MMU S/S 2023: Manintown presenta il magazine Youth Babilonia al Circolo Marras

Durante la cinque giorni della fashion week maschile che, dal 17 al 21 giugno, ha portato nella metropoli lombarda le collezioni maschili per la prossima S/S 2023, MANINTOWN ha svelato il magazine Youth Babilonia con un evento ad hoc presso il Circolo Marras, spazio sui generis concepito dallo stilista sardo come un manifesto concreto della propria eclettica, fantasiosa cifra creativa.

Spazio Marras Milano

Protagonista della serata, la performance artistica di Cristian Cucco, una serie di videoproiezioni per raccontare sia l’ultima collezione del marchio, Narciso, che due copertine dell’issue Hot child in the City, con Francesco Gheghi ed Ema Stokholma.

performance danza arte
La performance di Cristian Cucco
Thomas Costantin dj
Thomas Costantin alla consolle durante la serata

A seguire, il cocktail party con il dj set di Thomas Costantin, ad animare e chiudere in bellezza un appuntamento che ha visto la partecipazione di numerose personalità di spicco del mondo della moda, cinematografico, musicale e artistico in generale, dagli attori Lorenzo Richelmy (nome in rapida ascesa del nostro cinema – ha recitato, tra gli altri, in Una questione privata, Il talento del calabrone e nella serie Marco Polo – nonché cover star di Youth Babilonia) e Simone di Scioscio a Carmen Ferreri, dal modello Michael Terlizzi alla content creator Eleonora Cixi Bosio.

Lorenzo Richelmy
Carmen Ferreri
Eleonora Cixi Bosio

Lorenzo Richelmy, Carmen Ferreri, Eleonora Cixi Bosio

Un evento che celebra il nuovo sviluppo, digitale e cartaceo, di MANINTOWN, che grazie alla partnership con MI HUB e SUPERNOVA HUB implementa ulteriormente le proprie piattaforme, in un’ottica sempre più cross-channel e internazionale.

Nell’immagine in apertura, Eleonora Cixi Bosio (al centro), Leonardo Marras (a destra) e alcuni ospiti dell’evento di MANINTOWN al Circolo Marras

Il disco-tempio di ANIYE RECORDS

Studio 54. In molti si sono ispirati allo storico locale newyorkese ma pochi sono riusciti a realizzare una collezione esplosiva come quella presentata da ANIYE RECORDS durante la settimana della moda milanese. Outfit iconici e a prova di stylist per vivere “on stage” ogni occasione.




Vinile, paillettes, borchie appuntite e tacchi al cardiopalma. Svolazzanti abiti ondeggiano senza remore sulla passerella, abbinati a calze smagliate e applauditi dai volti della musica contemporanea.


ANIYE RECORDS, momento del backstage


Pelle rigorosamente faux ed eco pellicce macro sono le scelte stilistiche delle rockstar ANIYE RECORDS, che non rinunciano a mostrarsi disinibite dinanzi agli obiettivi, magari schermandosi con occhiali da sole di ispirazione punk.
È il nuovo raw-romantic, che mira a valorizzare solo le personalità più autentiche diffidando delle altre.


ANIYE RECORDS, primo piano modella

ANIYE RECORDS, abito corto

Produzione, testo e photo editing Alessia Caliendo

Photographer Mark de Paola using Leica 246 “Your Mark” Monochrome with the 35mm Summicron ASPH II ‘Summicron-M

Natura Moderna e guerriere metropolitane: Maryling

L’ingente necessità di riappropriarsi degli spazi, soprattutto se naturalmente immersivi, fanno della donna Maryling Autunno/Inverno 22/23 una musa sensibile e consapevole.


Backstage maryling fw 2022-23

Il design e la tecnologia coadiuvano la sua esplorazione alla ricerca del bello e sostenibile mentre le reference provenienti dall’arte in tutte le sue forme, come le installazioni specchiate di Philipp K.Smith o le opere ambientali di Dani Karavan, ne sublimano il percorso immersivo.




L’icona Maryling ha lo spirito delle ambientaliste come Erin Brockovich, la cui ispirazione viene calcata da una tavolozza di colori intensi e di stampe macro.
Nei look da giorno e da sera spiccano le silhouette di arbusti in versione over che si alternano ai pattern handmade della tappezzeria floreale mentre ruggine, senape, verde falena e marrone rossiccio sono spezzati dal blu elettrico e dal magenta in fusione con la lana, il cachemire e il mohair. 



La sofisticata paladina, nel rispetto del DNA della Maison, non rinuncia alle gonne plissettate in seta stampata e alle sensuali camicette technicolor; pronta alla prossima battaglia quotidiana per tracciare il suo futuro e quello di chi la circonda.



Produzione, testo e photo editing Alessia Caliendo

Photographer Mark de Paola using Leica SL2-S with the Noctilux-M 50mm F1.2 ASPH

Ode alla nightlife milanese Salvatore Vignola Fantabody

Il lancio di una collezione, quella di Salvatore Vignola e Fantabody, che omaggia i club underground milanesi, avviene nel momento in cui si segna la riapertura dei luoghi del mondo notturno.

I corpi si muovono liberi e ondeggiano disinibiti nella riappropriazione dei propri spazi espressivi ricchi di contaminazioni e privi di barriere.


Dettagli abito

SHOW OFF celebra il connubio creativo tra Salvatore Vignola e Fantabody di Carolina Amoretti con il supporto di Camera Nazionale della Moda Italiana. 

Proposte a “fior di pelle” che valorizzano il corpo in tutte le sue forme. La stessa Carolina, tra le fotografe emergenti più apprezzate sul territorio nazionale, firma la stampa fotografica all over che contraddistingue i pattern della collezione 100% sostenibile, realizzata interamente con lycra riciclata e prodotta in Italia. 



Le fantagirls, le donne icona dell’universo Fantabody, nell’incontro con Vignola omaggiano la collezione con l’arte performativa imprimendola dei codici che contraddistinguono la nightlife del capoluogo lombardo.



Produzione, testo e photo editing Alessia Caliendo

Photographer Mark de Paola using Leica SL2-S with the Noctilux-M 50mm F1.2 ASPH

Sound Come with me – Space Hunter 

L’ensemble in pellicola di Carla Carini

Torniamo indietro alle calde mattine estive dove la tv pubblica trasmetteva i grandi classici del cinema italiano. Catodici e catalizzanti gli sguardi delle muse cinematografiche e i loro iconici outfit. Il moodboard ispirazionale della donna Carla Carini, firmata da Rocco Adriano Galluccio, parla proprio di loro: Sofia, Monica, Mariangela, Claudia e Brigitte.




Siedono tutte sulle poltrone del Teatro Gerolamo, indossando abiti dalle silhouette iper-femminili o suit androgini in puro stile anni Settanta.
Romantiche e super glamour le dive della Maison, fondata a Mantova negli anni Sessanta, non rinunciano agli abiti da cocktail che spaziano dai grintosi monospalla ai tubini in pizzo, alle opulente scelte per la sera che diventano lunghe e si ricoprono di micro-paillettes scintillanti.



Le cromie scelte rientrano nel DNA della casa di moda, celebre per il suo connubio identificante tra heritage e contemporaneità, spaziando dai toni delicati dell’azzurro cielo, del rosa antico e del verde oliva, passando per le note accese del turchese e del rosso, fino ai colori saturi del bianco e nero.
E nel pieno tema della rielaborazione dei codici estetici voluta da Galluccio, per la prima volta Carla Carini introduce il suo monogramma, rafforzando un immaginario al confine tra modernità e memoria, sogno e consapevolezza, glamour e discrezione. 





Produzione, testo e photo editing Alessia Caliendo

Photographer Mark de Paola using Leica SL2-S with the Noctilux-M 50mm F1.2 ASPH

ANNAKIKI ai confini del postumano

Chissà cosa ne pensa la filosofa Donna Haraway riguardo la duplicazione o l’alterazione della propria identità nel Metaverso, specchio di un realtà non aumentata dove si abbatte, ottimisticamente parlando,  qualsiasi barriera di genere. Eppure proprio lei, nel 1985, è stata in grado di generare una riflessione antesignana in quello che possiamo definire un baluardo nella cancellazione dei confini connessi al corpo e all’identità. The Cyborg Manifesto: Science, Technology, and SocialistFeminism in the Late Twentieth Century è la sua personale riflessione sul mondo dei “cyborg” che vengono presentati come una «creatura del mondo post-genere».




Tale documentazione, così come il film di fantascienza Alita: Battle Angel, ci proiettano nella dimensione progettuale della designer Anna Yang, direttrice creativa di ANNAKIKI che, nell’Autunno/Inverno 2022, valorizza la simbiosi uomo-macchina e il suo significato più profondo, vale a dire quello migliorativo ed evolutivo, grazie all’intelligenza artificiale.

Il futuro prossimo e la consapevolezza del presente coesistono pacificamente ma quando il corpo subisce tali alterazioni, gli esseri umani possono ancora essere chiamati “umani”?




Ed è qui che entra in gioco l’utilizzo di un’evanescente prostetica tridimensionale grazie alla quale cappotti, mantelle e abiti sportivi dalla silhouette allungata vogliono rappresentare una versione migliorata del corpo umano, che si fonde istintivamente con la robotica collaborativa.
La materia è strettamente connessa al DNA del brand : ecopelle, eco-fur e tessuti tecnici per  silhouette dal taglio matrixiano.




Le creature cibernetiche del metauniverso ANNAKIKI, che vestono una collezione già ampiamente convertita in NFT ricca di richiami al postumanesimo, sono pienamente consapevoli della sfera spaziale in cui si muovono ed è per questo che la designer sceglie di valorizzarla con un’installazione robotica cyber-fisica, realizzata dall’artista americana Behnaz Farahi in collaborazione con Universal Robots Italia, atta a completare il setting dello show.





Produzione, testo e photo editing Alessia Caliendo

Photographer Mark de Paola using Leica SL2-S with the Noctilux-M 50mm F1.2 ASPH
Leica 246 “Your Mark” Monochrome with the 35mm Summicron ASPH II ‘Summicron-M’

Ennio Capasa alla riconquista della moda con Capasa Milano

Dopo diversi anni di silenzio, per l’esattezza sei, Ennio Capasa torna sulle scene della moda nazionale con la label Capasa Milano: una piccola start-up a conduzione familiare che debutterà durante la Milano Fashion Week, il prossimo 22 febbraio 2022.

Il giorno 0 di Ennio Capasa nella moda ha inizio nel 1987 quando fonda, assieme al fratello Carlo (attuale Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana), il marchio CoSTUME NATIONAL. Il successo del brand non tarda ad arrivare, forte anche dell’esperienza dei genitori nel campo della vendita al dettaglio di marchi di lusso. L’estetica della griffe è la trasposizione dell’esperienza di Ennio nell’atelier di Yohji Yamamoto, con il quale collabora durante il suo soggiorno a Tokyo.


Ritratto di Ennio Capasa

L’etichetta dimostra, sin dai suoi esordi, di essere particolarmente influenzata da un minimalismo metropolitano, adottando linee pulite, over, “delimitate” dall’uso supremo del colore con una palette nobile dominata dal bianco, dal nero e dal blu. Avendo avuto un buon riscontro all’estero, nel 1991 Ennio con la sua crew presenta la sua collezione a Parigi e inaugura, da lì a poco, le boutique di Milano, Roma, Parigi, New York e Los Angeles.

Nel 2010, l’azienda annuncia l’ingresso del gruppo giappo-cinese SEQUEDGE come azionista minoritario con l’obiettivo di espandere il marchio e quindi, la rete commerciale. Di fatto, però, la partnership si rivela una scelta azzardata visto che il 15 marzo 2016 sarà diffusa una nota che annuncia l’addio dei fratelli Capasa: “È con emozioni contrastanti che concludiamo lo straordinario ciclo creativo di questa maison unica, con l’augurio che il futuro possa riservare al brand altrettanti successi. Quanto a noi continueremo a seguire la nostra passione in nuove iniziative creative“, recita il testo diffuso dall’ufficio stampa.

Capasa Milano

Il marchio Capasa Milano, che sarà presentato con uno show evento presso il Teatro Arcimboldi di Milano, prevede una serie di capi continuativi al quale verranno alternate limited edition che saranno vendute online. Ennio continuerà a essere fedele alla sua estetica, contando di sviluppare collezioni fluide che si ispirano agli anni Novanta e che saranno realizzate secondo le regole eco-friendly. A sostenere la label, anche la sorella Rita che, trasferitasi a New York ormai da tempo, darà un tocco di internazionalità al progetto di famiglia.

Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : Vitelli

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19.

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Vitelli è un brand di maglieria ispirato alla cultura giovanile e allo stile italiano d’oggi, fondato da Mauro Simionato e Giulia Bortoli. La realizzazione dei capi è fortemente focalizzata sulla collaborazione con laboratori locali indipendenti e sui processi di produzione sostenibili.

Dal 2019 Vitelli mira ad una tecnica di upcycling innovativa al 100% grazie a Doomboh: un particolare processo di agugliatura di filati di recupero, raccolti localmente dai rifiuti tessili di maglieria nel distretto di Vicenza.



Parlateci dell’evento svoltosi durante la prima settimana della moda phygital e quali sono le misure adottate per garantire uno svolgimento che mantenesse lo stesso appeal dell’era pre Covid.

Abbiamo ideato un format giornaliero per dare una valida visibilità a tutte le collaborazioni della stagione. Inoltre, lo scindere le presentazioni in quattro giorni ci ha consentito di evitare il sovraccarico di presenze dando la possibilità, a chi fosse in città, di scegliere il momento più adeguato per poterci dedicare del tempo.

Qualche mese fa si parlava della fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo voi quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

L’integrazione del digital all’interno degli eventi fisici è un’evoluzione fisiologica che prima o poi doveva accadere consentendo l’industry di muoversi su binari paralleli. Il Covid da noi viene visto come acceleratore di un processo evolutivo che rende gli eventi meno elitari e più mainstream. Focus, inoltre, sugli happening local perché crediamo in coloro che ci hanno sostenuti sin dall’inizio o che vogliono farlo a partire da adesso.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

Creativamente parlando non siamo particolarmente affini alle modalità di progettazione in remoto tramite Zoom call. Siamo mediterranei e abbiamo bisogno di interagire durante il flow creativo. Vitelli è un team di lavoro ampio, quasi un collettivo. Parliamo a tantissimi giovani sulla scena mondiale e amiamo definirci fisici, in un momento storico in cui la fisicità è bandita. Non demonizziamo la virtualità, ma cerchiamo di contaminarla con i nostri codici di appartenenza.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, una donna e un uomo segnati da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la vostra?

Si tratta di una collezione sviluppata in due fasi. La prima puramente concettuale nata nel lockdown, la seconda è quella unlocked dove, appena è stato possibile, abbiamo lavorato con le nostre mani. Alla riapertura, abbiamo prelevato tutto l’upcycle presente nelle aziende intorno a Schio (Vicenza). Raccogliamo ciò che troviamo e la nostra piccola cerchia di makers dà vita alle visioni più avanguardiste per raccontare un nuovo modo genderless di fare moda. E’ una costante challenge che ci spinge a trovare alternative sostenibili e a sperimentare nuovi materiali.    

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se doveste fare proiezioni per i prossimi mesi quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Oltre alla shopping experience digitale che diffonde il prodotto a livello macroscopico, crediamo molto nel grande ritorno dei punti vendita local che contribuiscono a imprimerlo nel tessuto sociale in maniera più diretta. 

Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : Genny

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19.

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Nel 2011 Genny, storico marchio di pret à porter, viene acquisito dalla Swinger, e Sara Cavazza Facchini, nel giugno 2013 è nominata direttore creativo.

Visionaria e piena di interessi è una donna di grande talento con una forte dedizione al suo mestiere, imprenditrice ma prima ancora madre. Manintown la incontra nello showroom meneghino del brand poche ore dopo la proiezione dello show interamente digitale. 



Parlaci del video proiettato durante la prima settimana della moda phygital e quali sono state le scelte creative adottate per garantire lo stesso appeal dell’era pre Covid

La scelta di optare per uno show digitale è stata principalmente dettata per fornire la massima sicurezza per tutti i nostri affezionati e collaboratori. Per trasmettere positività e continuità ho scelto di realizzarlo en plein air in un dei più bei parchi italiani (il Parco Sigurtà ndr), perché si tratta di una collezione dedicata al Belpaese. 

Qualche mese fa si parlava della fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo te quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

Viaggiamo su due dimensioni parallele: il contatto fisico e quello digitale. La sfilata rimarrà fisica ma la sua trasmissione sarà multicanale. Sappiamo benissimo che i media digitali stanno soppiantando quelli tradizionali.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

Genny è la stessa di prima. Ambiamo all’eccellenza qualitativa e nei periodi più restrittivi del lockdown siamo stati costretti a costanti Skype call con i vari comparti dell’ufficio stile. I tessuti venivano spediti e lo sdifettamento avveniva, senza non poche difficoltà, a distanza. Il lavoro di progettazione e prototipazione deve mantenere comunque l’importante fase on live.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, una donna segnata da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la tua?

La donna Genny S/S 2021 vive le fasi della giornata in maniera più casual. I tessuti sono freschi e leggeri, valorizzati dalle stampe ricercate ispirate ai baluardi culturali del Belpaese e dalle particolari lavorazioni. La maglieria vive in forme avvolgenti atte ad enfatizzare la sensualità in maniera raffinata.

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se dovessi fare proiezioni per i prossimi mesi, quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Non possiamo fare previsioni in merito, ma sicuramente va potenziata la comunicazione digitale, realizzando piattaforme fruibili a tutti. La digitalizzazione è la chiave di svolta per garantire il fluire del mercato in qualsiasi condizione.

Milan Fashion Week Day 5: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato

MSGM

L’estate di Massimo Giorgetti è un messaggio di speranza per le nuove generazioni. Dalla ricercatrice all’università di Oxford alla teenager con un rapporto difficile con il proprio corpo, il video di presentazione della collezione primavera/estate 2021 di MSGM, in cui ogni ragazza ha potuto selezione il primo look personalmente, racconta come le nuove generazioni abbiamo il desiderio di essere unite, meglio se sotto il sole della costiera romagnola.

Stampe con ombrelloni, spiagge, campagne e volumi che sono un giusto compromesso sia per  la teenager che per la “sciura” milanese. La collezione di Massimo Giorgetti racconta di positività e leggerezza, ciò di cui abbiamo bisogno tutti, specialmente in questo momento.


MM6 MAISON MARGIELA

La primavera/estate 2021 di MM6 Maison Margiela parla a coloro che hanno trascorso i loro ultimi mesi a lavorare da casa, con dei look pensati per una videoconferenza seduti nel proprio soggiorno.

Il team creativo ha lavorato su questa collazione durante il periodo di lockdown mettendo in discussione tutto il sistema corporate e dando vita ad un progetto video in cui si alternano modelli e membri del team. Blazer tagliati all’altezza del gomito, all’altezza della scrivania, camicie abbinate con t-shirt e gilet, palette di colori “aziendali” per portare un senso di moda anche in conferenza sul proprio divano.


VALENTINO

Da Parigi a Milano, la maison Valentino ha creato una collezione che parla di romanticismo post-moderno.

“Abbiamo lavorato con persone che rappresentano il mondo” ha affermato Pierpaolo Piccioli, direttore creativo del brand, uno show che prende vita non in un palazzo come è solito alla maison, ma in una fabbrica dismessa piena di fiori di campo, un po’ a ricordare il concetto di romanticismo del ventunesimo secolo.

Questa volta la maison non sceglie modelli ma decide di optare per uno street casting: “Volevo raccontare un Valentino nuovo e più inclusivo, che abbraccia un’idea di libertà senza frontiere di genere, sesso e razza perché questo è il mondo oggi e io lo voglio raccontare” aggiunge Piccioli al termine dello show.

È così che si parte dall’iconico abito giallo di Anjelica Huston fino ad arrivare ai vestiti da sera dai volumi ampi e alle bluse portate con il jeans 5 tasche, un modello Levis in fuori produzione riprende vita in una chiave romantica, una collezione che parla ad una generazione che ha bisogno di amore.

Milan Fashion Week Day 4: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato

PORTS 1961

All’interno del portico del Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano, sfilano le modelle/guerriere della collezione primavera/estate 2021 di Ports 1961. 
Karl Temple, direttore creativo del brand, si è ispirato all’antica Roma per rappresentare la donna moderna come una nuova gladiatrice urbana dal tocco borghese. 

MOSCHINO 

Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino, ci porta all’interno di un teatro dei burattini in cui ci mostra i meccanismi interni della moda che spesso rimangono nascosti. 
La collezione Moschino primavera/estate 2021 reinterpreta il concetto di temporalità della società dato il periodo storico e presenta delle marionette/modelle con abiti ed accessori in miniatura dai colori pastello e delicati con pizzo, rete e cashmere aerografato. 

PHILOSOPHY 

In una cornice segreta come quella del giardino metropolitano de “La Vigna di Leonardo”, Lorenzo Serafini direttore creativo di Philosophy, presenta la collezione primavera/estate 2021 come un vero e proprio omaggio ai pittori ottocenteschi come Édouard Manet e Claude Monet. 
La donna Philosphy diventa una pittrice che indossa le sue tele bianche e le sporca con delle pennellate di colore accesso divenendo simbolo di espressione. Silhouette ampie e volumi insoliti per il brand accompagnano graziosi abiti picnic in popeline, bustier, maniche a sbuffo per una vera e propria donna bohemienne.   

FERRAGAMO 

In una celebrazione di Milano e della vita, lo show primavera/estate 2021 di Salvatore Ferragamo si apre con un cortometraggio diretto da Luca Guadagnino. Colori forti su tessuti rigidi ci mostrano come le forme geometriche si armonizzino alla perfezione nell’immaginario di eleganza e sensualità proposti da Paul Andrew, direttore creativo del brand. 
Ogni singolo pezzo vive di vita propria ed è senza alcun dubbio una moda senza alcun tempo.

ARMANI

In un momento storico come quello che stiamo affrontando, Giorgio Armani rimane fedele alla sua eleganza ed estetica senza tempo. Una collezione primavera/estate 2021 che racconta la voglia di Armani nel tornare a vestirsi bene e con eleganza come solo lui è in grado di fare. 
L’uomo Armani rimane fedele ai colori della notte con bluse leggere, tre pezzi sensuale e gilet senza camicia. Per la donna invece i look giorno sono ideali per stare in casa come anche per andare a cena dopo l’ufficio – o in una videochiamata in smartworking – mentre per la sera fa da protagonista il tuxedo e all’eleganza che oramai è un marchio di fabbrica riconoscibile in tutto il mondo. 

Milan Fashion Week Day 3 What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato


MARCO RAMBALDI 

La sorellanza è il pilastro portante della collezione primavera/estate 2021 di Marco Rambaldi, che sfila nella iconica Via Lecco di Milano, fulcro della vita notturna – e non solo – della comunità LGBTQ+ milanese. 
Una collezione che vuole abbattere le barriere dello stereotipo femminile, partendo proprio dal concetto di unione solidarietà tra donne. Silhouette semplice che vanno a delineare il corpo, sia maschile che femminile, accompagnate da palette colori acida e denim. 

SPORTMAX

Il gioco asimmetrico di Sportmax diventa sensuale e a tratti punk-chic per la collezione primavera/estate 2021. Dal poema “Sing the Body Electric” dell’autore americano Walt Whitman, prende vita una presa di coscienza del proprio corpo lasciandosi andare a trasparenze di seta e tessuti che aderiscono alla pelle creando delle silhouette pulite e raffinate ma pur sempre sensuali.

BOSS

Ingo Wilts, direttore creativo di Boss, si avvale della collaborazione con l’artista inglese William Farr per la creazione di una meravigliosa stampa floreale che include oggetti di uso comune, a ricordarci che c’è sempre tempo e spazio per pensare a ciò che ci circonda e come il nostro senso civico possa fare la differenza. La collezione Boss primavera/estate 2021 propone con stampe delicate e romantiche un tema che oramai dovrebbe essere all’attenzione di tutti, la sostenibilità.

TOD’S

Come in un viaggio negli anni ’70, Walter Chiapponi ci racconta attraverso un video, il suo immaginario Tod’s per la collezione primavera/estate 2021. 
In una vera e propria conversazione tra il direttore creativo ed i modelli, scopriamo come dei turisti, un luogo ricco di charme proveniente da altri tempi. Capo protagonista di questa collezione, il capospalla firmato Tod’s arricchito da tasche multiuso e dall’estetica retrò.

MARNI

La moda non è solo vestiti ma anche chi li indossa. 
Con questo pretesto, la collezione primavera/estate 2021 di Marni, firmata Francesco Risso, è un vero e proprio manifesto di come ciò che indossiamo ci unisca ed al tempo stesso ci renda unici.
La presentazione del “Marni-festo” è avvenuta in 11 città diverse del mondo, realizzando un filmato in cui si percepisce la vera essenza di Marni, fatta di persone. 

VERSACE

Immaginate un viaggio in una città sommersa dalle acque in cui tra rovine e colonne con greche incise, sovrasta su tutto il simbolo iconico della medusa di Versace. 
Donatella Versace ci trasporta, anche con le indimenticabili stampe della collezione P/E 92 “Tresor de Mar”, nel suo immaginario estivo per la collezione primavera/estate 2021. 
Maglie da surfista, gonne plissé dai colori acidi e stampe su stampe evidenziano un abbigliamento daywear che non potrebbe essere più Versace mentre per la sera la donna diventa sirena con reggiseni a conchiglia, gemme ed abiti in seta che delinea il corpo come acqua. L’uomo della maison medusa è invece ironico e moderno con l’introduzione dei bermuda su giacca smoking, accessori dai colori accesi e l’irriverenza che ha da sempre contraddistinto la maison fondata da Gianni Versace. 

PHILIPP PLEIN

Una vacanza senza spese è l’inno alla ricchezza di Philipp Plein per la sua collezione primavera/estate 2021. 
Il designer racconta un’estate ricca di stampe animalier e costumi interi introducendo anche pezzi in pelle e jersey mentre per la sera la donna Plein diventa sexy ed ambiziosa di un futuro che possa essere più roseo dato il momento difficile. 

Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : KNT

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Crescere respirando giorno dopo giorno il senso dello stile, il piacere della qualità assoluta e la capacità di intercettare al meglio i desideri del pubblico. Così Mariano e Walter De Matteis hanno costruito un bagaglio di esperienze che li ha portati a creare KNT, l’universo free spirit di Kiton, il marchio di famiglia leader dell’eleganza maschile. 

Parlateci dell’evento svoltosi durante la prima settimana della moda phygital e quali sono le misure adottate per garantire uno svolgimento che mantenesse lo stesso appeal dell’era pre Covid

Facciamo parte di una generazione digital che ci ha consentito ben presto di familiarizzare con una piattaforma che rendesse le collezioni raggiungibili a tutti in un periodo così delicato. Ed è la stessa vision della nostra presentazione interattiva.

Qualche mese fa si commentava la fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo voi quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

Così come i nostri coetanei, siamo totalmente proiettati sulla tecnologia ma crediamo ancora fortemente nel rapporto con l’acquirente. Senza la touch experience il nostro prodotto non viene vissuto al massimo delle sue potenzialità.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

Assolutamente no, così come Kiton, abbiamo continuato a lavorare incessantemente spinti dall’entusiasmo e lasciandoci guidare dal flusso creativo. 
Il brand prosegue nel definire un diverso approccio al guardaroba maschile, fatto di libertà nei movimenti, grazie a noi le regole classiche del ben vestire vengono sapientemente infrante.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, un uomo segnato da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il vostro?

Ci rivolgiamo ai figli dei clienti Kiton ma alla fine abbiamo scoperto che anche i genitori non disdegnano KNT. Il nostro  è un mondo urban fatto di tessuti tecnici, cashmere e cotone, spugna e tracksuit. Un ruolo chiave nella P/E 2021 è quello della maglieria, realizzata con telai circolari rubati al mondo della calzetteria e traslati da KNT nel menswear anti-convenzionale. 

Fortemente identificative sono poi le fantasie dei tessuti, i cui motivi ispirati a mondi futuribili e suggestioni metropolitane nascono proprio da trama e ordito, anziché essere semplicemente stampate.

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se doveste fare proiezioni per i prossimi mesi quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

La comunicazione diventerà sempre più virtuale e meno fisica. Noi crediamo fortemente alle azioni dal forte stampo tecnologico perché lo sentiamo affine al DNA KNT.

Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : Kiton

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Kiton è un brand che rappresenta l’eccellenza dell’alta sartoria italiana fondato da Ciro Paone a Napoli, nel 1968, con l’amore e la passione per il bel vestire.

L’eccezionale competenza nella costruzione sartoriale dei capi e la magnifica ossessione per la qualità dei tessuti, così come di ogni singolo dettaglio, hanno reso Kiton leader indiscusso dell’eleganza masc

Manintown incontra Matteo Antonio de Matteis, Amministratore Delegato Kiton, e Maria Giovanna Paone, Vice Presidente e Creative director della collezione donna. 

Parlateci dell’evento svoltosi durante la prima settimana della moda phygital e quali sono le misure adottate per garantire uno svolgimento che mantenesse lo stesso appeal dell’era pre Covid

Abbiamo cercato di mantenere l’appeal di una presentazione fisica il più possibile, nel segno delle vigenti norme di sicurezza, ma il digitale ci sta aiutando molto grazie alla creazione di una piattaforma molto apprezzata dai buyer che sta dando risultati inaspettati.

Qualche mese fa si commentava la fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo voi, quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

Non ci saranno grandi stravolgimenti ma il nostro focus tornerà ad essere la clientela locale. Quando sarà possibile riprenderemo il rapporto One to One con piccoli eventi esclusivi in giro per il mondo.

I nostri collaboratori si stanno già muovendo in tal senso con la spedizione dei campioni di tessuti ai clienti affezionati che hanno la possibilità di scegliere le proposte digitalmente ma di toccare comunque con mano la qualità Kiton. In questo modo anche la nostra virtualità è diventata tailor made.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

La realtà aziendale non è cambiata minimamente, lavoriamo con le stesse intensità e tempistiche di sempre ma soprattutto con una grandissima voglia di tornare ad una vita priva di limitazioni.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, un uomo e una donna segnati da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono i vostri?

Crediamo fortemente in un uomo e in una donna che possano ricominciare ad apprezzare l’eleganza e la formalità in differenti contesti così come nel DNA Kiton.

Tra le novità di stagione per l’uomo, ci sono la giacca ultra leggera, soli 160 grammi di pregiato cotone e lino nato per la camiceria, ma sapientemente lavorato per regalare un effetto blazer. E la jacket in jersey di cashmere ottenuto lavorando su speciali telai di norma utilizzati per la produzione di calze, che assicurano elasticità solo in orizzontale ma non in verticale, scongiurando così il rischio di deformazione del capo.

Mentre per la donna, tra i capi di punta, l’iconico blazer in drappino di cashmere ultra leggero, con fodera di seta e bottoni in madreperla, prodotti in Australia dalla coltivazione delle conchiglie Silver Lips e gli chemisier in seta, in versione lunga o al polpaccio, sempre declinabili in chiave giorno o sera e amatissimi dalla clientela per la loro estrema versatilità.

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se doveste fare proiezioni per i prossimi mesi, quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Non si possono fare previsioni, ma complimenti a noi e ai nostri colleghi che siamo qui a crederci e a rischiare. Noi abbiamo avuto reazioni positive su molti mercati che tuttora risultano in crescita costante come riflesso di una collettività che vuole continuare a vestirsi nel segno del buongusto.

Milan Fashion Week Day 1: What’s going on?

Testo Francesco Vavallo – @francesco_vavallo
Grafica Asia Reparato – @asiareparato
Foto Courtesy of brand.

Milano riparte anche dalla moda, il primo giorno di fashion week giunge al termine tra show digitali e fisici, tornando a rivivere una “normalità” che credevamo fosse andata perduta.

MISSONI

Angela Missoni svela un progetto digitale non per la collezione Primavera/Estate 2021 – che però verrà presentata e venduta ai buyer – ma per la stagione in corso in cui con Vittoria Ceretti ed Edoardo Sebastianelli e la fotografia di Oliver Hadlee Pearch visitano i luoghi familiari di Angela Missoni in Italia.
Una campagna che vuole rompere gli schemi tradizionali stagionali per mostrare come in una cartolina del Bel Paese come la firma Missoni rappresenti l’italianità nel mondo.

DSQUARED2

Il punk non è mai tramontato per Dean e Dan Caten, direttori creativi di Dsquared2 che per la stagione S/S 21 propongono un nuovo spirito punk sartoriale ed innovativo. Una collezione che punta allo spirito più stravagante dei giovani d’oggi, distaccandosi dal mondo totalmente streetwear.

FENDI

Dall’invito allo show in collaborazione con il pastificio italiano Rummo allo show che ci riporta ad un ricordo di fine estate, la collezione donna e uomo primavera/estate 2021 di Fendi, sotto la direzione creativa di Silvia Venturini Fendi, ci riporta al tempo trascorso in famiglia, come un album di ricordi, un corredo familiare o la vista malinconica dalla finestra della propria casa in questi mesi trascorsi in lockdown.
Il progetto Baguette Hand in Hand celebra una collaborazione unica con le eccellenze dell’artigianato italiano, tra cui le regioni Abruzzo e Marche con le loro tipiche lavorazioni del tessuto tramandate da generazione in generazione.


N21

«Mi sembra sempre più urgente e necessario esplorare la possibilità di stabilire una nuova modalità della moda: i tempi, le stagioni, le tendenze devono lasciare lo spazio alla nascita di un nuovo modo di narrazione. Ho utilizzato i tessuti, le forme, i colori per ottenere abiti capaci di racchiudere dei significati che, come le parole, concorrono a formare un linguaggio che donne e uomini possono usare in comune” con queste parole Alessandro Dell’Acqua definisce la nuova collezione primavera/estate 2021 di Numero21, acquisendo una nuova estetica punk e grunge.

ALBERTA FERRETTI

«Sono convinta che, in momenti difficili come questo, la moda non si debba fermare né arrendere, ma rivendicare con ancora più forza il proprio ruolo di strumento necessario per raccontare il tempo in cui nasce. Sono proprio questi i momenti in cui ogni creativo reagisce mettendo in gioco ancora di più la propria sensibilità» queste sono le parole di Alberta Ferretti poco dopo il termine del suo show primavera/estate 2021. Una collezione che punta al romanticismo e alla seduzione tra abbigliamento daywear dalle linee soavi e decise allo stesso tempo, attingendo alle linee della lingerie.

DOLCE E GABBANA

Lo show Dolce e Gabbana per la collezione primavera/estate 2021 è un manifesto di lotta alla libertà.
Stefano Gabbana e Domenico Dolce, direttori creativi del brand, hanno cercato di rappresentare con patchwork dal ricordo siciliano – terra cara e da sempre fonte di ispirazione per la maison – un messaggio che cerca di “tenere tutto unito” nella difficoltà ma soprattutto nella diversità. La scelta dello show fisico è un modo per far ripartire un sistema che sembrava in stallo.

BLUMARINE

Con la collezione primavera/estate 2021 di Blumarine fa il suo debutto come nuovo direttore creativo, Nicola Brognano. Il giovane designer dalle grandi capacità ha saputo approcciarsi ad un brand storico ed intrinseco di ricordi come Blumarine, apportando un tocco – o forse più – di eccentricità.
La donna Blumarine ha sicuramente subito un cambiamento più incisivo, mostrandosi più sicura ed esuberante senza perdere però lo spirito romantico che contraddistingue il brand.

Milano Fashion Week, la felpa è la vera protagonista della moda uomo Autunno/Inverno

La moda è un settore sempre in divenire, gli stilisti ogni anno sulle passerelle riescono a stupirci con mixture di colori e tessuti sempre più inaspettati, eppure una delle regole del mondo del fashion è che i capi classici ed intramontabili vanno sempre onorati, rielaborati ed attualizzati, senza mai privarli della loro essenza. È questo il caso delle felpe da uomo, grandi protagoniste dei trend autunnali della Milano Fashion Week, in scena in questi giorni. Che si tratti di un modello audace o di un logo o di uno slogan che colpisce, le felpe in tessuto maschili con le stampe saranno una delle tendenze più importanti di questo inverno.

Sono tanti i brand che hanno fatto dell’aut couture maschile uno dei punti di forza aziendale. Non sempre alla portata di tutti dal punto di vista economico, ma garanzia di qualità di alta sartoria e scelta dei tessuti e della lavorazione. Per venire incontro alle esigenze dei clienti, il web offre molte prospettive di e-commerce dove questi marchi vengono venduti a prezzi contenuti. Leader di categoria è sicuramente Stileo che si impone come mission di portare “I tuoi brand preferiti a un passo da te”.

Ma come abbinare le felpe? Le passerelle ci stanno offrendo grandi scelte. Il capo passepartout resta il jeans in denim, ma il contrasto di stili è la vera novità. Chi lo ha detto che il capo in tessuto sia indicato solo per il “Casual Friday” in ufficio? Basterà abbinarlo con i pantaloni del tailleur in cotone, un mocassino e una cintura coordinata e il contrasto creato sarà perfetto per (quasi) tutte le occasioni. Per un dopo lavoro perfetto l’abbinamento ideale prevede una felpa con cappuccio con jeans aderenti neri per un’atmosfera casual-cool. Il tocco di classe è raggiungibile con un paio di scarpe in pelle nere. Punta su una felpa con cappuccio e jeans azzurri per un fantastico look da sfoggiare nel weekend. Prova con un paio di stivali casual in pelle neri per mettere in mostra il tuo gusto per le scarpe di alta moda.

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MILANO FASHION WEEK: BRAND TO WATCH

M1992
I ricordi adolescenziali del designer Dorian Gray, vissuti a Londra negli anni Novanta, rivivono nella sua collezione “Cool Britannia”. Non siamo davanti all’appropriazione culturale: i millennials hanno sedimentato nel loro vissuto molte esperienze a livello globale che hanno portato a formarli come individui. I luoghi cari al designer (come la  Trellick Tower, la Torre del Terrore, fino alle mostre dei Young British Artists), uniti al pregiato tailoring made in Italy, sono l’ennesima conferma della celebrazione del suo immaginario creativo che da sempre cavalca l’onda del goth. Tra i new talent il direttore creativo di M1992 è abile come pochi altri a fare leva sul marketing digitale per creare look “acchiappalike” su Instagram.

SARTORIAL MONK
Sabato Russo, fondatore del brand il cui nome unisce il concetto di sartorialità alla filosofia buddista di un monaco laico, debutta alla settimana della moda maschile di Milano. La collezione FW “Gesto” instaura un dialogo tra materico e spirito. Elementi del guardaroba maschile e femminile convivono, i volumi sono morbidi e i capi sono privi di orpelli, creando così un’idea di eleganza classica post-moderna. Lo stile di Russo, pensato per animi gipsy e caratterizzato dal design che potremmo definire chic décontractè, è qua per rimanere.

ISABEL BENENATO
La designer partenopea gioca con una palette impostata nei toni del bianco e nero, con tocchi di rosso. Protagonista assoluta nel suo defilè la maglieria, jacquard e capi lavorati a intarsio. Una particolare reinterpretazione dei codici di rottura del punk vive nelle sue creazioni. I pantaloni sono indossati con stivali very Brit, l’outerwear e le giacche sono abilmente confezionate, proprio come la tradizione sartoriale napoletana impone. La sensibilità tutta femminile della designer è la chiave per comprendere questa rilettura del fenomeno storico e di costume nato nei tardi Settanta, che raramente è apparso così poetico.

 

DANILO PAURA
Il designer calabrese debutta a Milano. La collezione FW19 è un crescendo di una sperimentazione stilistica a cavallo tra lo stile grunge e bohemién, che si traduce in un immaginario estetico anticonvenzionale ed esterofilo. La maglieria in mohair, la stampa animalier, ecopellicce e montoni oversize: ai piedi stivali texani. L’uomo immaginato dal designer prende ispirazione dal personaggio interpretato da Brad Pitt nel film the Snatch: il suo motto è “libertà di essere eleganti”. La collezione Gipsy Tour è stato certamente un bel traguardo per il debutto mainstream del designer Danilo Paura alla Milano Fashion week.

ph. credits: Camera Moda

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A Milano sfila il maschio tecno-romantico

Nell’arco di un weekend lungo in un calendario sempre più co-ed l’uomo si rilassa e divaga in un romanticismo dal retrogusto hi-tech alla ricerca di una nuova concezione dell’eleganza.

Fantasie psichedeliche alla ‘Ready Player One’ di Spielberg, spunti romantici da love story con tanto di cuori appassionati in un contesto barocco, nuove ibridazioni come il completo gessato e la blusa da dandy ma in lamé lavanda, fisici sempre più efebici alla conquista dei plutocrati sempre più giovani. Le 64 collezioni che hanno animato la kermesse di Milano Moda Uomo, con la benedizione e l’apprezzamento del presidente di CNMI Carlo Capasa, definiscono un nuovo vocabolario che occhieggia allo heritage senza trascurare un nuovo glamour per un uomo sempre più giovane, connesso e tecno-romantico che prenda una posizione nella storia che stiamo vivendo con una distopica accezione della sartoria.

Classico e anticlassico convivono e collidono come da Ermenegildo Zegna Couture dove Alessandro Sartori fa un ottimo lavoro di ricerca sulla ‘divisa’ casual affermando la sovranità di uno stile che non offre fianco a critiche. Lo stilista presenta la sua nuova evoluzione del guardaroba contemporaneo, unendo il concetto di sportswear alla cura per i dettagli e al craftsmanship del mondo Couture. L’atelier si trasforma in un laboratorio, ma conservando l’umanità e il calore artigianale e dando vita a nuove categorie: neologismi sartoriali che derivano dallo scontro armonioso di mondi opposti.

Ermenegildo Zegna Couture
Ermenegildo Zegna Couture

Classico e anticlassico coesistono anche da Miuccia Prada che a Via Fogazzaro fa sfilare una collezione che prende le distanze dagli stereotipi dell’eleganza per estrarre un’idea di stile che sia semplice, elegante e mai strana. Bei cappotti, pull con trecce, bizzarri cappelli da esquimese e fantasie che la stilista non vorrebbe definite ‘psichedeliche’ sfilano fra cubi di plastica cerata e l’atmosfera è sempre creativa e dadaista, la collezione non delude mai per quanto è attuale pur nella sua coerenza con il DNA della maison.

Prada
Prada

Versatile per essenza è l’uomo Versace che reinventa codici come il gessato da manager sdrammatizzandolo con nuovi volumi. E’ un uomo dalla forte personalità che abbina la lana e il lamé, patchwork floreali e nappa lucida come vinile, pelle stampata effetto pitone, con la borsa icon che si porta su fluidi pigiami nel segno di una sensualità ritrovata. E’ un uomo street e couture che è allergico alle regole e non rifiuta di farsi notare.

Versace
Versace

Understatement totale invece per l’uomo di Giorgio Armani che riscopre il piacere di un bel gilet, di giacche colorate di verde e turchese, di completi doppiopetto ringiovaniti e smitizzati e di cappelli estivi come la fedora.

Giorgio Armani
Giorgio Armani

E tecno-romantico è senza dubbio l’uomo di Dolce & Gabbana, principesco e regale sia nella passerella tradizionale che in quella più intima dove sfilano uomini prestanti in intimo accessoriati da una panoplia di borse e gioielli per definire il lessico del ‘Naked King’ come l’hanno chiamato i due stilisti della maison. In passerella al Metropol sfila invece tutto il campionario dell’estetica del duo: il gessato, il pizzo, i bomber ricamati, lo streetstyle, marsine e broccati e tanti messaggi d’amore e di commistione di generi per ampliare sempre di più il concetto di Dolce & Gabbana family.

Dolce&Gabbana
Dolce&Gabbana

Da segnalare il progetto Diesel Red Tag stavolta affidato alla regia creativa di Glenn Martens e l’ascesa di Palm Angels insieme allo sporty chic ispirato al tennis di Plein Sport. Echi tibetani da Wolf Totem, il brand esotico disegnato dallo stilista Colin Jiang che osa il pvc trasparente e i dettagli metallici, capi laserati e grande souplesse per una collezione interessante e multiforme.

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DOUCAL’S GOES SOCIAL

Durante Milano Moda Uomo, Doucal’s – brand dallo spirito artigianale nato nel 1973 grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Giannini – presenta il lato più contemporaneo attraverso un evento all’insegna dei social media.
Grazie alla collaborazione con il magazine di lifestyle maschile MANINTOWN, numerosi influencer e blogger hanno interpretato in modi sempre diversi le gym shoe all white firmate Doucal’s con un live shoot all’interno dello store di via Gesù 15. Il risultato lo si vede seguendo gli hashtag #manintownlive e #doucals. Durante il cocktail party le tre foto più cool, che hanno saputo catturare l’essenza dello spirito Doucal’s, sono state premiate con altrettante paia di white sneaker. Un progetto a ritmo di musica e instagram che dimostra l’importanza del digital per raccontare in modo coinvolgente e in tempo reale l’eccellenza calzaturiera italiana, nata nel cuore delle Marche. Un saper fare che si rinnova per parlare ai consumatori delle nuove generazioni, che usano Instagram come primo media per interagire con i brand e scoprirne le novità. Doucal’s conferma ancora una volta l’intuizione dei suoi fondatori di poter abbinare tradizione, salvaguardia del fatto a mano e tecnologie non solo sul prodotto, ma anche nella comunicazione.

Follow @doucals @manintownofficial

www.doucals.com

Videomaker | Vincenzo Traettino
Photo by Dumitrita Negoita

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