontalloro: questi ultimi nel 2023 ‘compiono’ 40 anni. Quest’anno, infatti, Fèlsina celebra un anniversario speciale: le 40 vendemmie di Fontalloro e Rancia, IGT Toscana e Chianti Classico Riserva DOCG, due etichette ormai storiche e inconfondibili.

Pizza e birra: il viaggio di Krombacher nella ricerca dell’accoppiata perfetta

L’abbinamento pizza e birra è un evergreen che accontenta tutti i palati, anche i più esigenti. Da sempre fedeli compagni dei momenti di convivialità, come le serate domenicali o i match della propria squadra del cuore. Il segreto del successo di uno dei più famosi dynamic duo del mondo gastronomico parte sicuramente dall’attenta selezione di materie prime di qualità.

È su questa base che si fonda la filosofia di Krombacher, importante birrificio tedesco a conduzione familiare, fondato nel 1803, che ha fatto della naturalezza il suo cavallo di battaglia. L’azienda utilizza, infatti, solo ingredienti naturali del territorio di assoluta eccellenza. Prima fra tutti la Felsquellwasser®, acqua proveniente dalla sorgente rocciosa di Krombach, morbida e priva di minerali, che non ha bisogno di essere trattata. Inoltre vengono impiegati metodi tradizionali di produzione della birra artigianale – come la lunga fermentazione – affiancati da una tecnologia all’avanguardia.

Birra Krombacher
Birra Krombacher

Taste Hunters by Krombacher: alla ricerca del gusto naturale

Krombacher ha deciso con dedizione e professionalità di investire sulla valorizzazione di questo pairing senza tempo e dei locali che in Italia condividono i suoi stessi valori. Il tutto parte dalla campagna digital Taste Hunters by Krombacher, un viaggio attraverso il Bel Paese alla ricerca del “gusto naturale”. In conclusione si arriva all’assegnazione del premio “La Migliore Carta delle Bevande” della Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, del quale è “Beer of Choice”.

«I volti, le storie e la passione: questi sono i valori che vogliamo raccontare in questo viaggio». Così Davide Grossi, Country Director Italia, spiega la campagna social Taste Hunters by Krombacher. «Crediamo fortemente nell’incontro tra Krombacher e i locali che la servono, in termini di qualità delle materie prime e di proposte naturali ed equilibrate».

Davide Grossi, Country Director Italia
Davide Grossi, Country Director Italia

L’abbinamento pizza-birra

Personalità come Denis Lovatel, proprietario della pizzeria Denis pizza di montagna di Milano, coniuga tradizione e rispetto per l’ambiente partendo da un ingrediente fondamentale per il successo della pizza: l’acqua. «L’acqua – spiega Lovatel – è l’elemento principale del mio impasto. Essa proviene da una sorgente naturale delle Dolomiti e, per il suo basso residuo fisso e le sue proprietà, contribuisce alla croccantezza del risultato finale. Trovare un partner che abbia la mia stessa visione mi ha fatto innamorare della birra Krombacher, che è per me davvero eccezionale».

La valorizzazione dell’abbinamento birra-pizza passa anche attraverso il premio “La Migliore Carta delle Bevande” che Krombacher, “Beer of Choice” Gambero Rosso, ha assegnato a 3 diversi locali a pari merito, nel corso della presentazione della Guida Pizzeria d’Italia. Parliamo di Il Vecchio e il Mare di Firenze, Fermenta Pizzeria di Chieti e Framento di Cagliari.

Team di pizzaioli, pizzeria Framento, Cagliari
Team di pizzaioli, pizzeria Framento, Cagliari

«Questo premio – afferma Davide Grossi – ci aiuta a raccontare i valori che rendono unica e distintiva la nostra birra. Il suo gusto naturale, la sua straordinaria digeribilità e il suo successo negli abbinamenti con la pizza sottolineano quanto una bevanda di alta qualità possa valorizzare l’immensa dedizione di ogni pizzaiolo nel creare il proprio capolavoro».

Parole di passione e forte convinzione quelle di Davide, che incorona il più amato disco di pasta lievitata del mondo come archetipo del prodotto food che più di tutti è in grado di raccontare e sublimare l’unicità della birra.

Quattrocento anni di amore per il vino: Tedeschi, storia di una famiglia con una missione

«Siamo convinti che ogni nostro vino debba essere considerato come un figlio della nostra terra e della nostra storia». Con queste parole Lorenzo Tedeschi riassume la filosofia dell’omonima azienda vinicola di Pedemonte di Valpolicella, in provincia di Verona. Se il vino Tedeschi oggi è sinonimo di Valpolicella nel mondo è merito di un costante lavoro di ricerca e di studio della vigna e soprattutto di una vocazione che scorre nel DNA di un’intera famiglia.

Le botti in cantina dell'azienda vinicola Tedeschi
Le botti in cantina dell’azienda vinicola Tedeschi

Una storia lunga quattro secoli

La storia di Tedeschi parte da molto lontano, quattro secoli fa: i primi documenti aziendali, infatti, risalgono addirittura al 1630. Il capitolo più recente dell’epopea si è aperto negli anni Sessanta. Lorenzo Tedeschi, brillante innovatore, che ebbe l’intuizione di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi. Nacque così uno dei primissimi cru della Valpolicella e un vino che è diventato il simbolo dell’azienda. Negli ultimi 20 anni si è continuato a investire nei vigneti e in cantina per ottenere vini sempre più armonici ed eleganti.

Oggi la storia continua con Lorenzo e Bruna Tedeschi e con i loro figli: Antonietta (responsabile dell’Amministrazione e mercato interno) Sabrina (responsabile Marketing ed Export) e Riccardo (Enologo ed Export). La gamma dei vini Tedeschi comprende l’intero panorama della denominazione di origine: Valpolicella, Valpolicella Classico Superiore, Ripasso, Amarone e Recioto. Vini potenti ma eleganti, di grande personalità e legati al territorio. Oggi Tedeschi è membro di Famiglie Storiche, Grandi Cru d’Italia e Rete di impresa Poderi Einaudi –Tedeschi.

La famiglia Tedeschi
La famiglia Tedeschi al completo

L’impegno costante nella ricerca

Sarebbe facile per un’azienda vinicola come Tedeschi adagiarsi sugli allori. Ogni anno produce infatti circa 500mila bottiglie che, dalla provincia di Verona, raggiungono ogni angolo del globo, dal Canada all’Australia, dal Giappone alla Corea del Sud. Ma ogni grande eredità porta con sé una responsabilità e una sfida per il futuro: l’azienda ha ottenuto le certificazioni Biodiversity Friend ed Equalitas per l’impegno a ridurre l’impatto ambientale nei 48 ettari di vigneti, attuando soluzioni più innovative, efficaci e sostenibili nel processo produttivo.

Rispettare le proprie radici, quindi, ma guardando al futuro: lo dimostrano le ricerche di Tedeschi in merito alla zonazione e alla caratterizzazione dei suoli. Le nuove frontiere, ora, sono gli studi sulla geo-tipizzazione delle uve e dei vini, che permettono di enfatizzare ancor più le caratteristiche delle sottozone, migliorando la produzione e garantendo un futuro da protagonista al territorio della Valpolicella. Pensare al futuro significa pensare alle generazioni che verranno, lasciar loro in eredità una terra sana e un patrimonio da gustare, sorso dopo sorso. La storia di Tedeschi è la storia di una missione, racchiusa in un buon bicchiere di vino.

Il vigneto Fabriseria

Elegante e rilassato: così Antony Morato reinventa l’abito maschile

Non è necessario farsi notare, ma farsi ricordare. Potremmo riassumere così la filosofia dietro un abito maschile di qualità, un passepartout per ogni occasione: mai fuori posto, ma mai scontato. Si fa presto, però, a dire completo: la costruzione della giacca, il taglio dei pantaloni e la vestibilità devono essere calibrati al millimetro per vestire al meglio chi li indossa. Antony Morato, nella sua nuova collezione, ha ridisegnato le sue inconfondibili linee per offrire a tutti l’abito perfetto. Il brand da sempre coniuga le radici italiane – e il know how che ci contraddistingue – con uno sguardo internazionale e cosmopolita, vivace e curioso. E, dalla sua fondazione, non ha mai smesso di rinnovarsi.

 Un abito Anthony Morato
Antony Morato

La collezione Autunno/Inverno 2023-24 si ispira a New York

Le metropoli – e gli uomini che le abitano – sono l’ispirazione della collezione Autunno/Inverno 23-24 di Antony Morato. In particolare New York, madre di tutte le metropoli: lo skyline della Grande Mela definisce linee, struttura e colori della collezione. La palette muove dal grigio al blu intenso, con tocchi di bianco.

La nuova collezione, versatile e disinvolta, è un equilibrio tra capi classici e dettagli tecnici: giacche decostruite, pantaloni con coulisse, e pattern psichedelici. Un viaggio in punta di ago dagli anni ’60 ai ’90: lo stile grintoso e audace che caratterizza il brand si arricchisce di accenni alla cultura pop che spaziano dall’arte all’ architettura, fino ad arrivare al mondo dei fumetti e al gaming. Stampe e grafiche rendono omaggio alla Pop Art, traendo ispirazione dai quadri di Roy Lichtenstein, dagli uomini ombra di Richard Hambleton e dalle opere di Jean Michel Basquiat.

Il new formal di Antony Morato

Non può – e non deve! – mancare nel guardaroba un abito dal taglio classico. Antony Morato ripropone il Bonnie, il suo completo più amato, caratterizzato dalla vestibilità slim, nei classici colori del nero, del grigio, del blu e del marrone. Ma la proposta del brand si allarga con giacche e pantaloni dall’allure più glamour e dal taglio più rilassato. Il relaxed fit caratterizza la giacca doppiopetto Roger e i pantaloni Evan, che costruiscono il completo.

Un abito Antony Morato
Un abito Antony Morato

Anche la palette colori si espande e coinvolge colori molto chiari, seguendo i trend di stagione, come il bianco ghiaccio e un tono grigio-blu. Il mondo degli abiti Formal spicca nella campagna Unity, che racconta lo spirito della collezione invernale. L’obiettivo di Haris Farsarakis immortala la collezione per la terza stagione con un mood minimal, contemporaneo e raffinato. Proprio come un completo.

Monteverro: il brindisi di Natale arriva dalla Maremma

Le città si riempiono di luci, le vetrine di pacchetti e l’aria fredda del profumo di castagne e dolci: sì, Le città si riempiono di luci, le vetrine di pacchetti e l’aria fredda del profumo di castagne e dolci: sì, Natale sta arrivando. Si apre la stagione più festosa e conviviale dell’anno, da celebrare insieme alle persone care di fronte onorando le tradizioni della tavola. Non può mancare, ovviamente, un buon bicchiere di vino: ogni festa richiede il suo brindisi. Che sia il Cenone della Vigilia in famiglia, la cena aziendale con i colleghi o il cin-cin di Capodanno, la bottiglia da stappare quest’anno arriva dalla Maremma: Monteverro, tenuta ai piedi di Capalbio, propone per le feste vini dal sapore autentico e genuino, proprio come la terra dove nascono.

Le botti di Monteverro

I colori della Maremma nelle bottiglie Monteverro

Nel Sud della Toscana, al confine con il Lazio, c’è una terra dai colori inconfondibili: colline che degradano dolcemente fino al mar Tirreno, borghi dalla storia secolare che conservano ancora il loro spirito più autentico, la macchia mediterranea che profuma l’aria. La Maremma. All’inizio degli anni Duemila Georg Weber ha trovato qui il luogo ideale per produrre vini di eccellenza. Studiando le caratteristiche del terreno si è trovata la posizione ideale per Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc, Syrah, Grenache e per lo Chardonnay. La tenuta vinicola di Monteverro – gestita oggi da Georg e Julia Weber – si trova presso Capalbio, sulla Costa d’Argento: il vino che produce è il frutto di spirito pioneristico, amore per la terra e integrità senza compromessi.

Uno scorcio del vitigno

Bianco o rosso? I vini per le feste 2023

Dalla Maremma alla tavola imbandita. Monteverro propone un bianco e un rosso ideali per le festività natalizie in arrivo. Si tratta del Monteverro 2019 e dello Chardonnay 2020, due eccellenze che racchiudono tutto il carattere di questa terra. Il primo è un rosso di razza (Toscana IGT) un Supertuscan di rara intensità, complessità, freschezza ed eleganza, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot con note fruttate e speziate che si impreziosiscono nel tempo.

Una bottiglia di Chardonnay Monteverro
Una bottiglia di Chardonnay Monteverro

Il secondo invece è un bianco (una squisita eccezione in una terra di rossi) raffinato ed elegante, caratterizzato da un colore oro brillante e da note olfattive travolgenti. Una scelta con cui è impossibile sbagliare: entrambe le etichette hanno fatto incetta di premi.  

Una bottiglia di vino rosso Monteverro
Una bottiglia di Monteverro

Astucci di lusso e grappa al panettone: i regali perfetti per Natale

Se siete già nel pieno della corsa per i regali, Monteverro ha la soluzione: una bottiglia in formato magnum per un tocco straordinario o una Jeraboam (3 litri) capace di sprigionare profumo di ribes nero, ciliegia, mirtillo e fragola macerata, arricchiti da note speziate. Perché non stupire amici e parenti con una grappa con aroma di panettone? Questo prodotto artigianale è il perfetto fine pasto da gustare in compagnia. La grappa è disponibile in due versioni: Riserva e Classica.

Se vi trovate a Capalbio non perdetevi un passaggio al wineshop, dove si potranno scegliere gli eleganti packaging perfetto per regalare i vini Monteverro a Natale, impreziosito da sacchetti regalo personalizzati o astucci di lusso. Un gesto che va oltre la semplice bottiglia: è la bellezza di regalare (o regalarsi) un momento di convivialità, un brindisi alla gioia della vita.

vino monteverro natale 2023
Un’elegante confezione per Natale

Pellegrino presenta The New Vintage: design retrò e sguardo al futuro

I colori di Andy Warhol, la musica dei Beatles e la carica dirompente della Pop Art ispirano lo stile The New Vintage di Pellegrino. Una scelta che riflette lo spirito vivace e spensierato dell’etichetta vinicola, ma che è anche un omaggio alle radici della cantina. Già negli anni Cinquanta, Sessanta, infatti, Pellegrino era sinonimo di vino siciliano nel mondo.

Una botte del vino Pellegrino con la grafica The New Vintage
Una botte con la grafica The New Vintage

La filosofia a colori New Vintage di Pellegrino

Lo stile New Vintage è un invito a scoprire i piaceri della vita, ad abbandonarsi al suo lato più dolce e gioviale. Geometrie colorate e nuance vitaminiche vestono il packaging e le confezioni speciali, oltre a ispirare le campagne pubblicitarie.

Un vero e proprio tuffo nel passato. Dalla sensualità spumeggiante delle pin up degli anni Cinquanta al design all’avanguardia degli anni Sessanta, capace di coniugare funzionalità ed estetica. Per non parlare poi della classe delle dive di Hollywood e dell’energia degli anni Settanta.

Un’epoca di grandi cambiamenti – quando il futuro sembrava tutto da immaginare – dove una nuova generazione ha cambiato per sempre la musica, la moda, ma anche consuetudini e abitudini. Non è un caso che le passerelle continuano ad omaggiare quei decenni, mentre sui red carpet spopolano abiti vintage e omaggi alle dive del passato.

La box in latta di Pellegrino con la grafica New Vintage
La box in latta di Pellegrino con la grafica The New Vintage

L’energia di quei decenni viene oggi riletta e reinterpretata da Pellegrino. Il design New Vintage contagia anche il packaging e ne fa oggetti da collezione: cassette in legno, latte colorate dalle geometrie vivaci e poster dai disegni optical da regalare (o regalarsi).

Il vino che celebra la convivialità e la gioia di vivere

Senza nostalgia, il New Vintage di Pellegrino è nato per guardare avanti: è espressione contemporanea di una storia in continua evoluzione, annata dopo annata, brindisi dopo brindisi. Un vero e proprio manifesto dei valori aziendali, una celebrazione di ciò che non passa mai di moda: il buon gusto, il piacere della tavola, l’eleganza italiana e la gioia di vivere.

Uno scatto della campagna Pellegrino New Vintage
Uno scatto della campagna Pellegrino New Vintage

Del resto, il vino è espressione di convivialità per antonomasia: un nettare dalla storia lunghissima che ha accompagnato – e accompagna – sia la vita quotidiana che le grandi occasioni. Una cena a lume di candela, una bella notizia, un pranzo in famiglia, una visita a sorpresa, un nuovo incontro o una festa attesa a lungo: ogni momento può essere speciale, e la giusta bottiglia è lì per celebrarlo.

Questa è la filosofia racchiusa nei vini Pellegrino, sempre all’altezza delle situazioni. Un po’ come un brano dei Beatles, un filo di perle o un abito a pois: impossibile sbagliare con un classico.

IL RITORNO AL FUTURO DI GAS: LA COLLEZIONE AUTUNNO/INVERNO 23 CELEBRA IL DENIM

Quasi quarant’anni di storia cuciti sul denim. La collezione Fall/Winter 2023 di GAS è un inno alla tela di jeans da cui tutto è partito nel 1984, statement e simbolo di uno stile casual e contemporaneo, fresco e inclusivo, oggi come allora. Guardare al futuro senza dimenticare il passato: la collezione attinge agli archivi per proporre capi che celebrano l’heritage del brand, all’insegna della qualità dei materiali e della cura dei dettagli.

GAS collezione Autunno/Inverno 2023
GAS collezione Autunno/Inverno 2023

La collezione Fall/Winter 2023 di GAS

La nuova collezione di GAS si mostra perfettamente al passo coi tempi, coerente tra uomo, donna e denim. Tra i cardini della collezione ci sono i capi Essential – i fondamentali del guardaroba – caratterizzati da design minimal senza tempo e grande cura dei dettagli.

Irrinunciabili le proposte Seasonal, espressione delle ultime tendenze: i classici dell’abbigliamento sartoriale si fondono con accenti outdoor e sportivi ispirati alle divise sportive dei college americani. La varsity jacket si alterna al più classico cappotto maschile, felpe e t-shirt contaminano anche il tricot.

GAS collezione Autunno/Inverno 2023
Un look in denim GAS

La campagna pubblicitaria riflette l’anima cosmopolita della collezione: cemento, vetro e metallo rispecchiano le linee geometriche e il carattere metropolitano degli abiti, mentre la luce esalta dettagli e materiali. Per accompagnare la nuova campagna anche il sito si è dato un nuovo look: il restyling di Gasjeans.com punta su una veste grafica minimal ed editoriale.

La collezione Fall/Winter 2023-24 di GAS
GAS Autunno/Inverno 2023-24

The New Heritage di GAS

In questo dialogo ininterrotto con le proprie radici, fondamentali sono i capi New Heritage di GAS, cioé ispirati ai modelli degli anni Ottanta e Novanta. Pezzi senza tempo, la cui ispirazione arriva dall’archivio di quasi 40 anni del brand. Per questi capi, infatti, sono stati utilizzati tessuti rigidi e lavaggi autentici dall’inconfondibile sapore vintage. Le linee sono rilassate e oversize, i look sono essenziali ma senza rinunciare alla comodità di ultima generazione.

GAS collezione Autunno/Inverno 2023
GAS collezione Autunno/Inverno 2023

Il denim, infatti, è sempre stato centrale per GAS e continua ad esserlo con una costante ricerca nei materiali e nei tagli. Nei jeans femminili, per esempio, viene tolta l’impuntura logo delle tasche posteriori per una maggiore pulizia e armonia.

Vulcano

Cercare ancora un po’ di calore all’arrivo del freddo. Spogliarsi, anziché coprisi, come suggeriscono le tendenze d’autunno. L’editoriale moda di MANINTOWN dedicato all’isola di Vulcano è un invito a riscoprire la natura selvaggia dell’isola – e di noi stessi – seguendo le tendenze moda autunno/inverno 2023: look total denim, stampe colorate, gioielli vintage e sofisticata maglieria. Un ultimo ritaglio d’estate per rimandare l’arrivo dell’inverno.

Trousers Kore Collections, necklaces La Casa Eoliana
Trousers Kore Collections, necklaces La Casa Eoliana
Necklaces vintage
Total look Levi’s, necklaces vintage
Total look Levi’s, Sunglasses Saturnino Eyewear, necklaces vintage
Left: shirt Avant Toi; right: polo Sisley  
Hats Zara, shoes handmade in Lipari
Left: shirt Avant Toi; right: polo Sisley
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Left: shirt Avant Toi, trousers Sisley; right: polo Sisley, short Zara  
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Left: shirt Avant Toi, trousers Sisley; right: polo Sisley, short Zara
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Left: shirt Avant Toi, trousers Sisley; right: polo Sisley, short Zara  
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Left: shirt Avant Toi, trousers Sisley; right: polo Sisley, short Zara
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Vests Yezael
Vests Yezael, swimsuit model’s own
 swimsuit model's own
Swimsuit model’s own
Left: shirt Avant Toi; right: polo Sisley  
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Left: shirt Avant Toi; right: polo Sisley
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 Necklaces La Casa Eoliana
 Necklaces La Casa Eoliana
Shirts Yezael, necklaces La Casa Eoliana
Shirts Yezael, necklaces La Casa Eoliana
Trousers and shirt Kore Collections, necklaces indian vintage 
Trousers and shirt Kore Collections, necklaces indian vintage 


Credits:

Photographer & Stylist Manuel Scrima 

Models Francesco Nobili e Alessandro NobiliWonderwall Management

Casting  Models Milano Scouting 
Location Vulcano – Eolie Island

Shades of beauty

Linee, colore, naturalezza. Bellezza oltre le etichette, oltre il maschile e il femminile. Nuove tribù, inclusive e contemporanee, si ritrovano nel rito della cura di sé attraverso la skincare di ultima generazione, dalle emulsioni di Sisley alle maschere di Chanel. Nessun trucco e nessun inganno nelle nuove ‘shades of beauty’: il make-up diventa segno grafico incisivo ed essenziale, ricreato, ad esempio, attraverso i rossetti in gel Shiseido o il mascara ‘ad alto impatto’ Clinique. Benvenuti nell’era genderless del beauty, strumento di espressione di tutte le sfumature della nostra pelle.

Shades of beauty
Shades of beauty
Estee Lauder Advanced Night repair 
Sisley Emulsion Ecologique
Estee Lauder Advanced Night repair, Sisley Emulsion Ecologique 
Chanel Le lift Pro Masque Uniformité, Chanel Rouge Coco Bloom 152
Chanel Le lift Pro Masque Uniformité, Chanel Rouge Coco Bloom 152
powdered foundation, Chanel Les beiges pouder belle minne naturelle , Shiseido Technosatin gel lipstick 413
Noble Panacea The Absolute Nourishing lift oil, Shiseido Revitalessence Skin glow + Mac Studio Radiance serum powdered foundation, Chanel Les beiges pouder belle minne naturelle , Shiseido Technosatin gel lipstick 413
Off White Imprint Maze , Clinique High Impact hi fi full volume mascara, Chanel Douceur d’equinox blush , 797 beige et coral 
Off White Imprint Maze , Clinique High Impact hi fi full volume mascara, Chanel Douceur d’equinox blush , 797 beige et coral 

Credits:

Beauty editorial curated by: Nicola Surbera & Massimiliano Benetazzo

Make-up: Naike Bilardo

Models: Martino, Tae, Edith and Liza

Agency: Sophie Models

The Art of Wine #2

MANINTOWN presenta il secondo numero di The Art of Wine, il magazine che unisce vino, arte e design in un viaggio unico all’interno di realtà dal sapore autentico.

Per preacquistare la tua copia scrivi a [email protected]

Art & Wine: The Art of Living

Il secondo numero di The Art of Wine approfondisce le contaminazioni tra il mondo dell’Arte e quello del Vino, mostrando tutta la Bellezza e il potenziale creativo dell’Italia e non solo… L’incursione di questo numero arriva fino al Sudafrica per scoprire i suoi Sauvignon Blanc, una destinazione ricca di storia e cultura che si sta facendo conoscere dai winelover di tutto il mondo. 

L’arte contemporanea nutre e alimenta il Gibellina, che tra il il Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao e il Grande Cretto di Alberto Burri rappresenta un incredibile esempio di come il vino sia connesso all’arte e possa rivitalizzare un territorio. Proprio a questo incredibile luogo e alle Tenute Orestiadi è dedicato uno speciale, che vede inoltre l’interpretazione di Jacopo Ascari con la sua back cover. E ancora, l’arte è protagonista al Castello di Ama, un borgo storico dove trionfano vino e arte contemporanea, e nel Giardino di Daniel Spoerri, un parco di sculture situato a Seggiano (provincia di Grosseto) che stupisce con la sua Eat Art. E poi, il percorso continua nell’archivio di Campari a Sesto San Giovanni, dove abbiamo visto in esclusiva le numerose opere pubblicitarie di Depero per comunicare l’azienda, un caso unico in cui arte e comunicazione sono andate di pari passo. 

Un numero particolarmente ricco di contenuti, focus tematici come quello sulla cultura del vino in Alto Adige, per finire con uno speciale reportage su tre mete enogastronomiche (Firenze, Roma e Napoli) che hanno saputo mantenere la loro identità e originalità. Ogni numero di The Art of Wine vuole condurre il lettore in un vero e proprio itinerario di scoperta lungo tutto il Bel Paese. Ad accompagnarci in questo viaggio è Andrea Amadei, sommelier e gastronomo, che ha chiesto a diversi autori ed esperti di raccontare questo panorama ricco di bellezze, da nord a sud della penisola. E Jacopo Ascari, che con i suoi artwork interpreta e arricchisce la nostra visione sul mondo del vino, che diventa sempre più Art of Living.

Federico Poletti – Editor in Chief 

Federico Poletti, editor in chief, artwork by Jacopo Ascari
Federico Poletti, editor in chief, artwork by Jacopo Ascari

Il viaggio continua…

Il 2023 ha segnato per il nostro gruppo editoriale un’evoluzione importante e questo secondo numero di The Art of Wine ne è l’esempio. Il team, guidato da Federico Poletti, è riuscito a creare una perfetta sintonia trasmettendo il DNA di MANINTOWN anche nel raccontare questi nuovi temi. MANINTOWN, che ha appena compiuto 10 anni, è nato nel 2013 con un taglio lifestyle, per poi specializzarsi sul mondo dei talent, soprattutto nell’ambito del cinema e della musica.
Per questo motivo abbiamo deciso di sviluppare un progetto a sé stante e abbiamo chiesto ad Andrea Amadei di curarlo, mantenendo un punto di vista curioso e non convenzionale su un settore come quello del vino. Da qui l’idea di dare vita a un lavoro editoriale che fosse un vero e proprio viaggio dal nord al sud Italia per far scoprire i luoghi meravigliosi che caratterizzano il nostro territorio. In questo numero si parte dalle montagne dell’Alto Adige per finire nel cuore della Sicilia, passando dai giardini di Daniel Spoerri o al Castello di Ama. Non a caso l’arte è un elemento caratterizzante di questo nuovo magazine, sin dalla copertina realizzata ad hoc dall’illustratore Jacopo Ascari.
Un viaggio che varrà la pena provare e vivere e per questo motivo alla fine delle nostre pagine potrete trovare alcuni appunti utili, così da potervi perdere nel Cretto di Burri o in un glamping tra le vigne. Questo viaggio tutto italiano avrà anche una deviazione estera, infatti parleremo del Sudafrica e dei suoi Sauvignon Blanc. Spero che questo nuovo numero riesca a farvi viaggiare con il cuore e con la mente.

Da una passione con passione, buona passeggiata.

Massimo Pozzi Chiesa – Editore e General Manager

Massimo Pozzi Chiesa, Editore e General Manager, artwork by Jacopo Ascari The art of wine
Massimo Pozzi Chiesa, Editore e General Manager, artwork by Jacopo Ascari

Un percorso tra le storie più interessanti del mondo del vino e dell’arte

Secondo un vecchio adagio le conferme sono sempre più complesse degli esordi. Il primo numero di The Art of Wine è uscito ad Aprile 2023 e ha riscontrato un successo oltre le aspettative. Abbiamo fatto il nostro ingresso nell’editoria internazionale rivolgendoci a due target di lettori finora mai uniti in un solo magazine: gli innamorati del bello e i cultori del buono. Due figure che spesso si incontrano e si fondono fra loro, proprio come accade in tante virtuose realtà dell’enogastronomia sparse lungo il nostro Stivale. È il caso di Ritual Lab nel panorama brassicolo artigianale o di Mandranova se parliamo di olio extravergine d’oliva. Quest’ultimo già di per sé capolavoro di madre natura, massimo elisir fra bontà gustativa e salutistica quando prodotto da artigiani attenti.
Fra le più alte vette dei matrimoni enoartistici mondiali si annovera invece Castello di Ama, borgo/cantina a Gaiole in Chianti, che racchiude una ventina di installazioni firmate da alcuni fra i più importanti artisti del nostro tempo. Invitati a trascorrere settimane presso la struttura, i grandi maestri, ispirati dal territorio hanno creato e lasciato le loro opere nel luogo dove sono state concepite. Che poi è sempre il posto migliore per scoprirle e comprenderle. Vale per un dipinto e per una scultura, quanto per un vino o un cibo. I posti più efficaci per apprezzarne la bontà sono sempre quelli in cui hanno origine.

Dalla collaborazione tra Campari e Depero alle opere d’arte che riempiono Gibellina

In questo numero abbiamo voluto raccontare anche quella che secondo noi è la radice comune delle odierne ibridazioni fra i mondi del buono e del bello. Un featuring ante litteram ancora attuale e potentissimo nella sua attrattiva: quello fra il bitter rosso più famoso del mondo, il Campari, e geni espressivi del calibro di Fortunato Depero, Mimmo Rotella o Leonetto Cappiello. La storica ibridazione fra arti maggiori e mondo del beverage nel primo ‘900 fece breccia nell’immaginario collettivo consacrando l’azienda mecenate a mito del bere italiano. Alla fine una bevanda a noi gradita e un dipinto che ci attrae rappresentano linguaggi differenti, ma parlano alle stesse aree del cervello.

Inoltre un buon vino, come un’opera artistica, trasmette sempre un messaggio. A tal proposito quanta emozione abbiamo vissuto scoprendo Gibellina. Qui i turisti del nettare di bacco e i cultori delle avanguardie artistiche non potranno che rimanere ammirati di fronte alle grandi opere che popolano il tessuto urbano e agricolo della città. Lavori che oggi vengono restaurati e raccontati nel mondo, anche grazie al vino di Tenute Orestiadi, la cantina locale, che ha letteralmente “vinificato” le illuminanti idee del geniale sindaco del post-terremoto Ludovico Corrao. Quando la Sicilia lottava contro le stragi della Mafia, Gibellina rinasceva e spiccava il volo nel futuro. Andate a vedere cosa c’è in questa metafisica cittadina del Belìce, non crederete alle vostre emozioni!

I racconti di chi ha trasformato la passione per il vino e la cucina in un lavoro

Certo i punti di contatto fra arte ed enogastronomia non sono sempre così diretti ed evidenti, ma sono a volte declinati sotto vesti più discrete. Pathos e maestria abbondano, ad esempio, in particolari aperture del vino, come racconta il travolgente Luciano Mallozzi, oppure nello scoprire un piccola etichetta che sarà grande in futuro. Abbiamo affidato l’arte del talent scout al giovane Eros Teboni, eletto Miglior Sommelier del Mondo nel 2018.
La storia del Master Vine Pruner Marco Simonit parla invece di cura e design delle viti, di un nuovo raccordo armonico fra bellezza ed espressione enologica. C’è dell’arte in molti aspetti ma spesso è sconosciuta o poco riconosciuta, c’è arte nella dedizione ad esempio, nella ritualità, nella condivisione. È il caso delle tre storie raccontate da Lorenzo Sandano e immortalate da Nicola D’orta ne ‘L’Arte della R-esistenza’: tre insegne della ristorazione napoletana, romana e fiorentina rimaste uguali nei decenni e che oggi rappresentano quanto di più sentimentale si possa cercare in una verace osteria di paese.

Ci sono infine (e per fortuna che ci sono!) la tenacia e la capacità di un territorio intero di contrastare la prevaricazione antropica sulla natura incontaminata, preservando valori proiettati a rappresentare la più inestimabile delle ricchezze future. Accade in Alto Adige, dove il vino diventa mezzo e messaggero di purezza ambientale e rigore espressivo.

Queste e altre storie, sono gli spunti con cui ci auguriamo di incuriosirvi e ingolosirvi. Sono tanti e traboccanti di emozioni e forse abbiamo esagerato per un solo numero, ma non volevamo limitarci. Un po’ per l’abbondanza e la velocità con cui i due mondi che raccontiamo entrano in connessione fra loro e un po’ perché le conferme sono sempre più ardue dei debutti.

Buona lettura

Andrea Amadei – Editorial director The Art of Wine

Andrea Amadei, artwork by Jacopo Ascari
Andrea Amadei, artwork by Jacopo Ascari


Feel like a bird

Leggerezza, libertà, avventura. Il sogno di volare ispira l’editoriale moda di MANINTOWN che rilegge lo stile d’alta quota per l’autunno inverno 2024, tra l’outerwear di ultima generazione e rivisitazioni del classico tartan. La montagna vuole praticità e libertà di movimento, ma con eleganza: padded jacket e giacche sartoriali, passamontagna e cravatte, pantaloni cargo, hoodie e completi in pelle. Tra i paesaggi innevati spiccano pennellate di rosso intenso, verde bosco e azzurro cielo. Un incontro di stili che è un invito e un auspicio: feel like a bird, libero tra le nuvole. 

Total look Them Browne
Total look Thom Browne
Shirt JORDANLUCA, pants Darkpark
Shirt JORDANLUCA, pants Darkpark
Jacket and pants Ferragamo, shirt Zegna
Jacket and pants Ferragamo, shirt Zegna
Hoodie MSGM, pants Jordanluca
Hoodie MSGM, pants JORDANLUCA
Total look Acne Studios
Total look Acne Studios

Credits

Photographer Domenico Petralia @Productionlink Agency

Stylist Emily Lee @W-MManagement

Grooming Cosimo Bellomo @W-MManagement

Videographer Filippo Marcodini

Photographer assistants Lorenzo Barone, Elena Ventrice, An Shaoda

Stylist assistant Francesca Minardi

Models Taeho Lim @The Lab Models, Chris D @Tank Models

Production Passepartout 4u

BEBE VIO ACADEMY E NIKE: ALLEATI PER L’INCLUSIONE PARALIMPICA

Inaugurata a fine ottobre 2021 per volere di Bebe Vio, schermitrice e campionessa paralimpica 26enne, la Bebe Vio Academy giunge ora alla terza edizione. In partnership con Nike e Art4sport Onlus, il progetto intende coinvolgere bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni, con o senza disabilità, nella pratica di discipline sportive paralimpiche. Dalla scherma al nuoto, fino alla pallacanestro in carrozzina, l’obiettivo perseguito da Bebe consiste nel rendere lo sport accessibile e spronare gli atleti a superare ostacoli e limiti.

Impegnata dal 2009 nello studio e nel finanziamento di protesi utili agli atleti più giovani per praticare discipline paralimpiche, l’associazione Art4sport Onlus promuove la conoscenza e la pratica di attività paralimpiche in tutto il Paese. Un altro focus importante consiste nel proporre lo sport come strumento di integrazione. Gli atleti paralimpici sperimentano quanto sia bello svolgere una pratica sportiva e, allo stesso tempo, quelli senza disabilità si interfacciano con i temi della diversità e dell’inclusione.


«Vedere i ragazzi allenarsi, condividere e migliorare mi motiva, mi emoziona… in due parole: che figata!».
Così ha dichiarato la campionessa paralimpica, entusiasta nel vedere diversi piccoli atleti frequentare l’Academy fin dalla sua prima edizione.

Bebe Vio Academy
Bebe Vio Academy

Il terzo anno di Bebe Vio Academy

L’inaugurazione del terzo anno di attività dell’Academy ha visto come ospiti la stessa Bebe Vio e l’atleta plurimedagliata Ayomide Folorunso. Entusiaste nell’accogliere i nuovi iscritti, le due campionesse hanno condiviso loro personali esperienze, sportive e non, e spronato i ragazzi ad approcciare lo sport con grinta, determinazione e impegno, cercando costantemente di spingersi oltre i propri limiti.

I pilastri alla base dell’Academy vogliono poi essere una sorta di guida, non solo per intraprendere attività sportive in modo sano, ma anche per affrontare la propria vita quotidiana mostrando un atteggiamento determinato e non abbattendosi di fronte agli ostacoli.

Bebe Vio Academy
I ragazzi di Bebe Vio Academy


Fin dal primissimo momento dell’ideazione del progetto, Bebe è stata mossa da un grande sogno: dare allo sport paralimpico la stessa importanza e visibilità di quello olimpico. L’obiettivo quindi è promuovere un atteggiamento più inclusivo che miri ad appianare le diversità. E, visto il crescente successo riscosso dall’Academy ,si può ben sperare che questo suo sogno, tra non molto, diventi finalmente realtà.

I Next Generation Awards premiano i giovani talenti a Venezia 80

Si è conclusa la Mostra internazionale del Cinema di Venezia, arrivata alla 80esima edizione. Nonostante lo sciopero di attori e sceneggiatori hollywoodiani, il programma della kermesse si è confermato ricco di eventi e iniziative speciali. Oltre alla tradizionale parata di star, riflettori puntati sui giovani talenti grazie alla terza edizione dei Next Generation Awards powered by Mi-HUB Agency. Il progetto rappresenta un concreto supporto alla nuova generazione del cinema italiano, che sta crescendo stagione dopo stagione.

I vincitori dei Next Generation Awards
I vincitori dei Next Generation Awards

Le vincitrici del Next Generation Award

I nuovi talent sono stati premiati dai vincitori della scorsa edizione: Nicolas Maupas, Carolina Sala e Amanda Campana, che quest’anno hanno dimostrato il loro talento con una catena di progetti. Come migliori attrici sono state premiate Lea Gavino, classe 1999, attrice romana che, prima ancora di essere la protagonista della quinta stagione di Skam, era stata diretta da Michele Placido ne L’ombra di Caravaggio presentato alla Festa di Roma.

Premiata anche Fotinì Peluso, nata a Roma nel 1998 con mamma di origine greche, famosa per aver interpretato il personaggio di Guenda nel film Netflix Sotto il Sole di Riccione. Nel 2022 è comparsa in due grandi successi, il film Il Colibrì di Francesca Archibugi e Tutto Chiede Salvezza, mini serie di Netflix.
Un premio speciale è andato a Ema Stokholma per la sua creatività poliedrica: scrittrice (nel 2020 ha pubblicato per Harper Collins Per il mio bene, un libro autobiografico in cui racconta la sua infanzia travagliata e la voglia di non perdere mai la speranza), pittrice, cantante, dj e speaker radiofonica.

Gli attori premiati ai Next Generation Awards

Nella categoria Migliori Attori Rivelazione sono stati premiati Mattia Carrano (giovane attore di 22 anni) ha interpretato ben due ruoli, quello dei gemelli Andrea e Marco nella serie Prisma su Prime Video.
Domenico Cuomo che ha debuttato nel 2017 nella serie Gomorra. Il vero successo arriva nel 2020, con il personaggio di Gianni Cardiotrap nella serie Mare Fuori, ma la sua carriera è già in ascesa grazie al nuovo film noir Il principe delle tenebre, diretto da Brando De Sica. Altra stella nascente è Andrea Dodero, attore genovese classe 1997, che ha avuto grande visibilità con la serie Sky Blocco 181, per poi continuare al fianco di Denzel Washington in The Equalizer 3 e in The Good Mothers su Disney+.

Last but not least, Sebastiano Pigazzi, classe 1996, è un giovane talento del cinema cresciuto negli USA, tra New York e Los Angeles. Ha esordito con Luca Guadagnino nella serie We Are Who We Are, ed è entrato poi nel casting del film Time is Up. E’ inoltre uno dei personaggi della seconda stagione di And Just Like That, il sequel di Sex and The City in cui interpreta il fidanzato di Anthony Marentino. Come Premio Speciale per il miglior Creator di cinema e serie tv in Italia è stato scelto Daniele Giannazzo, scrittore fiorentino, grande esperto di serie, conosciuto anche come Daninseries, nome della sua fedelissima community su Instagram. Vista l’importanza crescente delle serie tv, Daniele è stato selezionato per il suo modo di comunicare che ha rivoluzionato il modo di parlare di serie TV in Italia, diventando un punto di riferimento per gli amanti del genere.

L’importanza di riconoscere il talento dei giovani

Commenta Federico Poletti, Founder & Editor in chief di MANINTOWN: «Giunto alla terza edizione si conferma il nostro impegno verso lo ricerca dei nomi più interessanti del panorama italiano. Portare a Venezia questi giovani, accompagnandoli ai loro primi red carpet per poi scattarli per le cover stories, ci regala sempre grandi emozioni. Ed è una preziosa conferma vedere come i premiati della scorsa edizione dopo il NEXT GENERATION AWARD abbiano poi ricevuto ulteriori riconoscimenti e altrettanti ruoli importanti. Noi abbiamo spesso il privilegio, ma anche il coraggio, di stare accanto a questi autentici talenti sin dall’inizio del loro percorso e li supportiamo tramite i nostri progetti editoriali e iniziative come il NEXT GENERATION AWARD».

Per sottolineare ulteriormente il legame con i giovani creativi, Mi-HUB Agency ha scelto di far realizzare il Next Generation Awards all’illustratore Jacopo Ascari. Creativo a tutto tondo, Ascari ha saputo coniugare la sua passione per l’architettura con l’arte e la moda, realizzando gli artwork dove il ritratto dei premiati si fonde con i luoghi iconici di Venezia.

Conclude Federico Pozzi Chiesa, founder Supernova Hub e Mi-HUB Agency: «La terza edizione del Next Generation Awards segna una tappa importante del percorso che MANINTOWN e Mi-HUB Agency stanno compiendo per dare voce alla nuova generazione del cinema italiano. Next Generation Awards – iniziativa supportata grazie al know-how di Supernova Hub, il Venture Builder di proprietà del Gruppo, vuole non solo connettere brand e talent con una visione digital oriented, ma anche supportare in modo concreto la crescita e il corretto posizionamento degli stessi talent in un momento di svolta e crescita importante della loro carriera».

/Ro•man•ti•co/

Completi sartoriali più formali o destrutturati – declinati su una palette che spazia dai toni classici del nero e del grigio fino alle nuance più delicate e inattese (il white in tutte le sue tonalità e la carta da zucchero) – sono accostati a capi basici e informali come i tank top e le camicie con automatici. Outfit back to work semiformal che puntato tutto sugli accessori: dai boots, alla cravatta, fino al bucket hat e ai maxi sunglasses, sempre con immancabili dettagli leather (solo accennati o diluiti su total look). Una visione moda uomo Autunno 2023 – firmata Ferragamo, Valentino, Missoni e Versace, tra i tanti – in cui le mot d’ordre è: /Ro•man•ti•co/ .

Romantico fashion editorial
Federico: total look Prada

Romantico fashion editorial
Federico: total look Ferragamo, sunglasses Ismaia

Romantico fashion editorial
Kris: total look Ferragamo

Romantico fashion editorial
Federico e Kris: total look Valentino, underwear NA-KD

Romantico fashion editorial
Federico: total look Roberto Cavalli

Romantico fashion editorial
Kris: total look Missoni

Romantico fashion editorial
Kris: total look Diesel, shirt Gant

Romantico fashion editorial
Federico: total look Versace

Credits

Photographer: Mirko Morelli

Stylist: Domenico Diomede

Producer: Jessica Lovato

Stylist assistants: Irene Casillo, Isabella Colucci

Mua: Clara Spadoni

Hair stylist: Emanuele Alteri

Models: Federico Manelli at Independent Model, Kris de Sagun at 11:11 management

Location: Villa Borghese, Roma

Unfading

Protagonista dell’editoriale moda MANINTOWN il country style, tra pantaloni cargo ampi infilati dentro wellies versatili e funzionali, o shorts abbinati a calzettoni e scarponcini; e ancora jeans e corduroy oversize e intramontabili stampe tartan, il tutto declinato su una palette autunnale dalle nuance terrose. Le ispirazioni campestri si mixano a un mood urban, interpretato attraverso dolcevita caldi e avvolgenti, trench e cappotti sartoriali, camicie portate sotto maglioncini e gilet dall’allure preppy e il trionfo del black & white. E poi leather outfit, solo accennati su bomber in pelle, passe-partout di stagione, o diluiti su total look cool e audaci. Questa la visione della moda uomo autunno 2023 nella fashion story Unfading: immortale, eterna.

Unfading editorial
Knitted sweater Avant Toi
Unfading editorial
Left: black trench Yezael, striped shirt Saint James; right: black trench Komakino
Unfading editorial
Left: shirt Burberry, sweater Prada Vintage, pants Labo.Art, wellies Dunlop; right: coat Gaelle, pants and t-shirt Labo.Art, wellies Dunlop
Unfading editorial
Left coat Gaelle, pants and t-shirt Labo.Art, wellies Dunlop; right shirt Burberry, sweater Prada Vintage, pants Labo.Art, wellies Dunlop
Unfading editorial
From left to right: white shirt John Richmond, sleeveless blazer Gaëlle, trousers Carmine Vallone; shirt Zara, sweater Prada Vintage, denim shorts Levi’s; black shirts Gaëlle, black shorts Zara, wellies Dunlop, total Look Yezael
Total Look Yezael, belt Balmain
Total Look Yezael, belt Balmain
Knitted sweater Avant Toi
Knitted sweater Avant Toi
Unfading editorial
Left: black trench Yezal, t-shirt Saint James, trousers Carmine Vallone; right: coat Gaëlle, white t-shirt Tezenis, trousers Carmine Vallone, belt Orciani, wellies Dunlop
Trousers and shirt Labo.art, belt Orciani, jacket Schott
Trousers and shirt Labo.art, belt Orciani, jacket Schott

Photographer: Riccardo Lancia

Stylist: Jacopo Schena

Stylist Assistant: Giulia Lentsch

Grooming: Elisa Delfini

Casting: Manuel Scrima

Models: Leandro Andorno @Elite Model World; Babacar Gning @Elite Model World; Riccardo Duse @Crew Model Management; Jacopo Patanella @Why Not Milano; Mirco Romano @Models Milano; Marco Baralis @Models Milano; Nicolò Gentile @Models Milano; Giordano Urettini @Models Milano

Mostra del Cinema di Venezia: tornano i Next Generation Awards 2023

In occasione dell’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia torna il premio dedicato alle nuove generazioni del cinema. Martedì 5 settembre 2023, MI HUB AGENCY presenta i Next Generation Awards 2023 powered by MANINTOWN. Giunto alla sua terza edizione, è un progetto che sottolinea il costante impegno del magazine, che da anni lavora sullo scouting di nuovi talenti nel mondo del cinema e della creatività.

Grafica premio by Jacopo Ascari
Grafica premio by Jacopo Ascari

I premiati della terza edizione dei Next Generation Awards

Quest’anno i premiati del Next Generation Awards 2023 saranno: Mattia Carrano, Domenico Cuomo, Andrea Dodero e Sebastiano Pigazzi, come Migliori attori rivelazione, Lea Gavino e Fotinì Peluso come Migliori attrici rivelazione, Ema Stokholma come miglior artista rivelazione, Daniele Giannazzo per il Premio Speciale miglior Creator di cinema e serie tv e Domenico Cuomo per il Premio Speciale Ciak Generation. Inoltre, saranno nuovamente presenti a Venezia i i vincitori della scorsa edizione per fare il passaggio di testimone. A consegnare i premi ai loro successori ci saranno: Nicolas Maupas, Carolina Sala, Amanda Campana e Matteo Oscar Giuggioli che in quest’ultimo anno sono usciti con numerosi progetti che hanno dimostrato e confermato il loro grande talento, già precedentemente riconosciuto e apprezzato.

Ritratto dei premiati by Jacopo Ascari

Commenta Federico Poletti, Founder & Editor in Chief di MANINTOWN: «Giunto alla terza edizione si conferma il nostro impegno verso lo ricerca dei nomi più interessanti del panorama italiano. Portare a Venezia questi giovani, accompagnandoli ai loro primi red carpet per poi scattarli per le cover stories, ci regala sempre grandi emozioni. Ed è una preziosa conferma vedere come i premiati della scorsa edizione dopo il Next Generation Awards abbiano poi ricevuto ulteriori riconoscimenti e altrettanti ruoli importanti. Noi abbiamo spesso il privilegio, ma anche il coraggio, di stare accanto a questi autentici talenti sin dall’inizio del loro percorso e li supportiamo tramite i nostri progetti editoriali e iniziative come il Next Generation Awards».

I nuovi media partner dell’edizione 2023 dei Next Generation Awards

All’edizione si sono inoltri aggiunti due media partner: Ciak Generation e Cosmopolitan. Ciak Generation, il portale d’intrattenimento di cinema e serie tv dedicato alle nuove generazioni, ha scelto di premiare Domenico Cuomo per il suo percorso qualitatitivo e in rapida ascesa. Cosmopolitan invece, magazine da sempre attento alle nuove generazioni, durante tutta la durata della Mostra del Cinema darà spazio ai giovani organizzando con MANINTOWN uno speciale cocktail party previsto per martedì 5 settembre.

La cerimonia di premiazione avrà luogo lo stesso giorno nella Campari Lounge, Terrazza Biennale e ai premiati, che sfileranno sull’ambito red carpet, saranno dedicate le Cover Stories del prossimo numero cartaceo di MANINTOWN in uscita per la Festa del Cinema di Roma a metà ottobre. Per ribadire il legame con i giovani creativi, MI HUB AGENCY e MANINTOWN hanno scelto di far realizzare il Next Generation Awards all’illustratore Jacopo Ascari, un creativo eclettico che ha saputo coniugare la sua passione per l’architettura con l’arte e la moda, creando ad hoc per il premio sette artworks nei quali il ritratto dei premiati si fonde con i luoghi iconici di Venezia.

Dichiara lo stesso Ascari: «Sono orgoglioso dell’incarico di disegnare nuovamente il premio che omaggia la Nuova generazione del Cinema Italiano a Venezia. Ho ideato un artwork che, nell’evocare il carisma di questi giovani talenti, unisce l’illustrazione all’eccellenza sartoriale italiana, in una molteplicità di possibili utilizzi. Non solo, l’immagine coordinata dell’evento e del premio accosta lo splendore architettonico di Venezia e del Lido all’euforia propria della Gen Z, da me identificata nelle forme e nei colori propri dell’opera di Giacomo Balla».

Altri eventi in programma per la terza edizione dei Next Generation Awards

Tra gli altri eventi in programma organizzati da MI HUB-MANINTOWN, durante la serata del 4 settembre tutti i talent saranno a bordo del Caicco Lycean Princess per una speciale cena e cocktail party, ospiti del format Artista a bordo curato da Riccardo Benedini. Per questa edizione sarà protagonista l’artista Jacopo Gonzato, nome di spicco della Galleria Orlandi, che ha creato alcune sculture sonore immersive e che guiderà gli ospiti alla scoperta della sua “sound geometry” (la geometria del suono).

Puglia da scoprire: dalla Valle d’Itria alla costa tarantina orientale

La Puglia negli ultimi anni ha registrato un crescente appeal turistico e record di presenze specie per città diventate cult nel Salento, come le gettonatissime Gallipoli o la più esclusiva Egnazia. Se di sicuro alcune mete risultano super affollate e in alcuni casi sopravvalutate, altre zone meno conosciute meritano di essere scoperte. Uno di queste, ad esempio, è la Valle d’Itria, territorio compreso tra le provincie di Bari, Brindisi e Taranto. Il suo paesaggio è caratterizzato da nuclei isolati di boschi di quercia che interrompono il susseguirsi di uliveti centenari e vigne delimitate da muretti a secco e punteggiati da trulli e “casedde”. È una zona rimasta quasi totalmente indenne da grossi sconvolgimenti urbanistici che ha tramandato una realtà unica al mondo. Sono tanti i borghi, come Martina Franca, che incantano i visitatori con le loro candide e abbaglianti pietre, dedali di viuzze e architetture barocche.

Sempre nel segno delle zone meno battute e da scoprire è la costa tarantina orientale. Si esce da Taranto in direzione sud est toccando la costa dove sono diverse le baie e spiagge da scoprire, da Lido Gandoli a Torre Colimena. È un litorale che vibra con le sue acque cristalline e poco profonde e per le alte e morbide dune che lo precedono, ricoperte dalla caratteristica macchia mediterranea di mirto, elicriso, piante di cappero e giglio di mare.

Lido Gandoli in Puglia

Il litorale è costellato da numerose calette spesso all’ombra di torri costiere, le spiagge sono attrezzate da numerosi stabilimenti balneari privati, che offrono proposte dalle più luxury con ristoranti gourmet fino a lunghi tratti completamente liberi. A soli 20 minuti dal centro di Taranto, si può trovare un bagno rigenerante a Capo San Vito con acque poco profonde e cristalline, che ne fanno una meta molto popolare per le famiglie e piacevoli per un tuffo con vista su skyline di Taranto. Lama si caratterizza invece per le scogliere e le calette dall’acqua limpide perfette per chi ama nuotare e fare snorkeling e
una vacanza all’insegna del relax.

Il Blue Bay Resort, un luogo ideale per godersi il mare e scoprire il territorio

Proprio a Lama è il Blue Bay Resort, un angolo di relax affacciato sul mare raggiungibile letteralmente in pochi passi. Il Residence, situato alle porte della città di Taranto, è immerso nella natura e offre una struttura con 17 sistemazioni pensate per diverse esigenze: appartamenti dotati di ogni comfort ideali per famiglie, oppure suite con spa privata per concedersi un’esclusiva esperienza di benessere. Gli appartamenti ampi con terrazze sono dotati di tutti i comfort (tv, aria condizionata, wifi, frigo, angolo cottura fino al parcheggio custodito) e funzionali per una vacanza in piena autonomia. Ampia la scelta di differenti tipologie di suite pensate per coppie che possono godersi la privacy nella loro minipiscina, idromassaggio e temperatura dell’acqua regolabile. Spa con accesso all’interno della stanza con sauna, bagno turco, doccia emozionale, vasca idromassaggio e tisaneria.

Una delle suite del Blue Bay Resort
Una delle suite del Blue Bay Resort

Tutte le stanze e appartamenti si affacciano sul mare con i loro balconi o terrazzini intimi e indipendenti per godersi a pieno il suggestivo panorama tra verde e mare. Fruibile per tutti gli ospiti la piscina con bar dove il team del Blue Bay è sempre attento a soddisfare le richieste degli ospiti anche più esigenti. Il resort è un luogo intimo dove riconnettersi con sé stessi e con la natura, che sia a bordo piscina, all’ombra di alberi tipici o sotto il gazebo del giardino: lì dove i sensi si allineano in uno stato di assoluta armonia, immersi nella pace di un tipico paesaggio pugliese a due passi dal mare. 

Come racconta Fabio Greco, owner del Blue Bay Resort: «Il residence ha tanti progetti per il futuro, che stanno prendendo forma e saranno parte del futuro. Nel frattempo, però, si dedica alla sua più grande passione: la cura per l’ospitalità».

Blue Bay Resort
La piscine del Blue Bay Resort

Dal Blue Bay Resort alla scoperta del mare e della cultura pugliese

La posizione del Blue Bay Resort è strategica proprio per visitare sia la Valle d’Itria, sia la costa orientale e la stessa città di Taranto con itinerari che spaziano dal mare e la natura incontaminata fino alla cultura tramandata dalla magna grecia. Per la Valle d’Itria imperdibile è la visita ad Alberobello il fiabesco paese dei trulli. Meno noto ma che merita una visita è Locorotondo, paese che sorge su un cocuzzolo che domina la valle e le vigne da cui si ricava l’omonimo vino.

Ricca di sorprese è Martina Franca che vi incanterà con le sue bellezze architettoniche e il fascino del centro storico caratterizzato da linde viuzze lastricate a chianche, slarghi improvvisi, chiese barocche e palazzi nobiliari dai balconi fioriti in ferro battuto. In questo periodo non mancano anche gli eventi come la 40esima edizione del Festival della Valle d’Itria tutto all’insegna dell’opera lirica.
Infine merita una sosta Cisternino, che vanta origini messapiche e un centro storico intimo e caratteristico che ha mantenuto l’antico fascino all’orientale con le case basse dalle scalette esterne che si affacciano su corti nascoste in un labirinto di viuzze sovrastate da archetti.

A soli venti minuti dal Blue Bay è anche la città di Taranto, bagnata dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, è composta da due parti ben distinte: la città vecchia – l’antica acropoli greca – che si sviluppa su un’isola creata artificialmente dagli aragonesi, e la città nuova – o Borgo – espansione di impianto ortogonale che ha preso il posto dell’area dove si disponevano la polis e la necropoli della colonia greca. La città vecchia è delimitata dal castello aragonese, suggestivo fortilizio a pianta trapezoidale difeso da quattro torrioni cilindrici ornati da archetti e beccatelli.

Nella piazza antistante svettano due possenti colonne doriche, si tratta dei resti di uno dei più antichi templi magnogreci, oltre ad essere una delle poche vestigia della colonia spartana. Ci si addentra poi nei ‘pittaggi’, i pittoreschi quartieri della città vecchia. La passeggiata si snoda tra vicoli strettissimi, tante scalinate, palazzi addossati gli uni agli altri e avvolti nella penombra: una suggestiva ‘casbah’ mediterranea. Il Duomo è una delle più antiche chiese romaniche della Puglia, costruita sul luogo di un antico tempio greco e di una chiesa bizantina. La chiesa è dedicata a San Cataldo, vescovo irlandese, cui la città dedica a maggio una delle più scenografiche ‘feste a mare’ della tradizione pugliese.
Un must è la visita al Marta, Museo Nazionale Archeologico di Taranto, che custodisce reperti che narrano cronologicamente la storia della città e del suo territorio e, soprattutto, capolavori come lo Zeus bronzeo e gli ori di Taranto tra i quali si annoverano il celebre orecchìno a navicella, lo schiaccianoci di bronzo a firma di avambracci femminili e l’eccezionale diadema in oro e smalti che fingono elementi vegetali.

Le più belle spiagge nei dintorni del Blue Bay

Per gli amanti delle spiagge, oltre alla cala di fronte al Blue Bay, si può esplorare il litorale che mantiene tracce della storia millenaria partendo dalle belle spiagge di Saturo e Porto Pirrone, luogo di approdo degli spartani che colonizzarono Taranto nel 706 AC; il suo nome è legato al mito di Satyria ninfa delle sorgenti, figlia di Minosse e madre di Taras, eroe eponimo di Taranto, rappresentato nudo a cavallo di un delfino su numerose monete antiche conservate al Museo Marta.

Spiaggia di Porto Pirrone
Spiaggia di Porto Pirrone

Dopo Leporano e le belle spiagge di Marina di Pulsano, la costa si abbassa progressivamente con kilometri di spiagge intervallate da promontori su cui svetta Torre dell’Ovo. Qui i fondali antistanti sono ricchi di formazioni calcaree dalle fogge più strane che ricordano una foresta pietrificata. Lo splendido litorale di Campomarino è caratterizzato da un sistema di alte dune di sabbia Chiara, punteggiate da macchia mediterranea e digradanti verso un mare trasparente e dai riflessi eccezionali; si gettano scenograficamente in mare due brevi corsi d’acqua, il Borraco è il Chidro, habitat ideali per fauna e flora.

Tra Specchiatica e torre Colimena si estende per 30 ettari circa l’area umida della Salina dei Monaci. Qui la vegetazione è costituita da steppe salate e, sulle dune, da ginepro, lentisco e mirto. Il sito è meta di numerosa fauna migratoria tra cui i fenicotteri rosa e i cavalieri d’Italia. Torre Colimena è una delle più integre della costa, la sona è ricca di acque sorgive, resto di un ambiente naturale fatto di acquitrini e foreste che nell’Ottocento si estendeva da Campomarino a Porto Cesareo.

Salina dei Monaci
Salina dei Monaci

I 30 anni dell’artista Jacopo Ascari: un evento speciale e una mostra inedita a Milano

Lo scorso giovedì 20 luglio l’illustratore Jacopo Ascari ha raggiunto la soglia dei 30 anni e ha voluto celebrare questo traguardo con un evento speciale – Galleria Ascari –, nella suggestiva cornice della Dimora del Magenta, residenza storica in stile liberty situata nel cuore di Milano. I festeggiamenti si sono svolti in quattro diversi ambienti della splendida location del piano nobile del palazzo meneghino di fine Ottocento, splendidamente arredati secondo il gusto austro-ungarico. Il festeggiato per la serata ha sfoggiato una mise d’eccezione: un completo in seta stampata, anticipazione della capsule collection SS24 Miracoli x Fermas.

Jacopo Ascari
Jacopo Ascari

L’evento per i 30 anni di Jacopo Ascari: una galleria d’arte esclusiva e ospiti d’eccezione

Il party è stato anche l’occasione per esporre una selezione inedita dei lavori più significativi realizzati da Jacopo Ascari nei mesi passati: un patchwork illustrato di trenta metri si sviluppava lungo i diversi spazi, armonizzandosi e fondendosi elegantemente con gli interni della dimora. Un birthday party memorabile quindi, ma anche una mostra d’arte inedita, quella organizzata dall’illustratore che è riuscito, complice il magnifico contesto, a portare in scena uno spaccato esclusivo della sua creatività

Tanti amici e ospiti speciali hanno preso parte all’evento, tra cui Helen Nonini, brand advisor e strategic consultant, le talent Amina Seck, Giulia Torelli, Judit Bradl, Oriana Sun e molti altri ancora. 

Jacopo Ascari e Amina Seck
Jacopo Ascari e Amina Seck

Giulia Torelli, Jacopo Ascari e Enrica Alessi
Giulia Torelli, Jacopo Ascari e Enrica Alessi

Giuliana Parabiago e Jacopo Ascari
Giuliana Parabiago e Jacopo Ascari

Helen Nonini
Helen Nonini

Jacopo Ascari e Oriana Sun
Jacopo Ascari e Oriana Sun

Iconic B di Alberto Alicata: la storia della fotografia nell’immagine di Barbie

In questo progetto del 2015, il fotografo Alberto Alicata, vincitore del 1° premio ai Sony World Photography Awards 2016, ripercorre la storia della fotografia attraverso le immagini iconiche dei grandi maestri, ricorrendo all’uso di un simbolo della cultura occidentale contemporanea: Barbie.

Irving Penn, Richard Avedon, Guy Bourdin, David Lachapelle, Mario Testino sono alcuni dei nomi che Alicata omaggia, studiando gli scatti scelti e ricreando un set a misura di Barbie, ricostruito nei minimi dettagli dell’originale che lo ha ispirato. L’obiettivo di questo accurato lavoro è quello di rafforzare l’autenticità e il potere di immagini senza tempo, ormai entrate a far parte della nostra memoria visiva e destinate ad essere intramontabili, attraverso un’intuizione giocosa; Alicata opera questa simulazione infatti, utilizzando una delle immagini più imitate, idolatrate, collezionate e studiate di sempre, in grado continuamente di rinnovarsi, trasformarsi e riaffermarsi, tornando prepotentemente in auge in ogni periodo storico.

Ispirazione Irving Penn
Ispirazione: Irving Penn. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Steven Meisel - Coco Rocha
Ispirazione: Coco Rocha ritratta da Steven Meisel. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Patrick Demerchelier
Ispirazione: Patrick Demerchelier. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Richard Avedon - Jean Shrimpton
Ispirazione: Jean Shrimpton ritratta da Richard Avedon. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Craig McDean - Coco Rocha
Ispirazione: Coco Rocha ritratta da Craig McDean. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione David LaChapelle - Naomi
Ispirazione: Naomi Campbell ritratta da David LaChapelle. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Gian Paolo Barbieri - Audrey Hepburn
Ispirazione: Audrey Hepburn ritratta da Gian Paolo Barbieri. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Helmut Newton
Ispirazione: Helmut Newton. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Mario Testino - Kate Moss
Ispirazione: Kate Moss ritratta da Mario Testino. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione: Oliviero Toscani. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Richard Avedon - Dovima
Ispirazione: Dovima ritratta da Richard Avedon. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Shirin Neshat
Ispirazione: Shirin Neshat. Ph. Alberto Alicata

Ispirazione Sølve Sundsbø
Ispirazione: Sølve Sundsbø. Ph. Alberto Alicata

Oltrenero, espressione della cultura del Metodo Classico italiana

A soli 40 chilometri da Milano, alle porte di Pavia, custodita tra i maestosi ginepri e le rigogliose viti, troviamo la Tenuta Oltrenero risalente al Medioevo quando ancora se ne occupavano i Monaci benedettini. La tenuta si trova nella terra conosciuta come “Vecchio Piemonte”, dove alla fine dell’Ottocento ebbe inizio la produzione spumantistica italiana, grazie alle uve Pinot Nero, un vitigno di eccellenza particolarmente adatto ad essere vinificato in bianco e dare poi origine a nobili spumanti prodotti con il metodo classico.

Tenuta Oltrenero nel Medioevo
Tenuta Oltrenero nel Medioevo

Una storia ricca di tradizione e filosofia

Oltrenero è un’espressione della cultura del Metodo Classico nella regione dell’Oltrepò Pavese, in Italia. Questa zona è ricca di una tradizione vitivinicola tramandata da generazioni e costantemente reinterpretata per raggiungere la perfezione. Oltrenero rappresenta un circolo infinito di conoscenze antiche e tradizioni custodite che si manifestano nel presente, sempre con uno sguardo rivolto al futuro.

Il simbolo iconico della tenuta rappresenta questa filosofia vitivinicola. È un movimento armonioso e circolare che si rigenera costantemente, mirando alla perfezione. Il cerchio, da un lato, è un simbolo della vita che rappresenta la perfezione, l’uniformità e l’assenza di divisione e distinzione. Dall’altro, il dinamismo rappresentato da questo simbolo grafico esprime la continua ricerca e la volontà di migliorarsi costantemente.

Fondi di bottiglia di Oltrenero
Fondi di bottiglia di Oltrenero

La cura e attenzione dietro ogni fase della coltivazione

Le vigne di Oltrenero si trovano su dolci colline che sono state modellate migliaia di anni fa dall’azione delle morene glaciali. Questo processo ha depositato uno strato di argilla ricco di sali minerali, creando un terreno ideale per la coltivazione della vite. La cura dei vigneti è estremamente importante per garantire l’integrità delle uve e per ricreare le condizioni ottimali che da sempre hanno permesso di produrre vini di alta qualità. Ogni fase del processo di coltivazione delle viti viene seguita attentamente dall’enologo e dagli agronomi della tenuta per garantire il massimo risultato.

Le eccellenze della Tenuta Oltrenero

Oltrenero Cuvée Brut

Fragrante e seducente, uno spumante di classe autentica. Oltre due anni sui lieviti per estrarre dal Pinot Nero, coltivato nelle dolci Colline dell’Oltrepo’, un sentore unico che riecheggia armoniche note di ribes maturo, fiore bianco, crosta di pane, capaci di esprimere una profumazione eterea.

Oltrenero Cuvée Brut
Oltrenero Cuvée Brut

Oltrenero Brut Nature

Il Brut Nature, dopo 48 mesi di riposo, offre profumi finissimi e un sorso dalla trama piena e ricca di sfumature. Le viti vecchie più di trent’anni, le rese assai contenute, la vinificazione in piccole partite, per singola parcella, con il Metodo Classico danno vita ad uno Spumante elegante e grintoso capace di esprimere la cultura millenaria custodita tra le colline dell’Oltrepò.

Oltrenero Brut Nature
Oltrenero Brut Nature

Oltrenero Cruasé

Il Cruasé di Oltrenero è un metodo classico da 100% Pinot Nero, vinificato in rosa: una bollicina rosé dal colore brillante e dalla spuma soffice, di grande freschezza e profumi fragranti. Il termine Cruasé fa riferimento al disciplinare DOCG Oltrepo’ Pavese Metodo Classico: il nome è stato creato a partire dal termine francese “cru” a cui in questo contesto viene attribuito il significato di selezione, e “rosé”. Quindi selezione basata sull’Oltrepò Pavese Metodo Classico Rosè.

Oltrenero Cruasé
Oltrenero Cruasé

Oltrenero Cuvée EMME

Emme come Meunier, il “Pinot del Mugnaio”, che deve il suo nome al fatto che la parte inferiore della foglia di vite è ricoperta da una setosità bianca che fa apparire come fosse ricoperta di farina. Cuvée EMME nasce da un vigneto di 2 ettari all’interno della tenuta, dal suolo ricco di marna argilloso-calcarea, tipica della zona collinare oltrepadana. Un blanc de noirs accattivante ed intrigante che, nella complessità di un metodo classico, regala un sorso al contempo fresco e cremoso, di grande piacevolezza. Un altro passo, “Oltre il Nero”, di uno dei rari Metodo Classico italiani 100% Pinot Meunier: un nuovo traguardo nella ricerca e nella sfida di Oltrenero.

Oltrenero Cuvée Emme
Oltrenero Cuvée Emme

Gli eventi estivi firmati Oltrenero

Gli eventi estivi ospitati della tenuta saranno: Aperitivo tra le vigne e cena in villa il 27 luglio ed il 3 settembre e Contaminazione gourmet sempre il 3 settembre. La tenuta offre anche esperienze quotidiane come la visita alla Cantina con degustazione dei rinomati spumanti Metodo Classico ottenuti da uve Pinot Nero e l’appuntamento degustativo con le declinazioni del vitigno Pinot Nero dal titolo Oltrenero, i volti del Pinot Nero.

Find your balance

Raffinate essenze e preziosi trattamenti per il viso trovano il loro equilibrio, precario solo in apparenza, adagiati sui corpi sapientemente protesi dei due modelli e insegnanti di yoga Shari Moretto e Jonathan Morón. Estée Lauder, Eisenberg Paris, Clarins, Chanel, Laylaskin, HöbePergh, Dolce&Gabbana, Prada e Sisley sono i brand protagonisti dell’editoriale beauty di MANINTOWN, in un insieme in cui linee e forme convergono creando una tensione fisica ed emotiva, volta alla ricerca di un benessere esteriore ed interiore, fisico e spirituale.

Clarins  Double Serum
Clarins – Double Serum
Estée Lauder Revitalizing Supreme
Estée Lauder Revitalizing Supreme
HöbePergh - Maschera viso illuminante rigenerante
HöbePerghMaschera viso illuminante rigenerante
Laylaskyn Excellum - siero viso
Laylaskyn Excellum – siero viso
Dolce&Gabbana K
Dolce&Gabbana K
Prada - L'Homme Eau De Toilette
Prada – L’Homme Eau De Toilette

Credits

Photographer: Marco Palumbo

Fashion Editor: Rosamaria Coniglio

Make-up Artist: Fabio Lo Loco

Models: Shari Moretto @Fashion Models Jonathan Moron @The Lab Models

Mike Maignan firma una collaborazione inedita con Missoni

Considerato uno tra i migliori portieri al mondo, l’estremo difensore dell’AC Milan e della nazionale di calcio francese, conosciuto anche con il nome di Magic Mike, firma una collaborazione inedita. Dallo sport alla moda il passo è breve: il calciatore francese classe ’95 presenta la nuova capsule collection realizzata in collaborazione con Missoni all’interno della linea Sport. Una partnership questa però, non casuale. L’attività sportiva e lo stile activewear fanno infatti parte da sempre del codice estetico e dell’universo del marchio italiano – in perfetta sintonia con il background del fondatore Ottavio Missoni, che vanta una grandiosa carriera agonistica (lo stilista ha collezionato ben sette titoli nazionali assoluti di atletica leggera tra la fine degli anni ’30 e gli inizi degli anni ’50 e ha partecipato ai Giochi olimpici nel 1948).

Da questa unione nasce una collezione che rivisita il mondo leisure in chiave dinamica e creativa – in linea con la personalità determinata e grintosa e al contempo le incredibili doti atletiche del campione del Milan – pur preservando i codici estetici del brand.

La capsule collection Mike Maignan x Missoni

Dalla collab esclusiva tra i Magic Mike e Missoni nasce una collezione dalle forme rilassate e contemporanee di tute, cardigan e felpe, realizzata con le lavorazioni Caperdoni. Capi leisure che permettono libertà di movimento e si adattano perfettamente al concetto di dinamismo, sia nella quotidianità che nello sport. La palette metal mixa nuance che spaziano dal verde, al titanio e al carbonio, mentre lo zig zag, iconico motivo della collezione, si presenta in diverse versioni: con un crescendo di intensità visiva oppure con un effetto sfumato che nasconde parzialmente il motivo, dando spazio a una texture lucente.

La collaborazione tra Missoni e Mike Maignan racconta le diverse sfumature di uno sportswear esclusivo e celebra valori cardine e distintivi per entrambi quali personalità e passione.

“Impegno, visione d’insieme ed entusiasmo per ciò che faccio sono le qualità che definiscono meglio il mio lavoro e che ho deciso di esprimere anche attraverso questa speciale collezione con Missoni” racconta il campione del Milan. “L’impronta che ho voluto dare a ciascun capo rispecchia la mia persona e il mio ruolo. Ne è un esempio l’impiego della fantasia zig zag: imprescindibile e discreta al tempo stesso.” 

Livio Proli, Amministratore Delegato Missoni, commenta la partnership tra Missoni e l’atleta rossonero: “Mike ha una personalità coinvolgente e la sua determinazione trasmette fiducia e positività. La sua forza trainante è ben nota a livello agonistico, umano e ora anche creativo. Questi sono gli elementi fondamentali della nuova capsule Mike Maignan x Missoni non solo perché identificano lui come persona e professionista, ma anche perché corrispondono in modo specifico al messaggio che vuole comunicare la Collezione”

I capi della nuova capsule collection sono disponibili sul sito missoni.com e in selezionate boutique da Luglio.

Love will tear us apart

Una camera da letto spoglia, illuminata solo dalle luci soffuse di due abat-jour, il letto sfatto. I lunghi corridoi e le porte con il loro potere divisivo: dentro e fuori. La moquette, le tinte unite degli arredi e delle pareti e i pavimenti in granito. In questo scenario che richiama gli anni Ottanta si aggirano i due protagonisti dell’editoriale moda di MANINTOWN, talvolta uniti, talvolta divisi. Le pose plastiche e i corpi plasmati dalla luce mettono in mostra abiti sartoriali fluidi, tinte sobrie, bianco e nero, capi in maglieria e maxi cappotti che si alternano a smanicati, maglie see-through, stampe animalier e pantaloni in pelle. E poi cravatte a mo’ di sciarpa e collier in perle, in un mix infinito di identità, ruoli e interpretazioni.

Jumper Gucci
Jumper Gucci
Jumper Gucci
Jumper Gucci
Left: jacket and trousers Ann Demeuleemester; Right: total look Ann Demeuleemester
Left: jacket and trousers Ann Demeuleemester, glasses Huma Eyewear; Right: total look Ann Demeuleemester
Total look Valentino
Total look Valentino
Total look Ann Demeuleemester
Left: Jacket, Shirt, Trousers Canaku, Ring Apnea; Right: shirt Canaku, trousers Grifoni
Left: Jacket, Shirt, Trousers Canaku, Ring Apnea; Right: shirt Canaku, trousers Grifoni

Credits

Photographer: Riccardo Ferrato

Stylist: Arianna Zanetti

Producer: Jessica Lovato

Mua and Hair: Giuseppe Paladino

Ph. assistant: Valentina Gilardoni

Stylist assistants: Giulia Sangaletti e Martina Santesi

Models: Daniel Lenhardt @The Lab Models e Matija Tanjevic @Take 3 Mgmt

Ciak Generation al fianco di MANINTOWN per i Next Generation Awards

Il portale sulle serie TV nato da Ciak si allea con i Next Generation Awards, premi assegnati alle nuove leve del cinema.

Torna per il terzo anno consecutivo alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia i Next Generation Awards powered by MANINTOWN|MI HUB Agency, che quest’anno trovano un partner d’eccezione in Ciak Generation. Il portale, che quotidianamente e ormai da quasi dieci anni racconta la TV e il cinema delle nuove generazioni, non soltanto darà risalto e visibilità all’evento, ma è anche ideatore di un premio speciale per i giovani protagonisti del panorama cinematografico e televisivo che continuano a essere sostenuti e lanciati da questo ambito riconoscimento. Così commenta Federico Poletti, fondatore e direttore di MANINTOWN, che insieme a MI-HUB Agency si occuperà nuovamente dell’organizzazione dell’evento: “Oggi, parlare di nuove generazioni e giovani talenti è diventato un vero e proprio trend. E’ sicuramente positivo vedere i media sempre più interessati a dare spazio ai nuovi volti del cinema: anni fa non era immaginabile, oggi invece, grazie alle piattaforme di streaming, il fenomeno è esploso e resta in crescita. Con MANINTOWN siamo stati i primi a cogliere questo nuovo scenario, e con i Next Generation Awards possiamo rendere ancor più concreto il lavoro sul campo. Sono molto contento”, conclude Poletti, “della collaborazione con Ciak Generation: il suo contributo non fa che rafforzare l’obiettivo di promuovere nuovi talenti”.

I premiati dell’edizione 2022 dei Next Generation Awards in un artwork di Jacopo Ascari

I vincitori delle scorse edizioni dei Next Generation Awards

Negli ultimi anni, incorniciati da una Venezia brulicante di incontri stimolanti e grandi opportunità nelle affollatissime giornate del Festival, hanno ricevuto l’ambito riconoscimento alcuni dei nomi più freschi e promettenti del piccolo e grande schermo: da Nicolas Maupas, esploso con Mare Fuori e in seguito con Un Professore, ad Amanda Campana, vista in Summertime, passando per Carolina Sala, che ha già lavorato con Cinzia TH Torrini in Pezzi Unici e Pappi Corsicato in Perfetta Illusione, e Matteo Oscar Giuggioli nel cast, tra le altre, delle seguitissime fiction Rai Vivi e lascia vivere o Vostro Onore.
Grazie ai Next Generation Awards, i giovani premiati hanno potuto sfilare sul loro primo tappeto rosso mentre i riflettori erano puntati sulle loro nascenti carriere. Sarà dunque interessante scoprire, nel corso delle settimane a venire, chi potrebbero essere i prossimi vincitori…La nuova edizione promette diverse novità e ospiti speciali. Stay Tuned!

I vincitori delle scorse edizioni dei Next Generation Awards
I vincitori delle scorse edizioni dei Next Generation Awards

Davide Puma e il progetto positivo di “Manifesto. Amore a cielo aperto”.

Manifesto. Amore a cielo aperto, progetto nato dall’incontro della mente creativa di Davide Puma e della curatrice Stefania Morici, sarà una grande esposizione a cielo aperto simbolo di come l’arte contemporanea possa essere uno strumento per sensibilizzare il pubblico verso tematiche di grande urgenza, mantenendo però uno stile leggero e luminoso. Il progetto ideato da Stefania Morici e Rino Alessi ha debuttato il 3 luglio con un talk a Palazzo Branciforte al quale parteciperà anche il sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, e durerà fino al 16 luglio, stesso periodo in cui a Palermo si festeggia il tradizionale Festino. Il progetto è costituito da 5 affiches di Davide Puma raffiguranti personaggi come una santa su un cavalluccio marino o una mucca che vola, che verranno appese nei luoghi di affissione pubblicitaria del capoluogo siciliano.

Manifesto Santa sul cavalluccio marino di Davide Puma
Manifesto Santa sul cavalluccio marino

Il progetto di innovazione sociale e rigenerazione urbana di Davide Puma

Questi spazi, normalmente dedicati al consumo, saranno dedicati alla diffusione di messaggi d’amore, “Un progetto di innovazione sociale e di rigenerazione urbana che utilizza linguaggi e strumenti espressivi di grande vivacità culturale e sociale” dice l’assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella. Oltre alle 5 affiches una sezione di 4 lavori di dimensioni minori sarà esposta tra Palazzo Branciforte, sede della Fondazione Sicilia (che negli ultimi anni, come afferma il presidente Raffaele Bonsignore, si è consolidata come punto di riferimento per i ‘dialoghi’ di qualsiasi tipo).

Manifesto Mucca volante di Davide Puma
Manifesto Mucca volante

La filosofia di Masaru Emoto dietro al messaggio

A corredo delle 5 immagini sui manifesti ci saranno frasi dell’artista in 9 lingue diverse (ebraico, arabo, francese, spagnolo, inglese, cinese, tedesco, ucraino e russo), il lavoro di Puma segue infatti la filosofia di Masaru Emoto secondo la quale ci sarebbe una connessione tra gli stati dell’acqua a  -4°C e le energie positive/negative. Per questo Davide Puma al principio di ogni sua opera scrive parole d’amore che, anche se coperte, lasceranno il segno veicolando messaggi profondi. L’imponente progetto dal forte impatto visivo e percettivo mostrerà la potenza scenografica dell’arte e orienterà le nostre azioni verso una dimensione più intima e spirituale, pensa Stefania Morici. La curatrice che per questo Festino ha pensato a progetti ad hoc che potessero abbracciare Palermo.

Nell’immagine d’apertura, La Santa sul cavalluccio marino.

Il turismo inclusivo, la ricerca Travel Proud 2023 di Booking.com

Dopo la lunga pausa dovuta al periodo Covid, la voglia di ritornare a viaggiare è tanta. Purtroppo però, non per chiunque pianificare un viaggio è cosa semplice: per i membri della comunità LGBTQ+ organizzare una semplice vacanza può rivelarsi più complicato del normale a causa di dinamiche e situazioni discriminatorie. Dalla ricerca Travel Proud 2023 sul turismo inclusivo, effettuata da Booking.com, emerge infatti che tra i viaggiatori LGBTQ+ italiani l’83% tiene in considerazione la propria sicurezza nella scelta della meta del viaggio, il 61% dichiara che far parte della comunità ha influenzato le sue scelte di viaggio e il 48% ha dovuto cancellare un viaggio dopo aver scoperto che la destinazione prescelta non supportava la Comunità.

Turismo inclusivo, le 10 mete selezionate da Booking.com

Booking.com ha realizzato una lista di 10 mete realmente inclusive, tra metropoli e oasi sul mare. Tra queste, orgoglio italiano è Milano, che lo scorso 24 giugno si è colorata d’arcobaleno per l’annuale Pride. Tra le possibilità che la città offre, molto interessante è il Tour in barca sui Navigli al tramonto con aperitivo che permetterà ai turisti di godere contemporaneamente di viste suggestive e fantastici stuzzichini. Per questa meta, Booking.com consiglia il soggiorno al Combo Milano, un ostello situato nel quartiere Navigli la cui filosofia si basa sulla condivisione.

Kyoto, la città perfetta per rilassarsi e divertirsi al tempo stesso

Seconda meta consigliata è poi Kyoto, storica capitale giapponese che pur avendo una tradizione conservatrice ha sviluppato un atteggiamento progressista istituendo un registro per il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso. Un Tour privato personalizzato della città è l’attività perfetta, adatta sia come vacanza rilassante, sia per chi cerca lo svago e la vita notturna. L’hotel Miru Kyoto Nishiki, situato nel cuore della città, è il posto ideale dove soggiornare, il cui tipico design giapponese è accompagnato da un tocco di modernità.

Kyoto, Giappone
Kyoto, Giappone

Nizza, la città patrimonio UNESCO che organizza tanti eventi LGBTQ+

Terza meta consigliata è Nizza, città della Costa Azzurra famigerata per il suo essere inclusiva e dove per tutto l’anno vengono organizzati eventi LGBTQ+ come il Lou QueerCarneval nel mese di febbraio o il Pride l’ultimo weekend di luglio. Oltre al divertimento, che la città sicuramente garantisce, questa meta è caratterizzata da un’architettura molto colorata, grazie alla quale questo luogo è stato dichiarato patrimonio UNESCO. Vivamente consigliato anche il Tour romantico, che permetterà di passeggiare tra gli strepitosi giardini a Parc de la Colline du Château, e l’appartamento Le Château, dove poter soggiornare, situato vicino alla spiaggia e al centro storico della città. Questo luogo dispone di una magnifica terrazza all’ultimo piano, ideale per prendere il sole e godersi la vista mozzafiato sul mare.

Nizza, Francia
Nizza, Francia

Chiang Mai e le sue Comunità LGBTQ+ diversificate ma ben integrate

Tornando in oriente, la quarta meta è Chiang Mai in Thailandia, città rurale dall’atmosfera rilassata, che presenta Comunità LGBTQ+ diversificate ma tutte ben integrate e che negli ultimi anni si è molto impegnata nella lotta per i diritti, ospitando il primo Pride nel 2019. Oltre ai meravigliosi paesaggi, Chiang Mai offre ai suoi turisti una vivace vita notturna con i famosi bazar Kalare con musica dal vivo, negozi e street food oltre al nightclub gay Ram, sede di spettacoli di cabaret di prima classe. Chiang Mai è perfetta anche per i turisti più golosi: nello spazio di mezza giornata, i turisti possono infatti prendere parte ad un corso di cucina attraverso il quale entrare in contatto con le autentiche ricette thailandesi.

Per questa località Booking.com suggerisce il soggiorno presso il Pastell Oldtown Chiang Mai posizionato vicino al bazar; questo luogo unisce il tipico arredamento thailandese alla modernità oltre ad offrire ai suoi ospiti una graziosa piscina e rigogliosi giardini, il tutto accompagnato da uno staff cordiale e delizioso cibo tipico.

Puerto Vallarta, la perfetta vacanza lussuosa nell’ambito del turismo inclusivo

Spostandoci in Messico, nello stato di Jalisco, Booking.com consiglia il soggiorno a Puerto Vallarta, località dalle splendide spiagge e baie cristalline, perfette per chi cerca una vacanza rilassante. Tappe immancabili sono la strada Lazaro Cardenas e il quartiere LGBTQ+ “Zona Romantica” con i loro fantastici cocktail accompagnati da gustosi frutti di mare. Per chi predilige un’esperienza esclusiva, Booking.com suggerisce una Crociera di lusso con colazione e pranzo nella Baia Bandera che permetterà ai turisti di provare alcuni sport acquatici come il sup e il tubing sull’acqua. A pochi passi da “Zona Romantica” troviamo poi il Grand Miramar All Luxury Suites & Residences, struttura elegante e raffinata che offre ai suoi ospiti l’esperienza lussuosa ed esclusiva tipica della zona di Conchas Chinas.

Gand, città inclusiva e sostenibile

Sesta meta consigliata da Booking.com è Gand, città universitaria belga famosa per la sua architettura medioevale. Qui la comunità LGBTQ+ è così ben radicata da aver creato una fitta rete arcobaleno che unisce organizzazioni senza scopo di lucro, Università, servizi sociali e polizia. La città incentiva la scoperta della storia della Comunità tramite camminate, come la Pink Walk, appositi Tour romantici guidati e mostre dedicate, come quella del Museo di Belle Arti. Il soggiorno ideale è garantito presso la struttura The Hide, nel quartiere Des Arts, che oltre a presentare un design esclusivo e moderno si impegna e investe in progetti di sostenibilità locale.

Gand, Belgio
Gand, Belgio

Las Vegas, la destinazione LGBTQ+ più inclusiva degli Stati Uniti

Booking.com menziona poi Las Vegas, città che si impegna da tempo sul tema dei diritti LGBTQ+ e che per questo si è guadagnata il titolo di destinazione LGBTQ+ più inclusiva degli Stati Uniti. Immancabile è anche in questo caso l’annuale Pride, organizzato in autunno con un’incredibile parata notturna. Oltre ai suoi tipici e straordinari spettacoli di intrattenimento, Las Vegas riesce a stupire i suoi turisti anche tramite la bellezza della natura grazie alla vicinanza al canyon Red Rock e alla West Rim del Grand Canyon raggiungibili sia in auto che in autobus. La struttura consigliata per il soggiorno è l’Hilton Grand Vacations Club Flamingo Las Vegas, posizionato lungo la Strip, che permette ai suoi ospiti sia di partecipare a strepitose feste in piscina la sera sia di rilassarsi con un cocktail a bordo della stessa nel pomeriggio.

Canada, paese campione del turismo inclusivo dell’emisfero occidentale

Per quanto riguarda il Canada la meta perfetta è Ottawa, la sua capitale. Sia la città che l’intero stato da molti anni lottano per i diritti LGBTQ+ e anche per questo il Canada è riconosciuto come uno dei Paesi più inclusivi dell’emisfero occidentale. La città di Ottawa è molto attiva dal punto di vista culturale, consigliato è il Tour serale con crociera sul fiume e spettacolo di luci, che consentirà ai turisti di assistere allo spettacolo di luci e suoni “Northern Lights” a Parliament Hill, dove si tenne la prima protesta gay canadese nel 1971. Necessaria è anche una tappa nella Bank Street, strada più lunga di Ottawa, che nei suoi bar e locali offre divertimento adatto a tutti. Il soggiorno perfetto in questa città è presso il MetCalfe Hotel in pieno centro a pochi passi da Parliament Hill.

Ottawa, Canada
Ottawa, Canada

Amsterdam, la città che ospiterà il World Pride nel 2026

Penultima tappa consigliata da Booking.com è Amsterdam, città famosa per la sua inclusività. Qui imperdibile è l’Amsterdam Pride il primo weekend di agosto, e rimanendo in tema Pride proprio la città di Amsterdam ospiterà il World Pride nel 2026. Suggerito è il Tour dei punti salienti LGBT che permetterà ai turisti di visitare luoghi come Reguliersdwarsstraat, la strada LGBTQ+ più colorata e inclusiva della città. Un luogo interessante da visitare è anche l’Homomonument, il primo memoriale di Amsterdam creato per commemorare tutte le persone che sono state soggette a persecuzioni per il loro orientamento sessuale. Per un’esperienza originale è d’obbligo il soggiorno sulla Rembrandt Square Boat sul fiume Amstel a pochi passi dai vivaci locali LGBTQ+.

San Carlos de Bariloche, solidale e inclusiva, perfetta per chi ama lo sport

Decima e ultima meta è San Carlos de Bariloche in Argentina, situata ai piedi delle Ande. Questa località non è solo rinomata per la sua solidarietà ed inclusività ma è anche perfetta per chi cerca una vacanza sportiva, offrendo località adatte agli sport invernali e all’escursionismo estivo. A Bariloche però è possibile non solo fare escursioni suggestive, ma anche godersi la movida notturna in locali ampi come il Pacha e il Rocket o in alternativa il più intimo Pub & Bar Sede. Consigliato è il soggiorno al Design Suites Bariloche struttura a basso impatto ambientale con ampia vista sull’incontaminato Lago di Nahuel Huapi.

Giuseppe Giofrè, “passione, determinazione e impegno”

Giuseppe Giofrè, 30 anni, è un ballerino professionista, divenuto noto tra il grande pubblico grazie alla sua partecipazione nel 2012 al talent show Amici di Maria De Filippi, nel quale si classifica primo nella sua categoria. La passione per la danza nasce fin dalla tenera età e lo induce, durante l’adolescenza, a partire per gli Stati Uniti per studiare Hip Hop e Jazz Funk. Non a caso, tra i luoghi che lo ispirano di più c’è Los Angeles: “È  diventata per me una seconda casa da 9 anni e mi ha aiutato a raggiungere molti dei miei sogni”. Eppure, l’Italia resta il paese dove si rifugia appena gli è possibile:«Mi ricarico in Italia grazie all’ amore della mia famiglia e quando posso scappo sempre.»

«Mi ricarico in Italia grazie all’ amore della mia famiglia e quando posso scappo sempre.»

A seguito del programma di Canale 5, la sua carriera decolla e il performer arriva ad esibirsi sul palco accanto a star internazionali del calibro Jennifer Lopez e Taylor Swift. Nell’ultima edizione di Amici, Giuseppe Giofré ritorna, ma questa volta in veste di giudice, assieme a Cristiano Malgioglio e Michele Bravi. Un’artista poliedrico che non teme le sfide e non ha timori a mettersi in gioco anche al di fuori della sua comfort zone. Dal 6 luglio infatti, lo vedremo su Prime Video in veste di attore in L’estate più calda, film:«Ho un piccolo ruolo ma per me molto importante perché mi ha dato la possibilità di conoscere un mondo nuovo mettendomi alla prova con una professione che mi ha sempre affascinato molto.»

«Non fermarsi mai, metterci tutta la passione, la determinazione e l’impegno per arrivare sempre più avanti.»

Instancabile Giofré, se gli si chiede quale sia il suo sogno nel cassetto, risponde rivelando un carattere ambizioso ma concreto:«Ho tanti piccoli sogni che cercherò sempre di realizzare perché penso che questa sia la base per il nostro lavoro: non fermarsi mai, metterci tutta la passione, la determinazione e l’impegno per arrivare sempre più avanti.»

Minidress Alberto Zambelli
Minidress Alberto Zambelli

Total look Alexander McQueen, gioiello earcuff superiori e collana Emanuela Bicocchi

Total look Ferragamo
Total look Ferragamo

Giacca Gimo's, pantaloni Missoni
Giacca Gimo’s, pantaloni Missoni

Pantaloni e scarpe Diesel, gioielli Eli Silver
Pantaloni e scarpe Diesel, gioielli Eli Silver

Gonna Simon Cracker, giacca Neil Barrett, scarpe Santoni, collana Emanuele Bicocchi
Gonna Simon Cracker, giacca Neil Barrett, scarpe Santoni, collana Emanuele Bicocchi

Total look Dior
Total look Dior

Credits

Talent: Giuseppe Giofrè

Photographer: Andrea Reina

Stylist: Luca Gonella

Make Up Artist: Caterina Camera

Hair Stylist: Dario Usai

Videomaker: Edoardo Bocchi

MUA Assistant: Angie Angelson

Stylist assistants: Noemi Nardelli, Azzurra Tosi

Photographer Assistant: Christian Cuomo

Manager: Gianluca Costa @oneshotagency

Visologiq, la nuova concezione di centro estetico su misura e accessibile a tutti

Visologiq nasce dal progetto di due amiche, Valentina e Roberta, con l’obiettivo di rendere i trattamenti viso più accessibili a tutti attraverso un nuovo concept che unisce tecniche di massaggio innovative e strumenti tecnologici di ultima generazione. L’obiettivo è offrire un’esperienza a 360° per portare la beauty routine a un livello superiore.

Interni salone Visologiq
Interni salone Visologiq

Un progetto nato in risposta ad un bisogno personale

L’idea è nata successivamente all’esperienza personale di Valentina che, dopo l’arrivo del secondo figlio, si è trovata ad aver urgentemente bisogno di un trattamento viso, in seguito ad uno sfogo ormonale. I centri estetici tradizionali però non riuscivano ad andare incontro alla sua necessità di trovare un appuntamento veloce e semplice, ma soprattutto con disponibilità immediata. E’ nata così l’idea del facial bar, realtà già conosciuta nei molti viaggi di Valentina all’estero, ma ancora da scoprire dal panorama italiano. Dopo aver condiviso questo pensiero con la migliore amica Roberta, la quale lo ha approvato e sostenuto fin da subito, il progetto è andato in porto. 

«Essendo donne e madri, sapevamo anche che tra le nostre priorità ci sarebbe stato anche il wellfare aziendale delle persone che con noi hanno voluto condividere questo progetto.»

Nel nuovo spazio di Via San Michele del Carso 3, il team Visologiq, formato da terapiste e professioniste esclusivamente specializzate nella cura del viso, studia programmi pro-age personalizzati in base alle esigenze di un pubblico esteso e diversificato, femminile e maschile, programmando le sessioni di face work-out secondo gli obiettivi e il tempo a disposizione con soluzioni mirate e su misura accessibili a tutti.

Interni salone Visologiq
Interni salone Visologiq

«Proprio per la sua semplicità ci siamo sempre immaginate un concept adatto a tutti, sia a chi vuole adottare una vera e propria beauty routine, ma anche a chi vuole prepararsi al meglio in vista di un evento speciale o ritrovare un aspetto luminoso dopo periodi di grande stress. Anche per questo, non siamo stupite che buona parte dei nostri clienti siano uomini che vogliono prendersi cura del proprio viso in maniera semplice ed efficace.» spiega Roberta, co-fondatrice di Visologiq.

Interni salone Visologiq
Interni salone Visologiq

Oltre al flagship store in Via San Michele del Carso, Visologiq è presente anche nel cuore di Brera, con uno spazio in Via Rovello 18 e un corner dedicato presso Annex Rinascente. I clienti possono prenotare i trattamenti e acquistare i prodotti della linea Visologiq anche online su visologiq.com o usufruire di un’idea regalo speciale con le Gift Card personalizzate.

Gender issues

Corpi scolpiti dalla luce, lunghe ombre cupe e bagliori metallici. Richiami agli anni Settanta/Ottanta, a un’epoca di ribellioni e proteste che prende avvio dai Moti di Stonewall – punto di partenza simbolico per il movimento di liberazione omosessuale contemporaneo. Accessori glamour, leather gloves, tote bag, e mini borse a mano o a tracolla declinate al maschile, total look genderless e gonne plissé per lui. E poi: catene, strass, borchie e combat boots. Nel pride month, suggestioni che rimandano alle lotte LGBTQ+, alle rivendicazioni in nome di una maggiore inclusività e del riconoscimento delle diverse identità sessuali ed espressioni di genere. In un ensemble in cui l’idea dominante della gender fluidity si intreccia all’estetica delle sottoculture che hanno segnato e contaminato quegli anni, prima fra tutte quella punk.

Left: trousers Dior Men, sunglasses Celine Homme; right: trousers Givenchy, sunglasses, bag and jewels Celine Homme
Left: trousers Dior Men, sunglasses Celine Homme; right: trousers Givenchy, sunglasses, bag and jewels Celine Homme

Total look Gucci
Total look Gucci

Crewneck and bag Celine Homme, trousers Moschino, ring Dior
Crewneck and bag Celine Homme, trousers Moschino, ring Dior

Total look Valentino
Total look Valentino
Total look Dior Men
Total look Dior Men
Total look Dior Men
Total look Dior Men
Total look Giorgio Armani
Total look Giorgio Armani

Total look Giorgio Armani
Total look Giorgio Armani

Total look Gucci
Total look Gucci

Left: Total look Moschino, boots Roberto Cavalli; right: total look Valentino
Left: Total look Moschino, boots Roberto Cavalli; right: total look Valentino

CREDITS

Photography: Giuseppe Attanasio

Styling: Pedro Perez

Grooming: Cecilia Olmedi

Models: Balint Ikladi @Independent and Denis Jovanovich @tank.agency

Photo assistant: Romolo Battista

Stylist assistant: Lorenzo Iacobone

Shades of Denim

Il denim in tutte le sue varianti: 5 tasche dal taglio dritto o pants dalla linea morbida, nei lavaggi classici light blue o grey oppure con stampe wild. O ancora con applicazioni, ricami o patches. E poi shirts dal sapore western e jacket anni Ottanta, salopette nineties e tute workwear e perfino blazer dal taglio sartoriale. Il tessuto originario della Repubblica di Genova, multiforme, sfaccettato e passe-partout, è intramontabile nelle sue infinite variabili. Il denim – nelle proposte e interpretazioni dei brand che su questo tessuto cool e funzionale hanno costruito la loro expertise, tra i quali Tommy Jeans, Levi’s e Calvin Klein – è il grande protagonista dell’editoriale di MANINTOWN che prende il volto del modello del momento, Carlo Motta.

Shirt vintage A.N.G.E.L.O., trousers Calvin Klein Jeans
Shirt vintage A.N.G.E.L.O., trousers Calvin Klein Jeans
A.N.G.E.L.O. 
Total look vintage A.N.G.E.L.O. 
Jacket and Trousers Tommy Jeans, scarf Archivio Guerrini
Carlo Motta
Jacket Alberto Zambelli, trousers Handpicked, flower Chromosome 6 by Bibi Esposito
Carlo Motta
Shirt vintage A.N.G.E.L.O., trousers Levi’s
Carlo Motta
Jacket Levi’s, trousers vintage A.N.G.E.L.O., pin stylist’s own

Credits

Photographers: Giovanni Gori, Andrea Aldrovandi for Total Black

Stylist: Stefano Guerrini 

Model: Carlo Motta  I Love Models Management 

Make Up Artist: Eleonora Vezzani 

Stylist Assistant: Lorenzo Iacobone 

Photographer Assistant: Sebastian Quadrelli 

Ode to Man

Capi sartoriali abbinati a combat boots, foulard al collo che prendono il posto delle cravatte, embroidered pull, leather pants e capispalla imbottiti mixati con abiti classici comfort fit. Il tutto declinato su una palette che oscilla tra il black & white e i toni della terra. Questi sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano i look (Ode to) man per il prossimo autunno inverno, firmati Dolce&Gabbana, Emporio Armani, Moschino e Zegna, tra gli altri.

Total looks Emporio Armani

Ode to Man editorial

Total look Zegna

Ode to Man editorial
Total looks Roberto Cavalli

Ode to Man editorial
Total look Moschino

Credits

Photographer Nicola Surbera 

Stylist Stefano Guerrini

Ph. assistant Giorgia Albanesi

Stylist assistants Alessandro Amoruso, Lorenzo Iacobone

Grooming Martina Belletti

Hair Naike Bilardo

Models Lucas Jacomim Passos @Independent Model Management, Jose Alberto German @Sophie Models, Pasquale Nappi @I Love Models

Location Iurio Milano

Special thanks to Giulio Urgo

Lucas Barski ‘a luci rosse’

Lucas Barski, modello metà francese, metà italiano è già protagonista di campagne per importanti brand come Emporio Armani, Dolce&Gabbana e Versace e lo vedremo presto conquistare la fashion scene internazionale. Outfit da guerriero, mises da cowboy – complete di stivali e cappello dal mood western – in sella alla sua motocicletta (simil cheval), leather e denim dai tagli oversize, in uno scenario ‘a luci rosse’, il mannequin è uno dei personaggi delle otto coverstory di MANINTOWN 13.

Oversized blazer, leggings and unbuckle flamenco bag boots Loewe, keychain Borgo, leather gloves Sermoneta, sunglasses Oakley
Oversized blazer, leggings and unbuckle flamenco bag boots Loewe, keychain Borgo, leather gloves Sermoneta, sunglasses Oakley
Bodysuit and shirt Versace, hermosa 35 black calf ecru embroidered boots Sonora, leather gloves Sermoneta, cowboy hat Hurricane
Bodysuit and shirt Versace, hermosa 35 black calf ecru embroidered boots Sonora, leather gloves Sermoneta, cowboy hat Hurricane
Tank top and shorts LGN Louis Gabriel Nouchi, hidalgo 35 red calf boots Sonora, cowboy hat Hurricane, jewellery Emanuele Bicocchi
Tank top and shorts LGN Louis Gabriel Nouchi, hidalgo 35 red calf boots Sonora, cowboy hat Hurricane, jewellery Emanuele Bicocchi
Jeans and necklaces Diesel, bandana Levi's
Jeans and necklaces Diesel, bandana Levi’s

Credits

Editor in Chief Federico Poletti

Photographer Vincenzo Valente

Stylist and Art Director Giorgio Branduardi

Model Lucas Barski

Make-up Greta Agazzi

Hair Vasile Longhi

Digital Assistant Massimo Fusardi

Stylist assistants Rebecca Lai

‘Cantine storiche d’Italia’, il connubio tra enologia e architettura in 38 esempi d’eccezione

Affermare che l’Italia sia la patria del vino d’autore, considerata la quantità – e qualità – di etichette racé che contraddistingue ogni regione, da nord a sud dello Stivale, è un’ovvietà lapalissiana. La mole di cuvée prodotte nel Belpaese è talmente imponente, che districarsi tra centinaia di vitigni, terroir, denominazioni, annate & co. può risultare complicato anche per i più esperti, e si rischia tra l’altro di ignorare realtà i cui vini sono frutto del cosiddetto genius loci, di un connubio inestricabile di savoir-faire e peculiarità del luogo in cui viene messo in pratica, di tecniche affinate nel tempo e ambienti dedicati alla lavorazione e conservazione del prodotto, in due parole di architettura ed enologia.
Sono proprio gli ultimi due termini le parole chiave del volume Cantine storiche d’Italia. Un viaggio tra architettura ed enologia (appunto), di Margherita Toffolon Paolo Lauria, edito da 24 Ore Cultura, che racconta trentotto eccellenze nostrane prendendo in esame il legame tra i vini più rappresentativi delle rispettive aziende e il contesto in cui vengono realizzati.
Il libro è corredato da un corposo apparato iconografico, per consentire al lettore di immergersi appieno nella bellezza straordinaria di luoghi in cui storia, wine-making e architettura trovano la sintesi ideale.
Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande ai due autori.

Cantine storiche d'Italia
La tenuta di Cantine Pellegrino, a Marsala

“Ad averci sorpreso sono le storie che si celano dietro ciascuna cantina, che raccontano il genio umano e la passione legata al lavoro della terra”

Cantine storiche d’Italia. Un viaggio tra architettura ed enologia racconta trentotto realtà d’eccezione del Belpaese. Cosa vi ha colpito di più durante il lungo lavoro d’indagine svolto per realizzarlo, con oltre cinquecento cantine da vagliare? Aneddoti, curiosità, ricordi significativi che volete condividere coi lettori di MANINTOWN?

Margherita Toffolon: Vorrei fare presente che anche le 500 cantine vagliate derivano dal lavoro di selezione di un database che ha preso in considerazione un numero a tre cifre di aziende vitivinicole, presenti in tutto il territorio italiano e da cui, anche tramite intervista, abbiamo tratto e conosciuto moltissimi aneddoti.

Fra i tanti, si può menzionare l’origine del nome della cantina del Notaio a Rionero del Vulture, nel Potentino, fondata nel 1969 dal notaio Consalvo Giuratrabocchetti, che decise di riutilizzare come cantine le grotte scavate dai francescani tra il XVI e il XVII secolo nel tufo vulcanico del paese, dove avevano insediato ben tre ospedali. Oppure la leggenda del Castello del Brolio, a 20 km da Siena, dove sembra si aggiri di notte, in sella a un cavallo bianco, il fantasma di Bettino Ricasoli detto il Barone di ferro.

Paolo Lauria: Ad averci sorpreso sono proprio le storie che si celano dietro ciascuna cantina, storie che raccontano il genio umano e la passione legata al lavoro della terra. A proposito, ad esempio, del Castello di Brolio, appena citato da Margherita, quello che affascina è lo studio sugli assemblaggi delle uve compiute proprio da Bettino Ricasoli, a cui si deve, di fatto, il disciplinare del Chianti Classico. Ma la lista è davvero lunga, dai sotterfugi utilizzati per importare di nascosto i vitigni dalla Francia per impiantarli in territorio italiano all’evoluzione delle tecniche di produzione dei vini Barolo, andata di pari passo a quella dell’architettura delle cantine.

“Un minimo comun denominatore è l’estrema bellezza della storia, delle architetture e dei vini che ogni cantina porta con sé, che hanno ispirato in maniera naturale il racconto”

Cantine storiche Castello Banfi
Bottiglie allineate nella cantina di Castello Banfi, nel Senese

C’è un minimo comun denominatore, un elemento che colleghi le tante aziende menzionate nel libro?

M. T: I comuni denominatori delle trentotto cantine selezionate dalle 500 vagliate sono più d’uno, vale a dire: esistenza di una cantina “attiva” come luogo di produzione o conservazione, che fosse stata realizzata prima della fine del XIX secolo; edificio o complesso di edifici con una storia e architettura documentata e raccontabile; produzione vitivinicola qualitativamente significativa.

P. L: Oltre ai criteri necessari per la selezione delle cantine citati da Margherita, aggiungerei quale minimo comun denominatore l’estrema bellezza della storia, delle architetture e dei vini che ogni cantina porta con sé, che hanno ispirato in maniera naturale il racconto.

“Architettura ed enologia sono da sempre intimamente connesse”

Cantine storiche Berlucchi
La tenuta Berlucchi, in Franciacorta

Il volume, corredato da un ricco apparato iconografico, approfondisce (anche) la bellezza architettonica di «luoghi in cui storia, architettura ed enologia si fondono e trovano una perfetta sintesi». Quali sono gli esempi migliori di questo connubio sui generis, e cosa rende possibile l’unione di ambiti all’apparenza così diversi?

M. T: Architettura ed enologia sono da sempre intimamente connesse. Basti pensare agli Etruschi e al borgo di Pitigliano in Toscana, che annovera nel suo centro storico un ricco labirinto di gallerie in parte ancora utilizzate per la conservazione del vino. Da qui, la scelta di raccontare una parte delle numerose cantine presenti in Italia dove la storia, l’architettura, il territorio con i suoi prodotti potessero raccontare al meglio una vocazione se non millenaria, almeno secolare.

Dal punto di vista architettonico, cito tre fra le cantine più spettacolari: Argiano, all’interno di Villa Bellaria (tardo XVI secolo), in Val d’Orcia, grazie anche alla ristrutturazione dell’architetto Filippo Scheggi con la sua scala monumentale; Tenuta Capezzana, della famiglia Buonaccorsi, nel comune di Carmignano, in provincia di Prato, che custodisce un vero e proprio insieme di cantine che si sviluppano dal sotterraneo della villa padronale lungo tutto il fabbricato est di impianto settecentesco (1500 metri quadrati), dove l’architetto Giovanni Michelucci, grande protagonista della storia e del dibattito dell’architettura italiana del ventesimo secolo, ha realizzato ex novo la tinaia, caratterizzata dalle capriate in ferro della copertura, tra le sue prime realizzate con questa tecnica costruttiva.

Infine, le famose Cattedrali Sotterranee di Canelli, nell’Astigiano, a cui appartengono anche quelle dell’azienda Gancia: un complesso costituito da tunnel che si espandono per più piani nel sottosuolo del paese, creando una rete di ambienti a volte in mattoni rossi (sono patrimonio Unesco dal 2014).

“Le degustazioni non si pongono in maniera critica, come in una guida, ma come complemento emozionale dell’itinerario che si percorre col volume”

P. L: Il connubio tra architettura ed enologia permea l’intero libro, anche se forse l’esempio più bello, almeno dal mio punto di vista, è quello sopracitato del Barolo. Poi fa sempre effetto vedere e conoscere luoghi e storie legate a vini straordinari, che forse proprio per questo acquistano una loro particolare unicità. È il motivo per cui abbiamo deciso di accompagnare il viaggio di Cantine storiche d’Italia con le degustazioni dei vini delle proprietà, degustazioni che non si pongono in maniera critica, come in una guida, ma come complemento emozionale dell’itinerario che si percorre col volume.

Cantine storiche d'Italia
Botti della cantina di Castel Sallegg, a Caldaro (BZ)

Cantine storiche Villa Sandi
Villa Sandi, a Crocetta del Montello

Nell’immagine in apertura, le cantine del Castello di Monsanto, in Toscana

Pitti Uomo 104, il Nuovo Formale di Santaniello

Antonio Santaniello, direttore creativo dell’omonimo brand sartoriale, a Pitti Uomo 104 con la proposta primavera/estate 2024, illustra a MANINTOWN i punti fondanti dell’idea di Nuovo Formale delineata per la collezione in questione, al solito in equilibrio fra tradizione e innovazione, tailoring artigianale e ricerca stilistica votata alla contemporaneità. Un “classico evoluto” che, per usare le parole del designer, è «un ritorno alla regola, alla rotta. Non significa, però, ripristinare il passato, ma guardare ad esso come a una bussola con cui Santaniello continua la propria esplorazione».

Il focus è sul capo, sulla sua costruzione e funzione, che secondo il creative director del marchio devono attenersi a regole auree che ruotano intorno a specifici concetti, con «ogni capo che dovrebbe essere unico, essenziale, longevo, coerente e attraente. È questo il manifesto del Nuovo Formale con cui vogliamo orientare la nostra ricerca. Si tratta di un’operazione di semplificazione e i grandi ci insegnano che semplificare è la cosa più difficile, perché bisogna arrivare all’essenza, rimuovendo tutto ciò che distoglie l’attenzione.
Al centro ci sarà sempre di più solo il capo, che torna a esprimere da sé il motivo per cui dev’essere scelto».

https://m.youtube.com/shorts/Nftk28VvDTM

Nell’immagine in apertura, due outfit firmati Santaniello

Pitti Uomo 104 #3

Nel terzo giorno di Pitti Uomo 104, vanno in scena – tra gli altri – il menswear di KNT (che concilia il savoir-faire di Kiton con lo stile disinvolto, ultracontemporaneo caro ai fondatori e designer Walter e Mariano De Matteis), la sartoria magistrale di Brunello Cucinelli, l’outerwear ricercato de L’Impermeabile; e ancora, la maglieria deluxe di Piacenza 1733, i capi dall’allure navy di Paul&Shark, le calzature d’autore di Giuseppe Zanotti, la sfilata dei designer eco-responsabili inclusi nel progetto S|Style del salone.

https://youtube.com/shorts/sz2kwtiqtDk

Videomaker: Vincenzo Traettino

Per l’immagine di apertura, Ph. credits: Giovanni Giannoni

Pitti Uomo 104, il denim secondo Cycle Jeans

https://youtube.com/shorts/6giBuf7u_yc?feature=share

A Pitti Uomo 104, Cycle Jeans lancia una speciale collab con Sex Dreams, artista che, nonostante la giovane età, si è imposto come uno dei nomi di punta della scena creativa milanese grazie al tratto originale, “primitivo”, semplice ma d’impatto, dei suoi artwork. Per l’occasione, firma una capsule collection nel materiale d’elezione del brand, la tela di Genova, composta di denim per uomo e donna, borsa e una combo unisex giacca più t-shirt, personalizzate ad hoc dai tag dell’autore.
Presente alla kermesse fiorentina, Sex Dreams ha inoltre customizzato dal vivo alcuni prodotti selezionati, dando vita a una vera e propria performance.

Oltre alla collaborazione con l’artista meneghino, il marchio porta al salone di riferimento della moda maschile la collezione Spring/Summer 2024, in cui prevalgono linee over, tagli chirurgici e fit morbidi, così da aggiornare i capisaldi di quel luxury denimwear che, dal lancio dell’etichetta nel 2000, si è affermato nel panorama fashion internazionale attraverso cardini come ricerca continua, artigianalità, heritage e autenticità, termini sui quali pone l’accento Enrico Spinazzè, fondatore e CEO di Numero 8 s.r.l., intervistato da MANINTOWN allo stand di Cycle Jeans in Fortezza da Basso.

Pitti Uomo 104 #1

Ben 825 brand, il 43% dei quali esteri, due guest della caratura di Fendi ed ERL, sezioni tematiche, focus, show ed eventi speciali che raccontano a 360 gradi l’universo del menswear e, in generale, del lifestyle pour homme. Prende il via a Firenze, in Fortezza da Basso, la 104esima edizione di Pitti Immagine Uomo, dove MANINTOWN sarà presente dal 13 al 16 giugno con un’area lounge nella Sala delle Nazioni.
Nel video, realizzato in esclusiva per il magazine da Vincenzo Traettino, gli highlight della giornata inaugurale del salone fiorentino.

https://www.youtube.com/shorts/8ikZJOSCgI0

Videomaker Vincenzo Traettino

Nell’immagine in apertura, l’ingresso della Fortezza da Basso allestito per l’edizione 104 della kermesse (ph. AKAstudio-collective)

Scandinavian Manifesto, la moda nordeuropea a Pitti Uomo

La scena della moda nordica trova nuovamente spazio a Pitti Uomo nella sezione espositiva Scandinavian Manifesto, una delle principali e più consolidate collaborazioni internazionali del salone fiorentino. Il progetto è frutto di un lavoro sinergico portato avanti con Revolver Copenhagen, piattaforma di riferimento per i brand scandinavi, così da dare risalto ai designer di nuova generazione.
Viene proposta una selezione di marchi provenienti da Danimarca, Svezia e Norvegia, con l’obiettivo di presentarli al meglio, consentendo ai visitatori, giornalisti o buyer che siano, di comprendere appieno come lo stile di vita e la cultura del Nord Europa influenzino – e arricchiscano – la scena locale del menswear.

Alle Costruzioni Lorenesi verranno esposte le novità firmate Another Aspect, Adnym, Berner Khul, Les Deux, Norse Projects, Won Hundred, Rue De Tokyo, Past Tense, Han Kjøbenhavn e Forét studio.

La moda etica e sostenibile dei marchi nordeuropei

L’attenzione al pianeta, che passa attraverso una moda etica e sostenibile, è oggi fondamentale e la griffe danese Another Aspect lavora tenacemente su prodotti timeless. Dando corpo all’idea di creare pezzi senza tempo, in materiali responsabili e parte di un universo ispirazionale, che risultino longevi sia nell’estetica che in termini qualitativi, l’obiettivo principale è aiutare i clienti a comprare meglio e, soprattutto, meno. La parola chiave, dunque, è eliminare il superfluo, proponendo un guardaroba curato con la massima precisione, composto da una selezione di capi senza stagione, che possano durare teoricamente per sempre e consentano vari modi di utilizzo in base alle diverse esigenze, considerando l’attività, la personalità e – ovviamente – l’ambiente.

Minimalismo e proposte nel segno dello stile timeless

Adnym, label svedese fondata nel 2016, realizza le proprie collezioni combinando sagome e colorway d’ispirazione mediorientale (si guarda in particolare a Beirut) con un’estetica nordica, minimalista. Vengono impiegati materiali pregevoli e tagli moderni, che generano attenzione, stimolano la curiosità, premiano l’intelligenza e favoriscono un legame emotivo tra consumatore e marchio. Non si scende a compromessi su qualità e tessuti, contrastando fortemente l’approccio del fast fashion e la frenesia sempre più presente nella società contemporanea, con lo sguardo rivolto alle generazioni future.
Lo scopo è raggiungere persone che vogliano indossare capi che rafforzino il proprio io, piuttosto che diventare ciò che indossano, e proprio per questo è un brand “no logo”, che valorizza il consumatore nella sua integrità.

Scandinavian Pitti Uomo
Fredrik Persson e Stefan Soderberg di Adnym

Nasce invece a Copenaghen, nel 2019, Berner Kühl, che prende le mosse dal desiderio di educare i giovani sulla bontà del prodotto, con lo scopo di ridefinire codici e connotazioni di un fashion system in continuo cambiamento (non sempre in meglio, purtroppo). Si scoprono così nuove modalità di creazione, imperniate su ritmi più lenti e scelte sensate, il più possibile corrette.
Dall’approvvigionamento dei materiali alla scelta dei fornitori, fino alla spedizione finale, si studiano soluzioni sostenibili, per offrire qualcosa di concreto, che la gente possa indossare per gli anni a venire, non solo per l’ennesima, fugace stagione influenzata dai trend.

L’inclusività e il senso di appartenenza di Les Deux

Altra etichetta danese presente a Pitti Uomo 104 è Les Deux, lanciata nel 2011 da due amici, un rifugiato politico del Congo e un prep boy scandinavo. Come suggerisce il nome (“i due” in francese, ndr), l’approccio è dualistico, sia per quanto riguarda il design, sia nella mentalità, un vero e proprio clash stilistico che abbraccia gli universi contrastanti dei fondatori. Il traguardo è proporre abiti che diano un senso di appartenenza a chi li sceglie, guardando non solo all’aspetto ma anche all’inclusione.

Col programma Legacy, infatti, il brand vuole contribuire a guidare il cambiamento nelle comunità, unendo progetti diversi, come la costruzione di scuole per i rifugiati siriani in Medio Oriente e iniziative sociali per i giovani svantaggiati del Paese.

Scandinavian Pitti 104
Les Deux

Lo streetwear nobilitato di Norse Projects, l’artigianalità green di Won Hundrer

Proviene dalla Danimarca un altro dei protagonisti di quest’edizione di Scandinavian Manifesto, Norse Projects, basato a Copenaghen, che unisce lo streetwear al workwear tradizionale, passando per la moda high-end. Nato per volontà di Tobia Sloth, Anton Juul e Mikkel Grønnebæk come una catena di negozi di skateboard, sul modello dei colossi HUF e Supreme, il guardaroba proposto ambisce a plasmare un’estetica street dal tocco europeo, elegante e ricercata.

Won Hundred, espressione del founder Nikolaj Nielsen, affonda le proprie radici nell’artigianalità, concentrandosi sulla produzione di capi di fattura impeccabile. Attraverso partnership durature e il supporto attivo dei suoi produttori, il brand è determinato a garantire che il proprio abbigliamento sia di qualità e che l’acquisto avvenga nel modo più responsabile possibile. La produzione di denim, per esempio, è affidata a partner italiani di fiducia, che ricorrono esclusivamente a cotone biologico.

Il ready-to-wear verte su uno stile versatile eppure sofisticato, proposto a un prezzo accessibile, con l’intenzione di allungare al massimo la durata di abiti e accessori, prestando grande attenzione al design e alla vestibilità degli stessi, prescindendo da età o sesso.
«Siamo consapevoli del fatto che l’industria tessile e della moda debba affrontare molte sfide in termini di etica e responsabilità sociale d’impresa», spiega Nielsen, che puntualizza: «La nostra convinzione è che la dimensione delle aziende non dovrebbe mai rappresentare una scusa per non praticare politiche responsabili e sostenibili».

L’incontro tra estetica orientale e occidentale nelle collezioni di Rue de Tokyo

Le influenze orientali sono frequenti nello scandi style, Rue De Tokyo ne è l’esempio lampante. Disegnato a Parigi, sviluppato in Giappone e con sede a Copenaghen (come suggerisce il nome), coniuga l’estetica orientale e quella occidentale in collezioni disinvolte, raffinate e senza tempo. Mutuando dal paese del Sol Levante l’impareggiabile attenzione per i dettagli e attingendo al classicismo parigino, valorizza un’attitudine artistica e una concezione edonistica della bellezza.

Non mancano, poi, gli esordienti: è il caso di Past Tense, al debutto a Pitti, che vede alla direzione creativa Victor Lindh e a quella aziendale Adrien Forray. La filosofia del duo è incentrata sull’espressione di sé e sulla pregevolezza degli abiti, peculiarità da ottenere attraverso un costante processo di miglioramento e facendo leva sul miglior artigianato; si possono anche inseguire le novità, ma rallentando e prendendo spunto dal passato, puntando a confezionare prodotti di lusso, con un linguaggio di stile unico, moderno.

Conosciuta per la sua creatività audace, la griffe Han Kjøbenhavn firma collezioni innovative e spettacolari, che abbattono ogni distanza coi consumatori per diventare emotivamente inclusive. Il prêt-à-porter uomo e donna della casa danese è contraddistinto da forme scultoree, pensate per potenziare il corpo, e contrasti, con forme organiche sfidate da elementi “brutali”, per definire look sui generis e una reale diversità. L’approccio fa della trasparenza e della responsabilità i suoi pilastri, impegnandosi a soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite con strategie efficaci, misurabili e basate sulla scienza.

Armonia, equilibrio e benessere, i valori che accomunano le proposte dei brand scandinavi

Lo dimostra Forét studio (dal termine francese che indica la foresta, ndr), che nasce dall’amore incondizionato per la natura e fa del ritmo slow un mantra, focalizzandosi sul cambiamento verso un futuro più responsabile, che passa dal razionalizzare e controllare attentamente ogni aspetto dell’attività. Forét crea così un guardaroba contemporaneo caratterizzato da varietà e versatilità, in cui i ricordi d’infanzia assumono nuove forme, esprimendo un senso di nostalgia e funzionalità.

Analizzando le proposte dei brand menzionati, risulta evidente come la moda scandinava sia in grado di trasmettere desideri e certezze emozionali, che mirano al benessere quotidiano, all’armonia e all’equilibrio. Il loro stile è influenzato dalle caratteristiche intrinseche del contesto in cui questo prende vita, dal freddo e dal silenzio della parte settentrionale del Vecchio Continente, dove dominano atmosfere rarefatte e suggestive; uno stile minimal nell’aspetto e sostenibile nell’insieme, che sebbene venga talvolta definito asettico, poiché ripulito dal superfluo, in realtà può essere riassunto in una sola parola: “essenziale”.

Nell’immagine in apertura, un look firmato Les Deux, uno dei brand scandinavi presenti all’edizione 104 di Pitti Uomo

“Frammenti” della bellezza assoluta di Roma a Palazzo delle Pietre

Roma insegna e diffonde la bellezza attraverso le “lezioni” di maestri che operano in scenari straordinari e rappresentativi, in un luogo nato per accogliere il turismo ma che offre spazio alla formazione in una chiave nuova, con un ciclo d’incontri all’interno di Frammenti.

Frammenti è all’interno di Palazzo delle Pietre, residenza storica che vanta antiche radici, dove soggiornare a pochi passi da Piazza Navona e il Pantheon, nel cuore della città eterna, uno spazio destinato alla ricerca e alla condivisione culturale, come fosse un laboratorio deputato ad accogliere in tutti i sensi, non solo nei meravigliosi appartamenti, dove il lusso è intrinseco tanto nelle soluzioni architettoniche, quanto nelle opere scultoree antiche e contemporanee, che fanno di ogni ambiente una casa-galleria. Qui gli artwork fanno da scenario a chi vuole vivere Roma senza mai abbandonare il contatto con la meraviglia.

Palazzo delle Pietre Roma
Un ambiente di Palazzo delle Pietre

“Rendere omaggio alla storia di questa città e al contempo rendere partecipi delle bellezze di Roma”

Tutto ciò è stato completamente ideato da Carlo Mazzi che, da cittadino e mecenate, ha scelto la capitale: “Ho ricoperto per oltre 45 anni ruoli tecnico-professionali o manageriali in vari settori di attività: dall’industria aeronautica ai servizi finanziari, dall’università al cinema, dall’investment banking alla moda, ma prima di concludere le mie esperienze lavorative vorrei lasciare qualcosa di tangibile per le generazioni successive e per la città di Roma, che rappresenta la fonte originaria della cultura di ogni italiano (e anche di una più larga parte di popoli)”.

Guidato dalla passione per la pietra intesa come scultura antica, condivide con gli ospiti della struttura la sua straordinaria collezione, della quale dice: “Le pietre rappresentano una difesa contro la rapina del tempo perché conservano nei secoli la testimonianza del lavoro dell’uomo alla ricerca della bellezza; l’arte è una virtù che accomuna uomini e donne di ogni parte del mondo. Roma ha raccolto negli scorsi ventiquattro secoli le più belle sculture del mondo e io ho voluto usare questo nome, assieme ad una mia modesta collezione di frammenti, per rendere omaggio alla storia di questa città ed al contempo rendere partecipi delle bellezze di Roma tutti coloro che vorranno trascorrere un po’ del loro tempo nel Palazzo delle Pietre”.

Una struttura sui generis che coniuga relax e cultura, storia e arte contemporanea

Roma, del resto, è la città della bellezza assoluta, il cui scenario urbano agisce come un enorme teatro dove va in scena continuamente la celebrazione del bello, ma oltre a mostrarlo può raccontare, come nessun altro posto al mondo, come avvengano questi processi. Ogni periodo, infatti, ha lasciato nell’Urbs una traccia, unitasi alle altre in un gioco di arti e rappresentazioni che non è mai uguale: una continua unione di Frammenti, appunto, che costruiscono infinite storie artistiche e umane. Una serie di incontri, iniziata nel mese di aprile, curata da Clara Tosi Pamphili e ospitata da quest’eccezionale dimora di charme, coinvolge il pubblico – tra cui studenti che si stanno formando al management culturale – in discussioni su temi che offrono un punto di osservazione inedito, consentendo di scoprire cose visibili e – anche e soprattutto – invisibili. 

Palazzo delle Pietre Roma hotel
L’Orto Botanico di Roma

A intervenire, interlocutori straordinari come Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano, che spazia dal tema dei ritrovamenti archeologici e delle nuove destinazioni museali, al rinnovamento continuo di luoghi come Palazzo Altemps o le Terme di Diocleziano grazie a un uso innovativo degli archivi; oppure Fabio Attorre, direttore dell’Orto Botanico di Roma, raccontato non solo come storico epicentro botanico della città più verde d’Europa, ma anche come luogo di ricerca sugli equilibri mondiali del pensiero green. Il contemporaneo e l’arte del futuro sono invece al centro dell’intervento del presidente della Fondazione La Quadriennale Umberto Croppi, che apre a un mondo di nuove voci artistiche italiane, in un progetto che vanta una tradizione di lettura dell’arte italiana capace di evolversi con strumenti nuovi.

Palazzo delle Pietre Roma 2023
Una delle suite della struttura

Un motore culturale che dona nuovi “frammenti” al tessuto storico della città

L’archeologia, il verde dell’Orto Botanico, l’arte contemporanea o forme di altissimo artigianato come il cinema sono solo alcuni dei temi del programma, da cui nasceranno spunti di vista inusuali per concetti antichi, nuove informazioni, spunti e suggerimenti non solo per il turista ma per tutti i cittadini. La volontà di condividere l’energia ha generato, con Palazzo delle Pietre, un motore culturale che alimenta continuamente “Frammenti” generando incontri, formazione, dibattiti e documenti, innescando così un aggiornamento culturale e scientifico che riporta la capitale alla vocazione di luogo non solo contemplativo, ma di conoscenza.

Nell’immagine in apertura, uno degli spazi di Frammenti Club, all’interno di Palazzo delle Pietre

Volvo EX30 e Porta Nuova, un sodalizio nel segno della sostenibilità

Il varo globale della nuova Volvo EX30 nel quartiere di Porta Nuova, hot spot tra i più dinamici e green di Milano, permette di definire un parallelo tra il nuovo SUV compatto del marchio svedese, completamente elettrico e dall’impronta di carbonio più bassa di qualsiasi altra autovettura prodotta dalla casa, e il luogo che ne ha ospitato l’anteprima mondiale, primo quartiere metropolitano in assoluto con doppia certificazione di sostenibilità; un partner ideale, in grado di attrarre iniziative innovative ed “eco” a livello internazionale.

Il lancio della EX30 a Porta Nuova sottolinea poi, ancora una volta, la condivisione di valori in materia di impegno ambientale che unisce Volvo e COIMA, sviluppatore e gestore del quartiere, pensato – anche – in funzione della mobilità sostenibile.

Il nuovo SUV elettrico della casa, l’auto più sostenibile di sempre del marchio svedese

L’ultima arrivata in casa Volvo rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello per il brand che, intervenendo sulle emissioni nell’intero ciclo di produzione e vita dell’auto, ne ha ridotto l’impronta di carbonio complessiva, su 200.000 km di guida, a meno di 30 tonnellate, una riduzione pari al 25% rispetto ai precedenti modelli C40 e XC40 full electric.

Un risultato possibile grazie non solo all’elettrificazione, ma anche all’attenzione riservata alle singoli fasi produttive, all’approvvigionamento delle materie prime e alla supply chain, che ha consentito di ricorrere a minori quantità di alluminio e acciaio incrementando, per converso, l’impiego di materiali riciclati. Speculare l’approccio adottato per gli interni della EX30, con un’ampia gamma di soluzioni recycled e rinnovabili per sedili, portiere e cruscotto. Circa il 17% di tutte le componenti plastiche del SUV, ad esempio, risulta riciclato, una percentuale record per Volvo.

Bisogna infine evidenziare come il nuovo sport utility vehicle dell’azienda di Goterborg verrà assemblato in uno stabilimento alimentato, in larga parte, da energia neutrale sotto il profilo climatico, con l’utilizzo della tecnologia blockchain per tracciare le materie prime più importanti.

Volvo EX 30
La nuova Volvo EX30, l’auto più green di sempre del marchio

Porta Nuova, un distretto green all’avanguardia 

Porta Nuova, dal canto suo, può fregiarsi di un primato unico nel suo genere: è stato infatti il primo progetto di riqualificazione urbana a ottenere il prestigioso doppio riconoscimento LEED® e WELL® for Community da parte dell’US Green Building Council e dell’International WELL® Building Institute (IWBI); due certificazioni di rilievo, che prendono in esame gli aspetti sociali, ambientali ed economici dello sviluppo urbano. Proprio in virtù delle caratteristiche – virtuose – della zona, dove COIMA ha sviluppato un ambiente che fa dialogare al meglio natura e architettura, tra enormi spazi verdi, passerelle, aree ad hoc e progetti monumentali quali la Biblioteca degli Alberi, Milano è stata scelta per l’evento di reveal in anteprima mondiale della nuova Volvo.

L’impegno di Volvo e COIMA per la mobilità consapevole e sostenibile

«Siamo sempre stati convinti che il luogo ideale per mostrare al mondo la nostra nuova EX30 e le sue straordinarie valenze in chiave di sostenibilità fosse Milano e, in particolare, il quartiere di Porta Nuova», commenta il presidente di Volvo Car Italia Michele Crisci, che parla del quartiere meneghino come di un «esempio unico di sviluppo urbano avanzato e rispettoso dell’ambiente; da tempo, con gli amici di COIMA, collaboriamo a progetti congiunti che hanno come finalità la promozione della mobilità elettrica e la decarbonizzazione. Non è un caso che proprio in Porta Nuova sia collocato il Volvo Studio Milano».

Il manager preme su un altro aspetto: «Si dice sempre che la relazione fra auto in città è impossibile; noi vogliamo dimostrare che può essere vero il contrario. La nostra strategia legata alla mobilità elettrica favorisce l’integrazione fra auto e città. I servizi legati alla mobilità elettrica che proponiamo al pubblico costituiscono una risposta concreta valutabile in tonnellate di CO2 risparmiate. Sulla sostenibilità manteniamo le promesse e il nostro impegno incondizionato».

Volvo EX 30 Milano
Lo skyline di Porta Nuova, cornice d’eccezione del lancio del nuovo SUV Volvo

Da parte sua, Manfredi Catella, fondatore e CEO di COIMA, pone l’accento sulla «pianificazione di un sistema di mobilità sostenibile, prioritario sin dall’avvio del masterplan nel 2005», ed elenca le peculiarità “green” della zona, che risulta «priva di barriere architettoniche, con oltre il 75% degli edifici posto entro 800 metri da uno snodo principale dei trasporti pubblici; la disposizione del quartiere, interamente pedonalizzato, ha portato alla realizzazione di oltre 3,6 km di piste ciclabili, con completa separazione tra mobilità veicolare e “lenta”»; infine, precisa, «la scelta di Porta Nuova per presentare l’anteprima mondiale di Volvo rappresenta un passaggio importante nella sua transizione a luogo valoriale e d’impatto a cui si associano le best practice mondiali».

La decarbonizzazione di Porta Nuova, un progetto reale e tangibile

Volvo Car Italia e COIMA, del resto, hanno da tempo unito le forze per iniziative legate alla mobilità sostenibile; lo dimostrano due importanti progetti condivisi già realizzati, che mirano alla decarbonizzazione del distretto meneghino: l’installazione della prima stazione di ricarica elettrica veloce di Milano (2021) e il servizio di mobilità elettrica ELEC3City (2022).

Se il primo si inserisce in un percorso che prevede l’elettrificazione dell’intero quartiere, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2, il secondo si configura come il primo esempio italiano di car-sharing elettrico legato a uno specifico distretto o area urbana, e promette di rendere facile e intuitivo l’utilizzo dell’auto in città – e non solo.

Nuova Volvo 2023

Nell’immagine in apertura, la nuova Volvo EX 30, svelata nell’avveniristico quartiere milanese di Porta Nuova

‘Gol-gotha // and other bad things’, la mostra di Francesco Buonfino invita al pensiero individuale

Il Golgotha, meglio conosciuto come Calvario, è il luogo dove, secondo la narrazione dei vangeli, salì Gesù per esservi crocifisso. Per l’artista Francesco Buonfino, artefice della mostra on show alla galleria Colla Super dal titolo Gol-gotha // and other bad things, rappresenta il sacrificio del ragionamento critico in favore della conformità a dogmi e riti. 

L’essere umano è da sempre legato alla fede, ed è così che secondo lui chiesa e stadio diventano il palcoscenico di uno spettacolo di credenze, l’espressione di una passione radicata che alimenta i cuori dei seguaci plasmandoli in dedizione e lealtà incontrollata. La metafora sottolinea l’arduo e straziante calvario patito da coloro che osano mettere in discussione le norme stabilite, che sfidano lo status quo e cercano una comprensione più profonda di ciò che li circonda. L’esposizione milanese è dunque un invito ad abbracciare il pensiero indipendente e un apprezzamento più sfumato del mondo, alleggerito dai confini della distrazione di massa. Oltre a 14 stampe, saranno presentati degli NFT d’impatto e “fastidiosi”, da cui la dicitura “And other bad things”.

Nato a Benevento nel 1989, Buonfino è un illustratore freelance, pittore e co-founder di Colla Super. Un artista versatile, che spazia dalla pittura acrilica alla customizzazione di oggetti e capi di abbigliamento, fino ad arrivare alla digital art.
MANINTOWN l’ha intervistato proprio alla vigilia del vernissage, che si terrà presso lo spazio Colla Super di Via Pietro Crespi 13, a Milano.

“È quasi come una sfida all’essere umano ‘vuoto’, che ha bisogno di essere riempito da passioni e credenze”

Cosa dobbiamo aspettarci dalla mostra?

Vorrei che, all’interno della galleria Colla Super, le persone possano entrare in questa rappresentazione del campo da gioco, percorrendo le tappe della Via Crucis. Ci saranno 14 tavole, al centro del campo vi sarà una scultura in cemento che rappresenta una palla da calcio. Sul muro in fondo, vedremo Gesù vestito da portiere, come se parasse i colpi che riceviamo nella vita, un invito al pensiero individuale, al di fuori dei dogmi canonici. Un’immagine che va dunque a rappresentare i colpi che pariamo quando cerchiamo di uscire dai binari, il mio progetto in questo senso ne è un esempio.

Il tuo progetto mira a mettere in discussione i dogmi prestabiliti, appunto, quali sono secondo te?

Per dogmi prestabiliti intendo ovviamente un pensiero a cui noi tutti ci siamo magari approcciati, quindi un’educazione cattolico-cristiana, della quale comunque siamo per paradosso figli. Siamo nel 2023, ma dobbiamo ancora accettare tante cose, come ad esempio l’omosessualità; ci si deve porre il problema e operare per sensibilizzare gli altri su questioni deo genere, bisogna ancora fare tanta fatica.

“L’invito è quello di non farsi manipolare e avere un proprio punto di vista su ciò che ci circonda, ragionando da soli, non con la testa degli altri”

Chiesa e stadio, entrambi palcoscenico di credenze, com’è nato questo binomio?

Questo binomio nasce innanzitutto guardandomi intorno, notando ad esempio il mio portinaio, un tifoso ultrà cattolico. Andando a scavare nella cultura media, si evince come oggi ci si interessi al calcio e a tutto ciò che crea una fede. Mio nonno era una persona di chiesa, mi ha sempre detto che l’uomo ha bisogno di credere. Ed è quasi come una sfida all’essere umano “vuoto”, che ha bisogno di essere riempito da passioni e credenze, che non si informa e si fa coinvolgere e plasmare da tali realtà.
Ho cercato di mettere tutto insieme e il binomio, ovviamente, nasce dal gioco di parole gol-gotha. La traduzione letterale di Golgotha, in italiano, è calvario, perché la Via Crucis non è altro che questo, quindi il riferimento è al calvario che tutti noi attraversiamo andando oltre le regole, un uomo “comune” non si pone simili problemi.

Come dicevi prima, l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa, pensi che ciò possa essere sinonimo di debolezza o di mancanza di profondità?

Penso sia sinonimo di entrambe le cose, anche se in realtà si tratta forse più di un fenomeno di disinformazione, i canali di informativi vengono manipolati e ci arriveranno sempre notizie poco veritiere. Siamo abbastanza condizionati nel nostro modo di pensare, perciò l’invito è proprio quello di non farsi manipolare da queste fedi e avere un proprio punto di vista su ciò che ci circonda, ragionando da soli, non con la testa degli altri.

Nell’immagine in apertura, la locandina della mostra di Francesco Buonfino Gol-gotha // and other bad things

Crave Yourself

L’iconico lipstick Rouge Coco, ombretti, creme idratanti e altri capisaldi della linea di bellezza targata Chanel definiscono i trend beauty di stagione, nel segno della fluidità.

Editorial Chanel beauty
Face: Les Beiges Fluide Enluminer B10, Hydra Beauty; eyes: Tweed Cuivré Palette; lipstick: Rouge Coco N° 444 Gabrielle Chanel; all Chanel

Chanel beauty fashion
Face: Les Beiges Fluide Enluminer B10, Hydra Beauty; eyes: Tweed Cuivré Palette; lipstick: Rouge Coco N° 444 Gabrielle Chanel; all Chanel

Credits

Editor in Chief Federico Poletti

Photographer Vincenzo Valente

Make-up and Hair Claudia Ferri

Talent Federico Manelli @Indipendent MGMT

Face Les Beiges Fluide Enlumineur B10, Chanel

Face Hydra Beauty, Chanel

Eyes Tweed Cuivré Palette, Chanel

Lipstick Rouge Coco n°444 Gabrielle Chanel, Chanel

Linificio e Canapificio Nazionale, 150 anni di amore per le fibre naturali (e sostenibili)

Quest’anno il Linificio e Canapificio Nazionale, leader mondiale nella produzione – tra le più sostenibili in assoluto – dei filati di lino e canapa, festeggia un traguardo di grande rilievo. In occasione del suo 150esimo anniversario, infatti, l’azienda di Villa d’Almè, nel Bergamasco, apre le porte ai visitatori, invitandoli ad assistere alla mostra De Filo, che include opere inedite, diverse delle quali site specific, di importanti personalità dell’arte tessile e contemporanea.
L’inaugurazione, avvenuta lo scorso 20 maggio, ha dato la possibilità ai presenti di visitare anche gli spazi produttivi della prestigiosa realtà lombarda, fiore all’occhiello di quell’eccellenza tessile di cui può fregiarsi solo il Belpaese.  

La rassegna costituisce un’occasione unica per scoprire – o approfondire – la cultura del lino e le straordinarie peculiarità dell’industria tessile locale, proprio nell’anno in cui la città di Bergamo, insieme a quella di Brescia, è Capitale italiana della cultura.

mostra De Filo Bergamo
Locandina della mostra De Filo

Linificio e Canapificio Nazionale
L’allestimento dell’esposizione, negli spazi del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè

Storia e filosofia dell’azienda bergamasca

Dal 1873, il Linificio e Canapificio Nazionale, ormai un riferimento a livello internazionale nel settore tessile, porta avanti una storia di amore incondizionato per le fibre naturali, espresso attraverso un profondo rispetto per la tradizione che, tuttavia, va di pari passo con la spinta all’innovazione e la spiccata sensibilità culturale e ambientale dell’impresa. Da esattamente un secolo e mezzo, infatti, l’azienda mantiene viva – e più rilevante che mai – la sua produzione, esaltando un know-how unico in un’industria che pure può vantare eccellenze note in tutto il mondo. A distinguerla dai competitor è la volontà, perseguita negli anni, di continuare a promuovere la cultura del lino e il ritorno alla coltivazione di questa fibra sul territorio nostrano, sperimentandone in parallelo applicazioni green all’avanguardia, in ambiti non strettamente legati al tessile.

De Filo mostra
Spettro, Matteo Berra

De Filo Bergamo
Thūmós 4.0, Daniela Frongia

Sono diversi, in effetti, i progetti di tutela ambientale che hanno caratterizzato nel tempo la storia del Linificio e Canapificio Nazionale, dall’utilizzo di reti naturali per il packaging alimentare (il progetto – brevettato – L!NCREDIBLE®) alle azioni per la salvaguardia dei fondali marini, in collaborazione con Marevivo, dalle collaborazioni con l’industria automobilistica alle iniziative di compensazione per tutelare la biodiversità, senza contare le numerose attività culturali, educative e di valorizzazione del territorio.

La mostra celebrativa dei 150 anni di storia dell’impresa

Nel 2023, quest’eccellenza manifatturiera tricolore vive un’annata irripetibile, intensa, ricca di novità ed eventi dedicati all’azienda, ai suoi protagonisti, al territorio in cui opera fin dagli inizi.
Prima fra tutti, ovviamente, l’exhibition De Filo, allestita all’interno della sede di Villa d’Almè, in provincia di Bergamo. L’esposizione si configura come un omaggio all’industria tessile italiana e alle possibili declinazioni “eco” della stessa, indagate attraverso molteplici interpretazioni artsy, per stimolare inedite riflessioni su umanità, relazioni, natura e industria.
Negli ampi locali dello stabilimento sono raccolti i lavori di oltre venti artisti, nomi di spicco della scena artistica nazionale (e non solo): si spazia, in questo senso, dalle opere site specific di Kaori Miyayama, Matteo Berra e dello street artist Moneyless, pensate e realizzate appositamente per gli ambienti industriali del Linificio, agli artwork di nomi del calibro di Matthew Attard, Daniela Frongia, Eva e Franco Mattes, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Mimmo Totaro.

Le tante declinazioni artistiche del concetto di “filato”

Il nome della rassegna si fa così portatore di molteplici significati e contrasti esperienziali, che giocano con la nozione di “de-filarsi”, per nascondersi o, al contrario, distinguersi virtuosamente; e con quella di “filare”, nel senso di stringersi o espandersi, tessere per proteggere o connettere qualcosa.
De filo, dunque, è da intendere nell’accezione della preposizione latina, “in merito al” ma anche “sul” filo. L’obiettivo della mostra, in definitiva, è trasmettere messaggi legati al Linificio, alla sua storia, ai suoi luoghi, ai suoi prodotti senza pari, frutto di un sapiente mix di tecnologia, evoluzioni pioneristiche e innovazione nel segno della sostenibilità; per farlo, si affida alla visione sui generis degli artisti, ossia coloro che, storicamente, hanno dimostrato di saper leggere meglio – e prima – di altri l’esprit du temps, restituendolo in forme tanto inconsuete quanto gravide di significato.

De Filo mostre
Filare tra le nuvole, Kaori Miyayama

Nell’immagine in apertura, l’opera Thūmós 4.0, realizzata da Daniela Frongia per la mostra De Filo

Everlasting

Cut-out grafici, pelle scura, abiti bodycon contrappuntati da capi dalle forme generose, accessori iconici caratterizzano le collezioni Spring/Summer 2023 uomo e donna di maison del livello di Chanel, Versace, Valentino, Ferragamo e Paul Smith.

Everlasting fashion
Total look Versace, gloves stylist’s own (MUA credits: Martina Pugliese, Matteo Bonalumi, Paolo Chiatello, Amanda Santarsia)

Everlasting men
Total look Dsquared2, cowboy hat Bonfilio (MUA credits: Patrycja Koerner, Azadeh Bozorgomid)

Everlasting fashion editorial
Total look Paul Smith, belt Chanel (MUA credits: Alex Mazzeffi, Leonardo Techera)

Everlasting MANINTOWN
Total look Ferragamo (MUA credits: Martina Pugliese, Matteo Bonalumi)

Credits

Credits

Editor in Chief Federico Poletti

Photographer Davide Musto

Production and styling Alessia Caliendo

Hair Daniele Villanueva and assistant Jeune Ange Milano

Make-up and beauty products Chanel

Ph. assistants Valentina Ciampaglia, Davide Simonelli

Post-production Filippo Cavalazzi – Zumstudio

Models Keone Pillay @Independent, Ou @No Logo, Giuseppe Allocca @Crew, Angelica F @Next Models, Tory Favaretto @Tank Agency, Karina Kotlyar @The Lab Models, Yeon Han @The One Models

Nell’immagine in apertura, i modelli indossano total look Versace, guanti stylist’s own (MUA credits: Martina Pugliese, Matteo Bonalumi, Paolo Chiatello, Amanda Santarsia)

Anastasia Doaga, attrice appassionata ed eclettica

Attrice ventenne di origine moldava, Anastasia Doaga decide prestissimo di trasferirsi in Italia e laurearsi in giurisprudenza, portando avanti gli studi di recitazione presso l’Accademia nazionale di arte drammatica Silvio D’Amico. Era nel cast della serie rivelazione The Bad Guy, disponibile su Amazon Prime Video, e in quello di Assassin Club, uscito nei cinema lo scorso febbraio, in un ruolo importante per cui ha recitato in inglese accanto a Noomi Rapace, Sam Neill ed Henry Golding. Il 2023 si apre con il botto per lei, grazie a un film da protagonista presentato alla Festa del Cinema di Roma, un road movie introspettivo sull’amore e l’amicizia, per la regia di Andrea Zuliani.

Com’è nata la passione per la recitazione?

Non so bene quando e come sia nata, non ricordo un preciso momento. Da piccola ho iniziato a guardare film, tanti film, e ricordo che andavo in camera, in segreto, e cercavo di riprodurre le espressioni degli attori. Non ricordo neanche i titoli, ero tanto piccola e concentrata sui visi, quasi fosse uno studio su ciò che vedevo. Mi chiedevo, “ci riuscirei o no? Potrei fare queste espressioni?”. È nata come una sfida, insomma.

Anastasia Doaga film
Total look Federica Tosi

Raccontaci dell’esperienza nella serie targata Amazon Prime Video The Bad Guy.

È stata un’esperienza bellissima, quel set era speciale, sembrava che tutto andasse sempre bene e questo è raro. È stato stimolante imparare a fare l’accento russo in italiano, essendo moldava mi risultava abbastanza difficile. Ho ascoltato diverse interviste di attrici e conduttrici russe, arrivate da poco in Italia, cercando di imitarle e rendere il tutto più naturale. Molto divertente, davvero.

Passi dal cinema al teatro, sei giovane ma allo stesso tempo eclettica e poliedrica, dove ti senti più a tuo agio?

Sono due esperienze diverse, effettivamente; ho fatto un po’ di teatro perché studiare alla Silvio d’Amico significa proprio questo. Non saprei dire, però, dove mi senta più a mio agio, forse ad oggi, se dovessi scegliere, opterei per il cinema, per un’indagine interiore, una ricerca personale. Ma non rinuncerei mai al palcoscenico, è parte di me.

Anastasia Doaga The Bad Guy
Total look Tod’s

Com’è stata la tua formazione all’Accademia Silvio d’Amico?

La formazione è stata difficile, quando sono stata ammessa parlavo abbastanza l’italiano, ma avevo un forte accento straniero. Per me la formazione andava in parallelo col “pulire” l’accento, è stato un lavoro tostissimo, la frequenza poi era di sei giorni a settimana, per nove ore al giorno, insomma è stata tosta. Ho sentito tanto il peso del cercare di affinare la parlata, la sfida più grande è stata sicuramente questa.

Qual è il tuo sogno nel cassetto, con chi ti piacerebbe lavorare in futuro?

Non posso rivelare il mio sogno nel cassetto perché è assai articolato, non si può esprimere a parole. In generale, mi piacerebbe lavorare con registi giovani, con un’idea, e in particolare per il cinema d’autore, che guardo spessissimo e mi attira sotto tanti punti di vista, lo sento molto vicino e, in futuro, vorrei tuffarmici, è quella la direzione dove vorrei andare.

Anastasia Doaga Instagram
Total look Federica Tosi

Credits

Talent Anastasia Doaga

Text Federico Giacoia

Photographer Roberto Autuori

Stylist Cosmo Muccino Amatulli

Make-up & hair Isabella Avenali

Ph. assistant Lavinia Mochi

Stylist assistants Lavinia Lodoli, Arianna Compagnone

MUA & hair assistant Michela Masciovecchio

Press office Lorella di Carlo

Nell’immagine in apertura, Anastasia Doaga indossa total look Tod’s

Esposizione MANINTOWN presso lo spazio Top Tag

L’esposizione presso lo spazio Top Tag arriva quasi al termine, con il finissage del 22 giugno. La mostra vede la partecipazione di numerosi interior designer e artisti: tra loro Riccardo Puglielli, che presenta per la prima volta il tavolo in marmo Hera, richiamo alle linee déco, che ricerca un impossibile equilibrio fra arte e funzionalità, solidità e leggerezza, eleganza e praticità, realizzato nei pregiati marmi policromi di Breccia Medicea dell’Acquasanta. Francesco Maria Messina, presente con opere quali il tavolo Fossilia, realizzato in legno fossilizzato incontaminato del Madagascar, il tavolo Glacies in alabastro bianco e vetro, i tavoli Larsen-C, lo specchio LUN Æ un vero e proprio omaggio alla natura, con base in pietra onice, lo scaffale re-epples con elementi realizzati in plastica riciclata per aumentare ulteriormente la consapevolezza sul drammatico impatto che l’inquinamento da plastica ha sugli oceani e il tavolo Plinio, che vuole rappresentare l’eruzione pliniana del Vesuvio nel 1944. Daria Dazzan che arricchisce la tavola con ceramiche fatte a mano e i coloratissimi vasi della collezione Onda. Mariano Franzetti autore di sculture che fondono estro, ricercatezza e sottile ironia. Claudio Saviola con le sue opere che vogliono riproporre l’azione del collezionare, della cura e del conservare attraverso la rappresentazione di un immaginario astratto ed immaginifico, ma comunque riconoscibile sotto il loro aspetto di scrigno. Martino Cappai è un artista sardo che crea ceramiche uniche, ispirate alla tradizione giapponese. I suoi pezzi derivano da folgorazioni istantanee ed esplorano temi che lo interessano ed ossessionano, coniugandoli alla sapienza artigianale e materica dell’arte zen della lavorazione dell’argilla. Enrico Girotti con le sue creazioni in metallo.

Tavolo Hera di Riccardo Puglielli in vendita a 28.000€

Dimensioni: a scelta con piano rotondo a partire da diametro mm 1500, o con piano quadrato o rettangolare da mm 2000×1000 a mm 4000×2000, altezza mm 750.
Materiale base: alluminio – ottone – bronzo.
Materiale piano: marmo, metallo (alluminio – ottone – bronzo), vetro colato, cristallo, legno.

Tavolo Fossilia di Francesco Maria Messina in vendita a 3500€

Materiale base: Legno fossilizzato del Madagascar, risultato della cristallizzazione di un albero vecchio di 60 milioni di anni in pietra simile a marmo con inclusioni di quarzo.
Materiale piano: Vetro fumé su misura martellato a mano 

Tavolo Glacies di Francesco Maria Messina in vendita a 7000€

Materiale base: Alabastro bianco
Dimensioni: 160 x 120 x 60cm H 

I tavoli Larsen-C di Francesco Maria Messina in vendita a 6000€ cad.

Materiali: Base in alabastro e gambe in acrilico

Specchio LUN Æ di Francesco Maria Messina in vendita a 5000€

Materiale: Base in pietra onice

Scaffale re-epples di Francesco Maria Messina in vendita a 26.000€

Materiale: Acciaio
Dimensioni: L 320 x P 40 x H 200

Tavolo Plinio di Francesco Maria Messina in vendita a 18.000€

Materiale base: Pietra di basalto
Materiale struttura: Acciaio
Materiale piano: Vetro fumé

Dimensioni: L 200 x P 110 x H 75

Serie di Daria Dazzan in vendita da 80 a 190€

Sculture di Mariano Franzetti in vendita a


Sculture singole 100€ + iva
Donna con bambino 150€ + iva
Sculture sedute 250€ + iva
Gruppo scultoreo 450€ + iva

Sculture di Claudio Saviola in vendita a


Sculture piccole 110€
Sculture grandi 600€

Sculture di Claudio Saviola in vendita da 180 a 270€

Cosette di Enrico Girotti in vendita da 2392 a 8254€ (in base al materiale)

Materiale: metallo o marmo

Cosettina di Enrico Girotti in vendita da 1462 a 3738€ (in base al materiale)

Materiale: metallo o marmo

10 Corso Como sbarca in Sardegna con un pop-up store al Forte Village

Il concept store milanese 10 Corso Como, dopo l’apertura a Forte dei Marmi lo scorso anno, fa rotta sulla Sardegna e inaugura un nuovo pop-up nel celebre resort Forte Village, nel sud della Sardegna, a Santa Margherita di Pula (Cagliari).
La boutique temporanea dell’insegna presenta una selezione di accessori e borse, la collezione 10 Corso Como logo, quella Home design e una linea beachwear. Prodotti di culto, in piccole edizioni esclusive in co-branding, costituiscono una serie di articoli “long-seller”. L’interesse ad approfondire la conoscenza del prodotto e dei mercati e la predisposizione a entrare in sintonia con una clientela internazionale, unitamente all’instancabile ricerca di designer emergenti da proporre alla clientela e al talento per la vendita sono, da tempi non sospetti, le caratteristiche peculiari dello shop meneghino.

10 Corso Como pop up store
L’interno del nuovo store sardo dell’insegna

10 Corso Como, molto più di un concept store

Fondato a Milano nel 1991 dalla gallerista Carla Sozzani, 10 Corso Como ha creato e diffuso nel mondo il concetto di coesione tra cultura e tendenza, promuovendo il legame tra il mondo della moda, del design e del food. Riconosciuto come il primo concept store internazionale, ha trasformato il concetto di retail in una fusione di lifestyle e moda
Dal 2020, attraverso le skill imprenditoriali di Tiziana Fausti, titolare dell’omonimo multibrand bergamasco, l’insegna valorizza il percorso che l’ha resa un simbolo di Milano e del Made in Italy.

Forte Village, “migliore resort del mondo” da oltre due decenni

10 Corso Como store
Articoli in vendita nel nuovo pop-up store 10 Corso Como

Partner d’eccezione del nuovo progetto della boutique è una destinazione turistica sui generis. “L’unicità del nostro resort – dichiara, commentando la partnership, Marina Vitiello, retail Manager di Forte Village Resort – si esprime anche grazie alla grande moda. Crediamo che l’autentico stile italiano di 10 Corso Como, il concept store per eccellenza, renderà l’esperienza di shopping dei nostri ospiti ancora più esclusiva”.

Immerso in un incantevole parco naturale di 50 ettari, che si affaccia sull’azzurro dell’inimitabile mare della Sardegna meridionale, Forte Village è una destinazione unica a livello internazionale. Insignito – ininterrottamente – del prestigioso titolo di “miglior resort al mondo” dal 1998, offre una selezione di otto eleganti hotel, quaranta suite e tredici ville, in grado di assecondare le aspettative più alte, alle quali vanno aggiunti 21 ristoranti, oltre 20 accademie sportive – guidate da vere e proprie leggende di ciascuna disciplina – e l’Acquaforte Thalasso & SPA, un autentico angolo di paradiso, rinomato in tutto il mondo.

Si dimostra entusiasta della collaborazione anche Tiziana Fausti, presidente dello store, che rivela: “Non potevo non cogliere questa straordinaria opportunità e aggiungere alla visione di 10 Corso Como, il concept che da sempre unisce cultura, arte, design e lifestyle a Milano, un nuovo tassello con l’unicità del Forte Village in Sardegna”.

10 Corso Como Sardegna
L’esterno dello store, all’interno del Forte Village Resort

Nell’immagine in apertura, il nuovo pop-up store 10 Corso Como, all’interno del Forte Village

Time & Tide

Pullover e giacche rigate, blouson, pantaloni candidi e altri capisaldi dello stile navy sposano l’essenzialità ricercata degli accessori must-have della stagione calda, orologi dall’appeal sportivo e occhiali da sole.

Time Tide editorial
Total look Ralph Lauren

Tide fashion editorial
Ribbed cotton jersey and trousers North Sails, watch and leather bracelets Tommy Hilfiger

Time men editorial
Total look Zegna, sunglasses Movitra

navy men fashion
Knitted polo shirt Cruciani, jeans Don The Fuller, watch Boss Watches

fashion editorial spring summer 2023 men
Waistcoat and trousers Santaniello, belt Gavazzeni, scarf Piacenza 1733

spring summer editorial men
Prince of Walesdouble-breasted blazer and jeans Boglioli, linen madarin collar shirt MCS, sunglasses Movitra

Manintown fashion editorial 2023
Cotton jersey and jacket North Sails, jeans Don The Fuller, two-tone watch Tommy Hilfiger

Credits

Photographer Federico Ghiani

Fashion Editor Rosamaria Coniglio

Grooming Simone Piacenti

Model Jhonata Meneghini @Elite

Boat sailing Sean provided by Sailsquare

Nell’immagine in apertura, il modello indossa maglia e pantaloni North Sails, orologio e bracciali di pelle Tommy Hilfiger

Unfinished Sympathy

Movimenti coordinati, gesti statuari e pose plastiche danno risalto ai particolari dei key pieces stagionali, completi, capispalla, jumpsuit e sneakers che arrivano dalle collezioni primavera/estate dei migliori brand internazionali, da Louis Vuitton ad Alexander McQueen, passando per Givenchy, Moncler, Diesel e Zegna.

Unfinished Sympathy fashion
Gaye (left): coat, pants and hat Moschino, sneakers Moncler; Aslan (right): suit Alexander McQueen, sneakers Zegna

Unfinished Sympathy fashion editorial
Aslan (left): jacket and pants Diesel; Gaye (right) total look Givenchy

Unfinished Sympathy magazine
Gaye (left): bomber and pants Diesel, sneakers Moncler; Aslan (right): jumpsuit, jacket and top Moschino, sneakers Diesel

Unfinished Sympathy fashion men
Jacket Alexander McQueen

Unfinished Sympathy menswear
Trousers Alexander McQueen, top Moschino, shoes Versace Jeans Couture

Unfinished Sympathy art
Drawing by Ohpinhana

Credits

Photographer Domenico Petralia @ProductionLink Agency

Stylist Emily Lee @W-MManagement

Grooming Augusto Picerni @W-MManagement using Armani Beauty

Hair Erisson Musella @Blend Management

Ph. assistants Joseph Perro, Cristina Potocean

Stylist assistant Chiara Senese

Videomaker Gabriele Compagni

Models Gaye @Brave Models and Aslan Tsallati @I Love Models

Drawing by Ohpinhana

Production Passepartout4u by Johannes March

Special thanks to Bar Studios

Nell’immagine in apertura, i modelli indossano (a sinistra) soprabito, pantaloni e cappello Moschino, sneakers Moncler, (a destra) completo Alexander McQueen, sneakers Zegna

‘Helmut Newton Legacy’, a Milano la retrospettiva dell’opera di un fotografo eterno

Le sale di Palazzo Reale, a Milano, ospitano fino al 25 giugno l’ampia retrospettiva Helmut Newton Legacy, tributo al centesimo anniversario della nascita del grande artista tedesco.
Attraverso duecentocinquanta tra fotografie e altri materiali, la mostra consente di ripercorrere, come un vero e proprio viaggio cronologico, l’opus di uno dei fotografi più importanti, amati e discussi del Novecento, che con le sue narrazioni del mondo femminile ha segnato in maniera indissolubile – e “indistruttibile” – la rappresentazione della moda contemporanea.

La curatela è affidata a Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, e Denis Curti, direttore de Le Stanze della Fotografia a Venezia.

Helmut Newton mostre
Fashion. Melbourne, 1955 (ph. © Helmut Newton Foundation)

Gli inizi di una leggenda dell’obiettivo

Nato a Berlino nel 1920 da un’agiata famiglia borghese, Helmut Neustädter – questo il suo vero nome – rivela presto la sua passione per la fotografia. Prima di lasciare la città per sfuggire alla persecuzione degli ebrei sotto il nazismo, affianca la famosa fotografa Yva, quindi si sposta dapprima in Cina, poi a Singapore, per raggiungere infine l’Australia nel 1940, aprendo a Melbourne un piccolo studio col supporto della futura moglie, l’attrice June Brunell.

Newton si indirizza definitivamente verso il suo potente, immaginifico stile fotografico a Parigi, negli anni Sessanta, iniziando a collaborare con André Courrèges e scattando servizi per Vogue ed Elle, ma anche per conto di mostri sacri del fashion quali Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld.

Helmut Newton Milano
Italian Vogue. Como, 1996 (ph. © Helmut Newton Foundation)

La celebrazione della figura femminile attraverso la fotografia

Inizia così a catturare su pellicola l’esprit du temps, ridefinendo la fotografia di moda dal punto di vista sociale, culturale e artistico, innescando un’autentica rivoluzione che ha per oggetto il ruolo delle donne, che nei suoi scatti si pongono davanti all’uomo con assertività, determinate e imperiose, guardandolo negli occhi senza alcun timore; figure che irradiano coraggio, austerità e vigore in chiave erotica, per affermare in modo inequivocabile la centralità e sacralità del corpo; come spiega Curti, quello di Newton è «un erotismo pervasivo, mai pornografico, che racconta le sue e le nostre ossessioni».

Le sue sono foto cariche di eros, che tuttavia non scadono nel volgare, nel troppo esplicito; pose bondage e busti ortopedici sottendono, in realtà, una celebrazione della donna, della sua autonomia, del suo potere seduttivo.

Helmut Newton 2023
Machine Age, Thierry Mugler, American Vogue. Monte Carlo, 1995 (ph. © Helmut Newton Foundation)

Il percorso espositivo del museo milanese

Il percorso espositivo del museo è ritmato come un metronomo, ogni decennio viene scandito a mo’ di battito, non solo per sottolineare la trasformazione e metamorfosi della tecnica fotografica di Newton, ma anche per immergere il visitatore nelle varie evoluzioni della sua vita (e carriera). Dai debutti alle ultime creazioni, con una progressione in ordine temporale, i diversi decenni riepilogati nell’esposizione riflettono, infatti, tematiche e fasi lavorative ben definite, che la curatela frammenta in tre capitoli: la fotografia fashion, il nudo, il ritratto. Ne viene fuori una raccolta di scatti iconici e leggendari, cui si sommano immagini inedite, esclusive, tra polaroid e contact sheet, consentendo a chi osserva di comprendere appieno il processo creativo dietro alcune delle opere più significative di un maestro dell’obiettivo.

Helmut Newton mostra
Self-portrait. Monte Carlo, 1993 (ph. © Helmut Newton Foundation)

Nell’immagine in apertura, Helmut Newton, Amica. Milan,1982 (ph. © Helmut Newton Foundation)

La P/E 2023 di Boglioli, un bisogno innato di evasione e scoperta

Per la primavera/estate 2023, Boglioli rende omaggio all’italianità attraverso un susseguirsi di paesaggi, colori unici dalle tinte decise avvolti dalla brezza estiva, emozioni forti, splendore e lusso. La collezione del marchio sartoriale bresciano prende spunto dal bisogno innato di evasione e dalla voglia di scoperta, attraverso la metafora di un viaggio in barca a vela lungo i paesaggi soleggiati della costa mediterranea. La tavolozza stagionale, dunque, attinge a tonalità da “cartolina”, dalle onde blu che s’infrangono sulle spiagge ai mille e più verdi della macchia mediterranea, per finire con le sfumature più suggestive dei caldi cieli al tramonto.

Boglioli PE 2023
Boglioli P/E 2023

Nuance decise, ispirate alla natura mediterranea, e tessuti soft touch

I capi, ispirandosi a un’estetica tutta incentrata su natura, gusto e sartorialità, comunicano un elemento da sempre fondamentale per Boglioli, che in questa stagione diventa protagonista assoluto: il colore. La proposta cromatica parte da due palette precise, richiamando le suggestioni del mare e i contrasti con la terra; tinte materiche e intense, che spaziano dal marrone alla gamma dei blu, includendo tutti i riflessi dell’acqua d’estate, dal profondo blu petrolio al classico navy, per sfociare nella leggerezza degli azzurri e nelle sfumature del verde, dallo smeraldo al verde bottiglia, fino all’impalpabilità dell’acquamarina.
A contrasto con la vivacità delle nuance citate, l’universo discreto del grigio, antracite in primis, e la raffinatezza del bianco gesso.

I tessuti vengono accuratamente selezionati tra le migliori materie prime, rigorosamente italiane; prevalgono fibre naturali di altissima qualità, accomunate dalla straordinaria morbidezza.
Soft touch è la parola d’ordine per la bella stagione del brand: le fibre sono lavorate tra loro per ottenere un feeling tattile morbido, piacevole, unico al contatto con la pelle, al fine di rendere le superfici ancora più̀ fluide. Il cotone, ad esempio, è proposto in purezza per capi dalla mano leggerissima, oppure abbinato ad altri filati d’eccezione come lino, seta e cashmere, per dare vita a diversi, preziosi blend.
Tra le novità di questa collezione, il satin, manifattura nobile dei filati, che riflette la lucentezza visiva e conferisce alle texture una mano delicata e gradevole al tatto.

Boglioli P/E 2023

I key pieces della P/E firmata Boglioli

Tra i cult della P/E targata Boglioli, a livello di capispalla, nuove proposte dai nomi evocativi di un’eleganza d’antan rilassata (la Picasso jacket, dai volumi morbidi, la Hemingway jacket, dall’attitude vintage, e la Sahara Jacket d’ispirazione militare), che vanno ad affiancare modelli tradizionali quali bomber o field jacket. Per quanto riguarda le giacche (fiore all’occhiello della griffe, da sempre), ecco la Windsor jacket, ricalcata sulle linee dei blazer inglesi tipici del countryside britannico, realizzata in bourette di seta fantasia, che aggiunge una nota più casual all’insieme.
Per questa stagione, inoltre, il brand elabora un nuovo concetto di giacca, sia in versione mono che doppiopetto, per restituire al tocco la leggerezza di una nuvola di jersey superlight.
La maglieria stagionale, infine, prevede sottogiacca impreziositi dall’utilizzo di una finezza 18, e un’interpretazione luxury del mondo jogging, con cotone, cashmere e seta ad elevare l’immagine casual.
Il lino, tra le fibre più rappresentative della proposta estiva di Boglioli, viene declinato in diverse, sofisticate varianti, nobilitato nei blend di cashmere e seta o lavorato in purezza.

Boglioli P/E 2023

Four Elements, la capsule in cashmere 100% riciclato

Four Elements è la capsule che prosegue il percorso già intrapreso dal marchio in un’ottica responsabile, consapevole nei confronti del territorio e dell’ambiente in cui viviamo. 

Boglioli reinterpreta e celebra alcuni tra i suoi filati più iconici proponendoli in versione 100% riciclata ed ecologica. Materie prime che coniugano responsabilità ed eccellenza manifatturiera sono etichettate GRS (Global Recycle Standard). La lana high performance superlight, tinta in capo, può vantare la certificazione merino ZQ (lane neozelandesi e moulesing free, ovvero pienamente rispettose del benessere degli animali), mente ad effettuare il processo di tintura sono aziende certificate dall’organizzazione ZDHC di Amsterdam, che stabilisce nuovi standard per il controllo dei processi produttivi.

Boglioli giacche pe 2023

Boglioli primavera estate

Nell’immagine in apertura, due outfit P/E 2023 Boglioli

Nothing but Flowers 2023

Petali, corolle e ramages variopinti invadono le superfici dei pezzi chiavi del menswear primavera/estate 2023, tra giacche sciancrate, camicie fantasia e completi dal taglio over griffati (solo per fare qualche nome) Louis Vuitton, Dolce&Gabbana, Act N°1 e Pal Zileri.

Flowers fashion editorial
Total look Dolce&Gabbana

fashion editorial men spring summer 2023
Jacket Plus, silk trousers Act N°1, scarf Piacenza 1733, sunglasses Kyme, leather gloves Çanaku, shoes Premiata

fashion editorial men 2023
Blazer Pal Zileri, foulard Piacenza 1733

fashion editorial floreale
Total look Louis Vuitton

Credits

Production Fashion Art3.0

Photographer Daniela Rettore

Fashion Editor Rosamaria Coniglio

Grooming Simone Piacenti

Model Javier Darder @Fashion Model

Styling assistants Antonietta Randazzo, Elena Costantino

Nell’immagine in apertura, il modello indossa blazer Pal Zileri e foulard Piacenza 1733

Festival di Cannes 2023, i migliori look della terza serata

La terza serata del Festival di Cannes 2023, dedicata al quinto capitolo della saga cinematografica di Indiana Jones, ha visto sfilare sul tappeto rosso della Croisette numerose star, a partire ovviamente da Harrison Ford, star del film di James Mangold, accompagnato dalla compagna Calista Flockhart. A rendere la serata ancora più interessante, poi, hanno provveduto Phoebe Waller-Bridge, Ester Expósito, Karlie Kloss, Caro Daur e molti altri.

Ecco i best look della terza serata del festival francese.

Phoebe Waller-Bridge in Schiaparelli (ph. by MIKE COPPOLA/GETTY IMAGES)
Karlie Kloss in Dior (ph. by STEPHANE CARDINALE – CORBIS/GETTY IMAGES)
Caroline Daur in Schiaparelli (ph. by GISELA SCHOBER/GETTY IMAGES)
Ester Expósito in Atelier Versace (ph. by ALBERTO TERENGHI/POOL PHOTO/IPA-AGENCY.NET)
Calista Flockhart in Zuhair Murad e Harrison Ford
(ph. by MIKE COPPOLA/GETTY IMAGES)
Kelly Piquet in Lanvin (ph. by SIMONE COMI / IPA-AGENCY.NET)
Juliette Armanet in Dior (ph. by DOMINIQUE CHARRIAU)

Nell’immagine in apertura, Calista Flockhart e Harrison Ford (ph. by MIKE COPPOLA/GETTY IMAGES)

MEDITERRANEO AL MAXXI E MANINTOWN PRESENTANO LA SERATA-EVENTO ‘HOT CHILD IN THE CITY’

Mediterraneo al MAXXI e MANINTOWN, un binomio d’eccezione nel segno del talento e della ricerca musicale, celebrato ieri giovedì 18 maggio con un appuntamento ad hoc. Lo speciale summer party Hot child in the City si è svolto nella cornice, a dir poco suggestiva, di Mediterraneo Ristorante e Giardino del MAXXI; una serata-evento per festeggiare il restyling dell’esterno del locale ispirato alle atmosfere del Sud Italia su idea del proprietario Alessandro Cantagallo, il lancio del nuovo menù a cura di Emanuele Pompili e il nuovo numero della testata, che dà particolare spazio alle voci più promettenti del panorama musicale italiano. Un lavoro di attenzione e scouting di new names che prende ora nuova forma sia nel formato print che in quello digitale.

Una serata all’insegna della creatività, del cinema e della musica grazie anche al live dj set di Andy dei BluVertigo che scandirà con la sua performance la serata.

Proprio in questa occasione MANINTOWN ha presentato il suo ultimo numero dedicato alla Musica dando risalto alla nuova scena musicale italiana, che si sta rinnovando negli ultimi anni, anche grazie ai talent show da cui escono tante promesse di domani. Tra le cover è in testa Levante che, dopo Sanremo e la maternità, torna con nuovi progetti tra musica e cinema, poi MR Rain, i Coma Cose, fino ai giovani come il duo I Santi Francesi e gIANMARIA. Non potevano mancare almeno due Cover dedicate al Cinema che vedono Federica Sabatini e Domenico Cuomo oggi riconosciuto per il ruolo di Gianni CardioTrap in Mare Fuori.

Presenti all’evento, inoltre, numerose celebrities tra cui Leo Gassman, Gabrio Gentilini, Christian Roberto, Roberto Oliveri, Barbara Foria, Desiree Popper, Giulia Schiavo e tanti altri.

New Fits Come In…

Sartoria rivisitata, completi dal sapore workwear, tagli precisi, accessori bold. Sono questi i cardini dell’editoriale pubblicato sul numero 13 di MANINTOWN, incentrato su capi e accessori firmati, tra gli altri, Louis Vuitton, Hermès, Prada, Valentino e Tom Ford.

New Fits MANINTOWN
Total look Zegna, sunglasses Tod’s

New Fits fashion
Total look Etro

New Fits MANINTOWN
Total look Valentino

Credits

Production Fashion Art3.0

Photographer Marco Palumbo

Fashion Editor Rosamaria Coniglio

Stylist Federico Toretti


Nell’immagine in apertura, il modello indossa total look Valentino

Festival di Cannes 2023, i migliori look del secondo red carpet

La seconda giornata della 76esima edizione del Festival di Cannes ha avuto come mattatore Pedro Almódovar e il suo nuovo cortometraggio, Strange Way of Life, prodotto da Saint Laurent. I look del cast sono l’esempio lampante del nuovo menswear, fluido, provocante e soprattutto libero e Manu Rios, famoso per la serie spagnola Élite, ha attirato tutti i riflettori su di sé. Protagoniste assolute, sul tappeto rosso della Croisette, attrici, top model e celebrities, su tutte Viola Davis, Adèle Exarchopoulos e Sara Sampaio.
Ecco i best look della seconda serata del festival cinematografico francese.

Sara Sampaio in Zuhair Murad Couture

Viola Davis in Valentino

Gemma Chan in Louis Vuitton

Laura Harrier in Saint Laurent

Rahi Chadda in Homolog Paris

Nell’immagine in apertura, il cast di Strange Way of Life con Anthony Vaccarello sul red carpet di Cannes (ph. by Christophe Simon/AFP via Getty Images)

Il lato ‘artsy’ dei kimono in mostra al Museo del Tessuto di Prato

Fino al 19 novembre 2023, il Museo del Tessuto di Prato ospita la mostra Kimono – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente. Il progetto mira a indagare le contaminazioni creative e culturali intervenute tra Europa e Sol Levante, prevalentemente dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, ponendo l’attenzione sulle relazioni economico-culturali che hanno poi favorito la fusione tra arte e moda.

In esposizione, nel centro culturale pratese, una serie di dipinti, xilografie, cartoline d’epoca, stampe e tessuti, provenienti da importanti collezioni private e da inedite raccolte dello stesso museo. Elementi cardine del percorso sono, soprattutto, i cinquanta kimono maschili e femminili appartenenti all’esclusiva raccolta privata di Lydia Manavello, realizzati in seta operata, ricamata o stampata. 

“La mostra – spiega il Presidente della Fondazione Museo del Tessuto, Francesco Nicola Marinirappresenta un omaggio che il Museo del Tessuto di Prato vuol rendere alla straordinaria perizia che caratterizza la secolare tradizione tessile del Paese del Sol Levante, offrendo ai nostri visitatori la possibilità di conoscere un ricchissimo patrimonio, altrimenti destinato alla fruizione esclusivamente privata”.

L’indumento più iconico del Sol Levante

L’origine del kimono risale al periodo Nara, cronologicamente collocato tra il 710 e il 794 d.C., quando il paese nipponico si trovava a vivere un rapporto travagliato con la Cina, facendo proprie le usanze e i costumi del luogo, tra cui anche un indumento tipico della popolazione Han. La silhouette è apparentemente semplice, con una tipica forma a T dalle linee dritte, sinuosamente avvolte attorno al corpo, e con maniche molto ampie. Kimono significa letteralmente “cosa da indossare”: dietro questa semplice traduzione si nasconde un mondo fatto di simboli e segni che narrano la meravigliosa e straordinaria tradizione giapponese.

Si tratta, infatti, di un indumento che è stato in grado di aprire un dialogo fra tradizione e modernità, tra Oriente e Occidente, tra generazioni e generi, guidato da una strada soltanto, quella della creatività. I tessuti pregiati si trasformano così in “quadri”, dove ogni dettaglio impresso racconta il periodo storico, la condizione sociale e il gusto di chi lo ha indossato, rappresentando dunque una vera e propria biografia, un reperto storico, come uno specchio in grado di narrare perfettamente trascorsi e vicende personali.

L’arte tra Giappone e Occidente, il percorso espositivo

Accanto al già noto fenomeno del Giapponismo, ovvero il modo in cui l’arte europea di quel periodo ha recepito e reinterpretato il linguaggio espressivo e decorativo dell’arte nipponica, la mostra si sofferma soprattutto sull’illustrazione del processo opposto, definito da alcuni Occidentalismo, nell’ambito del quale anche l’oggetto più iconico della cultura del Sol Levante, il kimono, risente dell’influenza della cultura e dell’arte figurativa occidentale. Il percorso espositivo si apre con una prima sezione che enfatizza la ricezione da parte degli artisti europei degli sviluppi formali delle arti dell’Estremo Oriente e, di contro, quella degli artisti nipponici, i quali restituiscono i caratteri espressivi dell’arte occidentale del periodo, interpretandola in manufatti profondamente radicati nella tradizione. In particolare, attraverso un video suggestivo, i quadri degli impressionisti e poi dei post-impressionisti dialogano perfettamente con le stampe giapponesi.

La seconda sezione, preceduta da un approfondimento sulle complesse tecniche tessili e decorative tradizionali, espone cinquanta straordinari kimono suddivisi per soggetti e decorazioni, alcuni con importanti riferimenti alle avanguardie europee, da Matisse a Klimt, dai futuristi a Kandinsky. Infine, un originale nucleo enfatizza soggetti legati al tema delle maggiori innovazioni tecnologiche dell’industria europea e del periodo bellico, nello specifico quello della Seconda guerra mondiale.

Mostra Kimono 2023
Kimono – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente

Kimono mostre
Capi esposti nella mostra

Museo Tessuto Prato

Nell’immagine in apertura, una sala della mostra Kimono – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente, in corso di svolgimento al Museo del Tessuto di Prato

Mida non è affatto “fuori posto”

Classe ’99, milanese nato a Caracas da madre venezuelana e padre italiano, Mida (nome d’arte di Christian Mida) è un rapper giovanissimo ma con alle spalle una carriera piuttosto lunga e corposa.
Si avvicina alla musica a soli 11 anni e, in poco tempo, alcuni dei freestyle pubblicati sul web iniziano ad attirare l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Cinque anni dopo entra nella Blocco Recordz di Emis Killa, con il quale gira l’Italia come open act del suo tour. Nel 2020 Mida decide di ripartire da indipendente, con la pubblicazione di diversi singoli tra cui Ricordarmi di scordarti, certificato disco d’oro con oltre 22 milioni di stream, grazie al quale si è affermato tra le promesse più interessanti del panorama italiano.

L’esperienza a Sanremo Giovani 2023

La consacrazione definitiva avviene con la partecipazione a Sanremo Giovani 2023 con Malditè, canzone in cui Mida svela in maniera graduale il suo lato introspettivo, affrontando da una parte la sofferenza del lasciar andare qualcosa a cui si tiene, l’attaccamento ai propri sentimenti, per quanto idealizzati, dall’altra la consapevolezza di doversi separare da ciò che ci fa stare male attraverso un brano che rimane impresso fin dal primo ascolto.

“In Malditè – rivela – canto una dolce relazione tossica. Due aggettivi che sembrano annullarsi a vicenda e invece esiste una certa dolcezza nel farsi del male, in un tempo in cui la tossicità di una relazione è diventato un paradigma che rientra quasi nella normalità e che ci porta a cercare sempre più giustificazioni per accettare determinati atteggiamenti. Il brano è stato per me una sfida anche per la sua performance: non credo di essermi mai impegnato tanto nel canto per poterla rendere al meglio”.

Mida rapper
Mida

Fuori posto, il nuovo singolo di Mida

A un mese dall’ultima uscita è il momento già di un nuovo pezzo, Fuori posto, di chiaro stampo pop, che riesce con le sue sonorità aperte e urban a valorizzare al massimo la vocalità del ragazzo, che ci mostra nuovamente una precisione ed un’intonazione spaventosa per la sua età. Il brano, contraddistinto da linee melodiche impeccabili, si presenta come un vero e proprio flusso di coscienza, una riflessione lucida e responsabile con – e su – sé stesso.

Al via il Festival di Cannes 2023: i look più interessanti della serata inaugurale

La 76esima edizione del Festival di Cannes 2023 si apre ufficialmente con la serata inaugurale del 16 maggio. Protagonista, oltre al cinema, è sicuramente la moda che, grazie al red carpet, ci delizia come ogni anno a suon di look, dando vita ad una vera e propria sfilata, uno show nello show. Madrina della kermesse sulla Costa Azzurra è l’attrice Chiara Mastroianni, figlia di Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni, mentre ad aprire il concorso è il film Jeanne du Barry – La favorita del re, diretto e interpretato da Maïwenn, che vede nel cast anche Johnny Depp nei panni del re di Francia Luigi XV. Premiato, inoltre, Michael Douglas con la Palma d’oro d’onore per i suoi cinquant’anni di carriera.

A seguire, alcuni degli outfit più interessanti della serata inaugurale del Festival.

Uma Thurman in Dior

Cindy Bruna in Act N°1

Alessandra Ambrosio in Elie Saab

Jiang Mengjie in Saint Laurent

Naomi Campbell in Celine

Anais Demoustier in Prada

Nell’immagine in apertura, Michael Douglas con Catherine Zeta-Jones e la figlia Carys Zeta Douglas (ph. by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Paola Minaccioni, “molto meglio” l’America

Romana, 51 anni, una creatività multiforme che nel tempo si è espressa attraverso imitazioni, serie tv, commedie e film d’autore (il sodalizio con Ferzan Özpetek, in particolare, le ha permesso di vincere un Nastro d’argento e di ottenere diverse nomination per David di Donatello e Ciak d’oro), l’attrice e conduttrice Paola Minaccioni ha portato negli Stati Uniti (l’8 maggio a New York, il 10 a Los Angeles) lo show Dal vivo sono molto meglio, con l’obiettivo non di emulare la comicità americana, bensì di far conoscere quella italiana, ora che il nostro Paese sembra godere di una nuova luce negli Usa.
MANINTOWN l’ha intervistata proprio alla vigilia della sua partenza per gli States.

Paola Minaccioni
Bustier Gianluca Saitto, skirt Antonio Marras

Il tuo spettacolo sbarca in America, come ti senti a riguardo?

Sono davvero contenta ed emozionata, mi aspetto di divertirmi tantissimo, di vivere la città e il teatro americano non da turista ma come cittadina del mondo. Per me è una vera e propria esplorazione.

Dal vivo sono molto meglio porta sotto i riflettori uno spaccato della società contemporanea, quanto le tue abilità da imitatrice rendono il tutto più semplice?

Un po’ mi aiuta, interpreterò personaggi come Loredana Bertè, Sabrina Ferilli e Giorgia Meloni, che si frappongono come un flusso di coscienza, intervengono nella mia testa come spunto di riflessione sul modo di affrontare le relazioni sentimentali. Li uso tutti, a partire dai personaggi dei miei primi spettacoli, che ho sperimentato per anni.

“L’incontro con Özpetek è stato fondamentale, grazie a lui ho potuto esplorare personaggi con un arco narrativo più vasto e tragicomico”

Hai menzionato Meloni, Bertè e Ferilli, solo tre degli innumerevoli personaggi che hai imitato; ti nascondi e allo stesso tempo ti riveli attraverso le tue incredibili maschere, ma Paola, in realtà, cosa pensa di quello che accade oggi?

Per fortuna siamo in movimento e in evoluzione, ma sicuramente l’Italia ha la caratteristica dell’arrangiarsi, nonostante ci siano tutte le qualità e le forze per essere un Paese straordinario.
Penso ci sia tanto da fare, è sempre estremamente importante riflettere, parlare e discutere e dovremmo farlo più spesso, perché è solo insieme, attraverso il ragionamento, che si può attuare un vero cambiamento.

Paola Minaccioni 2023
Dress Gianluca Saitto

Televisione, cinema, teatro e anche radio; vista la tua duttilità, hai altre passioni che non conosciamo?

Adoro la poesia, quella romana in particolare, da Giuseppe Gioacchino Belli ai poeti contemporanei, sono una grande appassionata. Mi piace molto anche fare sport, di tutti i tipi, sono una forma di meditazione, lo faccio più per la mia testa che per il corpo.

Com’è stato collaborare con Özpetek?

Quello con Ferzan Özpetek è stato un grande incontro, ho avuto la fortuna di conoscere il suo immaginario poetico, comico e umano. Negli anni, infatti, si è rinnovato spesso questo incontro, grazie a lui ho potuto esplorare, anche al cinema, personaggi non rilegati ai tipi classici della commedia, che avessero invece un arco narrativo più vasto e tragicomico, è stato fondamentale per me.

“Ai giovani attori consiglierei di cercare di essere invisibili, lasciando che tutta la parte formativa, di esplorazione di sé, dei propri mezzi e del proprio immaginario, si svolga lontano dai riflettori”

Cos’altro bolle in pentola? Progetti futuri dopo lo show americano?

Aspetto con ansia l’uscita di tre film assai diversi, anche tutti se esplorano il genere comico.
Il 21 giugno uscirà Un matrimonio mostruoso, con la regia di Volfango De Biasi, in cui interpreto una strega e Massimo Ghini un vampiro, mi sono divertita molto a girarlo. Poi Una commedia pericolosa di Alessandro Pondi e il film di Luna Gualano, La guerra del Tiburtino III. E ancora, il teatro, con la preparazione del monologo di Gabriele Di Luca Stupida show, con la compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo.
Insomma, tanti progetti, sono contenta e sto lavorando e spaziando molto, anche come autrice.

Quale consiglio senti di dare ai giovani attori?

Il consiglio che mi sento di dare è quello di cercare di essere invisibili, lasciando che tutta la parte formativa, di esplorazione di sé, dei propri mezzi e del proprio immaginario, si svolga lontano dai riflettori. La spinta data dai social da un lato è stata utile, dall’altro ha fatto sì che i ragazzi si sentano confusi e non abbiano il tempo di maturare e crescere, di riuscire a costruire un’identità lavorativa, perché puntano subito alla visibilità. Quindi gli suggerirei di prendersi il proprio tempo per studiare, sperimentare e viaggiare, ma facendolo in silenzio.

Paola Minaccioni teatro
Total look Antonio Marras, shoes stylist’s archive

Paola Minaccioni spettacolo
Total look Antonio Marras

Credits

Talent Paola Minaccioni

Photographer Davide Musto

Stylist Alfredo Fabrizio

Ph. assistant Valentina Ciampaglia

Hair & make-up Annagioia Catone

Nell’immagine in apertura, Paola Minaccioni indossa bustier Gianluca Saitto, gonna Antonio Marras

Le ‘mutazioni prospettiche’ di Lardini per la P/E 2023

Possedere, narrare e trasmettere una visione è possibile solo se c’è la consapevolezza profonda della propria identità e Lardini, marchio in continua evoluzione, attraverso la nuova collezione primavera/estate 2023 propone un sunto del patrimonio di stile dell’azienda, conservando – e aggiornando – quell’innato desiderio di bellezza che contraddistingue, da sempre, il brand di Filottrano. Con la P/E 2023, infatti, la griffe ribadisce la propria abilità nel generare nuove opportunità di crescita stilistica, attraverso la sintesi di linee armoniose che riflettono volontà etiche ed espressive, capaci di intercettare il cambiamento e le mutazioni del gusto contemporaneo.
Il nome Lardini, del resto, è sinonimo – per usare un’espressione in apparenza contraddittoria – di “complessità di idee basilari” che, però, hanno radici ben profonde, come pure di un’innata sensibilità nel tracciare l’evoluzione del classico, racchiudendo in capi e accessori rigorosamente made in Italy il bisogno di magnificenza e la ricerca di autenticità. 

Lardini primavera estate 2023
Lardini P/E 2023 (ph. courtesy of Lardini)

Tre diverse declinazioni dell’eleganza del brand per la P/E 2023

Con la collezione uomo P/E 2023 vengono introdotte tre nuove declinazioni del Dna del marchio, ossia Attitude, Monotone e Terzini Project. Il primo, nello specifico, campiona i codici stilistici dell’abbigliamento classico per fonderli in un’inedita visione di eleganza consapevole. L’obiettivo è raccontare la raffinatezza dell’uomo Lardini filtrando i capisaldi dell’estetica “club” (ad esempio il circolo del tennis o il night modernista), in modo da costruire un guardaroba fresco e sofisticato, intriso di quello spirito artigianale che per il brand è irrinunciabile.
Troviamo dunque voluminose giacche doppiopetto con quattro bottoni a fiches, pull estivi con effetti grafici e costruzioni inaspettate, trench indossati insieme al cardigan di gusto tennis o, in alternativa, bomber in lino décontracté, camicie di seta con collo bowling, giacche in maglia, abiti a un bottone con profondi revers.
Per quanto riguarda i pantaloni, la scelta è tra modelli dalla gamba dritta con fondo 23 cm e vita medio-alta e altri dal fit stretch, con fondo 17 cm. A completare gli outfit estivi della label, mocassini e boots con tacco arrotondato.

Monotone, l’unicità della prima collezione firmata Lardini LAB

Secondo pilastro della proposta P/E 2023 è la linea Monotone, primo progetto targato Lardini LAB (spazio avant-garde dedito alla sperimentazione), nella quale le declinazioni del classico si trasformano in chiave moderna, incontrando elementi di design contemporanei in un guardaroba che definisce un nuovo, raffinato portamento.
Non si può non notare, osservando le mise di stagione, l’utilizzo di cromie compatte, opache e pastose, espressione tangibile della matericità intrinseca ai tessuti scelti, che accompagna e sottolinea in un tutt’uno continuo le forme degli abiti: si va dal grigio “lunare” a tonalità profonde di blu, dal verde acqua all’immancabile nero.

Lardini giacche
Lardini P/E 2023 (ph. courtesy of Lardini)

Vengono introdotti i valori della vestibilità e del bello, destinati a una nuova generazione di anticonformisti; emblema della disinvoltura, del senso di pragmatismo infuso nella linea è la tuta monopezzo d’ispirazione workwear, mentre le camicie assumono la rilevanza di una giacca e i pants – lunghi, larghi, corti – seguono la traccia di un passo gentile. Le giacche, a due e tre bottoni, sono un inno all’essenzialità, come anche le calzature, ovvero sneakers stringate di tela, a suola piatta, un accessorio basic e trasversale.

La collab con Pietro Terzini

Infine, la capsule collection Terzini Project, che incontra la poetica di Pietro Terzini in un poliedrico messaggio identitario, “No Rain No Flower”. L’artista classe 1990, che incentra il suo lavoro sull’ambivalenza del rapporto tra estetica pop-fiabesca e profondità della comunicazione visiva, indagate attraverso l’elemento linguistico, ha sviluppato per Lardini un claim dall’anima profondamente ambientalista, che richiama l’importanza della sostenibilità e il bisogno di offrire una speranza, per una nuova primavera delle idee; una simbologia potente, che prende forma grazie al fiore simbolo dell’azienda marchigiana, cui Terzini ha deformato i contorni per tramutarlo in un segno grafico, riconoscibile, delicato e poetico.

Il womenswear Lardini per la P/E 2023

Nella collezione Lardini Donna P/E 2023, speculare per ricercatezza e qualità irreprensibile a quella maschile, sono evidenti i riferimenti all’estetica degli anni Novanta, ripresa in volumi, proporzioni, tagli, in generale negli stilemi di quel periodo così vivace e disinibito, emblematico della femminilità moderna.
Gli outfit disegnati da Genea Lardini diventano così uno strumento, per mostrare senza dover dimostrare; traspare in maniera evidente il desiderio di trasmettere una ribellione autorevole, che è spirito di appartenenza del tempo. Un’allure che passa attraverso un’ampia selezione di proposte, dal doppiopetto gessato o monocromo over al monopetto corto e stondato, passando per blazer con revers allungati e giacchini in tweed bouclé, una varietà che ritroviamo nei pantaloni, dritti e morbidi, e negli shorts in differenti lunghezze.

Nell’immagine in apertura, un outfit P/E 2023 di Lardini (ph. courtesy of Lardini)

Hogan lancia le nuove sneakers H630

Quando ancora era sinonimo esclusivamente di sportswear, Hogan lanciò la prima luxury sneaker ribaltando un cliché e creando, così, un nuovo concept e una nuova community. Da allora, il marchio italiano ha avuto la capacità di unire le generazioni di ieri e di oggi attraverso un viaggio continuo, sempre proiettato verso il futuro. Il processo è avvenuto restando al passo coi tempi, rimanendo fedeli alla propria storia e tracciando una strada che in molti hanno deciso di seguire.

Nate dall’innovazione e progettate rispettando appieno l’heritage estetico di Hogan, le nuove sneakers H630, nelle due versioni low-top e hi-top e ispirate al mondo del basket, rispecchiano perfettamente la filosofia stilistica del brand, ossia “Dalla tradizione, ma con lo sguardo proiettato al futuro”.
Genderless e realizzate con grande attenzione ai dettagli, contraddistinte da linee pulite definite da tagli precisi e costruzioni impeccabili, poggiano sulla caratteristica suola color miele, che ne sottolinea e nobilita ulteriormente le forme.

Scarpe destinate e diventare it-shoes, versatili e grintose

La parola chiave è qualità, in quanto si tratta senza dubbio di pezzi cult, all’insegna di una notevole varietà e molteplicità di materiali; il marchio del gruppo Tod’s, infatti, ha declinato le nuove trainers in pelle o con inserti in camoscio, in denim stone washed come pure in cotone di lino, tutti interpretati in cromie neutre e tonalità vitaminiche, che si abbinano con capi estrema facilità tanto ai basics del guardaroba quanto a capi dal gusto sartoriale.

Hogan sneakers 2023
Hogan H630 S/S 2023

La collezione di calzature primavera/estate 2023 rivisita in chiave contemporanea i tratti iconici dell’azienda, elevandone l’estetica con un quid più contemporaneo e fresh. Giovane, grintosa e essenziale, la P/E 2023 della griffe introduce così una moderna interpretazione al design distintivo di Hogan, in attesa del prossimo capitolo di stile di una label capace di restare sempre in sintonia con lo spirito del tempo.

Hogan H630
Hogan H630 S/S 2023

Peter Do è il nuovo direttore creativo di Helmut Lang

A partire dal 15 maggio 2023 sarà il giovane designer vietnamita a prendere le redini di Helmut Lang.

Chi è Peter Do

Nato a Biên Hòa, in Vietnam, Peter Do ha studiato al Fashion Institute of Technology di New York e ha ricevuto l’inaugurale LVMH Graduate Prize nel 2014. Dopo la laurea, si è fatto le ossa nell’atelier prêt-à-porter di Céline con Phoebe Philo, prima di tornare negli Stati Uniti per lavorare con Derek Lam.

Do ha fondato il marchio omonimo nel 2018, guadagnandosi rapidamente l’apprezzamento di addetti ai lavori e celebrities (tra le star fotografate con look del brand si possono citare nientemeno che Beyoncé, Dua Lipa e Zendaya) per la sartorialità impeccabile, affilata e rigorosa, delle sue collezioni, intrise di attitude “downtown cool”.

La carriera

Un curriculum, quello del designer, arricchito ulteriormente dall’inclusione nell’elenco dei co-vincitori del premio LVMH 2020, e dalle candidature al CFDA Emerging Designer Award 2020, al Designer of the Year Award 2021, nonché dall’ingresso nella rosa dei finalisti del Woolmark Prize 2022 e del premio ANDAM 2022.

L’affinità di Peter Do con Helmut Lang è iniziata durante gli anni della formazione a New York. «Ai miei occhi, nessuno più di Helmut Lang incarnava la forza di un pensiero radicale», rivela Do commentando la nomina, e prosegue: «Sono incredibilmente onorato della fiducia che mi viene data nel dare forma al nuovo capitolo della maison ed entusiasta di imparare dalle basi su cui poggia. Voglio creare abiti che ispirino le persone a sfidare la loro concezione di ciò che è possibile quando si tratta di esprimere la propria individualità».

La storia di Helmut Lang

L’azienda Helmut Lang è stata fondata nel 1986 dall’omonimo stilista austriaco, in grado nel corso del tempo di proporre una moda dal gusto minimal, con silhouette semplici eppure irresistibili, riuscendo a ridefinire i canoni stilistici del tempo attraverso un’estetica dal grande impatto e personalità. Il marchio americano si è consacrato negli anni Novanta, con l’ondata antifashion di stampo minimalista, diventando un nome di culto e dettando l’agenda fashion di allora.

Il nuovo creative director lavorerà nello studio di design della label presso il Design and Innovation Center di Fast Retailing, a New York City. «Siamo entusiasti che Peter Do si unisca a Helmut Lang come direttore creativo. Il suo approccio chiaro e innovativo al design si allinea perfettamente con l’etica e il patrimonio del marchio. La sua esperienza con case di moda di lusso e la sua acclamata griffe lo rendono una scelta naturale per questo ruolo», spiega l’amministratore delegato del brand Dinesh Tandon.

Immagine in apertura: Peter Do (ph. Mario Sorrenti, courtesy of Helmut Lang)

Eurovision mania: in quali paesi è più popolare?

L’Eurovision Song Contest è, da tempo, la più attesa e seguita competizione musicale europea, capace di tenere incollati alla tv milioni di spettatori sparsi nel Vecchio Continente – e non solo. Eppure la kermesse (l’edizione 2023, la numero 57, ha preso il via il 9 maggio alla Liverpool Arena) non è popolare in tutta Europa allo stesso modo, come sanno bene gli italiani, che per anni l’hanno dominata, competendo per la vittoria finale (conquistata, prima dell’exploit dei Måneskin nel 2021, da Gigliola Cinquetti nel 1964 e da Toto Cutugno nel ‘90), per poi sostanzialmente disinteressarsene negli anni ‘90 e, infine, tornare ad appassionarsi alla gara negli ultimi dieci anni, un processo di “rinascita” che ha toccato il culmine nel trionfo della rock band romana, con la conseguente organizzazione dell’evento nel 2022, a Torino.

Ma quanto “tira”, oggi, l’Eurovision nel Belpaese? E negli altri stati? Holidu (portale dedicato alla prenotazione di case e appartamenti vacanza tra i più rilevanti d’Europa) si è occupato dell’argomento, stilando la classifica dei paesi in cui il contest è maggiormente popolare, considerando il numero di ricerche web in rapporto alla popolazione.

Eurovision Song Contest 2023

L’Eurovision, molto più di una semplice gara musicale…

Va innanzitutto precisato che, se nelle prime edizioni (quella d’esordio si tenne in Svizzera, nel 1956) l’obiettivo principale dell’Eurovision Song Contest era celebrare la pace e unire il continente dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, col passare del tempo tale proposito è divenuto una realtà consolidata, pur tra alti e bassi, e così la competizione canora si è tramutata in un autentico fenomeno di costume, un simbolo pop paneuropeo.
Poco importa, dunque, che il livello musicale generale – con le dovute, lodevoli eccezioni – sia tutto fuorché elevato, come del resto conta relativamente l’eterogeneità dell’offerta musicale, che spazia tra ballad drammatiche, brani pop, sonorità etniche folkloristiche e quant’altro: alla fine, tutti gli europei da decenni si ritrovano uniti davanti allo schermo, ascoltando per una settimana le stesse canzoni e celebrando, così, l’unicità di ciascuna cultura. Senza dimenticare che in ballo, per il paese vincitore, c’è una vetrina di visibilità annuale e l’opportunità di attrarre quantità considerevoli di turisti, con un indotto tutt’altro che trascurabile.

Eurovision concorso
Ph. AFP

Il podio

A dominare la classifica delle nazioni più appassionate all’ESC è la Spagna, che secondo i dati raccolti da Holidu vanta un volume di ricerca complessivo di 625.000; nonostante l’ultimo successo risalga al lontano 1969, a ravvivare l’interesse dei fan iberici è stato probabilmente, l’anno passato, il terzo posto del brano SloMo di Chanel, miglior risultato dal 1995. Nel 2023, a gareggiare per la Spagna è Blanca Paloma con Eaea, tra i favoriti dei bookmakers; i suoi connazionali possono quindi aspettarsi un show di alto livello.

In seconda posizione, la Svezia (volume di ricerca totale su 100.000 abitanti: 900), che d’altra parte ottenne la prima vittoria già nel 1974 con la hit Waterloo degli ABBA. Il paese scandinavo, inoltre, è il secondo più vincente nella storia del concorso, con due trionfi solo nell’ultimo decennio, che spera ora di replicare con Tattoo di Loreen (già vincitrice nel 2012 con Euphoria).
Chiude il podio la Grecia, in gara nel 2023 con What They Say (Victor Vernicos): L’Eurovision è parte integrante dell’identità nazionale ellenica, cui offre la chance di esprimere musicalmente un patrimonio culturale che non teme confronti.

Le altre posizioni della classifica di Holidu

Al quarto posto, la Lituania, stato dallo ricca scena musicale tradizionale, riproposta spesso sui palchi della manifestazione; sebbene non l’abbia mai vinta, il volume di ricerca totale totale su 100.000 abitanti del paese baltico è pari a 839.
Segue il Regno Unito, che accoglie l’ESC dopo ben 25 anni al posto dell’Ucraina, vincitrice dell’edizione 2022 ma impossibilitata, per ovvi motivi, ad ospitare la finale; oltremanica i piazzamenti sono stati a lungo ben poco lusinghieri, ma un anno fa gli inglesi hanno conquistato un ottimo secondo posto, e adesso sperano di ottenere l’agognato trofeo di vetro con I Wrote a Song di Mae Muller.

In sesta posizione troviamo la Finlandia, che negli anni si è distinta per le proposte spesso innovative dei suoi rappresentanti, tanto da vincere con una canzone metal dei Lordi nel 2006. A seguire, settima, l’Italia, che ha risalito rapidamente la china di questa particolare graduatoria sull’onda del successo di Zitti e buoni dei Måneskin, con conseguente finalissima 2022 al PalaOlimpico torinese: occhi puntati, stavolta, sul vincitore di Sanremo Marco Mengoni. Il cantante, originario di Ronciglione, a pochi mesi di distanza dal trionfo in Liguria si esibirà all’Eurovision con Due vite, a dieci anni esatti di distanza da L’essenziale.
Scorrendo ancora la “top 10”, ecco poi – nell’ordine – Norvegia, Irlanda e Paesi Bassi.

Fonte e classifica completa di tutte le posizioni, con volumi di ricerca e punteggio per ciascun paese, sono disponibili alla pagina www.holidu.it/casa-vacanze/europa#eurovision-mania.

Nell’immagine in apertura, il palco dell’Eurovision Song Contest 2023, alla Liverpool Arena.

Maria Esposito, la rivelazione di ‘Mare fuori 3’

Difficile immaginare un esordio migliore, più dirompente di quello di un ruolo chiave nella serie tv del momento, divenuta rapidamente un autentico tormentone, con ascolti e un fandom degni delle megaproduzioni hollywoodiane. È esattamente ciò che è avvenuto a Maria Esposito, 19enne formatasi all’Accademia di recitazione di Napoli, salita alla ribalta interpretando Rosa Ricci nella terza stagione di Mare fuori, seguitissimo serial Rai incentrato su un gruppo di ragazzi reclusi in un carcere minorile partenopeo, tra i quali – appunto – il suo alter ego sullo schermo, figlia di un boss della camorra che, nel corso delle puntate, finirà per avere una storia d’amore col “nemico” Carmine Di Salvo (alias Massimiliano Caiazzo), esponente apicale del clan rivale.

Per MANINTOWN, ritratta da Davide Musto, la giovane attrice interpreta una parte per lei inusuale, quella della mannequin, sfoggiando con estrema nonchalance capi statement di brand come Versace, Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Mother e Alabama Muse.

Maria Esposito Mare fuori
Dress Calvin Klein, faux fur Alabama Muse 

Maria Esposito intervista
Dress Versace, boots Dr. Martens 

Credits

Talent Maria Esposito

Editor in Chief Federico Poletti

Photographer Davide Musto

Stylist Stefania Sciortino

Make-up & hair Francesca Giulini using Cotril

Ph. assistant Valentina Ciampaglia

Location Coho Loft 

Nell’immagine in apertura, Maria Esposito indossa total look Tommy Hilfiger x Shawn Mendes

Pretty Vacant

Il modello Francesco Testa indossa per MANINTOWN i pezzi “hot” della nuova stagione, tra maglie retrò dalle fantasie optical (Gucci), camicie istoriate da grafismi barocchi (Versace), giacche fittamente ricamate di cristalli (Dolce&Gabbana), trench rivisitati (JordanLuca), completi finestrati in pelle (Moschino).

MANINTOWN editorial
Jacket, shirt and trousers Dolce&Gabbana, shoes Giuseppe Zanotti

Versace men 2023
Total look Versace

Moschino men 2023
Total look Moschino

JordanLuca men 2023
Coat JordanLuca

Credits

Photographer Davide Musto

Stylist Simone Folli

Ph. assistant Davide Simonelli

Stylist assistants Nadia Mistri, Jacopo Venturi

Grooming Mara Bottoni

Model Francesco Testa @Models Scouting Milano

Nell’immagine in apertura, il modello indossa giacca e camicia Dolce&Gabbana

Shimmering Dark

Chiome ossigenate, superfici luminose, forme affusolate, trasparenze outré, capi e accessori eye-catching (firmati, tra gli altri, Diesel, Jimmy Choo, Moncler, Casadei, Karl Lagerfeld). Il racconto visivo dell’editoriale Shimmering Dark si articola in scatti d’impatto, dalle cromie rigorosamente sature.
Protagonista degli scatti, Alessia Labate, creativa eclettica che spazia tra musica, produzione e content creation.

Gentile Milano
Dress Richmond, jacket Gentile Milano, shoes Casadei, sunglasses Arnette, bag Jimmy Choo

Shimmering fashion editorial
Total look Richmond

Diesel donna 2023
Total look Diesel

Credits

Talent Alessia Labate

Photographer Antonio Mercurio

Stylist Julie Wozniak

Stylist assistants Sofi Forcucci, Chiara Campanozzi

Make-up Rossella Pastore

Hair Alessandro Pompili

Nell’immagine in apertura, Alessia Labate indossa total look Gentile Milano

ME Fashion Award, il premio che rende omaggio e unisce big e nuovi talenti del made in Italy

Dall’eleganza timeless della stilista Raffaella Curiel all’arte orafa del maestro Gerardo Sacco, passando per la couture sostenibile del designer Tiziano Guardini: al Palacultura di Messina è andata in scena la prima edizione del ME Fashion Award, il premio dedicato ai big della moda italiana, ai nuovi talenti e ai messinesi famosi nel mondo. Un riconoscimento che vuole valorizzare non solo la moda, ma anche l’artigianalità e il saper fare italiano. L’iniziativa è ideata e organizzata da Patrizia Casale, owner di E-Motion, la società che da vent’anni organizza e promuove eventi fashion nella città dello Stretto: un progetto ambizioso, realizzato con il sostegno del Comune e della Camera di Commercio di Messina, di Confartigianato e Sicindustria e con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana.

ME Fashion Award premi
Tiziano Guardini riceve il primo ME Fashion Award

I new talent della moda tricolore premiati a Messina

Per due giorni il Palacultura messinese è stato l’headquarter dell’intera manifestazione, che ha alternato momenti social, sfilate e talk con le personalità della moda e della cultura coinvolte e premiate. Per il settore fashion hanno ricevuto l’ambito premio 23é, brand siciliano di accessori eco-sostenibili creato da Deborah Correnti e Mirco Marchetti; De Santis By Martin Alvarez, maison milanese di prêt-à-porter le cui straordinarie declinazioni di colore richiamano a una femminilità contemporanea e ricercata, che riscuote vasti consensi anche negli Stati Uniti.

ME Fashion Award premio
De Santis By Martin Alvarez

E ancora, tra i premiati, Gianluca Alibrando, couturier siciliano tra i più acclamati nei red carpet internazionali, Mauro Scalia, artefice dei total look di famose pop star e Pescepazzo, marchio di borse che fa capo a Laura Mendolia, classe 1992, che nel 2018 ha lanciato la sua linea prendendo spunto dal nome di una filastrocca che l’amata nonna Cettina, pittrice e fotografa subacquea di grande talento, le recitava quand’era bambina.

Gianluca Alibrando ME Fashion Award
Gianluca Alibrando

Pescepazzo ME Fashion Award
Pescepazzo

Il ritorno di Gerardo Sacco e Raffaella Curiel, il riconoscimento al designer “green” Tiziano Guardini

Cameo della serata, il ritorno del gioielliere Gerardo Sacco e della stilista Raffaella Curiel, che a circa trent’anni anni dallo storico défilé di Donna sotto le stelle sulla scalinata di piazza di Spagna a Roma, hanno sfilato insieme. Dodici i look che si sono alternati in passerella, arricchiti con i gioielli ispirati alla mitologia della Magna Grecia del maestro crotonese, illustre firma dell’arte orafa italiana.
Tra i vincitori dell’award anche Tiziano Guardini, giovane designer romano che fa della sostenibilità la sua filosofia, utilizzando materiali non convenzionali come gli aghi di pino o le cortecce degli alberi, trasformati in capi sartoriali per diventare sogni da indossare, fino alla “seta non violenta”, ottenuta tramite un meticoloso procedimento di lavorazione che rinuncia a bollire il bozzolo del baco, per ricavare il filato solo in seguito alla metamorfosi del bruco in farfalla. Guardini è uno dei nomi più importanti del panorama fashion sostenibile: è stato il primo ad aggiudicarsi, nel 2017, il premio Franca Sozzani Award For Best Emerging Designer.

ME Fashion Award Tiziano Guardini
Un outfit Tiziano Guardini

Una rassegna che coniuga ambizione globale e attenzione alle eccellenze “locali”

Nel coté culturale della manifestazione è stata rilevante la presenza del Museo Del Costume della Moda Siciliana di Mirto, insieme a quella di Chiara Trombetta, giornalista professionista specializzata nella creazione di progetti editoriali, eventi e strategie digitali per le aziende che, dal 2022, dirige la Business Unit Media and Events di StartupItalia.
Sono saliti sul palco anche Aldo Sacchetti, illustratore per diverse maison del lusso, e Zive, tra i più noti esponenti della street art.

Hanno condotto la prima edizione del ME Fashion Award la giornalista Marika Micalizzi e il ballerino e coreografo Davide Telleri, presentatori di un progetto che vuol essere un contenitore di idee e luogo ideale d’incontro, un ponte fra generazioni diverse, un evento di promozione del made in Italy con un’ambizione globale ma una visione e attenzione “locali”.

ME Fashion Award Raffaella Curiel
Gerardo Sacco e Raffaella Curiel

Nell’immagine in apertura, un’immagina della prima edizione del ME Fashion Award

Met Gala 2023, i look maschili più stravaganti

Il Met Gala di quest’anno ha omaggiato il leggendario stilista tedesco Karl Lagerfeld, scomparso nel 2019. La retrospettiva del museo newyorchese, inaugurata proprio dal red carpet organizzato, come sempre, da Anna Wintour, si intitola infatti Karl Lagerfeld: A Line of Beauty: curata da Andrew Bolton, a capo del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, mette in mostra circa 150 look originali del grande designer, con i relativi bozzetti. Un percorso non cronologico ma tematico e biografico, una raccolta di 200 oggetti del Kaiser della moda tra abiti, schizzi e memorabilia vari, che vogliono raccontare il vocabolario estetico e concettuale di un vero genio.

Il vestito di Jared Leto, ispirato al gatto di Lagerfeld

Sulle scale del Met Gala 2023, tanti i tributi allo storico direttore creativo di Chanel e Fendi. Jared Leto, ad esempio, si è presentato con un costume da gatto a grandezza naturale, in omaggio all’iconico birmano di Lagerfeld, Choupette; l’attore premio Oscar e cantante, star molto amata dal mondo della moda, ha scelto di presentarsi sotto le spoglie della micia in un sontuoso abito bianco da felino. Sotto questo travestimento, Leto indossava un look total black di Karl Lagerfeld. L’ex Joker si è confermato, ancora una volta, la vera stella dell’evento, dopo il successo dello scorso anno, quando si era presentato con Alessandro Michele in versione “gemelli diversi”.

Jared Leto Met Gala 2023
Jared Leto in Karl Lagerfeld (ph. by Lexie Moreland/Getty Images)

Jeremy Pope in Balmain

Il cantante e attore statunitense Jeremy Pope, invece, ha onorato Kaiser Karl con un outfit firmato Balmain, un mantello mastodontico lungo più di nove metri decorato dal ritratto dello stilista tedesco, eseguito a mano. La creazione, personalizzata dal direttore artistico della maison Olivier Rousteing, è stata realizzata con più di 5.000 metri di chiffon di seta e il supporto di oltre settanta sarte.

Jeremy Pope Met Gala 2023
 Jeremy Pope in Balmain (ph. Getty Images via AFP)

Taika Waititi in Prabal Gurung

Il regista di Thor, sul tappeto rosso con la compagna Rita Ora (fasciata in un dress a sirena tutto spacchi e trasparenze), ha sfoggiato una mise firmata, come quella della popstar di origini kosovaro-albanesi, Prabal Gurung, un soprabito grigio ornato da perle chiare.

Taika Waititi Met Gala
Rita Ora e Taika Waititi in Prabal Gurung (ph. by Evan Agostini/Invision/AP)

Sean ‘Diddy’ Combs debutta con Sean John Couture

Il magnate della musica Sean ‘Diddy’ Combs ha reso un tributo allo stilista nato ad Amburgo con un look auto-progettato, descritto dal comunicato stampa ufficiale del marchio Sean John Couture come una «tuta da moto nera», che presentava seicento cristalli Swarovski e perle nere come omaggio all’estetica ideata dal designer per Chanel. Le camelie che coprivano la cappa «molto pesante», come l’ha definita Combs, si componevano di circa 1000 petali di raso e velluto personalizzati, un altro rimando al – lungo – periodo in cui la maison francese era disegnata da Lagerfeld.

Sean ‘Diddy’ Combs Met 2023
Yung Miami e Sean ‘Diddy’ Combs in Sean John Couture (ph. ©Getty Images via AFP)

Harvey Guillén in Christian Siriano

La star di What We Do In The Shadows ha portato un necessario tocco pastello all’evento, indossando un abito a mo’ di smoking Christian Siriano in tweed, arricchito da rose applicate.

Harvey Guillén Met Gala 2023
Harvey Guillén in Christian Siriano (ph. by Jeff Kravitz/FilmMagic)

Nell’immagine in apertura, la cappa Balmain con l’effige di Karl Lagerfeld sfoggiata al Met Gala 2023 da Jeremy Pope (ph. Getty Images)

Mariana Falace tra i protagonisti della seconda stagione di ‘A casa tutti bene’

Andrà in onda dal 5 maggio, su Sky, la seconda stagione di A casa tutti bene di Gabriele Muccino, titolo rivelazione del 2022, che non a caso si era aggiudicato il Nastro d’argento come miglior serie dell’anno. Reboot del film eponimo, campione d’incassi nel 2018, progetto televisivo d’esordio di uno dei registi più noti e premiati della scena italiana – e non solo, prodotto da Sky Studios e Andrea e Raffaella Leone per Lotus Production, il serial torna a raccontare le vicende – a dir poco tormentate – dei Ristuccia, al centro di otto episodi che, a detta dello stesso Muccino, mostreranno «l’evoluzione di tutti gli errori commessi dai personaggi fino ad ora».

A casa tutti bene può vantare un cast d’eccezione, riconfermato pressoché in toto, da Laura Morante a Francesco Scianna, da Silvia D’Amico a Mariana Falace, che interpreta Regina, amante di Diego (alias Antonio Folletto), uno dei membri della “complicata” famiglia al centro della storia.
Classe 1994, nata a Castellammare di Stabia, Falace si è trasferita a Roma nel 2018 per studiare recitazione all’Accademia Duse International, fondata da Francesca De Sapio; il coronamento di un sogno, per la giovane interprete campana, attratta dalla recitazione fin da quando aveva solo sei anni e, in compagnia del nonno, assisté alla prima di una pièce shakespeariana al Theatre Royal Drury Lane, a Londra.

Da Verdone a Muccino, una carriera in rapida ascesa

Talentuosa e determinata, l’attrice è stata scritturata nel 2019 da Carlo Verdone per il ruolo della figlia del protagonista della sua commedia Si vive una volta sola, uscita nel 2021, in cui ha condiviso il set, oltre a Verdone, con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora.

A casa tutti bene cast
Ph. Andrea Ciccalè

Nel 2020, quindi, è arrivato il ruolo principale, al fianco di Francesco Scianna, nel corto di Muccino Open your eyes, presentato durante la 15esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Un anno dopo, proprio l’acclamato autore de L’ultimo bacio e Sette anime l’ha voluta nel titolo con cui si è affacciato alla serialità. Sempre nel 2021, un altro progetto di prim’ordine, È stata la mano di Dio di Sorrentino.
Ora gli episodi inediti di A casa tutti bene, nei quali la “sua” Regina sarà, ancora una volta, uno dei personaggi chiave della saga della famiglia Ristuccia.

A casa tutti bene 2
Mariana Falace con Antonio Folletto in una scena de A casa tutti bene 2 (ph. courtesy of Sky Italia)

Nell’immagine in apertura, un ritratto di Mariana Falace (ph. Andrea Ciccalè)

Play with music: Il nuovo contest di AW LAB per giovani artisti emergenti

AW LAB introduce un nuovo format dedicato ai nuovi talenti della musica italiana e spagnola

La prima edizione riporta le performance live all’interno degli store AW LAB dove i giovani aspiranti artisti avranno l’opportunità di esibirsi dal vivo e davanti ad un pubblico di appassionati di musica. Il contest ha l’obiettivo di scoprire una selezione dei nuovi protagonisti della scena musicale di Italia e Spagna. Saranno infatti coinvolte le città di Milano, Napoli, Barcellona e Madrid. 

PLAY WITH MUSIC conta sulla partecipazione in qualità di ambassador di artisti quali, Colla Zio, Yung Snapp, Cora Novoa e Kyne. Saranno loro a condurre le quattro tappe in store, animando gli eventi con performance live e supportando gli artisti in gara.

Immagine tratta dalla campagna Play With Music

Quale sarà il premio e come partecipare

I due vincitori delle quattro tappe avranno la possibilità di esibirsi sul palco di due dei più importanti festival europei come il Sequoie Music Park di Bologna dove condivideranno il palco con artisti del calibro di MR.RAIN, Tananai, James Bay, Carmen Consoli, Articolo 31, e il Cruilla Festival di Barcellona dove si esibiranno, tra gli altri, Alt-J e Moderat.

Si potrà partecipare al contest caricando un proprio videoclip tra il 17 aprile e il 5 maggio sul sito di AW LAB. La call to action sarà proposta anche da Spotify, media partner ufficiale di PLAY WITH MUSIC. 

Gli appuntamenti per le esibizioni

PLAY WITH MUSIC è un progetto nato in collaborazione con adidas Originals, Puma, Reebok Converse e New Era che durante gli eventi saranno presenti nei touchpoint di AW LAB. Gli appuntamenti per le esibizioni in store sono: Milano 18 Maggio, Napoli 25 Maggio, Barcellona 6 Giugno, Madrid 8 Giugno.

DolceMeta, il place to be di Lodi per i dolci gourmet

DolceMeta Lodi è una pasticceria che fa della produzione – rigorosamente – artigianale, della varietà dell’offerta e dell’attenzione al cliente, servito sempre con dedizione e cortesia, i suoi punti di forza. Un indirizzo da segnare in agenda, per iniziare la giornata con un’ottima colazione o un semplice caffè servito col sorriso, proseguendo poi con una frolla che si scioglie in bocca, un gelato a merenda o altre ghiottonerie, tutte realizzate a regola d’arte.

Come nasce DolceMeta?

La pasticceria nasce da quattro amici che, un giorno, hanno deciso di fare qualcosa insieme e hanno acquistato il bar dove si recavano abitualmente per colazione. Meta è il luogo di ritrovo, ma sono anche le iniziali dei nomi delle loro mogli. Dopo qualche anno, uno di loro, intuendo le potenzialità del posto, ha rilevato l’attività. È entrata una nuova socia, con un’esperienza ventennale maturata presso l’azienda dolciaria Tre Marie, e insieme alla moglie hanno dato al tutto un’impronta più imprenditoriale.
I primi anni sono stati dedicati a un’attenta ricerca, attraverso studi di mercato e sul settore pasticciero. La parola chiave è sempre stata alta qualità. Nonostante i periodi difficili del Covid e quello delle bollette pazze lo scorso anno, non abbiamo mai accettato compromessi sulle materie prime, soprattutto per rispetto verso i clienti.

DolceMeta Lodi
Ph. Davide Simonelli

Un’offerta ampia ed eterogenea, dal dessert simbolo (la torta di Lodi) al cannolo lodigiano

Com’è strutturata la pasticceria?

A primeggiare sono i nostri tre pasticcieri, i pilastri del locale: due sono gli addetti alla frolla, alla sfoglia e ai lievitati, il terzo è specializzato in cake design, dunque si concentra sui prodotti più elaborati. L’obiettivo è combinare il più possibile le diverse personalità e capacità, in modo da ampliare il proprio bagaglio personale, lasciando totale libertà alle passioni di ciascuno. Il clima è molto disteso e piacevole, lavorano a ritmo di musica e sono in perfetta sintonia.

Per quanto riguarda il bar, quello che si insegna agli ultimi arrivati è innanzitutto come accogliere il cliente; per noi è davvero importante farlo sentire a casa, accoglierlo con gentilezza e, soprattutto con il sorriso. Banalmente chiedere “il solito” e riceverlo lo fa sentire coccolato, è importante ricordare le preferenze di ognuno.
Siamo attenti anche alle nuove generazioni e alla continua ricerca di giovani con voglia di fare, quindi siamo in contatto con le scuole del settore, cui diamo la nostra disponibilità per la formazione. Il più giovane dei nostri pasticceri era uno stagista, lo abbiamo assunto dopo il diploma.

“Per noi è davvero importante far sentire il cliente a casa, accoglierlo con gentilezza e, soprattutto, con il sorriso”

Può raccontarci la storia della torta di Lodi e di com’è diventata un vostro must?

Si narra che un pasticciere lodigiano abbia ideato un gioco di parole, ossia “la torta di quando io sono nato” o, altra versione, “la torta nata da me”, arrivando così alla dicitura “torta io nata”, da cui Tortionata ™. Col passare del tempo, è diventata il dolce simbolo della città, tanto che, con ricette, nomi e varianti diverse (cioccolato, frutti di bosco disidratati), la realizzano molte pasticcerie locali. Per la nostra torta di Lodi gli ingredienti sono solo quattro, burro, zucchero, mandorle e farina, ma di primissima scelta; da qui la friabilità che ci ha fatto conoscere in tutta Italia (molti clienti la mettono in valigia quando partono) e anche all’estero.

È un must in quanto, a differenza di altri dessert, ha una scadenza di tre mesi e la si può dunque tenere in casa, nel caso arrivino ospiti senza preavviso, oppure per quando si ha voglia di regalarsi una coccola; non si deve conservare in frigorifero, è sempre fragrante, si può portare in viaggio ed è un dolce conviviale perché non si taglia a fette, ma si spezza e mangia senza forchetta né cucchiaino.

torta di Lodi
La torta di Lodi di DolceMeta (ph. Davide Simonelli)

“La torta di Lodi è un must, un dolce conviviale perché non si taglia a fette, ma si spezza e mangia senza forchetta né cucchiaino”

Quali sono gli altri prodotti maggiormente venduti?

A Lodi sicuramente l’agnello di pasta sfoglia, realizzato durante le feste pasquali: è un dolce a forma di agnello, da farcire al momento con ciò che si preferisce, dalla crema chantilly a quella pasticciera, dal ciccolato alla marmellata, ma anche zabaione, nutella… Mentre il Natale è meno impegnativo, in quanto i panettoni possono essere preparati qualche giorno prima, la Pasqua è per noi un periodo intenso, per la quantità di lavoro e l’immediatezza della preparazione.
Tra i prodotti legati a uno specifico periodo possiamo citare le Offelle a gennaio (marmellata, cioccolato, mele, pistacchio), torte, pasticcini e biscotti a cuore per San Valentino, gli sgionfini ripieni e le maschere di frolla a Carnevale, le zeppole per la festa del papà, gli Ossi e i Meini a novembre.

Per il dessert una certezza è la crostata di marmellata o frutta fresca, con base crema pasticciera; piace sempre, anche per la duttilità, è ideale sia per gli adulti, sia per i più piccoli. E ancora, per i più golosi le mousse ai tre cioccolati, al frutto della passione, frutti di bosco e pan di spagna, farcite con tutte le varianti possibili.
Un altro prodotto territoriale è senz’altro il cannolo lodigiano, una cialda di cioccolato farcita al momento con la panna montata, da abbinare alle meringhe con la panna.

cannolo lodigiano
Il cannolo lodigiano della pasticceria (ph. Davide Simonelli)

Quali sono gli ingredienti o materie prime che identificano maggiormente DolceMeta?

Se per ingredienti intendiamo quelli che servono per preparare un dolce, sicuramente burro, zucchero e uova, se invece parliamo di farciture, crema pasticciera e chantilly, quest’ultima, in particolare, è sempre richiestissima, la consideriamo la farcitura della domenica perchè si riempiono i bignè, si fanno i cigni e altri dolci che “fanno festa”.

“Mantenendo ben salde le tradizioni e senza stravolgere le ricette, abbiamo introdotto delle proposte più innovative”

Ha menzionato l’importanza dei giovani, che rapporto c’è secondo lei fra tradizione e innovazione?

Cerchiamo di portare avanti le storia e le tradizioni locali, rispettando e preservando il territorio, in quanto il Lodigiano è fortemente legato alle proprie radici. Col passare del tempo, l’innovazione è diventata estremamente importante per la nostra pasticceria, e ha significato banalmente aprirci a nuovi dessert, non tipici, adeguandoci alle richieste della clientela e prestando grande attenzione a quanto succede intorno a noi, come per il boom dei macarons di qualche anno fa (da noi usati più per guarnire le torte e dare colore, piuttosto che come vassoio di biscotti).

Mantenendo ben salde le tradizioni e senza stravolgere le ricette, abbiamo introdotto delle proposte più innovative, che possono incontrare i gusti dei giovani lodigiani, dei “nuovi” che si sono trasferiti (le brioches lisce da farcire con la crema di pistacchio vanno tantissimo) e di quelli che viaggiano; ad esempio, dopo una gita a Mont Saint-Michel, ci siamo follemente innamorati della tarte tatin e abbiamo chiesto ai pasticcieri di farla. Con i dolci, come anche con formaggi e vini, i francesi sono molto bravi, quindi ci sta che i loro dessert siano richiesti e si vogliano gustare anche una volta tornati a casa, almeno all’inizio, per prolungare la magia della vacanza. Gli italiani sono cittadini del mondo, ma con l’Italia nel cuore e, ancora di più, sotto i denti!
Abbiamo anche prodotti vegani, senza lattosio né glutine, sempre più richiesti.
L’innovazione, poi, entra anche nella quotidianità attraverso la tecnologia, per organizzare meglio il lavoro, stabilire una programmazione per la produzione e calendarizzare gli acquisti delle materie prime.

Dolci Lodi
Proposte dolciarie della pasticceria (ph. Davide Simonelli)

DolceMeta pasticceria
Ph. Davide Simonelli

Nell’immagine in apertura, la torta di Lodi, specialità di DolceMeta (ph. Davide Simonelli)

Rosa Dolce&Gabbana e Donnafugata, un vino simbolo di artigianalità, cultura e tradizione siciliana

Moda e vino potranno sembrare due mondi lontani, eppure hanno in comune più di quanto si pensi: entrambi simbolo del miglior Made in Italy, mettono a frutto creatività e artigianalità, passione e cura dei dettagli, elementi indispensabili tanto per ottenere un vino di qualità, quanto per realizzare un capo sartoriale degno di una passerella dell’alta moda. La pensano così anche Donnafugata e Dolce&Gabbana, la cui collaborazione vede la luce nel 2020 dando vita ad una collezione di etichette divenute un cult tra gli appassionati. Prodotte in edizioni limitate – ça va sans dire – e personalizzate con creatività in puro stile Dolce&Gabbana.

Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, del resto, hanno avviato in tempi non sospetti varie collaborazioni con realtà italiane d’eccellenza per esaltare i valori alla base del proprio DNA e rappresentare un inconfondibile stile di vita: dal design SMEG al food di Pasta Di Martino e Fiasconaro, fino alla nuova partnership con Bialetti che celebra il rito italiano del caffè.
Nel caso del vino, il minimo comun denominatore della collaborazione è rappresentato dall’amore incondizionato per la Sicilia: se l’azienda vitivinicola Donnafugata lega, infatti, la propria attività al genius loci dei territori dell’isola, da quello di Contessa Entellina all’Etna, il brand di moda, da sempre, trae linfa dall’immaginario siciliano, tra pizzi, rosari, colori, echi barocchi e folclore tradizionale.

Rosa Dolce Gabbana Donnafugata
Rosa Dolce&Gabbana e Donnafugata (ph. by Salvo Alibrio)

Rosa, ambasciatore di due eccellenze del Made in Italy

Tutti i vini co-firmati Dolce&Gabbana e DonnafugataRosa, Tancredi, Isolano e Cuordilava – esprimono i valori di alta artigianalità (atout fondamentale del “fatto in Italia”), della passione e dell’innovazione; vini che si distinguono per la spiccata personalità ed eleganza.
Il primo vino nato dalla collaborazione è Rosa, un seducente rosato il cui nome è stato scelto proprio per enfatizzare il colore che lo contraddistingue e rende unico. È nato da un blend originale di due vitigni autoctoni, tra i più importanti della tradizione dell’isola: il Nerello Mascalese e il Nocera, da territori e vigneti straordinari. Il primo, infatti, proviene dalle pendici dell’Etna, dove la natura vulcanica dei terreni e il microclima danno vita a note di particolare mineralità e delicatezza floreale. L’accattivante componente fruttata deriva invece dalle uve Nocera prodotte nella Tenuta di Contessa Entellina.
Dolce&Gabbana ha raccolto la sfida di curare l’immagine coordinata del vino, creando un packaging originalissimo, ispirato all’estetica variopinta del carretto siciliano, emblema di artigianalità e della cultura dell’isola.

Dolce&Gabbana Donnafugata
Rosa Dolce&Gabbana e Donnafugata (ph. by Salvo Alibrio)

Le caratteristiche del rosato firmato Donnafugata e Dolce&Gabbana

Contraddistinto da una seducente tonalità pink, tenue e brillante al tempo stesso, questo rosato Sicilia Doc presenta un ampio bouquet, con delicate note floreali e fruttate che spaziano dal gelsomino ai petali di rosa, dalla pesca al bergamotto. Un vino di spiccata fragranza, piacevolissimo anche al palato per la mineralità e finezza.

Perfetto per un aperitivo, Rosa trova l’abbinamento ideale con crudi di pesce, pietanze vegetariane e carni delicate.
Oltre alla classica bottiglia da 750 ml, è disponibile anche nel formato Magnum da 1,5 litri, per celebrare speciali occasioni conviviali. Con i suoi astucci personalizzati, Rosa rappresenta anche un’idea regalo decisamente glamour.

Donnafugata Dolce Gabbana
Rosa Dolce&Gabbana e Donnafugata (ph. by Roberto Di Girolamo)

Nell’immagine in apertura, Rosa Dolce&Gabbana e Donnafugata

Il Giro dei Venti 2023, dal Salento a Corfù tra ciclismo e vela

Dal 27 maggio al 3 giugno si terrà la seconda edizione de Il Giro dei Venti, un’esperienza esclusiva alla scoperta di paesaggi, culture e sapori dedicata a un pubblico internazionale, con tappe ciclistiche e veleggiate con imbarcazioni da diporto, nello splendido scenario del Salento e delle coste greche.

Tra sapori e bellezze naturali

Dopo il successo della prima edizione, per il 2023 la competizione propone un concept e un’offerta esperienziale totalmente rinnovati. “Il nuovo Il Giro dei Venti vuole essere un’esperienza esclusiva di benessere e viaggio in cui la dimensione sportiva diventa un’occasione di scoperta”, afferma a riguardo il Cavaliere Sergio Filograna, founder di Workness e ideatore della gara, e precisa: “Se da una parte la condivisione e la complicità che nasce all’interno delle squadre di ciclisti e velisti permetterà di arrivare alla vittoria finale, dall’altra l’iniziativa consentirà di immergersi completamente nel territorio, con i suoi profumi, sapori, bellezze naturali ed eccellenze gastronomiche. Il Giro dei Venti si iscrive così nel novero dei grandi eventi in Puglia”.

Giro dei Venti
Giro dei Venti 2022, tappa ciclistica Leuca-Otranto

I partecipanti si sfideranno durante tre tappe ciclistiche e altrettante veleggiate, immergendosi a pieno in un palinsesto di esperienze leisure all’interno dei due scenari d’eccellenza del percorso: la costa orientale a sud di Otranto, incantevole teatro naturale della Penisola, e l’isola di Corfù, che rappresenta un unicum nel panorama delle isole greche, unendo influenze architettoniche veneziane, francesi e inglesi in uno scenario con boschi e spiagge mozzafiato.

Inoltre quest’anno – aggiunge ancora Filograna – abbiamo voluto valorizzare la decisione dei partecipanti di aver sposato i nostri valori attraverso l’assegnazione di un premio speciale a un equipaggio estratto a sorte: un chilo d’oro in cinque lingotti, di cui uno verrà devoluto. Rappresenta un modo concreto, tangibile e durevole nel tempo per premiare il coinvolgimento in questa nuova avventura”.

Giro dei Venti vela
Giro dei Venti 2022, veleggiata Leuca-Corfù

Il programma della seconda edizione della competizione

Tra le esperienze previste, un glamping con pernottamento in tenda e cena sotto le stelle, nella suggestiva area della Grotta dei Cervi; la visita a un frantoio ipogeo a Castri, dove vivere degustazioni e laboratori dedicati alla riscoperta di antiche tecniche di produzione e conservazione dei cibi; walking tour guidati nel centro storico di Lecce; trekking con possibilità di escursioni per scoprire, tra le altre, la barriera corallina pietrificata. La valorizzazione del territorio pugliese e il rispetto dell’ambiente sono senza dubbio i cardini dell’evento: tutti i partecipanti osserveranno e praticheranno la procedura di piantumazione di ulivi in collaborazione con OlivaMi, associazione che promuove l’adozione degli ulivi salentini come risposta alla devastazione portata dalla Xylella.

Completa il programma, infine, un’avventura blue therapy con il campione di apnea Umberto Pelizzari, che passa attraverso un briefing sull’importanza della consapevolezza del respiro, cui seguirà un’uscita in gommone e, successivamente, un’immersione in tutta sicurezza, per godere, semplicemente, del blu del Mare Nostrum.

Nell’immagine in apertura, la veleggiata Leuca-Corfù, un momento della passata edizione del Giro dei Venti

Rêve romantique

Grattacieli e place to be cittadini, che definiscono il nuovo scenario urbano milanese, fanno da sfondo all’editoriale Rêve romantique. Il modello Antonio Tortorella, fotografato per l’occasione da Davide Pavan, si aggira per le vie di Milano indossando gli outfit più rappresentativi delle collezioni primavera/estate 2023 di maison come Gucci, Ferragamo, Dolce&Gabbana e Celine Homme, alternati a capi e accessori griffati – tra gli altri – Egonlab, Ludovic de Saint Sernin, Alan Crocetti.

Alan Crocetti gioielli
Necklace Alan Crocetti, jeans Egonlab, boots Sonora

 Dolce&Gabbana pe 2023
Total look Dolce&Gabbana

 Egonlab men
Total look Egonlab

Egonlab brand
Total look Egonlab

Ludovic de Saint Sernin men
Leather top and briefs Ludovic de Saint Sernin

Ludovic de Saint Sernin
Leather top and briefs Ludovic de Saint Sernin

Ferragamo man 2023
Total look Ferragamo

Celine Homme outfit
Total look Celine Homme

Celine Homme fashion
Total look Celine Homme

Celine Homme 2023
Total look Celine Homme

Credits

Model Antonio Tortorella @I Love Models

Photographer Davide Pavan

Stylist Nicola Destro

Producer Jessica Lovato

Stylist Assistant Giulia Sangaletti

Make-up and hair Valeria Stefanelli

Nell’immagine in apertura: il modello indossa total look Celine Homme

Bellarmino Fragranze, la prima collezione di profumi d’autore by Sustaina

In occasione di Esxence, fiera di riferimento a livello mondiale della profumeria artistica, Sustaina Luxury, la divisione lusso dell’azienda Sustaina-sustainable cosmetics company, presenta in anteprima Bellarmino Fragranze Extrait de Parfum. Palcoscenico del lancio ufficiale della collezione, lo scorso 30 marzo, il The Core Club Lounge in via Montenapoleone 23.

I primi tre jus maschili della linea, dai nomi evocativi (Not stirred, The boy in you e Giardinetta), nascono dall’illuminazione imprenditoriale di Roberto Boscia, CEO di Sustaina, esperto di comunicazione e appassionato di fragranze di nicchia, proprio attraverso uno studio approfondito di queste ultime, che muove dall’assunto di considerare l’olfatto una componente vitale della quotidianità di ciascuno, secondo solo alla vista. Alla base del progetto, le sensazioni innate dell’inconscio e il lato emozionale proprio di ogni profumo; reminiscenze evocate nel profondo, motivazioni ed energie interiori legate all’immaginario personale, sensazioni ripetibili ovunque semplicemente chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare.

Bellarmino
Un momento dell’evento di lancio della collezione presso The Core Club Lounge

Giardinetta profumo
La teca con il nuovo profumo Giardinetta

Una linea di profumeria artistica che coniuga eccellenza qualitativa e sostenibilità

«Bellarmino, il termine cui abbiamo pensato per questo progetto, richiama un nome tipicamente italiano, ma esclusivo, aulico, ricco di saggezza, rigore, fiducia. Unico nel suo genere, avvolgente, trasversale, per esprimere le varie declinazioni di ogni personalità», spiega l’amministratore delegato di Sustaina, nonché fautore del nuovo marchio di niche perfumery, e precisa: «Non fragranze diverse, ma differenti, un inno alla diversità, all’unicità di ogni individuo».
L’azienda romana, inoltre, ha l’obiettivo di introdurre nel mercato cosmetico nuove soluzioni sostenibili, coniugando un basso impatto del ciclo del prodotto con esperienze multisensoriali di benessere, ad alta funzionalità estetica.

Nel secondo semestre del 2023, le fragranze debutteranno anche all’estero, rendendo il prodotto fruibile su larga scala grazie al suo concept unico e esclusivo.

Not stirred profumo
Not stirred, Bellarmino Fragranze

Le peculiarità delle singole fragranze Bellarmino

Per quanto riguarda le referenze, Not stirred ha un piglio solido e deciso, come il profumo ghiacciato, forte eppure morbido, avvolgente, di un Martini cocktail, ironico e tagliente in egual misura. Nelle note di testa troviamo bergamotto, zest di limone, bacche di ginepro, oliva verde, timo rosso, in quelle di cuore fiori d’arancio, cardamomo, pepe nero, cannella; sul fondo, vetiver, legno di cedro e sandalo, semi di ambretta, musc.

The boy in you profumo
The boy in you

L’essenza di The boy in you è racchiusa invece in un invito, would you play? Un sillage che evoca il rientro a scuola in settembre, tra acquisti in cartoleria, l’odore inconfondibile dei libri appena comprati, interrogazioni alla lavagna e disegni colorati sul banco, con la consapevolezza che la maturità non è tale se non contiene in sé un pizzico di fanciullezza.
Si apre con note di eliotropio e neroli, che cedono il passo a rosa turca, foglie di violetta, patchouli e, per finire, a vaniglia, legni preziosi, un accordo di cuoio, labdano, vetiver, muschio.

Giardinetta rimanda invece a una mattina di sole trascorsa alla guida, segnata dall’effluvio di benzina, cuoio, tabacco e dal rombo del motore, fra texture di tweed, frame di gare automobilistiche, vento che accarezza la pelle. La fragranza è aperta da note di bergamotto e petit grain, con accenti smoky; al cuore della piramide olfattiva, lavanda, legno di cedro, patchouli, sul fondo un accordo cuoio, legni preziosi, betulla, styrax, musc.

I jus sono contenuti in flaconi dal sapore minimal, rettangolari, da 50 ml, in vetro rigorosamente trasparente, con un tappo verniciato distintivo per ciascuna referenza, nero per Not stirred, blu per The boy in you e verde Giardinetta (ispirato alla tonalità della Topolino 500c, icona della migliore italianità) per – appunto – Giardinetta.

Sustaina profumi
Giardinetta

Wine Calls Design, il temporary show di MANINTOWN per la Milano Design Week

MANINTOWN presenta il primo numero The Art of Wine, speciale dedicato interamente al mondo del vino, indagato attraverso le sue molteplici interazioni con l’arte e il design. Un progetto curato, per la parte editoriale, dal sommelier, gastronomo, autore radiofonico e televisivo Andrea Amadei, per quella grafica dall’illustratore Jacopo Ascari, che ha creato per noi tre straordinari artwork, tra cui la copertina e la mappa dell’Italia.


L’esposizione presso lo spazio Top Tag vede la partecipazione di numerosi interior designer e artisti: tra loro Riccardo Puglielli, che presenta per la prima volta il tavolo in marmo Hera, richiamo alle linee déco, che ricerca un impossibile equilibrio fra arte e funzionalità, solidità e leggerezza, eleganza e praticità, realizzato nei pregiati marmi policromi di Breccia Medicea dell’Acquasanta.

Francesco Buonfino lancia il suo progetto di tappeti handmade ricchi di simbologie, dal titolo Motus et Signa.

Francesco Maria Messina, presente con opere quali il tavolo Plinio, ispirato al Vesuvio.

E ancora, Daria Dazzan che arricchisce la tavola con ceramiche fatte a mano e i coloratissimi vasi della collezione Onda.

Mariano Franzetti autore di sculture che fondono estro, ricercatezza e sottile ironia.

Enrico Girotti con lapiega WD, marchio capace di far dialogare la durezza e resistenza del metallo con l’armonia di linee nette, precise al millimetro.

Le creazioni di Kutnia che pongono l’accento sulla pregevolezza dei tessuti turchi.

I lavori del ceramista e artista Niccolò Rossi.

I gioielli scultorei di Arlo Haisek, sublimazione delle tecniche tradizionali dell’oreficeria. 

Infine, le proposte di Bici&Radici, «negozio o meglio, bottega dove ricevere consigli e scambiare conoscenze», per usare le parole degli ideatori, che nello store di piazza Morbegno uniscono le loro passioni, vale a dire due ruote e cultura del verde, mettendo insieme biciclette e fiori coltivati con tecniche uniche, accessori e composizioni sui generis, lontane da un’estetica artificiosa ed eccessivamente ordinata, che esaltano i contrasti presenti nella flora naturale.


Con questo nuovo magazine, MANINTOWN offre ai lettori una serie di spunti e percorsi alternativi sulla ricchezza enogastronomica del Belpaese, dando voce a nuovi produttori, realtà, territori e personaggi, tutti da scoprire.

MANINTOWN #13, Editor’s Letter

È in uscita, venerdì 21 aprile, il numero speciale dedicato alla Musica/Voices, cui si aggiunge una sezione dedicata alla Moda vista nelle sue contaminazioni con l’Arte. Un supplemento che rivedremo anche sul numero dedicato al Cinema/Faces di ottobre. Con Hot Child in the City vogliamo dare risalto alla nuova scena musicale italiana che si sta rinnovando negli ultimi anni, anche grazie ai talent show da cui escono tante promesse di domani.
Tra le nostre otto cover stories spicca Levante che, dopo Sanremo e la maternità, torna con nuovi progetti tra musica e cinema, confermando il talento poliedrico e lo stile unico di questo personaggio. Poi, Mr. Rain (al secolo Mattia Balardi), che avevamo già scattato lo scorso anno, oggi nella testa di tutti con il suo Supereroi, presentato al Festival di Sanremo. E ancora, i Coma_Cose, band a cui avevamo dedicato una cover diversi anni fa e che oggi ha ricevuto il meritato riconoscimento con un successo in forte crescita.
Tra i giovani abbiamo puntato sul duo dei Santi Francesi, reduci dalla vittoria di X Factor, che rappresentano perfettamente il nostro mood Hot Child in the City/ Runnin’ wild and lookin’ pretty. E sempre restando nel mondo upcoming,  gIANMARIA, su cui avevamo scommesso già a Sanremo Giovani e che è arrivato al Festival con il brano Mostro. Non potevano mancare almeno due cover dedicate al Cinema/Faces. Una vede protagonista Domenico Cuomo, oggi riconosciuto per il ruolo di Gianni Cardiotrap in Mare fuori, che si rivelerà prossimamente in nuove e importanti produzioni. E per il cinema al femminile abbiamo scelto Federica Sabatini, tra le protagoniste della seconda stagione di Suburra – La serie, sua prima produzione di respiro internazionale. Last but not least, cover per la Fashion Issue, il modello metà francese, metà italiano Lucas Barski, già protagonista di campagne per importanti brand e che vedremo presto conquistare la fashion scene internazionale.

THE GORE LONDON, UN BOUTIQUE HOTEL AUTENTICAMENTE INGLESE

Il The Gore London, situato a pochi passi da Hyde Park e da Kensington Palace, è uno degli hotel simbolo dell’hotellerie londinese, che punta su un perfetto equilibrio fra stile anglosassone e il meglio dell’ospitalità italiana. Nasce nel 1892, come residence in occasione dell’Esposizione Universale londinese, sotto il patrocinio del Principe Alberto, consorte della Regina Vittoria e dal 2012 fa parte del circuito Starthotels Collezione.

L’unicità delle suite del The Gore London

Al The Gore la storia è ancora viva e tangibile, motivo del suo grande successo e della sua popolarità da oltre 130 anni, così da renderlo uno degli hotel più affascinanti della capitale inglese. Dagli imponenti letti a baldacchino, alle piastrelle vittoriane, dai mobili antichi, ai dipinti originali incastonati in cornici in foglia d’oro, ognuno dei sei piani è un uno scrigno che racchiude preziosi pezzi unici e dettagli emblematici di un’epoca gloriosa. Il luogo e l’atmosfera permettono di immergersi a pieno nel lusso e nello sfarzo di un tempo che ha accolto personalità, artisti e nobili viaggiatori da tutto il mondo. Ognuna delle 50 camere presenta uno stile in grado di rendere differente l’una dalle altre, ammobiliate con grande ricercatezza, eleganza e raffinatezza.
Esempio lampante dell’espressione, dello stile e del gusto è la Tudor Suite, con i suoi 75 mq, è un esemplare unico in tutta Londra. Magnificamente delicata e accurata, con un sontuoso letto scolpito a colonne in mogano, una galleria di menestrelli del XV secolo, ampie vetrate colorate, soffitti alti con travi in quercia a vista e per completare un maestoso camino in pietra.

Junior Suite del The Gore Hotel Londra
La Junior Suite del The Gore Hotel

Il bar dove i Rolling Stones lanciarono l’album Beggars Banquet

All’interno della struttura è presente il Bar 190, ambiente dall’animo decisamente più rock’n’roll in contrasto con l’atmosfera barocca dell’hotel, celebre per essere stato il luogo in cui i Rolling Stones nel 1968 lanciarono il loro album Beggars Banquet. I giovani musicisti difatti, scelsero questo spazio come palcoscenico per l’eccezionale festa di presentazione del nuovo disco, in quanto luogo d’interesse e di richiamo, con un’atmosfera intima e tranquilla. Con la sua posizione strategica, il The Gore, Starhotels Collezione, è l’ambientazione ideale per accogliere convegni ed eventi sia privati che business, le sale comuni si prestano a perfezione per qualsiasi tipo di evento come, dal meeting di lavoro formale per la riunione del board al cocktail party, dal ricevimento di nozze alla cena di gala, fino allo shooting per l’alta moda.

Bar del The Gore Hotel Londra
Il Bar del The Gore Hotel

In apertura, l’interno del The Gore London

FashRev_Mrkt, a Milano il mercato urbano dedicato alla moda sostenibile

La rilevanza, nella scena della moda contemporanea, di concetti quali ricicloupcycling, tracciabilità, circolarità delle materie prime e altre pratiche legate alla sostenibilità, è – per fortuna – un dato di fatto incontrovertibile, al centro dei discorsi di aziende, istituzioni, addetti ai lavori e consumatori. Affinché tali precetti non restino però intenzioni lodevoli o poco più, utili ai fini dei famigerato greenwashing ma ben poco funzionali a un reale cambiamento dello status quo che, nei decenni, ha reso il fashion uno degli ambiti più inquinanti in assoluto, è fondamentale che proprio il pubblico abbia la possibilità di conoscere in maniera approfondita determinate tematiche, di tastarne con mano processi, obiettivi, risultati.

Va esattamente in questa direzione FashRev_Mrkt, mercato urbano promosso da Fashion Revolution Italia che riunisce, in un unico spazio, quei brand che, attraverso le loro collezioni, si fanno portavoce dei valori e dei principi, etici e produttivi, perseguiti dalla ONG fondata da Orsola de Castro e Carry Sommers nel 2013, dopo la tragedia di Rana Plaza, in Bangladesh, nella quale morirono 1138 persone, tutte impiegate – o, per meglio dire, sfruttate – nel settore tessile.
A ospitarlo saranno gli spazi della Fondazione Sozzani, in via Tazzoli 3 (Milano), pronta ad accogliere i visitatori dalle 11 alle 19.30 di venerdì 21 e sabato 22 aprile.

Commentando l’iniziativa, la country coordinator e presidente di Fashion Revolution Italia, Marina Spadafora, sottolinea come la Fashion Revolution Week che si appresta a cominciare sia «speciale per noi, ricorre infatti nel decimo anniversario del crollo del Rana Plaza. A distanza di dieci anni ci siamo chiesti cosa è cambiato e, per trovare una risposta, con FashRev_Mrkt abbiamo voluto dare spazio a marchi positivi ed etici, nati per evitare che tragedie come quella possano ripetersi».

Marina Spadafora
Un ritratto di Marina Spadafora

I brand presenti e il programma del mercato urban di Fashion Revolution Italia

Il mercato sui generis organizzato dalla ONG rappresenta, dunque, la cornice ideale per il lavoro di una serie eterogenea di designer e label, selezionate col contributo della piattaforma Must Had e accomunate dalla consapevolezza del fatto che, nella moda odierna, non debba esserci spazio per ingiustize sociali, sprechi, uso di materiali o tecniche inquinanti e altre procedure che, oltre ad essere moralmente riprovevoli, attentano alla salute (sempre più compromessa) della Terra; tra di loro, EndeleaFarma 282, Cantoprimo, TMMT, W. Camice, Kechic, PECORANERA, SALAD, Sunvitale Studio, TOOLS, Vuschichè e Close the Loop, solo per fare qualche nome.

Fashion Revolution Italia
Fashion Revolution Italia

Durante la serata inaugurale della kermesse, giovedì 20 aprile, è prevista – alle 19 – la proiezione di un episodio di Junk, docuserie co-prodotta da Will e Sky Italia che racconta l’impatto (devastante) della cosiddetta fast fashion su ambiente e persone, concentrandosi proprio sulle storie e immagini di chi, quotidianamente, ne subisce gli effetti deleteri. A seguire, Marina Spadafora ricapitolerà i passi avanti compiuti dall’organizzazione che presiede negli ultimi due lustri e presenterà la campagna Good Clothes Fair Pay, un’iniziativa lanciata a livello comunitario nel 2022, per chiedere al Parlamento Europeo una legge a tutela del pagamento di stipendi dignitosi per tutti i lavoratori dell’industria dell’abbigliamento; perché, oggi più che mai, la salute del Pianeta passa anche e soprattutto da quella delle persone che lo abitano.

Fashion Revolution Italia

Nell’immagine in apertura, foto di una campagna promossa da Fashion Revolution Italia

Miss_U e Til, i nuovi profumi di Laboratorio Olfattivo ispirati alla primavera

Si è conclusa lo scorso 2 aprile l’edizione 2023 di Esxence, fiera dedicata al mondo della profumeria artistica, che ha riunito a Milano ben 298 brand (di cui 95 italiani), provenienti da 30 paesi.
Nell’ambito di quest’importante manifestazione, che rappresenta un prestigioso palcoscenico per le fragranze di nicchia, opera dei migliori nasi ed esperti in materia del mondo, Laboratorio Olfattivo ha presentato al pubblico due nuovi sillage, ispirati alla bella stagione per eccellenza, la primavera.

Il brand torinese, fin dalla sua nascita nel 2009, si pone come obiettivo quello di dare massima espressione ai singoli ingredienti e note di ogni fragranza, in modo che ciascuna crei un’esperienza trascinante, sensorialmente impetuosa, portando alla mente ricordi, luoghi e tempi diversi, evocati da profumazioni sui generis.

Laboratorio Olfattivo store
La boutique milanese di Laboratorio Olfattivo

Due fragranze che esaltano le qualità della bella stagione

Laboratorio Olfattivo 2023
Miss_U Eau de Parfum, Laboratorio Olfattivo

Miss_U, nello specifico, è un profumo emozionale creato da Luca Maffei; nell’ultimo arrivato del marchio, infatti, si fondono delicatezza e un pizzico di malinconia. La rigogliosa apertura degli agrumi si fa più intensa e passionale grazie a cannella, pepe di Sichuan e soprattutto ambre, legni caldi, vaniglia e patchouli.
Til, altra novità della griffe, ha invece ha il magnifico potere di catapultare chi la vaporizza sulla pelle in un’atmosfera di impazienza per l’inizio delle vacanze, cadenzata dai primi raggi di sole, distinguendosi così come un jus capace di comunicare un autentico senso di gioia.
Le note di neroli, zenzero e cardamomo danzano piacevolmente in un fondo avvolgente di legni morbidi e muschi, trasmettendo positività e serenità.

Il successo di Laboratorio Olfattivo dimostra come le maison di nicchia si stiano ritagliando spazi sempre più importanti nella scena profumiera italiana, raccontando storie e personalità differenti, propagando pensieri ed evocando ricordi, arrivando lì dove le parole non possono trasmettere emozioni altrettanto forti.

Laboratorio Olfattivo profumi
Til Eau de Parfum, Laboratorio Olfattivo

Nell’immagine in apertura, lo store milanese di Laboratorio Olfattivo