Spring Summer ‘18 Preview

When work and play collide, textures, shapes and colours recombine endlessly on a white canvas, as we usher in a new season of style, charged with lightness, fun and freedom!

Photographer: Lucie Hugary
Stylist: Nicholas Galletti
Hair Stylist: Miha Oshima
Model: Marwan Anbari @ The Face

®Riproduzione Riservata

“SHE TOOK A LONG COLD LOOK AT ME” BY MARA ZAMPARIOLO

Cover_Trousers ACNE

Photographer:Mara Zampariolo
Stylist: Nicholas Galletti
Groomer: Arnaud “Heroeshair” Boujon @ Franck Provost
Models: Adrien Jacques @ NewMadison; Charles Leto @ 16MEN

“Hard and easy” di Edoardo De Ruggiero

Some guys don’t need to try too hard to look tough. This Autumn, keep it cool and loose, inspired by these killer designer looks, let comfort be your MO.”

Photographer: Edoardo De Ruggiero
Fashion Stylist: Nicholas Galletti
Hair Stylist: Azumi Higaki
Make up artist: Constance Haond
Models:
Philip LDB @ New Madison;
Rodrigue D @ M Management

®Riproduzione Riservata 

Top 10 Menswear Shows for Spring/Summer 2018

Alexander McQueen
Poesia nordica dei contrasti: tailoring preciso e capi semi-strutturati in pelle, alternati all’organicità delle maglie islandesi, dei capi spalla in tappezzeria rovesciata e delle camicie in pizzo, tutto drammatizzato con accenti di rosso fuoco.

Lanvin
Futuro incerto? Pronti a tutto con completi casual, impermeabili, dettagli techno, e accenti rètro. Chaos on the catwalk. Unica costante è il fit ampio, per essere sempre cool e a proprio agio.

Hermès
Come ogni primavera/estate, forse oggi più che mai, è emerso l’equilibrio perfetto tra chic e sportswear; tessuti techno mixati a pelli pregiate, capi spalla profilati e accenti di colori brillanti.

Acne
Modelli seduti in platea e i giornalisti che sfilano in passerella, una catwalk tutta a rovescio, dove trench e capi ampi sono stati abbinati a piccole maglie e tricot. Semplicità ed eleganza delineano una delle collezioni più chic firmata Acne.

 Luis Vuitton
Organza, pelle, popeline e neoprene? Il surf non stanca, ma si rinnova con volumi ampi, stampe a fiori elettrici, shorts sotto al ginocchio, il tutto accompagnato dalla coinvolgente colonna sonora composta da Drake. 

Y/Project
Giochi di maniche larghe, annodate, drappeggi e volumi, queste le caratteristiche dell’ultima sfilata primavera/estate firmata Y/Project, che porta in passerella outfit innovativi dal sapore vintage. Un accenno agli anni ’80: discreto, stupendamente e semplicemente moderno.

Valentino
Sportwear e folklore sono le parole chiave per descrivere l’ultima collezione firmata Valentino, una sfilata che vede in passerella tante borse e sneakers da collezionisti. Un esercizio maestrale.

Fendi
Yuppie parade dalla palestra al boardroom, con la tuta e la cravatta. Motivo check, declinato sia sui completi sia su capi più sportivi e abbinato a modelli in tinta unita nelle nuance beige, caramello e pastello. Borse, borse e borse, certo, ma leggere e, per una volta, poca, pochissima pelliccia.

Ermenegildo Zegna
Zegna porta in passerella l’abilità di dare freschezza, leggerezza e modernità al classicismo e alla tradizione. Scenografia futurista, volumi ampi, colori soft e tessuti spettacolari, come la vicuña ultra light e il micro nubuck sono i cavalli di battaglia di questa primavera/estate 2018, che stupisce non solo per i capi, ma anche per gli accessori.

Missoni
È proprio quando si pensa che non abbia più niente di nuovo da dire, che Missoni stupisce ancora con una palette sgargiante, ma sempre giusta e una proposta di capi sempre sempre easy-chic. Protagonista assoluta è la tuta, in check mille colori da legare in vita.

@Riproduzione Riservata

THE CHAMP

Metà inglese, metà olandese, ma di discendenza ugandese, armato di charme e di un sorriso mozzafiato, Martin Foru rappresenterà il Regno Unito alle Olimpiadi del 2020 e non si potrebbe pensare a un uomo più adatto a indossare alcuni dei capi sportswear più interessanti di questa stagione. Con MANINTOWN gli abbiamo fatto esplorare il quartiere di Parigi più colorato ed esotico, La Chapelle e, durante il viaggio, lo abbiamo conosciuto un po’ meglio.

Quando hai iniziato ad allenarti per diventare un pugile? Chi ti ha spinto a farlo?
Ho sempre voluto praticare una qualche forma di arte marziale, perché i miei due fratelli più grandi dicevano sempre che non sapevo combattere. Purtroppo, mia madre non me lo ha mai permesso. Tuttavia, quando avevo 13 anni, ho incontrato mio cugino mentre stava uscendo da un allenamento di boxe. Mi ha detto di andare con lui e , da allora mi sono innamorato di questo sport.

Cosa significa per te rappresentare l’Inghilterra alle Olimpiadi del 2020?
Significa tutto. Anni fa c’era una regola per cui ai pugili professionisti non era permesso gareggiare alle Olimpiadi, ma ora che hanno cambiato questa norma e i professionisti possono competere, non c’è nulla che mi trattiene dal diventare un vero professionista.

Ti sei trasferito a Londra recentemente, qual è il tuo lato preferito della vita londinese? Amo letteralmente le persone! Molti con cui parlo sembrano così aperti e semplicemente amano divertirsi e passare il tempo con gli altri.

Stai attento alla tua alimentazione? Qual è il tuo piatto preferito?
Quando non ho un incontro mangio qualsiasi cosa mi piaccia, ma sono di natura una persona sana e non voglio avvelenarmi con cibi che fanno male. Invece, quando arrivo a un combattimento devo guardare ciò che mangio. Ho un nutrizionista che mi organizza un piano alimentare, per prepararmi prima di un incontro.

Chi è il tuo modello nella vita? E nel pugilato?
Il mio modello, mentore e figura paterna è sempre stato il primo coach di boxe, in Olanda, Thomas Mboua. Mi ha aiutato a diventare l’uomo che sono oggi. Nel pugilato è sempre stato Roy Jones Jr, per la sua conoscenza, per lo stile e la fiducia in se stesso. Guardo i suoi incontri da quando ho iniziato la boxe.

Pratichi qualche altro sport? Cosa ti piace di più della boxe?
Al momento solo la boxe, ma mi piace sempre giocare una partita di basket, di biliardo o di golf. Oltre alla forma fisica, la boxe mi permette di far uscire tutto ciò che è dentro di me. La parte che mi piace di più è l’allenamento, solo perché è la più vicina a un vero incontro di boxe.

Sembravi molto a tuo agio durante il servizio fotografico di fronte all’obiettivo. Invece prima di un incontro?
Beh, divento nervoso non appena sento quando sarà il prossimo incontro, ma poi non appena raggiungo la palestra e inizio ad allenarmi, la fiducia cresce ad ogni sessione. Anche quando sono nello spogliatoio e mi sento un po’ affaticato o qualcosa mi infastidisce a livello fisico divento nervoso. Tuttavia, non appena salgo sul ring e suona la campanella passa tutto.

Oltre all’allenamento fisico, che tipo di preparazione mentale affronti prima di un incontro?
Cerco di sgombrare la mente da tutte le cose negative e di rimanere focalizzato. Penso a tutte le possibili situazioni in cui potrei trovarmi e mi dico, naturalmente, che sono molto più veloce, forte e in forma del mio avversario.

Lo stile sportivo si è infiltrato prepotentemente in ogni aspetto della moda al momento. Ti piace? Pensi che rimarrà così?
Sì, sì, mi piace! Ovviamente, come sai, sono un atleta e combinare la moda con lo sport per me significa unire due delle parole più belle. Oggi prestiamo persino i guanti da boxe allo stile. Non sono certo che il look sportivo resterà attuale, dato che la moda cambia continuamente. Tuttavia, penso che lo sportswear cercherà di stare al passo con la moda.

®Riproduzione Riservata

Photographer| Byron Mollinedo
Assistant photographer| Clémentine Passet
Stylist| Nicholas Galletti
Assistant stylist| Ariane Haas
Groomer| Céline DeCruz
Model| Martin Foru @ IMG London

HUGO MARCHAND anche conosciuto come star man

A soli 23 anni, Hugo Marchand è stato recentemente nominato Danseur Etoile all’Opéra di Parigi. Si è unito al corpo di ballo dell’Opéra ad appena 18 anni, dopo essere entrato alla stessa scuola di ballo nel 2007. È stata una fortuna ottenere un pass per l’Opéra Garnier e seguire il backstage di Hugo. Mentre indossava alcuni look di designer, si è confidato con MANINTOWN riguardo la sua esperienza personale e le sue passioni.

A che età hai iniziato a ballare e chi o cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato quando avevo 9 anni, senza alcuna ragione apparente. Ero un ginnasta e la danza era solo un altro sport per me. Improvvisamente il bisogno di danzare mi divenne chiaro come una rivelazione, come qualcosa di mistico, in qualche modo. Penso che fosse dentro di me dalla nascita, come se un piccolo seme piantato nella mia anima fosse germogliato in quel momento. È quasi inspiegabile, c’è sicuramente un lato spirituale nella mia scoperta della danza.

È noto che la danza, e il balletto in particolare, sia un ambiente alquanto severo e competitivo, deve essere stato molto difficile da bambino, superare queste difficoltà.
È davvero molto competitivo, perciò devi tenere duro ed essere un combattente. L’aspetto più difficile è essere messo in competizione sin da piccoli. I posti nelle scuole sono costosi, perché il mercato del lavoro in quest’ambito è molto chiuso. La scuola di danza dell’Opéra di Parigi è stata, per me, una grande opportunità di allenare la mente e il corpo, per praticare danza ad alto livello. Tuttavia, è stato doloroso lasciare la famiglia perché ero un collegiale e tornavo solo nei weekend. A 13 anni gli amici, i compagni di scuola e i colleghi di college erano anche rivali. Tutto ciò insegna a proteggersi e a diventare forte, ma si impara anche che la competitività non è necessariamente negativa, può essere intesa come emulazione positiva. Infine, che la competizione più importante è quella con te stesso. Dobbiamo sfidarci costantemente e spingere i limiti del corpo.

Chi sono le persone che ti hanno influenzato di più come ballerino? E nella vita?
Ho incontrato molte persone meravigliose, grazie al mio lavoro. Oggi non sarei un Danseur Etoile, se non avessi incontrato determinate persone lungo la strada. Ovviamente i miei genitori sono i primi a cui devo molto. Accettare che il proprio figlio voglia ballare e indossare una calzamaglia a 9 anni non è cosa da poco. Gli è costato molta fatica lasciarmi vivere questo sogno, ma so che posso sempre contare su di loro. La mia prima insegnante di danza Marie-Elisabeth Demaille ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso. Nicolas Lerich (importante Danseur Etoile francese n.d.r.) è sempre stato una grande fonte di ispirazione artistica e tecnica per me. Mi sento molto ispirato anche da grandi attrici francesi, come Fanny Ardant, Catherine Deneuve, Catherine Frot, che rappresentano l’eleganza francese e la diversità.

Ci sono differenze tra la carriera di un ballerino e quella di una ballerina?
La carriera di una donna è più complicata perché ci sono maggiori contendenti. Spesso il desiderio di diventare madre nelle ballerine le costringe a prendersi un anno di pausa e questo può rallentare i loro progressi. Nella carriera degli uomini, invece, le pretese fisiche sono più impegnative. Gli infortuni alla schiena e alle ginocchia sono abbastanza comuni.

Nella storia della danza, i ruoli maschili sono cambiati negli anni? Pensi che ci sia una rappresentazione definita della mascolinità? Com’era nel passato rispetto a oggi?
I ruoli maschili sono oggi molto più importanti che nel diciottesimo e diciannovesimo secolo. La dimensione fisica e atletica è cruciale, dobbiamo preparare il nostro corpo in palestra, durante la stagione. Potresti paragonarci agli atleti professionisti. La danza può essere molto virile e fisica, da veri uomini! Infine, penso che sia prima di tutto una rappresentazione dell’umanità nel suo insieme.

Qual è la tua musica preferita da ballare? E nella vita?
Mi piacciono tutti i tipi di musica. Da ballare mi piace il jazz, la musica classica o James Blake, finché ci sono ritmo e profondità musicale. Nella vita amo ascoltare Mélody Gardot, il Concertos di Rachmaninov, Philip Glass o Jamie XX.

Hai paura del palcoscenico?
Ho paura ogni volta che ci salgo. È quasi tassativo. L’intensità dipende dalla difficoltà del balletto che dovrò eseguire, ma la paura è sempre lì. Questa può essere una cosa positiva, perché l’adrenalina che viene dalla paura è un grande strumento che ci permette di superare noi stessi. Può anche essere usata come un anestetico quando proviamo dolore o per dare il meglio di noi in ogni momento.

Quando sei andato a vivere a Parigi, qual è stata la tua prima impressione?
La prima volta che sono andato a Parigi ero un po’ spaventato. Non ero abituato a vedere così tante persone, ad ascoltare così tanti rumori, è una città molto aggressiva. Allo stesso tempo, mi ha fatto sognare. È una bellissima città e offre una miriade di opportunità.

Quali sono i tuoi posti preferiti?
Mi piace passeggiare lungo la Senna, il Marais, prendere un drink nell’area Oberkampf o prendere il sole sui tetti dell’Opéra, quando splende il sole.

Sembri interessato alla moda, quali sono i tuoi brand o i designer preferiti?
Sono interessato alla moda, ma non ne so molto. Apprezzo davvero il lavoro che ha fatto Haider Ackermann sulla sua prima collezione per Berluti, l’ho trovata molto elegante, colorata e originale. Ovviamente mi piacciono i grandi brand parigini come Dior o Chanel, ma rimango ancora curioso per scoprire il mondo di marchi di nicchia come Agnès B.

Photographer| Edoardo De Ruggiero
Photographer Assistant| Philippe Millet and Morgane Brisbare-Husson
Fashion stylist| Nicholas Galletti
Stylist Assistant| Ariane Haas
Grooming| Céline DeCruz
Model| Hugo Marchand

®Riproduzione Riservata

“Strapped for Stripes” by Lucie Hugary

stylist: Nicholas Galletti
grooming: Celine deCruz
model Sacha Celaya @16Men

“Blooming” by Lucie Hugary

A minimal approach to sportswear turns chic during a spring walk in the woods.

Foto: Lucie Hugary
Fashion stylist: Nicholas Galletti
Model: Amine @ Rock Men

“Canal Street” by Byron Mollinedo

Bold suits and punk elements meet on the court in an urban landscape


photographer: Byron Mollinedo
stylist: Nicholas Galletti
groomer: Yoshiko Haruki
models:
Christian Z @M Management
Gabriel Vieira @Elite
Felix Sueur @16Men

®Riproduzione Riservata

TRENDS A PORTER

Our suggestions to step into the new season with great style

Photographer| Stefania Paparelli
Stylist| Nicholas Galletti
Stylist Assistant| Alexandre Roy
Grooming| Josefin Gligic
Casting| Eleonora Laureti @simobart casting
Models| Paul Alexandre Haubtmann @ marilyn; Djavan Mandoula @ success; Sacha Celaya @ 16men; Norman Grossklaus @ success
Location| Hotel Particulier 6 rue Tiquetonne

®Riproduzione Riservata

WALKING IN PARIS

Photographer: Stefania Paparelli
Stylist: Nicholas Galletti
Stylist Assistent: Ariane Haas
Groomer: Giulia Cohen @ B Agency
Models:
Ryan Keating @ Metropolitan
Timothée P. @ Metropolitan
Casting: Simo Bart

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Sport con stile. Le collaborazioni da non perdere

Ha collaborato Orsola Amadeo

Abbigliamento sportivo? Sempre, ma questa volta con un tocco in più.
Mix unici dai sapori contrastanti e allo stesso tempo armoniosi sono il frutto della coesistenza del mondo sportivo e quello della moda; ecco che da una scarpa, una felpa o un bomber nasce un vero e proprio pezzo unico nel quale convergono equamente elementi tecnici e di stile. Lo staff di MANINTOWN ne ha scovati alcuni e ha selezionato per voi le collaborazioni più cool del momento.

@Riproduzione Riservata