San Valentino 2020: i regali fashion per lui

Una gallery essenziale di idee regalo per questo San Valentino che accontentano budget e gusti diversi.

Il regalo per eccellenza, quello più fatto e ricevuto per San Valentino: l’intimo. Calvin Klein propone la sua linea iconica underwear, sia per lui che per lei, tempestandola di rose, il fiore simbolo di questa festività.

Dalla collaborazione Nike + Metthew Williams arriva questa giacca modello NRG in nylon di colore rosso. Leggera, tecnica, perfetta per l’attività sportiva e buona idea regalo per gli appassionati dello sport.

Per festeggiare il 14 febbraio Malo propone un maglione di coppia. Il dettaglio degli intrecci riprendono le cordature delle barche a simboleggiare un viaggio da intraprendere insieme.

Un’idea regalo da calzare potrebbe essere il nuovo paio di sneakers in tessuto di Gucci ispirato ai modelli degli Anno 70 e impreziosito dal logo GG in rilievo sulla gommatura. Gucci si conferma uno dei marchi preferiti dai millennials.

Ricami e dettagli floreali per questa polo Prada dal mood romantico. In perfetta sintonia con l’atmosfera di San Valentino.

Si punta ancora sul rosso con Dries Van Noten. Una giacca rossa, in morbido cotone e dal fitting slim che si modella sul corpo. Perfetta da indossare anche in versione abito abbinandola al pantalone coordinato.

Calzini. Un piccolo pensiero sempre apprezzato per la sua utilità ma che può essere anche il giusto dettaglio di stile. Interessanti e vivaci i calzini lolita del marchio Jimmy Lion.

Semplice e romantico il maglione con ricamo firmato AMI. Una A con sopra un cuore che celebra l’amore del designer per la città di Parigi (la A ricorda la Tour Eiffel) ma può essere esteso all’amore in generale.

Tinta horror per Off-White che, sempre attento all’aspetto visual delle proprie proposte, ha ricamato dei mostri sui propri maglioni rosso sangue accanto alla scritta “off” in pieno stile locandina di un film dell’orrore.

San Valentino resta una festività nel bel mezzo dell’inverno quindi potrebbe essere utile inserire nella rosa del possibile regalo anche qualcosa di caldo e pesante. Come il piumino Moncler che nonostante l’imbottitura tipica del brand, presenta una vestibilità incredibilmente slim.

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Francesco Marinelli: Domani è un altro ciak

Raccontami del tuo percorso…
Sono arrivato a Roma circa 4 anni fa all’età di 18 anni, subito dopo il diploma. Proprio Roma mi ha offerto l’opportunità di immergermi nel mondo del cinema. Durante le scuole superiori, grazie ad una mia cara professoressa (a cui sono sempre molto grato) ho girato due cortometraggi e durante queste primissime esperienze ho cominciato a pensare di poter intraprendere la carriera dell’attore. Ho capito subito che recitare rappresentava per me una grande passione. Mi sono immediatamente trasferito a Roma dove mi sono iscritto ad un’accademia di recitazione. Per mantenere gli studi ho cominciato a fare il modello, ho lavorato con diversi brand e ho girato l’Italia. Grazie a questo lavoro ho conosciuto molte persone, soprattutto vari fotografi, che mi hanno permesso di crescere professionalmente.

Quali le esperienze professionali per te più importanti?
Ho avuto la possibilità di girare video clip musicali e spot pubblicitari. Tra le collaborazioni per me importanti è stata quella con il gruppo musicale The Giornalisti per “Riccione”; ho lavorato per uno spot pubblicitario per Lavazza, fino al recente videoclip musicale di Mario Biondi “Rivederti” con cui ha partecipato a Sanremo 2018.  Grazie a queste esperienze ho avuto l’opportunità di confrontarmi con vari artisti. Attualmente sto lavorando per la prima volta nel mondo del cinema e credo sarà una bellissima esperienza, ma al momento non posso ancora svelare nulla! Intanto seguitemi su Instagram per scoprire il mistero @_francescomarinelli_

Come hai affrontato la sfida nel video Rivederti di Mario Biondi?
Lavorare con un’artista del calibro di Mario Biondi è stato sicuramente un immenso piacere, ma soprattutto grande motivo di crescita professionale e artistica. Ho affrontato questa sfida con tanta determinazione, ma come sempre con umiltà. Credo che non si smetta mai di imparare, ho fatto tesoro dei grandi consigli di questo artista, ora sono nel mio grande bagaglio di esperienze professionali.

La tua playlist con le 5 tue canzoni del momento?
Ram Jam –Black Betty
Litfiba – Vivere Il mio tempo
AC/DC – T.N.T.
Rino Gaetano – E cantava le canzoni
Lucio Battisti 29 Settembre

Una città che ti ispira e in cui vorresti tornare?
Non c’è una città particolare che mi ispira o in cui vorrei vivere o tornare. Ogni città mi ha dato a modo suo un’emozione e mi ha permesso di lavorare, incontrare gente e fare esperienze.

Photographer, stylist: Davide Musto
Grooming: Martina Storani
Model/Actor: Francesco Marinelli
Intimo: Calvin Klein
Leather Jacket: HE by Mango

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Cosa si nasconde nel cassetto dell’intimo di un uomo?

Rafael Nadal x H&M

L’eterna battaglia è da sempre tra slip e boxer. I primi anticamente erano un indumento riservato agli uomini, generalmente di lino e a forma di calzoni lunghi, anche se sembra che addirittura il faraone Tutankhamon avesse nel suo guardaroba un capo intimo di forma triangolare molto simile allo slip moderno. Solo nel XIX secolo gli slip sono diventati di uso generale e sempre più corti, fino a diventare della misura attuale. Preferiti in particolar modo dagli sportivi, sono tuttora i più acquistati dagli uomini, in tutti i tessuti e fantasie, anche quelle più divertenti e sbarazzine.

Dai ring i boxer, la “divisa” tipica dei pugili, sono diventati un indumento intimo, grazie all’azienda statunitense Everlast, che, nel 1925, ha ideato i cosiddetti “boxer trunks”, sostituendo la tipica fascia di cuoio in vita del modello sportivo in un comodo elastico. È solo nel 1975 che i boxer tornano a far parlare di sé, grazie a una pubblicità in bianco e nero ideata dal brand Sears, e considerata scandalosa, perché ritraeva un uomo in boxer di cui sembrava si intravedesse una parte dei suoi genitali. Il vero successo è arrivato negli anni Ottanta, grazie allo spot della Levi’s, in cui l’affascinante e giovane modello inglese Nick Kamen si toglie jeans e t-shirt in lavanderia, restando solo con i suoi boxer.

Da quel momento in poi, i boxer si sono conformati alle diverse tendenze, come quella degli anni Novanta, definita “sagging”, in cui l’intimo diventa il vero protagonista del look, spuntando in modo evidente dai pantaloni a vita bassa. I modelli di allora, chiamati “boxer brief”, erano caratterizzati principalmente da un elastico importante, in cui appariva vistosamente la griffe di turno. Dal 2005, alcuni marchi hanno creato l’hot-boxer, un modello più corto rispetto ai precedenti, che mette in evidenza le natiche lasciandole parzialmente scoperte nella parte inferiore e anche grazie a un elastico cucito internamente.

La scelta del modello più adatto può dipendere dalla propria conformazione fisica e dalle occasioni d’uso. Ad esempio, il cosiddetto boxer short o American boxer, scelto soprattutto dagli americani, è ampio, dotato di una vestibilità morbida e, per questo, può risultare più scomodo da indossare sotto ai pantaloni. Il classico boxer short presenta un’apertura sul davanti, che può essere chiusa con un bottone o una cerniera in metallo. Poi ci sono i gripper boxer con elastico in vita e gli yoke front boxer che, al posto dell’elastico, hanno un cordino regolabile ed erano molto diffusi durante la seconda guerra mondiale. Molto spesso gli American boxer sono indossati da soli, a mo’ di pigiama, come si vede nelle serie tv e film americani.

Un buon compromesso tra gli slip e i boxer short sono i boxer attillati, particolarmente apprezzati dagli uomini che praticano sport, infatti non segnano, neanche quando si indossano con pantaloncini corti, e consentono un’ampia libertà di movimento.

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RAF SIMONS PRESENTA LA SUA SS18 PER CALVIN KLEIN 205W39NYC

La collezione CALVIN KLEIN 205W39NYC, realizzata da Raf Simons, per la primavera 2018 si ispira al cinema, alla fabbrica da sogno di Hollywood e alle sue rappresentazioni dell’ incubo americano e del sogno americano potente.
I codici estetici dei protagonisti cinematografici sono remixati, vengono date nuove interpretazioni e celebrazioni.

All’allestimento della sfilata ha dato il proprio contributo l’artista Sterling Ruby, con l’installazione site specific Sophomore, fatta di grandi pon pon colorati e altri elementi, volti a ricreare il mondo di «un teenager americano idealizzato».

Esplorando l’America, Raf Simons ha trovato Andy Warhol – un artista il cui lavoro ha contribuito a definire sia l’identità contemporanea della cultura americana, sia le percezioni del mondo. In collaborazione con The Andy Warhol Foundation for The Visual Arts, personalizza alcuni modelli con i ritratti di personaggi immortalati da Warhol.

Photo Credit @Giovanni Giannoni

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“The suburb is our playground” di Roberta Krasnig

We explore the outskirts of Rome with Andrea Bosca in this AW17 preview.

Photography: Roberta Krasnig
Styling: Stefania Sciortino
Grooming: Martina Di Crosta @makingbeauty
Trattamento Viso KIEHL’S Age Defender Cream

Photo Assistant: Olga Bondarevych

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Calvin Klein: SPRING 2017 MEN’S UNDERWEAR CAMPAIGN

Calvin Klein Men’s introduce la campagna SS17 Underwear con un video in cui figurano Mahershala AliAlex HibbertAshton Sanders e Trevante Rhodes, ovvero i protagonisti di MOONLIGHT, vincitore dell’Oscar al miglior film 2017. Raf Simons,  capo della direzione creativa di Calvin klein dice: “ E’ il riconoscimento di attori considerevoli che stanno comunicando qualcosa di importante sull’essere uomini oggi in ciò che si fa”. Pieter Mulier, direttore creativo aggiunge: “ Sin dall’inizio, Calvin Klein’s underwear è stato in grado di dirla lunga sulla maschilità”. Il cast è composto da 4 persone di 4 differenti età, scelte per chi sono, con un carattere forte che rappresenta  la chiave del loro essere, la loro essenza. Le immagini sono state fotografate da Willy Vanderperre e curate artisticamente da Olivier Rizzo.

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RAF SIMONS debutta con la sua collezione per CALVIN KLEIN

Raf Simons debutta a New York con la collezione ready-to-wear per Calvin Klein. In uno spazio che sembra un’opera d’arte, lo stilista immagina la diversità dell’America lasciando realizzare e rappresentare ciò all’artista Sterling Ruby. Infatti, la collezione e lo spettacolo sono un omaggio all’America, che è insieme futuro, passato, Art Deco, persone abbigliate in stili diversi, un miscuglio di tutto. I capi d’abbigliamento realizzati riflettono questo melting pot, differenti stoffe, protezioni in plastica sui cappotti, antiche trapunte fatte a mano. La coesistenza crea nuove forme.

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Un uomo nuovo

Prima è arrivato il metrosexual. La storia è costellata di uomini particolarmente attenti al proprio guardaroba e a un aspetto fisico così levigato dai prodotti di bellezza e profumato da competere con il gentil sesso, dai nobili alla corte del Re Sole ai primi divi di Hollywood. Vi dice niente il nome di Rodolfo Valentino? Nella seconda metà degli anni Novanta, però, in un mondo dello stile in preda al rilancio dei grandi nomi della moda – su tutti il Gucci di Tom Ford – che in quanto a edonismo sensuale potrebbe riempire un libro, si affaccia una figura maschile nuova per quegli anni, figlio dei macho man alla Sly Stallone o alla Schwarzy, tutto palestre e muscoli, che il mensile americano Details chiamò, appunto, metrosexual. Indiscutibilmente un uomo, senza ambiguità, ma che ha acquisito abitudini femminili, anzi sembra avere accettato un suo lato intimo più vicino alle donne. E in copertina appare David Beckham, bello come un Apollo, campione sul campo, ma nel privato attentissimo al suo look, dalla chiara abitudine al taglio di capelli, manco fosse Linda Evangelista, e con la propensione a presentarsi alle soirée in matching outfits con la compagna Posh Spice. Un uomo più femminile? Forse, sicuramente meno sfacciatamente testosteronico.
Poi è arrivato il ‘No Gender’. In realtà, già agli inizi degli anni ’90 in pieno periodo ‘Heroin Chic’, Calvin Klein lanciando CK1 ci aveva provato, chi non ricorda la campagna con Kate Moss e uno stuolo di ragazzi e ragazze, tutti dalla sessualità imprecisata, dal look intercambiabile, decisamente fluidi nelle scelte sentimentali, così come nel guardaroba. Ecco che negli ultimi anni, in pieno revival Ninenties, si sono moltiplicate collezioni genderless, quasi asessuate, dove il minimalismo estetico allude a una quasi negazione delle differenze fisiche, oltre che di stile, fra uomo e donna. Questo ci porta alle ultime sfilate. Se la gonna non è mai stata completamente digerita da ‘lui’, sono però entrati nei codici vestimentari maschili comuni il rosa, le stampe floreali a profusione, i decori e gli embellishment che neanche nei paramenti sacri o in una processione dedicata alla Madonna. L’uomo in leggings, o meggings, è immagine comune e diffusa nei centri urbani, mentre pizzi, merletti e fiocchi su di lui non sono più una novità. A dimostrazione che, dopo i tanti traguardi giustamente raggiunti dalle donne dal Novecento in qua e il profondo cambiamento a cui sono andate incontro, ora è la figura maschile ad essere insicura e in totale divenire, incerta e pronta forse a scoprirsi cambiata, chissà… magari in meglio?

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