‘AB Infinite 1’, l’opera in divenire di Andrea Bonaceto con DART Milano alla Permanente

È l’ultima installazione che porta la firma di Andrea Bonaceto, da pochi giorni esposta al Museo della Permanente di Milano. Il titolo AB Infinite 1 – oltre a richiamare le iniziali dell’artista – fa riferimento all’NFT reportage della vita dell’artista, un viaggio immersivo che va ab infinito, all’origine (simboleggiato dal numero 1), in cui il pubblico diventa parte integrante dell’opera, attraverso le sue interazioni operate registrando il proprio account sul sito web www.abinfinite1.com e includendo sui propri canali social Instagram e Twitter l’hashtag #abinfinite1. Un approccio interattivo rivoluzionario che fonde le esperienze quotidiane degli utenti con l’opera d’arte di Bonaceto, grazie al sistema della blockchain Algorand.

AB Infinite 1, Andrea Bonaceto

L’opera, presentata per la prima volta a Londra il 16 maggio in un’installazione interattiva che ha avvolto interamente l‘esterno dell’edificio del flagship store di Flannels a Oxford Street, si trova adesso in esclusiva in Italia, grazie al supporto di DART, per poi continuare il suo tour in giro per il mondo ed infine essere battuta all’asta. AB Infinite 1 rappresenta in maniera esplicita e concreta la filosofia dell’artista, nella sua visione democratica e inclusiva in cui tutti proveniamo dalla stessa fonte e nel valore dell’opera d’arte come espressione di un ciclo vitale in continuo mutamento, alimentato dall’ideatore quanto dal suo fruitore.

Gli abbiamo posto qualche domanda, per conoscere più da vicino il suo punto di vista su una società in rapida evoluzione.

Andrea Bonaceto (ph. Alice Ambrogio)

Intervista all’artista Andrea Bonaceto

Come e perché sei arrivato a realizzare opere NFT?

È stato un processo molto organico e naturale. Ho cominciando lavorando su carta da stampante con matite e pennarelli. Successivamente, sono passato a colori acrilici su tela e cartoncino. Dopo essermi reso conto che i colori acrilici hanno una forte uniformità cromatica, ho pensato che il medium digitale potesse rendere giustizia alle mie idee. Ed è successo nel 2019 e 2020, i primi anni in cui gli NFT cominciavano ad affacciarsi sul mondo dell’arte. Ho subito compreso la portata del cambiamento apportata da questa nuova tecnologia, è stato allora che ho realizzato le mie prime opere NFT.

Ci racconti il tuo rapporto tra arte fisica e digitale? ti servi di entrambe e le fai convivere o preferisci lavorare direttamente in digitale?

Lavoro sia nell’ambito dell’arte fisica che di quella digitale. Le mie prime opere acriliche sono state una serie di paesaggi astratti e 33 ritratti di amici e familiari. Tuttora alterno opere digitali ad opere fisiche. Mi piace la dimensione plastica della creazione dell’opera fisica, in cui il colore si può toccare con mano ed ha uno spessore. L’opera fisica però non permette una rappresentazione su larga scala e non ha quella dinamicità che può avere il corrispettivo digitale. Interpreto l’NFT come un altro strumento creativo che mi permette di rendere l’opera digitale ancora più unica, potendo farla influenzare da ogni tipo di input a mia discrezione.
In sintesi, sia il mondo fisico che digitale sono interessanti per me. Entrambi hanno le loro peculiarità e caratteristiche. Ma è molto importante per me spaziare fra questi due mondi. Lavorando su una dinamicità che offre continuamente nuovi spunti creativi. 

AB Infinite 1, Andrea Bonaceto

In che modo è cambiato il rapporto col mercato e le gallerie?

Le gallerie hanno sempre un ruolo importante ma quello che è cambiato è il rapporto di forza fra la galleria e l’artista. Nell’ambito digitale NFT gli artisti hanno la possibilità di avere un contatto diretto con i loro collezionisti. La galleria in questo caso non è più la sola garante delle interazioni con i collezionisti, ma è l’artista stesso a costruire il suo rapporto diretto con il suo pubblico. Il ruolo della galleria, quindi, diventa quello di ampliare questo gruppo di interesse che già l’artista ha, ed elevare il suo profilo sia da un punto di vista di visibilità che concettuale.

Quali sono i metaversi con cui preferisci lavorare e per quale motivo?

Il metaverso io lo definisco come un mondo digitale basato sul database decentralizzato della blockchain, in cui è possibile interagire con tutto ciò che ci circonda, come facciamo nella vita di tutti i giorni nel modo reale. Fra i metaversi di prima generazione menzionerei Somnium Space, che permette anche un’esperienza di realtà virtuale, ma anche Decentraland e Cryptovoxels. Non ho lavorato direttamente con loro, ma diverse mie opere sono costantemente esposte in questi ambiti. 
Qualche mese fa, ho avuto la possibilità di collaborare con un piccolo metaverso focalizzato principalmente sul settore dell’arte che si chiama Arium: lì ho creato la mia galleria personale sotto forma di una piramide bianca, con la punta dorata, e ho invitato alcuni miei collezionisti a visitarla per vedere le mie opere. Da un punto di vista grafico è un’esperienza ancora embrionale, però è stato interessante sperimentare.
Un metaverso di seconda generazione che prova a migliorare molto il lato grafico è ad esempio Mona Gallery. Dobbiamo anche osservare da vicino grandi società come Epic Games, Meta e altre che stanno lavorando al loro metaverso. La mia speranza è che queste esperienze, che hanno sicuramente un grande valore da un punto di vista grafico e di facile utilizzo, mantengano l’ethos di decentralizzazione e trasparenza proprio della tecnologia blockchain.

L’opera di Bonaceto alla mostra DART 2121. NFT ART OF THE FUTURE, al Museo della Permanente

Come immagini un futuro nell’arte in evoluzione, visto dove siamo arrivati in questo momento?

Gli NFT e la blockchain costituiscono il cambio di paradigma più importante della nostra generazione. L’arte è solo la punta dell’iceberg di questo cambiamento, verrà sublimata verso una dimensione più politica e sociale. In un mondo in cui automazione, robotica ed intelligenza artificiale stanno crescendo in maniera esponenziale, dobbiamo strutturare una società in cui gli individui esistono per quello che veramente sono, in maniera autentica. 
Questo è il compito dell’arte – liberare l’individuo dalle sovrastrutture imposte dalla società in un modello preistorico, che vuole ognuno di noi vivere in una dimensione puramente operativa, unidimensionale e non autentica, con l’unico scopo di ricoprire una certa mansione all’interno della società. Già oggi, e sempre di più in futuro, queste mansioni verranno prese in carico dall’automazione che robotica ed intelligenza artificiale porteranno. Questa non è una mia opinione ma un dato di fatto. 
Quindi voglio immaginare un futuro in cui l’arte è un mezzo e non un fine. Viviamo già una fase in cui interpretare l’arte solo come un fine è anacronistico. Arte vuol dire essere coerenti con se stessi – è lo strumento attraverso il quale gli individui possono ottenere gradi sempre maggiori di libertà, che io credo sia il fine più alto dell’essere umano. NFT e blockchain sono solo un mezzo per velocizzare questo cambiamento già in atto.

NFT e cryptoarte sbarcano a Sanremo

La mania dilagante degli NFT (Non-Fungible Token, i certificati di autenticità digitale creati tramite la tecnologia blockchain) investe ormai gli ambiti più disparati e, grazie a Highsnob, ha raggiunto anche Sanremo. Infatti Michele Matera – questo il vero nome del rapper originario di Avellino, che alla 72esima edizione del Festival ha portato il brano Abbi cura di te, in coppia con Hu, uno dei nomi più quotati della scena rap contemporanea, autore di due album e più di trenta titoli (comprese hit da milioni di ascolti come Harley Quinn, La tocco piano e Wannabe), è attivo anche nel campo della cosiddetta cryptoarte, sotto lo pseudonimo di Eskalator, ed ha già esposto le proprie opere nella mostra di riferimento per questa particolare branca artistica, in rapidissima ascesa, ossia 2121 Crypto Art is Now, ospitata fino a pochi giorni fa dal Museo della Permanente di Milano.

Highsnob indossa il medaglione con l’opera XXX

Oltre a distinguersi sul palco dell’Ariston per la ricercatezza degli outfit dal gusto sartoriale firmati Zegna (ha vestito capi della collezione Winter 22 del marchio per tutte le cinque serate della kermesse, con uno styling ad hoc curato da Michele Previsani), Highsnob ha unito le forze con Mirai Labs, prima piattaforma marketplace green al mondo, arricchendo i suoi look con una vera e propria opera d’arte NFT da lui appositamente creata, inserita in un medaglione dorato. Un pezzo il cui valore va oltre il contenuto artistico in senso stretto, perché XXX (questo il titolo dell’artwork) attiverà la community internazionale di Mirai attraverso una serie di azioni green collegate, che mirano alla salvaguardia dell’ambiente naturale.




Con questa inedita collab, dunque, Highsnob non solo è il primo cantante a portare al Festival la cryptoarte degli NFT, ma partecipa anche direttamente al progetto ecologico di Mirai per la creazione di un marketplace capace di sostenere aziende e iniziative green, utilizzando una parte dei ricavi per piantare foreste, pulire i mari e permettere alla flora e alla fauna del pianeta di rigenerarsi, utilizzando la potentissima leva delle cryptovalute (maggiori informazioni su XXX sono disponibili qui).

Del resto, le nuove generazioni di musicisti e artisti in generale sembrano decisamente sensibili al fascino delle sperimentazioni artsy che mixano creatività e tecnologia, basti pensare al trionfatore (in tandem con Blanco) di Sanremo 2022 Mahmood, che qualche mese fa aveva deciso di declinare in versione digitale i personaggi del suo secondo disco Ghettolimpo, rivolgendosi alla Lettergram (società che ha curato la grafica dell’album) e poi ad Art Rights e AmaZix per trasformare Inuyasha, Rapide, Dorado, Klan e altri alter ego immaginari ch comparivano nei video dei brani in vere e proprie opere formato NFT, ovviamente in serie limitata, vendute su un sito dedicato.


NFT della cover di Ghettolimpo di Mahmood

NFT di uno degli avatar di Ghettolimpo di Mahmood

Il 72esimo Festival della canzone italiana, oltre che per il record di ascolti, il Fantasanremo e il connubio tra moda e musica, sarà dunque ricordato anche per il debutto, sul palcoscenico nazionalpopolare par excellence, di una nuova forma d’arte al confine tra reale e virtuale, destinata a ritagliarsi spazi sempre maggiori nell’odierna società iperdigitalizzata.

DART porta la prima esposizione di criptoarte al Museo della Permanente di Milano

In cover FABIO GIAMPIETRO, Metamorphosis – The Eye

Stiamo assistendo nel concreto agli effetti di una vera transizione digitale che si riflette in maniera rapida e decisiva su tutti i settori del nostro universo, a cui attribuiamo un valore, dal mondo dell’arte ai beni di lusso.  Metaverso e NFT sono i temi che hanno monopolizzato il dibattito culturale dell’era post pandemica o inter-pandemica – visto che ci siamo ancora dentro –  rivoluzionando definitivamente gli equilibri del collezionismo e del rapporto tra gli stakeholder del mondo dell’arte, complice la vendita della casa d’aste Christie’s di un’opera di Beeple “Everydays: the first 5000 days” per 69,3 milioni di dollari nel Marzo 2021, stabilendo un record assoluto per un’opera d’arte digitale e rendendo Mike Winkelmann (vero nome di Beeple) il terzo artista vivente più costoso mai andato all’asta.

Siamo nell’era dell’arte NFT – non fungible token – che certifica proprietà e autenticità di un’opera scritta su Blockchain.
La prima esposizione di arte collettiva NFT in Italia viene ospitata dal Museo della Permanente di Milano (aperta al pubblico fino al 6 febbraio 2022), da sempre adibito all’arte tradizionale, grazie all’ambizioso progetto curato da DART (Dynamic Art Museum) ideato da Piergiulio Lanza e realizzato insieme all’Arch. Riccardo Manfrin che hanno permesso la creazione del primo catalogo di criptoarte al mondo, facendola entrare nel circuito ufficiale della storia dell’arte.

La mostra 2121

La mostra, intitolata “2121” è stata creata grazie alla collaborazione di WRONG THEORY e di Alessandro Brunello (Co-Founder & Co-CEO dell’ExchangeBibipom.com), Alan Tonetti (Founder & CEO di TaoDust) e Serena Tabacchi, curatrice della collezione «Dystopian Vision» e direttrice del MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art. .

L’esposizione prende vita in un percorso espositivo basato sull’interazione tra essere umano e opera digitale che in alcuni casi si tratta di una digitalizzazione dell’opera fisica. La mostra vede i principali esponenti del movimento Blue Chip (artisti già affermati nel settore degli NFT) e OG (acronimo per Old Guy, utilizzato per identificare i pionieri del campo degli NFT).
Una Tratto importante della Crypto Art, è che spesso gli artisti stessi si dedicano al collezionismo di opere NFT.
Una corrente che vede gli artisti connessi a livello globale alla continua ricerca di nuove sperimentazioni creative da condividere e collezionare.

Gli artisti in esposizione presso la mostra 2121 curata da DART

Tra gli artisti italiani Federico Clapis, Alessandro Bavari, Alessio De Vecchi, Andrea Chiampo, Mattia Giordano; Fabio Giampietro, Giovanni Motta, Davide Petraroli, Annibale Siconolfi, Andrea Bonaceto. E ancora tra i più acclamati e conosciuti artisti a livello mondiale: Aeforia, Lucas Aguirre, Alotta Money; Alpha Centauri Kid, Alessandro Bavari, Bakaarts, Billelis, Bored Ape Yacht Club, Gary Cartlidge, Coldie, Crypto Punks, Etienne Crauss, Mattia Cuttini, Dangiuz; Diewiththemostlikes, Donnoh, Dotpigeon, Jesse Draxler, Jan Hakon Erichsen, Eskalator, Frenetik Void Giant Swan, Mattia Giordano, Gmunk, Raf Grasseetti; Grebenshyo, Hackatao, Nate Hill, Janne, Jarvin, Trevor Jones; Matt Kane, Raphael Lacoste, Lushsux, Tim Maxwell, Neurocolor, Rare Pepe, Oveck Reyes, Robness, Sinclair, Six N. Five, Skygolpe, Fabiano Speziari, Thomas Strokes Iii, Toomuchlag; Pindar Van Arman, Vexx, Jonathan Wolfe, Xcopy, Xsullo, Ondrej Zunka, Sarah Zucke.

Piattaforme NFT e smart contract

I market place più noti dove è possibile introdursi nel mercato d’arte degli NFT e sono SuperRare, OpenSea, CryptoPunks, Nonfingible. Il valore delle opere acquistate sale molto più rapidamente rispetto al mercato tradizionale e – udite udite – per la prima volta gli artisti, all’interno di queste piattaforme, concludono le loro vendite ai collezionisti attraverso smart contract che vanno a stipulare in maniera assolutamente autonoma, andando a sostituire l’intermediario: una vera rivoluzione dal punto di vista dell’indipendenza dell’artista. Inoltre, a ogni suo passaggio di mano dopo la prima vendita, l’artista continua a percepire una percentuale, un diritto d’autore che vale per l’eternità.