Talent da Altaroma

Da tempo ormai il focus della fashion week romana si focalizza sulle nuove proposte e i talenti emergenti. Dall’ultima edizione abbiamo selezionato alcuni nomi da tenere d’occhio e che stanno riscuotendo interesse tra gli addetti ai lavori. Una serie di proposte:

FEDERICO CINA

Uno degli show più emozionanti di Altaroma. La collezione si ispira all’archivio fotografico di Vittorio Tonelli, maestro e scrittore, nonché appassionato studioso della storia e cultura Romagnola. Nato a Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena, Tonelli esalta la straordinaria bellezza della sua terra attraverso il racconto di piccole storie e raccolte di fotografie. La cultura, la tradizione gastronomica e folcloristica della Romagna sono il tema principale del lavoro del “Maestro” sarsinate che dal 1974 ad oggi ha scritto una trentina di volumi, partendo sempre da una visione antropologica che mette al centro la persona, le sue emozioni e i suoi ricordi. E proprio una vena nostalgica percorre lo show di Cina che esplora tecniche diverse per un guardaroba ricco di ispirazioni, sottolineando l’aspetto artigianale che è alla base della visione del designer.

GALL

Atmosfere urban dai colori decisi e tessuti ricercati. Per Gall – marchio fondato a Roma nel 2014 da Justin Gall e Chiara Nardelli – il focus è sui tre colori primari rosso, verde e blu che coesistono in armonia, in equilibrio con l’un l’altro, come in natura, come nel “tutto” conosciuto. Da qui il nome “Omnia” per la collezione Fall Winter 20/21. La ricerca dei tessuti parla in una sinergia eccellente tra naturale e sintetico, incontrando grandi prestazioni nel rispetto completo dell’ambiente e del mondo animale. I pezzi voluminosi delle collezioni non sono confezionati con piume animali, ma con materiali lavorati dalla plastica riciclata. La funzionalità di ogni articolo è sempre un elemento chiave in ogni collezione Gall, come: tasche rimovibili, cappucci nascosti e segmenti modulari che danno spazio alla trasformabilità, comfort e facilità in ogni momento e protezione dalle condizioni estreme. 

SPENDTHRIFT

Nonostante il nome è italianissimo il brand, nato nel 2013 da un‘idea di Federico Cancelli e Marco Cuccagna. Una collezione all’insegna dell’arte e della sua condivisione. I due fondatori volevano usare la t-shirt bianca come una tela per esprimere la propria creatività.
Si sono divertiti a cambiare colori e forme giocando con grafiche accattivanti, immagini trasformate e scenari visionari che mostrano il DNA del marchio. Una collezione di pezzi forti come il cappetto con patchwork foto e i pezzi di maglieria con lettering ironici

ACCADEMIA COSTUME & MODA 

Sono 18 gli studenti (10 per l’abbigliamento e 8 per gli accessori) che hanno sfilato durante Altaroma per il Talents 2020 BA Fashion Show. I giovani hanno avuto l’opportunità di collaborare con 47 aziende del Made in Italy per la realizzazione di 18 capsule collection (6 outfit ciascuna) che sono state presentate in calendario. Tra i diversi talenti, due nomi da tenere d’occhio: Eva Bureau e Marco Passone. La prima ha vinto anche il premio Talents 2020 con la sua collezione “Hexapoda” (menswear e womenswear) incentrato sulla ricerca dell’identità e ricerca di materiali con un mix di texture e stampe davvero unico. I tessuti del progetto sono stati prodotti grazie al supporto con le aziende: Isa Seta, Italian Converter, Limonta, Ostinelli Seta, Thindown e Dyloan Bond Factory. Altro talent da tenere d’occhio è Marco Passone con la sua collezione “Gravity”, che distilla un calibrato equilibrio tra eleganza formale e tocco active. Il riferimento è alla all’attrazione gravitazionale, un’accelerazione contraria, che permette il rallentamento del paracadute durante la discesa verso il suolo. E in passerella si sono proprio visti dei spolverini in tessuto tecnico iper leggeri e abbinati a giacche e completi. Da un lato il paracadutismo militare, da cui viene ripresa la leggerezza e l’ampiezza del paracadute è riportata nei grandi volumi dei capispalla. Dall’altra è la subcultura dei Teddy Boy, in cui viene ripresa quell’eleganza Edoardiana data attraverso i tessuti lanieri maschili e da un taglio avvitato nei volumi. Di impatto le stampe grafiche di Ouzo Kim, artista Coreano, che sono state rielaborate attraverso la sovrapposizione di vedute aeree di Roma e a rilievi di mappe topografiche. La collezione –  proprio come nella migliore moda coreana – sintetizza l’eleganza contemporanea con un tocco più sporty.

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New Menswear: saranno famosi?

Dopo le passerelle dei titani del lusso di Milano e Parigi la palla passa ai giovani. Ad Altaroma lo scouting premia i talenti creativi che potrebbero riscrivere il dress code maschile del futuro. Altaroma, sotto la presidenza di Silvia Venturini Fendi, che è anche direttore artistico della maison di LVMH fondata dalla nonna Adele Fendi nel 1920, si conferma nuovamente la piattaforma privilegiata dei giovani virgulti del made in Italy con le sue varie vetrine, da Showcase alle sfilate delle scuole più importanti del belpaese, dagli stand alle passerelle dei creativi paladini della tecnologia green alle promesse del menswear Gall e Federico Cina. Insomma ne vedrete delle belle. Saranno famosi? Chi vivrà vedrà.

Intanto il rinascimento ecologico nato sotto l’egida di Greta fa proseliti e diventa la legittimazione per una nuova attitudine alla sperimentazione stilistica. E finalmente possiamo osservare una bella svolta creativa: i giovani della generazione Z si configurano come i più ecologisti in assoluto da Roma a Milano, da Torino a Cefalù.

A guidare questa legione di creativi emergenti è Italo Marseglia, un fashion designer simpatico e rotondo che propone una moda romantica e avvolgente, fortemente inclusiva declinata in un bello show coed realizzato con la regia di Rossano Giuppa: “Ragazzi smorziamo i toni-dice lo stilista nel backstage-la virilità non va urlata ed esibita e semmai penso che è mascolino chi ha le palle per accettare sé stesso anche con qualche chilo in più, le mie silhouette sono confortevoli, le camicie over di pizzo verde prato o alga si portano sui bermuda, un tocco childish che addolcisce e rende poetica la mia visione della moda; tutti i miei tessuti sono upcycled e anche i materiali degli accessori(realizzati con la collaborazione di studenti IED Roma n.d.r.), sono frutto di un recupero di pellami esotici, vedi la schiena del coccodrillo, senza contare che c’è una giacca effetto damier che è il risultato dell’assemblaggio di tessuti rigenerati”.

Gli outfit maschili sono corredati da cappelli di plastica surreali che inteneriscono. Standing ovation per il fashion designer che sicuramente farà strada. Più minimal il mood che pervade la collezione di Federico Cina che a luglio 2019 si è aggiudicato l’ambito premio Who is on next? E che definisce un’identità agender ricalcando le orme di Alessandro Michele. Niente di nuovo sotto il sole. Un’atmosfera nostalgica e sentimentale resa più stucchevole, se possibile, dalla colonna sonora struggente e piuttosto rétro di Sergio Endrigo, avvolge i look essenziali e romantici, abbastanza banali, fra bande orizzontali, pantaloni cargo, borse a bisaccia, goffi cappelli e sprazzi di rosa abbastanza fuori luogo.

L’ispirazione è, secondo lo stilista, una Romagna idilliaca vagheggiata nelle foto di Vittorio Tonelli sfruttato per fornire una patina intellettualoide alla collezione, ma l’impressione globale è di una mediocrità disarmante e lo stilista, che abbiamo ascoltato nel backstage, non pare avere una singola idea. Molto rumore per nulla. Appare sicuramente più interessante e convincente invece il mantra del menswear di Davide Gallo che con il suo progetto ‘Programma’ dopo la sfilata dello scorso luglio si prepara a calcare la passerella di Who is on next? Di luglio 2020.

Il giovane creativo che studia architettura a Roma ha una passione per il minimalismo anni’90 di Helmut Lang, Raf Simons e Martin Margiela. “Sono molto riservato e vorrei che parlassero i miei vestiti” spiega il giovane stilista, bello e gentile che adora Le Corbusier, la Bauhaus, Andy Warhol e i Massive Attack, e che tratteggia una silhouette rettilinea e netta azzerando gli orpelli e i coloracci poco appropriati per un uomo mascolino ma tenero, sensibile e determinato che predilige il grigio e il nero e li declina in giacche e spolverini molto misurati ma non privi di dettagli curiosi come il pattern grigio e nero, i volumi generosi dei pullover vagamente giap e il candido ricamo crochet che come un ludico talismano orna le tasche delle giacche.

La sua estetica, profondamente influenzata dal design industriale, rielabora l’unione distopica tra design classico e look da lavoro con spunti provenienti da culture diverse. Le proporzioni sono nuove e calibrate e il ragazzo sa quello che vuole. E lo dimostra anche a Showcase. Niente male neanche la collezione di Spenthrift (letteralmente spendaccione) un brand total look agender nato nel 2013 a Foligno dall’inventiva di Federico Cancelli e Marco Cuccagna che avevamo già notato all’edizione di Showcase di luglio scorso e che ora appare ancora più maturo e creativo. I capi sinonimo di urban luxury sono ironici e desiderabili, talora provocatori.

“La nostra cifra è il clash fra tessuti tradizionali e grafiche dirompenti”, spiega Cancelli, nipote del famoso pittore Maurizio Cancelli. Il classico camel coat ringiovanisce in una versione completamente reversibile con una fodera stampata che riproduce un collage di fotografie in bianco e nero legate alla dissacrante iconografia punk degli anni’70, un print che ritorna anche sulle camicie. I capi sono trasformabili, la maglieria è accattivante in tinte smaglianti con il lettering tipico delle t-shirt e il casual street raffinato del marchio forgia un nuovo linguaggio che può funzionare- data la sua vena artistica influenzata dalla Pop Art- soprattutto per un pubblico di trentenni e quarantenni. Un brand originale da tenere d’occhio come anche l’anima belligerante di Gall.

Nei modelli del marchio emergente creato dal designer americano Justin Gall che è vegano dal 2015 e ammette di curare ogni singolo aspetto delle sue collezioni, il look militare acquista un risalto quasi concettuale declinato in tre colori primari rosso, verde e blu che coesistono in armonia come in natura. I dettagli delle fogge militari di Gall ne esaltano la funzionalità: tasche rimovibili, cappucci nascosti e segmenti modulari danno spazio alla trasformabilità, comfort e facilità in ogni momento e protezione dalle condizioni estreme. Tutto ciò è incorporato nella tipica armatura Gall, ormai iconica. Uno stile riconoscibile dove i capi più sperimentali sono performanti e tecnologici per garantire la massima protezione a chi li indossa.

Una priorità di Gall è il rispetto del mondo animale: non a caso i capi più voluminosi sono imbottiti con piume di plastica riciclata. Interessanti anche i progetti creativi al maschile individuati sulle passerelle delle scuole romane di Maiani Accademia Moda, dove in omaggio al mito di Fellini cinque studentesse del primo anno di fashion design tentano di ridefinire l’iconografia del cinema surreale in rapporto all’identità maschile e femminile contemporanea

I capi maschili disegnati da Altea Placidi declinati in denim e broccato di seta, sono consacrati al tema dell’inclusione, quelli di Eleni Di Marcantonio-ispirata da Rick Owens e dal workwear più sperimentale- parlano di un viaggio nell’anima e si arricchiscono di texture craquelè e di dettagli couture come di accessori in ecopelle, fino ad Angela Ferrotti che riproduce il profilo di Fellini stilizzato sulla tunica bianca per lui e Noemi Mattei che contamina il classico con un tocco futuribile e colori shock.

Segnaliamo anche i look maschili disegnati per il final work del corso triennale in costume e fashion de l’Accademia di Costume e Moda che si prepara ad aprire una nuova sede a Milano in via Fogazzaro. Abbiamo apprezzato in passerella gli outfit presentati da Marco Passone che si ispira al look dei paracadutisti mixato con il mood dei Teddy Boys con stampe astratte tradotto in tinte smaglianti, Alice Piscedda con i blazer a tutto volume ispirati all’arte di Peter Clark, alla working class di Liverpool e ai murales di Belfast, Beatrice Scanni che punta sull’animalier zebra anche per gli accessori, rivangando Baudelaire attualizzato dalle canzoni di Nick Cave, Irene Valandro che modula un look maschile in denim scolorito ispirato alla scena hip-hop anni’90 per giubbini trucker dalle spalle ingigantite, Eva Bureau che intreccia il post punk con la fantascienza. Notevoli anche le soluzioni ideate dai partecipanti al fashion contest sulle wearable technologies lanciato dalla Fondazione Mondo Digitale per la Fashion Digital Night, laboratorio delle tendenze del domani.

Da segnale i progetti menswear di Zercollection, brand spagnolo che si avvale della stampa 3D e del ricamo industriale per giacconi dal minimo impatto ambientale. per non parlare di Perspective, progetto di un duo creativo peruviano che lavora con il tulle tagliato al laser in un puzzle sci-fi, mentre Primlab in tandem con Noumena sviluppano l’abito realizzato con stampa 3D che assorbe i gas serra. Suggestivo lo spettacolo ‘Lettere a Yves’ che nella aulica cornice del Teatro Torlonia ha portato in scena attraverso la voce del grande attore italiano Pino Ammendola e il romantico sound del pianoforte di Giovanni Monti e la performance canora di Maria Letizia Gorga, le lettere d’amore che Pierre Bergé dedicò prima di morire al suo compagno di una vita, il geniale Yves Saint Laurent, che ha liberato gli uomini dai lacci della schiavitù all’uniforme borghese. Davvero intenso e toccante. Appuntamento alla prossima edizione di Altaroma, stay tuned!

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Allo IED la moda diventa un film con ‘Amphibia’

La cultura dell’audiovisivo sta diventando il veicolo principale di divulgazione della moda soprattutto per l’efficacia descrittiva e semiotica del suo linguaggio.

Lo dimostra soprattutto la diffusione dei fashion film sui social media e anche nelle campagne pubblicitarie delle grandi maison che sempre di più si avvalgono di talentuosi videomaker internazionali per lanciare i propri messaggi nell’arena globale. In linea con questo trend che sta diventando un mainstream, lo IED promuove la creatività dei suoi giovani videomaker applicata al mondo fashion.

Durante l’ultima edizione di Altaroma l’Istituto Europeo di Design ha presentato davanti a un pubblico di addetti ai lavori e di profani il progetto ‘Amphibia’ dedicato all’acqua, e alla sua centralità nel quadro della salvaguardia dell’ecosistema, un tema verso il quale soprattutto le giovani generazioni manifestano una crescente sensibilità.

Per il filosofo Eraclito l’acqua era l’immagine più calzante per rappresentare l’idea del perenne divenire, nel suo flusso incessante. Nella sala cinema del comprensorio dell’ex caserma di via Guido Reni 7, sono stati esplorati, attraverso i sei fashion film degli studenti delle scuole IED di Milano, Roma e Firenze, della durata compresa fra i 90 e i 120 secondi, i temi della nascita, la trasformazione, l’evoluzione e l’adattamento all’ambiente dell’acqua. Una panoramica originale e suggestiva dedicata all’esaltazione della bellezza dell’acqua, che nel suo continuo fluire non è mai uguale a se stessa.

E fra i sei cortometraggi incentrati su questa risorsa indispensabile dell’ambiente il premio speciale della giuria tecnica composta fra gli altri da Costanza Cavalli Etro, Sara Sozzani Maino, Simonetta Gianfelici, il regista Luca Finotti e la giornalista di I-D Gloria Maria Cappelletti, e è andato al fashion film ‘Gola’. Realizzato da Simone Folli questo surreale cortometraggio che pare citare le atmosfere del visionario David Lynch rievoca nella sofisticata atmosfera di un ristorante, esseri umani e umanoidi – dalla testa di pesce – che convivono e cenano come se nulla fosse. L’umanità raccontata è quella post-umana, mutante, già stravolta dall’impatto delle attività dell’uomo e dell’inquinamento dei mari e degli oceani.

Uno short film, che ci mostra attraverso il linguaggio dell’assurdo, come le buone maniere di una cena elegante convivano con le pessime abitudini alimentari che hanno trasformato l’idrosfera in un oceano di plastica. Pregevoli anche gli altri film presentati, da ‘Crawled Ashore’ di Cristiano Naldi che è un’esortazione  a prendere coscienza del cambiamento climatico ma anche ad imparare nuovamente l’alfabeto perduto della natura, a ‘Venus’ di Pietro Cavallari che invece parla di rinascita, di adattamento e di speranza, nel segno della vita che si ridefinisce in corpi nuovi, inaspettati e meravigliosi.

Completano il quadro Out.Create che invita ad adottare un atteggiamento di speranza e ottimismo come fonte di un cambiamento reale, ‘Petricore’ in cui si rivive la sensazione della terra bagnata dalla pioggia che emana il suo inconfondibile odore, e ‘The Abstract Problem’ che affronta la realtà della costante decrescita o improvviso innalzamento del livello delle acque del pianeta. Appuntamento a luglio per il prossimo final show di IED Roma. Stay tuned!

Photographer: Stefano Casati

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ALTAROMA 2019: TALENTI DA SEGUIRE

Sempre più chiara la vocazione di Altaroma, manifestazione guidata da Silvia Venturini Fendi, che si focalizza sempre più come incubatore di talenti, un format simile a un festival culturale dove le nuove promesse della fashion industry trovano terreno fertile per esprimere al meglio la loro creatività. Tra i vari debutti e marchi da tenere d’occhio segnaliamo Federico Cina, creativo di Sarsina, che con la sua collezione “Romagna mia” ha parlato dell’importanza delle radici per ritrovare sé stessi. Ha proposto stampe di maxi spighe di grano sulla sua maglieria, insieme a pantaloni dalla ampia vestibilità, capispalla e trench destrutturati.

EdithMarcel si ispira allo sportswear: cappotti classici e sartoriali sono affiancati alla lycra, la maglieria è proposta in color block, per un interessante contrasto tra mondo sartoriale e activewear.

Martina Cella propone l’immaginario creativo sedimentatosi dal ricordo di un viaggio in Romania: l’anima folk della collezione è arricchita da altri ricordi, quelli d’infanzia come i viaggi sciistici. Il risultato? Un guardaroba in cui l’animo contemporaneo e nostalgico della donna convivono: il flavor classico del tailleur accostato all’estetica dei duvet anni Novanta. Tra i talent dell’Accademia di Costume e Moda da tenere d’occhio Luca Rao con la sua collezione “Give me a Chance”, un maturo métissage di menswear e activewear. Il designer ha proposto outerwear con pregiati decori al limite della tridimensionalità. Volumi over, imbottiture, camouflage che si mescolano in modo inusuale alla maglieria. Altaroma si conferma la manifestazione in cui è centrale la tutela e promozione dei giovani talenti.

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Altaroma manda in pista le giovani leve del Made in Italy

Mai come in questa sua ultima edizione Altaroma ha saputo esaltare la creatività e il dinamismo dei giovani talenti come riserva di energia creativa per il futuro del Made in Italy. Grande novità per l’edizione di gennaio 2018 è stato il debutto del progetto ‘Showcase’ nato in collaborazione con ICE Agenzia e che, come ha affermato Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma, costituisce “un nuovo strumento di promozione mirato alla vendita e al business”. Con questa valida iniziativa durante i 4 giorni della fashion week capitolina 40 brand emergenti con non più di 10 anni di attività, selezionati con bando pubblico da ICE Agenzia e da Altaroma, hanno presentato le loro collezioni di ready-to-wear alla stampa di settore e soprattutto ai buyer italiani e stranieri, sfruttando un’occasione unica di visibilità e di business. “Con Altaroma abbiamo tracciato un percorso di internazionalizzazione per i marchi giovani che vedrà Showcase anche all’estero durante le fashion week a cominciare da Parigi”, ha fatto sapere il presidente di ICE Agenzia Michele Scannavini. Fra i vari brand in vetrina a Showcase anche Gilberto Calzolari che propone una donna ladylike, elegante, contemporanea e orientaleggiante in tessuti sperimentali, e il modernismo sensuale di Greta Boldini il brand disegnato da Alexander Flagella che ha anche sfilato all’interno del Coin Excelsior con piumini di velluto a chevron, abiti a vita alta dalle costruzioni sapienti, tinte accese e vibranti e bluse romantiche dagli scolli generosi. In generale fra le sfilate, le presentazioni e gli eventi che hanno animato la sezione ‘hub’ banco di prova degli stilisti emergenti e ‘in town’ in cui la capitale si è aperta alla moda con vari happening, la manifestazione di fine gennaio ha registrato un upgrading nella qualità e nella varietà delle proposte in calendario. Cuore della kermesse è stato il Guido Reni District, un’ex caserma riqualificata come contenitore di eventi culturali, accanto al Maxxi e alla Galleria Nazionale di Arte Moderna che ha ospitato ‘A.I. Artisanal Intelligence’ a cura di Clara Tosi Pamphili e Alessio de’ Navasques con un focus sugli ultimi 50 anni di ricerca e creatività fra moda e cultura sociale, coinvolgendo gli studenti di varie scuole di moda italiane fra cui anche lo IED che hanno riletto il fermento degli anni della rivoluzione giovanile con soluzioni originali e contemporanee. Fra le novità di gennaio anche l’esordio in pedana a Roma del giovane brand Act N°1 vincitore di “Who Is On Next? 2017” fra suggestioni orientali ed echi grunge anni’90. Viene dall’Oriente, e in particolare dall’Iran Narguess Hatami, stilista di Miahatami che si è ispirata ai cappotti militari iraniani combinati con forme soft, maglieria e tessuti dalle stampe preziose. In calendario da segnalare anche le trasgressive fogge dei modelli di Sadie Clayton, designer britannica che a Villa Wolkonsky ha portato in pedana modelle ‘diverse’ per età, taglia, abilità ed etnia. Sempre più osservatorio internazionale sulle nuove tendenze del mondo fashion Altaroma ha accolto nuovamente le proposte d’avanguardia ed estrose degli esponenti del collettivo creativo ‘Portugal Fashion’ ma anche il gusto dei contrasti fra maschile e femminile di Soocha disegnato dalla coreana Soojung Cha che opta per il patchwork e per inedite stampe floreali. Marianna Cimini convince con i suoi abiti coulisse e i crop top in eco pelliccia stampata come nuova tela laddove Davide Grillo è catturato dall’idea di un Eden imperfetto. Da segnalare anche le fantasie dagli accenti esotici dei capi firmati Gentile Catone e le t-shirts di wearable art presentate da MANINTOWN con un evento speciale che riproducono i ritratti fotografici e alcune opere dell’artista Francesca Galliani ispirate al transgenderismo e alla bellezza di soggetti ‘diversi’.

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IED Roma con SINsation rivisita il passato con gli occhi del futuro

Cover_Courtesy of IED

Un ponte fra passato e contemporaneità per dare vita ad abiti non più solo da portare ma fatti per sognare in un percorso creativo che rompe gli schemi della solita passerella per mettere in scena un evento dal sapore sperimentale nato dall’interazione fra fashion styling, arti visive e nuove sonorità. Tutto questo è SINsation, l’happening che IED Roma ovvero la branch romana dell’Istituto Europeo di Design ha messo in scena nella sede di via Alcamo a Roma durante l’ultima fashion week di Altaroma. Un appuntamento suggestivo con un progetto di 24 giovani creativi, gli studenti del terzo anno del corso triennale di fashion stylist and editor artefici di altrettanti outfit maschili e femminili, che hanno collaborato con gli studenti – nuove leve della scuola di arti visive autori di un video proiettato durante l’evento e con i giovani sound designer di IED Roma che hanno composto la colonna sonora dello show. Risultato: una rivisitazione con un’ottica sbarazzina e audace in chiave rock, glamour e street di alcuni costumi e abiti storici provenienti dall’archivio della prestigiosa sartoria teatrale e cinematografica Annamode selezionati da film importanti: da Marie Antoinette a La Danseuse, da Wolfman a Ridicule fino ai costumi dell’opera lirica La sonnambula e tanti altri ancora. “L’idea è quella di smitizzare la formula rituale dell’evento – sfilata promuovendo una autentica interazione fra creativi di varia estrazione perché la moda è un’esperienza totalizzante, il tutto nel segno di una interdisciplinarietà che ci contraddistingue come scuola e vivaio di giovani talenti – spiega Nerina Di Nunzio, direttore IED Roma – SINsation è la crasi fra sin(peccato) e sensation (sensazione, esperienza) ovvero desacralizzazione di abiti mitici appartenenti a un archivio con 70 anni di storia perché qui a IED Roma ci sentiamo un po’ peccatori, trasgressivi, quasi blasfemi”. E così nei saloni della sede di via Alcamo prende vita l’evoluzione di un’icona della storia della moda, Maria Antonietta che si corica regina a Versailles e si risveglia protagonista di una favola dark. Un mix audace fra la sontuosa regalità di sete, broccati e velluti e di taffetas plissettati – un tripudio di corsetti, piccoli panier, cappe preziosamente ricamate e marsine – e dall’altra calze a rete gioiello, marsupi, pratici borsoni, felpe, vernici, jeans semi distroyed e tocchi androgini appartenenti al dress code delle giovani generazioni. “Volevamo valorizzare per una volta la vena creativa e il gusto dei nostri giovani fashion stylist che si sono divertiti a dissacrare Maria Antonietta in chiave gotica partendo da una loro selezione di capi d’archivio di Annamode – ha spiegato Paola Pattacini, art director dell’evento e direttore moda di IED Roma – d’ora in poi dedicheremo all’area di fashion styling il nostro progetto creativo in calendario nell’edizione di Altaroma di gennaio mentre i giovani aspiranti fashion designer saranno protagonisti dell’evento della scuola a luglio”. Finora il corso triennale per fashion stylist and editor di IED Roma è l’unico iter formativo della capitale nel suo settore didattico ad essere riconosciuto dal MIUR. Made in Italy, sostenibilità, innovazione e fatto su misura sono i temi focali di un nuovo percorso formativo proposto da IED Roma, il master in comunicazione e marketing per la moda che partirà a marzo 2018 con frequenza weekend.

Credito Photo Francesco Ormando
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FROM HERE ON DI FRANCESCA GALLIANI APRE A ROMA

Dopo l’inaugurazione a Milano presso il M.A.C., in occasione del party di MANINTOWN, venerdì 26 gennaio presso lo Studio TiEpolo 38 di Roma apre la speciale installazione FROM HERE ON dell’artista Francesca Galliani che torna in Italia con un progetto in esclusiva per MANINTOWN, magazine di lifestyle maschile online e on paper.
Proprio in occasione di ALTAROMA, Francesca Galliani espone un’inedita serie di ritratti fotografici dedicati ai Transgender in cui l’artista mostra la forza, la dignità e la bellezza di uomini e donne transessuali, che vivono ai margini delle tradizionali categorie con cui definiamo la società e i ruoli. Storie di coraggio che celebrano la diversità e il diritto di essere veramente se stessi, un omaggio alla fragilità, alla fugacità e alla natura sempre mutevole di identità e memoria.
Oltre alla serie dei Transgender, l’installazione di Roma prevede anche alcune opere da cui sono tratte le stampe per il progetto ‘Made In Me 8’, una collezione di t-shirt e felpe serigrafate e dipinte a mano. La fotografia, applicata a un tema molto caro all’artista, come quello del gender e del diritto all’amore tra tutti gli esseri umani, ha portato in modo naturale e organico a Made In Me 8, che vede protagoniste alcune T-shirt con slogan come “love wins” o “No Sexual Activity Allowed”, il mezzo espressivo più efficace per diffondere un’idea, un valore e per poterlo condividere in modo molto personale.
Giochi di sovrapposizioni tra fotografia e interventi pittorici, lettering con messaggi di forte impatto politico e sociale e grafiche tratte da pubblicità e giornali d’arte, storia e letteratura.
Il risultato è sempre di grande intensità narrativa e simbolica, grazie anche alle manipolazioni degli elementi chimici in camera oscura.

Francesca Galliani – From Here On
A cura di Federico Poletti

Opening su invito
venerdì 26 gennaio 2018 dalle 16.00 alle 20.00

Mostra aperta fino a domenica 28 gennaio
Orari mostra
Sabato 27 gennaio, dalle 16.00 alle 24.00

Domenica 28 gennaio, dalle 16.00 alle 22.00

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Roma sempre più vivaio del dolce stil novo con Altaroma

New Designers at Coin Excelsior ph. Allucinazione per Altaroma

Approdata nell’ex caserma di via Guido Reni 7, diventato un hub stimolante e spazioso per ospitare eventi di diversa rilevanza e portata, Altaroma cambia d’abito. E acquista un nuovo slancio creativo con un calendario ricco di appuntamenti che in 4 giorni hanno acceso i riflettori, oltre che sull’alta moda per happy few, anche sulle realtà più giovani e bisognose di sostegno. “Abbiamo scelto questa nuova sede per questa edizione perché è più centrale e quindi più raggiungibile e poi è così grande e funzionale da consentire di poter organizzare sfilate quasi in concomitanza fra loro; inoltre si trova di fronte al Maxxi con cui istituiremo sinergie sempre più strette anche per le prossime edizioni”, spiega il presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi. E aggiunge: “Occorre che Altaroma diventi più liquida e aperta per sostenere nuovi progetti creativi e che faccia sempre più dialogare al suo interno le sue espressioni creative più tipiche: cinema, arte e moda”. Non per niente la maison Fendi in cui la stilista è tuttora attivamente coinvolta a livello creativo-a Silvia Venturini Fendi si deve l’invenzione della borsa feticcio ‘baguette’ e attualmente riveste la carica di direttore creativo delle collezioni uomo, bambino e accessori donna di Fendi- ha aperto il nutrito calendario della manifestazione con una mostra al Palazzo della Civiltà Italiana, ribattezzato Palazzo Fendi che fino a luglio ospita la mostra ‘Matrice’ dedicata a Giuseppe Penone. L’artista piemontese d’avanguardia si appresta a donare a Roma in aprile 2017, grazie al munifico intervento di Fendi, una sua scultura-installazione che sarà collocata a Largo Goldoni, di fronte a un’altra sede romana di Fendi. La solenne apertura mondana della personale dedicata al grande artista, il primo dell’arte contemporanea a fare un simile dono a Roma, ha aperto la kermesse capitolina che attrae sempre più giovani e compratori stranieri, soprattutto asiatici, incuriositi dalla varietà di proposte e di eventi proposti dalla manifestazione, sempre più aperta a un dialogo con il Comune di Roma e con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che eroga i suoi fondi per Altaroma. Accanto ai nomi altisonanti dell’atelier hanno sfilato le collezioni per l’autunno-inverno 2017-18 di talenti emergenti come Greta Boldini, ispirata dalla leggerezza delle falene e della pelliccia poggiata su abiti vagamente rétro, di Marianna Cimini, che si rifà a una donna forte e fragile come il bambù giapponese, di Miahatami disegnata dall’iraniana Narguess Hatami che reinventa un’oasi nel deserto lavorando i tessuti come preziosi tappeti Kilim. Dopo i consensi della prima edizione è tornato inoltre in passerella Portugal Fashion sfilata collettiva dei 3 designer portoghesi Pé de Chumbo, Estelita Mendonça e Susana Bettencourt, una presenza che rispecchia l’evoluzione della creatività del Portogallo aldilà dei confini geografici. Oltre a dare visibilità agli accessori dei finalisti di Who is on next? Come Akhal Teké, Azzurra Gronchi e Lodovico Zordanazzo, Altaroma ha presentato fra gli altri eventi l’inedito Silent Vernissage, un percorso multisensoriale in via del Pellegrino popolato di live performance, istallazioni e video proiezioni in un viaggio virtuale vissuto dai visitatori muniti per l’occasione di avanzate cuffie wireless in una contaminazione di stili e culture, arte e moda, di cui Altaroma è sempre più imbevuta.

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A.I. Artisanal Intelligence: creatività di nuova generazione

Dissertazioni sul ruolo del creativo e della creatività oggi, ossia di come la stratificazione e la compresenza di epoche, culture e linguaggi riescono – o no – a convivere. Senza offrire su un piatto d’argento la scusa per dire che tutto è già stato inventato. È questo lo spirito retro-futuristico – più futuristico che retrò, a dire il vero – che ha accompagnato questa edizione di AltaRoma e i suoi progetti speciali come A.I. Artisanal Intelligence, realizzato grazie al sostegno di Fidenza Village e in particolare alla lungimiranza di  Desirée Bollier, Chairman di Value Retail. Ed è cercando proprio nel DNA della kermesse che emerge la chiave di interpretazione del fenomeno: far convivere in un unico calendario i nomi più longevi dell’alta moda capitolina (da Renato Balestra a Gattinoni) e le “nuove leve”. Un’operazione frutto di una profonda e cosciente attività di ricerca, che oggi per dirlo in inglese definiremmo scouting. Ma facciamo uno sforzo di italianità e chiamiamola ricerca, perché questo è il messaggio più forte che trapela tra le vie di Roma in questi giorni. Si parla infatti di una “scuola romana” – come l’ha definita la studiosa di moda Maria Luisa Frisa in un incontro – talk – con Silvia Venturini Fendi (erede dell’omonima casa di moda) e Pierpaolo Piccioli (direttore creativo di Valentino), che rifugge dalle logiche esterofile e vede nel saper fare italiano un orgoglioso punto di distacco dagli altri concorrenti, francesi in primis. Con un passato tanto glorioso come quello della Capitale – in tutti i settori, dall’arte alla moda – due sono le opzioni: o lasciarsi paralizzare dal peso del passato o trovare una via di uscita che parla di futuro. Roma, come spesso accade, ha trovato una sua via, fuori dagli schemi. Sempre secondo M. L. Frisa possiamo parlare per la creatività capitolina di “serenità creativa”, uno stato di attività mentale che, senza ansie da prestazione, si concede il lusso di creare abbandonandosi al flusso dell’esistenza e della bellezza. Una scuola di nuova generazione che non si lascia sopraffare dal passato ma ci dialoga, “trasgredendo deliberatamente la tradizione”. Un messaggio forte, che spiega bene la chiave lo spirito contemporaneo di maison ormai internazionali, ma che sono fortemente legate a Roma, come Valentino e Fendi. Esse detengono un vero e proprio patrimonio di segreti del mestiere made in Italy, che devono trasferire alle nuove generazioni attraverso nuovi codici e linguaggi.