Cosa succede esattamente quando fotografiamo? Scopritelo al Cortona On The Move

C’è tempo fino al 2 ottobre per visitare Cortona On The Move, il festival internazionale di fotografia che si snoda nel centro storico della cittadina omonima, la Fortezza medicea del Girifalco e la nuova location “Stazione C” nei pressi della stazione di Camucia-Cortona.

Cosa succede esattamente quando fotografiamo?

Chi ha il diritto di fotografare cosa?

La fotografia è un’arma o un faro illuminante?

A che punto siamo con le evoluzioni del linguaggio visivo?

Sono solo alcuni degli interrogativi con i quali ci si scontra durante la visita di questa edizione che indaga sull’intima relazione tra la fotografia, la società e l’identità grazie a decine di mostre, talk, letture portfolio, conferenze e workshop.

Cortona on the move 2022
Ph. ©Thomas Sauvin

Un festival che dimostra come la fotografia «sia il linguaggio più adatto per decifrare il mondo»

Organizzato dall’associazione omonima, il festival vanta il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Cortona, e viene realizzato con il sostegno dei main partner Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia.

Il direttore artistico Paolo Woods afferma: “Ispirandomi al titolo di una tra le più note ballate di Billie Holiday, ‘Me, Myself and I’, desidero che gli spettatori si interroghino su come la fotografia non sia mai assoluta, ma acquisisca diversi significati in base a chi la produce e chi la consuma. Il mio obiettivo è che vengano infranti i muri artificiosi tra fotografia ‘alta’ e ‘bassa’ e che i visitatori del festival ripartano da Cortona con la convinzione che la fotografia sia il linguaggio più adatto per decifrare il mondo che ci circonda”.

“Estendendo le collaborazioni internazionali e presentando produzioni originali e inedite, il festival ambisce a diventare un protagonista della produzione fotografica a livello internazionale” – aggiunge Veronica Nicolardi, direttrice della kermesse, “e a rendere la sua ricerca sul linguaggio fotografico accessibile e comprensibile al grande pubblico, facendone un fattore di scambio e accrescimento culturale”.

Le mostre di Cortona On The Move indagano i grandi temi del presente

I temi portanti delle esposizioni più rilevanti fanno luce sull’attualità a 360 gradi. Visivamente si discute, infatti, di divario sociale, immigrazione, fluidità di genere, unioni civili e religiose, liberalizzazione delle armi.

Martin Parr mostra 2022
Ph. ©Martin Parr

Martin Parr & The Anonymous Project, Déjà View A Conversation in Colour

Déjà View è un dialogo tra due archivi fotografici di notevole spessore: quello del fotografo britannico Martin Parr, considerato uno dei più importanti autori viventi, e quello di The Anonymous Project, iniziativa avviata nel 2017 da Lee Shulman, che raccoglie e conserva diapositive a colori scattate da fotografi amatoriali in tutto il mondo.

Gli abbinamenti degli scatti e il sapiente lavoro di photo editing sono spesso inaspettati, facendo riflettere su quanto profondamente cambi il significato di un’immagine a seconda del fruitore.

Cortona on the move estate 2022
Ph. ©The Anonymous Project

Gabriele Galimberti, The Ameriguns

Di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo per scopi non militari, la metà si trova negli Stati Uniti d’America. Un numero enorme, superiore addirittura a quello della popolazione del paese, risultato di una garanzia costituzionale del Secondo Emendamento (1791).

Galimberti, vincitore del World Press Photo 2021, ha viaggiato negli USA per fotografare i possessori di armi da fuoco, fornendo una visione il più delle volte inquietante di ciò che rappresenta realmente questo diritto sancito dalla costituzione.

Gabriele Galimberti american guns
Ph. ©Gabriele Galimberti

I DO (Sì, lo voglio)

La fotografia di matrimonio è considerata culturalmente meno rilevante nel mondo dell’immagine, ritenuta troppo commerciale e non sufficientemente artistica. Ma i fotografi specializzati in quest’ambito sono i creatori di una memoria personale e collettiva, che rispecchia fedelmente la società in cui operano e l’antropologia umana connessa.

Cortona on the move festival
Ph. ©Collezione Stefanutti

Per I DO, il direttore artistico Paolo Woods ha selezionato fotografi di matrimonio provenienti da 4 continenti. Enoch Boateng e suo fratello Maxwell Aggrey sono star locali in Ghana; Sam & Ekta sono una coppia sul lavoro come nella vita e gestiscono uno studio a Mumbai; Thomas Sauvin è un artista francese, alla guida del progetto Beijing Silvermine; Oreste Pipolo è stato il maestro del classico matrimonio napoletano, un’autentica istituzione del Mezzogiorno, portata avanti oggi dalle figlie Ivana e Miriam; Manal Alhumeed è una fotografa saudita; Valerie Baeriswyl opera in Svizzera e ad Haiti; Lindsay Ladd si occupa di matrimoni gay e queer a Philadelphia; Juan de la Cruz Megías Mondéjar è stato un fotografo attivo negli anni Ottanta e Novanta nella Spagna meridionale; Massimo Stefanutti ha accumulato una collezione di album di matrimonio e, per la prima volta, espone i suoi scatti preferiti.

Alexander Chekmenev, Passport

Nel 1994, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tutti i cittadini dell’Ucraina hanno avuto un anno di tempo per sostituire i loro vecchi passaporti sovietici con nuovi documenti ucraini. Alexander Chekmenev, dopo aver accettato un’offerta di lavoro per scattare le foto per i nuovi passaporti a persone malate, impossibilitate a uscire, ha realizzato che le loro case erano in condizioni disastrose. Attraverso il suo progetto, l’artista ucraino intende dimostrare come, dietro lo sfondo neutro delle fototessere, si nasconda una realtà autentica, priva di qualsiasi ritocco o censura.

festival fotografia Cortona
Ph. ©Alexander Chekmenev

Come ogni edizione, poi, si segnalano i “Talent to Watch” del panorama della fotografia contemporanea, da seguire immediatamente sui social per monitorarne le costanti evoluzioni.

Carlo Rainone, La foto con Dios

Tra il 1984 e il 1991 una nuova categoria fotografica, riconosciuta come un vero e proprio rito personale e collettivo, si afferma a Napoli, la cosiddetta “foto con Maradona”.
Nel 2017 Carlo Rainone ha cominciato la caccia a queste preziosissime “reliquie”, grazie al passaparola e ai social. Muovendosi di casa in casa ha provveduto a scannerizzare tutte le documentazioni originali. Il risultato è una testimonianza di antropologia religiosa, nonché un sapiente allestimento espositivo, che racconta della sconfinata devozione di un popolo per il più grande calciatore di tutti i tempi.

Maradona foto con Dios
Ph. ©Carlo Rainone

Martina Bacigalupo, Gulu Real Art Studio

Nel 2011 in uno studio fotografico di Gulu, Uganda, Martina Bacigalupo nota la stampa di un ritratto con un buco al posto della testa. Il proprietario Obal, che gestisce il più vecchio studio della città, le spiega che gli abitanti del luogo non hanno soldi per comprare quattro fototessere in formato digitale, perciò vengono scattati a pellicola dei ritratti a mezzo busto, da cui ritagliare solo la testa, gettando il resto. Bacigalupo ha collezionato questi scarti per oltre due anni, scegliendo le immagini conservate per lei da Obal.

Alessandro Cinque, Ser y aparecer

Si sofferma sulle fototessere anche Alessandro Cinque, nello specifico su quelle, spesso ingrandite, esibite dai campesinos delle Ande peruviane sulle pareti delle proprie case.

Dopo aver conosciuto l’autore materiale degli scatti, Yhon Alex Huachaca López, Cinque ha provveduto a modificarli con Photoshop per farli apparire nella loro versione migliore, con abiti che in realtà i soggetti fotografati non posseggono, come del resto i ruoli attribuiti loro. È nato così il progetto che il reporter italiano porta avanti in parallelo al lavoro di Yhon, seguendo i contadini del Perù nelle loro abitazioni e ritraendoli nel loro quotidiano.

I finalisti del premio Cortona On The Move Award

Cortona on the move award vincitori
The Anthropocene Illusion di Zed Nelson, vincitore della prima edizione del Cortona On The Move Award

Le narrazioni originali vengono premiate anche dal Cortona On The Move Award, che nella sua prima edizione ha ricevuto, grazie a una open call rivolta agli innovatori della cultura visiva, le candidature di ben 1529 fotografi.
I lavori sono stati analizzati dalla giuria composta da Jim Casper (caporedattore e co-fondatore di LensCulture), Laura Sackett (direttrice creativa della stessa piattaforma), Paolo Woods e Veronica Nicolardi.

Le dieci opere finaliste sono state proiettate durante l’inaugurazione; il vincitore, The Anthropocene Illusion di Zed Nelson, ha ottenuto un riconoscimento economico del valore di € 5.000, oltre alla possibilità di esporre all’edizione 2023 del festival, in programma la prossima estate.

Nell’immagine in apertura, foto dalla serie The Ameriguns di Gabriele Galimberti

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