Radiografia di un cult: la sciarpa check di Burberry

I best seller di un marchio che affonda le sue radici e resta legato a doppio filo con uno stato, il Regno Unito, dal clima notoriamente freddo e bizzoso, non possono che essere proposte adatte alle rigide temperature d’oltremanica: se infatti si pensa a Burberry, griffe britannica fino al midollo, subito dopo il trench in gabardine affiora, quasi certamente, l’immagine di una stola tramata di quadri multicolor.
Nonostante la storia più che cinquantennale alle spalle, la sciarpa di cachemire col peculiare motivo check occupa tuttora un posto d’onore nel catalogo degli accessori invernali dell’azienda, che nel frattempo si è trasformata da produttore di outerwear dalla sobria compostezza borghese a brand globale di prêt-à-porter, tenuto dal creative director Riccardo Tisci in sottile equilibrio tra aplomb da gentiluomo londinese e pulsioni underground.



Gli ingredienti, al netto di piccoli aggiustamenti, restano più o meno gli stessi: le misure (168 centimetri di lunghezza per 30 di larghezza) sono abbastanza contenute, lontane sia dagli eccessi dei modelli voluminosi in cui imbacuccarsi tipo bozzolo, sia dalla funzione meramente scenica delle sciarpine da annodare alla bell’e meglio; i bordi sono sfrangiati; il filato è quello caldo e nobile per eccellenza, affidato alle cure premurose di due mill a Elgin e Ayr, cittadine della Scozia dall’impareggiabile expertise laniera (entrambi in attività da oltre 150 anni), dove viene sottoposto a lunghi procedimenti articolati in decine di step, tra cui tintura di sei ore, che garantisce la vividezza del colore, cardatura per separare i fili, spazzolatura, intessitura su telai tradizionali, lavaggio nelle acque sorgive del luogo, rifiniture finali a mano (Burberry, inoltre, ha avviato partnership con ong e associazioni come la Sustainable Fibre Alliance, per assicurarsi che il cachemire utilizzato sia sostenibile da ogni punto di vista, produttivo ed etico); infine il check, firma grafica del marchio, una fantasia che, a differenza dei loghi “urlati” con iniziali a caratteri cubitali o nomi delle label ribaditi qua e là sui prodotti, basa la propria unicità sulle tonalità del tartan (il classico finestrato a quadri e linee incrociate, usato originariamente dai clan in cui erano suddivise le principali famiglie scozzesi che, per distinguersi gli uni dagli altri, ricorrevano a precisi accostamenti di colori) adottato, cioè rigature bianche, nere e rosse su fondo beige. Un motivo discreto insomma, tanto più che, alla sua comparsa negli anni ‘20 e per le successive quattro decadi, viene impiegato esclusivamente nelle fodere dei capispalla, configurandosi dunque come un piccolo piacere privato, che gratifichi solo chi effettivamente li indossa.



Le cose cambiano nel 1967: l’aneddotica vuole che il direttore del negozio di Parigi, volendo dare un twist inaspettato ai trench esposti, ne risvolti l’orlo, mettendo in bella vista l’house check, come viene chiamato internamente all’azienda; una trovata assai apprezzata dai clienti, che iniziano a chiedere articoli arricchiti dal pattern in questione, venendo accontentati con ombrelli e sciarpe, simili in tutto e per tutto a quelle in vendita oggi nelle boutique e sull’e-shop ufficiale. Oltre ad averne notevolmente ampliato la gamma cromatica (pur non discostandosi troppo, in linea di massima, dalle nuance misurate storicamente associate alla griffe, nei toni del marrone, blu, grigio, bianco e borgogna), Burberry offre adesso la possibilità di personalizzarle, ricamandole con un massimo di tre lettere.



L’unico, vero momento di crisi della stampa a quadri risale al periodo tra gli anni ‘90 e i primi ‘00, quando la sua popolarità cresce in misura inversamente proporzionale al crollo del prestigio di cui godeva presso gli happy few, venerato com’era da chavs (termine equivalente grossomodo a buzzurro, che secondo il dizionario Collins denota «i giovani della working class i cui gusti, sebbene a volte costosi, sono considerati volgari») e casuals, gli hooligan che, per passare inosservati dentro e fuori gli stadi di calcio, tenevano un basso profilo, vestendo brand ricercati alla Burberry, appunto; gruppi sociali bersagliati in modo feroce, nel primo caso apertamente classista, dall’opinione pubblica inglese.
Il marchio deve correre ai ripari: nel 2001 il neodirettore artistico Christopher Bailey (rimasto in carica fino al 2017) riduce al minimo sindacale la presenza della fantasia incriminata (alcuni pezzi, come il cappellino logato all-over, vengono addirittura cassati). Già nel decennio seguente, tuttavia, nelle campagne natalizie riprendono a fioccare scarf finestrate, preferibilmente al collo di star nazionali di primaria grandezza, tra cantanti, top model e attori/attrici (Sir Elton John, James Corden, Sienna Miller, Cara Delevingne, Naomi Campbell, Rosie Huntington-Whiteley, Romeo Beckham adolescente che sfoggia un modello en pendant col trench khaki). D’altra parte si rischia di perdere il conto delle celebrità, di ieri e oggi, fotografate con addosso la sciarpa a scacchi della maison, dai “precursori” David Niven e Michael Jackson alla papessa dell’editoria modaiola Anna Wintour, e poi Jared Leto, Susan Sarandon, Andy Garcia, Robbie Williams, Liam Payne, Matt Smith, Blake Lively, Rita Ora


London Fashion Week Autumn/Winter 2018 – J.W Anderson – Outside Arrivals Featuring: Anna Wintour Where: London, United Kingdom When: 17 Feb 2018 Credit: Lia Toby/WENN.com

Qualche concessione al pubblico più sensibile alle sirene dei trend, a dire la verità, c’è stata: Bailey, con la linea Prorsum, ha variato anche di parecchio le dimensioni dell’accessorio, pompate per farne un poncho da drappeggiare sulle spalle (collezione Fall/Winter 2014) o viceversa rimpicciolite a mo’ di cache-col, lasciato distrattamente slacciato (F/W 2013), e ancora ha moltiplicato le frange, dandogli le sembianze di uno scialle (F/W 2015), oppure lo ha cosparso di cuoricini o pois, mixati al check in un pot-pourri di fregi e sfumature.
Nella capsule per la stagione F/W 2018, invece, Gosha Rubchinskiy (aedo di quel “post soviet style”, alquanto rude e spiccio, che impazzava fino a non molto tempo fa) ha congiunto nello stesso filato la quadrettatura canonica e il Nova Check, leggermente più grande e chiaro rispetto all’originale, strizzando così l’occhio alla fregola cumulativa dei citati chavs, che spargevano ovunque potessero il pattern di Burberry.
Tisci, da ultimo, ha pensato a modelli reversibili, limitando a un solo lato (dove concentra il monogramma con le T e B intrecciate del fondatore Thomas Burberry, introdotto al suo arrivo nel 2018, oppure inserti recanti le coordinate geografiche della sede principale del brand, a Westminster) la verve esornativa.
L’opzione privilegiata, va da sé, rimane la sciarpa a scacchi tradizionale: a dispetto degli anni che passano, non ha perso un grammo dell’appeal very british degli inizi, il che, nonostante la Brexit, non guasta mai.



Lyst Index: i brand e i prodotti più amati

Tra colossi del lusso attenti all’innovazione e al sociale alle new entry che popolano l’universo social. Vince chi si adatta, chi non rimane fermo e sa ascoltare il suo pubblico. Off-White in testa, presenti Valentino, Versace, Burberry, Balenciaga ma anche Asics e Nike

Cosa cercano i consumatori online? Quali sono i pezzi più ricercati e i brand più ambiti? Quanto la realtà che stiamo affrontando crea nuove regole per l’industria della moda? La nuova edizione di Lyst Index risponde a queste e tante altre domande e curiosità. ll report trimestrale, che individua periodicamente marchi e i prodotti fashion più desiderati su scala mondiale, ci propone un’interessante classifica indagando il comportamento di 9 milioni di utenti che acquistano capi e accessori in oltre 12.000 store. L’ultima analisi coinvolge i primi tre mesi del 2020 e vede presenti le conseguenze che l’incombere del Covid 19 ha avuto all’interno del settore e nelle menti di chi acquista.

Hottest Brand – La Top 20 

Con oltre 10 milioni di followers su Instagram e un fatturato di quasi 350 milioni di dollari, Il brand di Virgil Abloh è in assoluto il più ricercato in tutto il mondo. Off-White si piazza stabilmente al top per il 3° trimestre consecutivo, frutto anche del suo importante approccio digitale e al mondo dei giovani, che amano e sostengono il brand e le sue collaborazioni, da Nike a Evian fino ad Ikea. 

Mascherina Off-White

Cresce Balenciaga, il suo recente show per l’edizione autunno-inverno della moda donna di Parigi è stato un determinato connubio tra esperienza, ricerca, arte e stile. Le modelle hanno sfilato sull’acqua in un set cupo ed evocativo, le immagini della passerella francese hanno incuriosito e affascinato la rete come non mai, non solo per gli abiti. Nike al 3° posto, è forse uno dei risultati più interessanti salendo di ben 9 posizioni dalla precedente indagine, le sue iniziative globali e la sua vicinanza a tematiche socialmente rilevanti hanno aumentato in maniera esponenziale le richieste dei consumatori di tute, felpe e sneakers del brand. Gucci, per la prima volta, scende dal podio. L’arrivo di Raf Simon in casa Prada, invece, genera un aumento del 911% delle menzioni sui social per il marchio facendolo salire nel ranking l’azienda.

Nuovo ingresso per Jacquemus, 15° posto, dopo la sua ultima sfilata, tra tante top model e i suoi abiti dai tagli leggeri e voluttuosi, ha visto un incremento di oltre il 1.100% delle menzioni sui social entrando per la prima volta nella classifica Lyst dei 20 brand più cercati online. Spazio anche a Rick Owens e Thom Browne, le altre due new entry.

Prodotti uomo più desiderati

Off-White primo anche qui con la sua mascherina nera riportante il logo a freccia, sold out quasi ovunque. Tanti brand hanno riconvertito i loro stabilimenti per la produzione di strumenti necessari per fronteggiare la pandemia ed hanno effettuato cospicue donazioni volte alle realtà nazionali e internazionali. Questo ha, in discreta parte, influito nelle scelte d’acquisto. Non solo, alcuni hanno pensato di creare delle proprie mascherine brandizzate. Risultato: un’impennata delle ricerche durante il trimestre. Gucci, con la felpa dedicata a Mickey Mouse, si piazza al 3° posto, presenti inoltre VersacePrada, Asics e Nike, che con le sue sneakers dedicate a Kobe Bryant occupa il 4° posto della classifica.

Felpa Gucci

Prodotti donna più desiderati

Bottega Veneta prima con la sua borsa matelassé Cassette, interessante la posizione della shopper di Telfar, 3° posto. Presenti anche brand come AdidasNike con i suoi joggers in pile, New Balance e GanniChanel è in top 10 con l’iconica 2.55 vintage, modello senza tempo tutt’ora ambito e desiderato. Tantissime le ricerche sui siti di second-hand per l’elegante borsa, in particolar modo durante il lockdown. 

Borsa matelassé Cassette Bottega Veneta

Qui per il report completo e le classifiche in dettaglio: https://www.lyst.it/data/the-lyst-index/q120/ 

Fonte: LYST Index 

Trench uomo, un capo intramontabile

I trench tornano protagonisti anche questa stagione nelle collezioni che abbiamo scoperto durante l’edizione di Milano Moda Uomo. Hanno sfilato in versione iper moderna, con stampe floreali e macchie di colore. Frankie Morello ce lo propone in versione minimal per passare poi a Fendi con stampe a quadretti e cintura in vita da Miguel Vieira.

Courtesy Frankie Morello

Storicamente è il capo simbolo di tutti i film noir, ma anche dell’eleganza british. La paternità del cappotto più iconico della storia cinematografica è ancora una questione aperta tra Mackintosh e Aquascutum.  Il chimico scozzese fu il primo a brevettare l’impermealizzazione nel 1983, mentre venti anni dopo fu proprio Aquascutum a iniziare a produrre cappotti impermeabili per l’esercito inglese durante la guerra in Crimea.

Cosa ha reso il capo così longevo? Sicuramente la praticità d’uso e il design sempre elegante e attuale, che non passa mai di moda, ma anche un rapporto storico con il cinema che ha contribuito a far entrare il trench nell’immaginario comune come simbolo di stile senza tempo. Era il 1942 quando Michael Curtiz presentava al mondo intero quella che sarebbe diventata una delle pellicole hollywoodiane più importanti di tutti i tempi, Casablanca. Ed è proprio in questo film che vediamo un elegantissimo Humphrey Bogart definire le basi stilistiche del gentleman contemporaneo.

Nel 1961 invece Audrey Hepburn e George Peppard indossano un trench nella celebre scena del bacio sotto la pioggia. Sono numerosi i capi che caratterizzano i film noir del cinema classico americano, ma nessuno di loro ha avuto una vita longeva come questo capo spalla.

Courtesy Paramount Pictures

Oggi, questo capo continua a dominare la scena. Il suo successo nell’immaginario di tutti noi è di certo merito di Burberry, che ha saputo reinventarlo per renderlo un vero best seller ma anche noti brand italiani sono riusciti a mantenerne le potenzialità d’uso adatta a diverse occasioni come l’azienda Landi che ce lo propone nella declinazione al maschile con L’Impermeabile e al femminile con Landi Fancy. Risulta l’ideale come elemento di un perfetto look da ufficio, o in una serata di mezza stagione così che tantissimi designer continuano ad inserirlo nelle proprie collezioni variandone lunghezze e pattern.

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Burberry: una nuova collezione per Kris Wu

Burberry ha rivelato la sua recentissima collaborazione con il musicista, attore e suo ambasciatore, Kris Wu. La collezione verrà lanciata il 16 dicembre e consterà di 19 capi creati e curati dallo stesso Kris e da Christopher Bailey. La collezione è caratterizzata da capi sui quali sono stampati e ricamati i tattoo e i testi delle canzoni del musicista. Le magliette a stampe, sono, come lo stile dell’artista, comode e confortevoli, in una parola, oversized; la collezione include anche una giacca in pelle appositamente pensata per i biker, oltre a un trench e a un monopetto resistenti all’acqua, in un design relaxed-fit. In onore di questa collaborazione, Kris ha realizzato una nuova traccia nella quale condivide l’esperienza che ha vissuto con Burberry.

Link alla nuova traccia di Kris Wu intitolata ‘B.M.’
https://empire.lnk.to/BM  

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Burberry con Gosha Rubchinskiy

San Pietroburgo, città russa ma fortemente europea grazie alle architetture volute dallo zar Pietro il Grande, città giovane che guarda alla libertà di espressione, ha ospitato la sfilata per la Primavera/Estate 2018 del celebre brand inglese Burberry in collaborazione con lo stilista russo Gosha Rubchinskiy. Lo stilista ha affiancato Christopher Bailey e Stephen Jones, riproponendo la stampa iconica a quadretti, tanto amata ed emulata, per il mercato russo e non, stampa che avuto una parte importante nella storia del look Burberry, nato nel lontano 1856. Rubchinskiy ha presentato una capsule collection di 8 pezzi più l’iconico trench e altri capi outwear immaginati con una sagoma oversize. Tutti i capi di Rubchinskiy saranno lanciati a gennaio 2018 e sono ispirati ai mondiali di calcio che si terranno appunto in Russia il prossimo anno. Camice, shorts e cappelli sono realizzati in collaborazione con Stephen Jones. La sensibilità culturale dello stilista russo ha permesso un’interpretazione nuova dei trench e capispalla nel rispetto della tradizione british in contrasto con il resto della collezione che è un mix di capi ultramoderni e audaci. Classico e moderno per un pubblico attento.

it.burberry.com

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#TRENCHMUSTHAVE

Il trench, vero e proprio must have della stagione intermedia. I profani della moda lo chiamano anche, o più semplicemente, impermeabile, gli amanti del cinema e del vintage amano indossarlo alla Humphrey Bogart in Casablanca. In qualsiasi modo lo si interpreti il trench è un capo che inevitabilmente torna a completare i nostri outfit in autunno e in primavera. Un capospalla che diventa un vero e proprio pezzo imperdibile, soprattutto se colorato, stampato o tappezzato di patch. Antonio Marras ne propone una versione dal taglio sartoriale, arricchita da dettagli applicati, mentre Bottega Veneta si concentra su pattern geometrici dai toni caldi. Gucci e Prada riportano il trench all’idea d’impermeabile da pioggia, reinterpretando il concetto di cerata e creando capi cool e funzionali. Classici e dalle linee pulite sono invece i modelli dedicati alla primavera/estate 2017, proposti da Burberry, Ermenegildo Zegna, Paltò, Puntododici, Cohérence e DeFursac. Il trench, un capo iconico e intramontabile che, pur modificandosi, nel tempo rimane sempre attuale.
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burberry presenta Mr. burberry Eau de parfum

Calda, sensuale, legnosa. Burberry presenta la nuova fragranza Mr. Burberry Eau de parfum ispirata alla movimentata vita notturna londinese. La nuova campagna vede come protagonista l’attore britannico Joe Whitehouse.  Nel profumo vi sono fresche e aromatiche note di testa di dragoncello e cannellaspeziata, accolte in un cuore di patchouli, che si adagia su un letto robusto di ambra e smokey river. Il flacone è stato realizzato riprendendo i dettagli del classico Trench Coat nero per uomo, il tappo richiama i bottoni del capo, mentre il nodo legato a mano che avvolge il collo della bottiglia è in gabardine, l’iconico tessuto inventato da Thomas Burberry. Infine, la grooming line si completa di tre nuovi prodotti, Aftershave bath, Face Scrub e Hair and Beard Clay, tutti profumati con le delicate note di Mr. Burberry.
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denim, denim e ancora denim

jeans sono un vero e proprio passe-partout. Unisex, comodi, resistenti, ma anche molto cool. Certo, dipende da come li si indossa, anche se non esiste un vero e proprio codice di comportamento, dovrete un po’ affidarvi al vostro gusto e alla vostra sensibilità, però una cosa è certa, questa primavera non siate timidi, il denim, soprattutto se in total look, sarà la soluzione per molte occasioni. Dalle diverse tonalità, lavaggi e modelli, stampato, ricamato o sfilacciato, lo abbiamo visto protagonista sulle passerelle di tutto il mondo, da Armani, a Valentino ad Andrea Pompilio, fino a Burberry, Berluti e Cerruti 1881, senza dimenticare Lee, Siviglia, Diesel e Levi’s®.
Un gioco a incastri nelle nuance del blu del quale, tra giubbotti, camicie e accessori, non ci stancheremmo davvero mai.
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BURBERRY CELEBRA L’ARTISTA HENRY MOORE NELLA SFILATA “STRAIGHT-TO-CONSUMER”

Burberry ha presentato la collezione maschile e femminile nello spazio Markers House Londra. La passerella, su cui hanno sfilato modelli come Amber Witcomb, Tom Fool per citarne alcuni, è stata costellata dalle sculture bronzee dell’artista Henry Moore, che è stato la principale fonte d’ispirazione della collezione. L’influenza dell’artista si declina nella forma, nella texture e nei dettagli realizzati a mano, nonché le vivaci stampe che richiamano i suoi disegni.  É possibile acquistare sul network digitale e presso i negozi e i partner di Burberry tutti i look presentati nella sfilata, nell’ambito della seconda collezione “straight-to-consumer” del brand. Makers House apre le sue porte ai visitatori, offrendo loro la possibilità di esplorare la nuova collezione e l’ispirazione che le ha fatto da sfondo grazie a una mostra unica, che riunisce più di 40 opere e sculture di Henry Moore. Durante la sfilata è’ stata presentata una nuova collezione di borse  pensata sia per l’uomo che per la donna. La collezione è stata chiamata DK88, il codice interno del tradizionale gabardine color miele di Burberry, le borse presentano stili classici reinventati nella nuova Leather Trench e verrà lanciata il prossimo maggio. The DK88 è un omaggio al tessuto iconico della storia Burberry. Nel corso della performance la musicista britannica Anna Calvi ha eseguito live la colonna sonora della sfilata da una balconata affacciata sulla passerella, accompagnata dal suo gruppo e dai membri della Heritage Orchestra & Choir.
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I campioni di MANINTOWN: il lottatore Daigoro Timoncini

T-shirt Antony Morato

Quando si parla di sport troppo spesso ci si concentra su realtà molto diffuse, come certi sport di squadra, il calcio su tutti, o il nuoto, poi fortunatamente arrivano le Olimpiadi a ricordare al grande pubblico che esistono molti altri mondi. Daigoro Timoncini forse è un nome che ai più non dice tantissimo, ma è un atleta che ha partecipato a ben tre Olimpiadi: Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016. Daigoro è un lottatore, specialista della lotta greco-romana, categoria 98 chili, ha gareggiato affiliato al Gruppo Sportivo Forestale e vinto numerosi riconoscimenti e medaglie, in campo nazionale e internazionale. Romagnolo, classe 1985, grinta e passione evidenti per il suo sport, lo abbiamo incontrato per intervistarlo e, come è ormai tradizione di MANINTOWN, abbiamo anche colto l’occasione per chiedergli di diventare un nostro modello. L’esperimento sembra riuscito! L’intervista, invece, è il modo migliore per raccontarvi qualcosa di diverso legato al mondo sportivo. Ecco quindi la nostra chiacchierata con Daigoro Timoncini.

Come ti sei avvicinato allo sport con cui poi sei riuscito ad arrivare alle Olimpiadi?
Mi sono avvicinato allo sport della lotta perché anche mio padre era lottatore. Da piccolo ho avuto modo di cimentarmi in diversi sport, ma questo è quello che mi è sempre piaciuto di più. Forse proprio per questo imprinting familiare.

Riguardando il tuo percorso, quali le soddisfazioni più grandi?
Sicuramente le soddisfazioni sono arrivate con la possibilità di partecipare alle Olimpiadi, sogno che avevo fin da bambino. E se penso che ho partecipato a tre edizioni, devo ammettere che mi riempie davvero di soddisfazione e orgoglio.

Hai partecipato a più di una Olimpiade. Hai un ricordo particolare, un aneddoto da condividere con noi?
Ogni edizione è stata vissuta in modo diverso. Sicuramente la prima a Pechino è stata la più bella perché ho avuto l’opportunità di condividerla con Andrea Minguzzi, che poi ha vinto l’oro nella categoria 84 kg, che è un amico ed è delle mie parti, e con i due partner che son venuti là con noi. Poi la terza che ho condiviso con Beniamino Scibilia.

Gli aspetti più difficili legati allo sport, i sacrifici più grandi?
Sicuramente in uno sport come la lotta i sacrifici più grandi son legati al calo peso (cioè la fatica di dover calare per rientrare nella categoria di peso se si vuole essere competitivi a livello internazionale) e poi alle tante ore di allenamento, ma tutto questo poi è ripagato dalla soddisfazione del raggiungimento di certi obiettivi.

Che cosa consiglieresti a chi si avvicina ad una attività sportiva come la tua o simile?
Consiglierei di non fermarsi alla prima difficoltà, ma di insistere, perché prima o poi i risultati arrivano.

Come ti sei trovato nei panni di modello?
Diciamo che non erano proprio gli stessi di panni, erano sicuramente qualche taglia in più! Scherzi a parte, è stato divertente e mi sono trovato bene sul set con voi. Sicuramente una esperienza inconsueta per uno che non è abituato ai set fotografici.

Ci racconti qual è il tuo stile quotidiano? Cosa ti piace indossare e cosa non può mancare nel tuo guardaroba?
Per quanto riguarda il mio stile quotidiano, essendo uno sportivo mi piace indossare cose molto pratiche e comode, a partire da un jeans con una maglietta o un maglioncino in base alla stagione. E poi, per certe occasioni una bella camicia, da indossare magari con una giacca dal taglio sartoriale, non manca mai.

Conosci e segui la moda? Hai uno stilista preferito?
La moda mi piace, anche se non sempre la seguo, sono un tipo molto classico. Fra gli stilisti mi è sempre piaciuto Giorgio Armani.

Cosa deve indossare lei per catturare il tuo sguardo e quale il suo stile in generale?
Dipende sempre dalla situazione. Non è solo quello che indossa, ma come lo porta, deve avere un suo stile, che sicuramente denota personalità.

Che cosa è sinonimo di eleganza in un uomo per te?
Il modo in cui una persona veste certi abiti e soprattutto certi dettagli.

Progetti e sogni per il futuro?
Sicuramente rimanere nel mondo sportivo e per quanto riguarda i sogni… ci sto lavorando!

Photo: Francesco Menicucci
Styling: 3
Grooming: Alice Taglietti
Stylist’s assistants: Enrico Dal Corno, Martina Bentivogli, Carlotta Sorrentino
Model: Daigoro Timoncini

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Bomber Mania

Ha collaborato Orsola Amadeo

Chi pensa che questo capo d’abbigliamento sia solo adatto ad un pubblico under 25 si dovrà ricredere! Sarà perché, seppur la moda da sempre sembra ossessionata dall’età, più passa il tempo più si va in una direzione in cui gli anta sono in nuovi trenta e così via. E spesso il guardaroba di un adolescente è entrato in quello del proprio genitore, o del fratello maggiore. E noi siamo a favore delle contaminazioni, di stile e non. Per cui ci piace segnalarvi il bomber come capospalla trasversale, adatto anche ai più eleganti.
Iniziamo questo nostro viaggio alla scoperta dei modelli più cool, con il ricordare che il bomber è un capo perfetto per questi primi freddi e per chi ama comunque la vita all’aria aperta.
In tal senso consigliatissimo il modello della collezione Stadium di Le coq sportif, brand che guarda verso il futuro, ispirandosi al proprio passato, e a noi i classici reinterpretati piacciono tanto. La capsule dedicata, come dice il nome stesso, allo Stadio conta anche un bomber verde militare che a noi è piaciuto molto. E non diteci che anche a voi non ricorda gli anni del liceo (o delle elementari) quando primi in classifica erano i Duran Duran!

Meno sportivo e senza la banda elastica in vita, ma chiaramente ispirato ai varsity americani è quello di Ferragamo con le maniche a contrasto in raso. Ammettiamolo, ricorderà i college americani, ma la scelta dei materiali e i colori autunnali, lo rendono un capo elegante. Perché non metterlo sopra al completo per andare in ufficio?

Come dicevamo ci piacciono molto le nuove interpretazioni dei grandi classici, per cui il bomber blu di Esemplare fa davvero per noi. In questo caso l’imbottitura è evidente sul front del capo, quasi una puffy jacket, ma chiaramente da città e non da dopo sci.

Decisamente sporty quello di Superdry In tessuto di nylon imbottito e resistente al freddo, si declina in diversi modelli e colori. Ci piace con l’elastico in vita, dettagli colorati a contrasto, chiusura a zip e cappuccio. Ma c’è anche il modello più sofisticato con inserti in ecopelliccia per fodera interna e colletto.

Rimane fedele all’estetica e al dna del marchio il bomber di Diesel. I dettagli embroidery effetto tattoo, ne rimarcano l’animo rock e street e lo rendono perfetto per i più anticonformisti.

E quando si parla di tatuaggi non si può non citare la collaborazione fra Scott Campbell, noto tattoo artist americano, originario della Louisiana, ma che ora risiede a Brooklyn, e Berluti, per cui Cambpell ha realizzato cinque design originali raffiguranti animali applicati successivamente ad abiti, scarpe ed accessori. Semplici linee che ricordano rune e cuciture che si irradiano formando delle eliche e serpeggiano diventando spirali. E sul back del bomber lo trasformano in un must-have assoluto per la f/w 2016.

Ricorda la cultura punk il modello total black di Cheap Monday. Piacerà ai più giovani, che lo indosseranno con denim stra-vissuti, e agli anticonformisti, che si divertiranno a metterlo con un jeans più basico, magari in blu scuro, a contrasto.

Parlando di reinterpretazioni ci piace molto anche il modello di Burberry, dove sono le righe ad essere in evidenza. E visto che questo tipo di grafica è un trend già da alcune stagioni, e lo sarà anche per le prossime, consigliatissimo a chi cerca un capo sbarazzino, ma non troppo casual.

Ce n’è davvero per tutti i gusti. Per cui questo sarà davvero un autunno in bomber!

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TOMMASO RINALDI, LO STILE DI UN CAMPIONE OLIMPIONICO

Il grande pubblico lo conosce forse più per la sua apparizione alla trasmissione “Si può fare!”, dove si è classificato terzo cimentandosi in prove ben lontane dal suo ambito quotidiano; i più attenti e amanti dello sport lo ricordano come uno dei protagonisti delle Olimpiadi a Londra nel 2012, come tuffatore della squadra italiana, con un palmares che ha compreso in passato anche medaglie importanti in campionati europei.Tommaso Rinaldi, classe 1991, in una pausa dai suoi impegni con la Marina Militare, si è prestato a posare per noi e a raccontarci un po’ il suo mondo, in attesa di rivederlo non a Rio, ma alle successive Olimpiadi in Cina.

Come ti sei avvicinato al mondo dei tuffi?
Porto avanti una tradizione familiare, essendo mio padre un tuffatore a sua volta. Quindi mi sono avvicinato a questo sport sin da piccolo.

Come è stata la tua esperienza televisiva?
Partecipare alla trasmissione di Rai 1, presentata da Carlo Conti, è stato molto divertente.
Ho conosciuto persone fantastiche ed ho avuto modo di mettermi alla prova in discipline lontane dal mio mondo.

Il momento più emozionante della tua carriera?
Direi quando al termine della gara alle Olimpiadi c’è stato l’abbraccio con mio padre, che è anche il mio allenatore. In quella occasione ci siamo tolti tutti e due una grande soddisfazione.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei programmi sono tutti concentrati sulla car- riera sportiva, finché il fisico e la mente lo permetteranno.
Ho fame di altre soddisfazioni!

Photography | Francesco Menicucci
Stylist | 3
Stylist’s assistant|Riccardo Terzo
Grooming | Alice Taglietti
Model | Tommaso Rinaldi
Thanks Brave Models


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GIANMARCO TAMBERI

Cover | Nike jacket; Dior Homme suit&shirt

Figlio e fratello d’arte, Gianmarco Tamberi è a tutti gli effetti una delle nuove promesse dell’atletica italiana: lo vedremo infatti alle Olimpiadi di Rio previste per il prossimo agosto nella disciplina del salto in alto. La passione per lo sport in Gianmarco, si sa, arriva tutta dal padre, primatista italiano indoor nel salto in alto, ma anche il rapporto con il fratello Gianluca, di due anni più grande, non fa che rafforzare l’intensità di questa dedizione, sebbene sia primatista nel lancio del giavellotto. Ha stabilito il record italiano in Germania la scorsa estate e subito dopo ha ammesso che il segreto, per lui, è non mollare mai e imparare dai propri errori per migliorarsi e trovare la propria chiave del successo. Gianmarco è convinto infatti che ognuno sia unico e differente, nella vita come nello sport, e che il talento e lo stile si nascondano proprio dietro al carattere. Forza di volontà e devozione dunque, oltre a un tocco di follia che non guasta mai: ecco il ritratto del giovanissimo atleta che si è raccontato tra uno scatto e l’altro.

Una famiglia di sportivi d’eccellenza alle spalle e una carriera straordinaria, il 2015 è stato un grande anno, cosa ti aspetti da quello nuovo?

Sicuramente è stato un anno fantastico nel quale sono riuscito a togliermi molte soddisfazioni, ma considero il 2015 come un anno di passaggio. Il 2013 e il 2014 mi hanno portato un’infinità di infortuni che non mi hanno consentito di mettermi in gioco. Sono stati due anni di vera e propria frustrazione, mi allenavo ogni giorno al 200% senza mollare mai neanche un passo, ma poi ogni volta che stavo per fare il salto (in tutti i sensi) di qualità, puntualmente succedeva qualcosa: distorsioni, stiramenti e strappi muscolari mi hanno condannato a 730 giorni di continue cadute a terra! Ora sono tornato, e questo 2015 è stato come un nuovo punto di partenza. Le Olimpiadi di Rio 2016 sono un sogno troppo vero e vicino per essere soddisfatto di quello che ho già fatto! Non c’è giorno da quando ho iniziato questa preparazione in cui non pensi alle Olimpiadi, posso dire con sincerità che in questo momento Rio 2016 è la cosa più importante della mia vita e farò di tutto per conquistarla.

Cosa vuol dire stile per te e come definiresti il tuo?

Credo che il concetto di stile non si possa racchiudere in una sola semplice parola, ognuno di noi ha la sua personalità, come il suo stile. Certamente alcune persone possono assomigliarsi, ma non saranno mai uguali! Lo stile è rappresentato da tutto ciò che una persona è, dal suo modo di camminare, da come si veste, dal modo in cui affronta la vita, dal mondo che frequenta… è sempre questione di stile! Per me è fondamentale non imitare quello degli altri, ma tenersi stretto il proprio, perché ognuno di noi è unico ed è questo che ci rende interessanti… Poi se dovesse capitare che vi rasiate anche voi la barba a metà vi giuro che non me la prenderò!

Abbigliamento sportivo o casual? Quale preferisci e in quali occasioni?

Sportivo, casual, elegante…ogni abbigliamento ha la propria occasione! Fondamentale è saper indossare tutto e sentirsi a proprio agio sia in tenuta sportiva con una Red Bull in mano che in smoking con una coppa di champagne. Non andrò mai ad allenarmi in giacca e cravatta, ma non stupitevi se a una cena di gala mi presento in abito elegante con sotto delle Nike Jordan, dopo tutto… è questione di stile no?!

Photo | Pier Nicola Bruno
Style | Faio Ferraris
Grooming |Valeria Orlando @Hmbattaglia
Fashion Assistant | Simona Bolchini

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