BROTHERHOOD

Bryan ( a sinistra) – completo: Emporio Armani, calze: Borghi Uomo, scarpe: CC Collection Corneliani, orecchini: model’s own; Stefano (a destra): completo: Emporio Armani, scarpe: Cesare Paciotti.
Completo e camicia: DOPPIAA.
total Look Bally, cappello Inverni.
giacca e completo Gabriele Pasini, foulard vintage A.N.G.E.L.O., scarpe Cesare Paciotti.
giacca Tagliatore, T-shirt e pantaloni SSENSE.
completo Manuel Ritz, camicia Gabriele Pasini.
Total look N°21, calze Borghi Uomo.

total Look Gabriele Pasini, foulard vintage A.N.G.E.L.O.
Bryan e Stefano a sinistra: total look Wayeröb.
total look Emporio Armani; Stefano a destra in basso: T-shirt Wayeröb.

underwear Wayeröb, cappello Inverni.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
completo Manuel Ritz, felpa Lucio Vanotti, cappello Inverni, occhiali da vista Moscot Originals NYC; Stefano: bomber MTL Studio Matteo Lamandini, completo DOPPIAA.
impermeabile Manuel Ritz, completo Gabriele Pasini, camicia CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti; Bryan : giacca impermeabile e camicia DOPPIAA, completo CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
cappello: Inverni.
a sinistra: giaccone CP Company, maglia Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan foto a destra, a destra: total look Missoni.

Stefano a sinistra: giaccone CP Company, maglia e pantaloni Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan a destra: total look Missoni.

PHOTOGRAPHER : Davide Carson
STYLIST : 3
STYLIST ASSISTANTS : Fabiana Guigli e Davide Spinella
GROOMING: Elija Gutierrez @MKS Milano
SET ASSISTANT: Vittoria Parola
VIDEO MAKER: Irene Cacciarini
Models: Stefano Berretti @3mmodels @Next Model Management; Bryan Guglielmetto @I Love Models Management

MUSIC: Vincenzo Pizzi

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IL NUOVO ROCKET BAR MILANO

Eleganti carte da parati, arredi vintage e di modernariato, e l’attento lavoro cromatico, raccontano il nuovo design bar dell’area Navigli. Sarà questo lo scenario che ci accoglierà presso il nuovo Rocket Bar Milano il 19 febbraio, dalle 19 alle 21, in Ripa di Porta Ticinese 95 inizialmente con un evento dedicato alla stampa.

Il Rocket Bar Milano è certamente una novità nella movida milanese che si inserisce tra i locali di design nella eterogenea offerta notturna dell’area Navigli. L’arredo ricercato ideato dall’interior designer Valentina Lubrano crea un’atmosfera perfetta in cui poter conversare e ascoltare buona musica. La data di inaugurazione coincide proprio con l’inizio delle sfilate di Milano Moda Donna che renderanno la zona, già molto frequentata, crocevia di un pubblico ancora più internazionale.

Per citare poi Bukowski, che diceva: “Drinking is an emotional thing”, l’offerta qualitativa e creativa del bar è l’aspetto più importante. Ai grandi classici si aggiunge una speciale drink list studiata appositamente per Rocket Bar Milano da Mattia Mizzi, bar tender del Tree Cocktails and Food, con dieci proposte particolari che mescolano sapori datutto il mondo: dal sake all’assenzio allo jalapeno al miele, dal rosmarino al sambuco all’agave al pepe di Timut. Non ci resta che scoprirlo!

 

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LOREDANA GALANTE E I RAGNI TESSITORI

Loredana Galante, artista indipendente, ha allestito all’Atelier #2 del Macro Asilo a Roma un laboratorio creativo per lavorare e interagire con il pubblico. I suoi “Ragni Tessitori”sono realizzati con centrini e lavori a uncinetto raccolti e donati da svariate persone. Il dono diventa così un gesto simbolico e ricco di significati. La tela del ragno, similmente alle relazioni interpersonali, sono fragili e delicate: un’incomprensione può comprometterle o distruggerle.
Essere in relazione – dichiara l’artista – è il tema portante del mio lavoro: un esercizio di inclusione e confronto, un conferire costantemente importanza all’altro da sé. Il mio lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. Persegue un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva. Con il mio lavoro cerco di risvegliare un’appartenenza consapevole, sostenere con la parte migliore di ognuno un’appartenenza responsabile in cui trovare conforto.


Oggi la società vive un momento di chiusura, l’intento dell’artista è molto chiaro: quello di tentare di essere sempre in relazione con l’altro, esercitarsi al dialogo e al rispetto.
Inoltre è stato presentato “Peace Maker”, il catalogo di Loredana Galante all’interno della collana di Art Commission. Le pubblicazioni di Loredana Galante sono presenti in numerose e importanti biblioteche di musei come il MET di New York, il Peggy Guggheneim di Venezia e la Tate Modern di Londra.

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“FUORI GIOCO THE PASS” CON EDOARDO PURGATORI E MIGUEL GOBBO DIAZ

Da giovedì 31 gennaio a domenica 17 febbraio 2019

Dodici anni. Tre camere d’albergo. Un’ultima scommessa.
Quanto sei disposto a perdere per vincere?

Un’intervista doppia ed esclusiva ai due attori protagonisti Edoardo Purgatori e Miguel Gobbo Diaz nella prima trasposizione teatrale italiana della pièce presentata al Royal Court Theatre di Londra nel gennaio 2014.
Lo spettacolo suddiviso in tre atti ci racconta la storia di due ragazzi diciannovenni, in competizione tra di loro la notte prima della decisione di chi tra i due entrerà a far parte di una grande squadra.
Ma proprio quella notte succederà qualcosa che li cambierà per sempre, infatti uno abbonderà il calcio e vivrà la sua vita apertamente gay, l’altro arrivando a compensi milionari che come sempre prevedono grandi sponsor alle spalle, sarà costretto a vivere la sua omosessualità in totale segreto.
Siamo nel 2019 eppure sulla carta abbiamo solo un ex calciatore dichiaratamente gay, per il resto rimane tutto nell’ombra.
Proprio per questo l’importanza del testo originale di John Donnelly viene rimarcato con il patrocinio di Amnesty International e del CONI. Il tema dell’omofobia viene trattato con estremo garbo, e sarebbe consigliabile di poterlo vedere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, che hanno bisogno di segnali di amore e non di odio.
Forse qualcosa sta cambiando.

1- Che cosa hai pensato quando hai letto la sceneggiatura.

M: Che era una fantastica occasione, in quanto il calciatore fa parte della mia adolescenza, e l’attore è il mio mestiere.

E: Ho pensato che era una figata. Infatti, ho finito di leggerlo alle quattro del mattino e ho detto subito di si. Il testo proveniva da un festival di pièce con autori stranieri mai portati in scena in Italia, l’occasione era perfetta.

2- Avevi già lavorato con il tuo partner di scena?

M: Si avevo già lavorato con Edo ne “La grande rabbia”.

E: Si ma ci eravamo incontrati poco nel film, però il ricordo era bellissimo.

3- Hai esitato o hai detto subito di si per questo spettacolo?

M: Le cose son andate in maniera strana, in quanto la prima volta che mi hanno chiesto di partecipare a questo provino non c’ero perché ero a Londra. La seconda volta stavo girando la fiction” Nero a metà” e poi finalmente l’anno scorso, ero appena atterrato ed ho avuto modo di fare il provino e di li siamo partiti.

E: Quando uno può scegliere i propri progetti è sicuramente una grande fortuna, e questo è nato con la mia compagnia teatrale che si chiama “La forma dell’acqua” con la regia di Maurizio Mario Pepe.
Il prossimo anno sicuramente andremo in giro per l’Italia con lo spettacolo.

4- Senti la responsabilità di portare un messaggio forte come quello dell’omofobia nello sport.

M: Assolutamente sì. Soprattutto a quei livelli dove l’immagine è così importante, sarebbe bello che un giorno le persone si sentissero libere di poter essere sé stessi nonostante il lavoro svolto.

E: Il teatro è un luogo d’incontro prima di tutto, penso che l’arte in generale sia intrattenimento, quindi come minimo non bisogna annoiare il pubblico, poi se si riesce a trasmettere un messaggio forte al punto di porsi delle domande, vuol dire che si sta facendo qualcosa di meraviglioso.

5- Perché secondo te tutt’oggi è ancora un problema inaffrontabile essere gay nel calcio.

M: Credo che a quei livelli l’immagine che deve dare un calciatore è quella dell’uomo sposato con una bellissima donna, con figli ed una vita quasi perfetta. Sono abituati a vedere quello che loro chiamano “normale”, tutto li.

E: Si sono abbattuti parecchi muri a riguardo, però il calcio è ancora troppo legato alla cultura del virilismo e machismo, sono tifoso della Roma e so perfettamente che cosa viene detto allo stadio.
Anche Lippi che ci ha fatto vincere un mondiale ha detto “non ho mai conosciuto un calciatore gay”, statisticamente impossibile, ma questo è ciò che la gente vuole sentir dire.

6- Perché bisogna venire a vedere lo spettacolo

M: Perché lascia un messaggio molto forte, ovvero la scelta di vivere la vita per come sei o nasconderti dietro ad un’immagine.

E: Andare a teatro fa bene a tutti a prescindere, e questa è una storia che vale la pena di essere ascoltata.

7- La cosa più difficile di questo ruolo?

M: La consapevolezza dell’essere gay quando si è giovani. Con una tenerezza ed una sensibilità che hanno le persone che sentono delle emozioni ma non le vogliono seguire.

E: È una struttura classica quella di questo spettacolo, con la trasformazione del personaggio in tre fasi, quindi il far vedere tre momenti diversi della vita di questo personaggio.

8- Chi è più bravo dei due?

M: Abbiamo una connessione molto forte, ma non potrei mai dire chi è più bravo.

E: Quando siamo in scena ci divertiamo, ma ovviamente io! (ride)

 

 

 

ph. Manuela Giusto
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ALTAROMA 2019: TALENTI DA SEGUIRE

Sempre più chiara la vocazione di Altaroma, manifestazione guidata da Silvia Venturini Fendi, che si focalizza sempre più come incubatore di talenti, un format simile a un festival culturale dove le nuove promesse della fashion industry trovano terreno fertile per esprimere al meglio la loro creatività. Tra i vari debutti e marchi da tenere d’occhio segnaliamo Federico Cina, creativo di Sarsina, che con la sua collezione “Romagna mia” ha parlato dell’importanza delle radici per ritrovare sé stessi. Ha proposto stampe di maxi spighe di grano sulla sua maglieria, insieme a pantaloni dalla ampia vestibilità, capispalla e trench destrutturati.

EdithMarcel si ispira allo sportswear: cappotti classici e sartoriali sono affiancati alla lycra, la maglieria è proposta in color block, per un interessante contrasto tra mondo sartoriale e activewear.

Martina Cella propone l’immaginario creativo sedimentatosi dal ricordo di un viaggio in Romania: l’anima folk della collezione è arricchita da altri ricordi, quelli d’infanzia come i viaggi sciistici. Il risultato? Un guardaroba in cui l’animo contemporaneo e nostalgico della donna convivono: il flavor classico del tailleur accostato all’estetica dei duvet anni Novanta. Tra i talent dell’Accademia di Costume e Moda da tenere d’occhio Luca Rao con la sua collezione “Give me a Chance”, un maturo métissage di menswear e activewear. Il designer ha proposto outerwear con pregiati decori al limite della tridimensionalità. Volumi over, imbottiture, camouflage che si mescolano in modo inusuale alla maglieria. Altaroma si conferma la manifestazione in cui è centrale la tutela e promozione dei giovani talenti.

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ALESSANDRO ENRIQUEZ AI19: L’OMAGGIO ALLA PANTERA ROSA

If you can dream it, you can do it” diceva Walt Disney. Il designer siciliano Alessandro Enriquez è l’incarnazione del motto del celebre cartoonist: presenta la collezione maschile e unisex AI19/20 traendo spunto dalla seduzione in chiave “ironica”. La casa cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer ha affidato allo stilista la reinterpretazione del suo iconico personaggio, la Pantera Rosa: nascono così tre nuance di “Pink from Panther” che il designer aggiunge alla sua palette colori. Enriquez propone T-shirt, felpe e capi iconici arricchiti dalle tinture naturali con effetto tye and dye. Una narrazione creativa composta da molteplici elementi, riproponendo stili del passato cari al designer: dalle illustrazioni Fifties, le vestibilità iconiche anni ’90 dei giubbini in jeans, del denim rilavorato con una tecnica patchwork, delle T-shirt e felpe dalle vestibilità oversize. Le stampe raffigurano baci, gesti, la lingerie e gli “ex-voto” che, in versione cartonizzata, diventano “sex-voto”, amuleti per ottenere miracoli d’amore. Lo “script” che il designer siciliano ha composto per il suo uomo il prossimo autunno, è una storia a lieto fine, piena di positività e joie de vivre.

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ANDREA CARPENZANO

Chi è veramente Andrea Carpenzano? Le versioni sono tante, quella del “bad-boy” di Roma, oppure il giovanissimo attore, considerato la nuova promessa del cinema italiano, ma lui non si rivede in nessuna di queste. Dice di essere stato fortunato ed aver incontrato persone giuste che lo hanno instradato ad un mestiere a cui lui non pensava proprio.
La sua carta vincente è la trasparenza che ne fa un vero e proprio personaggio senza sovrastrutture.
Presto lo vedremo al cinema nei panni di astro nascente del calcio, un mix di genio e sregolatezza che incontrerà Stefano Accorsi, il quale lo aiuterà a diventare una persona migliore, dopo le tante bravate commesse. Commedia per la regia di Leonardo D’Agostini.

Trench, jacket, shirt and pants all by Gabriele Pasini
Jacket Barena, low tech hoodie by Lotto, pants Tela Genova, white sneakers Church’s
Suit and hoodie by Filippo Pecora, wrist band Nohant, trainers Church’s
Checked Trench, tartan suit and printed shirt all GUCCI
Long military orange coat Acne Studios, micro checked jacket Tagliatore, red hoodie C.P.Company, pants Pence 1979, Chelsea Boots by Church’s, hat Champion
Trench coat Allegri, striped pink jacket Thom Browne, white shirt Emporio Armani, tartan pants Gucci
Tartan Jacket, shirt with pin, all by Gabriele Pasini

Ti senti un bad-boy?

Sono stato una bella testa di …, soprattutto per la mia famiglia, ed un “paraculo” per i professori, finalmente adesso hanno visto che occupo il tempo in modo costruttivo senza far danni in giro, quindi diciamo che sono tutti più contenti.
Mi rendo conto di essere stato un macello per tutti quelli che mi stavano accanto.
Creavo costantemente problemi. Ma ora sono cambiato.

Che tipo di ragazzino sei stato?

Dipende delle fasi che ho avuto, la mia crescita è stata scandita da alti e bassi, da piccolino ad esempio ero molto tranquillo, silenzioso, tenebroso e sempre imbronciato.
Poi c’è stato il passaggio delle medie al liceo in cui ero completamente fuori di testa, andare a scuola: pochissimo, uscire alle quattro del pomeriggio per tornare alle cinque del mattino: sempre.
Finalmente ora mi son calmato, questo lavoro mi obbliga a ricordarmi che magari domani ho qualcosa da fare e quindi cerco di comportarmi bene.

Chi sono le persone che ti stanno più vicino in questo momento.

Pur se non è sempre al mio fianco, per me è mia sorella il mio punto di riferimento, è più grande di me e so di poter contare su di lei in qualsiasi momento.
Possiamo stare in silenzio, ma ci capiamo senza dire nulla.

Ti vedresti vivere in una città diversa da Roma.

Non te lo saprei dire, in quanto non sono mai stato troppo tempo lontano dalla mia città, e quando mi è capitato, alla fine mi manca sempre.
Parigi ad esempio è bellissima, ma poi ti manca la puzza, il disordine, insomma tutti i punti di riferimento della capitale.
Anche Milano, stupenda, ma questa cosa che l’autobus poi ti arriva sempre puntuale, per me è spiazzante. Non hai nemmeno il tempo di fumarti una sigaretta in pace.

Come ti sei preparato per il film in uscita con Stefano Accorsi “Il campione”.

Innanzitutto, sono entrato in una palestra per la prima volta nella mia vita, ed ho avuto occasione di toccare con mano che cosa vuol dire, alla fine non mi è dispiaciuto nemmeno troppo.
Poi mi sono allenato con una squadra di calcio, o almeno ci ho provato, perché anche se ti sforzi, se sei una “pippa”, tale rimani. Non basterà la fatica, ma ci saranno le inquadrature giuste che mi salveranno.
(mi confida che la passione per il calcio l’ha sempre avuta, ma solo da spettatore, anche perché quando da piccolo chiese a sua madre di iscriverlo, le rispose di no, perché altrimenti sarebbe diventato un “cojone”, ndr).

Cosa ne pensi di te come attore.

Oddio, non posso nemmeno dire parolacce, mi trovo in difficoltà. Non so giudicarmi, il senso critico lo abbiamo tutti, quando mi vedo recitare inorridisco, ma credo sia normale da quello che sento dire anche dai miei colleghi.
Preferisco non avere pensieri a riguardo, non sono capace e nemmeno incapace, sono così, e spero di non cambiare la mia visione, anche perché non voglio diventare una brutta persona con il rischio di sopravvalutarmi.

Hai un attore o un regista a cui ti ispiri, o con cui vorresti lavorare.

Non potrei mai ispirarmi ad un’altra persona, per quanto mi riguarda, traggo spunti dal mondo che mi circonda. Forse dal barbone sotto casa o da uno che guardo sulla metro.
Sul regista, difficile dirlo, i miei preferiti son tutti morti (ride,ndr).

La cosa che ti piace di più e quella che ti piace di meno del mestiere di attore.

Ciò che mi piace meno sono sicuramente le pubbliche relazioni forzate, solo perché non mi piace, non perché sono snob. Mi hanno sempre spiegato che fanno parte del gioco, ma per me non è cosi. Una persona; che può essere un regista, un attore o un produttore, se mi è simpatico ci vado a cena, altrimenti no, è semplice.
Non amo le imposizioni, o ancor peggio le dietrologie, solo quello.
Al contrario la cosa che mi diverte maggiormente è proprio il fatto di conoscere persone di ogni tipo dal casting director al macchinista, o l’addetto alle luci (che come dice lui, sono malati di mente di ogni tipo) e quindi fare le pubbliche relazioni non forzate.

Qual è il tuo tipo di vacanza ideale.

Non lo so perché non l’ho mai fatta pensandola come dovrebbe essere.
Forse in autunno andrei a fare un tour del vino, in Toscana o in Piemonte, visto che sicuramente la degustazione è tra le mie passioni.
In estate invece al mare in uno di quei posti che vedi solo in cartolina, che non sai esattamente se esistono davvero oppure no.

ENGLISH VERSION

Andrea Carpenzano will be in theatres soon as The Champion, but in real life is he the reputed “bad boy”?

Who really is Andrea Carpenzano? There are many versions- Rome’s “bad boy,” young actor considered to be the next promising talent in Italian film- but he doesn’t see himself as either. He claims to be lucky to have met the right people who lead him toward a career he had never even considered.

His trump card is his transparency, rendering him an honest personality without superfluity.

Soon he will appear on the silver screen as a rising football star, a mix between genius and unruly who, after years of mischief, meets Stefano Accorsi’s character who helps him become a better person. The comedy is directed by Leonardo D’Agostini.

Do you think of yourself as a bad-boy?

I was a real pain in the… especially for my family, and a piece of work to my teachers. Finally, they see that I now spend my time constructively, without running around doing damage, so I’d say they are all much happier now.
I realise that I was a disaster for all those around me.
I created trouble constantly. But now I’ve changed.

What were you like when you were young?

Depends on the phases I had. In the years growing up there were lots of ups and downs; when I was a child, for example, I was calm, quiet, even sombre and sullen.
Then there was the move from middle school to high where I was completely crazy, I barely showed up to school, I’d go out at four in the afternoon and come home at five in the morning, always.
Finally, I have calmed down. This job forces me to remember that I have to wake up and be responsible tomorrow, so I try to behave well.

Who are the people who are closest to you right now?

Even though she’s not always by my side, my sister is my go-to person; she’s older than me and I know I can count on her at any time.
We can even be together in silence; we understand each other without saying a word.

Do you see yourself living in any city besides Rome?

I couldn’t say, because I haven’t spent much time far from my city and when I have, in the end, I always miss it.
Paris, for example, is beautiful, but it doesn’t have the smell, the chaos, basically all the characteristics of my capital city.
Even Milan is great but the fact that the bus is always on time, for me, is unsettling. You don’t even have time to smoke a cigarette in peace.

How did you prepare for the upcoming film with Stefano Accorsi, The Champion?

First of all, I stepped inside a gym for the first time in my life and saw first-hand what it means to work out, which in the end wasn’t all that bad.
Then I trained with a football team- or at least I tried- because even if you push yourself, if you suck, you suck. Effort is not enough, but luckily the right camera angles and editing will save me.

I’ve always had a passion for football, but only as a spectator. When I asked my mother to sign me up for a league when I was young, she said ‘no’ because otherwise I would have become a “cojone.”

What do you think of yourself as an actor?

Oh man, I can’t use curse words, so I’m stuck about what to say. I don’t know how to judge myself, the critical sense we all have- when I see myself acting, I’m horrified. But I think it’s normal based on what I hear even from my colleagues.
I prefer not to think about it, I’m neither good nor bad, just so so, and I hope not to change my opinion. I do not want to become an arrogant person by overestimating myself.

You have an actor or director who inspires you, or with whom you would like to work?

I never get inspiration directly from another person as an actor, I draw inspiration from the world around me. It may be from the homeless man on my street or from someone I see on the metro.
As for a favourite director, it’s hard to say, but my favourites are all dead (laughs).

What do you like best and least about the acting profession?

What I enjoy least is most certainly the forced public relations, simply because I don’t like doing it, not because I’m a snob. It has always been explained to me that it’s just part of the job, but for me it’s an burden. In my book, if a person is nice- whether a director, an actor, a producer- I’ll go to dinner with him or her; otherwise I won’t, it’s that simple.
I don’t like the obligation, the blowing hot air, that’s all.
On the other hand, the thing that I enjoy the most is getting to meet all kinds people, from the casting director to the stagehand or the lighting person- I’m intrigued by all types of people- hence non-forced, natural public relations.

What is your ideal holiday?

I’m not sure, because I’ve never planned a trip thinking about the ideal.
Maybe in autumn I would go for a wine tour in Tuscany or Piedmont, as wine-tasting is one of my passions.
In the summer, though, I’d go to the seaside, to one of those places I’ve only seen in postcards that I’m not sure really exists or not.

Photography PASQUALE ABBATTISTA

Styling 11

Grooming GIUSEPPE GIARRATANA

Postproduction ALESSANDRO LAMANNA

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PICCOLI INFLUENCER CRESCONO CON INSTAGROW

E’ il social media diventato in pochi anni il punto di riferimento per diversi tipi di industries, dalla moda al food, dal design all’automotive. Oggi Instagram è diventato anche uno strumento di ricerca per creativi, oltre a un’opportunità di business per tantissime persone che hanno saputo trasformare la loro passione in un vero e proprio lavoro. Dietro a profili social a volte molto seguiti non c’è solo il talento di chi sa creare una storia, ma sono sempre più diffusi i servizi di crescita per raggiungere audience e avere like in modo esponenziale ma spesso non coerente rispetto al proprio target e segmento. Tra i vari bot presenti sul mercato #InstaGrow è un potente servizio di crescita organica di followers e likes su Instagram che in modo totalmente automatizzato permette di interagire con utenti reali e interessati ai tuoi contenuti. Il servizio funziona su qualsiasi nicchia e settore, che tu sia influencer, viaggiatore, food blogger, azienda di accessori o abbigliamento. #InstaGrow individua il giusto target e utilizza tecniche legittime per permetterti di crescere organicamente, aumentando la tua esposizione e soprattutto l’engagement su Instagram. Un servizio facile da attivare e dal prezzo accessibile che assicura risultati graduali, non perdendo di vista la qualità dei contenuti e delle interazioni.
Scopri da qui come funziona #InstaGrow  e guarda il video con alcune testimonianze:

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THE HOUSE

Total look Cavalli Class
Total look Gucci
Total look Brunello Cucinelli
Total look Gazzarrini
Total look Gazzarrini
Cappotto Barena, camicia Alessandro Gherardi, pantaloni Berwich, occhiali Saturnino
Cappotto Barena, camicia Alessandro Gherardi, occhiali Saturnino
Giubbotto e T-shirt Iceberg, completo in velluto Lucio Vanotti
Total look Les Hommes

 

Photo Manuel Scrima
Styling 3
Stylist’s assistants Fabiana Guigli and Anastasia Mariani
Grooming Chiara Vitulo
Model: Kilian Isaak @Independent Models MGMT

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LUCA BOTTE: L’ATLETA E LA FIXED GEAR

Una vita senza freni: grazie al furto di una bici Luca Botte ha scoperto quelle a scatto fisso. Se ne è appassionato a tal punto da trasformare la sua passione in business. Le fixed gear – precisa lui – “sono uno stile di vita piuttosto che uno sport”. Ci ha confidato che questa adrenalina che prova mentre va in bici è per lui insostituibile. E c’è da credergli. Attualmente collabora con brand come Cinelli e Fred Perry, e sul suo profilo instagram condivide con gli appassionati follower questa passione giorno dopo giorno.

Da dove nasce la tua passione per la bicicletta? Ci spieghi come mai prediligi le “Fixie” (biciclette a scatto fisso)?

E’ nato tutto circa 4 anni fa, quando mi rubarono la mia unica bici da corsa vintage che usavo quotidianamente per andare a lavorare. Non essendo mai stata una mia passione, non ho mai voluto spenderci più di tanto, infatti poi ho deciso di prendere dei pezzi di seconda mano per crearne una da zero a costo super ridotto. A lavoro finito mi sono reso conto che mancavano i freni e il cambio, optional a dir poco vitali per chiunque usa la bicicletta! Mi sono documentato su internet e ho scoperto questa tipologia di bici, ovvero SCATTO FISSO, in poche parole bici senza freni e senza rapporti. Venendo dal mondo dello skateboard, considerato sport estremo, diciamo che mi ha subito affascinato la cosa di andare in giro per la città senza freni! La prima volta che ci sono salito, mi sono catapultato in avanti e da allora è stato subito amore. Perché preferisco una bici a scatto fisso? Semplicemente perché ormai sono abituato ogni giorno ad avere la mia dose di adrenalina, cosa che una bicicletta normalissima non riesce più a darmi. Gli optional che ti facilitano la pedalata, non mi piacciono!

Quali sono i tuoi principali pensieri durante la giornata?

Dopo 4 anni, sono riuscito a fare della mia passione un lavoro vero e proprio, ora ho tanti followers che mi seguono da varie parti del mondo e uno tra i primi pensieri della giornata, è proprio quello di far vedere a chi mi segue cosa sto facendo e cosa ho fatto nelle giornate precedenti postando varie foto sui social media, principalmente su instagram.

Sul mercato ci sono modelli di prossima uscita che non vedi l’ora di testare?

Ho la fortuna di essere sponsorizzato da Cinelli, un brand di biciclette ormai storico che tutt’ora continua a produrre nuove bici, e proprio qualche mese fa mi hanno dato in anteprima la nuova Cinelli Vigorelli Shark, un telaio da pista che uscirà nel 2019.

Cosa stai ascoltando come musica in questo periodo?

Non ho un genere preferito, ma principalmente ascolto musica Retrowave, suoni anni 80 che nessun altro genere riesce a riportare, ogni volta che ascolto qualche canzone, immagino sempre di essere in un’altra realtà, con palme ovunque, auto strane, schermi giganti e ovviamente il tutto sfumato di blu e rosa. Solo chi ascolta questo genere può capire cosa intendo!

Hai dei rituali pre-allenamento?

Da quando ho iniziato ad andare in bicicletta, non mi sono mai considerato un ciclista vero e proprio, non sono il tipico ciclista che vedete con la tutina alla domenica mattina! L’unica cosa che controllo ogni volta prima di uscire, è se la playlist che sta per partire è quella giusta con il mood della giornata.

Hai dei talenti segreti?

Vi sembrerà forse strano se vi dico che ho acquisito un sesto senso, ma col tempo, andando a scheggia in mezzo al traffico, ho imparato a prevedere quasi ogni cosa in pochi istanti. Molti dicono che è solamente fortuna se io sono ancora qui a raccontarvi quello che faccio, ma dopo anni di guida senza freni, sei praticamente costretto a prevedere cosa può fare qualcuno davanti a te. Per esempio, se qualcuno frena improvvisamente davanti a me, devo già sapere dove andare perché non ho alcun modo di frenare. E’ estremo, ma nient’altro riesce a darmi questa adrenalina.

Qualche novità che ti riguarda? Obiettivi di prossima realizzazione?

Per quest’anno ormai le novità sono state svelate, ma nell’anno nuovo ci saranno nuove collaborazioni con brand conosciuti di cui non posso svelare ancora nulla!

Se potessi scegliere di essere il personaggio di un film, quale sarebbe e perché?

Sono un tipo strano, tanto quanto Ryan Gosling nel film Drive. Se potessi scegliere, sceglierei sicuramente di essere lui, calmo ma allo stesso tempo estremo sotto certi aspetti, di poche parole ma sempre pronto a fare la scelta giusta anche nelle situazioni più assurde dove chiunque prenderebbe la strada sbagliata.

“Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti, sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto prima o un minuto dopo, sei da solo. Io guido e basta.”

Parlaci della tua esperienza come influencer di instagram.

Preciso a dire che essere etichettato “INFLUENCER”, è una cosa che mi infastidisce molto, ma purtroppo non c’è alternativa oggi giorno. E’ iniziato tutto per gioco 4 anni fa, (quando ancora non era di moda essere influencer), ho conosciuto i ragazzi del famosissimo negozio DafneFIxed, ho comprato una coppia di ruote per la mia bici e loro mi hanno proposto uno sconto in cambio di qualche foto da postare sui social per fare pubblicità. Da quel giorno abbiamo iniziato a collaborare, facendo foto ai loro prodotti e postandoli sui miei canali, e con il passare dei mesi, sono arrivate le prime proposte di pubblicità da varie parti del mondo. Il mio primo sponsor è stato Leader Bike, un’azienda di bici situata a San Diego, amanti dell’urban riding, proprio come vivo io la mia passione, only urban. Per me è stata una grande soddisfazione e da quel momento ho voluto spingere di più il mio personaggio su instagram, e cosi facendo sono continuate ad arrivare proposte una dietro l’altra! Ora sono fiero di essere supportato da brand famosissimi come Fred Perry, Cinelli, Bricklanebikes, RedBull, GoPro e tanti altri! E’ una continua soddisfazione perchè ricevo proposte continue per collaborazioni con nuovi brand e questa cosa mi da modo di viaggiare e conoscere persone nuove in giro per il mondo! Ancora mi fa strano dirlo, ma sono riuscito a fare della mia passione un vero e proprio lavoro.

Cosa ti appassiona ogni giorno dello sport?

Ciò che faccio io, non lo definirei uno sport ma uno stile di vita. Non c’è qualcosa di preciso che mi appassiona, non è uno sport come un altro, non ci sono regole e non c’è una fine. Forse è proprio per questo motivo per cui lo faccio, non ci sono limiti e nessuno può fermarmi.

 

 

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MOSCHINO CON JEREMY SCOTT CELEBRA A ROMA IL GENIO DI FELLINI

Re per una notte. Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino che con lui in 5 anni ha visto impennarsi i fatturati, subito incoronato il nuovo enfant terrible del fashion gotha internazionale, ha reso omaggio a Roma, in una magica notte di moda e affabulazione, al genio istrionico della cinematografia di Federico Fellini al quale si è ispirato per la collezione menswear e la prefall autunno-inverno 2019-20 della maison di Aeffe. Set ideale per la immaginifica sfilata co-ed del creativo americano è stato lo studio 10 di Cinecittà dove il grande cineasta italiano ha girato alcuni dei suoi capolavori ai quali lo stilista iconoclasta erede di Moschino ha dichiarato di essersi ispirato: Satyricon, 8 ½, Casanova, Roma e La Dolce Vita. E complice la genialità di Scott il surrealismo del maestro del cinema diventa subito una pirotecnica opera pop. Sullo sfondo delle terme di Caracalla trasformate in una irriverente sala da ballo dominata da una scenografica torcia sfilano matrone e centurioni con tanto di armatura ed elmo d’ordinanza, ammiccanti flapper e showgirl a riposo in compagnia di principi azzimati e provocatori con i loro frac preziosi e ludici, talora rocckettari. Fra i tavoli dello studio 10 Scott ha lanciato un’autentica boutade modaiola celebrando il connubio dello streetwear più fantasioso e colorato con la couture più raffinata e magistrale in un tourbillon di citazioni colte e omaggi all’immaginario felliniano. Cappotti ricamati di lettere romane come tavolette cesellate e paltò spigati sono solcati da fiocchi teatrali e si alternano ai parka e ai bomber portati su abiti gioiello da gran sera, torreggianti parrucche e armature alla Satyricon si portano con gli anfibi e le cinture dove il marsupio si trasforma in zainetto bonsai suggellano il look dei completi in technicolor, in un trionfo esuberante di stampe virate in una palette coloratissima che inneggiano in chiave ironica ai fasti della romanità. Parrucche colorate, mini panier settecenteschi in perfetto stile ‘Casanova’, lustrini e opulenti decori animano le mise stravaganti ma portabili fra costume e alta moda. Anita Ekberg rivive nel fasciante fourreau a sirena scarlatto con accessori dorati mentre un modello si esibisce in un completo formato da un chiodo e un tutù da ballerina da portare con gambe nude e scarponcini d’ordinanza. Chiudono lo show di 55 uscite i super top Nadja Auermann e Jon Kortajarena: per lui corona tempestata di gemme e frac dalle code che formano uno strascico e per lei abitino scintillante in stile anni’20 come nel film ‘Cotton Club’ e copricapo piumato su bomber army glam.
Un vero en plein all’altezza delle aspettative con un invito singolare: una spada da gladiatore disegnata come una scultura di cartone.

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SCOOTER ELETTRICO NES: PRESTAZIONI E DESIGN

Quando libertà, dinamismo e rispetto per l’ambiente si uniscono, nasce NITO, marchio italiano che sfida i grandi brand per divenire protagonista del mercato consumer delle due ruote.

NITO offre prodotti dal forte carattere distintivo, mezzi elettrici di design e dalle prestazioni brillanti, capaci di distinguersi nel contesto metropolitano per dettagli e bellezza.
Ogni prodotto è customizzabile, il design è italiano, le forme compatte e i materiali di qualità eccellente. Chi viaggia con NITO viaggia con stile, e si diverte nel pieno rispetto dell’ambiente.
NES, lo scooter del brand torinese, è tra i più scattanti mezzi sotto i 4 kw in termini di prestazioni, il valore aggiunto di un prodotto eco-friendly e dal grande impatto estetico.

nitobikes.com

Coat Acne, polo and shoes Reebok, trousers Les Hommes

Coat Acne, Jumpsuit Kappa, shoes Reebok, glasses Tom Ford
Vest, Pants and shoes, GCDS, Orange jacket ESEMPLARE

total look GCDS, Sunglasses Oakley

photo: Enrico Mazzarino

styling: Simone Botte

Talent: Samuele Zuccarello

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A TALK WITH BRITISH MODEL LAURIE HARDING

Fisico asciutto e scolpito, tratti spigolosi, occhi di un azzurro intenso: il modello britannico Laurie Harding ha conquistato tutti gli insider dell’industria della moda anche grazie alla sua educazione very British. Abbiamo scambiato qualche domanda con Laurie durante la pausa natalizia, quando si stava ricaricando per ripartire alla grande a gennaio per la moda uomo.

Che cosa ti rende felice quei giorni?
Recentemente mi sono trasferito in Italia con la mia ragazza e questa è stata probabilmente la mossa più intelligente che abbia mai fatto. E poi non dimentichiamoci la pizza!

Qualche consiglio per una carriera di modello di successo come la tua?
Sii educato, sii te stesso, sii puntuale!

Se potessi essere un supereroe, quale sceglieresti e perché?
Wonder Woman, ha un lazo che spazza via le s****te della gente, sarebbe molto utile.

Cosa ti fa continuare a muoverti?
Le persone che amo intorno a me.

C’è qualcosa che vorresti cambiare nella società moderna? Qual è un argomento rilevante su cui dovremmo essere maggiormente concentrati?
Uguaglianza, diritti umani, cambiamenti climatici. È il 2019 e sembra che in molte aree stiamo facendo passi indietro. Riformulerei la domanda.

Cosa ti aspetti dal 2019?
Un sacco di cose in work in progress. Ma troppo presto per dirlo.

Descrivici la tua routine di fitness.
Corro, ad essere sincero non faccio molto altro … un po ‘di basket a volte con gli amici.

Cosa farai dopo questa intervista?
Torna alle e-mail, purtroppo. Grazie per aver parlato con me!

 

Vestaglia: Pierre-Louis Mascia Camicia: Bally
Cardigan: Pringle of Scotland Camicia: Gucci Sandali: Hermés
Completo: Salvatore Ferragamo Camicia: Roberto Cavalli
Total Look: Hermés

LAURIE HARDING @ I LOVE MODELS MANAGEMENT (@laurieharding_)
PHOTOGRAPHER: VALENTINA FRUGIUELE (@valentinafrugiuele)
FASHION STYLIST: FABIO PITTALIS (@fabiopeet)
HAIR/MAKE UP: MISAKI KATO (@misaki_artmakeupandhair)
FASHION ASSISTANTS:
GIULIA NOBILE (@giulia__n)
TERRY LOSPALLUTO (@terrylospalluto)

 

 

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RAMAZZOTTI LANCIA IL BLEND PREMIO

L’amaro Ramazzotti goes to the next level. Dal piccolo laboratorio milanese dell’erborista Ausano, che nel 1815 trovò l’alchemia perfetta in una miscela di 33 spezie, erbe, fiori e frutti l’azienda di beverage è divenuta nel tempo un must da accompagnare al caffè alla fine dei pasti. La sua è la storia di una travolgente saga familiare intessuta dalle normali e dalle straordinarie
vicissitudini quotidiane attraversate da lampi di genialità. A dicembre 2018 c’è un altro step significativo nella storia di Ramazzotti: nasce Premio, il blend che unisce il sapore dell’amaro alla grappa di Nebbiolo riserva invecchiata 36 mesi. Storicamente la ricetta nacque nel 1850 per un desiderio di convivialità del signor Ausano, per il piacere di condividere qualcosa di speciale con le persone amate. Nel 2018 Premio è svelato al grande pubblico.Ogni bottiglia, così, racchiude l’infinita felicità di una creazione nata come dono, il dono di un padre ai propri figli. Caratterizzato dal gusto corposo di Ramazzotti e dalle note di vaniglia della grappa di Nebbiolo, coniuga le note erbacee e balsamiche del primo con la morbidezza della seconda, per un’esperienza di gusto sensazionale. Prodotto in serie limitata, ogni bottiglia è numerata. Premio è il dono ideale per le feste natalizie alle porte.

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RICCARDO MANDOLINI, ENFANT PRODIGE DELLA FICTION

La definizione di ‘enfant prodige’ gli calza a pennello. Non capita a tutti del resto debuttare a teatro a 13 anni e a 18 ampiamente compiuti, già con un’esperienza di cinema alle spalle, diventare uno dei protagonisti di una serie Netflix che si intitola appunto ‘Baby’ ed è visibile in 190 paesi. Senza contare un cast stellare che affianca agli attori più giovani in ruoli teen, personalità del calibro di Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Massimo Poggio. Romano, classe 2000, segno zodiacale Acquario, Riccardo Mandolini pur interpretando un ruolo, quello di Damiano nella fiction ‘Baby’ dal 30 novembre sulla piattaforma Netflix, che per molti attori è un punto d’arrivo mentre per lui potrebbe rivelarsi un trampolino di lancio, non si monta la testa anche se qualcuno potrebbe dire che, date le sue credenziali, ha la strada spianata. Un po’ anche perché è figlio d’arte: la mamma è l’attrice Nadia Rinaldi mentre il padre Mauro Mandolini è regista e attore per il teatro e il cinema. Manintown, che ha la vocazione allo scouting di giovani talenti, lo ha incontrato per conoscerlo meglio.

Ciao Riccardo, vuoi parlarci della tua esperienza in ‘Baby’?

E’ stato davvero esaltante lavorare con grandi attori e con interpreti più giovani, un bel mix di talenti. Damiano, il mio personaggio in cui ho messo davvero l’anima, è un ragazzo duro e puro di 16 anni che dalla periferia romana si trova catapultato in un liceo del quartiere Parioli dove nel 2014 è scoppiato lo scandalo delle baby squillo su cui è incentrata la serie. In 6 episodi da 50 minuti l’uno la serie approfondisce questo personaggio che è un po’ un outsider, un, come si suol dire, ‘pesce fuor d’acqua’! Non guida un macchinone status symbol ma si muove in skateboard ed è un personaggio positivo.

Quanto c’è di te in Damiano?

Diciamo che mi riconosco in parte in questo carattere. Il mio temperamento come il suo, è sincero, leale, innocente, un buono insomma ma anche caparbio, ancorato alle sue convinzioni e ‘capa tosta’, senza peli sulla lingua. A calarmi nel personaggio e a plasmare la mia recitazione mi ha aiutato il regista Andrea De Sica, nipote del grande maestro Vittorio e di Christian. Un vero cineasta che sul set con i suoi attori ha puntato sul gioco di squadra e al quale sono molto grato. Ritengo di aver avuto una grossa opportunità a lavorare in ‘Baby’.

Quali sono i tuoi progetti e le tue aspirazioni nella carriera e nella vita personale?

Al momento sono single, ho molti affetti perché vivo fra due famiglie allargate e ho più di una sorella acquisita ma sono molto concentrato sull’acting. Dai miei genitori ho appreso che è un mestiere in cui è dura sfondare e che richiede un forte impegno. Per questo vorrei affinare la mia recitazione frequentando una scuola e poi ci terrei a imparare l’inglese. Adoro il cinema italiano e vorrei continuare la mia carriera in campo cinematografico: i miei idoli sono Stefano Sollima, Paolo Virzì, Gabriele Muccino e Giovanni Veronesi. Ma sono anche molto attratto da Hollywood e la mia suprema ambizione è lavorare lì. Non mi perdo un film di Quentin Tarantino e di Martin Scorsese, sono cineasti che in parte mi hanno trasmesso la passione per la recitazione. Del resto ho sempre frequentato il set fin da bambino grazie ai miei genitori e quello che era un hobby è oggi una professione.

Le tue passioni maschili.

Pratico il nuoto e il calcio.

Un capo must del tuo guardaroba?

Adoro lo stylish streetwear e mi piacciono le proposte di look firmate Stone Island e DSquared2.

Un luogo fisico e dell’anima.

Luogo fisico: il cinema perché nel buio e nel silenzio concentrato di una sala cinematografica posso evadere davvero. Luogo dell’anima: una chiesa. E’ bello pregare qualche volta.

total look: N°21
Camicia e Jeans CALVIN KLEIN T-shirt LES HOMMES Scarpe N°21
Total Look: GUCCI

Photographer Davide Musto
ass. ph. Federico Taddonio
Stylist Andreas Mercante @ ID- Communication

ass. stylist Lorenzo Spitoni
ass. stylist Irene Bruni
Grooming Mara Giannini @ Making Beauty

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MAN IN TOWN TALKS: SEM & STENN

LICK EVERYTHING

Sem&Stenn

Art Direction Simone Botte – Mua Silvia Acquapendente – special thanks to RAB (C.so San Gottardo)

1) Sem&Stenn, si conoscevano anche prima del talent show, tra gli alternativi, quanto è servito Xfactor alla vostra carriera musicale?

È servito a far conoscere quello che facciamo e chi siamo ad un pubblico molto più ampio ma non ha cambiato la nostra natura. Scriviamo, produciamo, pensiamo esattamente come prima.

2) Coppia nella musica e nella realtà, cosa di questo vi aiuta ad andare avanti?

Il nostro rapporto è sicuramente qualcosa di raro, ha aiutato e continua a farlo. Siamo due teste diverse ma che insieme raggiungono sempre un punto più alto di quello che potremmo fare da soli.

3) Il vostro stile, lo avete studiato a tavolino o è spontaneo?

Non indosseremmo mai qualcosa che non ci piace, è più una cosa istintiva: “mi piace, lo metto” Non ci sono ragionamenti più complicati di questo.

4) Avete un suono tutto vostro, parlateci delle vostre influenze e i vostri idoli..

Ci ispirano molto gli artisti che fanno un po’ quello che vogliono come Charli Xcx Tove Lo Tommy Cash Sophie e simili.

5) Siete due bravi ambasciatori dei diritti e dell’amore libero, come vi ha accolto la comunità LGBT?

C’è sempre chi ti ama e chi ti detesta. Anche nella comunità lgbt. Ma questo non influenza il nostro attivismo perché è motivato da valori in cui crediamo realmente. E continueremmo a farlo anche se fossimo soli.

6) News e anticipazioni su un qualcosa che avete in cantiere?

È una fase creativa, stiamo ore e ore in studio a scrivere. Vogliamo che i nuovi pezzi suonino avanguardisti.

7) Un consiglio alle nuove generazioni di musicisti?

Di percorrere strade nuove perché è il solo modo di lasciare il segno

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A STYLE CONVERSATION WITH GABRIO GENTILINI

Fresco del debutto nella fiction televisiva e del successo della “Bisbetica domata” di Shakespeare al Globe Theatre di Roma, Gabrio Gentilini si divide tra queste due appaganti carriere, sognando il debutto sul grande schermo. Come ogni millennial che si rispetti, ha le idee molto chiare in fatto di stile. Il personaggio che sogna di interpretare? Un villain senz’altro, a patto che abbia conservato qualcosa di puro nel suo animo.

Che ruolo hanno nella tua vita lo stile e la moda?
La moda mi piace e mi incuriosisce molto ma non ne sono vittima e tendo a non seguire le tendenze, mentre lo stile, in generale, non solo nell’abbigliamento, è una cosa a cui do molta importanza. Lo stile di una persona è l’espressione della sua personalità, creatività e prima di tutto del suo animo. Per me lo stile è una cosa che deve partire innanzitutto dal modo di percepirsi e quindi avere consapevolezza di chi si è e come si vuole arrivare agli altri, percepirsi anche fisicamente, non solo nelle forme ma pure nei movimenti e l’abbigliamento insieme all’accessorio sono qualcosa che deve andare a coronare tutto questo, non coprendolo ma valorizzandolo.

C’è un capo feticcio del quale proprio non riesci a disfarti?
In realtà no, non mi piace essere attaccato alle cose. Diciamo però che sicuramente nel mio armadio non possono mancare t-shirt bianche e nere che vestano bene, jeans regular fit e Stan Smith classiche.

Sneakers o Chelsea boots?
Assolutamente sneakers.

Hai un modello, un’epoca, un immaginario di riferimento estetico al quale ti ispiri?
No, in quanto attore mi piace giocare e rifarmi a diverse epoche e riferimenti estetici, anche nella mia vita privata. Ho scoperto di avere una fisionomia e uno stile che si adattano molto al vintage, dagli anni ’20-’30 agli anni ’70.

Che rapporto hai con i social?
Un po’ conflittuale e altalenante; non riesco a starne lontano e non curiosare come si raccontano gli altri sul web ma non sento la smania di pubblicare costantemente dettagli ed avvenimenti della mia vita. Ci tengo abbastanza alla mia privacy anche se mi piace condividere con i miei follower e ogni tanto sento il bisogno di farmi sentire e aggiornarli su quello che mi sta accadendo.

Ti abbiamo visto sia in tv che in teatro (e ti aspettiamo al cinema). Preferisci interpretare il buono o il cattivo?
Un cattivo-buono, si può? Mi piacerebbe tanto interpretare un personaggio cattivo che nasconde un animo buono, puro. Mi viene in mente il protagonista del film tratto dall’omonimo libro “Profumo”, un serial killer che per creare il profumo ideale uccideva giovani vergini dai capelli rossi e nonostante questi delitti efferati lo spettatore alla fine non riesce a non entrare in empatia con lui e in qualche modo a giustificarlo e perdonarlo.

Come vorresti immaginarti tra 10 anni?
Con una mia famiglia, impegnato come attore e performer sia a teatro che sul grande schermo e con in ballo qualche attività che aiuti concretamente il sociale.

Sogni nel cassetto?
Trovare il modo di riuscire ad essere felice sempre e comunque!

Fotografo: Davide Musto

Assistente fotografo: Federico Taddonio
Stylist: Stefania Sciortino
Assistente Stylist: Rosamaria D’Anna
Trucco e capelli: Giulia Luciani per Simone Belli Agency
Per la location si ringrazia Bottiglierie Pigneto via del Pigneto Roma via del Pigneto 106b
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