Milano Moda – punto di partenza e perno di rivoluzione del linguaggio estetico – rivela una nuova dichiarazione d’identità

La settimana della moda donna 2021 apre con un immancabile un tributo a Beppe Modenese che ci ha lasciato il 21 novembre 2020, raccontato attraverso l’opera di Beniamino Barrese, che lo ricolloca immerso in un mondo a lui molto caro, quello a cui ha dedicato la sua intera esistenza, con la stessa severità e concretezza con cui risuona la sua voce: la moda.

Una Milano frenetica, accompagnata dal consueto rumore del traffico di sottofondo che scandisce le ore di lavoro come un orologio.
Dietro le sue parole, il supremo valore della moda come motore dell’economia e della nascita di nuove professionalità, che hanno contribuito a formare l’identità italiana, radicata ineluttabilmente nel suo Sistema.

Beppe Modenese

In che direzione sta andando la moda che vedremo in vetrina il prossimo autunno? A cosa si sono ispirati i designer per la loro idea di evoluzione dello stile, in un universo pandemico a cui ancora riesce difficile abituarsi?
Mossi da nuove necessità, imprescindibili per la salvaguardia del pianeta e per il genere umano diviso da inutili e distruttivi atti d’intolleranza, le nuove collezioni sono anche una dichiarazione di responsabilità, rivolto alle nuove generazioni che vogliono essere parte di un nuovo mondo regolato da un sistema circolare e libero dal pregiudizio.

La sfilata di Giorgio Armani è un excursus tra i capi iconici del guardaroba maschile degli ultimi decenni, aggiornati in chiave comfort per essere indossati con disinvoltura da un uomo consapevole di ciò che desidera e della propria fisicità. Come le giacche in maglia e i cappotti destrutturati che cadono morbide sulle spalle, evidenziando la naturale forma maschile.
Colli alla coreana, cifra stilistica dell’eleganza di Re Giorgio, caratterizzano camicie e giacche in velluto e pregiate texture.
Nuovi dettagli sono rappresentati da patchwork geometrici su giacche in lana o velluto e maglie che segnano la silouette. Libere sovrapposizioni di elementi caratterizzati da stampe e ricami floreali, ispirati a luoghi lontani, su pantaloni classici e mocassini in velluto, abbattono i confini stilistici e offrono quanto di più bello possa rappresentare la scelta di un capo: la libertà di esprimere se stessi. 

Un Missoni rivolto alle nuove generazioni, ambiziose e un po’ ribelli, riprese nel loro tempo libero, intente nelle loro passioni, piene di sogni e di progetti per il futuro. Si muovono con disinvoltura ed eleganza, tra abiti e cappotti in maglia multicolor e lamè che accompagnano i loro movimenti, rispecchiando i capisaldi della Maison in una versione più fresca e ottimista. Come il kaftano in lana o cashmere, simbolo della versatilità della collezione che si adatta a look diversi nelle sue varianti.
Le variazioni cromatiche, nel dna del marchio, toccano le sfumature di terracotta, cognac, rosa, ma anche turchese e arancio, fino all’elegante binomio del bianco e grigio, che viaggiano nel tempo, sotto le note di Mad World, cover dei Tears For Fears, interprete di un susseguirsi di generazioni con la versione di Gary Jules prima e degli altri artisti che l’hanno interpretata, dandole nuove e infinite vite.

Anche la Sfilata di Fendi con prima collezione Prêt-à-porter di Kim Jones, Direttore Artistico delle Collezioni FENDI Couture e Ready-to-Wear donna, parla di cambiamento, ma si tratta di un futuro che non esisterebbe senza le fondamenta del suo passato.
L’uomo e la donna di Fendi attraversano una passerella disseminata di colonne capitelli di chiara appartenenza classica, che hanno resistito al tempo, come rovine di un’antica città rinvenuta. Riferimenti che danno risalto e valore all’eredità di Karl Lagerfeld, nel suo monogramma Karligraphy, il tacco architettonico della scarpa FENDI First, nato da un disegno d’archivio e i motivi della collezione Couture del designer sono ripresi attraverso abiti di seta marmorizzata, rosette in fiore o delicati ricami di organza su maglie jacquard.

Anche le borse si prendono la scena, grazie alla nuova creatura di Silvia Venturini Fendi: FENDI First, una clutch declinata in mille varianti e dimensioni, in pelle, shearling e pellami esotici. Nuove silhouette per la tote FENDI Way e la borsa a spalla FENDI Touch.
Grande attenzione alle maestranze del Made In Italy, a cui viene dato risalto nel progetto FENDI hand in hand – che coinvolge gli artigiani delle 20 regioni italiane per reimmaginare l’iconica Baguette.

La nuova moda di Salvatore Ferragamo è proiettata verso il futuro, guidata dall’ispirazione del Direttore Creativo Paul Andrew. References tratte dai film di fantascienza anni 90, tra tute e pantaloni imbottiti, maglie metalliche e tagli da uniforme spaziale, l’obiettivo è quello di rilanciare, con spirito energico e positivo, il futuro di un mondo che appartiene a tutti per diritto naturale. Senza distinzioni di colore o di classe sociale.
Fino alle rinnovate calzature, punto di partenza della storia della Maison, che nello space biker boot sposano un nuovo look, per una missione e una visione estetica tutta nuova.
Come diceva Salvatore Ferragamo a proposito delle sue calzature, questa collezione è dedicata a tutti coloro che devono camminare, uniti nella determinazione di reimmaginare e ricostruire un nuovo futuro responsabile, positivo e gioioso”, dichiara Andrew.

È ancora una dichiarazione di libertà la sfilata di Prada che con la sua autorevolezza affronta il concetto dell’esistenza del maschile e del femminile contemporaneamente, nell’uomo e nella donna. Questa libertà da ogni convenzione auspicata da Miuccia Prada e Raf Simons, trova espressione nei “long johns” aderenti in maglia jacquard elastica che se da un lato coprono completamente la pelle, dall’altro la rendono libera in tutti i suoi movimenti possibili, come se fosse nuda, scoperta, perché l’azione e l’attività, l’atto volontario prenda il sopravvento.
Ecco che le forme classiche si trasformano in favore delle praticità, con tessuti flessibili e tagli non convenzionali, e gli abiti da sera diventano pratiche tute e i cappotti sartoriali si coprono di colori
vivaci o di paillettes, cambiando il proprio fine originario nel suo esatto opposto. I materiali destinati a un capo o a un utilizzo precostituito, cambia destinazione, in nome della libertà da qualsiasi canonizzazione.
Anche la scenografia, la stessa utilizzata per la sfilata maschile, realizzata da Rem Koolhaas e AMO, destabilizza con i suoi contrasti di “faux fur” e marmo, proprio perché quell’esasperato contrasto possa rappresentare la via migliore esprimere la propria idea di libertà.
Importante ricordare che questi materiali saranno donati a Meta, un progetto di economia circolare con sede a Milano, che propone soluzioni sostenibili per lo smaltimento dei rifiuti prodotti da eventi temporanei.

Materiali fluidi per l’elegante sensualità di N°21, in cui il pizzo protagonista nella sua versione fluida, s’inserisce in un contrasto di pesi, sbucando da maxi cappotti in lana e versatili maglie oversize in mohair indossati in modo ribelle per l’uomo e per la donna, per un’esigenza di comunicare se stessi attraverso la propria fisicità, in seguito alla digitalizzazione forzata provocata dalla pandemia.
Dettagli preziosi come swarovsky si dispongono a pavet su impalpabili top di seta e accessori, o in chiave genderless, disposti in fila su profili di giacche check per mettere in mostra colli e la fisicità maschile come quella femminile, come i cappotti a uovo in lana maculata in versioni simili per l’uomo come per la donna. L’ispirazione di Alessandro Dell’Acqua nasce da una polaroid di Carlo Mollino: «… Mi ha fatto riflettere su una forma di estetica che il grande architetto italiano trasferiva anche nelle posizioni e nelle attitudini delle donne che fotografava in ambienti costruiti con la sua visione eclettica. Ho voluto trasferire nella collezione lo stesso erotismo eccentrico, tipicamente italiano, che riesce a mettere insieme il pudore e la voglia di farsi notare. Nasce da qui una declinazione molto “pulita” del lato eccentrico della borghesia fatta di reggiseni in pizzo che sfuggono al cardigan, di trasparenze che nascono per caso, di voglia di fisicità e di nudità che proprio la loro esposizione casuale fa diventare innocenti. È una collezione che non è costruita sui “doppi sensi” da interpretare ma sulle parole dirette che danno la possibilità alle donne e agli uomini di rappresentarsi per come vogliono essere».

La collezione MANIFESTO dedicato alla FW21-22 di MSGM è un riavvolgimento del nastro. Un Rewind per comprendere e riprendere possesso di noi stessi e delle nostre radici. Perché non si può riprogrammare un futuro di successo senza una piena consapevolezza del passato.
Il lock-down forzato ci portato a lunghe pause di riflessione, tra flash-back e studio profondo del sè.

Il Manifesto per antonomasia segna l’inizio di qualcosa di nuovo che investe tutto l’universo culturale di un periodo storico, ed è proprio nella sede del Teatro Manzoni di Milano che è stato girato il film-evento, girato da Francesco Coppola, uno dei giovani registi in ascesa del panorama italiano, sotto le note della canzone scritta e interpretata da Gea Politi, editrice di Flash Art, in collaborazione con Club Domani, idea discografica di Sergio Tavelli e Andrea Ratti.
Tessuti lucenti, lattex e vinili riciclati, pellicce ecologiche e maglie spalmate, ci raccontano una Milano notturna, perché a questo polo multiculturale aperto al futuro si rivolge Manifesto. A una Milano instancabile, ottimista e motore dell’economia.

Il mondo è una realtà digitale, utopica e commutabile, in cui lo spazio prende forma in base al modo in cui ci relazioniamo con esso. In quest’atmosfera di libertà intellettuale Iceberg celebra il suo heritage con abiti avvolgenti in cui il bianco protagonista, realizzato su ampi volumi, ci riporta a un’estetica da paesaggio lunare, comfort e accattivante.
Per poi essere trasportati in un ambiente ideale, delimitato da archi, scale ed elementi strutturali che ci conducono tra le mura domestiche che in questa nuova quotidianità assume le stesse sembianze del luogo di lavoro, ma più silenzioso e meno frenetico. È lì che si manifestano grigi e neri di forte annessione metropolitana su abiti tricot, silouette più marcate e linee più femminili integrate in una nuova veste più agile e funzionale. È ICEBERG Knitwear Utopia

“Ho pensato a un guardaroba completo, fatto di abiti che si adattano a ogni momento della giornata, dal mattino alla sera. Indumenti pensati per una donna contemporanea attenta alla cura dei dettagli, immersa in una realtà diversa, meno caotica. Le consuete cromie pop di ICEBERG sono smussate in favore di una palette essenziale per evadere dalla realtà e per tuffarsi in un universo parallelo cucito a maglia sulla pelle “ – spiega il direttore creativo James Long.

La sfilata di Ermanno Scervino da Palazzo Serbelloni, chiama a raccolta i suoi punti di forza che hanno contribuito al successo dell’opera del designer. Creatore di femminilità per culto, rilancia in passerella la vita e a silouette, attraverso un uso couture della pelle e la sensualità contemporanea del pizzo. per sviluppare una collezione evoluta ma con dei punti di riferimento che sono parte integrante del retaggio culturale di Ermanno Scervino. Come la lavorazione couture della pelle che raggiunge il suo massimo livello su pizzi e intarsi, il sapiente uso del macramè per abiti ad alto tasso di femminilità, mantenuta nei materiali di ricerca come l’uso dell’innovativo neoprene, sapientemente declinato su un grande classico come la gonna a pieghe.

La nuova sfida di Alessandro dell’Acqua per Elena Mirò connette il brand con i principi di femminilità e seduzione, tanto cari allo stilista che si serve della sensorialità della seta, del seducente macramè e l’avvolgente maglieria che insieme agli ampi capispalla seguono con naturalezza i movimenti del corpo. Materiali che ben riescono a interpretare una donna connessa con la natura e la dinamicità della vita metropolitana.
“Ho pensato di costruire abiti desiderabili senza lasciarmi condizionare dalle regole legate alle taglie”, spiega Alessandro Dell’Acqua, “In pratica, mi sono applicato a trasformare tecnologicamente i tessuti per aumentarne il comfort, anche quando sono pesanti come il tweed, e ho allontanato qualsiasi soluzione facile che potesse dare la sensazione di avvolgere le donne in una forma a sacco. Ho accettato questa sfida perché sono convinto che si possa lavorare su questo tema senza cadere nel cliché della moda curvy”.

A Milano va in passerella la nuova par condicio

Oltre al danno la beffa. Separati in casa, o come si dice oggi sui social :‘uniti ma distanti’. Perché oggi, con l’aria che tira, si corre su binari paralleli senza toccarsi. Uomini e donne in questa complessa fase storica connotata dall’Alternet e dal 5G, si guardano e si cercano senza toccarsi nel segno di un’effimera intimità virtuale che rivanga il mitizzato ‘Supplizio di Tantalo’.

E se la moda deve essere, come è, lo specchio dei tempi, ovvero in termini più ampollosi l’espressione dello Zeit Geist, non sorprende che a Milano durante l’ultima fashion week femminile i titani della moda abbiano puntato sulla formula coed, legata all’imperante neutralità dei generi e alla fluidità dei sessi esaltata dai corifei del quarto sesso e dei corpi lattiginosi, da Raf Simons a Glen Luchford.

E anche se proprio uno dei primi a rinunciare a una passerella distinta per il menswear, Alessandro Michele, oggi torna sui suoi passi, in molti casi non è dato scindere l’uomo dalla donna in pedana.

Succede da Bottega Veneta, da Missoni, da Versace, ma anche da Extremedy, Boss e Cividini, da Philipp Plein e da Daks, da Pucci e da Emporio Armani, da Tom Ford e da Moncler, da GCDS e da Antonio Marras, da Maison Margiela e da Balenciaga.

Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta
Bottega Veneta

Chez Versace è un po’ come tornare alle origini della maison della Medusa: fin dal 1978 cioè da quando debuttò alla Permanente di Milano come solista e demiurgo di un nuovo prȇt-à-porter avanguardista, il poliedrico Gianni Versace mandò in pedana simultaneamente mannequin e indossatori con abiti dai tessuti e dalle fogge molto affini che spesso erano segnali di una simbiosi annunciata già all’epoca molto inedita e feconda di soluzioni innovative.

E oggi quando si parla, come nel bel saggio di Eva Cantarella ‘Gli inganni di Pandora’, delle radici della discriminazione di genere, Donatella Versace rilancia la carta delle pari opportunità e di conseguenza plasma una donna ancora più self conscious, e anche ça va sans dire, conturbante, carnale e misteriosa, magnetica e determinata, che occhieggia agli anni’80 con una visione futuribile, dove la glamazon e la dark lady si scambiano i ruoli, instaurando un dialogo serrato.

L’incipit in nero assoluto e drammatico, molto crudele e terribilmente spy chic, stemperato dal verde lime, dal rosso scarlatto, dal giallo sole e dall’argento della metal mesh sommata ai cristalli, prelude a una passerella molto vibrante fra alta moda e tecnologia, fra classico e sporty chic, laddove le spalle marcate ad arco e i fianchi modellati dalle falde a bauletto delle giacche sartoriali definiscono una silhouette flessuosa ma perentoria dall’ineffabile nitore che fa leva sulle gonne mini o al ginocchio terminanti con onde godet o con volant mentre la pelle, grande protagonista del lessico di Versace, trattata in mille modi sublimi compresi i collage che assemblano strisce verticali di pellami preziosi, si alterna ai tessuti maschili reinventati in omaggio al ricchissimo archivio del brand, secondo i codici del bianco e nero e delle loro stilizzate antinomie grafiche.

Il grigio serve come piattaforma cromatica per distillare nuove stampe barocche rivisitate all’insegna di un nuovo dress code in equilibrio fra formale e leisurewear in cui campeggia, rimodulata in mille modi, la V che sta per Versace ma anche per virtù e vittoria. Nel menswear l’abbigliamento di matrice più squisitamente street e sportiva si ibrida con la sartorialità, i pantaloni si fanno ampi e l’uomo di spessore griffato Versace si ammanta di tessuti doppiati che conferiscono tridimensionalità alla figura, e insieme amplificano la maestosità della silhouette slanciandola.

Tagli strategici, gessati iridescenti, stampe esuberanti e nuove contaminazioni materiche condivise dal guardaroba di lui e di lei, si alternano ai ricchi pattern gioiello delle giacche oversize da red carpet, in cui l’immagine corposa del tuxedo da cyber guerriero diventa terreno di ardita sperimentazione stilistica. Da Missoni è di scena un tripudio di cromie sapientemente orchestrate secondo la grammatica delle tavolozze geometriche elaborate un tempo dal talentuoso Ottavio Missoni e oggi rieditate con grazia e gusto pittorico da sua figlia Angela, direttore creativo della maison di Sumirago e depositaria di un heritage davvero ‘Maglifico’, per citare il brillante critico di moda Federico Poletti.

Bottega Veneta
Bottega Veneta
Cividini
Cividini
Cividini
Extremedy
Extremedy
Extremedy
Extremedy
Maison Margiela
Maison Margiela

La collezione maschile, ispirata al Jazz di Miles Davis, è un notevole esercizio di stile dove, come nella tela di un grande artista, tutte le pennellate compongono un quadro armonico e ricco di senso, dove assume rilievo la texture dei coat a vestaglia con intarsi jacquard, dei cardigan in maglia doppiata di pelo, delle camicie nude look da sera intessute da impalpabili patchwork traslate in ragnatele glam, delle trame di lurex e degli chevrons gentili ed euforici che dandificano il quotidiano. Tutto bellissimo e desiderabile.

Tanta maglieria da uomo anche nella sfilata di Cividini che conferma il primato del marchio storico nel knitwear di qualità particolarmente apprezzato dai giapponesi. Piero e Miriam Cividini assemblano una collezione che rimanda agli anni’70 con un retrogusto vintage che si evince dagli accostamenti di velluti e cashmere. Il capo cult della collezione maschile, un vero compendio di tante soluzioni stilistiche in maglia pregiata, è la felpa di cashmere punto Milano con cappuccio di taffetas idrorepellente, senza contare le fodere in bouclé di alpaca e le lavorazioni di maglia tubolare di grande effetto, per reggere le fila dell’eleganza.

“Devo ammettere che Daniel Lee ha una sua visione molto precisa e dimostra in passerella di sapere ciò che vuole”, questo il commento a caldo, conciso e lapidario, di Luca Guadagnino, regista del film ‘Chiamami col tuo nome’ che ha ammirato a Milano le silhouette sottili ed efebiche delineate per Bottega Veneta dal designer press darling Daniel Lee.

L’autunno-inverno 2020 per il visionario direttore creativo del brand di Kering è assolutamente distopico, quasi espressionista, i modelli scelti per interpretare i look della passerella occhieggiano alla legnosa fisicità di Robert Mapplethorpe e di Antonio Ligabue che Elio Germano ha riportato sul grande schermo nel bel film ‘Volevo nascondermi’.

Silhouette spigolose e post industriali, molto Egon Schiele, definiscono una nuova sensibilità creativa che stempera il suo rigorismo sensuale alla Helmut Berger in un mondo di sferzante modernità che è riduttivo imbrigliare nella ormai trita categoria del minimalismo tratteggiando invece una revisione radicale della mascolinità. Cappotti rettilinei molto affilati dal timbro teutonico, mantelle di nappa leggera, trench verde sottobosco e spencer marziali si abbinano a molli pants a vita alta alla ricerca di un nuovo orizzonte stilistico che cita da un lato il brutalismo e dall’altro il plastico verticalismo di Giacometti.

Il key item di stagione è il coat sleeveless in pelle spalmata a macro intreccio mentre le calzature sono stivali gardening oppure hanno la suola rialzata come un piedestallo. Un’estetica che alla forma antepone la sostanza. E c’è tanta sostanza, quella dei sogni di un poeta, da Antonio Marras che stavolta si immerge in un mondo fiabesco che fa pensare a ‘Pinocchio’ di Garrone.

In passerella lo stilista di Alghero manda un garrulo burattinaio e tanti street artist che ibridano le galanterie dei sarti con la vocazione upcycling dei collage dal gusto street che animano i look più blasé arricchiti da un diluvio di cristalli swarovsky.

Dove l’attitudine degagé che trasuda dalle camicie used di lana a quadri rossi e neri di sapore grunge flirta con i capi formali allietati da ricami e divertissement tessili basati sul gioco inside out che disegnano un gentleman picaresco d’altri tempi, scanzonato e sognatore, amante del parka e della giacca in denim.

Missoni Uomo
Missoni Uomo
Missoni Uomo
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace

Tutta un’altra storia quella raccontata nella sua passerella da kolossal di Philipp Plein, il fashion tycoon internazionale che si è ormai imposto nel gotha della moda grazie al suo uso spregiudicato di ricami, pellicce vere e di pellami sempre più rari in un’ode al bling rock più inverecondo.

Le giacche da caveau spesso anche in versione animalier e i blouson di pelle preziosa ricamatissimi di croci e serpenti gioiello sembrano rubati al set di un video musicale degli anni’80 e ’90 in omaggio a un’estetica plutocratica effetto Goldfinger che trova il suo mantra nella ridondanza e in un’esibizione trionfante in sintonia con un mood disco-glam nostalgico dello Studio 54.

Il culto dell’opulenza degno di un Creso 4.0 che non teme la crisi, trova riscontro nei molti bold look smaglianti di oro e argento e tempestati di borchie e cristalli pensati soprattutto per un nababbo metallaro very posh che adora luccicare. Gli si addicono chocker e sneaker ornate da catene, pantaloni spalmati, stivali alti, piumini a tutta lunghezza, abiti con frange e glitter in oro metallizzato lucido proprio come le macchine, i jet e gli elicotteri che ornano la faraonica scenografia della location della sfilata.

Il mito di Philipp Plein è un James Bond rocckettaro ibridato con Damian Hirst e i pezzi più preziosi del catwalk sono i cappotti di visone rasato interpretati dal modello e top influencer Cameron Dallas, ma anche dai musicisti Tyga e Timbaland.

Il loro profumo, lanciato in occasione della sfilata di Milano, è la nuova fragranza ‘No Limits’ il cui packaging è una carta di credito. Parlando di eccessi impossibile non citare la sfilata di Extremedy, il brand disegnato dalla stilista marocchina Madi Abaida paladina di uno streetwear sartoriale post apocalittico che ha esordito in passerella a Milano con una sfilata ruggente e sopra le righe che inneggia alla libertà creativa con un guardaroba molto audace.

Lo show si apre sulle note provocatorie di ‘Bella ciao’ mentre in passerella la designer svela un menswear grintoso che prevede t -shirt iper grafiche, giacche in pelle con inserti a contrasto e molto accessoriate in una profusione di tasche piazzate, eco-fur, inserti metallici e pantaloni baggy che amplificano uno spirito maschile irriverente e strong che privilegia il nero, il rosso, il bianco e il blu.

E ancora felpe con cappuccio e capospalla rimodellati che esprimono ribellione e forza, diffondendo messaggi forti ed evocativi anche attraverso capi ‘parlanti’ e un’incontenibile energia con uno stile che denota un forte senso di appartenenza, comune finalmente a uomini e donne nel segno forse stavolta di un’autentica parità.

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IN VIAGGIO CON OTTAVIO MISSONI Jr

Ottavio Missoni Jr, primogenito di Vittorio Missoni, è un vero esploratore e amante dei viaggi su due ruote. Una passione che ha ereditato dal padre e lo porta a visitare in modo avventuroso paesi lontani. Non a caso colleziona motociclette, mentre tra un impegno aziendale e l’altro, progetta i suoi viaggi grazie alle sue App preferite.

Cosa non manca mai nella tua valigia?
Come capo, la giacca in maglia Missoni, ha un uso sia sportivo sia formale, a seconda di cosa ci abbini, inoltre la pieghi e una volta fuori non ha bisogno di essere stirata. E’ un capo fondamentale per un pigro come me nel fare la valigia! Io credo che ormai gli essential non sono più degli oggetti, come succedeva in passato, ma le App che hai sullo smartphone. Oltre alle solite note che utilizzo, TripAdvisor su tutte, trovo utilissime per i mie viaggi più avventurosi “zaino in spalla”, iOverlander, per i bivacchi last minute, e l’app della Farnesina, per la sicurezza e la pianificazione.

Valigia morbida vs rigida?
Trolley rigido per i viaggi con spostamenti aerei, piccolo o grande a seconda della durata del viaggio. Borsone morbido adattabile a zaino per i viaggi in moto o in barca.

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Raccontami del tuo ultimo viaggio.

Atene-Gibilterra: non é l’ultimo viaggio, ma senz’altro l’ultimo con la V maiuscola. Da Atene a Gibilterra in sella a una moto, attraversando Macedonia, Albania, Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Ho percorso circa 8000km di cui un buon 30% su strade di montagna sterrate.

Quando viaggi ascolti musica? Come occupi il tempo degli spostamenti?
In aereo guardo tantissimi film, non per combattere la noia del viaggio, ma perché é una delle rare occasioni che ho per guardarmi un bel film in pace! Guidare per me è un piacere, anche per lunghe tratte e se sono solo, una buona playlist basta per tenermi compagnia. Johnny Cash per me rappresenta l’emblema dei road trip con pezzi come Folsom Prison Blues. Poi mi piace anche Tom Petty con I won’t back down.

Parlami del tuo prossimo viaggio.
Quest’estate assieme alla mia fidanzata vorrei partire per la Mongolia su una Fiat Panda 4×4 primo modello. Sono circa 16.000 km; la durata del viaggio stimata é di un mese e l’itinerario prevede l’attraversamento di Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria,Turchia, Georgia, Azerbaijan, Mar Caspio (in nave), Turkmenistan (piccolo e poco noto stato dell’Asia centrale ndr), Uzbekistan, Kazakistan, Russia e Mongolia. Di giorno in giorno valuteremo dove pernottare, non sempre ci sarà un tetto sopra di noi, spesso dormiremo in tenda. Vedere le notti stellate nei deserti del Karakum e del Gobi, o su un altipiano mongolo, non ha prezzo… Inoltre sfrutteremo la visibilità del nostro viaggio per raccogliere dei fondi per una Onlus a noi cara e documenteremo il viaggio su una pagina web dedicata.

Documenti i tuoi viaggi con Instagram? 
Utilizzo Instagram, ma non ne faccio abuso. Documento i miei viaggi, ma metto pochi scatti, quelli che secondo me sono i più rappresentativi, poi se c’é qualche situazione simpatica, ecco che scattano le stories.

 Il tuo viaggio ideale e il posto che vorresti visitare prossimamente?
Mi piacerebbe attraversare il Sud America in moto, da Panama a Capo Horn nella Terra del Fuoco. La civiltà Inca mi ha sempre affascinato, così come la storia socio-politica dell’Argentina. Inoltre consiglio come lettura in merito sui viaggi in Sud America  “I diari della motocicletta” di un giovane Ernesto Guevara.  Viaggiare significa esplorare, avventurarsi, incontrare persone che hanno culture, usi e costumi differenti dai nostri; fantasticare prima della partenza su quello che vedremo, capire se l’idea che abbiamo di un posto é poi effettivamente quella corretta o se invece l’informazione é deformata dalla realtà. Ma viaggiare significa anche staccare la spina dalla routine quotidiana: mio papà diceva sempre che il vero lusso non lo si trova nei beni materiali, il vero lusso é avere il tempo necessario da dedicare a se stessi e alle proprie passioni.  Chiaramente per un viaggio così di tempo ne serve molto!

Qual è la destinazione che ti è rimasta nel cuore e perché?
Il deserto del Merzouga tra Marocco e Algeria, un posto che vale la pena visitare. In un’area non troppo estesa hai la possibilità di goderti svariati panorami e morfologie di terreno, dune, montagne, fiumi, steppa. Lì ho corso una gara in moto e purtroppo non potevo fermarmi a fare scatti, ma mi piacerebbe tornarci da turista. Lì ho visto il più bel tramonto di sempre, sulle dune.

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Qual è l’accessorio che non può mancare nella tua valigia?
Il GPS di Garmin. Ha un database di informazioni ricchissimo, dalle strade urbane ai piccoli sentieri sterrati di montagna, inoltre segnala ristoranti, alberghi, ospedali, pompe di benzina. Con il software a casa pianifico gli itinerari, inoltre posso tracciare rotte e registrare i punti in cui transito in tempo reale.

I prodotti beauty che porti sempre con te?
Dedico davvero poco tempo alla cura del mio corpo. Il mio beauty viaggio é composto da rasoio elettrico, spazzolino/dentifricio, deodorante e una crema idratante. Non utilizzo creme o lozioni specifiche e, per i prodotti corpo, mi affido a ciò che trovo negli hotel. Non manca mai il profumo: il Tuscan Leather di Tom Ford.

Il tuo consiglio per una valigia stilosa ma funzionale.
Recentemente sono passato a un borsone misto pelle e tessuto molto resistente con i due manici adattabili a zaino in spalla. E’ davvero funzionale, lo sfrutto in ogni situazione e condizione meteo. É prodotto da Deus Ex Machina, il che rende una valigia già bella ancora più cool.

 

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ELEGANCE IN THE POOL: FABIO SCOZZOLI

Photographer Alisson Marks
Stylist 3
Stylist assistant Cristina Florence Galati and Emanuela Cinti
Grooming Gianluca Casu

®All Rights Reserved

Read the interview here!

“SHE TOOK A LONG COLD LOOK AT ME” BY MARA ZAMPARIOLO

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Photographer:Mara Zampariolo
Stylist: Nicholas Galletti
Groomer: Arnaud “Heroeshair” Boujon @ Franck Provost
Models: Adrien Jacques @ NewMadison; Charles Leto @ 16MEN

Top 10 Menswear Shows for Spring/Summer 2018

Alexander McQueen
Poesia nordica dei contrasti: tailoring preciso e capi semi-strutturati in pelle, alternati all’organicità delle maglie islandesi, dei capi spalla in tappezzeria rovesciata e delle camicie in pizzo, tutto drammatizzato con accenti di rosso fuoco.

Lanvin
Futuro incerto? Pronti a tutto con completi casual, impermeabili, dettagli techno, e accenti rètro. Chaos on the catwalk. Unica costante è il fit ampio, per essere sempre cool e a proprio agio.

Hermès
Come ogni primavera/estate, forse oggi più che mai, è emerso l’equilibrio perfetto tra chic e sportswear; tessuti techno mixati a pelli pregiate, capi spalla profilati e accenti di colori brillanti.

Acne
Modelli seduti in platea e i giornalisti che sfilano in passerella, una catwalk tutta a rovescio, dove trench e capi ampi sono stati abbinati a piccole maglie e tricot. Semplicità ed eleganza delineano una delle collezioni più chic firmata Acne.

 Luis Vuitton
Organza, pelle, popeline e neoprene? Il surf non stanca, ma si rinnova con volumi ampi, stampe a fiori elettrici, shorts sotto al ginocchio, il tutto accompagnato dalla coinvolgente colonna sonora composta da Drake. 

Y/Project
Giochi di maniche larghe, annodate, drappeggi e volumi, queste le caratteristiche dell’ultima sfilata primavera/estate firmata Y/Project, che porta in passerella outfit innovativi dal sapore vintage. Un accenno agli anni ’80: discreto, stupendamente e semplicemente moderno.

Valentino
Sportwear e folklore sono le parole chiave per descrivere l’ultima collezione firmata Valentino, una sfilata che vede in passerella tante borse e sneakers da collezionisti. Un esercizio maestrale.

Fendi
Yuppie parade dalla palestra al boardroom, con la tuta e la cravatta. Motivo check, declinato sia sui completi sia su capi più sportivi e abbinato a modelli in tinta unita nelle nuance beige, caramello e pastello. Borse, borse e borse, certo, ma leggere e, per una volta, poca, pochissima pelliccia.

Ermenegildo Zegna
Zegna porta in passerella l’abilità di dare freschezza, leggerezza e modernità al classicismo e alla tradizione. Scenografia futurista, volumi ampi, colori soft e tessuti spettacolari, come la vicuña ultra light e il micro nubuck sono i cavalli di battaglia di questa primavera/estate 2018, che stupisce non solo per i capi, ma anche per gli accessori.

Missoni
È proprio quando si pensa che non abbia più niente di nuovo da dire, che Missoni stupisce ancora con una palette sgargiante, ma sempre giusta e una proposta di capi sempre sempre easy-chic. Protagonista assoluta è la tuta, in check mille colori da legare in vita.

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“The suburb is our playground” di Roberta Krasnig

We explore the outskirts of Rome with Andrea Bosca in this AW17 preview.

Photography: Roberta Krasnig
Styling: Stefania Sciortino
Grooming: Martina Di Crosta @makingbeauty
Trattamento Viso KIEHL’S Age Defender Cream

Photo Assistant: Olga Bondarevych

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Tutti al mare! Pronti per godervi un po’ di sole e di mare?

Ha collaborato Orsola Amadeo

È arrivato il periodo dell’anno in cui, almeno nei week end, le città si svuotano e si riempiono invece le spiagge. In realtà dovremmo usare il condizionale, perché il meteo in questo periodo non ci è sempre stato favorevole. Noi proviamo a sfidare piogge e affini, ma anche il caldo che, almeno durante la settimana, ci attanaglia dentro a case ed uffici o, se proviamo a mettere fuori il naso dalla porta, nei nostri percorsi sull’asfalto bollente, ci fa immaginare vicino all’acqua, che sia quella del mare o quella di una piscina, magari con un leggerissimo venticello ad alleggerire la calura e con una bevanda fresca in una mano. Avete presente il quadro?
Con questa gallery, divisa in due parti, vi raccontiamo cosa dovete avere con voi se opterete per un week end by the sea!

Se, come chi scrive, non riuscite ad essere essenziali e portate sempre un sacco di cose, il primo step è scegliere una borsa adatta. Noi ve ne proponiamo tre! La prima è di Berluti e fa parte di una capsule il cui nome spiega già tutto: Beach Essentials! Una tote bag elegantissima, dalle linee pulite, in un discreto beige, ma c’è anche in blu navy,è in tela di cotone e lino, con profili in pelle e lunghi manici che consentono di portarla sia a mano che a spalla. Perfetta per chi anche nei momenti di relax non rinuncia ad essere elegante e ricercato. I più sportivi forse preferiranno portare uno zaino. Decisamente tecnico quello della linea Revenge di Mandarina Duck, in tessuto di lino spalmato con gli spallacci in corda da arrampicata. Più colorato è quello di Dirk Bikkembergs Sport Couture, composto per il 60% da neoprene, come le mute dei sub, piacerà a chi ama un tocco di colore acceso anche negli accessori.

Per asciugarsi dopo un tuffo in acqua o per chi va in spiaggia per imitare le lucertole e passare ore steso al sole, un must-have è il telo. Noi ve lo proponiamo colorato e pieno di brio. Ci piace quello con i disegni geometrici di Paul Smith e quello più marinière, con le sue mille righe, in morbido cotone di Arena.

Ovviamente non si può immaginare una giornata in spiaggia senza pensare al costume, anzi a più di uno! E noi vi diamo un po’ di opzioni. I nuotatori incalliti, che preferiscono lo slip classico da mare, sceglieranno il costume Arena, che per la s/s 2016 si ispira all’Amazzonia, il dettaglio verde dona a questo modello un animo sicuramente grintoso.
Il costume a bermuda è un grande classico e rimaniamo in zona carioca, con la grafica Parrot della collezione Jolly Rogers, ispirata al mondo dei pirati, proposta dal brand Dolly Noire. Spiritosi anche quelli proposti da Paul Smith con la stampa che riproduce tanti coni gelato, mentre più corto è il pantaloncino di Missoni, che riproduce il classico motivo zig-zag caro al brand. A pantaloncino e con una stampa dal sapore retrò, che rimanda alle icone di stile maschile della Hollywood anni Cinquanta, il costume di Coast Society tailored by The BespokeDudes, mentre più sportivo, quasi da college americano quello di Tommy Hilfiger. Chiude la nostra rassegna di proposte il costume di Sweet Years, un modello di boxer aderente in black and white.

Per una giornata estiva all’aperto non possono mancare gli occhiali da sole. Il gentleman di Dolce&Gabbana sceglie un modello dalla forma pilot, caratterizzato dall’iconica silhouette “taglio sartoriale” a 45° sull’arco cigliare laterale. Frontale e terminale sono in nero opaco e le lenti grigio scuro. In fibra di nylon e caratterizzati da un vivace pattern “palm” sulle aste quelli di Boss Orange, abbiamo scelto quelli proprio in arancione, per chi d’estate vuole divertirsi un po’ con lo stile! Colori accesi anche per gli occhiali Lacoste, ma la caratteristica più importante è che questo modello unisex, dalla forma rettangolare, è realizzato con una tecnica di iniezione all’avanguardia che consente alla struttura di galleggiare! Le montature da sole maschili di Tom Ford comprendono Trevor, un modello aviator di ispirazione vintage, la montatura è leggera, in sottile acetato, ed ha un piccolo doppio ponte che lo rende ancor più elegante. Stile retrò anche per Lanvin, il modello ricorda “Mad Men”, per sentirsi come Don Draper, caratteristico il dettaglio delle viti sul front dell’occhiale. Una tendenza nel mondo dell’ottica è sicuramente quello della lente arrotondata, se poi è anche colorata l’immagine che ne risulta è fresca e giovane, ne è un esempio il modello di Pugnale & Nyleve.

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