Sneakers. I 5 modelli da non perdere

Sneakers, sneakers e ancora sneakers. Le iconiche scarpe da ginnastica, rivisitate dalle collaborazioni più cool del momento, continuano sempre più a fungere da tela per moltissimi designer. Noi ne abbiamo selezionate cinque, ma la stagione non è ancora finita e la caccia alle novità è ancora aperta. 

ADIDAS BY RAF SIMONS
Rosso scarlatto e ruggine; blu cobalto e nero; nero e bianco crema; sono tre le varianti di RS Replicant Ozweego, proposte per la primavera/estate 2018 da Raf Simons. Il designer lancia sul mercato una sneakers caratterizzata da forme geometriche, decise e contemporanee, che guardano da un nuovo punto di vista le precedenti rivisitazioni. La nuova running dà spazio al calzino, enfatizzato da pannelli ritagliati che lo fanno diventare parte integrante della scarpa. La limited edition, infatti, è presentata in una confezione personalizzata, nella quale ogni paio viene venduto con tre set di calzini abbinati che reinterpretano il design della sneaker.

 Y-3 BYW BBALLJAMES HARDEN INSPIRED CAPSULE COLLECTION
Ispirata all’iconica silhouette da basket degli anni ’90 e caratterizzata dalla moderna tecnologia BOOST™, studiata da adidas, la Y-3 BYW BBALL è l’utima novità firmata Y-3. BYW sta per “BOOST you wear” e fa parte della capsule collection dedicata a James Harden, superstar degli Houston Rockets. adidas e Yoji Yamamoto hanno voluto rendere omaggio al campione, disegnando una collezione dove il fiore botan, simbolo nella tradizione giapponese, di coraggio, nobiltà e onore, diventa protagonista, sottolineando le qualità di Harden. La sneakers oltre che per il design esclusivo, la firma di Yoji Yamamoto impressa sulla scarpa e l’allacciatura a zig-zag, presenta una tomaia in neoprene altamente flessibile capace delle più alte prestazioni.

ICOSAE FW18 BY CHRISTIAN LOUBOUTIN
Le sneakers dall’animo streetwear, caratterizzate dalla più alta manifattura italiana e disegnate da Christian Louboutin, hanno fatto il loro debutto a Parigi sulla passerella che ha visto sfilare la collezione fall/winter 2018 firmata ICOSAE. Un perfetto connubio tra i due brand, che vede protagonista il rosso, dettaglio icona per Louboutin, e colore che lega tutta la collezione ICOSAE. Una collaborazione imperdibile già alla seconda stagione; e noi, fiduciosi, aspettiamo la terza, perché, come si dice, non c’è due senza tre.

Nike Air VaporMax Moc 2 x ACRONYM®
Applicazioni grafiche e colori a contrasto, come nero e giallo fosforescente, sono i primi dettagli che conferiscono alla nuova Nike Air VaporMax Moc 2 un aspetto dinamico, aggressivo e veloce. La quarta silhouette Nike firmata da Errolson Hugh, co-fondatore di ACRONYM® nasce proprio da questo approccio, creare qualcosa di assolutamente innovativo e pieno di dettagli nascosti. Il risultato finale, infatti, è frutto di vari tentativi di mimetizzazione ispirato al nome del marchio; la grafica nasce proprio dall’intersezione e dalla rielaborazione della “A” di ACRONYM®.

https://www.youtube.com/watch?v=BdPxKPpb63A

 J.W. Anderson x Converse
Simply_Complex è l’ultima interpretazione delle iconiche scarpe Converse firmata J.W. Anderson; una collezione che riflette l’attenzione ai dettagli in un continuo gioco tra elementi moda e dettagli street style. Lo stesso Anderson definisce questa collaborazione: un lavoro di amore e ossessione. Un racconto che mostra come una scarpa si possa evolvere nel tempo, attraverso dettagli innovativi, pur continuando a essere indossata tutti i giorni da persone di tutte le età. Thunderbolt e Chuck 70’s non smettono di essere i modelli principali con cui Anderson dialoga, per creare rivisitazioni provocatorie frutto di approfondita ricerca nello stile e nei materiali.

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TECH ESSENTIALS

Ormai parte del nostro quotidiano, gli indispensabili accessori che ci accompagnano sono sempre più all’insegna dell’hi-tech. Tra collaborazioni esclusive, evoluzioni e nuovi oggetti curiosi ce n’è davvero per tutti i gusti. Chi ha detto poi che la moda non possa essere utile, o addirittura pratica, e viceversa? Funzionalità ed estetica – perché no? -possono andare di pari passo. Prova ne è il periodo storico che stiamo vivendo, dove le parole fashion e tecnologia diventano talvolta addirittura sinonimi.

APPLE WATCH HERMÈS
Apple Watch di Hermès: ovvero un concentrato di eccellenze. Un oggetto per il quale si potrebbero fare follie. Ecco un classico esempio dove l’alta tecnologia e uno dei brand più chic di tutti i tempi si uniscono, creando un accessorio che racchiude amore per il design, altissima qualità e, naturalmente, eleganza francese.

MOLESKINE Smart Planner
Probabilmente il sogno di tutti. Il promemoria che ci ricorda gli appuntamenti, senza che si rinunci alla classica agenda e agli appunti scritti a mano. Stiamo parlando di Moleskine Smart Planner, il classico libricino nero che oggi, grazie a una tecnologia fluida e intelligente e all’utilizzo della Moleskine Pen+, sincronizza le annotazioni vergate a mano direttamente sul dispositivo.

PIQUADRO – linea COLEOS BAGMOTIC
Piquadro, fusione perfetta tra design e tecnologia. I nuovi prodotti della linea Coleos Bagmotic esplorano la moderna filosofia dell’IoT, Internet of things. IoT ci permette di interagire con il nostro bagaglio attraverso smartphone e smartwatch: basta scaricare Connequ, la app ideata dal brand. Un esempio è lo zaino porta computer. Rintracciabile ovunque grazie a un dispositivo GSM, lo zaino, attraverso un sistema di allarme, ci avverte quando ce ne si allontana, è in grado di ricaricare la batteria del nostro smartphone e, sul retro, è dotato di piccoli led, che fungono da veri e propri fanali posteriori, dotati anche di stop a luce rossa in caso di frenata. È, infatti, elettivamente dedicato a chi si sposta in bicicletta.

MASTER & DYNAMIC for ERMENEGILDO ZEGNA
Qualità e raffinatezza sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere l’esclusiva collaborazione Master & Dynamic for Ermenegildo Zegna. I due brand hanno unito le loro competenze, per creare oggetti di stile e dotati di altissima tecnologia. Il giradischi PELLE TESSUTA™ combina, infatti, l’acustica di Master & Dynamic con il rivestimento firmato Ermenegildo Zegna in Pelle Tessuta; una lavorazione, realizzata a mano, creata e sviluppata dalla Maison.

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Guarda indietro per essere avanti

Oggi più che mai l’ispirazione arriva dal passato. Tra i brand che ogni anno ripropongono un capo iconico in diverse varianti, modernizzato e a nato nei dettagli e nei materiali, e quelli che invece frugano letteralmente negli archivi per riportare in vita item che hanno segnato un’epoca, potete stare tranquilli: tutti saranno soddisfatti. Chi ama stare al passo con i tempi e indossare le nuove proposte di stagione e chi, invece, preferisce riesumare le vecchie glorie, tirando fuori dall’armadio l’amata felpa o le intramontabili sneakers. Attenti a non commettere il grosso errore di pensare che le rivisitazioni siano frutto di atteggiamenti nostalgici o di scarsa inventiva. Sbagliato. Il passato è esperienza, consapevolezza, cultura e i brand come K-Way, North Sails, Adidas, Bally, Vuarnet e altri ne sono un esempio più che mai attuale.

KWAY® – LE VRAI™
Dopo oltre 50 anni di storia K-Way fa ancora parlare di sé. Chi non ha mai posseduto quel pratico marsupio che in un batter d’occhio si trasforma in giacca a vento? Quel geniale, comodo e pratico, giubbino antipioggia e antivento in Nylon nasce in Francia nel 1965. Il modello ‘Le Vrai’ dal design indimenticabile, ripiegabile su se stesso – rivisto nei dettagli e disponibile in una vastissima gamma di colori – da qualche anno è tornato a essere un accessorio indispensabile, da tenere a portata di mano “in caso di…”.

adidas FOOTBALL – PREDATOR 18+

Le adidas Predator, un sogno dal 1994. Da qualche anno non ne sentivamo più parlare, ma ecco che, intramontabili, tornano e non solo sui campi da calcio. Riproposti quasi ogni anno, i famosissimi scarpini, indossati da molti dei migliori calcatori di tutti i tempi, tornano in una nuova rivisitazione, progettata e realizzata in materiali super tecnici e innovativi. Vengono proposti in tre varianti, da sfruttare in molteplici occasioni: Stadium, Cage e Street.

NORTH SAILS – 60TH ANNIVERSARY

Un “must have” per gli appassionati di vela e non solo. North Sails, infatti, ha accompagnato intere generazioni. Il 2017 è stato un anno importante per il brand, che ha celebrato il suo sessantesimo anniversario. Per questa occasione ha proposto una capsule collection, che vede protagonisti i best seller e gli iconici item di sempre, riproposti con grafiche e palette colori ispirata alla bandiera degli USA.

BALLY – VITA PARCOURS
Quando si dice riportare in vita gli anni Sessanta e Ottanta. Con il suo iconico motivo a scacchi, il modello Vita-Parcours, firmato Bally, risale al lontano 1974, ma la prossima estate lo ritroveremo, intatto nel design e nell’essenza, ma con la suola modernizzata, a calcare le strade urbane e non. La scarpa proposta nei colori blu oceano, curry e grigio fa parte della collezione Retro Sneaker, lanciata dal brand; di questa fanno parte anche i modelli Competition, Galaxy e Super Smash.

GHURKA – EXPRESS
Funzionalità e stile americano è il marchio di fabbrica del brand Ghurka, nato in Connecticut e specializzato da oltre quarant’anni, in pelletteria top di gamma. Realizzati a mano da maestri artigiani, tutte le borse, i borsoni e gli accessori sono studiati nei dettagli. Perfetti sia per le fughe da weekend che per il viaggio vero e proprio. Icona indiscussa della firma è il modello Express che, lanciato negli anni ‘70, viene rivisitato e riproposto, anno dopo anno, rimanendo sempre e comunque un pezzo attuale e senza tempo.

DRUMOHR – RAZOR BLADE
Torna in voga il Razor Blade, più comunemente conosciuto negli anni Settanta come fantasia a “biscottino”, marchio di fabbrica dello storico brand Drumohr, specializzato in maglieria di altissima qualità fin dal 1770. Oggi come allora, il rinomatissimo pattern rimane simbolo di uno stile e un’eleganza in cui combaciano passato e contemporaneità. Il tutto in puro cashmere.

VUARNET – GLACIER
Indossati dai migliori alpinisti degli anni ’80, gli occhiali firmati Vuarnet sono ancora simbolo di qualità e stile. Ne è esempio il modello Glacier, vera e propria icona del brand. L’occhiale di James Bond in Spectre, infatti, viene oggi riprodotto in una versione che rende omaggio alla Francia, patria del marchio, caratterizzato dai colori della bandiera francese: acetato blu, bianco e rosso, abbinato alla montatura tartaruga.

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Nuovi must-have: uno zainetto per tutti!

Se c’è un accessorio che più associo alla mia adolescenza, quello è lo zaino. Dai pomeriggi interi passati davanti alla televisione – a guardare “Non è la Rai”, con il suo gioco di indovinare cosa c’era nello zainetto di Ambra – alla mia prima vacanza da solo all’estero, accompagnato dal fedele e coloratissimo Invicta. Poi, crescendo, ho preferito altre borse, per le mie avventure. Dopo un po’ di anni in cui per me zainetto era sinonimo di uno stile un po’ troppo teen, mi sono accorto, invece, di come questa proposta, fra le tante borse, sia in realtà una delle più pratiche e comode e abbia acquisito con il tempo una versatilità di uso che è perfetta per il mio quotidiano, sempre di corsa fra mille impegni. E se ne sono accorti anche brand e stilisti, perché nelle ultime stagioni si sono moltiplicate le opzioni, da quelle colorate e decorate, per un pubblico forse più giovane e fashion addicted, ad altre tecnologiche e sporty, per chi non rinuncia allo zaino per andare in palestra o per fare jogging, fino a proposte seriose e dal design essenziale e minimal, dal sapore urbano e perfette per il manager annoiato dalla solita valigetta ventiquattrore. Vi proponiamo una carrellata di backpacks che ci sono piaciuti e ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ha collaborato Orsola Amadeo

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COSA NE RESTA DI: CHIAMAMI COL TUO NOME

Candidato a 4 Premi Oscar (Miglior film, Miglior attore a Timothée Chalamet, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior canzone a Sufjan Stevens per Mistery of Love) e già vincitore del premio come Miglior adattamento ai Bafta, Chiamami col tuo nome è il film più discusso del momento. Diretto da Luca Guadagnino, come ultimo tassello della sua “trilogia del desiderio”, (dopo Io sono l’amore e A Bigger Splash), il film è ambientato nel Nord Italia e racconta la storia d’amore tra Elio, un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver, nell’estate del 1983. Decretato dalla redazione di MANINTOWN come un film da vedere – nonostante i pareri discordanti sul fatto che sia piaciuto o meno – quello su cui ci si sofferma è la sensazione, nuova, che si prova una volta usciti dalla sala.

BUCOLICO, LENTO E CONTROVERSO: UN FILM CHE AMMUTOLISCE (ORSOLA)
Titoli di coda, la luce si accende in sala, il silenzio. Un silenzio sacro che il solo gesto di alzarsi e mettersi la giacca si percepiva come una mancanza di rispetto nei confronti dei compagni di poltrona. Questo è successo in una piccola sala di un cinema in centro quando, dopo aver sentito parlare e riparlare di Chiamami col tuo nome, ho deciso di andare a vederlo. Cosa stava frullando nella testa di tutti quanti? Cosa stava frullando dentro la mia? Quel silenzio mi ha colpita. Mi ha colpito la titubanza con cui le persone esprimevano il proprio parere, e come allo stesso tempo non riuscissero a scostare la mente dalle scene appena viste, tanto che li faceva rimanere incollati alla sedia, in silenzio. Dopo qualche minuto ho sentito una ragazzina rompere il ghiaccio e dire agli amici «Non so se mi è piaciuto, fatemici pensare qualche giorno e ve lo dico». Un’affermazione che ho condiviso. Assolutamente sulla bocca di tutti, Chiamami col tuo nome è il classico film con il finale aperto, proprio uno di quelli che ti fanno dire, uscito dalla sala, «ho capito bene? – oppure “ma alla fine come è andata veramente?». Un finale che lascia un po’ interdetti, senza parole e allo stesso tempo con molteplici domande e con un chiaro obiettivo: scuotere le persone, portare in scena, anche attraverso scene forti, sentimenti, dubbi, confusioni e pulsioni. Un film che descrive una campagna italiana bucolica, da sogno, che con le sue scene e dialoghi lenti e controversi si presta a plurime interpretazioni.

L’EREDITA’ DELL’ARTE (LAURA)
Che piaccia o no, è certamente un film che non lascia indifferenti una volta usciti dal cinema. Ti verrebbe d’istinto di  leggere il libro da cui è stato tratto o, quanto meno, parlare a quattr’occhi con il regista, per cercare di comprendere tutti quei dettagli a cui hai dato una lettura tutta tua. Lunghi monologhi che creano un silenzio inverosimile in sala, riflessioni e spunti che portano ogni osservatore a una considerazione diversa. Non è forse questo che l’arte ha il compito di fare? Hollywood ci ha abituato a questa realtà distorta, in cui dopo uno sguardo languido tra due protagonisti scatta subito il “vissero felici e contenti”. Quante volte questo accade nella vita reale? Sinceramente, poche. Se poi il senso di queste persone che ci “scompigliano” fosse insegnarci a conoscerci meglio?

IL RIFLESSO DI ELIO SEI TU (GIUSEPPE)
Siamo stati tutti Elio. È nella crescita d’ognuno aver detto addio a un amore importante, magari sentendo di tradire i propri sentimenti o di essere traditi. I quattro minuti di titoli di coda in cui si muovono solo le mosche e le viscere di Elio, contratte dal dolore, può essere un forte pugno nello stomaco. Il nucleo del film, infatti, al contrario di quello che si è portati a credere, non è la storia d’amore omosessuale tra Elio e Oliver e nemmeno “una storia d’amore”, privata dei propri connotati. Il fulcro di tutto è l’educazione sentimentale, nella sua massima espressione: il desiderio di scoprire se stessi attraverso la scoperta dell’altro. Esplorazione che passa per i propri sentimenti, la propria eccitazione, quella altrui e il consenso/giudizio di chi ha il compito – più oneroso – di guidarci nei nostri dubbi. È il primo amore, che «non si scorda mai», quello che crediamo possa durare per sempre, perché una felicità così non l’abbiamo mai vissuta e poi, di colpo, finisce, insegnandoci, con la sua fine, a sopravvivere a qualunque dolore. Eccolo, il vero passaggio all’età adulta, l’eredità del film.

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Non dimenticarlo, è San Valentino anche per lui

Dopo aver trattato il lato femminile, ora tocca ai maschietti. D’altra parte, San Valentino è San Valentino e non fa distinzione di genere.
Come in tutte le occasioni speciali, la domanda sorge spontanea: Cosa gli regalo? Si sa, fare un regalo a un uomo è sempre più difficile, si rischia di cadere nel banale. Ecco un consiglio, per colpirlo e affondarlo: individuare le sue passioni. Voi sarete a cavallo e lui si sentirà compreso, amato e coccolato. Sportivo? Ambientalista? Narciso? Scopri il suo punto debole e centrerai l’obiettivo.
Per esempio, la stagione dello sci è ampiamente iniziata e la neve quest’anno non manca, perché non regalargli un accessorio utile, cool e di qualità come la mascherina Oakley? Non vedrà l’ora di avere gli sci ai piedi. Pensiero divertente ed ecologico: il nuovo monopattino elettrico Ninebot by Segway; un oggetto pratico, ripiegabile su se stesso, da usare nei brevi spostamenti; un giochino che lo farà ringalluzzire. Se, invece, avete a che fare con un uomo più vanitoso, con Proraso andrete sul sicuro, se poi porta la barba impazzirà per la linea Single Blade. Un San Valentino all’insegna dell’ironia sarà quello firmato Issey Miyake. Per l’occasione il designer prende ispirazione dalla tradizione giapponese in cui, a San Valentino, le donne regalano cioccolato agli uomini. Nasce così uno speciale packaging: all’esterno una dolce tavoletta di cioccolato, all’interno dei calzini “cacao 0%”. Non importa, invece, che siate uomo o donna per sostenere una giusta causa. Alessandro Enriquez, designer di 10×10 Anitaliantheory coglie, infatti, l’occasione per riportarci con i piedi per terra, creando una capsule di T-shirt in limited edition dedicata a Felix the Cat per sostenere i progetti di Oxfam. Acquistandola parteciperete alla raccolta fondi a favore della popolazione dello Yemen, uno dei paesi più poveri del mondo, travolto da una guerra civile. La T-shirt FULL OF LOVE firmata Alessandro Enriquez sarà presentata mercoledì 14 febbraio presso gli store del Gruppo Biffi Boutiques dove sarà esposta in esclusiva.

È San Valentino, non deluderla!

C’è chi lo ama e chi lo salterebbe a piè pari: San Valentino. La giornata degli innamorati, quella in cui le strade, i bar e i negozi si riempiono di cuori, cuoricini e rose rosse. E voi che tipo di uomo siete? Fate parte del club dei cuori solitari, credete fortemente nel concetto “non c’è bisogno di San Valentino per dimostrare i propri sentimenti” o cogliete la palla al balzo, la portate a cena fuori e fate sentire la vostra fidanzata più speciale del solito? Se appartenete all’ultima categoria allora è tempo che iniziate a pensare a qualcosa da regalarle, oltre ai fiori, s’intende. Consiglio per chi è ancora all’inizio della relazione: andateci con i piedi di piombo. Meglio optare per un regalo semplice, scherzoso e magari anche utile; che ne dite dello specchietto da trusse HoMedics che, oltre a avere incorporate intense luci a led per ritoccare il make up, è anche munito di porta USB in modo da trasformarsi in un power bank per lo smartphone? Se invece avete a che fare con una modaiola attenta allo stile non potrà non apprezzare l’edizione limitata della Marni Mrs. Midi bag, cadrà letteralmente ai vostri piedi. Perfetto, invece, per chi ha intenzioni serie è l’iconico trolley Rimowa che, per il suo 120esimo anniversario, propone una versione completamente rinnovata della sua identità visiva; perché a San Valentino chi regala una valigia regala viaggi, avventure e nuove esperienze assieme. Prendersi cura di se è sicuramente una cosa a cui le donne prestano attenzione e, se trovano un apparecchio che le aiuta a farlo non possono che essere contente, ecco che Braun propone un kit Epilatore viso, che le permetterà di curare la propria pelle in modo completo e preciso. Regalo per lei, ma anche per voi? Il completino intimo è il classico che metterà d’accordo tutti e il miglior compromesso qualità prezzo è senza dubbio firmato Intimissimi. Regali o no, il significato di San Valentino rimane uno solo: un’occasione per prendersi cura più del solito di chi amiamo.

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MUST HAVE

Sarà che stiamo parlando della primavera/estate 2018 e, lo sappiamo bene, i mesi caldi prevedono un guardaroba dai colori più accesi; sarà che d’estate si osa di più e si ha voglia di giocare con il proprio stile, cosa che d’inverno accade meno. Sarà che il periodo storico che stiamo affrontando non ci porta, quotidianamente, a sorridere tanto, che ho deciso nell’approcciarmi alla mia consueta rubrica dei ‘must-have’ di stagione, di scegliere pensando a una parola che sembra un po’ fuori moda: brio! Le proposte sono tutte all’insegna del colore, della vivacità, se non eccessivamente esuberanti, devono portare un pizzico di effervescenza nel nostro outi e, di conseguenza, nel nostro vissuto. Ecco a voi, gli accessori, i capi e gli oggetti del desiderio della prossima spring/summer 2018.

PALM ANGELS
Sarà che ci siamo follemente innamorati di The Get Down, serie di Baz Luhrmann che raccontava gli esordi della scena hip hop, in una New York da Studio 54, ma la tuta da b-boy declinata nei colori più accesi e in altri pastello proposta da Palm Angels, ci sembra una delle immagini più forti della primavera/estate 2018. Francesco Ragazzi, il designer italiano dietro il marchio, ha conquistato pubblico e critica alla seconda prova in passerella, lo scorso giugno. Lo sportswear non ci è mai sembrato più cool di così!

ERMENEGILDO ZEGNA COUTURE
Anche le sneakers “Tiziano”, di Ermenegildo Zegna Couture, high top in pelle di vitello off white, sono attualissime, pur suscitando un rimando old-school, che le rende ancora più desiderabili, grazie allo stile pulito e minimalista, ma anche ai tagli tutti dipinti a mano, come le XXX beige laterali, con una posizione asimmetrica. Completano questa scarpa must-have dettagli come lacci e gros-grain beige, oltre a una suola in gomma bianca ultra leggera, disegnata con un inserto in pelle color vicuña, con il logo impresso a caldo.

PRADA
Da sempre sono un lettore di comics, figlio di un fan accanito delle avventure di Tex Willer. Io per anni ho spaziato dai manga a Dylan Dog. Per questo ho amato moltissimo la collezione primavera/estate 2018 di Prada, dove capi e accessori trovano in immagini da futuribili fumetti un elemento decorativo davvero cool. Irresistibile, e di grande tendenza, il marsupio in pelle, ovviamente anche lui con stampa comics. Non c’è fashion addicted che non sia già in fibrillazione per averlo.

PARROT POT
Un vaso da fiori così smart, che innaffia le piante al nostro posto? Sembra incredibile, ma Parrot Pot, vaso wireless per uso interno o esterno, è in grado di prendersi cura delle piante in autonomia, adattandosi alle loro esigenze misurando, grazie a quattro sensori, i dati essenziali alla buona salute della nostra amata pianta, dettagli che – per me che non ho il pollice verde – sarebbero quasi incomprensibili, come l’umidità del terreno o l’intensità della luce. Il tutto può essere gestito dall’app su smartphone, tablet e android, Parrot Flower Power, che può controllare fino a 256 vasi, ricevendo anche consigli dagli esperti. Indispensabile per chi ama le piante, ma anche per chi di solito riesce a far morire anche quelle finte!

ALAIN MIKLI LUNETTES
Per chi ama farsi notare, indossando accessori dalla spiccata personalità. Come questi
occhiali di Alain Mikli Lunettes. Il modello unisex Ayer, della collezione Resort 2018,
ha un’estetica raffinata, caratterizzata da intagli e giochi di volumi. Ci ha fatto pensare
ai video delle nostre icone preferite degli anni Ottanta e il colore dell’acetato della
montatura è davvero da star!

MARNI
Ricorda l’abitudine dei nostri nonni di legare le valigie stracolme per un viaggio, con una
vecchia cintura. Forse è per il rimando così sentimentale che mi piace questa proposta di
Marni, in sintonia con il mood un po’ rètro che caratterizza il lavoro di Francesco Risso da
quando è creative director del marchio. La cintura in tessuto tecnico e fibbia in ottone è
decorata da cinque spille in metallo, mentre la borsa in pelle è stampata con un motivo a
barchette, che la rende perfetta per le gite al lago primaverili.

GUCCI
Inusuali, forse, in un guardaroba maschile, ma da quando è creative director di Gucci, il molto amato Alessandro Michele ci ha abituato alla sua attitudine a mescolare i generi. E queste shopping bag, così vicine come stile a quelle che useremmo nei mercati di certi paesi esotici, ci hanno subito conquistato, al punto che non riusciamo a sceglierne una sola. Come sempre d’eccellenza gli elementi decorativi, fra scritte e immagini dal mondo garden e ortofrutticolo.

HERMÈS
Non siete tipi da sneaker, ma siete stanchi delle calzature classiche da uomo? È di Hermès il mocassino più divertente della spring/summer 2018. In denim e suede, fa pensare ai playboy degli anni Settanta, che passavano le vacanze sulla Costa Azzurra a fianco di Jane Birkin o di B.B.! Non dimenticate di indossare al collo anche un foulard della Maison, per completare il look alla Gunter Sachs.

CERAMIC CACTUS
Un tocco spiritoso e colorato nelle nostre case, ma un’idea per rendere divertente anche la nostra scrivania in ufficio, perché no? Una collezione di soprammobili in ceramica, a forma di cactus, dal nome facilissimo da ricordare: Cacti. Sono di Hay e li trovate in vendita su designrepublic.com.

SUPERDUPER HATS
Da sempre SuperDuper Hats, il brand di accessori di Matteo Gioli, Veronica e Ilaria Cornacchini, ci sta a cuore, perché è stato capace di riportare un gesto antico, come quello di indossare un cappello, nelle abitudini dell’uomo e della donna contemporanei. Anche per la spring/summer 2018 ci conquistano grazie a un modello che ci regala leggerezza e sogno, quello di volare lontano come gli uccelli che si alzano in volo da un loro copricapo. Per veri romantici!

COACH 1941
Il lavoro negli anni Ottanta e Novanta di Keith Haring ha lasciato un segno indelebile, non solo nella scena artistica underground, ma anche in quella mainstream. Esempio di come Haring con la sua graffiti art sia ancora oggi amatissimo è la collezione primavera/estate 2018 di Coach 1941, il cui direttore creativo Stuart Vevers ha scelto proprio alcuni disegni simbolo dell’artista americano, usati non solo sugli abiti, ma anche sugli accessori. E la sneaker e lo zainetto in cui i personaggi di Haring si sovrappongono a una stampa hawaiana sono davvero strepitosi.

PENS PRODIR
Per chi, come noi, ama ancora scrivere in tempi sempre più dedicati alla tecnologia. Quattro modelli, Twenty, Eight, Ten, Six, per sei colori, ventiquattro combinazioni attraverso le quali possiamo trasmettere un’emozione, raccontare il nostro modo di essere. Prodir, con le sue penne Swiss made, sinonimo di qualità, design, sostenibilità e durata nel tempo, torna a ricordarci, con la collezione “Me, Myself and I”, firmata dal designer tedesco Christoph Schnug, che scrivere è la massima espressione della propria personalità, unica ed individuale, tempo che dedichiamo a noi stessi. Il vero lusso di questo nuovo millennio.

GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND
Noto per le calzature, da tempo Golden Goose Deluxe Brand propone una collezione a 360 gradi, che ha molti fan. Ci siamo innamorati della perfecto jacket, che viene proposta per la primavera/estate in un colore insolito, cioè il total white, interrotto da segni grafici neri, essenziali, che fanno pensare alla tattoo art e agli States. Come il fenicottero che, con la sua imagine, ingentilisce un capo da sempre simbolo di stile biker, infondendogli una coolness che lo rende oggetto del desiderio.

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NATALE: i regali dell’ultimo minuto

Natale si avvicina, è aperta la caccia al regalo dell’ultimo minuto. Avete poco tempo a disposizione? Siete lavoratori o studenti, oppure eterni indecisi? O magari, più semplicemente, pur carichi di tutte le buone intenzioni, avete poca fantasia e vi siete ridotti all’ultimo? Non scoraggiatevi, niente panico. Noi di MANINTOWN abbiamo selezionato alcuni imperdibili articoli per Lui, così diversi da soddisfare qualsiasi tipo di uomo (e di tasche).
Iniziamo con dei regali tipicamente invernali: perché non il cappellino di Franklin and Marshall da abbinare allle calze di Alto Milano? Entrambi, ovviamente, nel colore must have del Natale, il rosso. Se, invece, durante i giorni di festa avete in programma gite o passeggiate all’aria aperta, perché non optare per una scarpa da trekking firmata Grisport o una versatile sneakers, rivisitazione del modello GEL-LYTE III, di Asics? Anche Alcatel non resta indietro con le tendenze e propone un orologio per i più atletici. Valutare le prestazioni fisiche non è mai stato così semplice. Per rimanere in tema athleisure, Sport Boost propone delle cuffiette senza fili, comode e super cool.
Basta, ora, con il fitness! Torniamo in città e all’uomo classico, metropolitano, che sicuramente apprezzerà le bretelle proposte da Boggi o, se più trendy, gli astucci super tecnici firmati Freitag. Lo stereotipo per cui i regali “da casa” sono tristi e poco apprezzati è ormai superato, per cui perché non regalare una teiera per affrontare questi freddi inverni? WESCO ha proprio la risposta a questa domanda, proponendo una teiera dal design inconfondibile, il colore? Rosso ovviamente.

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Il calzino: quando, come e perché

A righe, microfantasia, tinta unita, di cotone o di spugna? Il calzino è ufficialmente entrato a far parte di quegli accessori di cui il guardaroba maschile deve essere fornito. Se prima non ci si poneva troppa attenzione, oggi diventa un vero e proprio elemento caratterizzante del look di ogni persona. Certo dipende dalle occasioni, ma perché non mescolare anche un po’ le carte in tavola e i codici dello stile? Scoprirete che potrete raggiungere risultati inaspettati e spiazzare chi, nella vostra abilità nel vestirvi, ha perso le speranze. È sicuramente il mocassino in cuoio e il completo a richiedere un calzino sobrio, tinta unita, ma magari con un twist, come un bordino colorato a contrasto, in questo modo andrete sul sicuro. I più eccentrici però potrebbero non essere d’accordo, infatti un abito classico per loro potrebbe risultare un po’ noioso; in questi casi una micro fantasia, magari abbinata alla cravatta, potrebbe risollevare le sorti di un look tendenzialmente tradizionale. Che siano uomini maturi o ragazzini, l’attenzione al dettaglio, soprattutto negli accessori come le calze, interessa ormai davvero tutti senza distinzione di età e stagioni, diventando un elemento con cui giocare e differenziarsi dalla massa. Possiamo dire che in inverno le calze siano un oggetto senza dubbio utile, funzionale e in alcuni momenti addirittura essenziale, ma chi ha detto che debba essere usato solo durante la stagione fredda? Protagonista su molte delle passerelle maschili della stagione SS18, ma non solo, il calzino sta davvero rivoluzionando i look contemporanei. Colorato e non, spesso, sottile o lavorato, portato a metà polpaccio e abbinato al pantaloncino corto è diventato un vero e proprio trend tra i giovani che popolano le strade cittadine. Proprio in questo panorama la spugna torna alla ribalta e non solo in ambito sportivo; il calzino rigorosamente bianco con dettagli neri, che originariamente veniva associato ai campi da tennis o all’atleta di pallacanestro, viene oggi riportato nel quotidiano e abbinato, sia nell’universo maschile che femminile, a un sandalo, alla ciabatta o comunque a una scarpa aperta. Grande tema del calzettone di cotone sono invece le righe che spesse o sottili, si vedono davvero di tutti i colori; la riga orizzontale a differenza delle micro fantasie, che possono risultare più eleganti, ha infatti un sapore più casual, allegro e scanzonato. Tutto certamente dipende dalle tonalità, la stessa fantasia con colori più accesi infatti può risultare con meno classe ma magari più giocosa e eccentrica. Stesso concetto lo ritroviamo nel motivo a quadretto che, interpretato in tutti i modi possibili, trasmette sensazioni opposte se trattato con colori tenui o accesi, con spessore fine o meno.
Un universo, quello delle calze, davvero senza confini, un linguaggio visivo che lascia spazio alla fantasia e alla libera espressione nei molti contesti della vita quotidiana basta solo scegliere il messaggio che si vuole comunicare.

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Dove vai se la bici non ce l’hai?

Attrezzo sportivo o mezzo di locomozione in città? La bicicletta, ormai, fa parte dello stile di vita di moltissimi. C’è chi, più sportivo e amante della natura, organizza le gite sui monti con gli amici, chi in città non ne può più fare a meno, e chi invece ha adottato questo attività sportiva per tenersi in forma. Possiamo dire che la bici sta diventando una vera e propria filosofia di vita sempre più amata, anche dal mondo della moda. Nuove collaborazioni come quella di Brompton X Barbour o addirittura linee dedicate, come quella di Levi’s e le Coq Sportif hanno pensato al mondo dei nuovi ciclisti urbani, un trend che sta davvero contagiando in positivo tutti quanti. Movimento, aria aperta e zero inquinamento, per questi e altri buoni motivi, la bici dovrebbe diventare davvero la nostra migliore amica, ecco perché oggi stanno venendo alla ribalta sempre più accessori che ci spingono a non lasciarla mai. Un esempio è la nuova linea Tucano Urbano, che propone cerate e ghette da pioggia o la giacca catarifrangente Armata di Mare, perfetta per quando ci ritroviamo a pedalare nel buio. Fondamentale per chi ama pedalare in montagna e utile anche in città, il navigatore Hammerhead, dispositivo del quale non potrete più fare a meno. Ora non vi resta che decidere il modello di bici che preferite, sportiva e dall’animo grintoso o da città, e magari, perché no, colorata?

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Back to the gym

Vacanze e relax sono ufficialmente finiti. Il ritorno alla vita di tutti i giorni e alla routine comincia a farsi sentire e così anche la voglia di rimediare a tutti gli aperitivi sulla spiaggia. La corsa alle palestre, agli attrezzi e alle piscine è cominciata e noi di Manintown abbiamo selezionato alcuni accessori di cui potreste avere bisogno. Fondamentale è avere una borsa capiente, funzionale ma anche cool, come quella proposta da adidas, per non sfigurare quando la porterete direttamente dall’ufficio alla palestra. Quando si parla di abbigliamento sportivo le collezioni Puma e Nike non deludono mai, ma per essere veramente di tendenza, anche durante l’allenamento, non potete perdervi la nuova collaborazione Cottweiler x Reebok. Se siete degli amanti delle sneakers, New Balance è la scarpa giusta per voi, perfetta in qualsiasi situazione, in palestra e non, se invece decidete di iscrivervi in piscina, Speedo sarà l’occhialino giusto, che vi accompagnerà durante tutto l’anno. Per chi preferisce allenarsi a casa, il WaterGrinder di NOHrD è il macchinario più adatto, completo e di design.
Quando si parla di attività fisica anche l’igiene ha la sua importanza, e noi vi proponiamo due varianti, lo shower gel di Dirk Bikkembergs e quello di Nuxe Men, aspettiamo solo di sapere quale preferite. Siete milanesi e non avete ancora deciso dove iscrivervi in palestra? Che corsi fare? Dove e perché? Noi vi consigliamo di provare Revolution by Virgin Active, corso attivo dal 18 settembre a Milano, all’interno del Brian&Barry Building di Piazza San Babila. Un’autentica rivoluzione nell’allenamento, che offre a tutti gli amanti del fitness una formula avanzata di indoor training a base di tecnica, energia e coinvolgimento, grazie alla combinazione di attività di cycling e training funzionale. Consiglio: qualsiasi attività decidiate di fare non scordatevi mai la vostra borraccia, che ne dite di quella giallo fluo proposta da 24bottles?

GIORGIO MARCHESI un attore a 360°

Cover: jacket e denim Jacob Cohen; shirt Corneliani

Un talento scoperto sul campo e una passione nata nel tempo: è Giorgio Marchesi, ormai affermato attore italiano, classe 1974.  La sua formazione comincia a Padova, dove grazie a un corso di recitazione tutto ha avuto inizio. Dopo alcuni anni nel teatro e nella pubblicità, si trasferisce a Roma nel 2003, dove ha l’occasione di venire a contatto con il vero e proprio mondo dello spettacolo. Negli anni, Giorgio dimostra talento e determinazione, entrando a far parte di importanti produzioni teatrali, televisive e cinematografiche e lavorando con registi come Marco Tullio Giordana e Ferzan Özpetek, continuando ad affinare le sue competenze frequentando corsi, stage e seminari tenuti da importanti maestri.
Non solo attore ma anche padre, noi di Manintown ci siamo fatti raccontare qualcosa sui sogni e sulle passioni di un personaggio che, con i suoi modi decisi e gentili, sta affascinando sempre più il grande pubblico.

Hai sempre sognato di fare l’attore? Com’è cominciata la carriera di Giorgio Marchesi?

Da ragazzino in realtà sognavo più di fare il calciatore o il cantante. Avevo sicuramente l’attitudine da attore, ma ero ancora molto timido, facevo le battute con gli amici, le imitazioni, ma non pensavo alla carriera nel mondo dello spettacolo. Forse perché a Bergamo non era un mestiere così usuale. Più grande ho frequentato un corso di teatro, grazie al quale ho scoperto e potuto mettere in pratica la mia passione. Al termine del corso, dopo il saggio finale, mi hanno chiesto di fare uno spettacolo con la loro compagnia, e da lì non mi sono più fermato. Ho lavorato nella pubblicità, a Milano, per poi trasferirmi a Roma dove, per fortuna, le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto. All’inizio ho recitato molto in teatro, e dopo qualche anno sono arrivate le prime occasioni e le prime piccole parti nel cinema e in televisione.

Teatro, cinema o TV?

Sono tre cose molto diverse e se si ha la possibilità è bello poter variare e sperimentarle tutte e tre. Il cinema dura più a lungo nel tempo e mi è capitato anche che una parte più piccola mi regalasse una grandissima soddisfazione. La televisione, invece, dà una quotidianità, ti rende popolare o comunque ti permette di arrivare più facilmente alla gente. Spesso ci dimentichiamo quanto questo lavoro sia fatto per le persone, dobbiamo piacere a loro prima di tutto. Il teatro, invece, è la mia grande passione iniziale, richiede più disciplina e presenta più difficoltà. Appena penso al teatro penso alla fatica, al sudore, perché nonostante sia per molti aspetti più finto, per un attore è assolutamente reale. Il palcoscenico è un rapporto diretto con il pubblico, avviene in quel momento, non si può rifare la scena o “tagliarla”.

Ti è mai capitato di dover interpretare un personaggio molto lontano dalla tua personalità? Se sì, quale? Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato?

Si mi è capitato, anche più di una volta. Interpretare un personaggio lontano dalla tua personalità è sicuramente difficile, ma non sempre, è possibile invece che sia addirittura più facile, permette di esplorare campi sconosciuti e lasciarsi andare completamente.
Mi è capitato, per esempio, di recitare nel ruolo di assassino o torturatore, di dover quindi far finta di sparare a un bambino di quindici anni, cose che mi scioccano anche al solo pensiero di compierle nella vita reale. Quando reciti però tutto diventa un gioco, è finzione, quindi puoi e devi anche lasciarti andare e divertirti. Forse il personaggio più difficile per me è stato Franco Freda, neo-fascista e ex terrorista degli anni ‘70. È stato difficile interpretarlo perché venivo da ruoli di personaggi televisivi positivi. Per fortuna si trattava di una persona reale, ho quindi potuto studiare il personaggio e imparare a seguire i suoi ragionamenti attraverso i suoi scritti e immedesimarmi nel periodo storico. La grossa difficoltà sta nell’entrare nella testa di un personaggio, credo che ci si possa riuscire con delle improvvisazioni, liberandosi di quelle che sono le nostre abitudini. Molto importante è l’aiuto di una persona che ti guidi, e in questi casi la figura del regista è fondamentale. Mi hanno sempre insegnato che un attore deve essere sempre aperto, non giudicare, non giudicarsi e lasciare che il personaggio si impossessi di lui, lasciando cadere tutte le proprie sovrastrutture.

In che modo essere un attore e saper recitare influisce nella vita di tutti i giorni? 

Non so quanto nella mia vita quotidiana influisca essere attore, me ne dimentico. Mentire mentono tutti, noi anzi siamo nella condizione più sfortunata, tutti pensano che, visto il nostro lavoro, sappiamo mentire meglio degli altri o che mentiamo nella vita reale come nella finzione. In realtà, posso assicurare che mentono molto meglio altre categorie di persone. È sicuramente un lavoro che condiziona psicologicamente, molti vedono soltanto la parte luminosa di questo mestiere, che c’è, ma non solo. Non a caso moltissimi attori, principalmente quelli hollywoodiani particolarmente stressati, hanno un sacco di problemi nella vita normale, come dipendenze di vario genere, infelicità, depressione. Questo in parte accade anche ai poveri, piccoli giovani attori italiani. Detto ciò, non credo aiuti particolarmente essere attore nella vita di tutti i giorni, come in tutte le cose bisogna trovare un equilibrio e avere interessi anche al di fuori del lavoro.

Il momento più emozionante della tua carriera fino a oggi.

Forse la prima volta in assoluto in cui mi sono esibito. Il massimo della soddisfazione l’ho ottenuta uscendo dopo uno spettacolo e ricevendo un applauso convinto e sincero da parte di persone che sono venute a vedermi e hanno condiviso un momento che rimarrà per sempre unico. Il momento più bello in assoluto della mia carriera vera e propria invece, è stato nel 2012, quando contemporaneamente mi esibivo al teatro Argentina a Roma in uno spettacolo molto importante, stava uscendo la prima serie di “una grande famiglia”, fiction di successo in cui interpretavo un personaggio importante, e sempre in quel periodo ero al cinema in altri due film. Questo è stato il momento in cui ero coinvolto in tanti progetti molto belli che comprendevano tutte le sfaccettature del mio lavoro, è stato l’anno in cui ho cominciato a farmi davvero conoscere, sia dagli addetti ai lavori che dal grande pubblico.

Le tue passioni? Come ami trascorrere il tuo tempo libero?

Sicuramente l’Atalanta, la squadra di Bergamo e la musica funky degli anni ‘70. Amo, ovviamente, anche il cinema e il teatro. Mi piacciono talmente tante cose che ho sempre desiderato una giornata di 48ore. Sono appassionato di sport, cinema, arte, libri; mi piace stare con le persone a chiacchierare, ballare e, perché no, ubriacarmi. Mi piacciono troppe cose per riuscire a fare tutto. Quello che faccio più spesso nel tempo libero è occuparmi delle persone che mi stanno più vicine, un dovere e anche un piacere avendo due figli e una compagna. Di solito, infatti, cerco di unire quello che mi piace fare a loro, sport con loro, andare a vedere un film con loro, insomma, fare cose piacevoli tutti assieme. Amo viaggiare, cerco di farlo il più possibile, e una cosa in particolare che mi fa stare bene è il verde, la natura. Ogni tanto ho bisogno anche di relax, ma in generale non riesco a stare troppo fermo.

Quanto è importante lo stile per te? Hai un capo e/o un brand che più ti caratterizza?

Lo stile è sicuramente importante e per me lo sta diventando sempre più col tempo. Da ragazzo nei miei look non è mai mancato un pizzico di originalità. Sono stato un collezionista dei più strani e improbabili cappelli e occhiali da sole. Il mio preferito è un cilindro che ho comprato a Londra, che mi sono portato in giro dappertutto. Non ho ancora un brand che mi caratterizza, ma se penso a un capo subito mi viene in mente la giacca, ormai indosso la giacca per fare qualsiasi cosa, non solo per le occasioni importanti. La trovo comoda, ha tante tasche, quando viaggio lo trovo il capo più funzionale

Sogni ancora nel cassetto? 

Sicuramente un viaggio lungo. Mi piacerebbe vedere l’Africa e starci almeno tre mesi. A dirla tutta mi piacerebbe avere tre mesi all’anno per poter girare il mondo.

Photo by Roberta Krasnig
Stylist Stefania Sciortino
Assistente fotografo Jacopo Gentilini

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Loco Dice, colui che tramuta la vita in musica

Nata un po’ per fortuna, un po’ per caso e diventata mano a mano sempre più travolgente è la carriera di Yassine Ben Achour, meglio conosciuto come Loco Dice, Dj di fama internazionale, ormai richiestissimo alle consolle di tutto il mondo. Tunisino di nascita, ma adottato da genitori tedeschi, Loco Dice passa la sua adolescenza nella cittadina di Dusseldorf, circondato da musica e dischi, la sua grande passione. Quella del Dj è una storia che parte dall’hip hop e sfocia nella musica tecno, passando per il genere house; è una storia fatta di importanti collaborazioni con famosi artisti del panorama musicale del calibro di Snoop Dog, di emozioni, di viaggi e contaminazioni. Ispirato da tutto quello che lo circonda Loco Dice continua a lavorare duramente per realizzare i propri sogni ancora nel cassetto. Il Dj suonerà presso il Paradise stage durante il Festival BPM in Portogallo il 15 settembre e al Social Music City a Milano il 16 settembre, da non perdere.

Tutti ti conoscono come Loco Dice, da dove viene questo nome?
Loco Dice ha due origini. “Dice” è stato il primo soprannome e proviene dalla mia infanzia, da quando giocavo a Backgammon tra le strade Tunisine. Da quel momento Dice è il nome con cui mi chiamano i miei amici. Loco è venuto fuori anni dopo, una notte a Ibiza, quando sono salito sul tetto dello Space Club determinato a prendere il loro logo. I miei amici urlavano “Dice! Dice!” e la polizia “Loco! Loco!”. Sono scappato senza logo, ma sono rimasto Loco Dice.

Com’è iniziata la tua carriera? Quando hai capito che la musica sarebbe diventata la tua vita?
Sono sempre stato circondato e interessato alla musica. Ho ballato tanto, speso il mio tempo e i miei soldi in negozi di dischi, e a un certo punto ero il bambino col cappuccio che aveva i dischi. Quando una discoteca locale rimase senza un fisso DJ mi chiesero suonare nel locale. Il passo successivo è stato nei primi anni ‘90. E ora sono sempre qui che suono e produco.

C’è un posto in cui vorresti suonare, ma dove non hai ancora avuto la possibilità?
Ci sono così tanti posti che non ho ancora scoperto, che mi sono sconosciuti. Sto lavorando sodo per visitarli e poterci suonare.

Da chi e cosa prendi l’ispirazione per la tua musica?
Prendo ispirazione dai miei viaggi, dalla gente e dal mondo intorno a me, dai cibi e dai profumi. Praticamente da tutto.

Puoi indicarci una canzone che ti emoziona o ti ricorda un momento speciale?
Una canzone per me speciale è “Could You Be Loved”, di Bob Marley. Mi ricorda il mio paese, la mia famiglia e l’infanzia, conserva la memoria di molti momenti della mia vita. È una canzone che mi rende felice.

Qual è il tuo rapporto con la moda? Quanto è importante per te?
Mi piace la moda, ma non ne sono dipendente. Mi piace fare attenzione ai vestiti e agli accessori, combinarli assieme e indossarli, mi piace creare i look delle cose che già possiedo. È simile al modo in cui affronto la musica.

Il tuo tour mondiale, Serán Bendecidos, inizia a Milano poco prima della settimana della moda, rimarrai in zona per assistere a qualche sfilata?
Il tour di Serán Bendecidos è iniziato a Barcellona durante il festival di musica elettronica Sónar e sono contento che continui a Milano. Mi piacerebbe vedere alcune sfilate, ma non so ancora se posso farlo. Sono assorbito dalla produzione e qualsiasi cosa dipende fondamentalmente dal mio programma in studio.

Un accessorio del quale non puoi fare a meno
Ho molti accessori per i quali sono conosciuto. Ne ho sempre uno addosso: un berretto, un grillz, bracciali, anelli…e qualsiasi altra cosa.

Quali sono i tuoi sogni e idee per progetti futuri?
Ho molti sogni e lavoro duramente per farli diventare realtà. Come il sogno che sto vivendo ora.

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Gli accessori indispensabili per il rientro

Non c’è granché da dire, il ritorno alla scrivania è difficile per tutti. Il suono fastidioso della sveglia è tornato a tormentare chiunque. Le ferie sono terminate. Ed ecco che torna la routine, allora perché non movimentarla facendosi un piccolo regalo? Un nuovo profumo firmato Issey Miyake, per esempio, vi accompagnerà nella prossima stagione, così come una nuova cartella da ufficio firmata Santoni. Anche un nuovo paio di occhiali può servire per dare un twist al look monotono di tutti i giorni, come quelli Dolce&Gabbana o una bella cravatta, Berluti le propone classiche, ma anche in maglia. Perché non darsi un tono e cambiare anche l’accessorio d’ufficio per eccellenza, la penna, che potrebbe diventare anche un portafortuna oltre che uno strumento utile ed efficace? Noi consigliamo l’eleganza e la qualità firmata Montblanc. Diesel lancia, invece, un orologio dalle mille funzioni e dal design pulito, perfetto per la città e le gite fuori porta, così come lo zainetto Puro che, proposto in nero o colorato, arricchisce il suo design con qualcosa di cui ormai non possiamo fare a meno: il carica batterie. Portachiavi con messaggi di speranza “HOPE” firmato Fendi o musicale da appendere allo zaino di Jamo? Qualsiasi sia la vostra scelta, l’allegria è assicurata. Purtroppo, con il ritorno in città ritorna anche la stagione del vento e della pioggia, noi vi consigliamo di arrivarci preparati, date un’occhiata alla giacca con dettagli a contrasto Cividini, per un autunno tra comfort e tendenza.

Caccia al costume

C’è chi dice che siano solo un accessorio utile, chi invece ne è proprio ossessionato, una cosa è certa, che sia mare o piscina, questa stagione la nostra attenzione si concentra inevitabilmente sui costumi da bagno, e come ogni anno, inizia la ricerca pazza di quello che diventerà il nostro miglior amico durante la stagione estiva. Ecco che, anche per il 2017 i brand si sono sbizzarriti, creando per voi costumi dai mille colori. Guardando in giro vi renderete subito conto che trend di stagione sono sicuramente due, il color-block e le micro-fantasie, tutto accomunato da un sapore rètro; basta solo scegliere quello che più vi si addice. Cos, Emporio Armani, Invicta, Plein été e Sergio Tacchini puntano sulle monocromie a contrasto per modelli classici, ma con un twist, mentre Coast Society, Pepe Jeans, Eden Park, Marina Yachting e Intimissimi dedicano le loro collezioni ai più spiritosi, proponendo motivi psichedelici, pattern e stampe floreali per chi in vacanza non ama prendersi troppo sul serio. E voi da che parte state?

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Polimoda, non solo scuola

Capacità di fare, flessibilità, multidisciplinarità, ma soprattutto personalità e talento, queste le qualità richieste oggi dal mercato, quando si parla di nuovi creativi e questo è quello che le scuole di moda dovrebbero insegnare. Polimoda e il suo direttore Danilo Venturi guardano proprio in questa direzione, formando ragazzi capaci e tirando fuori il meglio della loro personalità, valorizzandone il personale talento. Il nuovo programma, che suddivide i dipartimenti in quattro e non due e che aggiunge un anno accademico, quindi quattro anni e non più tre, è pensato appositamente per creare figure professionali precise e capaci di lavorare da soli o in team, di relazionarsi con l’azienda e conoscere i propri punti di forza. A concretizzare la teoria è stato il celebre fashion show di fine anno, che ha visto le collezioni dei venti migliori studenti del quarto anno sfilare nella sontuosa location di Villa Favard. Nuovo direttore, nuovo programma; una cosa però non cambia, anzi, diventa sempre più intensa: Polimoda è un luogo dove ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo si mettono alla prova. Non è certo facile creare dal nulla una collezione che racconti di te, che sia realizzabile con strumenti accessibili a un ragazzo e che, allo stesso tempo, sia affascinante e in linea con le tendenze. I giovani stilisti che il 15 giugno hanno sfilato a Villa Favard ci hanno dimostrato che tutto questo è possibile. Duro lavoro, grande passione e particolarità sono le parole d’ordine per un ateneo che pretende l’eccellenza dai suoi studenti; perché la moda, in particolare il design, non è per tutti. Le venti collezioni dei venti migliori studenti sono state giudicate da una giuria composta da molti dei nomi più influenti del mondo della moda internazionale, come Christiane Arp, Sara, Diane Pernet, Linda Loppa, Danilo Venturi e molti altri, che hanno valutato il lavoro degli studenti decretando un vincitore. Il Polimoda Fashion Show, intitolato Tell Me About You, ha voluto seguire un unico filo conduttore: il forte bisogno di espressione di un’identità. Shania Matthews, proveniente dal Regno Unito, vincitrice di quest’anno, si è ispirata alle origini, alla propria provenienza alle proprie passioni e/o interessi, ma non solo. In un mondo dove moda vuol dire di tutto un po’, abbiamo visto una passerella dove autenticità e esperienze venivano raccontati in modo del tutto naturale, dove i vestiti fungevano da parole.
Possiamo dire che Polimoda non sia solo una scuola, ma una vera e propria palestra di vita che, se sfruttata al meglio, attraverso le occasioni che offre come il Business Links, appuntamento annuale per favorire le opportunità di carriera dei giovani talenti una volta terminato il corso di studi, e i suoi contatti, può essere un vero e proprio trampolino di lancio di cui fare tesoro, un ambiente dove respirare cultura e attualità.

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Dimmi dove vai e ti dirò con che scarpe

Spiaggia, viaggio on the road o villeggiatura; la giusta scarpa può fare la differenza. Ormai da qualche estate la suola in corda, declinata nei modelli più disparati, è diventata un vero e proprio passepartout, la ritroviamo nel mocassino LOEWE, per una serata in riviera; nell’espadrillas multicolor di Paul Smith, per una giornata in compagnia, o nella scarpa da vela firmata Castañer. Oltre alla corda, must have di quest’estate sono ciabatte e sandali, accessorio fresco, utile e, perché no, anche di tendenza; con la classica Havaianas non si sbaglia, ma perché non lanciarsi anche su una colorata Prada? Se, invece, anche nella calda stagione cercate eleganza ed eccentricità state pensando alle calzature firmate Diego Vanassibara, con quelle ai piedi non passerete certo inosservati. Le proposte dell’estate S/S17 pensano, però, anche a chi ama viaggiare, visitare città e culture lontane ed è alla ricerca di una calzatura comoda, funzionale, che non tralasci lo stile, ma che magari sia impermeabile e resistente, ecco allora cosa fa per voi: i modelli proposti da Paul&Shark, Clarks, Bally e Guardiani rispondono a ogni vostra esigenza.

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Dieci per Dieci

Dieci capi per dieci anni di qualità, funzionalità e modernità. Cos celebra il suo decennio di successi con una capsule collection dedicata alla donna, all’uomo e al bambino rimanendo fedele alla propria filosofia e i propri valori. Da sempre ispirate al mondo dell’arte, le collezioni firmate Cos hanno fatto del capo basico un vero e proprio oggetto del desiderio creando una reale connessione tra mondo della moda e quello del design, dove continuità, coerenza, progetti e collaborazioni hanno fatto si che il brand diventasse una vera e propria istituzione in continua crescita stilistica e concettuale. In occasione del suo decimo anniversario il brand ha creato dieci item, dall’evidente influenza giapponese, utilizzando l’intera larghezza del tessuto, e ricavando una forma dall’altra, come un puzzle, in modo da limitare ogni eccesso e spreco. Questo approccio ha dato vita ad una collezione pulita dai volumi ampi e silhouettes lineari caratterizzata da tessuti leggeri come il cotone e il poliestere tecnico nelle nuance dei sabbia e dei bianchi. La creazione della capsule è stata anche un’opportunità per il marchio a sperimentare nuovi e antichi processi tecnici di modello-taglio, da utilizzare anche in un futuro, su un uso efficiente e senza sprechi delle materie prime. È possibile scoprire la collezione presso le boutique COS di Milano, Verona, Firenze, Roma o online sul sito cosstores.com.

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Ilario Alicante il ragazzo dall’argento vivo addosso

Livornese di nascita, classe 1988, Ilario Alicante è uno dei Dj più noti a livello internazionale nel panorama contemporaneo. Il suo stile è originale, frizzante e contaminato dal mondo che lo circonda, in modo da esprimere a pieno la sua personalità. Vivace e amante della musica fin da ragazzino, Ilario ha raggiunto, giovanissimo, traguardi importanti guadagnandosi la stima di fan ed esperti del settore. Dj, ma anche ragazzo come tanti altri, appassionato di libri, affezionato ad amici, famiglia e luogo di nascita. Ilario, il ragazzo “dall’argento vivo addosso”, come dicono a Livorno, ci ha raccontato un po’ di sé, tra sogni, traguardi e passioni.

Ormai sei un DJ di fama internazionale, ma chi era Ilario Alicante prima di diventare quello di oggi?
A Livorno si dice, “c’hai l’argento vivo addosso” , a un ragazzo che non riesce mai a stare fermo, quando è eccessivamente vivace e intraprendente. Questa frase è stata il sottofondo della mia adolescenza. Mi piaceva stare sempre in mezzo alla gente, marinavo la scuola, ho fatto dannare i miei genitori per questo. Si è accesa la passione per la musica quando avevo 15 anni e da quel momento non ho più pensato ad altro. Mi si è accesa la vita. L’Ilario di allora è comunque l’Ilario di oggi , con una sgangherata valigia di esperienza in più che si porta dietro.

La sperimentazione e la contaminazione musicale sono elementi importanti del tuo lavoro, da cosa e da chi prendi ispirazione per comporre?
Sono molto istintivo in studio, non prendo grandi ispirazioni da altri artisti, ovviamente ci sono alcuni che inevitabilmente hanno influito, magari inconsciamente, sullo stile che ho maturato negli anni, però per me fare musica è trasmettere tutto quello che sento e che ho dentro. La mia più grande ispirazione è quello che mi circonda, la mia vita, le mie sensazioni.

Hai una canzone preferita? Una che associ a un ricordo speciale?
Nell’ambito della musica elettronica, quando ascolto “James Holden 10101”, provo sempre un’emozione particolare. È come se il disco si divertisse a entrarmi dentro, per mettermi il cuore in gola. Qualche volta mi riporta indietro verso un ricordo, altre volte invece mi proietta avanti con la mente, verso il non accaduto, verso l’immaginario.

Vivi a Berlino, come mai? Cosa ti affascina e cosa ha questa città più di altre?
Sono quasi otto anni che vivo qui. Quando sono arrivato, avevo semplicemente voglia di cambiare aria, di immergermi in una nuova realtà. Mi ha sempre affascinato questa città per il suo passato difficile, importante. Quando passeggio per le strade respiro la storia. Non vivrei assolutamente in nessun’altra città della Germania, per me Berlino è come se fosse una nazione a sè. C’è stato subito un feeling particolare. Quando rientro qui, dopo le serate o i tour, mi sento tranquillo, sereno… a casa. Oltre a questo, Berlino è da molti anni l’epicentro della musica techno in Europa, anche questa è stata una delle tante motivazioni che mi hanno portato a trasferirmi.

Cosa ti manca dell’Italia?  Torneresti mai?
I colori, i sapori, il calore dell’Italia. Mi mancano tante cose; la famiglia, gli amici, il cibo. Certo che tornerei. Lavoro spesso in Italia e quando posso mi fermo sempre qualche giorno in più. Come dicevo all’inizio però, non riesco a stare fermo per troppo tempo, sento sempre il bisogno di cambiare, forse proprio perché sin da giovanissimo sono stato abituato al fatto di vivere con la valigia in mano. Tornare, ci tornerei, ma non per molto. Per rendere l’idea, cito un pezzo di un libro letto recentemente che mi ha veramente colpito e che consiglio. Il libro è “La vita segreta delle città”, di Suketu Metha, che dice, “Rivendico, con sicurezza, con orgoglio, di non essere radicato in un’unica città. Rifiuto di abitare in un’unica stanza. La mia casa ha tante stanze. La mia casa è un palazzo: è la terra.”

Qual è stato il momento più importante e emozionante della tua carriera fino a ora?
La mia prima volta al Timewarp è stata una delle più emozionanti. È un festival che ha segnato i miei primi passi nel mondo della musica elettronica. Prendevo sempre un aereo con tutti i miei amici dall’Italia per essere presente a ogni edizione. Dopo anni poi, ritrovarsi su quel palco a mettere dischi davanti a quel mare di persone è stato indimenticabile.

Quanto è importante lo stile e la moda nella tua vita e nel tuo lavoro?
Più passano gli anni e più lo diventa. In passato seguivo poco la moda poi, pian piano, mi sono appassionato e ho trovato stilisti che apprezzo e seguo. Lo stile però è la cosa più importante secondo me, come disse Quentin Crisp, “La moda non deve mai decidere chi sei. È lo stile a decidere chi sei. E a perpetuarlo.”

Come definiresti il tuo?
Non ho mai pensato a definire il mio, e ora che ci penso…non voglio pensarci.

Cosa non può mancare nella valigia di Ilario quando è in trasferta per lavoro?
Due libri. Il mio lavoro ha tanti tempi morti causati dai lunghi e frequenti viaggi. Amo leggere, è la mia seconda passione, dopo la musica.

Sogni nel cassetto e progetti futuri?
Il mio focus principale adesso è quello di sviluppare la mia label, Virgo, una piattaforma che sostiene i nuovi talenti. Il progetto più importante è senza dubbio questo. Mettere insieme una crew di artisti, creando quanta più musica possibile.

www.instagram.com/ilario_alicante
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#TRENCHMUSTHAVE

Il trench, vero e proprio must have della stagione intermedia. I profani della moda lo chiamano anche, o più semplicemente, impermeabile, gli amanti del cinema e del vintage amano indossarlo alla Humphrey Bogart in Casablanca. In qualsiasi modo lo si interpreti il trench è un capo che inevitabilmente torna a completare i nostri outfit in autunno e in primavera. Un capospalla che diventa un vero e proprio pezzo imperdibile, soprattutto se colorato, stampato o tappezzato di patch. Antonio Marras ne propone una versione dal taglio sartoriale, arricchita da dettagli applicati, mentre Bottega Veneta si concentra su pattern geometrici dai toni caldi. Gucci e Prada riportano il trench all’idea d’impermeabile da pioggia, reinterpretando il concetto di cerata e creando capi cool e funzionali. Classici e dalle linee pulite sono invece i modelli dedicati alla primavera/estate 2017, proposti da Burberry, Ermenegildo Zegna, Paltò, Puntododici, Cohérence e DeFursac. Il trench, un capo iconico e intramontabile che, pur modificandosi, nel tempo rimane sempre attuale.
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Portugal Fashion tra moda e ..caffé caratteristici

Scoprire nuovi talenti fra i giovani designer emergenti è sicuramente una delle parti più interessanti e coinvolgenti del lavoro del giornalista di moda. Si viene a contatto con molte novità, s’impara, ci si incuriosisce. Allargare lo sguardo al mondo andando di persona nei luoghi dove si svolgono gli eventi è sempre stimolante. La 40th Portugal Fashion, manifestazione articolata tra Lisbona e Porto svoltasi quest’anno dal 22 al 25 marzo, è stata certamente una esperienza di quel genere. Le collezioni dei talenti portoghesi più promettenti del momento hanno mostrato, al loro Paese e alla stampa estera, il loro migliore estro creativo, con le collezioni, maschili e femminili, dedicate all’autunno/inverno 2017-18.
Hugo Costa, un giovanissimo designer con un grande potenziale, propone abiti ispirati all’esploratore norvegese Roald E. G. Amundsen che, per primo, nel 1911 esplorò il Polo Sud. La metafora di cui parla Costa attraverso le sue creazioni allude alla necessità dell’uomo di scoprire sempre orizzonti nuovi e spingersi verso ciò che non conosce. Materiali tecnici e outfit che rivisitano tute e giubbotti da esploratore sono il filo conduttore di tutta la collezione. Se molti molti giovani si sono ispirati alla storia e alle radici del loro paese, altri hanno optato per dare segnali forti di attenzione all’ambiente, come il designer Estelita Mendonça che, infatti, ha provato a lanciare un messaggio a tutto il pianeta, facendo sfilare outfit composti in gran parte da materiali riciclati. Ricorrenti in passerella sono stati capi realizzati con cotoni riciclati dove il sacco a pelo diventa un capospalla, simbolo del viaggio e del cambiamento che ogni uomo è chiamato a compiere.
Progetto dedicato esclusivamente ai giovani designer è Bloom: in sintesi una giornata dedicata ai nuovi brand e designers. Eduardo Amorim e David Catalàn sono stati i due giovani creativi che, per quanto riguarda l’universo maschile, hanno portato in passerella collezioni diverse e complesse, entrambe dal carattere forte e ben delineato. Eduardo Amorim ha sperimentato ruches e balze non solo su vestiti, maniche e gonne dedicate alla donna, ma anche su pantaloni e felpe da uomo, con outfit decisamente originali che cambiano completamente prospettiva e aspetto se visti davanti o dietro.
David Catalàn, a sua volta, prende ispirazione dalla vita notturna degli anni ‘90 proponendo una collezione tutta maschile, composta da capi iconici, come il trench e l’abito, ma rivisitati mediante l’utilizzo di tessuti a tratti luccicanti dalle texture materiche.
Una Portugal Fashion fatta di moda, nuovi talenti, ma anche di arte, di locali caratteristici e di shopping. Lisbona e Porto, che ospitano la manifestazione, hanno visto i nuovi talenti mescolarsi con la malinconica, romantica e allo stesso tempo fresca e frizzante atmosfera dei loro tipici rispettivi ambienti urbani. Anche se non molto conosciuto, e forse a un primo sguardo un po’ decadente, il Portogallo, in particolare la città di Porto, vanta luoghi caratteristici dal fascino indiscusso. Stradine strette in salita fiancheggiate da palazzi decorati da azulejos dai mille colori, edifici nuovi adiacenti a edifici in rovina, negozietti tipici, mercati e caffè dove il tempo sembra essersi fermato. Una tappa d’obbligo per un pranzo o una merenda in grande stile è il caffè Majestic che, situato nella centrale via Santa Catarina a Porto, con i suoi decori liberty, le grandi specchiere e l’usciere alla porta, trasporta il visitatore in un’altra epoca. Se nelle pause tra un impegno e l’altro, amate mescolarvi con la gente del luogo, non bisogna dimenticare la sala da thè più amata dai giovani portoghesi, Rota do chà: un luogo, all’interno della struttura “Artes em Partes”, che si articola in diverse zone, comprendendo anche un negozio di musica. L’atmosfera è calma e rilassata con tavolini e cuscini e invita a prendersi un momento di relax. Caratteristico per il pesce, la verdura e i fiori è poi lo storico mercato di Bolhão, situato nel centro della città: un punto di riferimento sia per i turisti che per gli abitanti di Porto. L’attrazione forse maggiore di Porto è perdersi tra i suoi negozietti vintage, ce n’è proprio di tutti i tipi, basta vagabondare tra le stradine attorno a rua do Galeria de Paris. Se siete degli appassionati di fotografia, e non solo, l’Embaixada do Porto è il negozio che fa per voi; situato in Praça Carlos Alberto, nº121, vi catturerà con tutti i prodotti lomography del momento e del passato. Per chi desiderasse un consiglio su dove alloggiare, soprattutto per una vacanza a due, non potete non considerare l’intimo, centrale e estremamente affascinante Palacio Fenicia. Si trova in Rua de Fernandes Tomás 21: è un piccolo un luogo magico ricavato all’interno di uno storico palazzo portoghese dove design e comfort s’integrano perfettamente perfettamente per una vacanza da favola.
Una vera e propria occasione per assaporare una Porto a 360 gradi.

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Tutti pazzi per la leather jacket

Colorate, a quattro tasche, con inserti o in tinta unita, dopo l’inverno è tornata la stagione della giacca di pelle, un evergreen per le mezze temperature. Quest’inverno in passerella ne abbiamo viste davvero di tutti i tipi. Un trend intramontabile, sposato da molti dei brand più in voga degli ultimi tempi. Paul Smith, così come Tommy Hilfiger e Bally, non abbandonano i colori intensi, proponendo item giovanili dai toni accesi; rimangono invece classiche, di tendenza e con un immancabile twist le giacche firmate Loewe, Marni, CanaliGucci e Lanvin. Gusto rétro per Leitmotiv, che rilancia la giacca in camoscio per un look casual e raffinato, la biker jacket per eccellenza porta il nome di The Am Crew, dove materiali di alta qualità si fondono a un design pulito e grintoso. Insomma, sbizzarritevi!

Calzedonia copre l’Arena di Verona con un concorso: i tre vincitori

Giovani architetti, ingegneri, una prestigiosa commissione giudicatrice e centomila euro stanziati dal Gruppo Calzedonia sono stati i protagonisti del Concorso Internazionale di Idee per la copertura dell’Anfiteatro romano, simbolo di Verona. Un importante concorso per la salvaguardia della famosa arena, il grande monumento che fa parte del patrimonio culturale Italiano. Ieri, presso l’aula magna del Politecnico di Milano, sono stati svelati i tre progetti vincitori tra gli ottantaquattro esaminati. Ospiti della conferenza Flavio Tosi, Sindaco di Verona, e Sandro Veronesi, presidente del gruppo Calzedonia, che hanno sottolineato l’importanza degli obiettivi posti dal contest; creare una struttura – meno invasiva possibile – studiata in modo da proteggere il monumento dagli agenti atmosferici, garantendo la messa in scena degli spettacoli anche in caso di maltempo, ma soprattutto in modo da assicurarne una migliore conservazione. L’intento dei partecipanti è stato infatti quello di ideare una copertura leggera, facilmente apribile, reversibile, che non snaturi in alcun modo l’arena e non interferisca con il contesto architettonico circostante.

È, il gruppo tedesco SBP e GMP ad aggiudicarsi il primo posto, con un premio di 40.000 euro. La proposta, definita “geniale” dalla giuria, elabora una struttura ad anello, poggiata sul bordo superiore dell’Arena, che permette di raccogliere i teli di copertura, disposti su un solo ordine di cavi, consentendo un rapido mutamento di assetto, da aperto a chiuso.
 A rendere il progetto vincitore è stato il sistema di riavvolgimento dei cavi, che può permettere di mantenere quasi completamente libero lo spazio aereo soprastante.

Il secondo, con un premio di 20.000 euro, presentato dal capogruppo Vincenzo Latina, propone una soluzione che non altera i caratteri architettonici del monumento, in quanto la copertura è sostenuta da un anello poggiato sul margine superiore dell’Arena, che permette la chiusura e la protezione con segmenti gonfiabili accostati. Un progetto coerente e lineare che però non si è aggiudicato la vittoria, a causa dei cavi arei costantemente presenti al di sopra della cavea, che interferiscono visivamente in caso di copertura aperta.

Il terzo modello classificato, con un premio di 10.000 euro, presentato da un gruppo italo-spagnolo con a capo Roberto Ventura, ha proposto una struttura composta da teli sostenuti da cavi, che poggia su un sistema di alti pali all’esterno dell’arena stessa. Nonostante la coerenza del progetto, l’ideazione soffre di un forte impatto visivo sia dall’esterno che nello spazio aereo della cava.

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Adidas EQT: ora come allora

Torna protagonista EQT, l’iconica sneakers firmata Adidas Original nata nei primi anni ’90 e, ora come allora, destinata a diventare iconica nel 2017. I designer del brand hanno studiato la nuova scarpa in tutto e per tutto, creando un mix di tecnologie e materiali innovativi, che non seguono volutamente nessuna particolare tendenza, ma ne sottolineano la comodità, la funzionalità e le qualità della scarpa stessa. È anche cambiata la colorazione originale, dal Sub-Green che aveva entusiasmato all’epoca, ora si passa a una nuova ed eccentrica cromia Turbo Red. Ancora una volta le strade di Berlino sono, come nel 1991, la cornice perfetta per le nuove EQT, scattate dal celebre fotografo Juergen Teller. L’obbiettivo di Teller racconta una storia sorprendente, reale e cruda, incentrata sulla nuova generazione, esattamente come aveva fatto venticinque anni fa quando, per la prima volta, erano comparse le Adidas EQT. Un vero e proprio status symbol che, a più di trent’anni di distanza, torna nel nostro guardaroba. Desiderabile come non mai.

www.adidas.it

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UP IN THE SKY

Sporty vibes and technical apparel to champion in the city.

Photographer| Julien Boudet (Bleu Mode)
Stylist| Giorgia Cantarini
Model| Thomas Barry @2morrow models
Stylist Assistant| Orsola Amadeo
Photographer Assistant| Andrea Benedetti

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THE WANDERLUSTER

A playful mix and match of prints and micro patterns define the new formal look.

Photographer| Pier Nicola Bruno
Stylist| Giorgia Cantarini
Grooming| Barbara Bonazza, Hmbattaglia Agency
Model| Lucas Dambros @ilovemodelsmanagement
Stylist Assistant| Orsola Amadeo
Photographer Assistant| Lorenzo Formicola
Post Production| Elisa Trapani

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Un Americano a Modena

JACKET|MV 50° COLLECTION

Ha scatenato un vero e proprio fenomeno quando, dopo le ultime elezioni USA, ha twittato un appello per sposare una ragazza italiana e diventare, così, di fatto italiano. Sicuramente spiritoso e arguto, il pallavolista americano Maxwell Holt è anche molto grintoso, i fan di questo sport lo ricorderanno alle ultime Olimpiadi dove, proprio nella gara contro la nazionale italiana, ha murato le azioni del diretto rivale Ivan Zaytsev. Holt non è solo il leader della nazionale USA, nel 2016 è stato anche insignito del titolo di giocatore statunitense dell’anno, ma gioca in Italia in una delle squadre più amate e di successo del nostro campionato, il Modena Volley. Il personaggio ci ha incuriosito. Osservandolo sui social, ad esempio Instagram, si evincono altre passioni oltre alla pallavolo, come quella per la musica, abbiamo così deciso di intervistarlo e di renderlo protagonista anche di alcuni scatti in puro stile MANINTOWN. Benvenuto a Maxwell Holt.

Come si è avvicinato alla pallavolo e quando ha deciso che sarebbe diventata la sua professione?
Ho iniziato a praticare la pallavolo fin da piccolo. Ho cominciato solo per divertimento e fino ai 15 anni non ho giocato a livello competitivo. Praticavo anche altri sport, come il basket, il baseball e il calcio.

Gioca in una squadra italiana. Che cosa ha imparato ad apprezzare della nostra nazione? La prima cosa che capisci, arrivando dagli Stati Uniti per giocare in Italia, è quanto la pallavolo sia amata qui. Noi non abbiamo una lega di pallavolo nazionale (solo al college), per questo essere in grado di arrivare qui e giocare al più alto livello e nel circuito migliore, di fronte ai più bei fan del mondo, è straordinario. Ovviamente ci sono molte altre bellissime cose dell’Italia che non esistono da noi. Il Paese stesso lascia senza fiato e ogni città è ricca di storia. Non posso dimenticare il cibo. Specialmente qui a Modena è eccellente.

Un suggerimento per chi si approccia per la prima volta allo sport della pallavolo?
Divertiti! È un bellissimo sport e un vero sforzo di squadra ogni volta che si gioca.

Le Olimpiadi 2016. Quale il ricordo che la emoziona di più e c’è un momento, una sensazione, un aneddoto particolare di questa edizione che vuole condividere con noi?Vincere la medaglia di bronzo è un ricordo che resterà sempre con me. L’intera esperienza olimpica è davvero incredibile. Essere al livello più alto, con i più grandi atleti nel mondo, e sentire semplicemente l’energia attorno alla città di Rio è stata la migliore esperienza della mia vita.

Il momento più importante della sua carriera?
Rio!

Parliamo di stile. Cosa non può mancare nel suo guardaroba?
Ho un piccolo problema con le scarpe. Da quanto mi ricordo sono sempre andato matto per le scarpe. È iniziato tutto con le sneakers, come l’ultimo paio di Air Jordans, e la cosa si è estesa a molti tipi diversi di calzature.

Che cos’è sinonimo di eleganza per lei?
Sono un fan dello stile semplice. Probabilmente l’80% del mio guardaroba è nero o grigio scuro. È raro vedermi con colori sgargianti.

É stato protagonista di un momento mediatico preciso. Ci chiedevamo cosa la colpisce di più in una donna, quali caratteristiche dovrebbe avere la sua donna ideale?
(Risponde ridendo, ndr). Suppongo che la qualità più importante della mia “donna ideale” sia l’essere una persona gentile e con un buon cuore. Poi deve amare la musica e sarebbe perfetto se suonasse uno strumento. Non sono così esigente.

Quali altre passioni ha oltre alla pallavolo? Dal suo Instagram ci sembra molto legato alla musica…
Sì, adoro la musica. Ho suonato la chitarra per più di dieci anni e direi che è la mia passione, oltre alla pallavolo ovviamente. La cosa che preferisco di più al mondo è andare a vedere i miei artisti preferiti o le band in concerti dal vivo. Dopo l’attività agonistica vorrei fare qualcosa che coinvolgesse anche la musica in qualche modo.

Le sue figure di riferimento, i suoi eroi personali?
Mia madre e mio padre. Sono infinitamente grato di aver avuto entrambi disposti a lavorare il più duramente possibile per darmi questo tipo di vita. Non sarei mai stato dove sono ora senza il loro amore e il loro supporto.

Ha un sogno, un progetto che non ha ancora realizzato e che vorrebbe portare a termine?Nel mondo della pallavolo, voglio vincere un campionato italiano, un titolo di Champion’s League e una medaglia d’oro olimpica. Perciò credo che tu possa dire che il mio viaggio non è ancora finito!

Photographer| Michele Ercolani
Stylist| 3 with Orsola Amadeo
Talent| Maxwell Holt
Stylist Assistant| Chiara Troiani

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Sorprese sotto l’albero, i consigli per farla felice

Arriva Natale e la domanda sorge spontanea. Cosa le regalo quest’anno?
Ecco che allora noi di MANINTOWN corriamo subito in soccorso con rossetti, borse, scarpe e profumi. Accessori che, se agli occhi di un uomo possono risultare incomprensibili, faranno sicuramente brillare gli occhi della vostra “lei”.
La caccia al regalo è appena cominciata e voi ragazzi non fatevi cogliere impreparati, sorprendetela!

Photos: Giorgia Fanizza
Stylist: Orsola Amadeo

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HALLOWEEN LIGHTS

Dolcetto o scherzetto? la notte più creepy dell’anno è alle porte e MANINTOWN coglie l’occasione per darvi qualche consiglio.
Speakers, scarpe, zainetti e occhiali da sole, rigorosamente in nero o arancione, sono stati selezionati da noi per catturare la vostra curiosità non solo il 31 ottobre ma, perchè no, tutta la stagione.

Photo|Giorgia Fanizza
Styling|Orsola Amadeo

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Bomber Mania

Ha collaborato Orsola Amadeo

Chi pensa che questo capo d’abbigliamento sia solo adatto ad un pubblico under 25 si dovrà ricredere! Sarà perché, seppur la moda da sempre sembra ossessionata dall’età, più passa il tempo più si va in una direzione in cui gli anta sono in nuovi trenta e così via. E spesso il guardaroba di un adolescente è entrato in quello del proprio genitore, o del fratello maggiore. E noi siamo a favore delle contaminazioni, di stile e non. Per cui ci piace segnalarvi il bomber come capospalla trasversale, adatto anche ai più eleganti.
Iniziamo questo nostro viaggio alla scoperta dei modelli più cool, con il ricordare che il bomber è un capo perfetto per questi primi freddi e per chi ama comunque la vita all’aria aperta.
In tal senso consigliatissimo il modello della collezione Stadium di Le coq sportif, brand che guarda verso il futuro, ispirandosi al proprio passato, e a noi i classici reinterpretati piacciono tanto. La capsule dedicata, come dice il nome stesso, allo Stadio conta anche un bomber verde militare che a noi è piaciuto molto. E non diteci che anche a voi non ricorda gli anni del liceo (o delle elementari) quando primi in classifica erano i Duran Duran!

Meno sportivo e senza la banda elastica in vita, ma chiaramente ispirato ai varsity americani è quello di Ferragamo con le maniche a contrasto in raso. Ammettiamolo, ricorderà i college americani, ma la scelta dei materiali e i colori autunnali, lo rendono un capo elegante. Perché non metterlo sopra al completo per andare in ufficio?

Come dicevamo ci piacciono molto le nuove interpretazioni dei grandi classici, per cui il bomber blu di Esemplare fa davvero per noi. In questo caso l’imbottitura è evidente sul front del capo, quasi una puffy jacket, ma chiaramente da città e non da dopo sci.

Decisamente sporty quello di Superdry In tessuto di nylon imbottito e resistente al freddo, si declina in diversi modelli e colori. Ci piace con l’elastico in vita, dettagli colorati a contrasto, chiusura a zip e cappuccio. Ma c’è anche il modello più sofisticato con inserti in ecopelliccia per fodera interna e colletto.

Rimane fedele all’estetica e al dna del marchio il bomber di Diesel. I dettagli embroidery effetto tattoo, ne rimarcano l’animo rock e street e lo rendono perfetto per i più anticonformisti.

E quando si parla di tatuaggi non si può non citare la collaborazione fra Scott Campbell, noto tattoo artist americano, originario della Louisiana, ma che ora risiede a Brooklyn, e Berluti, per cui Cambpell ha realizzato cinque design originali raffiguranti animali applicati successivamente ad abiti, scarpe ed accessori. Semplici linee che ricordano rune e cuciture che si irradiano formando delle eliche e serpeggiano diventando spirali. E sul back del bomber lo trasformano in un must-have assoluto per la f/w 2016.

Ricorda la cultura punk il modello total black di Cheap Monday. Piacerà ai più giovani, che lo indosseranno con denim stra-vissuti, e agli anticonformisti, che si divertiranno a metterlo con un jeans più basico, magari in blu scuro, a contrasto.

Parlando di reinterpretazioni ci piace molto anche il modello di Burberry, dove sono le righe ad essere in evidenza. E visto che questo tipo di grafica è un trend già da alcune stagioni, e lo sarà anche per le prossime, consigliatissimo a chi cerca un capo sbarazzino, ma non troppo casual.

Ce n’è davvero per tutti i gusti. Per cui questo sarà davvero un autunno in bomber!

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Helmut Newton, innovazione e potenza comunicativa del nudo

Saddle I from the series Sleepless Nights Paris 1976
© Helmut Newton Estate

Arte della fotografia, genialità della composizione, fascino della moda, ma soprattutto potenza comunicativa di un corpo femminile nudo. È la sintetica ed efficace descrizione di uno dei fotografi di moda più amati e chiacchierati della seconda metà del Novecento: Helmut Newton. C’è chi lo ama follemente, chi è allo stesso tempo attratto e perplesso dal suo lavoro, ma di una cosa si può essere certi, gli scatti di Newton non lasciano mai indifferenti. Lo ha confermato la mostra Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes, una raccolta di immagini dei primi tre libri pubblicati tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, tornata in Italia, a Genova, presso il Sottoporticato del prestigioso Palazzo Ducale e che sarà possibile visitare fino al 22 gennaio 2017. L’esposizione, ideata dalla vedova dell’artista June, si sviluppa esattamente come nei libri, in un vero e proprio viaggio che ripercorre il processo creativo dell’artista. Un lavoro particolare, quello del fotografo, che ha dedicato la sua vita allo studio del corpo femminile in tutte le sue sfaccettature, introducendo per la prima volta il nudo e l’erotismo nel mondo della moda. Come suggerito dal titolo, il percorso all’interno della mostra si suddivide in tre step: White Women / Sleepless Nights / Big Nudes. Appena entrati nella prima sala ci si ritrova immediatamente avvinti dalle immagini della sezione White Women, una raccolta di foto a colori e in bianco e nero, innovative, crude e provocanti, sia se viste attraverso gli occhi dell’epoca, sia per quelli moderni. Le scene, quasi cinematografiche – dove la donna ha sempre un atteggiamento di superiorità e di forza rispetto all’uomo – hanno l’obiettivo di testimoniare la trasformazione del ruolo femminile nella società occidentale. Il viaggio continua con le immagini della raccolta Sleepless Night. Qui modelle seminude, con indosso corsetti ortopedici o bardate in selle di cuoio e quasi sempre in atteggiamenti sensuali e provocanti, interpretano la fotografia di moda con un appeal nuovo e molto personale. Infine, la mostra si conclude con la sezione più significativa: Big Nudes, gigantografie di nudo scattate in studio. Imponenti e ipnotiche diventano per Newton un marchio di fabbrica che ha affascinato tutto il mondo. L’ossessione per il corpo femminile, per la moda e l’uso della luce naturale hanno portato Helmut Newton a entrare prepotentemente nella storia della fotografia di moda, modificandone l’immaginario collettivo attraverso composizioni erotiche, ma mai volgari. Attualmente il lavoro del grande fotografo è conservato e tutelato grazie all’impegno di sua moglie June e alla Helmut Newton Foundation, a Berlino.

Palazzo Ducale
Genova – 14.09.16>22/01/17