‘L’altra forma delle cose’, la nuova installazione di Emilio Vavarella a Casa Zegna

Un bosco in pixel, raccontato sulle lane pregiate di capre di Bielmonte, sui tessuti realizzati a San Patrignano e perfino su filati sintetici, ottenendo risultati e suggestioni dal diverso impatto emotivo. È l’opera di Emilio Vavarella L’altra forma delle cose, basata sulla ricerca di un equilibrio tra un concetto, un’idea e la sua formalizzazione (il codice genetico dell’abete rosso nel caso specifico).

Un’opera che trae e restituisce energia dal percorso che Ermenegildo Zegna ha portato avanti nel corso della sua vita dando vita a tutta la panoramica che sovrasta la fabbrica, al fine di poterlo condividere con la gente del luogo e con tutti coloro che desiderano visitarlo, favorendo quel processo armonico tra bellezza del paesaggio e ricerca artistica, anche attraverso il coinvolgimento dei talenti di nuova generazione.

Casa Zegna opere d'arte
Emilio Vavarella davanti all’opera esposta nella sede del marchio

Un’impresa ambiziosa in cui è riuscito, non senza il costante impegno di una squadra di esperti nella gestione del territorio, sia dal punto di vista ambientale che culturale” racconta Anna Zegna – terza generazione di una famiglia che ha portato avanti il lavoro iniziato dal fondatore con coerenza e passione, proseguendo il percorso in chiave sempre più evoluta. Dal suolo alla vegetazione variegata dei boschi, un vero e proprio ecosistema realizzato attraverso un team aggiornato di biologi, paesaggisti, geologi, fino a un gruppo di esperti specializzato sulle sorgenti, per arrivare alle iniziative culturali. Una filosofia che non è altro che il frutto della lungimiranza e dell’ispirazione di Ermenegildo Zegna che si evolve, ancora oggi, in un rinnovato punto di vista tecnologico e in costante dialogo con il cambiamento culturale della generazione contemporanea.

Casa Zegna – arte e ricerca nel suo Dna

L’attività di famiglia, fortemente connessa con il tema dell’arte e della bellezza, viene raccontata per la prima volta da Ettore Olivero Pistoletto – padre di Michelangelo. A quell’epoca Ermenegildo Zegna chiamò l’architetto Otto Maraini, il nonno di Dacia, per progettare la sua villa e il paesaggista Pietro Porcinai per il giardino. Due eccellenze per aiutarlo a creare la sua grande opera, in stretta comunicazione con la sua azienda e col territorio che egli contribuì a rendere incantevole, attraverso una visione democratica dell’arte, perché potesse uscire dai musei ed entrare in osmosi con la vita delle persone.
Un ecosistema sostenibile immaginato dalla personalità visionaria di Ermenegildo Zegna, il cui percorso continua attraverso il dialogo con Città dell’Arte e Fondazione Pistoletto.

Zegna opere d'arte
L’altra forma delle cose, Emilio Vavarella


Ogni progetto artistico che nasce in questo luogo si lega all’altro, come membri di una famiglia, connessi da un unico Dna. Così è stato per il progetto Zegna Forest, nato per rinnovare tutto l’impianto dei boschi di vecchia generazione, grazie al supporto di Ilaria Bonacossa che crea l’occasione, per Anna Zegna, di entrare in contatto con Emilio Vavarella e – sempre a proposito di boschi – sviluppare il progetto L’altra forma delle cose (AAS47692 / Picea abies). Dove tutti vedono cortecce e foglie, lui visualizza e formalizza dati che si estendono su lane di capre Bielmonte che pascolano all’interno dell’Oasi, o su un tessuto di San Patrignano con cui il marchio collabora da tempo, creando un dialogo di continuità tra la materia, il contenuto dell’opera e il loro luogo di provenienza. E chi l’avrebbe mai detto che nell’origine della parola “code” si nasconda il significato di “cuore del tronco dell’albero”.
Un’operazione che si rivela in un’espansione di possibilità espressive e trova soluzioni diverse a seconda dei materiali usati, perfino le fibre di polimeri sintetici.

L’opera di Emilio Vavarella


Un percorso dinamico quello di Emilio Vavarella, che fa seguito a Genesis -The other shape of me. Una video installazione che “documenta un lungo processo performativo durante il quale un grande tessuto che codifica e contiene tutte le mie informazioni genetiche viene prodotto da mia madre utilizzando uno dei primi computer della storia, il telaio Jacquard. Focalizzandosi sui piccoli gesti di mia madre, e sui movimenti automatici del telaio meccanico, ‘Genesis’ offre una riflessione sul rapporto tra vita, informazione e riproducibilità tecnica, e sulla relazione tra vita biologica, meccanica e computazionale” – racconta l’artista.
Un’intuizione che diventa opera d’arte, con un concept forte che chiude il cerchio di un ciclo vitale, collegandosi all’origine del primo computer che guarda caso trattasi di un telaio tessile.
E sul tessuto, la forma d’espressione che fa da trait d’union tra l’umano e l’evoluzione tecnologica, Emilio Vavarella riporta il codice genetico della natura: come una triade già rodata che si ripresenta in una forma nuova.

Emilio Vavarella
L’altra forma delle cose, Emilio Vavarella

Un lavoro interdisciplinare che agisce su diversi campi di ricerca, che sceglie di usare sempre materiali diversi in ogni sua opera e qualora si trovi a usare lo stesso materiale, lo fa comunque in modo diverso.
Vavarella si reputa un rinascimentale che non mette, però, l’uomo al centro della sua ricerca, ma il risultato dell’azione umana che è riposta nelle relazioni tra l’ambiente e l’azione umana. Il valore umanistico della tecnologia, programmata per codificare una visione personale della natura. Un’epigenetica che trova espressione nell’ironia di codificare qualcosa di così potente e onnicomprensivo.

L’uomo nuovo di Zegna

Ho ricombinato l’artigianato di lusso e ridefinito costruzioni che liberano l’uomo pur mantenendo il carattere distintivo del marchio, con modelli tanto facili da indossare quanto originali e creativi. La chiave di tutto è la funzione“, afferma Alessandro Sartori, Direttore artistico di Zegna per raccontare la nuova visione della spring summer 2022.

In una collezione in cui nulla è come sembra, Alessandro Sartori ha dato ad ogni capo una o più vite possibili. Una camicia modulabile riesce a ridursi fino a due taglie, mentre i capi intercambiabili creano infinite possibilità di look.
Linee definite e forme impeccabili non sono sinonimo di rigidità, ma si traducono in un’assoluta libertà di movimento grazie a tagli studiati ad hoc e tessuti impalpabili, imbottiture ultralight dall’effetto visivo impercettibile e morbide pelli.
Una sorta di uniforme costituita da capi dalle forme simili e modulabili, con sfumature studiate per funzionare insieme.

I tessuti sono grandi protagonisti all’interno di questa collezione, forte d’importanti acquisizioni delle migliori aziende tessili del Made In Italy che ha consentito alla Maison di costituire un laboratorio d’eccellenza di filati di lusso, utilizzati su tagli e forme rivoluzionati, fino alla work jacket, reinventata nella sua essenza. Materiali morbidi accompagnano il corpo nei suoi movimenti, assecondando la sua struttura naturale: l’eleganza del capo, prezioso nei suoi tagli e ricercato nei tessuti, viene permeata da una connotazione comfort chic.
Un inno al pragmatismo del workwear estratto dallo streetwear anni 40, tanto caro ad Alessandro Sartori, a cui attinge per reinterpretare il cambiamento progressivo.
Il fitting è maschile ma queste forme sono state create per essere indossate anche dal corpo di una donna che può “scegliere” di comprarlo per sé, invece di rubarlo al guardaroba di lui.

Tagli vivo su sete imbottite, le stesse utilizzate per pantaloni, camicie e t-shirt: è lo sviluppo di un concept molto più grande che passa attraverso la costruzione dei capi di un guardaroba, ma si radica in una scelta di gusto, di uno stile di vita più etico, in cui lusso e manifattura di pregio coincidono nella creazione di pezzi importanti e no gender, destinati a durare nel tempo. L’evoluzione di un processo creativo già iniziato nelle stagioni precedenti, il cui fascino consiste proprio nell’assistere a questa trasformazione estetica e concettuale che Alessandro Sartori fotografa per la SS22 come (New)Set: un codice nuovo e fluido, per un uomo che ha messo in discussione certezze, abitudini, e che riprende contatto col mondo, ma in un a maniera completamente rinnovata, dinamica e libera.

Un non luogo per rappresentare la contaminazione di asfalto cittadino del mondo artificiale e il verde di un paesaggio naturale che l’uomo evoluto riesce a far convivere attraverso il progresso, che passa necessariamente da una nuova visione stilistica.
L’alta sartorialità affonda le sue radici in una nuova ricerca di materiali e costruzioni, per dar vita a degli outfit che si muovono dal formalwear al leisurewear, dall’indoor all’outdoor, in accordo con le nuove esigenze di oggi, seguendo un imprescindibile criterio di artigianalità concepito con estrema attenzione su ogni pezzo della collezione, accessori compresi.

Ogni capo ha un’anima che prende forma a seconda di chi li abita, frutto di uno studio approfondito, volto a liberarlo da definizioni o vincoli di utilizzo. Come il rivoluzionario coat in lana liquida (cinzata) creato in una sola taglia, capace di cadere a fisicità diverse allo stesso modo.
Tessuti innovativi concorrono a dare unicità ad ogni singolo pezzo, scelta mirata di uomo che compra poco e bene, capace di distinguersi per il suo stile inedito fatto di dettagli artigianali. Dall’effetto paper presente nelle camicie e nelle borse, alle sete imbottite, tecnica ripresa persino nelle scarpe imbottite di pelle sottilissima, canapa e twill di lino sovratinti, un leggerissimo, e irresistibile al tatto, misto lana Bielmonte che prende il suo nome dal primo paese dell’Oasi Zegna.




#Mitparade – Special edition da prendere al volo

Quando le strade tra due brand s’incontrano, nasce una sinergia, motore di una nuova generazione di idee e progetti dal concept esclusivo, destinate ad entrare nella lista dei desiderata per collezionisti e appassionati di storia della moda. Grazie al numero limitato di pezzi, il loro valore creativo cresce col passare del tempo, dando una ventata di freschezza all’heritage dei brand che esplorano nuove strade, superando i propri confini.

Ispirazioni a forme e tendenze d’altri tempi, adattate a giacche dal taglio contemporaneo e materiali ultratecnici. Accessori creati a posta per vestire con abiti lussuosi le nostre passioni come il mondo della fotografia, e capi che hanno fatto storia, come la Harrington G9 di Baracuta, la più riconoscibile tra le giacche, protagonista indiscussa di famose pellicole cinematografiche, che stringe la mano a Vans, storico marchio streetstyle, scelto dagli skater di tutto il mondo.

Questa giacca, icona dello stile preppy, la Drill Jacket in cotone impermeabile insieme a due camicie e la mitica Vans slip-on, con la classica scacchiera in bianco e nero e il logo Baracuta sono i protagonisti di questa esclusiva capsule, preziosa in dettagli e materiali come la tradizione di questo straordinario team impone.

La passione per la fotografia e le macchine fotografiche della Leica del Direttore Artistico di Zegna Alessandro Sartori, è stato lo stimolo che l’ha spinto a realizzare una collezione ad hoc per celebrare il mondo della fotografia, da sempre sua fonte d’ispirazione e vero e proprio linguaggio creativo, codice di comunicazione universale.

Valori condivisi legati a qualità ed eccellenza estetica sono alla base della collezione è costituita da porta lenti fotografiche, impreziositi con dettagli in PELLETESSUTA TM, collezione iconica di Zegna, custodie e protezioni per i modelli Leica Q2 e Leica M, portachiavi e da borse a tracolla Insta-Pack, in diverse dimensioni, perfette per custodire tutte le fotocamere Compact Leica e Leica CL con lente 18mm ‘pancake’ Leica.

“Zegna e Leica condividono gli stessi valori e un approccio basato su una profonda autenticità e qualità che si ritrovano nell’eccellenza dei nostri prodotti. Il mio desiderio è quello di continuare questa collaborazione. La visione insita nel DNA di Leica è costantemente alla ricerca di una qualità estrema, un approccio davvero unico non solo verso il mondo delle macchine fotografiche e della fotografia in generale, ma anche verso l’eccellenza artigianale e la creazione di una sintassi distintiva.” rivela Alessandro Sartori, Direttore Artistico Zegna.

Si chiama Sinesis la giacca in edizione limitata di C.P. Company, creata con la consulenza dello stilista londinese Kiko Kostadinov.

Con la tradizionale “coda” tipica del parka, che incarna i codici di abbigliamento dei Mods inglesi, fonde una tradizione che ha fatto icona, con la silhouette contemporanea della giacca da motociclista. I dettagli fanno la differenza, tra pences e tagli sulle maniche, che favoriscono il movimento nelle scapole, una ghetta rimovibile per il collo e polsini regolabili a tre livelli con velcro.
Tre tasche elasticizzate, con cerniera, nascoste e sovradimensionate – su entrambi i lati, forniscono equilibrio alla parte anteriore dell’indumento, mentre nella parte posteriore del collo troviamo un ricamo, che appare anche sulle etichette interne di questa giacca.

La lente, elemento distintivo di C.P. Company, è stato spostato dalla tradizionale posizione sulla manica, al petto sinistro, creando un equilibrio visivo tra la lente e la chiusura a scatto a triplo del collo.
Come gli elementi di un’opera d’arte, forma e materia hanno due valori indipendenti ma fondamentali. Il CO-TED, materiale caratteristico del brand, con la sua costruzione a due strati, ha una speciale combinazione di nylon con rivestimenti interni water-resistant.
Prodotto esclusivamente in Signal Green, la giacca Sinesis porta un colore simbolico, esplorando lo spazio tra il pantone dei capi da lavoro e quelli militari. Il colore che è nell’essenza stessa dalla natura e che esige equilibrio, perché in essa tutto è perfettamente bilanciato.

Wish list: un nuovo tipo di lusso

Un nuovo tipo di lusso. Un lusso quasi emotivo, in grado di rappresentare non tanto un social status, ma la nostra appartenenza ad una tribù di stile sempre più simile ad una famiglia allargata, dove tutti sono accreditati alla stessa fanzine. Questa parola non è usata per caso perché questi nuovi oggetti del desiderio sono tutti un po’ retrò, old school, figli di una nostalgia per un periodo che in realtà parte del pubblico a cui sono indirizzati non ha vissuto. Oltre agli eccessi di colore, soprattutto l’uso del viola per il guardaroba maschile fa riferimento a una cromoterapia energizzante e rivitalizzante. La moda acquisisce così aspetti rassicuranti e taumaturgici, che si aprono a nuove strade. Iniziando dal passato.

Di Ermenegildo Zegna l’abito must-have in tessuto tecnico di raso #UseTheExisting con macchie multicolori su una base viola ossidiana chiara, composta da una giacca a spalle morbide con risvolti couture iconici e pantaloni slim fit senza pinces. T-shirt oversize in maglia con scollo ampio. Occhiale modello geometrico con montatura leggera in metallo e acetato. Stivaletti con zip a Varsavia pelle grigia.

Michael J. Fox e Rob Lowe interpretati da Richard Berstein in puro stile Warhol per le copertine di Interview. E la felpa e la canotta di cotone di Coach 1941 diventano supercool e molto desiderabili tributi agli anni Ottanta!

Ci ricorda alcune vacanze al mare negli anni ’70, tra Ibiza e Saint Tropez, il sandalo con cinturini in camoscio color sabbia di Santoni. Così chic!

Dall’amatissimo Gucci disegnato da Alessandro Michele un portadocumenti in pelle rossa con dettaglio Horsebit. E puoi andare a lavorare con stile e con uno spirito elettrizzante.

Borsa in pelle di Bally con dettagli in stile escursionismo, non solo per i fine settimana in alta montagne.

La shopping bag Marni della collezione uomo p/e 2020 è in PVC con manici in pelle. Il dettaglio dei disegni di bottiglie di plastica richiama uno spirito ecologico che è assolutamente essenziale oggi.

Ci fanno pensare alle università americane, un tocco di “Grease”, un po’ di “The rules of attraction” di Bret Easton Ellis, dove i protagonisti principali sono cheerleader e giocatori di rugby. Ecco le Sneakers in gabardine di cotone di Prada: nuovi oggetti del desiderio.

®Riproduzione riservata

Highlights Milano moda uomo

Non solo sfilate in questa Milano Moda Uomo autunno inverno 2020 2021, ma anche presentazioni sparse nelle location più cool della città. Nell’attesa della primavera siamo andati a scoprire in anteprima quali saranno i pezzi chiave per il prossimo anno.

ZEGNA

In una geometrica foresta di fili, si materializza la collezione Ermenegildo Zegna XXX Inverno 2020. Una ridefinizione del tailoring delinea lo spirito della stagione, mentre il know-how sartoriale viene esplorato in nuove direzioni ibride. La silhouette è pulita e stratificata; il layering dei capi è accentuato; dettagli ergonomici come le tasche applicate aggiungono una nota funzionale. Gli abiti a tre bottoni con giacche a un petto e mezzo leggermente squadrate e pantaloni stretti sul fondo sono indossati con blouson voluminosi; le overshirt con zip e scollo profondo sostituiscono le camicie tradizionali. Il gilet sartoriale fa il suo ritorno come passe-partout, con o senza l’abito. Il processo di evoluzione costante definisce le nuove forme che abbiamo visto in passerella.

KITON

La collezione Kiton Uomo Autunno/Inverno 2020/21 esalta l’abito quale icona di eleganza e sobrietà, offrendone una nuova interpretazione stilistica. Decostruito e modellato per essere indossato dall’uomo in diverse occasioni, l’abito è abbinato ad un dolcevita formale o ad una camicia di jeans, spezzato insieme ad un jeans dal fit perfetto, divenuto capo iconico delle ultime collezioni, un pantalone in cotone e sneakers. L’eleganza è rilassata, anche grazie alle nuove texture e alle fibre innovative che Kiton sviluppa sapientemente nel suo lanificio di Biella. 

DONDUP

Maschile e femminile. Tradizione e innovazione. Sono questi i cardini su cui lo studio creativo Dondup ha lavorato per disegnare le nuove collezioni invernali. Un’analisi che trova nella relazione, tra uomo e donna, tra artigianalità e ricerca, il suo codice distintivo. Il territorio di incontro è il mondo sartoriale: le suggestioni alla Savile Row, con i tessuti della tradizione, sposano la maestria della produzione “Made in Italy”.

BRETT JOHNSON

Brett Johnson con la nuova collezione ha voluto creare un guardaroba pensato per ogni moderno viaggiatore cosmopolitano. Una celebrazione dell’eleganza maschile attraverso codici estetici contemporanei concepiti per transitare, con medesimo aplomb chic, per New York come Milano o Monte Carlo. L’artigianalità è elemento imprescindibile per l’intera collezione, così come l’eccellenza della materia. I capi sono realizzati utilizzando materiali quali vicuña (sia lavorato a maglia che a trama), cashmere 14 micron, un tessuto dall’effetto tecnico realizzato in pura seta, cotone Sea Island, cashmere suede e coccodrillo.

GIUSEPPE ZANOTTI

Per la stagione Autunno/Inverno 2020 Giuseppe Zanotti evolve  e rinnova il concetto stesso di eleganza. La sua proposta è versatile, dinamica,  con un ampio respiro e forti contenuti stilistici. La linea formale giorno si fa strada tra materiali ricchi di texture e dettagli iconici. Il classicismo inglese sposa la dimensione grafica, dando vita ad un’espressione giovane e creativa. Chelsea boots e mocassini vestono il nuovo grazie all’incontro con tacchi plexi, futuristici e inusuali, o all’aggiunta di eleganti fibbie country. La scelta cromatica è solida e materica: croste ingrassate, morbide pelli e stampe si colorano di rosso, prugna, nero, verde bottiglia, testa di moro.

Marcelo Burlon

Distorsione è la parola d’ordine per l’autunno inverno 20/21. Fiori deformati – creati da Mirko Borsche – motivi folk, motivi pied-de-poule allover liquefatti creano effetti psichedelici su bomber, maglioni jacquard, cami- cie, anorak imbottiti, felpe e short. Anche il modo in cui tasche e i dettagli vengono applicati sui pezzi è distorto, mentre cuciture a contrasto creano un altro livello di distorsione. I piumini riflettenti, le giacche monopetto e i bomber ricoperti di cristalli Swarovski sono pensati per sfolgorare e abbagliare. La palette dei colori è una fusione di pietra, marrone, muschio, sesamo, nero illuminati da un blu abbagliante e stampe colorate.

MSGM E CULT

Una partnership davvero cool quella tra CULT, brand glam dall’anima rock nato nel 1987, e MSGM, primo designer brand Made in Italy, disegnato da Massimo Giorgetti. La speciale collaborazione è stata presentata durante la sfilata MSGM al Calabiana Hub. Due brand che sposano gli stessi valori: libertà di espressione, indipendenza, irriverenza. Il BOLT, iconico anfibio con la punta di acciaio di CULT che ha fatto la storia delle calzature per rocker e non solo, è stato rivisitato da MSGM in chiave anticonvenzionale.

ICEBERG

La location scelta dal Direttore Creativo di ICEBERG James Long per la sfilata della collezione uomo Autunno-Inverno 2020 non potrebbe rappresentare meglio questa festa visionaria: “l’Alcatraz”, club storico milanese che porta il nome della prigione più famosa al mondo. La stessa pattuglia multilogo di ICEBERG rompe le regole e si unisce al party. I “sorveglianti” con le loro divise riflettenti perdono la loro austerità e si uniscono ai ravers.

SPYDER

Spyder invita ad affrontare le sfide della vita quotidiana con uno spirito audace e sfrontato. In palestra, sul campo o nelle strade cittadine si schiera al fianco di tutti quelli che hanno un cuore coraggioso, una mente lucida e una tenacia senza limiti. Un vibe dinamico ed energetico caratterizza la collezione Performance per la prossima stagione fredda. L’iconografia audace della street art influenza l’appeal grafico della collezione, che garantisce al contempo performance d’eccellenza e la giusta dose di stile urbano.

KB HONG

40 look, uno per ogni anno dalla fondazione del brand ad oggi, celebrano il lancio di KB HONG. La collezione di debutto di KB HONG è ispirata al retro-futurismo, la corrente artistica contemporanea che trae ispirazione dal modo in cui il futuro è stato immaginato negli anni Cinquanta e Sessanta. La sua traduzione in ambito fashion si traspone in un design caratterizzato dalla combinazione di elementi retrò e futuristici.

LE TASCA

Le Tasca con la collezione FW 20-21 prosegue la sua esplorazione nel mondo dell’abbigliamento, raccontandosi attraverso l’attitudine “utlitaristica” delle sue proposte. Un linguaggio formale e funzionale che traduce il respiro di chi viaggia ed esplora la città con “le mani libere”. Un total look che prende il posto dell’accessorio: le tasche piccole, grandi o grandissime possono contenere i nostri oggetti e Le Tasca diventa divisa del vestire contemporaneo.

®Riproduzione riservata



Occhiali da vista: le preview per la prossima primavera

Nero, marrone e tartarugato sono i motivi che più si avvicendano sulle proposte eyewear di stagione, perfette per chi desidera avere un look formale e rigoroso, semplice ma anche attuale. Abbiamo sbirciato tra le proposte della prossima stagione, nella gallery i nostri preferiti.

® Riproduzione riservata

#TRENCHMUSTHAVE

Il trench, vero e proprio must have della stagione intermedia. I profani della moda lo chiamano anche, o più semplicemente, impermeabile, gli amanti del cinema e del vintage amano indossarlo alla Humphrey Bogart in Casablanca. In qualsiasi modo lo si interpreti il trench è un capo che inevitabilmente torna a completare i nostri outfit in autunno e in primavera. Un capospalla che diventa un vero e proprio pezzo imperdibile, soprattutto se colorato, stampato o tappezzato di patch. Antonio Marras ne propone una versione dal taglio sartoriale, arricchita da dettagli applicati, mentre Bottega Veneta si concentra su pattern geometrici dai toni caldi. Gucci e Prada riportano il trench all’idea d’impermeabile da pioggia, reinterpretando il concetto di cerata e creando capi cool e funzionali. Classici e dalle linee pulite sono invece i modelli dedicati alla primavera/estate 2017, proposti da Burberry, Ermenegildo Zegna, Paltò, Puntododici, Cohérence e DeFursac. Il trench, un capo iconico e intramontabile che, pur modificandosi, nel tempo rimane sempre attuale.
®Riproduzione Riservata