Occhiali da sole, le novità dalle collezioni di griffe e produttori specializzati

Da inforcare «per avere più carisma e sintomatico mistero», come cantava Battiato in Bandiera bianca, o più prosaicamente schermare gli occhi da raggi UV, polvere e impurità, gli occhiali da sole sono tra i pochi accessori che è appropriato definire indispensabili; considerata l’ovvia importanza di proteggere la vista dalle suddette radiazioni solari, è fondamentale non lesinare sulla qualità delle lenti, e scegliendo i modelli siglati da fashion house o produttori specializzati si può unire l’utile al dilettevole, divertendosi – perché no? – a variare i sunglasses come si fa con altri capi basilari del vestiario.

Per una panoramica delle ultime novità in materia, così da adocchiare i modelli già disponibili o in arrivo negli store a breve, basta sbirciare le collezioni Spring/Summer 2022 delle principali griffe, un nutrito assortimento di stili e combinazioni cromatiche che riuscirà a soddisfare i gusti più diversi. Raggrupparli per macrocategorie aiuta ad avere un quadro d’insieme: la prima è individuabile nel filone battuto, in tempi recenti, da un numero crescente di marchi che, preso atto dell’entusiasmo per i trend “di ritorno” da un passato variamente lontano (dagli anni Settanta a quelli Zero o “Y2K”, come da gergo tiktokiano), riesumano le parole d’ordine dell’occhialeria che fu, ovvero dimensioni abbondanti se non esagerate, linee marcate, una boldness generale perfetta per chi non abbia alcuna voglia di passare inosservato: ecco dunque, chez Balenciaga, i dettagli vistosi degli occhiali Xpander in bioplastica iniettata, con lenti attaccate sulla montatura e logo stampigliato, in rilievo, sull’asta sinistra, oppure la silhouette spropositata dei Mask, una lente ricurva che fascia occhi e sopracciglia, celandoli completamente; il carattere strong dei sunglasses Alexander McQueen, sintesi della dicotomia tra romanticismo e spirito punk radicata nel Dna della maison, tra mascherine puntinate di borchie (che svelano nella sottostruttura un teschio 3D), scritte tipo graffiti, lettering o colorazioni contrastanti a rifinire ampi modelli squadrati, dai profili netti; l’occhiale Cassio di Tom Ford Eyewear, una mascherina unisex dal flair anni Settanta, che gioca con curve e spessori; le reminiscenze dei rave party dei Nineties da Dunhill, con lenti gialle inserite in frames rettangolari dai bordi smussati, le cui finiture riprendono la zigrinatura degli accendini del marchio.


Da sinistra: Balenciaga, Alexander McQueen, Tom Ford Eyewear, Dunhill


Ritroviamo forme decise e appeal vintage, con il plus non indifferente della sostenibilità, in numerose montature firmate Police X Lewis Hamilton, frutto della partnership tra il brand del gruppo De Rigo Vision e il sette volte campione del mondo di F1, come i Lewis 31 dai volumi “importanti” in bioacetato effetto marmorizzato, arricchiti da decorazioni premium, oppure i Lewis 44, realizzati con materiali riciclati o di origine naturale (fibre d’erba, riso, grano).


Police X Lewis Hamilton: Lewis 31, Lewis 44


Le silhouette avvolgenti, dalle proporzioni tendenzialmente generose, sono una costante anche negli occhiali sportivi, ormai ampiamente adoperati nei contesti più disparati, compresi quelli à la page: in prima fila i nomi di punta dello sportswear, da Adidas Originals (per la S/S 2022 il colosso tedesco presenta il modello più sostenibile della gamma, in poliammide iniettato di plastica quasi interamente riciclata, con lenti in policarbonato composto da materiale di scarto e aste dal rivestimento granuloso) a Puma, che propone modelli quali gli Evostripe, dalle linee scattanti, esaltate da clash di texture e note di colore acceso, oppure mascherine monolente, in cui trattamenti e tonalità sgargianti evocano il dinamismo cromatico dei capi della label.
Da Prada Linea Rossa Eyewear, al solito, il lato fashion e quello sporty si bilanciano, per cui montatura in fibra di nylon, lenti idrofobiche e gommature fanno il paio con forme pulite e misurate, in maniera simile Moncler Lunettes armonizza la tecnicità di un accessorio pensato per gli alpinisti, ergo munito di spoiler in pelle rimovibili, con un je ne sais quoi che piacerà agli amanti degli occhialoni vintage.


Da sinistra: Adidas Originals, Puma, Prada Linea Rossa, Moncler Lunettes


L’intramontabile forma pilot, poi, si conferma tra le più gettonate nell’occhialeria maschile: Barton Perreira, Lozza, Cartier e Bottega Veneta si attengono alla tradizione, cioè lenti arrotondate, ponte in metallo e stanghette sottili, il twist lo danno i particolari, rispettivamente i contorni tartarugati, la costruzione ultra leggera che sfina ulteriormente i profili dello Zilo (modello signature del più antico marchio di eyewear italiano), le minuterie ispirate alle viti fissate alla lunetta dell’orologio Santos, le lineette grintose sulle aste dell’aviator total gold.


Da sinistra: Barton Perreira, Lozza, Cartier, Bottega Veneta



Sempre in tema di revivalismo, va segnalata infine la ritrovata fortuna delle montature a cerchio – o comunque tonde – dalle misure contenute, che d’altra parte contano una schiera di ammiratori illustri (qualche nome? John Lennon ovviamente, ma pure, per restare all’oggi, Robert Downey Jr., Kit Harington, Pharrell Williams, Bradley Cooper, Mahershala Ali…), come testimoniano gli occhiali senza fronzoli di Saint Laurent (la versione in acetato giallo fluo, però, si concede una punta di leziosità), la classica struttura pantos degli Zilo Bold 3 di Lozza, la proposta lineare di Polo Ralph Lauren, disponibile in nuance quali blu navy o rosso, per un tocco brioso di colore.


Da sinistra: Saint Laurent, Lozza, Polo Ralph Lauren


Per l’immagine in apertura, credits: ph. by Gareth Cattermole/Getty Images

La camicia di lino, il capo passepartout che non può mancare nel guardaroba estivo

Lieve, fresca, resistente, sostenibile, stropicciata quanto basta: la camicia di lino (la fibra tessile più antica, utilizzata già nel 6000 a.C.) è il capo estivo par définition, da privilegiare ogniqualvolta le temperature si attestino sopra i 30 gradi, per oziare in spiaggia o bere un drink a bordo piscina, una cena disinvolta o un’uscita formale. È ecumenica, amata da una clientela trasversale per età, inclinazioni e fisicità, si adatta egregiamente a una gran varietà di mise, regalando un pizzico di sprezzatura se portata sotto la giacca, da abbinare ai bermuda così come a jeans, chinos e – why not? – costumi, alle espadrillas tanto quanto a sandali, sneakers o mocassini.



Star del cinema, jet-setter, artisti, immarcescibili icone di stile ne hanno fatto la loro divisa d’elezione per i mesi più torridi, consolidandone l’aura di maglia jolly della stagione calda, comoda e raffinata in egual misura. Sono stati soprattutto alcuni (memorabili) personaggi del grande schermo a fissare nella memoria colletiva l’immagine – e il fascino – della camicia di lino: si pensi ai modelli sfoggiati da Alain Delon nel suo primo ruolo da protagonista in Delitto in pieno sole (1960), a maniche corte e lunghe, bianchi e neri, sempre carezzevoli; oppure alla blusa azzurrina (generosamente sbottonata, come le precedenti) indossata nel suo film più conosciuto, La piscina (1969). Opta per questo nobile filato anche Sean Connery, nelle vesti (sommamente stilose, ovvio) di James Bond in due capitoli della saga di 007, Thunderball – Operazione tuono (1965) e Si vive solo due volte (1967), dove appaiono esemplari della medesima, impalpabile consistenza, in gradienti diversi di rosa.
Stesso discorso per Julian Kaye/Richard Gere di American gigolo (1980), archetipo della nuova mascolinità edonistica degli eighties (anche) in virtù degli abiti firmati Armani, tra cui appunto le camicie light lasciate aperte sul petto, in colori tenui o cupi. Outfit simili fanno capolino anche in pellicole relativamente più recenti, come Gioco a due o Il talento di Mr. Ripley, entrambe del 1999.
Del resto, la lista dei divi di ieri e di oggi che hanno ceduto al fascino della linen shirt è interminabile: Paul Newman, Steve McQueen, Brad Pitt, Matthew McConaughey, Ryan Gosling, e l’elenco potrebbe continuare.

La moda “ufficiale”, logicamente, fa la sua parte: le passerelle maschili Spring/Summer 2021 hanno accolto un cospicuo novero di riletture sul tema, dall’infilata di varianti vista da Fendi (sottilissime, nivee, ricamate à jour) ai camiciotti scivolati, con collo rialzato, di Homme Plissé Issey Miyake, che mescolano lino e cotone in tele dalle nuance energizzanti (come lime e mandarino), passando per le versioni di Etro (su cui si accumulano striature maculate e disegni di tigri), Versace (oversize, ravvivata dal rigoglio di animali marini della stampa d’archivio Trésor de la Mer), Kiton (che ibrida camouflage e fronde stilizzate) e finendo con il beniamino del fashion biz Simon Porte Jacquemus, che per il brand omonimo propone una camicia color burro adornata di svolazzi fanciulleschi.



Da sinistra: Fendi, Homme Plissé Issey Miyake, Etro, Versace, Jacquemus

Chi volesse acquistare una camicia di lino in questo periodo, giusto in tempo per le vacanze (agognate come non mai, dopo i tribolamenti dei mesi passati), può approfittare peraltro dei saldi ancora in corso, assicurandosi i capi appena menzionati di Fendi (una camicetta bianca con motivi floreali appena più scuri), Homme Plissé Issey Miyake, Versace, Jacquemus ed Etro. Le alternative, ad ogni modo, si sprecano: scandagliando i vari e-tailer si trovano modelli in una profonda tonalità di blu (A.P.C.), con colletto alla coreana e tinti in capo, per conferire al tessuto una sfumatura unica, vicina all’avio (Boglioli), in perfetto western style, provvisti di taschini, bottoni automatici e fantasia check (Alanui); motivo finestrato, su base ocra, anche per quello a maniche corte di Nanushka, mentre Polo Ralph Lauren bada alla sostanza, con una shirt in 100% lino, abbacinante nel suo candore. Tutte le camicie si possono comprare ora a prezzi scontati, con la ragionevole certezza che rimarranno a lungo nel guardaroba, pronte a essere tirate fuori al primo accenno d’estate.




Da sinistra: A.P.C., Boglioli, Alanui, Nanushka, Polo Ralph Lauren

Guida al montgomery, il capospalla cult per la stagione fredda

Il Covid-19, oltre agli effetti nefasti che abbiamo imparato a conoscere, ha rafforzato con ogni probabilità un bisogno generalizzato emerso già prima della pandemia, inerente quella sensazione di conforto che offrono gli abiti particolarmente ampi e robusti, dalle linee coocon, arricchiti magari di una patina used che non guasta mai; quelli, insomma, in cui avvolgersi per sentirsi al sicuro nella temperie attuale, che la pandemia ha reso ancora più incerta.
Le qualità appena elencate sono presenti in toto in uno dei capispalla di punta della stagione autunno/inverno, ossia il montgomery o duffel coat, il giaccone con gli alamari che ha spopolato nelle sfilate delle fashion week a/i 2020 come nei cataloghi delle griffe più disparate. In realtà questo pilastro del guardaroba maschile, al pari di altri illustri “colleghi”, torna ciclicamente nelle proposte outerwear dei designer, magari ritoccato in modo più o meno consistente per adattarsi ai tempi che corrono.

Le origini, comunque, datano alla fine dell’800, quando i marinai della Royal Navy inglese, per ripararsi dalla furia degli elementi che sferzavano i mari del Nord, cominciano a infagottarsi in pastrani di stoffa pesante, confezionata a Duffel, cittadina delle Fiandre che finisce così con l’identificare l’indumento tout court. L’apice della notorietà viene però raggiunto durante la Seconda guerra mondiale grazie al generale britannico Bernard Law Montgomery, figura cruciale per le sorti del conflitto, che è solito indossare un paltò color sabbia, talmente spesso che le truppe prendono a soprannominarlo “Monty Coat”; da lì alla denominazione attuale, il passo è breve.


picture taken in 1958 showing French fashion designer Coco Chanel (L) strolling down the Veneto street in Rome, in company of French author Jean Cocteau (C) and young friend Miss Weiseveiller (R). (Photo credit should read STF/AFP/Getty Images)

L’apprezzamento dei militari è riconducibile ai tratti essenziali dell’indumento, improntati a rigore e praticità, rimasti pressoché invariati fino ai nostri giorni: l’ampiezza delle forme, strutturate pur senza il minimo accenno di rigidità; il tessuto in panno di lana; il cappuccio; il carré sulle spalle; le due tasche frontali a toppa, in cui riporre il nécessaire; e, ovviamente, la chiusura mediante alamari, i caratteristici cordoncini chiusi da bottoni allungati in corno, pelle o legno, pensati per garantire una presa rapida e agevole anche con le mani bagnate.
Terminata la guerra, le eccedenze finiscono sul mercato, e ad accaparrarsene le maggiori quantità sono i coniugi Morris, che danno vita negli anni ’50 a Gloverall, marchio divenuto sinonimo del capo stesso.

Mentre a perpetuare l’appeal marinaresco del duffel coat provvedono film cult dell’epoca come ‘Mare crudele’ o ‘I cannoni di Navarone’,  gli estimatori si moltiplicano curiosamente proprio tra le fila dei ragazzi (e ragazze) coinvolti nei movimenti di protesta e controcultura che scandiscono i decenni seguenti, dai beatnik americani ai mods, ai sessantottini di ogni latitudine; tutti conquistati dal calore e dalla solidità connaturate al capospalla, insieme ai volumi comfy. Alla lista si aggiungono rapidamente intellettuali, registi e artisti in generale, da Jean Cocteau (che prediligeva una vezzosa versione total white) a Stanley Kubrick, passando per Mick Jagger e Jean Genet, e non tardano ad arrivare le interpretazioni degli stilisti.

Negli anni il montgomery ha mantenuto la propria rilevanza nei circuiti della moda, pur seguendo l’andamento carsico cui è soggetto nell’ambiente qualsivoglia capo o accessorio, fino all’ennesimo revival nelle collezioni per la stagione fredda in corso; in questo senso c’è l’imbarazzo della scelta: indicativo il caso di Burberry, dove Riccardo Tisci dà libero corso alla fantasia tra modelli in nuance tenui – rosa sorbetto o bianco con profili scuri a contrasto – e altri vivacizzati dal celebre check della maison, riprodotto all-over. La varietà delle proposte è assicurata anche da Neil Barrett, che si diverte a ibridare il montgomery con dettagli presi in prestito da altre tipologie di capospalla, qui rivestendolo di soffice shearling a mo’ di teddy coat, lì trasferendogli l’imbottitura del piumino, o ancora inserendo la pelle intorno a spalle e chiusure frontali. Stesso discorso per Dsquared2, le cui versioni (come gli altri abiti dello show, d’altra parte) non conoscono mezze misure, passando dall’overcoat scivolato al giubbotto corto in vita.



MSGM punta invece sulla tonalità eye-catching del paltò rosso; in maniera analoga K-Way, brand simbolo degli impermeabili colorati, in scena a gennaio con il primo défilé in assoluto, sceglie per il duffel coat cromie luminose quali verde smeraldo e arancione, aggiungendovi inoltre le tipiche zip multicolor delle sue giacche waterproof.
I marchi Belstaff e Margaret Howell, all’opposto, omaggiano l’heritage militare dell’indumento, il primo declinandolo in una sfumatura salvia, interrotta sulla parte inferiore e lungo le maniche da bande di colore nero; il secondo portando in passerella un modello che più basico non si può.
Di tutt’altro tenore le variazioni sul tema di Yohji Yamamoto, extra long e fluttuanti, strette sul davanti da lunghi nastri che si rincorrono terminando in grandi bottoni rettangolari.

Una selezione di dieci proposte sulle quali orientarsi per arricchire il proprio armadio non può prescindere da diversi dei nomi appena menzionati, che hanno il vantaggio, tra l’altro, di essere disponibili sui vari e-store: sono infatti a portata di clic il cappotto checked nelle sfumature del beige e cammello, in 100% lana, di Burberry, il coat bicolore dalla texture “orsetto” di Neil Barrett, il montgomery over in pelle, foderato in shearling, di Dsquared2; e ancora, il duffel coat dalla nuance vermiglio di MSGM, quello minimal targato Margaret Howell e il modello di K-Way; l’assortimento dei colori di quest’ultimo, oltre a quelli sgargianti di cui sopra, comprende le tonalità canoniche del blu scuro e grigio tortora.
Chi preferisce l’outerwear classico ma con un twist potrebbe prendere in considerazione il cappotto taupe in misto lana PS Paul Smith, arricchito da strisce dall’effetto dégradé, oppure quello della capsule collection JW Anderson X Uniqlo, in cui all’interno del cappuccio fa capolino un rivestimento tartan.



Per gli amanti del low profile, un’opzione da valutare è il montgomery nero Dolce&Gabbana, dal taglio morbido, che evita qualsivoglia orpello per concentrarsi sulla fattura in sé, ineccepibile come d’abitudine della griffe italiana.
Impossibile non chiudere la lista con il duffel coat per antonomasia, quello cioè del sopracitato Gloverall, le cui prerogative risultano pressoché immutate da decenni: quattro alamari in corno; sottogola per poter eventualmente stringere il bavero; fit asciutto quanto basta; lunghezza al ginocchio; produzione orgogliosamente made in England. Un modello adatto ai viaggi sulle navi del secolo scorso come alla vita nelle metropoli odierne, a conferma della sua intrinseca trasversalità d’uso.

Milan Fashion Week Day 5: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato

MSGM

L’estate di Massimo Giorgetti è un messaggio di speranza per le nuove generazioni. Dalla ricercatrice all’università di Oxford alla teenager con un rapporto difficile con il proprio corpo, il video di presentazione della collezione primavera/estate 2021 di MSGM, in cui ogni ragazza ha potuto selezione il primo look personalmente, racconta come le nuove generazioni abbiamo il desiderio di essere unite, meglio se sotto il sole della costiera romagnola.

Stampe con ombrelloni, spiagge, campagne e volumi che sono un giusto compromesso sia per  la teenager che per la “sciura” milanese. La collezione di Massimo Giorgetti racconta di positività e leggerezza, ciò di cui abbiamo bisogno tutti, specialmente in questo momento.


MM6 MAISON MARGIELA

La primavera/estate 2021 di MM6 Maison Margiela parla a coloro che hanno trascorso i loro ultimi mesi a lavorare da casa, con dei look pensati per una videoconferenza seduti nel proprio soggiorno.

Il team creativo ha lavorato su questa collazione durante il periodo di lockdown mettendo in discussione tutto il sistema corporate e dando vita ad un progetto video in cui si alternano modelli e membri del team. Blazer tagliati all’altezza del gomito, all’altezza della scrivania, camicie abbinate con t-shirt e gilet, palette di colori “aziendali” per portare un senso di moda anche in conferenza sul proprio divano.


VALENTINO

Da Parigi a Milano, la maison Valentino ha creato una collezione che parla di romanticismo post-moderno.

“Abbiamo lavorato con persone che rappresentano il mondo” ha affermato Pierpaolo Piccioli, direttore creativo del brand, uno show che prende vita non in un palazzo come è solito alla maison, ma in una fabbrica dismessa piena di fiori di campo, un po’ a ricordare il concetto di romanticismo del ventunesimo secolo.

Questa volta la maison non sceglie modelli ma decide di optare per uno street casting: “Volevo raccontare un Valentino nuovo e più inclusivo, che abbraccia un’idea di libertà senza frontiere di genere, sesso e razza perché questo è il mondo oggi e io lo voglio raccontare” aggiunge Piccioli al termine dello show.

È così che si parte dall’iconico abito giallo di Anjelica Huston fino ad arrivare ai vestiti da sera dai volumi ampi e alle bluse portate con il jeans 5 tasche, un modello Levis in fuori produzione riprende vita in una chiave romantica, una collezione che parla ad una generazione che ha bisogno di amore.

Milan Fashion Week Day 4: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato

PORTS 1961

All’interno del portico del Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano, sfilano le modelle/guerriere della collezione primavera/estate 2021 di Ports 1961. 
Karl Temple, direttore creativo del brand, si è ispirato all’antica Roma per rappresentare la donna moderna come una nuova gladiatrice urbana dal tocco borghese. 

MOSCHINO 

Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino, ci porta all’interno di un teatro dei burattini in cui ci mostra i meccanismi interni della moda che spesso rimangono nascosti. 
La collezione Moschino primavera/estate 2021 reinterpreta il concetto di temporalità della società dato il periodo storico e presenta delle marionette/modelle con abiti ed accessori in miniatura dai colori pastello e delicati con pizzo, rete e cashmere aerografato. 

PHILOSOPHY 

In una cornice segreta come quella del giardino metropolitano de “La Vigna di Leonardo”, Lorenzo Serafini direttore creativo di Philosophy, presenta la collezione primavera/estate 2021 come un vero e proprio omaggio ai pittori ottocenteschi come Édouard Manet e Claude Monet. 
La donna Philosphy diventa una pittrice che indossa le sue tele bianche e le sporca con delle pennellate di colore accesso divenendo simbolo di espressione. Silhouette ampie e volumi insoliti per il brand accompagnano graziosi abiti picnic in popeline, bustier, maniche a sbuffo per una vera e propria donna bohemienne.   

FERRAGAMO 

In una celebrazione di Milano e della vita, lo show primavera/estate 2021 di Salvatore Ferragamo si apre con un cortometraggio diretto da Luca Guadagnino. Colori forti su tessuti rigidi ci mostrano come le forme geometriche si armonizzino alla perfezione nell’immaginario di eleganza e sensualità proposti da Paul Andrew, direttore creativo del brand. 
Ogni singolo pezzo vive di vita propria ed è senza alcun dubbio una moda senza alcun tempo.

ARMANI

In un momento storico come quello che stiamo affrontando, Giorgio Armani rimane fedele alla sua eleganza ed estetica senza tempo. Una collezione primavera/estate 2021 che racconta la voglia di Armani nel tornare a vestirsi bene e con eleganza come solo lui è in grado di fare. 
L’uomo Armani rimane fedele ai colori della notte con bluse leggere, tre pezzi sensuale e gilet senza camicia. Per la donna invece i look giorno sono ideali per stare in casa come anche per andare a cena dopo l’ufficio – o in una videochiamata in smartworking – mentre per la sera fa da protagonista il tuxedo e all’eleganza che oramai è un marchio di fabbrica riconoscibile in tutto il mondo. 

Milan Fashion Week Day 3 What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato


MARCO RAMBALDI 

La sorellanza è il pilastro portante della collezione primavera/estate 2021 di Marco Rambaldi, che sfila nella iconica Via Lecco di Milano, fulcro della vita notturna – e non solo – della comunità LGBTQ+ milanese. 
Una collezione che vuole abbattere le barriere dello stereotipo femminile, partendo proprio dal concetto di unione solidarietà tra donne. Silhouette semplice che vanno a delineare il corpo, sia maschile che femminile, accompagnate da palette colori acida e denim. 

SPORTMAX

Il gioco asimmetrico di Sportmax diventa sensuale e a tratti punk-chic per la collezione primavera/estate 2021. Dal poema “Sing the Body Electric” dell’autore americano Walt Whitman, prende vita una presa di coscienza del proprio corpo lasciandosi andare a trasparenze di seta e tessuti che aderiscono alla pelle creando delle silhouette pulite e raffinate ma pur sempre sensuali.

BOSS

Ingo Wilts, direttore creativo di Boss, si avvale della collaborazione con l’artista inglese William Farr per la creazione di una meravigliosa stampa floreale che include oggetti di uso comune, a ricordarci che c’è sempre tempo e spazio per pensare a ciò che ci circonda e come il nostro senso civico possa fare la differenza. La collezione Boss primavera/estate 2021 propone con stampe delicate e romantiche un tema che oramai dovrebbe essere all’attenzione di tutti, la sostenibilità.

TOD’S

Come in un viaggio negli anni ’70, Walter Chiapponi ci racconta attraverso un video, il suo immaginario Tod’s per la collezione primavera/estate 2021. 
In una vera e propria conversazione tra il direttore creativo ed i modelli, scopriamo come dei turisti, un luogo ricco di charme proveniente da altri tempi. Capo protagonista di questa collezione, il capospalla firmato Tod’s arricchito da tasche multiuso e dall’estetica retrò.

MARNI

La moda non è solo vestiti ma anche chi li indossa. 
Con questo pretesto, la collezione primavera/estate 2021 di Marni, firmata Francesco Risso, è un vero e proprio manifesto di come ciò che indossiamo ci unisca ed al tempo stesso ci renda unici.
La presentazione del “Marni-festo” è avvenuta in 11 città diverse del mondo, realizzando un filmato in cui si percepisce la vera essenza di Marni, fatta di persone. 

VERSACE

Immaginate un viaggio in una città sommersa dalle acque in cui tra rovine e colonne con greche incise, sovrasta su tutto il simbolo iconico della medusa di Versace. 
Donatella Versace ci trasporta, anche con le indimenticabili stampe della collezione P/E 92 “Tresor de Mar”, nel suo immaginario estivo per la collezione primavera/estate 2021. 
Maglie da surfista, gonne plissé dai colori acidi e stampe su stampe evidenziano un abbigliamento daywear che non potrebbe essere più Versace mentre per la sera la donna diventa sirena con reggiseni a conchiglia, gemme ed abiti in seta che delinea il corpo come acqua. L’uomo della maison medusa è invece ironico e moderno con l’introduzione dei bermuda su giacca smoking, accessori dai colori accesi e l’irriverenza che ha da sempre contraddistinto la maison fondata da Gianni Versace. 

PHILIPP PLEIN

Una vacanza senza spese è l’inno alla ricchezza di Philipp Plein per la sua collezione primavera/estate 2021. 
Il designer racconta un’estate ricca di stampe animalier e costumi interi introducendo anche pezzi in pelle e jersey mentre per la sera la donna Plein diventa sexy ed ambiziosa di un futuro che possa essere più roseo dato il momento difficile. 

Milan Fashion Week Day 1: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato
Foto Courtesy of brand.

Milano riparte anche dalla moda, il primo giorno di fashion week giunge al termine tra show digitali e fisici, tornando a rivivere una “normalità” che credevamo fosse andata perduta.

MISSONI

Angela Missoni svela un progetto digitale non per la collezione Primavera/Estate 2021 – che però verrà presentata e venduta ai buyer – ma per la stagione in corso in cui con Vittoria Ceretti ed Edoardo Sebastianelli e la fotografia di Oliver Hadlee Pearch visitano i luoghi familiari di Angela Missoni in Italia.
Una campagna che vuole rompere gli schemi tradizionali stagionali per mostrare come in una cartolina del Bel Paese come la firma Missoni rappresenti l’italianità nel mondo.

DSQUARED2

Il punk non è mai tramontato per Dean e Dan Caten, direttori creativi di Dsquared2 che per la stagione S/S 21 propongono un nuovo spirito punk sartoriale ed innovativo. Una collezione che punta allo spirito più stravagante dei giovani d’oggi, distaccandosi dal mondo totalmente streetwear.

FENDI

Dall’invito allo show in collaborazione con il pastificio italiano Rummo allo show che ci riporta ad un ricordo di fine estate, la collezione donna e uomo primavera/estate 2021 di Fendi, sotto la direzione creativa di Silvia Venturini Fendi, ci riporta al tempo trascorso in famiglia, come un album di ricordi, un corredo familiare o la vista malinconica dalla finestra della propria casa in questi mesi trascorsi in lockdown.
Il progetto Baguette Hand in Hand celebra una collaborazione unica con le eccellenze dell’artigianato italiano, tra cui le regioni Abruzzo e Marche con le loro tipiche lavorazioni del tessuto tramandate da generazione in generazione.


N21

«Mi sembra sempre più urgente e necessario esplorare la possibilità di stabilire una nuova modalità della moda: i tempi, le stagioni, le tendenze devono lasciare lo spazio alla nascita di un nuovo modo di narrazione. Ho utilizzato i tessuti, le forme, i colori per ottenere abiti capaci di racchiudere dei significati che, come le parole, concorrono a formare un linguaggio che donne e uomini possono usare in comune” con queste parole Alessandro Dell’Acqua definisce la nuova collezione primavera/estate 2021 di Numero21, acquisendo una nuova estetica punk e grunge.

ALBERTA FERRETTI

«Sono convinta che, in momenti difficili come questo, la moda non si debba fermare né arrendere, ma rivendicare con ancora più forza il proprio ruolo di strumento necessario per raccontare il tempo in cui nasce. Sono proprio questi i momenti in cui ogni creativo reagisce mettendo in gioco ancora di più la propria sensibilità» queste sono le parole di Alberta Ferretti poco dopo il termine del suo show primavera/estate 2021. Una collezione che punta al romanticismo e alla seduzione tra abbigliamento daywear dalle linee soavi e decise allo stesso tempo, attingendo alle linee della lingerie.

DOLCE E GABBANA

Lo show Dolce e Gabbana per la collezione primavera/estate 2021 è un manifesto di lotta alla libertà.
Stefano Gabbana e Domenico Dolce, direttori creativi del brand, hanno cercato di rappresentare con patchwork dal ricordo siciliano – terra cara e da sempre fonte di ispirazione per la maison – un messaggio che cerca di “tenere tutto unito” nella difficoltà ma soprattutto nella diversità. La scelta dello show fisico è un modo per far ripartire un sistema che sembrava in stallo.

BLUMARINE

Con la collezione primavera/estate 2021 di Blumarine fa il suo debutto come nuovo direttore creativo, Nicola Brognano. Il giovane designer dalle grandi capacità ha saputo approcciarsi ad un brand storico ed intrinseco di ricordi come Blumarine, apportando un tocco – o forse più – di eccentricità.
La donna Blumarine ha sicuramente subito un cambiamento più incisivo, mostrandosi più sicura ed esuberante senza perdere però lo spirito romantico che contraddistingue il brand.

Guida ai cardigan dell’autunno-inverno 2020, tra heritage e nuove interpretazioni

Sarà per le sue caratteristiche di indumento caldo, avvolgente e serioso, un bene rifugio del guardaroba che sembra rassicurarci in tempi piuttosto cupi e turbolenti, anche prima del Covid-19; sarà per la richiesta sempre più diffusa dei consumatori di abiti comodi e possibilmente versatili, alla quale la quantità di tempo passato in casa, durante (e dopo) il lockdown, ha dato ulteriore impulso; sta di fatto che, per la stagione fredda ormai imminente, il cardigan è tornato prepotentemente in auge, come certificato dalla gran varietà di modelli apparsi nella tornata di défilé dell’autunno-inverno 2020.

A ben guardare, le avvisaglie di un ritorno del capo nell’orizzonte del menswear risalgono all’ottobre 2019, quando era stato venduto all’asta, per oltre 330.000 dollari, il celeberrimo esemplare verdognolo indossato da Kurt Cobain nel 1993, durante il concerto MTV Unplugged in New York dei Nirvana. Neppure due mesi fa, poi, i dati del Lyst Index Q2 2020 hanno sancito la rinnovata centralità di questo ibrido di golf e giacca presso gli utenti della piattaforma, attribuendone il merito in particolare a Harry Styles, che lo scorso febbraio è apparso nel programma mattutino della NBC con un modello patchwork di JW Anderson, XXL e dall’effetto sferruzzato, furoreggiando sui social a colpi di hashtag (#HarryStylesCardigan), tanto da spingere centinaia di fan a filmarsi su TikTok mentre lavoravano ai ferri, per crearne una replica più o meno fedele.   

D’altro canto la storia del capo in questione testimonia di una sua certa trasversalità d’uso, in equilibrio tra formalwear e controcultura, elitarismo e pop, alto e basso: da un lato, tenendo fede al blasone delle origini (la “paternità” pare spetti infatti al generale inglese, nonché settimo conte di Cardigan, James T. Brudenell) dagli anni ’50 diviene sinonimo di preppy style, sfoggiato dunque dagli studenti delle università dell’Ivy League americana; dall’altro, si insinua nelle mise più casual di attori, sportivi e star della musica come Paul Newman, Steve McQueen, Mick Jagger o George Harrison, giusto per fare qualche esempio.

Nonostante i corsi e ricorsi, connaturati all’idea stessa di moda, e sulla scia di illustri estimatori – dal suddetto Harry Styles a Pharrell Williams, da David Beckham a Tyler, the Creator – il cardigan torna adesso a punteggiare le collezioni F/W 2020 di molte maison del lusso e marchi high-end; pur tenendo conto della disparità delle proposte, un trait d’union può essere individuato nell’estro delle decorazioni e nelle dimensioni abbondanti, spesso talmente generose da permetterne l’utilizzo al posto di cappotti, parka & co.

Uno specialista del genere come Missoni, ad esempio, esalta le possibilità espressive del colore mescolando su modelli dal piglio rilassato linee, sfumature, pattern geometrici e floreali in una palette ravvivata da toni caldi di rosso, ocra e azzurro. Anche i cardigan di Marco De Vincenzo sono un tripudio di fantasia, tra superfici sfrangiate e righe color block. Da Balmain si vivacizza il classico motivo argyle attraverso il dinamismo ottico del binomio bianco e nero, accentuando inoltre la bombatura delle spalle, mentre Ferragamo pone l’enfasi sulla linearità di volumi e materiali, allungando la silhouette dei maglioni declinati in nuance tipicamente autunnali; caratteristiche simili a quelle del modello in cachemire cammello di Hermès, la cui texture è però intarsiata di patch in pelle colorate. Da ultimo A.P.C. richiama i fasti del grunge con un cardigan a stampa animalier.

Volendo passare in rassegna alcune variazioni sul tema, disponibili anche nei migliori e-store, si potrebbe cominciare da Alanui, brand nostrano che fa dei cardigan in jacquard oversize la propria ragion d’essere: il modello Seattle Sound compendia tutti i must della casa, dalle grafiche folk alle frange lungo i profili. Gucci, da parte sua, insiste sull’icasticità dei propri simboli per una maglia su base blu interamente percorsa dal monogramma della doppia G. Thom Browne si ispira invece all’eleganza dei college Usa d’élite, trasferendola in un golf candido a trecce, rifinito dagli stilemi del designer, cioè fettucce tricolori lungo l’abbottonatura e quattro strisce a contrasto sulla manica.

Se Prada stempera l’austerità del golf accollato, realizzato in un blend di mohair e lana, utilizzando una gradazione accesa di rosso e la lavorazione a punto largo, Valentino viceversa ravviva il total black del suo cardigan grazie a bande di colore bianco e fluo. Sceglie al contrario l’essenziale Acne Studios, con una maglia monocroma scura interrotta solo dal piccolo ricamo “emoticon” sul petto. Prediligono la discrezione, infine, anche le interpretazioni stagionali di NN07, Stone Island, Roberto Collina e Polo Ralph Lauren, contraddistinte, nell’ordine, da un taglio regolare e lana color ruggine; dalla tonalità verde militare e chiusura a zip; dal filato dalla trama grossa e forme over; da cotone mélange blu navy con collo a scialle.

È evidente insomma come il cardigan riesca a soddisfare tanto i puristi del less is more quanto i fashion addict più inveterati, potendo contare, oggi come ieri, su uno dei suoi principali atout, ossia la versatilità.

Moda uomo: il ritorno del panciotto, ecco come indossarlo

Il panciotto è un capo simbolo indiscusso di classicità ed eleganza. Ogni uomo dovrebbe averne uno da sfoggiare non solo nelle occasioni più eleganti, ma anche in una veste più casual e moderna.

Gilet o panciotto?

Prima di lasciare qualche consiglio di stile, è opportuno precisare la differenza tra i termini gilet e panciotto. Sebbene nel linguaggio comune spesso si utilizzi la parola più generica gilet, per indicare anche il panciotto, in realtà non denota sempre lo stesso capo di abbigliamento. Infatti con il termine gilet si indica più genericamente un capo di abbigliamento senza maniche, aperto o chiuso davanti, e di qualunque tipo di tessuto. Il panciotto, invece, è più precisamente il terzo elemento di un abito da uomo, da indossare sotto la giacca e sopra la camicia. 

Come è fatto un panciotto

Di solito i panciotti hanno una base di fodera e poi sono rivestiti sulla parte frontale, sul retro hanno una fibbia che ne regola la vestibilità sul punto vita, e presenta sempre dei bottoni frontali, che vanno da un minimo di tre ad un massimo di sei. Il numero dei bottoni è legato alla formalità del capo, dove 3 sta per un’occasione più informale, mentre 6 per una molto formale. Infine può essere monopetto o doppio petto.

Come si indossa un panciotto 

Il panciotto si indossa sotto la giacca o blazer e sopra la camicia, e come per la giacca, la regola vuole che l’ultimo bottone resti sempre aperto, per evitare che dia fastidio se si fanno determinati movimenti o se ci si siede.

Questo capo deve adattarsi alla figura e seguirne le forme per consentire comodità con la giacca, lungo abbastanza per coprire la vita sulla parte frontale, e più corto ai lati e sul retro.

 La camicia, infine, deve essere rigorosamente abbottonata fino al collo.

Come abbinare il panciotto

Se si deve abbinare all’abito le possibilità sono due: o si prende in tinta con quest’ultimo oppure in contrasto. Nel primo caso, l’effetto sarà più elegante e formale, nel secondo però, lo si metterà più in risalto.

Per quanto riguarda gli accessori, sono preferibili le bretelle alla cinta e la cravatta piuttosto che il papillon. Se amate lo stile dandy, potete azzardare a lasciare il collo libero, a patto però, che l’occasione lo consenta.

Beauty must have per l’estate

Una selezione di must have per questa stagione, dai sieri decongestionanti alle creme che leniscono. Prodotti riparatori che danno un dolce sollievo alla pelle dagli eccessi del sole. E ancora, fragranze ed essenze che richiamano immediatamente i sentori dell’estate.


Davines Liquid Spell
Fluido per capelli rinforzante corporizzante con una texture altamente performante a base di aminoacidi ed un’esclusiva molecola termo-attivata. Questi consentono un’azione nelle aree particolarmente sensibilizzate: da liquida diviene una ricca mousse. I capelli acquistano corpo e la vitalità fin dalla prima applicazione.

Lavera Hydro Sensation Crema Gel

I prodotti della linea Hydro Sensation donano freschezza, purezza ed un’idratazione intensa per un incarnato sano e luminoso. L’estratto di alga assicura alla pelle una forza rigenerativa e l’acido ialuronico naturale ne garantisce nutrimento.

Malin + Goetz Resurfacing Face Serum

Un trattamento mirato formulato come prima linea di difesa dai fattori di stress ambientale a cui la pelle è sottoposta. La formula leggera in gel è sintetizzata con alfa-idrossiacidi e vitamina C per aiutare a levigare, purificare e illuminare la pelle in soli 10 giorni, ottenendo un effetto rinfrescato ed energizzato.


Ahava Mineral Shampoo

Uno shampoo delicato appositamente formulato con Osmoter™ insieme all’estratto di Aloe Vera per detergere a fondo, idratare e ammorbidire i capelli. Questo prodotto amico del cuoio capelluto è adatto all’uso quotidiano per tutti i tipi di capelli lasciandoli puliti, morbidi e luminosi.

Augustinus Bader The Hand Treatment

The Hand Treatment è il primo trattamento mani di Augustinus Bader, combina la tecnologia innovativa frutto degli studi trentennali del Professor Bader ad ingredienti naturali e nutrienti in grado di calmare, lenire e proteggere la pelle delle mani.

Vilhelm Parfumerie All Over Hair and Body Spray

Vilhelm Parfumerie lancia gli ALL OVER HAIR AND BODY SPRAY, spray profumati per corpo e capelli, per poter indossare le fragranze uniche del brand ovunque e in ogni occasione. Un prezioso flacone in vetro contiene l’essenza con concentrazione profumo 6%, per farsi avvolgere in modo fresco ma allo stesso tempo avvolgente. Disponibili nelle tre profumazioni bestseller del marchio: Basilico&Fellini, Morning Chess e Dear Polly.


Ellen Beauty Factory

Amalfi è la limited edition che rende omaggio ad una terra magica, celebrandone i colori, i profumi e l’inesauribile magia. L’ingrediente principale è il limone, tesoro del Sud Italia dalle mille proprietà. L’olio detergente è utile per una pulizia del viso profonda e rinfrescante che, a contatto con l’acqua, assume una consistenza leggermente lattiginosa adatta alla detersione di tutti i tipi di pelle. 

Caudalie Lait Après-Soleil

Un latte dopo sole con acqua d’uva bio, ingrediente esclusivo Caudalie dal potere idratante e lenitivo, accentuato dall’azione dell’Aloe vera bio, estratto naturale di pisello e Olio di cocco bio. La texture è setosa e sprigiona note delicate di monoi, fiori bianchi e latte di cocco.

Sesderma Repaskin

Protezione solare corpo in un nuovo formato spray che favorisce la dispersione omogenea del prodotto. La texture è estremamente leggera e trasparente, resiste all’acqua e grazie alla tecnologia Shield System, aiuta anche a riparare dagli effetti negativi che il sole ha sulla pelle.

Darphin Hydraskin

La nuova Hydraskin Cooling Hydrating Gel Mask è una maschera viso in gel con attivi botanici e acido ialuronico che infonde la pelle di un’intensa idratazione e freschezza, per un’azione rimpolpante e defaticante.

La Biosthetique Soleil

L’emulsione acqua in olio è leggera e dall’applicazione rapida ad alto fattore di protezione, con attivatore di abbronzatura, agenti idratanti e antiossidanti. La nuova ricetta ottimizzata non crea una patina bianca sulla pelle, favorisce un’abbronzatura intensa e uniforme e nutre in profondità la pelle. Protegge e previene i danni cellulari causati dai raggi UV.

Dai pigiami alle slippers, lo stile domestico secondo i principali marchi di loungewear

Una delle eredità con ogni probabilità più durature del lungo periodo trascorso in casa per l’emergenza coronavirus, limitatamente al vestiario, è quella del loungewear homewear, sinonimi per designare capi e accessori pensati per essere indossati all’interno delle abitazioni. In effetti, allargando lo sguardo oltre i look raffazzonati recuperando tute e felpe informi, oppure i tentativi per mostrarsi in tenuta simil-professionale nelle videochiamate, (r)esiste una nicchia del menswear compendiata in pigiami, robe de chambre, completi coordinati e slippers, che trova nell’intimità della sfera domestica il suo scenario naturale, e alla quale si rivolgeva, ancor prima del lockdown, un drappello di estimatori in cerca di confort e ricercatezza nei tagli e materiali; qualità tattili e visive dunque, personali nel senso letterale del termine, dal momento che può goderne solo il diretto interessato, indulgendovi specialmente nei periodi off, in ogni caso quando si è al riparo dai ritmi forsennati della nostra società. 

Parliamo di vezzi stilistici e, più in generale, di un modus vivendi che riecheggiano quelli dei dandy di fine’800, la mollezza del loro abbigliamento da camera accentuata da vestaglie e giacche in nuance sgargianti, vestibilità morbide, tessuti pregiati – sete, lini, cotoni – e biancheria su misura, come quella prediletta dal Vate D’Annunzio, esteta nostrano per eccellenza.

Models present creations for fashion house Dolce Gabbana during the Men Fall – Winter 2016 / 2017 collection shows at the Milan’s Fashion Week on January 16, 2016 in Milan. AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS / AFP / GABRIEL BOUYS (Photo credit should read GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images)

Nella gallery foto 1: Gabriel Bouys/AFP via Getty Images, foto 4: Barbara Zanon/Getty Images

Il loungewear, di per sé, non rappresenta una novità assoluta nella moda maschile: nel 2016 si era infatti parlato di tendenza pyjamas, vale a dire quegli ensemble composti da blusa e pantalone fluidi, in materiali setosi e con pipinga contrasto, talmente sofisticati e preziosi da poter essere sfoggiati in ogni occasione, come avevano suggerito le sfilate di maison del livello di GucciVersaceDolce&GabbanaVuitton e Dries Van Noten.
Eccezion fatta per gli habitué delle varie fashion week, pigiami et similia non si erano però realmente diffusi al di là delle mura domestiche. Indossarli in pubblico, d’altra parte, veniva considerato sinonimo di stravaganza, concessa semmai a personalità d’eccezione: senza per forza scomodare il patron di Playboy Hugh Hefner, perennemente avvolto da una palandrana rossa, è sufficiente citare Federico García Lorca e Salvador Dalí, oppure, restando al presente, il pittore Julian Schnabel e l’attore e musicista Jared Leto

Il loungewear di cui sopra, invece, è da intendersi come un lusso intimo, sotteso a prodotti fuori dal comune, eppure utilizzati in momenti assolutamente ordinari come quelli di relax casalingo, magari sbizzarrendosi nella scelta di colori e decorazioni. Ad assecondare queste inclinazioni provvede un ventaglio di griffe, tra aziende dall’heritage pluridecennale e altre salite alla ribalta in tempi più recenti.
Rientra nella prima categoria Derek Rose, un marchio che, in oltre 90 anni di attività, ha conquistato rockstar, attori e aristocratici applicando i fondamenti della sartoria a sleepwear e abbigliamento per il tempo libero; le sue vestaglie, camicie da notte, maglie, pantaloni e babbucce vengono confezionate in materiali nobili, dal cachemire al batista, dal velluto allo jacquard, e si distinguono per i pattern esclusivi ideati dal team di design interno.

Altra label londinese che, concentrandosi su qualità dei filati e studio meticoloso delle forme, ha fatto dell’homewear un trademark è Hamilton and Hare: i modelli – pyjamas, accappatoi, t-shirt, shorts – sono essenziali, la palette cromatica ridotta al minimo, con sporadiche concessioni a burgundy e giallo pastello. Principi simili – aplomb sartoriale, tessuti premium, silhouette classiche – messi però al servizio dell’estro creativo, sono quelli seguiti da Desmond & Dempsey, i cui set coordinati presentano stampe all-over dall’ispirazione esotica o ampie righe multicolor, affiancati a proposte più tradizionali nelle sfumature del blu e grigio.

Il focus di Sleepy Jones è sul pigiama, trasformato in divisa quotidiana dall’attitudine nonchalant, da mescolare liberamente con evergreen del guardaroba quali jeans e magliette. Le texture alternano motivi geometrici, gessati e grafiche floreali, sebbene non manchino versioni monocrome e una selezione di vestaglie, pantaloncini e biancheria.
Da Inabo, brand di base a Stoccolma, tutta l’attenzione è rivolta alle slippers, sobrie e funzionali come da prassi del design scandinavo, ottenute da pellami di prim’ordine, in primis nappa e suede.

L’abbigliamento da casa è poi oggetto d’interesse anche di marchi storicamente attivi nell’underwear: nel caso di Hanro e Zimmerli, ad esempio, il comune denominatore risiede nelle linee timeless, nelle lavorazioni meticolose dei filati (lana, seta, mischie di cotone e jersey, ecc.), nelle tonalità preferibilmente neutre, nelle fantasie tipiche dell’armadio maschile, dai check alle righe; per quegli uomini che, pur apprezzando la raffinatezza del loungewear, non intendono derogare ai dettami dello stile minimal. 

I dieci anni della Bao Bao Bag, borsa cult anche in versione maschile

Lanciata nel 2010 e diventata un instant classic del brand, la Bao Bao Bag di Issey Miyake taglia il traguardo dei dieci anni come meglio non si potrebbe, continuando a esercitare un fascino trasversale sui consumatori, tanto da poter forse scomodare l’espressione, spesso abusata, di accessorio-icona.

La genesi del modello e, in generale, il profilo del suo autore risultano in realtà piuttosto distanti dalla cultura dell’hypeormai comune nel fashion system. Membro, insieme a Rei KawakuboYohji Yamamoto e Hanae Mori, di quel manipolo di creativi giapponesi affermatisi sulla scena della moda parigina a cavallo degli anni ’70 e ’80, grazie a un approccio cerebrale e incline al decostruttivismo (in antitesi al glamour sfavillante tipico degli eighties), Issey Miyake è infatti uno stilista sui generis, fautore di una visione sincretica nella quale coesistono progettazione, décor, tecnologia e sperimentazione materica.

Intenzionato a stravolgere silhouette, volumi, texture e, di conseguenza, il rapporto fino ad allora univoco tra le forme del corpo e quelle degli indumenti, il designer ha fatto della plissettatura un marchio di fabbrica, perfezionandola in modo da rendere ingualcibili i tessuti e realizzando abiti adatti ad ogni fisicità, maschile o femminile. Tra le sue numerose innovazioni si ricorda A-POC, acronimo di A piece of Cloth, un processo unico per ricavare capi d’abbigliamento finiti da un singolo filato.

Un simile connubio di ricerca, funzionalità e pragmatismo non poteva non riversarsi sugli accessori della griffe, a cominciare appunto dalla Bao Bao: nel 2000, lasciandosi ispirare dal Guggenheim Museum Bilbao dell’archistar Frank Gehry, un turbinio di linee curve e ritorte perfettamente scolpite, Miyake realizza una borsa in PVC dalla struttura modulare, nella quale tutto ruota intorno al triangolo, inscritto in un reticolo e moltiplicato sull’intero rivestimento esterno; questa ripetizione della figura geometrica conferisce un aspetto pressoché tridimensionale alle superfici, ulteriormente accentuato dai riflessi delle stesse quando esposte alla luce. Leggerezza e flessibilità del materiale, inoltre, permettono alle forme di modificarsi, adeguandosi alla posizione verticale o orizzontale dell’accessorio come al contenuto dell’interno; tutte caratteristiche racchiuse icasticamente nel concetto shapes made by chance”, coniato dallo stesso stilista.

Il successo è tale che, dieci anni dopo, Bao Bao diventa una collezione a sé, declinata di volta in volta in borse a spalla, shopper, cabas, clutch, perfino portafogli o trousse. Di lì a breve l’offerta viene estesa alla clientela maschile, che può tuttora scegliere tra versioni a mano o con tracolla, capienti e strutturate – è il caso di tote bag, cartelle e sacche – oppure dalle misure più contenute, tipiche di zaini, messenger, marsupi e buste. La palette cromatica è in linea con l’ampio assortimento di formati: si va dai basilari bianco e nero alle sfumature accese di giallo, turchese o paprika, passando per grigi, blu e verdi dall’effetto satinato.

Il rigore geometrico del modello, esaltato da giochi di luce ed effetti ottici, conquista rapidamente art director, stylist, grafici e altri insider dell’industria creativa. A confermare come la borsa sia ormai considerata un oggetto di design piuttosto che un “semplice” accessorio griffato è poi l’elenco dei rivenditori, dove, oltre a note boutique ed e-tailer come FarfetchSsense e Bloomingdale’s, spiccano gli store di due fra i più rilevanti musei in attività, LACMA e MoMa
Del valore non meramente estetico del proprio lavoro sembrava d’altra parte consapevole lo stesso Miyake, quando dichiarò di pensare alle sue creazioni come «strumenti al servizio della creatività di chi li indossa»; una definizione oltremodo appropriata anche per la Bao Bao Bag.

Passione accessori, anticipazioni dal prossimo autunno

Mentre attendiamo la meritata e tanto sospirata estate, ecco il nostro consueto sguardo alle anticipazioni e tendenze per la prossima stagione.

Canali

L’ abito è in lana ed è composto da giacca monopetto 2 bottoni con rever e pantaloni con tasche all’americana e cintura alta senza passanti. La camicia è slim fit in puro cotone bianca. Completano il look una cravatta in seta-cashmere a quadretti e la pochette in puro cotone bianca. Le sneaker sono color avorio, con allacciatura in pelle e suola in gomma leggera.


Prada

Shopping bags in pelle Saffiano color fuoco e cannella, con tracolla removibile.

Gallo

Le calze Gallo Velvet sono la conferma del savoir faire del brand, intriso della preziosa capacità di innestare tecnologia su antichi telai.

Bally

Linee pulite, materiali naturali e toni neutri riflettono l’impegno di Bally a favore dell’ambiente e la passione per le innovazioni tecniche, in un continuo intreccio fra tradizione svizzera e visione moderna.

Drumhor

L’iconico “biscottino” di Drumhor diventa da sole! Un modello unisex per quattro differenti nuance coordinate alle grafiche interne delle stanghette (un point de neige rigorosamente biscottino/razor blade).

Premiata

Sneaker con tomaia colorata a incastri in pelle, suede e nylon e con suola in gomma. 

Tecnochic

Il nuovissimo smart watch TC-ZL01s di Tecnochic unisce scienza e tecnologia in un orologio dalle forme eleganti e dai materiali pregiati. Oltre al quadrante full touch screen di nuova generazione, misura frequenza cardiaca, pressione arteriosa e livello ossigeno nel sangue. Vi sono poi otto modalità sportive, che permettono di ottenere una completa analisi del workout comparando i diversi risultati.

Eastpak

La collezione RE-BUILT TO RESIST è una soluzione sostenibile ideale per ridurre gli sprechi preservando nel contempo il proprio stile. Infatti le borse che presentano difetti e non possono essere riparate, vengono trasformate in versioni uniche del classico zaino, caratterizzate da due colori o motivi.

New Era

Tra le novità New Era per la prossima stagione, il cappellino regolabile arancione fluo con visiera tono su tono e cappellino regolabile camo e logo arancione fluo.

Dieci variazioni della bowling shirt

(Ri)apparsa in gran numero nelle sfilate maschili del 2016, la bowling shirt è tuttora oggetto di un revival modaiolo che la vede protagonista dei look per la bella stagione più rilassati e dégagé. L’identikit del capo è presto fatto: collo a V con piccoli revers ben distesi, maniche corte, abbottonatura frontale e silhouette leggermente squadrata; altri segni distintivi sono la leggerezza dei materiali – ad esempio cotone, lino, popeline o, nelle versioni di maggior pregio, texture dalla mano soffice quali seta o rayon – e la creatività di color block, righe, figure geometriche e stampe varie.

Al di là di corsi e ricorsi della moda la camicia in questione, chiamata anche cuban o camp collar shirt, vanta una storia di tutto rispetto, risalente agli anni Cinquanta, quando negli Stati Uniti iniziò a moltiplicarsi nelle sale da ballo e negli altri locali frequentati dai fan del rockabilly. Per un lungo periodo, quindi, ogni variante di camicia da bowling, in primis quella hawaiana, ha evocato soprattutto le tenute sfoggiate dai turisti nelle località più esotiche, corredate magari di cocktail, sigaro, occhiali a specchio e altri cliché dell’iconografia vacanziera; tutt’al più, ha fatto capolino in pellicole care agli appassionati di cinema come Il grande LebowskiScarface Il talento di Mr. Ripley.

MILAN, ITALY - JUNE 15: Models walk the runway at the Dolce & Gabbana fashion show during the Milan Men's Fashion Week Spring/Summer 2020 on June 15, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Ernesto S. Ruscio/Getty Images)
PARIS, FRANCE - JUNE 19: A model walks the runway during the Valentino Menswear Spring Summer 2020 show as part of Paris Fashion Week on June 19, 2019 in Paris, France. (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)

In tempi più recenti, sulla scia di quello stile dadcore all’insegna di vestibilità over, pantaloni slavati e sneakers massicce glorificato dai nuovi alfieri del menswear contemporaneo – su tutti Demna Gvasalia e Gosha Rubchinskiy -, le bowling shirt sono tornate alla ribalta. Nelle collezioni maschili per la stagione in corso sono numerose, infatti, le nuove interpretazioni di questo capo dall’animo retrò: da Valentino, Pierpaolo Piccioli lo considera una tela sulla quale sbizzarrirsi con tinte al neon, ricami, motivi floreali e fantasmagorie ideate dall’artista Roger Dean; anche Dolce&Gabbana dà libero corso alla fantasia, dispiegando sui tessuti un armamentario di frutti, piante, animali, pin-up e altri simboli di un immaginario “tropico siciliano”; un estro creativo speculare a quello di griffe quali Dsquared2, Amiri, Iceberg, Casablanca, Dries Van Noten, non ultima Prada che, effettivamente, ha reso la camicia a maniche corte un caposaldo della propria linea uomo, al punto da dare ai clienti la possibilità di personalizzarla, combinando liberamente le stampe più rappresentative del brand.

Qualsiasi selezione in materia di bowling shirt non può dunque prescindere dall’offerta della maison milanese, che quanto ad assortimento non teme confronti: si va dalle versioni basilari total white o rigate a quelle viste sulla passerella p/e 2020, con riproduzioni di walkman, videocamere e altri gadget iconici degli anni ’80. Gucci, dal canto suo, alterna il logo della doppia G a stelle, quadrifogli e altri ghirigori, evidenziando inoltre i profili con il nastro Web.
 Il modello di Bottega Veneta, in 100% viscosa, utilizza il classico binomio bianco e nero per mettere in risalto una grafica d’ispirazione tropicale, mentre Fendi trasla le suggestioni bucoliche dell’ultimo défilé su un tessuto arioso, percorso da un motivo a spirale nei toni del verde e grigio.

Se Marni sposa l’estetica naïf, espressa in una blusa quadrettata con disegni di alberi e tocchi saturi di colore, dal giallo al viola, Acne Studios gioca con dimensioni e sfumature delle righe verticali, che si stagliano su una base dalla nuance pastello. NN07 punta sull’effetto vintage, stampando paesaggi da cartolina sull’intera superficie del capo.
Le proposte di Ami e Sandro Paris seguono invece il mantra less is more, optando nel primo caso per il bianco panna, “interrotto” solamente dalla firma del designer (un cuore stilizzato sul taschino), nel secondo per l’intensità cromatica del blu navy; nemmeno COS, infine, tradisce la vocazione al minimalismo: la sua camicia immacolata in cotone organico, dal fit rilassato, è un inno all’essenzialità. 

Essenziali per l’uomo in vacanza: la guida ai capi cult dell’estate

L’estate sembra quasi arrivata, almeno dalle temperature, e anche se in questo momento le vacanze sono rimandate a tempi migliori noi vogliamo ricordarvi che lo stile non ha tempo e magari, vogliamo rinfrescarvi le idee. 

Le scelte dell’uomo che veste di stile cercano sempre di rimandare a un’identità, vogliono comunicare un messaggio: chilling sotto le palme, al fresco, con i colori, il mare e le mete lontane. Ecco, la moda dell’estate gioca con la geografia del mondo per essere oggi orientale, domani afro, o hawaiano. 

Ecco una piccola, ma evocativa, guida allo stile maschile dell’uomo in vacanza.

Camicie con stampe tropicali, a manica corta per il perfetto gentleman on holiday con colletto “camp”, o ancora stesso modello ma con stampe in perfetto mood anni ‘50. Blazer per le occasioni daily o anche serali in cui non si rinuncia allo stile, verde menta, blu cobalto e beige chiaro, ecco i colori dell’estate.

Nella gallery: Sandro Paris, Chimala, Faherty, Dolce & Gabbana, Gucci, Maison Margiela, Deveaux New York, Versace, Saint Laurent.

Shorts e bermuda sopra il ginocchio, pratici e trendy per molte delle occasioni estive. 

Sandali, alla schiava o sabot, che richiamano ora il safari, ora l’Havana, da tenere nella withlist dell’estate, perfetti anche con pantaloni in lino, classici. 

Occhiali da sole pop, sofisticati e futuristici per l’uomo casual in vacanza, sempre on time. 

Nella gallery: Prada, Dolce & Gabbana, Mykita

E a proposito di tempo, gli orologi per le vacanze possono essere un trait d’union tra sport e leisure time con dettagli eclettici e funzioni hi-tech di ultima generazione. 

E per finire, le borse, comode, ma sempre più personali. D’altronde quello che conta è l’attesa delle nuove avventure e le immagini di noi stessi in un contesto nuovo, surreale e suggestivo che solo una vacanza può regalare.

Hype sensation: Vision of Super

Saper abbracciare la molteplicità delle discipline artistiche: è questa la mission del brand Vision of Super. Lo streetwear di Dario Pozzi ha già conquistato artisti del calibro di Sfera Ebbasta, Junior Cally ed Elettra Lamborghini e vanta una distribuzione in oltre 100 selezionati negozi (80 in Italia e 20 tra Asia e Australia).


“Il nostro obiettivo – dichiara Pozzi in esclusiva a Man in Town – è quello di fornire prodotti di altissima qualità con un prezzo competitivo e un’ottima distribuzione. Vogliamo essere il primo approccio a un marchio di lusso. Lo scorso gennaio abbiamo creato anche una fantastica collezione in cobranding con Colmar, il lancio ufficiale è per il prossimo settembre.” La fiamma è il simbolo del brand, e nonostante la pandemia in atto, non accenna certamente ad affievolirsi. “Stiamo ampliando le nostre strategie di comunicazione online e offline, in modo da essere pronti e veloci una volta si ritorni alla normalità. Inoltre, stiamo cercando di tradurre tutti i nostri progetti in ottica di sostenibilità: a breve, infatti, lanceremo un nuovo capitolo green legato al marchio. Le vendite online, sul nostro e-commerce, durante questa pandemia, non sono diminuite. Anzi, si sono rafforzate, così come l’acquisto di accessori in edizione limitata, da collezione.”



Abbiamo chiesto al direttore creativo come muterà lo streetwear dopo l’era Coronavirus. “È forse la domanda che ci stiamo ponendo più frequentemente in queste ultime settimane. Continuerà a esistere, ne siamo certi, ma si tradurrà in qualcosa di più specifico, ancor più settoriale, per dialogare al meglio con i clienti. Lo streetwear, poi, si fonderà ancor di più con l’universo del lifestyle: è facile, quindi, che felpe e T-shirt, nel futuro, verranno vendute all’intero di concept store riproposti in hotel di lusso. O, ancora, le grandi palestre dedicate ai nuovi sport utilizzeranno i capi streetstyle come divisa di activewear. Sempre più interazione, quindi. E sempre più possibilità di crescita.”



Inoltre Vision of Super si è schierato fermamente a sostegno del movimento a favore della fine del razzismo in solidarietà alla comunità black

Jawline: come realizzare il contouring della mandibola

Cosa hanno in comune, da sempre, tutti i sex symbol più desiderati del grande schermo? La mandibola squadrata!



La “jawline” o linea mandibolare ben definita è la nuova pressante richiesta degli uomini di tutto il mondo: una mandibola ben evidente ed il mento squadrato rendono, infatti, l’uomo sexy, maschile, volitivo, sicuro di se’ stesso; e chi non è nato con questa caratteristica oggi può facilmente ottenerla grazie alla medicina estetica. Esistono infatti dei filler riempitivi a base di acido ialuronico ad alta densità, studiati appositamente per incrementare il volume della mandibola e del mento (fra i nuovi filler troviamo ‘Volux’, prodotto dalla Allergan, un’azienda che investe molto nella moda). In termini medici si chiama “Profiloplastica”. Alla University of Hospital di Brussel hanno perfino individuato con l’analisi fotometrica che l’angolo perfetto della mascella col volto maschile si attesta a 130 gradi nel profilo del viso; hanno inoltre constatato che nell’uomo mento e mascella sono molto più importanti della forma delle labbra, al contrario di quanto accada per quelle femminili; le labbra maschili piacciono infatti sottili e perciò ci vuole molta prudenza nel riempirle. 


Dr. Cesare Giampietro

Il Dr. Cesare Giampietro, specialista in medicina estetica ci spiega che occorre grande capacità tecnica e prudenza nel trattare un volto maschile che ha infatti delle scavature da rispettare e altre da ridurre, evitando nel contempo l’effetto di arrotondamento del viso (cosa invece da fare quando si tratta un viso femminile).

Trattando l’uomo si devono cambiare dosi e tecniche iniettive e in generale il rapporto di correzione e di 1/3 come qualità ed entità rispetto al trattamento di una donna.



Il trattamento non è affatto doloroso ed è di lunga durata; i prodotti più innovativi promettono infatti una durata che può arrivare anche a 24 mesi; è molto semplice e si svolge in meno di un’ora.

Dopo la seduta si può tornare alla propria vita sociale normalmente, anche se sarebbe opportuno evitare saune e bagni turchi, e rimanere a riposo dallo sport per qualche giorno per permettere al prodotto di espandersi e consolidarsi al meglio.

Il risultato è visibile immediatamente, ma tenderà poi a migliorare nei giorni successivi.

Ma come avviene il trattamento?

Si utilizzano siringhe pre riempite di acido ialuronico o idrossiepatite di calcio (si tratta di specifici dispositivi medicali certificati ed approvati per tale uso), il cui contenuto viene rilasciato direttamente sul periostio dell’osso mandibolare, utilizzando un ago o una cannula.

Per avere un risultato ben evidente e duraturo è opportuno usare un numero adeguato di fiale (ma ovviamente dipende dal punto di partenza del paziente e dal tipo di risultato che voglia ottenere).



Il trattamento non è assolutamente doloroso (i migliori prodotti hanno all’interno già l’anestetico).

Nei giorni successivi il paziente può avvertire una minima dolorabilità, assolutamente compatibile con le normali attività quotidiane.

In taluni casi il filler mandibolare può inoltre essere associato a “fili di trazione” allorquando ci sia anche la presenza di rughe nasolabiali particolarmente pronunciate, o se, a causa del sopravanzare degli anni, si noti un cedimento “verso il basso” dei tessuti del volto dovuto alla gravità e alla perdita di tono e compattezza della pelle.



Una tendenza sconcertante, nata sui social, è quella di utilizzare delle palline di plastica da masticare ripetutamente durante il giorno per aumentare il volume della mandibola; si tratta di una pratica che però può causare seri problemi di salute; in questo modo, inoltre, si va determinare una semplice ipertrofia dei muscoli mandibolari (muscoli masseteri) e non un vero e proprio aumento del volume dell’osso che è invece ciò che rende sexy. L’ipertrofia dei masseteri dà un aspetto a criceto (oltre a causare digrignamento dei denti durante la notte e deterioramento degli stessi, stato di tensione in tutto il corpo, cefalea e addirittura alterazioni della postura!)


Naturalmente la profiloplastica o “Jawline con acido ialutonco è un trattamento che va fatto solo da medici e per di più molto esperti; quella zona è ricca di terminazioni nervose ed arteriose per cui bisogna sapere come, dove e con quali tecniche iniettare; se eseguito da mani esperte il trattamento è assolutamente sicuro.


Le coordinate digitali del menswear in Italia secondo Lyst

Abbozzare una panoramica della moda maschile, pur limitandosi al contesto nazionale, è piuttosto complicato, di sicuro, però, le statistiche del portale Lyst rappresentano un ottimo inizio. La piattaforma britannica, infatti, fornisce con cadenza regolare l’elenco dei brand e delle tipologie di prodotto più cercati dai propri utenti, italiani compresi.

Iniziando dai marchi, la top 5, per il mese appena trascorso, vede in cima alle preferenze Off-White, seguito nell’ordine da Nike, Palm Angels, Gucci e Stone Island. Una lista che sembra certificare l’eccellente stato di salute dello streetwear: se appare scontato il primato del “solito” Virgil Abloh, dominus riconosciuto del settore, anche grazie alla direzione della linea uomo di Louis Vuitton, il secondo posto è occupato da un gigante dello sport mondiale (Nike), peraltro abituato alla collaborazione con griffe altrettanto celebri (basti nominare Supreme, Dior, Comme des Garçons, Stüssy, lo stesso Off-White, ecc).

Completa il podio Palm Angels, label profondamente influenzata dall’immaginario degli skater e, più in generale, dei giovani della West Coast americana. L’unico nome del lusso canonico, per così dire, è dunque quello di Gucci, che pure, sotto la guida di Alessandro Michele, è riuscito a rinnovare la propria estetica sui generis, nel segno del massimalismo. Leggermente diverso dai precedenti il caso di Stone Island, la cui ascesa parte da lontano, precisamente dagli anni ’80, e si intreccia alla storia di diverse sottoculture, dai paninari nostrani al brit pop, passando per i supporter delle squadre di calcio inglesi; arrivando, infine, al gotha dell’industria musicale e creativa odierna (leggi Drake o Travis Scott). A rimanere immutato, d’altro canto, è il mix di casual e sperimentalismo tecnico, imprescindibile per il marchio italiano.

Spostando il discorso sui singoli articoli, la sostanza non cambia granché: il primo posto spetta infatti all’archetipo dello streetwear, cioè la sneaker, quella bassa ad essere precisi (il modello high-top compare, invece, alla quarta voce); una calzatura ormai ubiqua, oggetto spesso di un vero e proprio culto, che meriterebbe un discorso a sé. Troviamo quindi la t-shirt, indumento trasversale quanto a gusti ed età. In terza posizione, un altro passepartout del guardaroba uomo, la giacca informale, una certezza per ogni occasione, dall’ufficio all’aperitivo (Covid-19 permettendo, ça va sans dire).

Si va sul sicuro, del resto, anche con capi quali camicia e pantalone chino, rispettivamente al quinto e sesto posto nelle preferenze degli utenti di Lyst. La lista prosegue, tanto per cambiare, con due pezzi d’impronta street: se tuttavia la felpa con cappuccio è ormai considerata una valida alternativa alla maglieria tradizionale, regolarmente presente nelle collezioni di qualsivoglia griffe, la traiettoria della ciabatta è meno lineare.

I modelli in gomma, in effetti, prima di essere sdoganati dai più temerari come alternativa a sandali e altre scarpe estive, sono rimasti a lungo confinati nell’anonimato di piscine e palestre. Negli ultimi tempi, alla fortuna delle slide ha forse contribuito la quarantena generalizzata dovuta alla pandemia, presumibilmente trascorsa indossando abiti pratici e confortevoli. Nessuna sorpresa in fondo alla classifica, dove troviamo due evergreen dell’armadio maschile, jeans e polo, rispettivamente alla nona e decima posizione.

Nuovi must-have: uno zainetto per tutti!

Se c’è un accessorio che più associo alla mia adolescenza, quello è lo zaino. Dai pomeriggi interi passati davanti alla televisione – a guardare “Non è la Rai”, con il suo gioco di indovinare cosa c’era nello zainetto di Ambra – alla mia prima vacanza da solo all’estero, accompagnato dal fedele e coloratissimo Invicta. Poi, crescendo, ho preferito altre borse, per le mie avventure. Dopo un po’ di anni in cui per me zainetto era sinonimo di uno stile un po’ troppo teen, mi sono accorto, invece, di come questa proposta, fra le tante borse, sia in realtà una delle più pratiche e comode e abbia acquisito con il tempo una versatilità di uso che è perfetta per il mio quotidiano, sempre di corsa fra mille impegni. E se ne sono accorti anche brand e stilisti, perché nelle ultime stagioni si sono moltiplicate le opzioni, da quelle colorate e decorate, per un pubblico forse più giovane e fashion addicted, ad altre tecnologiche e sporty, per chi non rinuncia allo zaino per andare in palestra o per fare jogging, fino a proposte seriose e dal design essenziale e minimal, dal sapore urbano e perfette per il manager annoiato dalla solita valigetta ventiquattrore. Vi proponiamo una carrellata di backpacks che ci sono piaciuti e ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ha collaborato Orsola Amadeo

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Le coq sportif celebra la tecnologia Aerotop con 4 sneaker d’eccellenza

Per la FW16, le coq sportif propone un’ intera gamma di sneaker in occasione del 35° anniversario dal lancio della tecnologia Aerotop, l’esclusivo sistema di ventilazione posto sulla lingua della scarpa per un sistema traspirante perfetto per il workout.
Le coq sportif reinterpreta quattro dei suoi modelli iconici: Ashe, Prestige, Dominator, T4000 e Quartz.
Il modello Ashe prestige è stato creato e lanciato per la prima volta nel 1981 con l’aiuto dell’omonimo Arthur Ashe, la Dominator, indossata da molti campioni tra cui Yannick Noah, è stata creata negli anni ‘80.
La T4000, trae ispirazione dal running, è un modello iconico degli anni ‘90. Infine, la Quartz, vera icona degli anni ‘80, viene rilanciata quest’anno.
I quattro modelli sono caratterizzati dal sistema Aerotop per migliorare la traspirabilità delle calzature.

www.lecoqsportif.com

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BALLY presenta la CAMPAGNA PUBBLICITARIA AUTUNNO-INVERNO 2016

Per la ADV Campaign dell’Autunno – Inverno 2016, Il Direttore Creativo di Bally, Pablo Coppola, ha scelto di collaborare con il giovane fotografo di Londra Jack Davison.
Un nuovo approccio (un diverso cast con molteplici modelli) per cogliere l’essenza di un gruppo composto da personalità diverse: Davison li ha portati tutti sullo stesso livello e ne ha catturato la reale essenza.
Questo dinamismo contemporaneo viene portato in vita da otto modelli provenienti da differenti generazioni. La celebre Guinevere Van Seenus è affiancata dal diciasettenne Finnlay Davis e dalla modella olandese quindicenne Ina Maribo Jensen.
Realizzata a Londra presso gli Sunbeam Studios nell’Aprile del 2016, gli scatti della campagna catturano la vera essenza delle vibrazioni che si percepiscono nello studio di un’artista e di quell’eccentrico stile di vita tipico degli anni Settanta. A partire da Settembre la campagna sarà divulgata sulle principali testate di moda e lifestyle a livello globale, online e sui social media.
Nell’edizione AW16 del Bally Journal verrà inoltre pubblicata un’intervista condotta da Pablo Coppola al fotografo.

www.bally.it

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Il Denim Pack di Adidas Originals in collaborazione con AW LAB: tre modelli da non perdere

Adidas Originals e AW LAB propongono l’esclusivo “Denim Pack”, una capsule collection tutta al maschile dedicata al grande ritorno del Denim sulle scene della moda internazionale.
I Protagonisti della capsule sono tre dei modelli adidas più iconici: Stan Smith, Superstar e ZX Flux.
Le adidas Stan Smith avranno una tomaia in morbida pelle pieno fiore con 3 strisce traforate, dettaglio in denim sul tallone e suola in gomma tono su tono.
Le adidas Superstar sono dotate di tomaia in pelle pieno fiore con l’inconfondibile punta a conchiglia e le 3 tipiche strisce in denim.
Le adidas ZX Flux possiedono una tomaia in tessuto di alta qualità e un rafforzo sagomato in denim sul tallone.
I modelli del “Denim Pack” sono disponibili in esclusiva in tutti gli store AW LAB e sul sito aw-lab.com.

www.aw-lab.com

www.adidas.it

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QUEST’ESTATE DISTINGUITI CON IF BAGS

Quando arriva l’estate, arriva il tempo delle vacanze e allora come non pensare al bagaglio che ci accompagnerà in questa nuova avventura, sia essa all’insegna del puro relax, del puro divertimento o alla scoperta della natura.
La scelta di praticità accompagnata dalla voglia di distinguersi è ben espressa dal claim del brand IF Bags: It’s hard to be easy.
IF Bags è lo zainetto in ecopelle, 100% made in Italy, cucito e assemblato a mano, completato e chiuso da una corda, con elementi in legno fresato, disponibile in 23 colori diversi abbinabili a 4 tipi di corde. Personalizzandolo secondo i tuoi gusti grazie alle infinite combinazioni possibili, IF Bags si distingue per il suo design minimal ed è parte della linea di accessori che comprende anche zaini bicolor IF Double, zaini in jeans IF Denim, borselli IF Pocket, pochette, borsoni e collezioni stagionali in linea con le tendenze più attuali.

www.ifbags.it

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New Balance 009: il nuovo modello che vi conquisterà

Per la FW16, New Balance presenta la 009, un modello completamente nuovo, che prende ispirazione dalle classiche silhouette della serie New Balance 900.
New Balance ha utilizzato un sistema di mappatura della pressione per creare un’intersuola a doppia densità e garantire il massimo del comfort. Questo nuovo modello è disponibile in tre varianti colore, caratterizzato da una tomaia in suede, logo ’N’ laterale in pelle e suola in gomma.
La New Balance 009 è l’esempio dell’attuale evoluzione della categoria lifestyle di New Balance, che offre ai consumatori modelli ideali da indossare tutti i giorni.

www.newbalance.com

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BLAUER PRESENTA LA NUOVA LINEA EYEWEAR

Blauer festeggia il suo 80°compleanno con una novità: la linea di occhiali da sole e vista Blauer Eyewear, realizzata da Had-Have a Dream Italy, azienda Veneta alla quale il brand made in Usa ha affidato il design e la distribuzione.
La collezione Blauer Eyewear sarà disponibile in esclusiva già a partire da fine maggio: gli occhiali sono ispirati a quelli della polizia americana, sia nella caratteristica forma a goccia, sia nello specchiato. Dal design ricercato ma essenziale, con richiami vintage, realizzati in metallo e in acetato con nuances che rispecchiano il DNA del brand.
Fiore all’occhiello di questa eccezionale collezione sono i modelli da vista con clip-on a cui, con un semplice “click”, vengono applicate delle lenti protettive trasformandosi così in occhiali da sole super trendy.

blauer.it

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BL516-03

BL012-04