Moda e musica: l’arte dello styling

Moda e musica sono due facce della stessa medaglia, due universi di senso che dialogano e si ibridano l’uno con l’altro. Siamo da sempre portati a considerarle un tutt’uno e forse non riusciremmo neppure a immaginare l’una disgiunta dall’altra. Artisti come Elvis Presley, i Beatles, Madonna, Michael Jackson, Lady Gaga, ci hanno insegnato che l’immagine giusta può definire se non creare un personaggio, tanto quanto il suo talento.
Del resto sono molti gli studiosi che hanno indagato questo legame, primo fra tutti l’antropologo Ted Polhemus che ha più volte sottolineato come «nel corso della storia il musicista sia stato una figura che viene guardata, oltre che ascoltata». Moda e musica dunque sono due forme di comunicazione, due veri e propri linguaggi. Oggi più che mai, l’immagine dei talenti musicali viene costruita a tavolino e dietro questa operazione ci sono gli stylist, figure professionali capaci di dar vita a immaginari dal forte impatto emotivo, che attirano potentemente il nostro sguardo.

Gli stylist che stanno trasformando lo showbiz musicale italiano, da Susanna Ausoni a Ramona Tabita, a Nick Cerioni

«Vestire una persona significa prima di tutto conoscerne la più vera natura. È da lì che parte tutto. Per me gli abiti sono ponti tra differenti aree culturali e la fisicità: il mio lavoro è compiuto solo quando se ne costruiscono di solidi». Con queste parole Susanna Ausoni, regina del celebrity styling italiano, descrive la professione che l’ha portata a collaborare con grandi artisti musicali e dello showbiz; alle spalle una lunga carriera iniziata da MTV negli anni ‘90, oggi è artefice dei look di star del calibro di Mahmood, Elisa e Noemi.

Proprio con Susanna Ausoni si è formato Nicolò “Nick” Cerioni, creativo visionario che spesso e volentieri usa la chiave dell’ironia e dello stupore. Da più di dieci anni collabora con Jovanotti, un sodalizio che ricorda come «una grande scuola non solo professionale ma, soprattutto, umana. Lorenzo mi dato fiducia in un momento in cui nessuno credeva nel mio, nostro lavoro. Guardo ancora a quanto abbiamo fatto insieme con emozione. Per me è un maestro, un vulcano creativo, un artista enorme capace di elevare anche chi lo circonda».

La firma estetica di Cerioni è sicuramente d’impatto e spesso controversa, non a caso è proprio lui a dar vita a moltissimi look di Achille Lauro, tra cui quello firmato Gucci indossato durante il Festival di Sanremo 2020, una tutina di tulle e cristalli impossibile da dimenticare. Il cantautore romano, secondo lui, «è un artista prezioso perché unico e inimitabile. Incarna molti contrasti che rendono quello che fa potente e misterioso, in un dualismo incredibile di luci e ombre. Gli sarò sempre grato per avermi dato la possibilità di creare insieme l’intero progetto creativo di numerose performance, video e foto. Lavorare con Lauro mi ha fatto sentire libero, la sensazione più bella di sempre».
Anche lo stile glam rock dei Måneskin è opera di Cerioni, così come il trend adottato da Orietta Berti negli ultimi tempi; «Orietta è una donna libera, aperta, è la nostra Lady Gaga», sostiene, un paragone decisamente azzardato ma da cui traspare tutta l’ironia del restyling in questione.

A volte un cambio d’immagine può mettere il turbo alla carriera di un artista. Lo sa bene Ramona Tabita, tra gli stylist più richiesti, “responsabile” della metamorfosi di Elodie dallo stile Amici a quello di femme fatale. Collabora da anni con Ghali: «Volevamo un’immagine non standard, diversa da quella classica del rapper con i pantaloni larghi e le sneakers. Abbiamo optato per un’estetica curata, dalle silhouette sartoriali, che attraverso i contrasti valorizzasse la sua figura», specifica.

I celebrity stylist dietro i look di Levante, La Rappresentante di Lista, Blanco: “Mr. Lollo” e Tiny Idols

Levante stile
Lorenzo Oddo con Levante

Tra i nuovi nomi di punta del settore c’è Lorenzo Oddo, in arte Mr. Lollo, fashion designer (per anni nel team di Marco De Vincenzo) e stylist di riferimento di Levante, di cui dice: «Claudia ha una forza espressiva fuori dal comune, è come un foglio bianco che attraverso gli abiti si tinge di volta in volta di colori diversi. Ha un carisma straordinario, può indossare qualsiasi cosa senza che la sua immagine ne sia sovrastata». È proprio durante un suo concerto che incontra La Rappresentante di Lista (Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina), di cui ha curato l’immagine a Sanremo 2022. Commentando la collaborazione, ricorda: «Quando ho ascoltato il pezzo ho subito pensato di mettere in scena dei personaggi, abbiamo trascorso mesi nell’archivio di Moschino cercando i capi giusti che ci aiutassero a rappresentare visivamente i temi della canzone. Del resto il brano è apparentemente leggero, divertente, ma allo stesso tempo obbliga a riflessioni importanti sul mondo che ci circonda. Abbiamo scelto dei look apparentemente giocosi, ma che portassero un messaggio di spessore, outfit d’impatto che completassero il racconto in maniera perfetta. Lo styling parte dalla testa, deve esserci un pensiero dietro».

La rappresentante di lista Sanremo 2022
Veronica Lucchesi, Lorenzo Oddo, Dario Mangiaracina
La rappresentante di lista Moschino
Lorenzo Oddo con La Rappresentante di Lista

Se dell’ultimo Festival ricorderemo mantelli e bluse leggere indossate da Blanco, il merito è di Tiny Idols (Silvia Ortombina), che da anni collabora con l’artista.
«Volevo tradurre la carnalità in eleganza semplice, rappresentare più che il corpo lo spirito, raccontare un sogno lucido che vive di sentimento autentico, reale. Pierpaolo Piccioli ha la capacità di tradurre da sempre questo tipo di estetica in modo superbo e per me è stato un onora lavorare con il team Valentino partendo proprio dagli statement della maison: mantello e chiffon. Ho voluto dar vita a un messaggio forte accostando i ricami ai tatuaggi, ridisegnando il corpo in modo prezioso ma allo stesso tempo semplice, per dichiarare che la moda non è questione di trend, ma di stile». Come darle torto?

Blanco Fabrique Milano
Blanco al Fabrique di Milano (ph. Roberto Graziano Moro)
Blanco moda stilista
Blanco (ph. Roberto Graziano Moro)

Nell’immagine in apertura, Blanco in concerto al Fabrique, ph. Roberto Graziano Moro

NFT e cryptoarte sbarcano a Sanremo

La mania dilagante degli NFT (Non-Fungible Token, i certificati di autenticità digitale creati tramite la tecnologia blockchain) investe ormai gli ambiti più disparati e, grazie a Highsnob, ha raggiunto anche Sanremo. Infatti Michele Matera – questo il vero nome del rapper originario di Avellino, che alla 72esima edizione del Festival ha portato il brano Abbi cura di te, in coppia con Hu, uno dei nomi più quotati della scena rap contemporanea, autore di due album e più di trenta titoli (comprese hit da milioni di ascolti come Harley Quinn, La tocco piano e Wannabe), è attivo anche nel campo della cosiddetta cryptoarte, sotto lo pseudonimo di Eskalator, ed ha già esposto le proprie opere nella mostra di riferimento per questa particolare branca artistica, in rapidissima ascesa, ossia 2121 Crypto Art is Now, ospitata fino a pochi giorni fa dal Museo della Permanente di Milano.

Highsnob indossa il medaglione con l’opera XXX

Oltre a distinguersi sul palco dell’Ariston per la ricercatezza degli outfit dal gusto sartoriale firmati Zegna (ha vestito capi della collezione Winter 22 del marchio per tutte le cinque serate della kermesse, con uno styling ad hoc curato da Michele Previsani), Highsnob ha unito le forze con Mirai Labs, prima piattaforma marketplace green al mondo, arricchendo i suoi look con una vera e propria opera d’arte NFT da lui appositamente creata, inserita in un medaglione dorato. Un pezzo il cui valore va oltre il contenuto artistico in senso stretto, perché XXX (questo il titolo dell’artwork) attiverà la community internazionale di Mirai attraverso una serie di azioni green collegate, che mirano alla salvaguardia dell’ambiente naturale.




Con questa inedita collab, dunque, Highsnob non solo è il primo cantante a portare al Festival la cryptoarte degli NFT, ma partecipa anche direttamente al progetto ecologico di Mirai per la creazione di un marketplace capace di sostenere aziende e iniziative green, utilizzando una parte dei ricavi per piantare foreste, pulire i mari e permettere alla flora e alla fauna del pianeta di rigenerarsi, utilizzando la potentissima leva delle cryptovalute (maggiori informazioni su XXX sono disponibili qui).

Del resto, le nuove generazioni di musicisti e artisti in generale sembrano decisamente sensibili al fascino delle sperimentazioni artsy che mixano creatività e tecnologia, basti pensare al trionfatore (in tandem con Blanco) di Sanremo 2022 Mahmood, che qualche mese fa aveva deciso di declinare in versione digitale i personaggi del suo secondo disco Ghettolimpo, rivolgendosi alla Lettergram (società che ha curato la grafica dell’album) e poi ad Art Rights e AmaZix per trasformare Inuyasha, Rapide, Dorado, Klan e altri alter ego immaginari ch comparivano nei video dei brani in vere e proprie opere formato NFT, ovviamente in serie limitata, vendute su un sito dedicato.


NFT della cover di Ghettolimpo di Mahmood

NFT di uno degli avatar di Ghettolimpo di Mahmood

Il 72esimo Festival della canzone italiana, oltre che per il record di ascolti, il Fantasanremo e il connubio tra moda e musica, sarà dunque ricordato anche per il debutto, sul palcoscenico nazionalpopolare par excellence, di una nuova forma d’arte al confine tra reale e virtuale, destinata a ritagliarsi spazi sempre maggiori nell’odierna società iperdigitalizzata.

La canotta è elegantissima: Sanremo, outfit e colori

Ultima puntata, share al massimo, sfida alle stelle.


Giovanni Truppi tra Amadeus e Lorena Cesarini

Giovanni Truppi esordisce così di fronte ad Amadeus che gli chiede delucidazioni e pareri sui commenti ai suoi look basati su una canottiera durante le esibizioni: la canottiera è elegantissima. Affermazione discutibile ma terribilmente attuale nel mondo sanremese. In mondovisione Amadeus e un cantante discutono di look. La rivoluzione del festival è sotto ai nostri occhi.


Orietta Berti in Rochart

Se fino a qualche anno fa la questione abiti era relegata alle cosiddette vallette con anche un certo disprezzo, oggi investe come un uragano anche i talenti delle generazioni passate.
E quindi abbiamo un Gianni Morandi la cui immagine è curata dallo stylist Nick Cerioni e veste Armani, e Orietta Berti che senza farlo troppo di nascosto si sta facendo trasformare in Lady Gaga.


Gianni Morandi in Giorgio Armani e Jovanotti in Brioni, ph. via Ansa

La sfida si dipana sul palco a suon di canzoni, giacche lanciate, mantelli persi. Abiti colorati, neri, eleganti, sportivi, disinteressati. Comunque vada il look, il colore, saranno commentati, nessuno escluso.
E così, senza che nessuno lo potesse prevedere, la moda ha fatto del festival la sua passerella. Tra brand emergenti e storici, la gara è di altissimo livello. Per Sanremo gli abiti spesso vengono creati ad hoc, pensati per una canzone, un ruolo o una performance.


Dargen D’Amico in Federico Cina, ph. via Ansa

Drusilla Foer in Atelier Rina Milano, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Dargen D’Amico si è affidato a marchi diversi e tutti emergenti: Alessandro Vigilante, Federico CinaWayeröb by Alessandro Onori e Çanaku. Drusilla Foer si è fatta vestire da Atelier Rina Milano, la sua sarta di fiducia. Amadeus e la moglie si sono affidati a Gai Mattiolo, scelta storica e riconfermata nel tempo. Emma e Achille Lauro vestiti da Gucci. Elisa in Valentino, Noemi in Alberta Ferretti, Michele Bravi in Roberto Cavalli by Puglisi.
Blanco e Mahmood hanno cambiato brand nelle serate, passando da Fendi a Burberry, da The Attico a Valentino.


Blanco in The Attico

Emma in total look Gucci, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Mahmood in Prada, Blanco in Valentino, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Un tripudio di lustrini, un po’ meno tripudio di colori devo dire.
Su una cosa quest’anno, oltre al Fantasanremo, erano tutti d’accordo. I colori. Bianco, nero e rosa.
Il rosa si distribuisce indisturbato in tutte le serate, da Dargen D’Amico ad Achille Lauro a Noemi, toni pastello o accesi, si dimena sul palco come un colore qualsiasi, ma non lo è. Il rosa è femminile, il rosa è tenue, ma oggi va di pari passo con i tempi e si tramuta nel colore della rinascita e della trasgressione.


Achille Lauro in Gucci, ph. AGF

Michele Bravi in Roberto Cavalli, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Il bianco e il nero sono classici ma simbolo dei tempi, scelti da Ditonellapiaga e Rettore, da Blanco e Mahmood, Elisa sempre in total white, Morandi e Jovanotti. Se il rosa ci è sembrato il colore della rinascita e della passione, il bianco e nero forse sono simbolo dei nostri tempi. Di fianco alla rinascita c’è la lotta che si fa strada, interna, intensa, drammatica e meravigliosa.


Donatella Rettore in Stefano De Lellis, Ditonellapiaga in Philosophy di Lorenzo Serafini, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Il festival è rinato e se come sempre sarà simbolo dei tempi e loro precursore c’è speranza che tutto un giorno sarà solo rosa.

In apertura: Noemi in Alberta Ferretti, ph. via Ansa

Fashion police in… Sanremo day 5

Nel tirare le somme di questa 72 edizione del Festival di Sanremo, la Fashion police ha pensato di omaggiare i 6 personaggi meglio vestiti della kermesse.


Blanco e Mahmood, ph. Ansa

Blanco e Mahmood, voto 10

L’ormone ha investito tutti e tutte, e certo la fa da padrone. Gli stessi look su Gianni Morandi (per dirne uno) ci avrebbero fatto gridare allo scandalo. Loro riuscitissimi.


Elisa, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Elisa, voto 8

Ne ha toppato uno solo, splendida sempre in bianco, ci ha regalato grazia e purezza. Una voce elegante e suadente come i tessuti che l’hanno vestita. 


Noemi, photo by Daniele Venturelli/Getty Images

Noemi, voto 9

Con buona pace dell’armocromia ha osato toni rischiosi, abiti fascianti e altezzosi. Fiera e bella.


Michele Bravi

Michele Bravi, voto 10

Non ne ha sbagliato uno, vestiti rischiosi e decoratissimi. Un tripudio di fiori e colori. Stupendo e anche giocatore incallito del Fantasanremo, che i fiori siano stati una scelta dettata dai punti? Il dubbio rimane.


Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista

La Rappresentante di Lista, voto 8

Criticata. Anche da me. Tuttavia ci ha lasciato sempre a bocca aperta. Vince la trasgressione, lo stupore e lo scandalo. 

Menzione d’onore


Orietta Berti

Orietta Berti, voto 10

Look agghiaccianti. Vince il tentativo di trasformarla in una Lady Gaga nostrana. Un’icona del passato che ci ha lasciato ogni sera a bocca aperta per l’alto tasso di trash.

Fashion Police in… Sanremo Day 1

La sfavillante settimana di Sanremo comincia con fulmini e saette. Chi vincerà questo Festival come non mai intriso di moda?


Ana Mena, photo by Marco Piraccini/Getty Images

Ana Mena, voto 1

Un po’ mosaico del bagno, un po’ Ariana Grande, un po’ Bratz, l’unica certezza è che non è piaciuta a nessuno, dalla canzone al look. La fashion police è partita in quarta.


Dargen D’amico, photo by Marco Piraccini/Getty Images

Dargen D’amico, voto 2

Tra i look peggiori della serata c’è anche lui. La trasgressione e il diversivo ci stanno, ma cosi sembra un po’ un prediciottesimo. Fashion police a sirene spiegate.


Giusy Ferreri, photo by Getty Images

Giusy Ferreri, voto 5

Poteva essere un successo e invece era tutto troppo, dallo smalto allo spacco, agli oblò e la scollatura. Quando poi è partita col megafono in un attimo è diventata discoteca di Riccione.


Rkomi, photo Getty Images

Rkomi, voto 5

Per un momento ho pensato fosse la superba Gianna Nannini. Niente di male, ma i richiami a lei, Edward mani di forbice e altri si sprecano. Fashion police pronta per partire.


Orietta Berti

Orietta Berti, voto 2

Sicuramente il tentativo di svecchiare la sua immagine sta funzionando, tutti parlano di lei dallo scorso Sanremo. È un’icona ma questo look è stato un pugno nella pancia, quindi fashion police arrestala. Il paragone con il Pokemon Corsola, e quello sulla variante del Coronavirus i migliori sulla piazza di Twitter.


Amadeus, photo by Jacopo Raule/Daniele Venturelli/Getty Images

Amadeus, voto 6 e menzione d’onore per la costanza

Lui deciso e spavaldo si fossilizza su Gai Mattiolo per i look e non cambia, e come previsto è un tripudio di paillettes. Costanza e determinazione nella scelta ne fanno però un’icona vivente del Festival. D’altronde senza Mattiolo non sarebbe stato lo stesso.